Genazzano (Roma), Museo Atelier Castello Colonna: L’atroce istinto della libertà, Pier Paolo Pasolini e la Nuova Figurazione

L’atroce istinto della libertà
Pier Paolo Pasolini e la Nuova Figurazione

A cura di Francesca Tuscano

Inaugurazione
Domenica 18 dicembre 2022 ore 16.00

Museo Atelier di Castello Colonna
Piazza San Nicola, 1 – 00030 Genazzano (RM)

Fino al 29 gennaio 2023

Domenica 18 dicembre 2022, presso il Museo Atelier di Castello Colonna a Genazzano, si inaugura la mostra “L’atroce istinto della libertà, Pier Paolo Pasolini e la Nuova Figurazione” a cura di Francesca Tuscano, con la collaborazione dell’Archivio Ennio Calabria, la Raccolta delle stampe Adalberto Sartori di Mantova, la Galleria Bellinzona di Milano e le stamperie d’arte L’acquaforte e la Stamperia del Tevere.

Dedicata al rapporto tra il poeta e alcuni esponenti della figurazione degli anni Cinquanta e Sessanta, l’esposizione si concentra sul 1962 quale anno significativo per il palesarsi di questa relazione. Al ’62 risale infatti la realizzazione di una cartella di incisioni contro la violenza, nata dalla collaborazione tra il gruppo de “Il Pro e il Contro” e la galleria La Nuova Pesa, accompagnate da dodici ballate di Pasolini. Le liriche torneranno anche nei “Ventiquattro disegni” editi nello stesso anno da Editori Riuniti e sempre al ’62 risale la partecipazione di Pasolini quale membro della giuria al noto “Premio Genazzano”.

Come omaggio al centenario dalla nascita del poeta, l’amministrazione di Genazzano ha voluto promuovere questa mostra per ricordare l’apporto di Pier Paolo Pasolini anche nel campo delle arti figurative, aprendo per l’occasione le porte di un museo la cui collezione, oggi fruibile in maniera permanente all’interno della Quadreria, è costituita in gran parte dalle opere del Premio.

Il percorso espositivo ha inizio nelle Sala Martino V del Castello Colonna che ospiterà le incisioni contenute nelle tre cartelle sulla violenza realizzate da “Il Pro e il Contro” tra il 1961 e il 1964 ed esposte insieme per la prima volta. Tra gli autori delle grafiche, oltre ai fondatori del gruppo (Ugo Attardi, Ennio Calabria, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione e Renzo Vespignani), compaiono alcuni artisti emblematici del contesto della Nuova Figurazione quali Floriano Bodini, Bruno Canova, Valeriano Ciai, Gianfranco Ferroni, Vincenzo Gaetaniello, Giuseppe Guerreschi, Luigi Guerricchio, Renato Guttuso, Sandro Luporini, Augusto Perez, Carlo Quattrucci, Duilio Rossoni, Aldo Turchiaro.

La mostra continua nella Quadreria del museo, con alcuni dipinti narranti per lo più il legame dell’opera degli autori con i ventiquattro disegni e alcuni omaggi successivi alla morte del poeta. A concludere l’esposizione è infine un video realizzato dall’artista Maristella Campolunghi su fotografie di Giovanni Proietti con musiche del Maestro Marco Turriziani. 

Il catalogo della mostra, con contributi di Claudio Strinati, Lorenzo Canova, Fabio Pierangeli, Ida Mitrano e Francesca Tuscano, sarà presentato a Roma presso l’Accademia Nazionale di San Luca il 16 gennaio 2023.


INFO

“L’atroce istinto della libertà
Pier Paolo Pasolini e la Nuova Figurazione”
A cura di Francesca Tuscano

Inaugurazione
Domenica 18 dicembre 2022 ore 16.00
Museo Atelier di Castello Colonna
Piazza San Nicola, 1 – 00030 Genazzano (RM)

18 dicembre 2022 – 29 gennaio 2023
Giorni e orari di apertura Museo Atelier:
dal giovedì alla domenica: 10,00 – 12,00 / 16,00 – 18,00 

Museo Atelier di Castello Colonna
Info-point Museo Atelier Castello Colonna
+39 328 30 71 930

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Milano, Fabbrica del Vapore: Da oggi aperta al pubblico la mostra “Zerocalcare. Dopo il botto”

Una immagine dell’allestimento

ZEROCALCARE
DOPO IL BOTTO

Dal 17 dicembre arriva alla Fabbrica del Vapore di Milano
la grande personale di ZEROCALCARE, talento del fumetto italiano che, con oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, racconta di noi, della politica e di storie di resistenza collettiva.

Fabbrica del Vapore, Milano
17 dicembre 2022 – 23 aprile 2023

Zerocalcare (Michele Rech), classe 1983, fumettista italiano tra le figure più interessanti, complesse e di denuncia della scena culturale contemporanea – dopo il grande successo riscosso con l’omonima serie Tv – sarà protagonista di una grande mostra personale che si terrà a Milano negli spazi della Fabbrica del Vapore dal 17 dicembre 2022 al 23 aprile 2023.

La mostra Zerocalcare. Dopo il botto è ideata da Silvia Barbagallo, prodotta da Arthemisia e organizzata da Minimondi Eventi Arthemisia in collaborazione con Piuma, promossa dal Comune di Milano-Cultura negli spazi di Fabbrica del Vapore ed è curata da Giulia Ferracci.

La frammentazione sociale all’indomani della pandemia; l’accrescimento delle paure all’epoca di una crisi globale e di un conflitto nel cuore dell’Europa; il forzato isolamento e la solitudine che hanno inevitabilmente generato disgregazione e causato la perdita di contatto con la realtà; la politica e le resistenze.
Attraverso oltre 500 tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni e un’opera site specific, 
questi sono solamente alcuni dei temi al centro di questa importante esposizione milanese.

Zerocalcare (Michele Rech)

“Il meteorite non sta cadendo. È caduto. – dichiara Zerocalcare – Il covid ci ha dato la possibilità di ripensare la società, di tiare fuori uno spirito diverso, più attento agli altri e alla collettività ma non è accaduto. La mostra riflette anche su questo, guardando i lavori che sono stati realizzati a servizio delle lotte e delle vertenze collettive degli ultimi 20 anni fino ad oggi, si può scorgere un pezzo -parziale ma significativo- di quelle tensioni che attraversano le strade di questo paese.”

