Bologna: Natale speciale con “I pittori di Pompei” al Museo Civico Archeologico

I pittori di Pompei
Veduta di allestimento della mostra
23 settembre 2022 – 19 marzo 2023
Bologna, Museo Civico Archeologico
Foto Roberto Serra
Courtesy MondoMostre

I Pittori di Pompei

Bologna
Museo Civico Archeologico

23.09.2022 – 19.03.2023

REGALARSI A NATALE I COLORI DI POMPEI

La speciale proposta per la mostra “I pittori di Pompei” al Museo Civico Archeologico di Bologna

Perché non regalarsi, o regalare ad amici e parenti, i colori di Pompei per questo Natale? La proposta è effettivamente allettante, oltre che originale. L’invito è a sostituire al “solito regalo” un dono che sicuramente farà felice il vostro amico o un vostro parente: un biglietto di ingresso alla stupefacente mostra “I pittori di Pompei” allestita sino al prossimo 19 marzo al Museo Civico Archeologico di Bologna.

L’esposizione, a cura di Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre,  riunisce grandi affreschi staccati dalle dimore pompeiane: opere originali dai colori e dalle composizioni incredibili. È una mostra che ci conduce, per la prima volta, a scoprire da vicino le figure dei pictores, ovvero di quegli artisti e artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana. Attraverso un importantissimo patrimonio di splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni, che non manca di stupire e persino commuovere.

È un’occasione davvero speciale: 10 euro anziché i 16 (oltre i diritti di prevendita) che sono il prezzo abituale del biglietto “open” della mostra. Con possibilità di usufruire del biglietto nei giorni e nell’orario che più piacerà.

Chi volesse scegliere di andarci proprio nelle strette Festività, dovrà tener conto che la Vigilia, il 24 dicembre, la mostra resterà aperta dalle 10 alle 14, mentre resterà chiusa nel giorno del Natale. Orario pieno (10 – 20) a Santo Stefano e in tutti gli altri giorni, Epifania compresa. Il 31 dicembre, invece, si potrà ammirare la mostra dalle 10 alle 14, mentre iniziare il nuovo anno con l’arte dei maestri dell’antica Pompei sarà possibile, da mezzogiorno alle 20.

Appena 10 euro per entrare nella grande storia, nell’arte e nel mito!

Biglietti acquistabili su vivaticket.it e presso la biglietteria della mostra

Info: ipittoridipompei.it

I pittori di Pompei
Veduta di allestimento della mostra
23 settembre 2022 – 19 marzo 2023
Bologna, Museo Civico Archeologico
Foto Roberto Serra
Courtesy MondoMostre

Ufficio stampa                                                            

Studio ESSECI di Sergio Campagnolo                         
Referente Simone Raddi                                                           
Tel. +39 049 663499                                                                  
simone@studioesseci.net                                                                                                                                           

Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Sutri -Viterbo: La Galleria Alice Schanzer ospita la mostra FINITOINFINITO a cura di Silvia Previti

finitoINfinito 

Artisti in mostra:

Giacinto CERONE – Angelo COLAGROSSI -Antonio DE PIETRO – 

Mario GIANCOLA – Pierluigi ISOLA – Mauro MAGNI

Alberto PARRES – Silvio PASQUALINI

A cura di Silvia Previti

17 dicembre 2022 | 17 gennaio 2023

Inaugurazione: sabato 17 dicembre 2022 ore 18.00

Galleria Alice Schanzer

Piazza del Comune 43 
Sutri (VT)

La  nuova mostra della Galleria Alice Schanzer di Sutri (Viterbo), visitabile fino al 17 gennaio 2023. a cura di Silvia Previti, che vede protagonisti otto artisti: Giacinto Cerone, Angelo Colagrossi, Antonio De Pietro, Mario Giancola, Pierluigi Isola, Mauro Magni, Alberto Parres, Silvio Pasqualini. 

Con “finitoINfinito” viene dato il via al progetto dell’Artista Silvio Pasqualini, presente anche in mostra, una linea espositiva ben precisa, come in una sorta di manifesto, Pasqualini intende dare un suo segnale fermo e deciso al mondo dell’arte contemporanea: ritornare a  un metodo in cui i Maestri accompagnino nelle gallerie altri artisti con massima apertura anche ai giovani, mai negando occasione di dialogo e confronto e facendo valere come contratti i rapporti  basati esclusivamente  sulla considerazione e apprezzamento artistico e sul rispetto personale. 

