ART CITY Bologna in occasione di Arte Fiera – Main program

ART CITY Bologna
Main program

27 gennaio – 5 febbraio 2023
artcity.bologna.it

Nel 2023 il calendario artistico italiano si apre con l’undicesima edizione di ART CITY Bologna in programma dal 27 gennaio al 5 febbraio.

L’art week con il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promossa da Comune di Bologna e BolognaFiere, torna a fare da preludio e accompagnare lo svolgimento di Arte Fiera che si riposiziona nel periodo invernale, forte della tradizione di fiera di settore più longeva a livello nazionale e luogo privilegiato per scoprire le anticipazioni della scena artistica contemporanea, con un’attenzione rivolta sia agli artisti affermati che alle nuove generazioni.

Diretta per il sesto anno da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, ART CITY Bologna torna a riflettere la ricchezza e la vitalità espresse dalla città nel campo della cultura contemporanea attraverso la messa in rete delle variegate proposte offerte dal sistema di istituzioni pubbliche e organizzazioni private. È nella dilatazione spaziale e nei fluidi slittamenti di confini che, nel suo percorso di crescita e consolidamento, il progetto ha infatti trovato una cifra distintiva come progetto culturale collaterale alla kermesse fieristica. I pubblici plurali che frequentano abitualmente la città nel periodo di Arte Fiera possono, infatti, non solo trovare un calendario serrato di inaugurazioni, eventi e iniziative speciali ma soprattutto vivere l’esperienza corale di un’intera città partecipante, in cui gli spazi amplificano e arricchiscono le possibilità dei progetti espositivi accolti, risultando complementari. Una forma diffusa di alleanza tra città, fiera, arte e cultura davvero unica e peculiare nel panorama nazionale.

Nell’edizione 2023 il main program sarà articolato in unospecial project e in 12 main projects che, come di consueto, andranno a comporre una proposta ampiamente rappresentativa delle pratiche artistiche contemporanee. Proiettandosi oltre i confini urbani, in una sfera territoriale ancora più estesa e policentrica che interesserà l’intera area metropolitana di Bologna, il programma istituzionale sarà animato da oltre 100 eventi.

● I luoghi
Accanto ai luoghi deputati all’arte, ART CITY Bologna si connota per la continua ricerca di spazi normalmente non fruibili a scopo espositivo, dimenticati oppure poco noti al grande pubblico. Gli interventi degli artisti invitati a relazionarsi con contesti inusuali avranno così, ancora una volta, la possibilità di generare impreviste connessioni e rivelazioni.
Per questa undicesima edizione i luoghi spazieranno tra differenti tipologie, offrendo nuove esperienze e punti di vista rinnovati sulla città. Sono interessati dal main program: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Nuovo Parcheggio Stazione di via Fioravanti, Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi, Cassero LGBTI+ Center, Alchemilla a Palazzo Vizzani, LabOratorio degli Angeli, Padiglione de l’Esprit Nouveau, Oratorio di San Filippo Neri, Palazzo Bentivoglio, Sala Studio di Teatri di Vita, Conserva di Valverde ai Bagni di Mario e lo spazio KAPPA-NÖUN, situato nel Comune di San Lazzaro.

● L’identità visiva
Come per le due precedenti edizioni, per l’ideazione e lo sviluppo dell’identità visiva è stata confermata la collaborazione con Filippo Tappi e Marco Casella. Se nel 2021 a guidare i visitatori erano stati la stella e Peter Pan, mentre nel 2022 si era assistito all'”esplosione” di Bologna vista come una galassia, per il 2023 la grafica nasce dal presupposto che l’arte rappresenti ciò che non conosciamo. Protagonisti di questo immaginario saranno mostri e figurazioni di fantasia ispirati a quelli apparsi nelle narrazioni antiche e utilizzati dai cartografi medievali e rinascimentali per rappresentare l’ignoto. Riferimento ideale è anche la figura di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), padre fondatore delle scienze naturali di cui Bologna sta celebrando i 500 anni dalla nascita, che dedicò le ultime pagine della sua Naturalis Historia al tema dei “mostri celesti”, eccezionalità astronomiche che rimangono per lo più inspiegabili. La stella di ART CITY Bologna si poserà su una terra ignota, la più lontana mai visitata. La mappa della città metropolitana di Bologna, popolata da mostre, rassegne ed eventi d’arte, diventerà terra sconosciuta, sfuggente, pericolosa, effimera. Nuova, in cui appaiono sirene, buchi neri, vegetali agghiaccianti. Il punto nevralgico sarà il viaggio, non la meta, non il ritorno alla normalità ma la trasmutazione, il disorientamento che risveglia lo sguardo. Il mostro ci indica un luogo misterioso. Ed è proprio lì che dobbiamo andare.