“Dopo quattro anni, vari nuovi libri, una serie televisiva di successo torna a Milano una nuova grande mostra di Zerocalcare – spiega Silvia Barbagallo – che come sempre ci porta ad alzare lo sguardo e a riconoscere tutta quella rete di rivolta, di speranza che non si spegne e che vale la pena di riconoscere e tenere viva”.

“Il talento critico e artistico di Zerocalcare si esprime con il linguaggio immediato e diretto del fumetto e del cartone animato, che sono una vera e propria arte in grado di rappresentare un affresco estremamente efficace della società contemporanea – afferma l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Zerocalcare ha infatti dato vita a un eroe quotidiano, vittima delle relazioni sempre più difficili che legano il singolo alle dinamiche collettive della società. Un eroe nel quale si riconoscono giovani e meno giovani, e in particolare tutti coloro che, di fronte a una realtà a volte drammatica, a volte difficile, a volte solamente assurda, attivano la loro capacità di resistenza umana e civile grazie all’intelligenza e all’ironia. Questa mostra è per loro”.

ZEROCALCARE Dopo il botto è una mostra che accoglie in sé due anime, faccia delle stessa medaglia: da un lato i suoi protagonisti, ciascuno emblema di un portato simbolico esistenziale e collettivo di valori legati alla sopravvivenza della propria pelle in un contesto ormai sempre più difficile da vivere; dall’altra ricorda al visitatore che ancora è possibile fare “un pezzo di strada insieme” a chi ha gli stessi obiettivi, nutrire una passione collettiva connessa all’ideale di resistenza politica, ai grandi temi dell’uomo comune di fronte alle prove della vita.
Se, infatti, il frantumarsi di una comunità – come raccontato dall’autore in Macerie prime (2017) e Macerie prime sei mesi dopo (2018) – è una reazione di sopravvivenza legata alla condizione di incertezza che si vive, per Zerocalcare la vera soluzione passa attraverso un’azione collettiva che ogni giorno viene messa in campo.

Una immagine dell’allestimento

Sin da subito, l’allestimento di mostra proietta il visitatore all’interno di una città immaginifica e post-apocalittica dove, al centro della scena, è posta una strada circondata da palazzi disegnati dall’autore.
Le facciate degli edifici colpiti da un cataclisma planetario portano inevitabilmente a una riflessione su quanto le nostre vite private e il nostro contribuito nella dimensione collettiva siano cambiate a seguito della pandemia: dietro le porte tombate delle case s’intravedono gli occhi di chi cerca fughe di sopravvivenza e tentacoli di animali mostruosi tentano il largo.

A partire da questo scenario, tra teche espositive contenenti alcune delle tavole realizzate dall’autore durante i mesi del lockdown, si snodano le varie sezioni che articolano la mostra seguendo i temi più cari a Zerocalcare: dalle forme di resistenza incarnate dal popolo curdo, ai lavoratori che protestano per condizioni di vita più dignitose; dal ruolo delle donne alle molte altre battaglie condotte da gente comune come espressione di quotidiana resistenza.
Questi uomini e gli storici protagonisti zerocalcareschi – dal Cinghiale, al Secco, a Lady Cocca – sono gli abitanti di questa città apparentemente disastrata ma che, invece, mantiene fuochi di vitale resistenza, emblematicamente rappresentata da una fiammella sorretta da alcuni di loro che, come un’apparizione, si stagliano lungo il percorso.

L’esposizione si sviluppa poi nelle due aree retrostanti gli edifici, pensate come due differenti “mondi”, quello interno e quello esterno all’autore.
Se, infatti, da una parte trovano spazio i contenuti riferiti alle relazioni e alle ingiustizie sociali – Strati (L’Essenziale n. 15, 2022), La memoria è un ingranaggio collettivo (La nostra storia alla sbarra, 2004) e tavole come La Rabbia (2016) tratte dal mondo punk da cui proviene l’autore e che corrisponde alla sua tribù d’appartenenza -, dall’altra si accede al mondo biografico, alla vita interiore di Zerocalcare, a quella di tutti i giorni dove le angosce e le paure dell’artista raccontano in realtà la vita di tanti di noi, con il filo dell’ironia a legare tutta la sua produzione.

Chiudono il percorso i Santi protettori, ritratti su tela e foglie d’oro provenienti dall’immaginario mitico dell’autore che rappresentano i tipici personaggi del suo repertorio, alcuni famosi, altri meno noti: dal T-rex a Lady Cocca del Robin Hood, dal mitico cantante dei Nirvana, Kurt Cobain all’anarchico italiano Gaetano Bresci, fino alla coraggiosa difensora dei diritti umani Nasrin e al ‘Secco’, storico amico di Rech.
I santi hanno un ruolo simbolico all’interno del percorso espositivo sia come segno di protezione che come combattenti contro l’inequità e l’ingiustizia del nostro presente. Icone centrali per la nostra contemporaneità che raccontano, in maniera scanzonata, che i santi e gli eroi di oggi non sono solo quelli che sacrificano la propria vita con gesta memorabili ma sono – anche e soprattutto – quelli che combattono quotidianamente per avere un posto nel mondo.

Il catalogo della mostra è edito da Bao Publishing, in continuità con la pubblicazione di tutti i libri Zerocalcare in Italia.
La mostra vede come media partner Urban Vision.


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Relazioni esterne Arthemisia
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Pescara, GArt Gallery: FINISSAGE della mostra IOVADODAVOI di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario a cura di Maria Arcidiacono

Allestimento della mostra

Mauro Di Berardino – Fabrizio Molinario

IOVADODAVOI

a cura di Maria Arcidiacono

Finissage 17 dicembre 2022 ore 18.00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara

La frase palindroma iovadodavoi è stata scelta come titolo per la doppia personale, a cura di Maria Arcidiacono, di Mauro Di Berardino e Fabrizio Molinario, artisti diversi per generazione e provenienza ma con un discreto numero di punti di contatto, tutti inclusi in quel moto a luogo “speculare” evocato nel titolo.  

