Milano, Fabbrica del Vapore: Da oggi aperta al pubblico la mostra “Zerocalcare. Dopo il botto”

Una immagine dell’allestimento

ZEROCALCARE
DOPO IL BOTTO

Dal 17 dicembre arriva alla Fabbrica del Vapore di Milano
la grande personale di ZEROCALCARE, talento del fumetto italiano che, con oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, racconta di noi, della politica e di storie di resistenza collettiva.

Fabbrica del Vapore, Milano
17 dicembre 2022 – 23 aprile 2023

Zerocalcare (Michele Rech), classe 1983, fumettista italiano tra le figure più interessanti, complesse e di denuncia della scena culturale contemporanea – dopo il grande successo riscosso con l’omonima serie Tv – sarà protagonista di una grande mostra personale che si terrà a Milano negli spazi della Fabbrica del Vapore dal 17 dicembre 2022 al 23 aprile 2023.

La mostra Zerocalcare. Dopo il botto è ideata da Silvia Barbagallo, prodotta da Arthemisia e organizzata da Minimondi Eventi Arthemisia in collaborazione con Piuma, promossa dal Comune di Milano-Cultura negli spazi di Fabbrica del Vapore ed è curata da Giulia Ferracci.

La frammentazione sociale all’indomani della pandemia; l’accrescimento delle paure all’epoca di una crisi globale e di un conflitto nel cuore dell’Europa; il forzato isolamento e la solitudine che hanno inevitabilmente generato disgregazione e causato la perdita di contatto con la realtà; la politica e le resistenze.
Attraverso oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, 
questi sono solamente alcuni dei temi al centro di questa importante esposizione milanese.

Zerocalcare (Michele Rech)

“Il meteorite non sta cadendo. È caduto. – dichiara Zerocalcare – Il covid ci ha dato la possibilità di ripensare la società, di tiare fuori uno spirito diverso, più attento agli altri e alla collettività ma non è accaduto. La mostra riflette anche su questo, guardando i lavori che sono stati realizzati a servizio delle lotte e delle vertenze collettive degli ultimi 20 anni fino ad oggi, si può scorgere un pezzo -parziale ma significativo- di quelle tensioni che attraversano le strade di questo paese.”

“Dopo quattro anni, vari nuovi libri, una serie televisiva di successo torna a Milano una nuova grande mostra di Zerocalcare – spiega Silvia Barbagallo – che come sempre ci porta ad alzare lo sguardo e a riconoscere tutta quella rete di rivolta, di speranza che non si spegne e che vale la pena di riconoscere e tenere viva”.

“Il talento critico e artistico di Zerocalcare si esprime con il linguaggio immediato e diretto del fumetto e del cartone animato, che sono una vera e propria arte in grado di rappresentare un affresco estremamente efficace della società contemporanea – afferma l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Zerocalcare ha infatti dato vita a un eroe quotidiano, vittima delle relazioni sempre più difficili che legano il singolo alle dinamiche collettive della società. Un eroe nel quale si riconoscono giovani e meno giovani, e in particolare tutti coloro che, di fronte a una realtà a volte drammatica, a volte difficile, a volte solamente assurda, attivano la loro capacità di resistenza umana e civile grazie all’intelligenza e all’ironia. Questa mostra è per loro”.

ZEROCALCARE Dopo il botto è una mostra che accoglie in sé due anime, faccia delle stessa medaglia: da un lato i suoi protagonisti, ciascuno emblema di un portato simbolico esistenziale e collettivo di valori legati alla sopravvivenza della propria pelle in un contesto ormai sempre più difficile da vivere; dall’altra ricorda al visitatore che ancora è possibile fare “un pezzo di strada insieme” a chi ha gli stessi obiettivi, nutrire una passione collettiva connessa all’ideale di resistenza politica, ai grandi temi dell’uomo comune di fronte alle prove della vita.
Se, infatti, il frantumarsi di una comunità – come raccontato dall’autore in Macerie prime (2017) e Macerie prime sei mesi dopo (2018) – è una reazione di sopravvivenza legata alla condizione di incertezza che si vive, per Zerocalcare la vera soluzione passa attraverso un’azione collettiva che ogni giorno viene messa in campo.

Una immagine dell’allestimento

Sin da subito, l’allestimento di mostra proietta il visitatore all’interno di una città immaginifica e post-apocalittica dove, al centro della scena, è posta una strada circondata da palazzi disegnati dall’autore.
Le facciate degli edifici colpiti da un cataclisma planetario portano inevitabilmente a una riflessione su quanto le nostre vite private e il nostro contribuito nella dimensione collettiva siano cambiate a seguito della pandemia: dietro le porte tombate delle case s’intravedono gli occhi di chi cerca fughe di sopravvivenza e tentacoli di animali mostruosi tentano il largo.