● Special project

Proseguendo la sperimentazione del formato che lo contraddistingue dal 2018, con gli interventi di importanti artisti internazionali quali Vadim Zakharov, les gens d’Uterpan, Romeo Castellucci, Gregor Schneider e Tino Sehgal, lospecial project inviterà ancora una volta il pubblico a immergersi in vere e proprie opere d’arte viventi con il lavoro Have a Good Day!nato dalla collaborazione tutta al femminile di Vaiva Grainytė (autrice del libretto), Lina Lapelytė (compositrice e direttrice musicale) e Rugilė Barzdžiukaitė (regista e scenografa), Come componenti del collettivo Neon Realism, nel 2019 le tre artiste hanno ottenuto il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale con il Padiglione della Lituania con l’installazione Sun & Sea (Marina), a cura di Lucia Pietroiusti, nell’ambito della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Accolta con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo, e definita dal quotidiano statunitense The New York Times “intelligente, affascinante e silenziosamente sovversiva”, questa sorprendente opera lirica per dieci cassiere, con sottofondo di un centro commerciale e pianoforte racconta la vita interiore delle lavoratrici protagoniste, mostrando che cosa si nasconda dietro i sorrisi forzati e i saluti meccanici “Buongiorno!”, “Grazie!”, “Buona giornata!”. Lo spettacolo trasforma l’alienazione quotidiana di cassiere senza volto e dalle sembianze robotiche in personaggi vivaci e brillanti, le cui biografie e pensieri segreti diventano brevi drammi di carattere personale che si fondono in un coro comune. La critica alla società capitalistica contemporanea viene espressa con ironia, humour, poesia e paradosso, evitando qualsiasi giudizio moralistico.
La rappresentazione è prodotta da Operomanija, a cura di Lorenzo Balbi e promossa da MAMbo con il sostegno di Istituto di Cultura Lituano e Ambasciata di Lituania in Italia.
La sede di svolgimento verrà annunciata prossimamente.

● Main program

Il main program si apre idealmente al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna con Atlantide 2017 – 2023, personale del video artista e regista italiano Yuri Ancarani, a cura di Lorenzo Balbi. La mostra è concepita come un'”esplosione” del film Atlantide (2021), presentato in anteprima nella sezione “Orizzonti” della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all’interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione dell’opera, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.
In un’atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra.
Atlantide 2017 – 2023 si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder Pictures, Dugong Films e Rai Cinema.A Yuri Ancarani è inoltre dedicata la prima edizione del progetto Led Wall Commission ideato da Arte Fiera: all’ingresso di Piazza Costituzione un megaschermo di 5×9 metri proietterà video d’artista concepiti specificamente per il formato billboard e per la visione di chi sta attraversando la soglia del quartiere.