La stima reciproca tra artisti innesca nuovi stimoli, influenze artistiche e poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito. Parte così da Silvio Pasqualini l’individuazione di un primo nucleo di artisti, alcuni dei quali, a loro volta ne invitano altri basandosi sui medesimi principi.

Questo progetto espositivo nasce e si sviluppa parallelamente tra Sutri e la galleria gemella di Venezia, sempre intitolata alla poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936) e nate per volontà del pronipote Marco Schanzer. Le due gallerie si propongono come due spazi dove promuovere artisti che abbraccino i parametri etici, culturali e spirituali dell’Arte, in sintonia con la visione umanista del luogo.  

Biografie degli artisti

Giacinto CERONE

Nasce a Melfi (PZ) nel 1957. Nel 1971 frequenta il Liceo artistico di Melfi sezione architettura e durante i primi anni trascorre la maggior parte delle giornate ad esercitarsi con il disegno dal vero. Nel 1975 consegue il diploma di maturità artistica. Nell’ottobre dello stesso anno si iscrive all’Accademia di belle arti di Roma e segue il corso di scultura, prima con Umberto Mastroianni, poi con Pericle Fazzini. Nel 1984 si stabilisce definitivamente a Roma e apre uno studio d’arte a Vicolo del Bologna. Si avvicina alla materia ceramica all’inizio degli anni Novanta e avvia un’intensa produzione. Comincia ad esporre a mostre personali e collettive in tutta Italia e con opere frutto di sperimentazioni con vari materiali, dall’argilla al plexiglass, il moplen e la vetroresina, fino al legno. Nel 2003 è alla David Gill Gallery di Londra e nel 2006 il Museo della Scultura di Matera gli dedica una sala.  Muore a Roma nel 2004. Nel 2007 viene allestita una grande retrospettiva del suo lavoro presso il Museo Pericle Fazzini di Assisi e nel 2011 le sue opere sono esposte, postume, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Angelo COLAGROSSI

Nato a Roma nel 1960, si è laureato in Studi Storico Artistici presso Università La Sapienza Roma. 
La sua attività espositiva ha inizio nel 1986 con la partecipazione alla mostra “Dodicimenotrentacinquesecondo, giovani artisti a Roma” presso l’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma. Da allora sue mostre personali e collettive si sono tenute in spazi espositivi pubblici e gallerie private in Italia e all’estero.

Antonio DE PIETRO

Nato a Diamante (provincia di Cosenza) nel 1962, si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1988. Determinante nel suo percorso è nel 1986 l’incontro con Emilio Vedova, nel cui studio rimane sei mesi. Dagli anni Novanta alla rapidità del gesto e del segno sostituisce una lavorazione lenta, accurata, sedimentaria – le velature – che gli consente di creare una pittura materica, stratificata eppure liscia come vetro. Alla fine del decennio si chiariscono i temi/soggetti che tuttora sono protagonisti della sua poetica e alla materia pittorica si aggiunge la “materia costruttiva”: legno, ferro, chiodi, colla, sabbia. Dal 2007 comincia la ricerca sulle Porte della memoria che continua tuttora. 

Mario GIANCOLA

Nato a Capestrano nel 1946, si è formato da artista autodidatta. I suoi artisti di riferimento sono: Fernandez Arman, Marcel Duchamp e Pablo Picasso, tutti e tre per la rielaborazione concettuale degli oggetti in disuso. Ha lavorato vicino allo studio di Silvio Pasqualini a Bassano Romano ed è entrato in contatto con un numeroso gruppo di artisti. Ha esposto a Villa Savorelli con” Per Antiche vie” e con “Arte in cantina”, entrambe a Sutri, come anche e alla Irtus Gallery, tra il 2004 e il 2010. Vive e lavora a Corfino. 