Iovadodavoi racchiude un’efficace sintesi del progetto espositivo: un incontro, un percorso dalla lettura bifronte, un luogo di riferimento, la GArt Gallery di Francesco Di Matteo a Pescara. La scelta curatoriale è stata quella di focalizzarsi sul tema del mondo urbano, con i suoi feticci e le sue alienazioni, che, pur declinato con modalità diverse, percepibili fin dal primo approccio visivo, presenta una parallela inclinazione verso un uso robusto del colore. 

Campiture accostate a contrasto, velocità esecutiva nei dettagli seminascosti nelle tele di Molinario, icone trasfigurate, attraversate da messaggi dissimulati su fondi spray nelle opere di Mauro Di Berardino. Entrambi sfuggono a una esatta classificazione: pur attingendo a movimenti vicino al neoespressionismo (Di Berardino) o alla cosiddetta arte irregolare (Molinario), la netta sensazione che prevale, osservando le loro opere, è quella di una spiccata vocazione alla massima libertà espressiva.  

L’allestimento ha voluto privilegiare l’ossimoro di una visione dicotomica e allo stesso tempo convergente, destinando ai due artisti una parete ciascuno, quasi a fronteggiarsi, cercando tuttavia contemporaneamente un punto di consonanza: una libera espressione del colore, volutamente priva di virtuosismi accademici e declinata dal ritmo urbano del nostro tempo, inesorabilmente squilibrato e straniante. 

Mauro Di Berardino – Note biografiche

Mauro Di Berardino è un pittore e scultore con sede in Italia le cui opere sono state esposte a livello nazionale, così come in Svizzera, Stati Uniti e Lussemburgo. Mostre personali 2020Mauro Di Berardino Solo Show – The Urban Box, Pescara. Mostre collettive 2022Amore carnale Amore ideale. Chieti Poesia, Tempietto di Santa Maria del Tricalle, Chieti; Artisti contemporanei al Louvre – Carrousel de Louvre, Parigi; Pop Corner – Milda, Roma; No Boundries – General Gomez Arts, Sacramento, Stati Uniti. 2021Mostra 6 lati – Galleria e26, San Giovanni Teatino (Chieti); 20 x venti, Art Prize – Galleria Visioni Altre, Venezia; Save Biennale D’Arte Contemporanea per un Nuovo Mondo – Bastione San Giacomo, Brindisi; La divina commedia, a cura di Giorgio Gregorio Grasso – Milano, complesso monumentale. 2020Bateau Tiberis – battello Gilda ormeggiato sul Tevere, Roma; Io resto a casa, Io guardo da casa – Galleria Arte in regola, Roma. 201930esima edizione concorso nazionale di pittura Piero Della Valentina – Museo d’arte moderna di Cordignano (Treviso); Artbox. Project Miami 2.0 (durante ArtBasel) Miami, Stati Uniti. Riconoscimenti2021Save – the Biennale– Primo premio. Miglior dipinto Neoespressionista- Brindisi. 2020Bateau Tiberis – Nominato- Roma. 201930th edition of the national painting competition Piero Della Valentina – Nominato- Cordignano (Treviso). 

Fabrizio Molinario – Note biografiche

Fabrizio Molinario nasce a Novara nel 1968, città in cui vive e lavora. Inizia la sua attività pittorica nel 2003. Ha esposto i suoi lavori in diverse Gallerie, spazi pubblici e fiere in Italia e all’estero. Mostre personali – 2021Lock Down – Studio San Marco, Novara; Mondo …animale – Spazio Eventa, Torino. 2020Bagnanti, a cura di Franco Crugnola – Showcase Gallery, Varese. 2019Animali Domestici, a cura di Gianpaolo Bonesini – Galleria Spazio Grafico, Massa Marittima (GR). 2018The end of the world, a cura di Diego Maria Rizzo – Vivace Gallery, Novara. 2017The Unusual Universe – Outsider Art Gallery, Copenaghen; Verso la meta, a cura di Andrea Colombo – Spazio Porpora, Milano; The Works, a cura di Paola Meliga – Paola Meliga Gallery, Torino. Mostre collettive – 2022Inclusioni, a cura di Yuliya Savitskaya – Florence Art Deposit Gallery, Firenze; No War – Window Arte, Novara. 202115 Group show – Outsider art Gallery, Copenaghen. 2020Real Art 5, a cura di Monica Villa – Galleria Villa Contemporanea, Monza; Outsider Art Fair New York, Galleria Rizomi, Parma. 2019ListaRossa, a cura di Andrea Borgonovo – Atelier Multimedia Galerie, Vienna; Affordable Fair Milano, Galleria Sbart Torino. 2018So Pop, a cura di Marco Pelligra – Isorropiahomegallery, Milano; Prospero books, a cura di Cristina Moregola – Cristina Moregola Gallery, Busto Arsizio (VA). 2017Uccidere Pasolini, a cura di Emilio Minotti – Galleria Galgarte, Bergamo.


INFO

Mauro Di Berardino – Fabrizio Molinario
IOVADODAVOI
A cura di Maria Arcidiacono

Fino a sabato 17 dicembre 2022
Orari: dal lunedì al sabato ore 17:30-20:00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara
Tel. +39 349 7913885
info@gartgallery.it
www.gartgallery.it

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo: ANTONIO CARLINI. Il maestro di Arturo Martini