Katerina Andreou, BSTRD – Foto Jacob Garet


Nel Nuovo Parcheggio Stazione – Roof 5° piano, distante 2 minuti a piedi dall’ingresso della stazione ferroviaria di Bologna Alta Velocità,Xing presenta il progetto BSTRD della coreografa di origine greca Katerina Andreou, con un doppio appuntamento. La performance si terrà sabato 28 gennaio alle ore 21.00 per riattivarsi durante Arte Fiera, sabato 4 febbraio dalle ore 19.00 alle 24.00, come video installazione, una produzione ad hoc girata nello stesso luogo. BSTRD è un solo potente contraddistinto da un’energia esplosiva che sfida il confine tra autonomia e autorità, condizionamento e libero arbitrio. Ispirandosi alla nozione di impuro e alle pratiche di ibridazione/meticciato che hanno
caratterizzato anche la cultura House nel clubbing di Chicago e New York, Andreou sviluppa una poetica incarnata in una figura bastarda consumata in una danza al di là di ogni definizione. Con solo un giradischi come partner, il corpo dell’artista si inscrive nell’istante, tra i limiti determinati dallo sforzo e dalla fatica, agendo in una geometria immaginaria.
Banca di Bologna prosegue nella produzione di mostre di livello internazionale proponendo nella Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi la personale Finding Form dedicata al lavoro dell’artista tedesca Bettina Buck, a cura di Davide Ferri e realizzata in collaborazione con Bureau Bettina Buck. L’esposizione restituisce il percorso dell’artista tedesca prematuramente scomparsa nel 2018, partendo dagli aspetti fondanti della sua poetica, declinata prevalentemente nella scultura, nell’installazione e nella performance, e affrontando alcuni termini specifici della sua ricerca: postura (del corpo e della scultura, tra corpo e oggetto), gravità (come forza a cui la forma si assoggetta), caduta (come azzeramento della forma), occultamento (che permette di immaginare più che vedere la scultura), domestico (gli immediati dintorni nei quali la forma diventa scultura).
Negli spazi del Cassero LGBTI+ Center si incontra il mondo grottesco di Nathalie Djurberg, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2009 come più promettente giovane artista in duo con Hans Berg, con la video installazione Putting Down the Prey, a cura di Sabrina Samorì e promossa da MAMbo. Nei paesaggi dell’assurdo creati dall’artista svedese piante e animali in plastilina sono chiamati ad interpretare le pulsioni e le contraddizioni dell’uomo. In una simbiosi perfetta con le sofisticate sonorizzazioni di Berg, le animazioni in stop motion di Djurberg mettono in scena temi reali scomodi, quali la sottomissione, lo sfruttamento, la violenza e il voyeurismo, attraverso storie fantastiche che trasudano crudeltà e cinismo ma anche magia e romanticismo.