A partire da questo scenario, tra teche espositive contenenti alcune delle tavole realizzate dall’autore durante i mesi del lockdown, si snodano le varie sezioni che articolano la mostra seguendo i temi più cari a Zerocalcare: dalle forme di resistenza incarnate dal popolo curdo, ai lavoratori che protestano per condizioni di vita più dignitose; dal ruolo delle donne alle molte altre battaglie condotte da gente comune come espressione di quotidiana resistenza.
Questi uomini e gli storici protagonisti zerocalcareschi – dal Cinghiale, al Secco, a Lady Cocca – sono gli abitanti di questa città apparentemente disastrata ma che, invece, mantiene fuochi di vitale resistenza, emblematicamente rappresentata da una fiammella sorretta da alcuni di loro che, come un’apparizione, si stagliano lungo il percorso.

L’esposizione si sviluppa poi nelle due aree retrostanti gli edifici, pensate come due differenti “mondi”, quello interno e quello esterno all’autore.
Se, infatti, da una parte trovano spazio i contenuti riferiti alle relazioni e alle ingiustizie sociali – Strati (L’Essenziale n. 15, 2022), La memoria è un ingranaggio collettivo (La nostra storia alla sbarra, 2004) e tavole come La Rabbia (2016) tratte dal mondo punk da cui proviene l’autore e che corrisponde alla sua tribù d’appartenenza -, dall’altra si accede al mondo biografico, alla vita interiore di Zerocalcare, a quella di tutti i giorni dove le angosce e le paure dell’artista raccontano in realtà la vita di tanti di noi, con il filo dell’ironia a legare tutta la sua produzione.

Chiudono il percorso i Santi protettori, ritratti su tela e foglie d’oro provenienti dall’immaginario mitico dell’autore che rappresentano i tipici personaggi del suo repertorio, alcuni famosi, altri meno noti: dal T-rex a Lady Cocca del Robin Hood, dal mitico cantante dei Nirvana, Kurt Cobain all’anarchico italiano Gaetano Bresci, fino alla coraggiosa difensora dei diritti umani Nasrin e al ‘Secco’, storico amico di Rech.
I santi hanno un ruolo simbolico all’interno del percorso espositivo sia come segno di protezione che come combattenti contro l’inequità e l’ingiustizia del nostro presente. Icone centrali per la nostra contemporaneità che raccontano, in maniera scanzonata, che i santi e gli eroi di oggi non sono solo quelli che sacrificano la propria vita con gesta memorabili ma sono – anche e soprattutto – quelli che combattono quotidianamente per avere un posto nel mondo.

Il catalogo della mostra è edito da Bao Publishing, in continuità con la pubblicazione di tutti i libri Zerocalcare in Italia.
La mostra vede come media partner Urban Vision.


Uffici Stampa Minimondi Eventi
Patrizia Renzi patrizia@renzipatrizia.com
Giulia Magi giuliamagi@gmail.com

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna | elenamaria.conenna@comune.milano.it

Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Pescara, GArt Gallery: FINISSAGE della mostra IOVADODAVOI di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario a cura di Maria Arcidiacono

Allestimento della mostra

Mauro Di Berardino – Fabrizio Molinario

IOVADODAVOI

a cura di Maria Arcidiacono

Finissage 17 dicembre 2022 ore 18.00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara

La frase palindroma iovadodavoi è stata scelta come titolo per la doppia personale, a cura di Maria Arcidiacono, di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario, artisti diversi per generazione e provenienza ma con un discreto numero di punti di contatto, tutti inclusi in quel moto a luogo “speculare” evocato nel titolo.  

Iovadodavoi racchiude un’efficace sintesi del progetto espositivo: un incontro, un percorso dalla lettura bifronte, un luogo di riferimento, la GArt Gallery di Francesco Di Matteo a Pescara. La scelta curatoriale è stata quella di focalizzarsi sul tema del mondo urbano, con i suoi feticci e le sue alienazioni, che, pur declinato con modalità diverse, percepibili fin dal primo approccio visivo, presenta una parallela inclinazione verso un uso robusto del colore. 

Campiture accostate a contrasto, velocità esecutiva nei dettagli seminascosti nelle tele di Molinario, icone trasfigurate, attraversate da messaggi dissimulati su fondi spray nelle opere di Mauro Di Berardino. Entrambi sfuggono a una esatta classificazione: pur attingendo a movimenti vicino al neoespressionismo (Di Berardino) o alla cosiddetta arte irregolare (Molinario), la netta sensazione che prevale, osservando le loro opere, è quella di una spiccata vocazione alla massima libertà espressiva.  