Antonio Carlini, Casa in via Bianchetti, 1907, acquerello

17 Dicembre 2022 – 05 Marzo 2023

Treviso, Museo Civico Luigi Bailo

ANTONIO CARLINI. Il maestro di Arturo Martini

Mostra a cura di Fabrizio Malachin ed Eleonora Drago

Vernice per la Stampa: venerdì 16 dicembre ore 11:30

Info: www.museicivicitreviso.it

Antonio Carlini (Treviso, 28 marzo 1859 – 27 luglio 1945) può essere l’emblema di quegli artisti che, pur notevolissimi, debbono fama più alle loro azioni che non alle loro creazioni.
Nonostante sia stato uno scultore finissimo e prolifico, maestro di Arturo Martini, Carlini è noto e celebrato soprattutto per il suo pioneristico impegno nella tutela del patrimonio artistico.
Poco più che ventenne partecipò, nel 1883, assieme a Luigi Bailo, Augusto Serena e a Girolamo Botter, al salvataggio del ciclo ad affresco con le Storie di sant’Orsola di Tomaso da Modena – oggi esposto nel Museo Santa Caterina – che rischiava di andar perduto per sempre con la demolizione della chiesa di Santa Margherita. Ad Antonio Carlini si deve poi l’ampia documentazione dell’urbs picta: i suoi fogli, conservati presso la Biblioteca “Giovanni Comisso” di Treviso, realizzati su commissione del Bailo, ci consentono di conoscere la consistenza, i temi, i colori di molte facciate dipinte della città medioevale e rinascimentale, oggi perduti.
Decisivo fu il suo intervento per la protezione della Loggia dei Cavalieri, un merito talmente grande da aver fatto quasi dimenticare l’originale vocazione d’artista.
Senza sottovalutare questo ruolo di Carlini, la mostra che gli riserva il Museo Bailo dal 17 dicembre 2022 al 5 marzo 2023, a cura di Fabrizio Malachin e di Eleonora Drago, si propone di concentrare l’attenzione sullo scultore: un artista completo collocato su posizioni neocanoviane, tuttavia capace di una assoluta originalità creativa.
“Con Antonio Carlini inizia un percorso importante di valorizzazione di artisti che solo apparentemente possono essere considerati “minori” ma che rappresentano invece eccellenze riconosciute, oltreché personaggi influenti nel panorama artistico della nostra Città”, sottolineano il sindaco Mario Conte e l’assessore alle Politiche Culturali Lavinia Colonna Preti. “La mostra di Carlini è poi un viatico verso la grande mostra del 2023 dedicata ad Arturo Martini (30.03 – 31.07.2023), di cui Carlini fu maestro, formando un ideale trittico di mostre dedicato alla scultura tra ’800 e ‘900. Dopo Antonio Canova, è la volta del neocanoviano Carlini per giungere infine al moderno Arturo Martini. Un percorso progettato e realizzato internamente dal Comune con l’obiettivo di raccontare le nostre eccellenze, svelare i nostri tesori, emozionare i nostri visitatori. Grazie alla nuova programmazione di mostre al Museo Bailo – concludono il sindaco e l’assessore – avremo arte, bellezza e cultura nelle nostre sedi museali, 365 giorni all’anno”.
Ad essere riunite al Bailo per la prima volta sono più di 60 opere tra busti, altorilievi, medaglie, disegni. Esempi di una attività artistica davvero frenetica, che dalla sola scultura si irradiava in campi diversi. Suo, ad esempio, è il progetto del Santuario della Madonna del Monte a San Zenone degli Ezzelini. Suoi molti interventi a tema patriottico, dal monumento-ossario in ricordo dei Dragoni Pontifici a Cornuda, alle lapidi di Mazzini e Cavallotti, a Rovigo, o, ancora ai medaglioni in bronzo di Mazzini e Cavour alla Loggia del Comune, a Conegliano. Ma di lui si ricordano anche importanti interventi di restauro eseguiti in Trentino.
Altra sua passione, la ceramica: per la manifattura “Gregorj” di Treviso, negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, creò numerosi vasi. Celebri quelli decorati con raffigurazioni medievali, celebrati all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.
“Carlini scultore s’inserisce – afferma il curatore Malachin – nell’ideale storia della scultura veneta (che non è assolutamente solo regionale visti i suoi protagonisti) come anello di congiunzione tra due mondi, Antonio Canova e Arturo Martini, passando per Luigi Borro, che fu maestro del nostro Antonio. Canova – Borro – Carlini – Martini sono così legati da un’ideale filo rosso che ci consente di scoprire l’evoluzione del linguaggio della scultura moderna e a meglio comprendere Martini che sviluppò la sua straordinaria arte innovativa anche come reazione alle regole carliniane”.

Catalogo a cura di Fabrizio Malachin, edito da Antiga Edizioni.


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 segreteria@studioesseci.net

Bologna: Natale speciale con “I pittori di Pompei” al Museo Civico Archeologico

I pittori di Pompei
Veduta di allestimento della mostra
23 settembre 2022 – 19 marzo 2023
Bologna, Museo Civico Archeologico
Foto Roberto Serra
Courtesy MondoMostre

I Pittori di Pompei

Bologna
Museo Civico Archeologico

23.09.2022 – 19.03.2023

REGALARSI A NATALE I COLORI DI POMPEI

La speciale proposta per la mostra “I pittori di Pompei” al Museo Civico Archeologico di Bologna

Perché non regalarsi, o regalare ad amici e parenti, i colori di Pompei per questo Natale? La proposta è effettivamente allettante, oltre che originale. L’invito è a sostituire al “solito regalo” un dono che sicuramente farà felice il vostro amico o un vostro parente: un biglietto di ingresso alla stupefacente mostra “I pittori di Pompei” allestita sino al prossimo 19 marzo al Museo Civico Archeologico di Bologna.

L’esposizione, a cura di Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre,  riunisce grandi affreschi staccati dalle dimore pompeiane: opere originali dai colori e dalle composizioni incredibili. È una mostra che ci conduce, per la prima volta, a scoprire da vicino le figure dei pictores, ovvero di quegli artisti e artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana. Attraverso un importantissimo patrimonio di splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni, che non manca di stupire e persino commuovere.

È un’occasione davvero speciale: 10 euro anziché i 16 (oltre i diritti di prevendita) che sono il prezzo abituale del biglietto “open” della mostra. Con possibilità di usufruire del biglietto nei giorni e nell’orario che più piacerà.

Chi volesse scegliere di andarci proprio nelle strette Festività, dovrà tener conto che la Vigilia, il 24 dicembre, la mostra resterà aperta dalle 10 alle 14, mentre resterà chiusa nel giorno del Natale. Orario pieno (10 – 20) a Santo Stefano e in tutti gli altri giorni, Epifania compresa. Il 31 dicembre, invece, si potrà ammirare la mostra dalle 10 alle 14, mentre iniziare il nuovo anno con l’arte dei maestri dell’antica Pompei sarà possibile, da mezzogiorno alle 20.