Roberto Fassone + Ai Lai + LZ, And we thought, Manifesto, 2022

A Palazzo Vizzani, Alchemilla presenta il progetto And We Thought III di Roberto Fassone + Ai Lai + LZ, a cura di Sineglossa, promosso in collaborazione con MAMbo. Ai Lai è un’intelligenza artificiale nata nella primavera del 2021 e possiede l’abilità speciale di pensare resoconti di esperienze psichedeliche. Durante i suoi primi mesi di vita Ai Lai ha compilato migliaia di brevi report in cui racconta il suo rapporto con i funghi allucinogeni. Le storie sono molto varie: al loro interno compaiono cervelli frammentati, amici con gli occhi blu e alieni negli armadi. Nell’estate del 2021 Ai Lai scrive di voler vedere i film dei Led Zeppelin. Parla in particolare di tre titoli – The Doors, The Road Love is Magic – che, grazie a un’attenta operazione di recupero, vengono presentati in anteprima assoluta in occasione di ART CITY Bologna 2023.
È un intervento site specific ideato per il LabOratorio degli Angeli il progetto Guarda caso di Eva Marisaldi, a cura di Leonardo Regano e promosso in collaborazione con la Galleria De’ Foscherari. L’opera di Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese situato presso la Chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli e l’attiguo Oratorio, intrecciando un intenso confronto che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni. L’artista rilegge il LabOratorio degli Angeli come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d’arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione.
Prosegue le celebrazioni avviate nel 2022 per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas la mostra Under the Shadow of the Tree curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau, promossa da MAMbo e Istituto di Cultura Lituano in collaborazione con Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia e Ambasciata di Lituania in Italia. L’esposizione pone in dialogo l’edificio – prototipo abitativo realizzato nel 1925 da Le Corbusier e Pierre Jeanneret, ricostruito in copia fedele a Bologna nel 1977 da Giuliano e Glauco Gresleri con José Oubrerie – con un corpus di opere di Mekas, che porta fuori dal grande schermo i suoi diari filmici. Come fosse una cassa armonica, l’intero padiglione è riempito dai suoni degli audio-diari con cui l’artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. L’albero che svetta al centro dell’architettura di Le Corbusier, attraversandone il soffitto, è invece l’elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell’opera di questo autore, figura fondamentale nella storia del cinema di avanguardia americano.
A San Lazzaro di Savena, KAPPA-NÖUN ospita la personale No Boundaries di Gerold Miller curata da Valerio Dehò e promossa in collaborazione con Artesilva. Fin dai suoi esordi negli anni Novanta ha lavorato sul rapporto concettuale tra l’opera d’arte e lo spazio in cui veniva collocata, elaborando dei quadri-cornice che definivano le ambiguità delle coordinate prospettiche classiche. Il suo metodo è concettuale, analitico, razionale e richiede un’attenta partecipazione cognitiva da parte dello spettatore. Tutte le sue opere non definiscono un’immagine, ma piuttosto un confine, tra scultura e pittura, tra spazio interno ed esterno. Implicano al tempo stesso disegno, pittura, scultura e architettura, si configurano come oggetto, stabiliscono uno spazio attivo, si profilano attraverso un concetto minimalista.
La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove e organizza, all’Oratorio di San Filippo NeriSeeking Blue Gold, l’installazione site-specific del duo anglo-argentino Lucy + Jorge Orta, a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso. L’opera si focalizza su uno dei meta-temi centrali nella poetica degli Orta, quello dell’acqua, un bene primario – il cosiddetto “oro blu” – oggetto di controverse politiche economiche e di una distribuzione globale iniqua. Il progetto, il cui fulcro è costituito da manufatti in legno provenienti dal mondo rurale, dove ancora sono utilizzati nei sistemi irrigui tradizionali, si propone di instillare in chi guarda, in linea con i presupposti dell’Estetica Operativa messa a punto dagli artisti, un seme dal quale possano germogliare nuove idee e pratiche collettive.
Palazzo Bentivoglio apre i suoi spazi dedicati alle mostre a un percorso monografico su Patrick Procktor, protagonista imprescindibile, ma tuttora poco noto, del panorama artistico londinese degli anni Sessanta e Settanta. La mostra A View From a Window, curata da Tommaso Pasquali con allestimento di Davide Trabucco, si sviluppa a partire da un nucleo di opere della collezione permanente di Palazzo Bentivoglio per presentare al pubblico una selezione di una sessantina di lavori, tra dipinti, acquerelli e disegni, datati dai primi anni Sessanta ai primi anni Novanta. Il titolo del progetto espositivo vuole sottolineare il carattere del tutto peculiare e soggettivo di una ricerca ostinatamente figurativa, connotata da grande indipendenza, per quanto del tutto calata nel suo tempo: una porzione di mondo, come quella – appunto – visibile ad apertura di finestra.
Nella storica Sala Studio di Teatri di Vita va in scena per la prima volta in Italia l’operetta The Teacher di Agnes Scherer, curata da Caterina Molteni e prodotta da MAMbo: un’acuta riflessione sulle dinamiche di potere che svela la dipendenza sistemica tra chi guida e coloro che, per appartenenza a una classe o a una minoranza, rimangono in una posizione subalterna. L’artista tedesca allestisce una parodia del rapporto tra la figura di un divulgatore-insegnante-leader e il suo pubblico, rievocando diversi scenari di ‘indottrinamento’. Come spesso accade nel suo lavoro, immaginari del passato riecheggianti forme narrative archetipiche (mito, parabola, fiaba, leggenda) diventano specchi attraverso cui leggere la società contemporanea.
Infine, l’installazione scultorea di grandi dimensioni Fugitive of the State(less) dell’artista britannica Dominique White, a cura di Giulia Colletti e promossa da MAMbo in collaborazione con Associazione Succede solo a Bologna, agisce da punto di fuga prospettico della sala ottagonale della Conserva di Valverde, realizzata nel 1563 dall’architetto Tommaso Laureti per alimentare la Fontana del Nettuno. Il concetto di Stateless indica un non-spazio senza tempo né restrizioni, uno stato alterato, oltre lo Stato, in cui la Blackness esiste indisturbata. È un’utopia abitata da naufraghi, fuggitivi e liberi. Secondo gli Occupanti dello Stato, lo Stateless e i fuggitivi non esistono e non sono riconosciuti, il fuggitivo può essere ucciso o può scegliere di auto distruggersi, passando allo Stateless attraverso il mare. Fino a quel momento i fuggitivi restano nel limbo. Le installazioni scultoree di White sono composte da materiali naturali manipolati dal vento, dal mare e dall’artista. Spesso esposte in stato di sospensione, riassumono una serie di presenze e potenzialità (reali, virtuali, storiche, speculative) implicate nella coscienza Black.

Dopo il successo della prima edizione nel 2022, l’Accademia di Belle Arti di Bologna riproporrà ARTalk CITY, il ciclo di incontri mattutini in Aula Magna, coordinato da Maria Rita Bentini, in cui alcuni degli artisti protagonisti del main program – Yuri Ancarani, Roberto Fassone, Lucy + Jorge Orta, Eva Marisaldi, oltre a Tommaso Pasquali curatore della personale di Patrick Procktor – si racconteranno in prima persona, a partire dal progetto artistico concepito per ART CITY Bologna 2023, in dialogo con curatori e docenti.