L’allestimento ha voluto privilegiare l’ossimoro di una visione dicotomica e allo stesso tempo convergente, destinando ai due artisti una parete ciascuno, quasi a fronteggiarsi, cercando tuttavia contemporaneamente un punto di consonanza: una libera espressione del colore, volutamente priva di virtuosismi accademici e declinata dal ritmo urbano del nostro tempo, inesorabilmente squilibrato e straniante. 

Mauro Di Berardino – Note biografiche

Mauro Di Berardino è un pittore e scultore con sede in Italia le cui opere sono state esposte a livello nazionale, così come in Svizzera, Stati Uniti e Lussemburgo. Mostre personali 2020Mauro Di Berardino Solo Show – The Urban Box, Pescara. Mostre collettive 2022Amore carnale Amore ideale. Chieti Poesia, Tempietto di Santa Maria del Tricalle, Chieti; Artisti contemporanei al Louvre – Carrousel de Louvre, Parigi; Pop Corner – Milda, Roma; No Boundries – General Gomez Arts, Sacramento, Stati Uniti. 2021Mostra 6 lati – Galleria e26, San Giovanni Teatino (Chieti); 20 x venti, Art Prize – Galleria Visioni Altre, Venezia; Save Biennale D’Arte Contemporanea per un Nuovo Mondo – Bastione San Giacomo, Brindisi; La divina commedia, a cura di Giorgio Gregorio Grasso – Milano, complesso monumentale. 2020Bateau Tiberis – battello Gilda ormeggiato sul Tevere, Roma; Io resto a casa, Io guardo da casa – Galleria Arte in regola, Roma. 201930esima edizione concorso nazionale di pittura Piero Della Valentina – Museo d’arte moderna di Cordignano (Treviso); Artbox. Project Miami 2.0 (durante ArtBasel) Miami, Stati Uniti. Riconoscimenti2021Save – the Biennale– Primo premio. Miglior dipinto Neoespressionista- Brindisi. 2020Bateau Tiberis – Nominato- Roma. 201930th edition of the national painting competition Piero Della Valentina – Nominato- Cordignano (Treviso). 

Fabrizio Molinario – Note biografiche

Fabrizio Molinario nasce a Novara nel 1968, città in cui vive e lavora. Inizia la sua attività pittorica nel 2003. Ha esposto i suoi lavori in diverse Gallerie, spazi pubblici e fiere in Italia e all’estero. Mostre personali – 2021Lock Down – Studio San Marco, Novara; Mondo …animale – Spazio Eventa, Torino. 2020Bagnanti, a cura di Franco Crugnola – Showcase Gallery, Varese. 2019Animali Domestici, a cura di Gianpaolo Bonesini – Galleria Spazio Grafico, Massa Marittima (GR). 2018The end of the world, a cura di Diego Maria Rizzo – Vivace Gallery, Novara. 2017The Unusual Universe – Outsider Art Gallery, Copenaghen; Verso la meta, a cura di Andrea Colombo – Spazio Porpora, Milano; The Works, a cura di Paola Meliga – Paola Meliga Gallery, Torino. Mostre collettive – 2022Inclusioni, a cura di Yuliya Savitskaya – Florence Art Deposit Gallery, Firenze; No War – Window Arte, Novara. 202115 Group show – Outsider art Gallery, Copenaghen. 2020Real Art 5, a cura di Monica Villa – Galleria Villa Contemporanea, Monza; Outsider Art Fair New York, Galleria Rizomi, Parma. 2019ListaRossa, a cura di Andrea Borgonovo – Atelier Multimedia Galerie, Vienna; Affordable Fair Milano, Galleria Sbart Torino. 2018So Pop, a cura di Marco Pelligra – Isorropiahomegallery, Milano; Prospero books, a cura di Cristina Moregola – Cristina Moregola Gallery, Busto Arsizio (VA). 2017Uccidere Pasolini, a cura di Emilio Minotti – Galleria Galgarte, Bergamo.