Appena 10 euro per entrare nella grande storia, nell’arte e nel mito!

Biglietti acquistabili su vivaticket.it e presso la biglietteria della mostra

Info: ipittoridipompei.it

I pittori di Pompei
Veduta di allestimento della mostra
23 settembre 2022 – 19 marzo 2023
Bologna, Museo Civico Archeologico
Foto Roberto Serra
Courtesy MondoMostre

Ufficio stampa                                                            

Studio ESSECI di Sergio Campagnolo                         
Referente Simone Raddi                                                           
Tel. +39 049 663499                                                                  
simone@studioesseci.net                                                                                                                                           

Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Sutri -Viterbo: La Galleria Alice Schanzer ospita la mostra FINITOINFINITO a cura di Silvia Previti

finitoINfinito 

Artisti in mostra:

Giacinto CERONE – Angelo COLAGROSSI -Antonio DE PIETRO – 

Mario GIANCOLA – Pierluigi ISOLA – Mauro MAGNI

Alberto PARRES – Silvio PASQUALINI

A cura di Silvia Previti

17 dicembre 2022 | 17 gennaio 2023

Inaugurazione: sabato 17 dicembre 2022 ore 18.00

Galleria Alice Schanzer

Piazza del Comune 43 
Sutri (VT)

La  nuova mostra della Galleria Alice Schanzer di Sutri (Viterbo), visitabile fino al 17 gennaio 2023. a cura di Silvia Previti, che vede protagonisti otto artisti: Giacinto Cerone, Angelo Colagrossi, Antonio De Pietro, Mario Giancola, Pierluigi Isola, Mauro Magni, Alberto Parres, Silvio Pasqualini. 

Con “finitoINfinito” viene dato il via al progetto dell’Artista Silvio Pasqualini, presente anche in mostra, una linea espositiva ben precisa, come in una sorta di manifesto, Pasqualini intende dare un suo segnale fermo e deciso al mondo dell’arte contemporanea: ritornare a  un metodo in cui i Maestri accompagnino nelle gallerie altri artisti con massima apertura anche ai giovani, mai negando occasione di dialogo e confronto e facendo valere come contratti i rapporti  basati esclusivamente  sulla considerazione e apprezzamento artistico e sul rispetto personale. 

La stima reciproca tra artisti innesca nuovi stimoli, influenze artistiche e poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito. Parte così da Silvio Pasqualini l’individuazione di un primo nucleo di artisti, alcuni dei quali, a loro volta ne invitano altri basandosi sui medesimi principi.

Questo progetto espositivo nasce e si sviluppa parallelamente tra Sutri e la galleria gemella di Venezia, sempre intitolata alla poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936) e nate per volontà del pronipote Marco Schanzer. Le due gallerie si propongono come due spazi dove promuovere artisti che abbraccino i parametri etici, culturali e spirituali dell’Arte, in sintonia con la visione umanista del luogo.  

Biografie degli artisti

Giacinto CERONE

Nasce a Melfi (PZ) nel 1957. Nel 1971 frequenta il Liceo artistico di Melfi sezione architettura e durante i primi anni trascorre la maggior parte delle giornate ad esercitarsi con il disegno dal vero. Nel 1975 consegue il diploma di maturità artistica. Nell’ottobre dello stesso anno si iscrive all’Accademia di belle arti di Roma e segue il corso di scultura, prima con Umberto Mastroianni, poi con Pericle Fazzini. Nel 1984 si stabilisce definitivamente a Roma e apre uno studio d’arte a Vicolo del Bologna. Si avvicina alla materia ceramica all’inizio degli anni Novanta e avvia un’intensa produzione. Comincia ad esporre a mostre personali e collettive in tutta Italia e con opere frutto di sperimentazioni con vari materiali, dall’argilla al plexiglass, il moplen e la vetroresina, fino al legno. Nel 2003 è alla David Gill Gallery di Londra e nel 2006 il Museo della Scultura di Matera gli dedica una sala.  Muore a Roma nel 2004. Nel 2007 viene allestita una grande retrospettiva del suo lavoro presso il Museo Pericle Fazzini di Assisi e nel 2011 le sue opere sono esposte, postume, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Angelo COLAGROSSI

Nato a Roma nel 1960, si è laureato in Studi Storico Artistici presso Università La Sapienza Roma. 
La sua attività espositiva ha inizio nel 1986 con la partecipazione alla mostra “Dodicimenotrentacinquesecondo, giovani artisti a Roma” presso l’Ex Mattatoio di Testaccio a Roma. Da allora sue mostre personali e collettive si sono tenute in spazi espositivi pubblici e gallerie private in Italia e all’estero.

Antonio DE PIETRO

Nato a Diamante (provincia di Cosenza) nel 1962, si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1988. Determinante nel suo percorso è nel 1986 l’incontro con Emilio Vedova, nel cui studio rimane sei mesi. Dagli anni Novanta alla rapidità del gesto e del segno sostituisce una lavorazione lenta, accurata, sedimentaria – le velature – che gli consente di creare una pittura materica, stratificata eppure liscia come vetro. Alla fine del decennio si chiariscono i temi/soggetti che tuttora sono protagonisti della sua poetica e alla materia pittorica si aggiunge la “materia costruttiva”: legno, ferro, chiodi, colla, sabbia. Dal 2007 comincia la ricerca sulle Porte della memoria che continua tuttora. 

Mario GIANCOLA

Nato a Capestrano nel 1946, si è formato da artista autodidatta. I suoi artisti di riferimento sono: Fernandez Arman, Marcel Duchamp e Pablo Picasso, tutti e tre per la rielaborazione concettuale degli oggetti in disuso. Ha lavorato vicino allo studio di Silvio Pasqualini a Bassano Romano ed è entrato in contatto con un numeroso gruppo di artisti. Ha esposto a Villa Savorelli con” Per Antiche vie” e con “Arte in cantina”, entrambe a Sutri, come anche e alla Irtus Gallery, tra il 2004 e il 2010. Vive e lavora a Corfino. 