Pierluigi ISOLA

Pierluigi Isola è nato a Roma nel 1958, figlio d’arte, ha iniziato precocemente il suo dialogo con le immagini e i colori. È nello studio del padre, Giancarlo, apprezzato artista, che apprende la prima grammatica di un linguaggio, quello pittorico, che diventerà una pratica costante nella sua vita.
Nei primi anni della sua formazione, in un liceo artistico romano, segue le lezioni di Piero Guccione, artista che gli trasmette, oltre agli insegnamenti della tecnica pittorica, quella particolare capacità di rapportarsi alla realtà cogliendone l’aspetto più intimo e segreto.
Il suo lavoro di ricerca è costantemente concentrato sui rapporti sottili che intercorrono tra realtà sensibile e mondo immaginale.

Mauro MAGNI

Mauro Magni nasce a Roma nel 1962 dove si laurea in Pittura all’Accademia di BB.AA. Dal 1982 espone in Italia e all’estero. Lavora a Sutri (VT). Nel 2008, dopo vari viaggi e permanenze all’estero, lascia la capitale per trasferirsi a Trevignano Romano sul lago di Bracciano seguendo l’esigenza di riconnettersi alla natura. Tra i lavori più recenti: Horus (2021), installazione eolica permanente in acciaio, corten e oro zecchino realizzata a Pietrapertosa (PZ): una riflessione sulla necessità di conservare la Natura, un omaggio alla bellezza dei paesaggi lucani; Frontac – a ciel sereno (2021), installazione permanente in ferro e lamina dorata realizzata a Farnese (VT) per il LLART Lamone Land Art, nelle Riserva Naturale della Selva del Lamone: un’opera sull’imponderabilità delle cose e la supremazia della Natura.

Alberto PARRES

Nato a Tangeri nel 1953. A seguito delle tappe di Parigi e Siviglia, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Roma, dove si è diplomato nel 1980 e dove attualmente vive e lavora, come artista e insegnante. Dopo il diploma inizia ad esporre a Roma ed in buona parte di Italia, per poi esporre anche all’estero. Le esposizioni più recenti sono: nel 2016 Matchless Gift, al Bhakti Center, NewYork; nel 2019 Porte dell’Aldilà, alla Galleria Makrac, Praga; nel 2020 Take care Project, presso la Fondazione 107, Torino.

Silvio PASQUALINI

Silvio Pasqualini nasce a Morro d’Alba (AN) nel 1956. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Macerata si trasferisce a Roma dove comincia ad esporre in diverse gallerie e musei per arrivare, a partire dalla fine degli anni ’70, ad esporre in gallerie europee e internazionali. Nel 2000 fonda con gli artisti Berticcioli, Fioramanti e Gasparri il Movimento Artisti Clandestini. Nel 2005, seguendo un coerente percorso etico, artistico e di vita, trasferisce il suo studio a Bassano Romano (TV) e dal 2014 vive e lavora a Venezia.


TESTO CRITICO
a cura di Silvia Previti

In questi tempi concitati e sempre in rapida evoluzione, anche le relazioni, gli interrogativi di una vita, la ricerca di nuove direzioni necessitano di un’oasi fertile, dove si possa trovare una congiunzione tra mente e spirito per ridefinire i contorni del nostro andare. 

Sutri con la Galleria Alice Schanzer, gemella della galleria di Venezia, vuole essere questo: un punto di riferimento per coloro che ricercano un centro, uno spazio di definizione del sentire e del sentirsi, dell’espressione autentica del sé e della condivisione con l’altro. 

Il metodo poi, fa da strumento rigoroso e replicabile che in primis dà chiarezza e forma alla messa in atto delle esposizioni che qui prendono vita, frutto di sentita stima e di sincera amicizia fra gli artisti che condividono fra loro l’invito alla partecipazione.

Nella campagna di un’Etruria feconda di sollecitazioni e di antiche reminiscenze, prende corpo il progetto espositivo di Silvio Pasqualini che, con questa mostra, vuole sottolineare come in una sorta di manifesto il suo messaggio agli artisti ed in generale al mondo dell’arte contemporanea: respingere la gestione attuale delle pratiche espositive e ritornare a far esporre gli artisti attraverso accordi taciti ma intrisi di verità, in cui i Maestri accompagnano nelle gallerie altri artisti stimati, facendo valere i rapporti come unici ed autentici contratti basati sul rispetto, sulla considerazione e apprezzamento. Un patto garbato, fra maestri e gentiluomini.

Allora sì non si avrà più necessità di argomenti pretestuosi per mettere in piedi una mostra, basterà la fiducia come fondamento saldo che si esplicita con l’invito. Una visione aristocratica e cavalleresca della relazione e del confronto fra anime artistiche, sulla scia del pensiero di Rainer Maria Rilke. 