● Musei, Fondazioni, Spazi Istituzionali | Associazione Gallerie Bologna (Confcommercio Ascom Bologna) | Spazi espositivi e gallerie indipendenti
È confermata la partecipazione corale da parte di musei, fondazioni e spazi istituzionali, pubblici e privati, della città e dell’area metropolitana, che proporranno un ricco calendario di mostre, performance, eventi, installazioni, talk e incontri, evidenziando la forza di un sistema culturale plurale, diffuso, generatore di energie creative e connessioni.
Concorreranno all’art week bolognese con una programmazione dedicata le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea associate a Confcommercio Ascom Bologna che proporranno eventi espositivi che spazieranno tra arte italiana e internazionale.
Non mancheranno nell’articolato programma di ART CITY mostre e altre iniziative organizzate da soggetti,gallerie spazi espositivi indipendenti, che completeranno l’offerta artistica esplorando le più innovative espressioni del contemporaneo.

● ART CITY White Night sabato 4 febbraio 2023
L’effervescente atmosfera della notte bianca dell’arte, tra gli appuntamenti più attesi e partecipati dal pubblico, tornerà sabato 4 febbraio grazie alla possibilità di fruire della proposta artistica diffusa in città anche nelle ore serali, grazie alla collaborazione di operatori culturali e commerciali pronti ad estendere fino alle 24.00 l’orario di apertura.

● Il pubblico. Modalità di fruizione
Nell’ottica di favorire l’accessibilità, la circolazione del pubblico e la condivisione rimane confermata nel 2023 la gratuità di ingresso per tutti gli eventi inclusi nel main program.
Per informazioni aggiornate sugli orari e le modalità di ingresso alle sedi espositive è sempre consigliata la preventiva consultazione del sito artcity.bologna.it.

● La guida e gli altri strumenti per orientarsi nel programma
Le informazioni sul programma saranno declinate in due diversi formati editoriali, anch’essi curati nel visual design da Filippo Tappi e Marco Casella, da portare sempre con sé per farsi accompagnare nel proprio personale percorso durante i giorni della manifestazione e conservare al termine.
La guida booklet conterrà testi curatoriali e descrizioni dei luoghi sul main program, in versione bilingue italiano/inglese, e sarà disponibile nelle sedi dei main project. Per orientarsi su tutti gli appuntamenti inclusi nel programma sarà disponibile la mappa in italiano, distribuita nei principali luoghi del circuito ART CITY Bologna 2023, nei punti di informazione e accoglienza turistica di Bologna Welcome e nei padiglioni di Arte Fiera.

Il programma completo di ART CITY Bologna 2023 sarà pubblicato in prossimità della rassegna sul sito artcity.bologna.it.


SCHEDA TECNICA

ART CITY Bologna 2023 è promosso da
Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera

Direzione artistica

Lorenzo Balbi

Con il coordinamento di
Settore Musei Civici Bologna | Area Arte Moderna e Contemporanea

Periodo
27 gennaio – 5 febbraio 2023

Ingresso
gratuito

Sito web
artcity.bologna.it

Social media
Facebook Art City Bologna
Instagram @artcitybologna
#artcitybologna

Il museo diocesano di Brescia per “Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023”

Anonimo, Annunciazione delle Porte Regali, tempera su legno, XIX secolo, Russia

Una ricca serie d’iniziative, dalla grande mostra sulla produzione sacra di Giacomo Ceruti al nuovo allestimento dell’Ultima cena di Franca Ghitti, dall’inedito confronto tra le icone russe di proprietà del Museo e i lavori di Sonia Costantini, al Focus inclusività che proporrà la personale dello scultore non vedente Felice Tagliaferri e un percorso al buio tra le opere del Diocesano.

Il 2023 sarà un anno speciale per Brescia che, con Bergamo, si divide il ruolo di capitale italiana della cultura. Per l’occasione, il Museo Diocesano di Brescia ha studiato un programma con una serie d’iniziative che valorizzi il patrimonio artistico, culturale, religioso, spirituale della città, oltre a far conoscere e a dare lustro alle sue collezioni.