Pierluigi ISOLA

Pierluigi Isola è nato a Roma nel 1958, figlio d’arte, ha iniziato precocemente il suo dialogo con le immagini e i colori. È nello studio del padre, Giancarlo, apprezzato artista, che apprende la prima grammatica di un linguaggio, quello pittorico, che diventerà una pratica costante nella sua vita.
Nei primi anni della sua formazione, in un liceo artistico romano, segue le lezioni di Piero Guccione, artista che gli trasmette, oltre agli insegnamenti della tecnica pittorica, quella particolare capacità di rapportarsi alla realtà cogliendone l’aspetto più intimo e segreto.
Il suo lavoro di ricerca è costantemente concentrato sui rapporti sottili che intercorrono tra realtà sensibile e mondo immaginale.

Mauro MAGNI

Mauro Magni nasce a Roma nel 1962 dove si laurea in Pittura all’Accademia di BB.AA. Dal 1982 espone in Italia e all’estero. Lavora a Sutri (VT). Nel 2008, dopo vari viaggi e permanenze all’estero, lascia la capitale per trasferirsi a Trevignano Romano sul lago di Bracciano seguendo l’esigenza di riconnettersi alla natura. Tra i lavori più recenti: Horus (2021), installazione eolica permanente in acciaio, corten e oro zecchino realizzata a Pietrapertosa (PZ): una riflessione sulla necessità di conservare la Natura, un omaggio alla bellezza dei paesaggi lucani; Frontac – a ciel sereno (2021), installazione permanente in ferro e lamina dorata realizzata a Farnese (VT) per il LLART Lamone Land Art, nelle Riserva Naturale della Selva del Lamone: un’opera sull’imponderabilità delle cose e la supremazia della Natura.

Alberto PARRES

Nato a Tangeri nel 1953. A seguito delle tappe di Parigi e Siviglia, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Roma, dove si è diplomato nel 1980 e dove attualmente vive e lavora, come artista e insegnante. Dopo il diploma inizia ad esporre a Roma ed in buona parte di Italia, per poi esporre anche all’estero. Le esposizioni più recenti sono: nel 2016 Matchless Gift, al Bhakti Center, NewYork; nel 2019 Porte dell’Aldilà, alla Galleria Makrac, Praga; nel 2020 Take care Project, presso la Fondazione 107, Torino.

Silvio PASQUALINI

Silvio Pasqualini nasce a Morro d’Alba (AN) nel 1956. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Macerata si trasferisce a Roma dove comincia ad esporre in diverse gallerie e musei per arrivare, a partire dalla fine degli anni ’70, ad esporre in gallerie europee e internazionali. Nel 2000 fonda con gli artisti Berticcioli, Fioramanti e Gasparri il Movimento Artisti Clandestini. Nel 2005, seguendo un coerente percorso etico, artistico e di vita, trasferisce il suo studio a Bassano Romano (TV) e dal 2014 vive e lavora a Venezia.


TESTO CRITICO
a cura di Silvia Previti

In questi tempi concitati e sempre in rapida evoluzione, anche le relazioni, gli interrogativi di una vita, la ricerca di nuove direzioni necessitano di un’oasi fertile, dove si possa trovare una congiunzione tra mente e spirito per ridefinire i contorni del nostro andare. 

Sutri con la Galleria Alice Schanzer, gemella della galleria di Venezia, vuole essere questo: un punto di riferimento per coloro che ricercano un centro, uno spazio di definizione del sentire e del sentirsi, dell’espressione autentica del sé e della condivisione con l’altro. 

Il metodo poi, fa da strumento rigoroso e replicabile che in primis dà chiarezza e forma alla messa in atto delle esposizioni che qui prendono vita, frutto di sentita stima e di sincera amicizia fra gli artisti che condividono fra loro l’invito alla partecipazione.

Nella campagna di un’Etruria feconda di sollecitazioni e di antiche reminiscenze, prende corpo il progetto espositivo di Silvio Pasqualini che, con questa mostra, vuole sottolineare come in una sorta di manifesto il suo messaggio agli artisti ed in generale al mondo dell’arte contemporanea: respingere la gestione attuale delle pratiche espositive e ritornare a far esporre gli artisti attraverso accordi taciti ma intrisi di verità, in cui i Maestri accompagnano nelle gallerie altri artisti stimati, facendo valere i rapporti come unici ed autentici contratti basati sul rispetto, sulla considerazione e apprezzamento. Un patto garbato, fra maestri e gentiluomini.

Allora sì non si avrà più necessità di argomenti pretestuosi per mettere in piedi una mostra, basterà la fiducia come fondamento saldo che si esplicita con l’invito. Una visione aristocratica e cavalleresca della relazione e del confronto fra anime artistiche, sulla scia del pensiero di Rainer Maria Rilke. 

Il metodo dunque si fa manifesto, un vero e proprio gesto politico: l’arte come etica.  

Questa mostra, quindi, è il risultato di un metodo che porta una serie di visioni raggruppate secondo una commistione alchemica, senza nessuna casualità. 

A partire da una concezione prettamente umanistica, dove i rapporti interpersonali fra gli artisti protagonisti diventano una necessità e contano molto di più di molte altre forzature curatoriali, il risultato premia le intenzioni, con la messa in scena sia dell’individualità intrinseca di ogni soggetto artistico sia dell’assioma arte-vita, in una percezione che emerge palpabile. 

“Un’opera d’arte è buona se nasce da necessità” scrisse Rilke ne Le Lettere ad un giovane poeta indirizzate al giovane Franz Xaver Kappus, dando vita inconsapevolmente ad un suo manifesto con un dialogo intimistico fra poesia e arte ed in generale sul mistero della creazione.  

La necessità che ha spinto le intenzioni di sviluppare questa mostra dunque, diventa il dar vita e continuità alla concatenazione di rapporti, al portarsi e portare altri, in gesti automatici che confermano la stima e riconoscenza reciproca, innescano nuovi stimoli, influenze artistiche e poetiche del presente e del passato, in un circolo che si fa metodologicamente replicabile all’infinito. 

Una condizione finita che ha la pretesa di generarne di infinite, ricollegandosi alla storia del passato e alla speranza delle possibilità future. 

Il finito si fa infinito però, se trova da una parte nutrimento costante e dall’altra animi fecondi nei quali seminare impressioni e ricordi, nuove idee ed ispirazioni. 