INFO

Mauro Di Berardino – Fabrizio Molinario
IOVADODAVOI
A cura di Maria Arcidiacono

Fino a sabato 17 dicembre 2022
Orari: dal lunedì al sabato ore 17:30-20:00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara
Tel. +39 349 7913885
info@gartgallery.it
www.gartgallery.it

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo: ANTONIO CARLINI. Il maestro di Arturo Martini

Antonio Carlini, Casa in via Bianchetti, 1907, acquerello

17 Dicembre 2022 – 05 Marzo 2023

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo

ANTONIO CARLINI. Il maestro di Arturo Martini

Mostra a cura di Fabrizio Malachin ed Eleonora Drago

Vernice per la Stampa: venerdì 16 dicembre ore 11:30

Info: www.museicivicitreviso.it

Antonio Carlini (Treviso, 28 marzo 1859 – 27 luglio 1945) può essere l’emblema di quegli artisti che, pur notevolissimi, debbono fama più alle loro azioni che non alle loro creazioni.
Nonostante sia stato uno scultore finissimo e prolifico, maestro di Arturo Martini, Carlini è noto e celebrato soprattutto per il suo pioneristico impegno nella tutela del patrimonio artistico.
Poco più che ventenne partecipò, nel 1883, assieme a Luigi Bailo, Augusto Serena e a Girolamo Botter, al salvataggio del ciclo ad affresco con le Storie di sant’Orsola di Tomaso da Modena – oggi esposto nel Museo Santa Caterina – che rischiava di andar perduto per sempre con la demolizione della chiesa di Santa Margherita. Ad Antonio Carlini si deve poi l’ampia documentazione dell’urbs picta: i suoi fogli, conservati presso la Biblioteca “Giovanni Comisso” di Treviso, realizzati su commissione del Bailo, ci consentono di conoscere la consistenza, i temi, i colori di molte facciate dipinte della città medioevale e rinascimentale, oggi perduti.
Decisivo fu il suo intervento per la protezione della Loggia dei Cavalieri, un merito talmente grande da aver fatto quasi dimenticare l’originale vocazione d’artista.
Senza sottovalutare questo ruolo di Carlini, la mostra che gli riserva il Museo Bailo dal 17 dicembre 2022 al 5 marzo 2023, a cura di Fabrizio Malachin e di Eleonora Drago, si propone di concentrare l’attenzione sullo scultore: un artista completo collocato su posizioni neocanoviane, tuttavia capace di una assoluta originalità creativa.
“Con Antonio Carlini inizia un percorso importante di valorizzazione di artisti che solo apparentemente possono essere considerati “minori” ma che rappresentano invece eccellenze riconosciute, oltreché personaggi influenti nel panorama artistico della nostra Città”, sottolineano il sindaco Mario Conte e l’assessore alle Politiche Culturali Lavinia Colonna Preti. “La mostra di Carlini è poi un viatico verso la grande mostra del 2023 dedicata ad Arturo Martini (30.03 – 31.07.2023), di cui Carlini fu maestro, formando un ideale trittico di mostre dedicato alla scultura tra ’800 e ‘900. Dopo Antonio Canova, è la volta del neocanoviano Carlini per giungere infine al moderno Arturo Martini. Un percorso progettato e realizzato internamente dal Comune con l’obiettivo di raccontare le nostre eccellenze, svelare i nostri tesori, emozionare i nostri visitatori. Grazie alla nuova programmazione di mostre al Museo Bailo – concludono il sindaco e l’assessore – avremo arte, bellezza e cultura nelle nostre sedi museali, 365 giorni all’anno”.
Ad essere riunite al Bailo per la prima volta sono più di 60 opere tra busti, altorilievi, medaglie, disegni. Esempi di una attività artistica davvero frenetica, che dalla sola scultura si irradiava in campi diversi. Suo, ad esempio, è il progetto del Santuario della Madonna del Monte a San Zenone degli Ezzelini. Suoi molti interventi a tema patriottico, dal monumento-ossario in ricordo dei Dragoni Pontifici a Cornuda, alle lapidi di Mazzini e Cavallotti, a Rovigo, o, ancora ai medaglioni in bronzo di Mazzini e Cavour alla Loggia del Comune, a Conegliano. Ma di lui si ricordano anche importanti interventi di restauro eseguiti in Trentino.
Altra sua passione, la ceramica: per la manifattura “Gregorj” di Treviso, negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, creò numerosi vasi. Celebri quelli decorati con raffigurazioni medievali, celebrati all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.
“Carlini scultore s’inserisce – afferma il curatore Malachin – nell’ideale storia della scultura veneta (che non è assolutamente solo regionale visti i suoi protagonisti) come anello di congiunzione tra due mondi, Antonio Canova e Arturo Martini, passando per Luigi Borro, che fu maestro del nostro Antonio. Canova – Borro – Carlini – Martini sono così legati da un’ideale filo rosso che ci consente di scoprire l’evoluzione del linguaggio della scultura moderna e a meglio comprendere Martini che sviluppò la sua straordinaria arte innovativa anche come reazione alle regole carliniane”.

Catalogo a cura di Fabrizio Malachin, edito da Antiga Edizioni.


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 segreteria@studioesseci.net