Il metodo dunque si fa manifesto, un vero e proprio gesto politico: l’arte come etica.  

Questa mostra, quindi, è il risultato di un metodo che porta una serie di visioni raggruppate secondo una commistione alchemica, senza nessuna casualità. 

A partire da una concezione prettamente umanistica, dove i rapporti interpersonali fra gli artisti protagonisti diventano una necessità e contano molto di più di molte altre forzature curatoriali, il risultato premia le intenzioni, con la messa in scena sia dell’individualità intrinseca di ogni soggetto artistico sia dell’assioma arte-vita, in una percezione che emerge palpabile. 

“Un’opera d’arte è buona se nasce da necessità” scrisse Rilke ne Le Lettere ad un giovane poeta indirizzate al giovane Franz Xaver Kappus, dando vita inconsapevolmente ad un suo manifesto con un dialogo intimistico fra poesia e arte ed in generale sul mistero della creazione.  

La necessità che ha spinto le intenzioni di sviluppare questa mostra dunque, diventa il dar vita e continuità alla concatenazione di rapporti, al portarsi e portare altri, in gesti automatici che confermano la stima e riconoscenza reciproca, innescano nuovi stimoli, influenze artistiche e poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito. 

Una condizione finita che ha la pretesa di generarne di infinite, ricollegandosi alla storia del passato e alla speranza delle possibilità future. 

Il finito si fa infinito però, se trova da una parte nutrimento costante e dall’altra animi fecondi nei quali seminare impressioni e ricordi, nuove idee ed ispirazioni. 

“Il pensiero contemporaneo ha futuro se ha in sé un trasporto culturale e spirituale millenario” afferma Silvio Pasqualini, autore che non si definisce contemporaneo ma che guarda con il suo operato artistico e poetico ai grandi autori del passato che lo hanno influenzato e determinato la sua eredità visiva, storica ed immaginaria. 

Pasqualini è colui che dà la spinta propulsiva al progetto, il regista che ha dato vita a questa catena di rapporti grazie alla trasmissione di un sistema valoriale che fa da fondamento e che ne giustifica tutto il processo. 

È presente in questa mostra con due opere che riassumono il senso del suo creare: Di luce propria, opera del 1982 che fu esposta alla Biennale, è una sorta di reperto storico della poetica di Pasqualini. Una pittura matura, che racconta della sensibilità verso l’antichità, verso la materia che si esplicita con tutto lo spessore che l’artista possiede. Con I fiori della rivoluzione invece, opera recente e simbolica, Pasqualini trasmette un messaggio che guarda al presente e al futuro, con un linguaggio sempre riconoscibile ma che in questo lavoro si rinnova con colori sgargianti e ipnotici. Due opere che testimoniano l’excursus pittorico dell’autore, in anni in cui si è sempre sperimentato senza mai abbandonare quel “trasporto culturale e spirituale millenario” che lo accompagna.

Silvio Pasqualini inserisce in questa mostra un’opera pittorica di Giacinto Cerone, autore che in primis è stato grande amico stimato, uomo geniale, di forte e profondo spessore artistico.

Cerone, che ha lavorato nella sua carriera soprattutto con la forma scultorea, in questo caso è presente a Sutri con un lavoro su carta, destinato sin dal principio a Silvio Pasqualini. L’opera racchiude nei segni tutta l’enigmaticità e la potenza del pensiero di un autore mancato precocemente ma del quale molto ancora vi è da indagare. Insieme a questa, un ricordo di Franco Scataglini, poeta anconetano, amico stimato per entrambi e complice di molti ricordi di vita romana e discussioni sull’arte, sull’estetica ed in generale sulla vita. 

Gli incontri, come i segni del destino, sono cibo per chi vive con intensità il quotidiano: Silvio Pasqualini non si è fatto sfuggire il momento in cui un giorno, Mario Giancola, gli fece vedere un’opera di Cerone, vista da sempre nel suo studio. Un indizio mandato dal destino, un segnale che andava colto in questo flusso fertile di contatti, che ha fatto sì che Pasqualini, per questa ragione insieme alla stima, abbia invitato a questa mostra proprio Mario Giancola, artefice inconsapevole di un messaggio e ora, di un nuovo sodalizio. 