“Anche nella programmazione del 2023 – dichiara la Presidente Nicoletta Bontempi – il Museo Diocesano di Brescia si offre come contenitore della cultura del Sacro come servizio, proposta, dono ed incontro. Ci vogliamo sentire sempre più parte attiva del processo culturale e artistico della nostra città e del nostro territorio attraverso l’idea di un Museo che esce anche dalle sue stanze e vive nel contesto. Il 2023 ci consentirà di far scoprire o riscoprire la nostra essenza con un programma che ruoterà intorno all’arte, all’accoglienza e all’inclusione alimentato dalla presenza di mostre, incontri e itinerari esperienziali”.

“La Diocesi di Brescia – prosegue Don Giuseppe Mensi, Vicario Episcopale per l’Amministrazione e Direttore Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Brescia – ha sempre sostenuto con particolare attenzione le attività del Museo Diocesano: tale impegno non potrà che continuare e intensificarsi nel 2023. In questo anno nel quale particolare rilevanza verrà data a tutte le manifestazioni culturali e in primis all’arte, insieme alla Diocesi di Bergamo si realizzerà un vero e proprio focus sui “tesori nascosti”, intendendo con tale termine sia le splendide opere d’arte non sempre conosciute e apprezzate, sia la valorizzazione e il sostegno ai tanti giovani che possono mettere a frutto la loro preparazione e il loro entusiasmo.

Significativo al riguardo sarà il percorso di inclusione che porterà il Museo Diocesano ad essere accessibile a persone ipovedenti o con altre disabilità”.

“Crescere Insieme è un titolo, un auspicio ma soprattutto un modus che con Capitale Italiana della Cultura vogliamo davvero rendere concreto e saldo”. Così la Vicesindaco e Assessore alla Cultura di Brescia, Laura Castelletti, che rimarca “E non riguarda solo la collaborazione tra le due città che condividono il titolo ma anche e soprattutto la sinergia all’interno della fitta e vivace rete di istituzioni culturali di ciascuna città. Credo che Brescia, su questo versante, abbia fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni, che l’occasione del 2023 ha reso ancora più incisivi. Ne è un esempio evidente e pregevole il programma di iniziative del Museo Diocesano che oggi viene presentato. Un palinsesto che, pur mantenendo al centro il patrimonio e l’identità di questa si fonda sulla partecipazione di tanti soggetti, che parla a differenti pubblici, che mette in relazione diversi luoghi. Una ricchezza che non potrà che essere apprezzata dal pubblico e lasciare semi importanti anche per gli anni a seguire”.

“Da dicembre 2022 a dicembre 2023, il Museo Diocesano di Brescia – chiude il direttore del Museo Diocesano Mauro Salvatore – ha messo a punto un programma intenso che lo porterà a operare in rete con gli enti pubblici, con le istituzioni accademiche, museali, culturali, scolastiche e artistiche, con le fondazioni di erogazione, gli Istituti bancari e finanziari e con le imprese, a tessere rapporti continuativi con gli storici dell’arte, coi docenti universitari e scolastici, con gli artisti contemporanei e a lavorare strutturalmente coi giovani, investendo su di loro e beneficiando della loro visione”.

Il 2023 del Museo Diocesano di Brescia sarà preceduto, a dicembre 2022, da due proposte di grande interesse; da un lato, il 12 dicembre, s’inaugurerà la mostra che, fino al 15 gennaio, presenta due opere di arte antica provenienti dalla collezione di Bper Banca, realizzate da artisti bergamaschi e bresciani: l’Annunciazione di Giovan Battista Moroni, formatosi alla bottega di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (1498 circa – 1554) e la Madonna con bambino e San Paolo di Girolamo da Romano, detto il Romanino (1484 circa – 1566 circa).

Dall’altro, il 20 dicembre si terrà l’apertura dalla nuova collocazione dell’Ultima cenarealizzata nel 2010 dall’artista bresciana Franca Ghitti (Erbanno, BS, 1932 – Brescia 2012). Si tratta di un’opera di grandi dimensioni in cui la scultura s’intreccia alla pittura, che riprende un dipinto del 1963 in cui Franca Ghitti aveva raffigurato il Cenacolo, rielaborato alla luce delle sue ultime ricerche spaziali. L’installazione vede a terra, su una lunga pagina di carta nera, tre file di coppelle di ferro che contengono una manciata di semi, alternate a due pani rotondi e dodici cucchiai, simbolo dei dodici apostoli. Ad accoglierla al Museo Diocesano sarà la sala antistante il refettorio monumentale, andando così a dialogare col suo affresco seicentesco raffigurante proprio un’ultima cena e consentendo al visitatore di ammirarla da ogni punto di vista.