“Il pensiero contemporaneo ha futuro se ha in sé un trasporto culturale e spirituale millenario” afferma Silvio Pasqualini, autore che non si definisce contemporaneo ma che guarda con il suo operato artistico e poetico ai grandi autori del passato che lo hanno influenzato e determinato la sua eredità visiva, storica ed immaginaria. 

Pasqualini è colui che dà la spinta propulsiva al progetto, il regista che ha dato vita a questa catena di rapporti grazie alla trasmissione di un sistema valoriale che fa da fondamento e che ne giustifica tutto il processo. 

È presente in questa mostra con due opere che riassumono il senso del suo creare: Di luce propria, opera del 1982 che fu esposta alla Biennale, è una sorta di reperto storico della poetica di Pasqualini. Una pittura matura, che racconta della sensibilità verso l’antichità, verso la materia che si esplicita con tutto lo spessore che l’artista possiede. Con I fiori della rivoluzione invece, opera recente e simbolica, Pasqualini trasmette un messaggio che guarda al presente e al futuro, con un linguaggio sempre riconoscibile ma che in questo lavoro si rinnova con colori sgargianti e ipnotici. Due opere che testimoniano l’excursus pittorico dell’autore, in anni in cui si è sempre sperimentato senza mai abbandonare quel “trasporto culturale e spirituale millenario” che lo accompagna.

Silvio Pasqualini inserisce in questa mostra un’opera pittorica di Giacinto Cerone, autore che in primis è stato grande amico stimato, uomo geniale, di forte e profondo spessore artistico.

Cerone, che ha lavorato nella sua carriera soprattutto con la forma scultorea, in questo caso è presente a Sutri con un lavoro su carta, destinato sin dal principio a Silvio Pasqualini. L’opera racchiude nei segni tutta l’enigmaticità e la potenza del pensiero di un autore mancato precocemente ma del quale molto ancora vi è da indagare. Insieme a questa, un ricordo di Franco Scataglini, poeta anconetano, amico stimato per entrambi e complice di molti ricordi di vita romana e discussioni sull’arte, sull’estetica ed in generale sulla vita. 

Gli incontri, come i segni del destino, sono cibo per chi vive con intensità il quotidiano: Silvio Pasqualini non si è fatto sfuggire il momento in cui un giorno, Mario Giancola, gli fece vedere un’opera di Cerone, vista da sempre nel suo studio. Un indizio mandato dal destino, un segnale che andava colto in questo flusso fertile di contatti, che ha fatto sì che Pasqualini, per questa ragione insieme alla stima, abbia invitato a questa mostra proprio Mario Giancola, artefice inconsapevole di un messaggio e ora, di un nuovo sodalizio. 

Mario Giancola, artista autodidatta, presenta una scultura in ferro dal titolo Spazialità, ricavata da antichi cerchi di botte, come reperti rurali che, decontestualizzati, hanno forma propria ed eleganza intrinseca. Un’opera dal taglio antropologico, che si sposa perfettamente con il contesto che la ospita: quella campagna viterbese che tanto piace agli artisti dove trovano non solo un senso di pace e spiritualità, ma sentono visceralmente un senso di appartenenza. 

Antonio De Pietro, esposto per primo nella galleria Schanzer di Sutri, è presente anche in questa cerchia proprio per quel legame di scambio e reciprocità di cui si parlava in principio. Pittore lirico, si rifà nelle sue creazioni ad una pittura materica, arricchita dall’utilizzo di materiali come ferro e chiodi, per ricondursi al tema della storia e del ricordo. Con Acquasanta accenna ancora a forme del figurativo ma fa trasparire tutta la passione per terre e luoghi del passato, rarefatti e sbiaditi. In Lettere d’amore l’indagine sul senso del tempo e sulla sua inafferrabilità è ancor più evidente, con una lavorazione a tecnica mista che è ricca, densa ma al tempo stesso chiara ed esplicita. 

Altro autore fortemente voluto ed invitato in mostra da Silvio Pasqualini è Alberto Parres

Pittore puro, ha esplorato il pop fino a giungere a toni più arcaici, portando avanti sempre una personale ritualità fino ad oggi, in cui attraversa una nuova fase esplorativa con i lavori sul bianco. Con le due opere White dreams, Parres indaga e si lascia attrarre dal bianco come somma di tutti i colori dello spettro visibile, figurando la luminosità e cercando di afferrarla per portarla in pittura, con un’operazione poetica sottile e raffinata. 

Dettaglio non trascurabile: Alberto Parres in vita sua ha sempre fatto il pittore. “Come si fa a non stimare una persona che ha sempre fatto il pittore?” afferma Pasqualini nel presentarlo. È questo il senso del metodo, è il rispetto per i maestri, una gentilezza d’altri tempi per i signori della vita: gli artisti.

Torna il tema della memoria e della storia con le opere di Mauro Magni, autore a cui interessano le indagini dei luoghi della natura, dove il passaggio del tempo e dell’uomo hanno lasciato il segno. 

Artista che lavora sì con la pittura ma anche con scultura, ceramica ed installazioni, in questa mostra espone Tempi babelici e La Ribellione di Nimrod, dove con la tecnica mista, stratifica colore, segno e parole, facendosi portavoce di messaggi antichi rivolti ad un presente dove la modernità è smarrita dal caos e dalla frenesia. Mauro Magni ha anche avuto un ruolo centrale all’interno della metodologia per la realizzazione di questa mostra: è colui che fa da tramite, che suggerisce ed invita altri due artisti ad esporre in questa sorta di cenacolo contemporaneo: Angelo Colagrossi e Pierluigi Isola.

Angelo Colagrossi con Quasi al tramonto e Guarda, piove, con una pittura sintetica che sembra ricercare per poi dissolvere le forme, tramuta con l’utilizzo di pochi ma decisi colori, il vedere quotidiano nel linguaggio poetico della dissolvenza liquida del pensiero. Come lui stesso dichiara, la sua struttura linguistica è aperta per consentire la continua ricerca del senso delle cose e della forma. Forma che implica nella sua visione necessariamente la provvisorietà, determinata dal continuo evolversi nel tempo e nello spazio. 