Mario Giancola, artista autodidatta, presenta una scultura in ferro dal titolo Spazialità, ricavata da antichi cerchi di botte, come reperti rurali che, decontestualizzati, hanno forma propria ed eleganza intrinseca. Un’opera dal taglio antropologico, che si sposa perfettamente con il contesto che la ospita: quella campagna viterbese che tanto piace agli artisti dove trovano non solo un senso di pace e spiritualità, ma sentono visceralmente un senso di appartenenza. 

Antonio De Pietro, esposto per primo nella galleria Schanzer di Sutri, è presente anche in questa cerchia proprio per quel legame di scambio e reciprocità di cui si parlava in principio. Pittore lirico, si rifà nelle sue creazioni ad una pittura materica, arricchita dall’utilizzo di materiali come ferro e chiodi, per ricondursi al tema della storia e del ricordo. Con Acquasanta accenna ancora a forme del figurativo ma fa trasparire tutta la passione per terre e luoghi del passato, rarefatti e sbiaditi. In Lettere d’amore l’indagine sul senso del tempo e sulla sua inafferrabilità è ancor più evidente, con una lavorazione a tecnica mista che è ricca, densa ma al tempo stesso chiara ed esplicita. 

Altro autore fortemente voluto ed invitato in mostra da Silvio Pasqualini è Alberto Parres

Pittore puro, ha esplorato il pop fino a giungere a toni più arcaici, portando avanti sempre una personale ritualità fino ad oggi, in cui attraversa una nuova fase esplorativa con i lavori sul bianco. Con le due opere White dreams, Parres indaga e si lascia attrarre dal bianco come somma di tutti i colori dello spettro visibile, figurando la luminosità e cercando di afferrarla per portarla in pittura, con un’operazione poetica sottile e raffinata. 

Dettaglio non trascurabile: Alberto Parres in vita sua ha sempre fatto il pittore. “Come si fa a non stimare una persona che ha sempre fatto il pittore?” afferma Pasqualini nel presentarlo. È questo il senso del metodo, è il rispetto per i maestri, una gentilezza d’altri tempi per i signori della vita: gli artisti.

Torna il tema della memoria e della storia con le opere di Mauro Magni, autore a cui interessano le indagini dei luoghi della natura, dove il passaggio del tempo e dell’uomo hanno lasciato il segno. 

Artista che lavora sì con la pittura ma anche con scultura, ceramica ed installazioni, in questa mostra espone Tempi babelici e La Ribellione di Nimrod, dove con la tecnica mista, stratifica colore, segno e parole, facendosi portavoce di messaggi antichi rivolti ad un presente dove la modernità è smarrita dal caos e dalla frenesia. Mauro Magni ha anche avuto un ruolo centrale all’interno della metodologia per la realizzazione di questa mostra: è colui che fa da tramite, che suggerisce ed invita altri due artisti ad esporre in questa sorta di cenacolo contemporaneo: Angelo Colagrossi e Pierluigi Isola.

Angelo Colagrossi con Quasi al tramonto e Guarda, piove, con una pittura sintetica che sembra ricercare per poi dissolvere le forme, tramuta con l’utilizzo di pochi ma decisi colori, il vedere quotidiano nel linguaggio poetico della dissolvenza liquida del pensiero. Come lui stesso dichiara, la sua struttura linguistica è aperta per consentire la continua ricerca del senso delle cose e della forma. Forma che implica nella sua visione necessariamente la provvisorietà, determinata dal continuo evolversi nel tempo e nello spazio. 

Pierluigi Isola con la sua opera, porta in mostra l’armonia e la continuità con una tradizione pittorica che è plasmata nel presente. Le rovine circolari, Tramonto a Creta e La casa di Asterione sono tre opere che fanno parte di un unico trittico, realizzate olio su tavola e che appartengono ad una serie riguardante la tematica della memoria dei luoghi, del racconto e del mito. Con una delicatezza cromatica e grazie alla sua dominazione della tecnica pittorica, Isola narra con i suoi paesaggi un mondo interiore oscuro e labirintico, in un continuo dialogo che si tramuta in immagine attraverso la composizione fantastica delle vedute. 