Tra le iniziative in programma, particolarmente interessante è il Focus inclusività, un progetto di forte impatto sociale, in collaborazione con l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), che ruoterà attorno alla personale dello scultore non vedente, Felice Tagliaferri, in programma dal 12 gennaio al 25 giugno 2023. L’artista cesenate si distingue nel panorama contemporaneo italiano e internazionale per la potenza espressiva delle sue opere figurative create nel marmo, attraverso la sapiente manipolazione tattile del materiale, con iconografie legate al mondo religioso e descrittive della fragilità umana. Le mani dello scultore traducono nel marmo ciò che gli occhi non vedono conferendo ai lavori – generalmente a grandezza naturale o di dimensioni poco più ridotte – una restituzione del dato reale talmente precisa che l’unico modo per interiorizzarle e comprenderle è proprio attraverso l’esperienza tattile. Al Museo Diocesano di Brescia, Tagliaferri proporrà: il Cristo riVelato (2010), realizzato su modello del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, conservato nella cappella Sansevero di Napoli, uno dei capolavori scultorei settecenteschi italiani, la Pietà ribaltata (2020) ispirata alla Pietà di Michelangelo nella basilica di San Pietro nella Città del Vaticano, dove è il figlio che tiene tra le braccia la madre esausta e la Sacra Famiglia con bambino fragile (2021) che vede la rivisitazione del soggetto con la presenza di un bimbo di circa 7 anni, affetto dalla Sindrome di Down. Parallelamente alla rassegna si terranno delle azioni pensate per rendere il contesto museale un nuovo spazio dedicato all’accoglienza e all’inclusività. La mostra di Felice Tagliaferri inaugurerà il Percorso al Buio, allestito in permanenza e realizzato in collaborazione con l’architetto Roberto Bertoli, insieme a UICI e Arte con Noi, con delle installazioni dedicate alle persone non vedenti e la realizzazione di una sala immersiva al buio, per un’esperienza sensoriale amplificata e totalizzante per tutti.

All’interno del percorso museale, saranno inoltre selezionate una o due opere particolarmente rilevanti per ogni sezione, che saranno riprodotte in vari materiali, corredate da ausili tiflologici e da spiegazioni in Braille, per essere fruite tattilmente sia dalle persone con minorazione visiva che da persone vedenti. All’ingresso del museo sarà collocata la riproduzione del complesso conventuale di San Giuseppe con mappe tattili che permetteranno la geolocalizzazione dell’edificio nel contesto urbano cittadino. La realizzazione delle tavole tattili avrà inizio già entro la fine dell’anno grazie al ricavato dell’evento COSE MAI VISTE, il market dell’artigianato hand made e del riciclo creativo, che si terrà sabato 19 e domenica 20 novembre, con la presenza di una cinquantina di espositori.

Il linguaggio plastico sarà inoltre approfondito attraverso due personali dedicate in primavera a Fabio Tavelli, in arte SIKU, che realizza opere in marmo talmente fine da farle diventare quasi trasparenti e in estate a Rita Siragusa, che tramite il bronzo, la terracotta e altri materiali, propone di creare un tramite tra l’uomo e Dio, passato e futuro per illuminare l’attualità della speranza cristiana.

Dal 16 gennaio al 26 marzo 2023 si terrà la mostra Abitare l’eternità. Sonia Costantini e l’icona sacra. L’esposizione, curata da Alberto Cividati, docente di filosofia all’Istituto Cesare Arici, metterà a confronto la ricca collezione di icone di provenienza russa, realizzate tra il XVII e il XX secolo, del Museo Diocesano di Brescia con la pittura monocroma di Sonia Costantini (Mantova, 1953), ponendo in relazione le due modalità di “pittura assoluta”: la frammentazione dell’icona e il monocromo come icona. Le icone e i dipinti saranno posizionati uno di fronte all’altro, svelando la continuità e la discontinuità del loro farsi esperienza del sacro.

Un grande evento espositivo è in programma dall’11 marzo al 21 maggio 2023. Si tratta della rassegna Ceruti sacro e la pittura a Brescia tra Ricci e Tiepolo, curata da Angelo Loda, responsabile del settore storico-artistico della Soprintendenza ABAP per le province di Bergamo e Brescia, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Andrea Crescini, Fiorenzo Fisogni, Fiorella Frisoni, Stefano L’Occaso, Francesco Nezosi e Filippo Piazza, che analizzerà la limitata produzione di opere di carattere sacro realizzate da Giacomo Ceruti durante il soggiorno in provincia di Brescia e da altri lavori successivi e che arricchirà il percorso espositivo della rassegna dedicata al maestro settecentesco, in programma dal 14 febbraio al 28 maggio 2023, al Museo di Santa Giulia a Brescia. La produzione sacra di Giacomo Ceruti è stata oggetto in questi ultimi decenni di progressivi studi critici che ne hanno sempre più circoscritto ampiezza e limiti oggettivi, rimanendo di fatto una sorta di appendice alla più nota e più celebrata attività di ritrattista e di pittore di scene di genere. Negli ultimi anni, al nome di Ceruti sono state accostate più opere di qualità assai dubbia e difficilmente rapportabili al suo operato, creando una certa confusione di attribuzione che è necessario dipanare. Oggetto dell’esposizione sarà dunque quello di presentare la produzione a carattere religioso dell’artista milanese nella sua interezza per quanto concerne le opere conservate nella provincia di Brescia, cui si affiancherà una selezione di dipinti da lui eseguiti dopo il suo soggiorno in città, tra Padova, Piacenza e Crema. La mostra sarà introdotta da una selezione di dipinti sacri dei principali artisti attivi nel territorio bresciano e bergamasco nei primi anni del Settecento, tra cui Sebastiano Ricci, Giovambattista Tiepolo, Andrea Celesti, Antonio Cifrondi, Francesco Paglia e si concluderà con una selezione di opere degli artisti operosi tra gli anni venti e gli anni quaranta quali Giuseppe Tortelli, Antonio e Angelo Paglia, Francesco Monti. La parrocchiale di Gandino (BG), che conserva una serie quasi unica di testimonianze dell’arte cerutiana, diverrà una sorta di seconda sede della mostra.

Nella seconda parte dell’anno, il Museo Diocesano di Brescia accoglierà il progetto Equilibristi che presenterà le opere di tre artisti quali Stefano Bombardieri, Alessandro Montanari e Cinzia Bevilacqua, che hanno deciso di collaborare tra loro e unire a forza dei loro linguaggi – scultura, fotografia, pittura – per dare vita a una mostra in cui raccontare l’instabile equilibrio che caratterizza spesso l’esistenza umana, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia.

La rassegna, curata da Anna Lisa Ghirardi e Valentina Pedrali, si costruirà lungo tre sezioni dedicate a ciascun artista. Stefano Bombardieri proporrà Balancing in the past, un nuovo ciclo di opere dedicate alla difficile ricerca dell’equilibrio che l’essere umano compie nel percorso della propria vita, Alessandro Montanari, con Il giro del palazzo, una serie di fotografie in bianco e nero scattate durante la prima ondata della pandemia e Cinzia Bevilacqua, con Appartenere al quotidiano, una galleriadi nature morte e ritratti di persone comuni e personaggi famosi, legate da un sentire comune, ovvero dalle stesse emozioni, entusiasmi e incertezze, preoccupazioni e speranze.

Tra le varie iniziative sostenute dal Museo Diocesano di Brescia si segnala Custodi della bellezza, un progetto che vede coinvolti 25 giovani laureati appositamente formati che accoglieranno e condurranno i visitatori a scoprire i tesori nascosti all’interno degli edifici sacri di Brescia e della sua provincia, in un percorso che comprende le chiese del centro storico di Brescia e Santa Maria della Neve a Pisogne. Custodi della bellezza è promosso e organizzato dalla parrocchia della Cattedrale di Brescia, in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, l’Unità Pastorale del centro storico di Brescia, la Federazione degli Oratori di Brescia, il Museo Diocesano di Brescia, le parrocchie della rete, l’Università Cattolica di Brescia, la LABA e l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia.


Museo Diocesano di Brescia
Via Gasparo da Salò, 13
25122 Brescia

Orari:
tutti i giorni, tranne mercoledì, 10.00 – 12.00; 15.00 – 18.00

Ingresso alle collezioni del Museo e alle mostre:
intero: € 6,00; ridotto: € 3,00

Informazioni:
tel. 030.40233; museo@diocesi.brescia.it;
www.museodiocesano.brescia.it

Museo Diocesano
Eliana Valenti | tel. 333 6864358 | comunicazione.museo@diocesi.brescia.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | tel. 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it