Una mostra che vuole avvicinarsi alla riproposizione garbata del cenacolo, dove attuare esplorazioni da punti di vista artistici, storici, antropologici ma soprattutto umanistici. 
Vi sono opere figurative ed iconiche, opere astratte ed informali, opere plastiche che rimandano ad una cultura arcaica. 
Vi sono quindi artisti che hanno in comune una vicinanza che è forte appartenenza al luogo, sia in senso specifico, sia in senso lato, dove ci si può incontrare e scambiare opinioni. 
Autori che vivono gli aspetti della storia, della memoria e di quella tendenza alla ricerca di eternità, che forse non è che la ricerca di un’autenticità profonda e per quanto possibile, veritiera.
Sutri vuole essere un punto di raccolta per coloro che vivono la domanda: sempre sulla scia del pensiero di Rilke, la mostra è concepita come l’incontro di chi è capace di vivere le frequenze che ci attraversano e, soprattutto, di chi è capace di coglierle ed accoglierle, fare proprio il loro messaggio per poi correre sicuri e spediti. 
Un’oasi che inizia con pochi ma fidati artisti, che vivrà grazie alla cura di chi continuerà a replicare questo metodo semplice e finito, senza remore o paure, all’infinito.


SCHEDA INFORMATIVA

MOSTRA
finitoINfinito
a cura di Silvia Previti

Artisti in mostra:
Giacinto Cerone
Angelo Colagrossi
Antonio De Pietro
Mario Giancola
Pierluigi Isola
Mauro Magni
Alberto Parres
Silvio Pasqualini

17.12.2022 >17.01.2023

Vernissage: 17.12.2022 ore 18.00

DOVE
Galleria Alice Schanzer, Piazza del Comune 43, Sutri (VT)

ORARI DI VISITA
Il sabato e la domenica, ore 10.00 > 20.00, orario continuato
Gli altri giorni chiamare per appuntamento: +39 3296036747, +39 3477030568
Ingresso libero

UFFICIO STAMPA
CRISTINA GATTI 
cristina.gatti@fg-comunicazione.it

Chiusi (Siena): al Museo della Cattedrale inaugurata la mostra RELIQUIÆ di David Booker

Domenica 11 Dicembre, alle 15:30, il Museo della Cattedrale di San Secondiano inaugura la Mostra 

RELIQUIÆ 
Disegni di David Booker.

La Mostra, che resterà in allestimento fino al 9 luglio 2023, è stata realizzata con il supporto dell’Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi; nasce da un intuizione dell’architetto 
Sabrina Papini, accolta e sviluppata dall’artista David Booker avvalendosi dei materiali di studio concessi dal Gruppo Archeologico Città di Tuscania.

L’arte contemporanea di David Booker incontra l’arte antica e quella sacra nel Museo della Cattedrale di Chiusi, dove è stata inaugurata domenica scorsa la mostra “Reliquiae”.
Il colloquio artistico inizia dalla prima sala, quella dei reperti archeologici, dove è custodita l’urna marmorea che ha ispirato alcuni dei disegni a matita, le scatole di Secondiano, che replicano la suggestione del contenitore dal misterioso contenuto.
L’esposizione si snoda lungo il percorso museale in cui le opere di Booker sono perfettamente inserite e da cui traggono linfa vitale in una relazione di reciproca valorizzazione.
Senza dubbio è molto valida l’iniziativa dei promotori di voler restituire il giusto rilievo alla collezione diocesana attraverso il dialogo con la cultura contemporanea. Il Museo della Cattedrale custodisce, infatti, tesori straordinari sconosciuti ai più che meritano di diventare patrimonio collettivo.

David Booker è nato a Melbourne ma da anni si è stabilito in Umbria, è artista di multiforme ingegno, scolpisce nel marmo e nel legno figure monumentali e disegna a matita veri e propri ritratti di pezzi meccanici, scarti, scatole, reperti di vita quotidiana cui il tratto calligrafico, le luci e le ombre restituiscono espressione e nobiltà metafisica.
“Reliquiae” presenta 20 opere, di cui 13 inedite e 7 realizzate in esclusiva per il Museo; resterà in allestimento fino al 9 luglio, andateci, è proprio una bella esperienza.

Lucia Annunziata


INFO

Contatti stampa
Valeria Giovagnoli valeria.giovagnoli@gmail.com

Sito: www.davidbookersculptor.eu
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