Pierluigi Isola con la sua opera, porta in mostra l’armonia e la continuità con una tradizione pittorica che è plasmata nel presente. Le rovine circolari, Tramonto a Creta e La casa di Asterione sono tre opere che fanno parte di un unico trittico, realizzate olio su tavola e che appartengono ad una serie riguardante la tematica della memoria dei luoghi, del racconto e del mito. Con una delicatezza cromatica e grazie alla sua dominazione della tecnica pittorica, Isola narra con i suoi paesaggi un mondo interiore oscuro e labirintico, in un continuo dialogo che si tramuta in immagine attraverso la composizione fantastica delle vedute. 

Una mostra che vuole avvicinarsi alla riproposizione garbata del cenacolo, dove attuare esplorazioni da punti di vista artistici, storici, antropologici ma soprattutto umanistici. 
Vi sono opere figurative ed iconiche, opere astratte ed informali, opere plastiche che rimandano ad una cultura arcaica. 
Vi sono quindi artisti che hanno in comune una vicinanza che è forte appartenenza al luogo, sia in senso specifico, sia in senso lato, dove ci si può incontrare e scambiare opinioni. 
Autori che vivono gli aspetti della storia, della memoria e di quella tendenza alla ricerca di eternità, che forse non è che la ricerca di un’autenticità profonda e per quanto possibile, veritiera.
Sutri vuole essere un punto di raccolta per coloro che vivono la domanda: sempre sulla scia del pensiero di Rilke, la mostra è concepita come l’incontro di chi è capace di vivere le frequenze che ci attraversano e, soprattutto, di chi è capace di coglierle ed accoglierle, fare proprio il loro messaggio per poi correre sicuri e spediti. 
Un’oasi che inizia con pochi ma fidati artisti, che vivrà grazie alla cura di chi continuerà a replicare questo metodo semplice e finito, senza remore o paure, all’infinito.


SCHEDA INFORMATIVA

MOSTRA
finitoINfinito
a cura di Silvia Previti

Artisti in mostra:
Giacinto Cerone
Angelo Colagrossi
Antonio De Pietro
Mario Giancola
Pierluigi Isola
Mauro Magni
Alberto Parres
Silvio Pasqualini

17.12.2022 >17.01.2023

Vernissage: 17.12.2022 ore 18.00

DOVE
Galleria Alice Schanzer, Piazza del Comune 43, Sutri (VT)

ORARI DI VISITA
Il sabato e la domenica, ore 10.00 > 20.00, orario continuato
Gli altri giorni chiamare per appuntamento: +39 3296036747, +39 3477030568
Ingresso libero

UFFICIO STAMPA
CRISTINA GATTI 
cristina.gatti@fg-comunicazione.it

Chiusi (Siena): al Museo della Cattedrale inaugurata la mostra RELIQUIÆ di David Booker

Domenica 11 Dicembre, alle 15:30, il Museo della Cattedrale di San Secondiano inaugura la Mostra 

RELIQUIÆ 
Disegni di David Booker.

La Mostra, che resterà in allestimento fino al 9 luglio 2023, è stata realizzata con il supporto dell’Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi; nasce da un intuizione dell’architetto 
Sabrina Papini, accolta e sviluppata dall’artista David Booker avvalendosi dei materiali di studio concessi dal Gruppo Archeologico Città di Tuscania.

L’arte contemporanea di David Booker incontra l’arte antica e quella sacra nel Museo della Cattedrale di Chiusi, dove è stata inaugurata domenica scorsa la mostra “Reliquiae”.
Il colloquio artistico inizia dalla prima sala, quella dei reperti archeologici, dove è custodita l’urna marmorea che ha ispirato alcuni dei disegni a matita, le scatole di Secondiano, che replicano la suggestione del contenitore dal misterioso contenuto.
L’esposizione si snoda lungo il percorso museale in cui le opere di Booker sono perfettamente inserite e da cui traggono linfa vitale in una relazione di reciproca valorizzazione.
Senza dubbio è molto valida l’iniziativa dei promotori di voler restituire il giusto rilievo alla collezione diocesana attraverso il dialogo con la cultura contemporanea. Il Museo della Cattedrale custodisce, infatti, tesori straordinari sconosciuti ai più che meritano di diventare patrimonio collettivo.

David Booker è nato a Melbourne ma da anni si è stabilito in Umbria, è artista di multiforme ingegno, scolpisce nel marmo e nel legno figure monumentali e disegna a matita veri e propri ritratti di pezzi meccanici, scarti, scatole, reperti di vita quotidiana cui il tratto calligrafico, le luci e le ombre restituiscono espressione e nobiltà metafisica.
“Reliquiae” presenta 20 opere, di cui 13 inedite e 7 realizzate in esclusiva per il Museo; resterà in allestimento fino al 9 luglio, andateci, è proprio una bella esperienza.

Lucia Annunziata


INFO

Contatti stampa
Valeria Giovagnoli valeria.giovagnoli@gmail.com

Sito: www.davidbookersculptor.eu
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RAW Art Night, la nuova iniziativa di Rome Art Week per illuminare di cultura le notti romane

 Zone di RAW
SCOPRI ROME ART NIGT

Venerdì 16 dicembre 2022 si terrà la prima edizione di RAW Art Night

La nuova iniziativa di Rome Art Week per illuminare di cultura le notti romane

Un’apertura serale di un solo giorno dalle 19:00 alle 22:30 e oltre.

L’occasione per visitare una mostra in corso oppure un nuovo allestimento, un vernissage, la presentazione di un catalogo, un incontro con l’artista, una proiezione, una performance, un open studio, un laboratorio live o semplicemente partecipare ad un aperitivo per scambiarsi gli auguri del Natale alle porte.

GallerieAssociazioniAlberghiCollettiviStrutture polivalenti e Curatori metteranno a disposizione spazi, idee e progetti per l’occasione, in una serata dedicata ad uno dei modi più interessanti e coinvolgenti per raccontare il nostro tempo che l’arte contemporanea rappresenta.

Rome Art Night è stata pensata per mantenere vivo l’interesse sull’arte contemporanea e per ottenere questo è necessario essere attivi, creare movimento, continuare a farne parlare e darle maggiore visibilità.

È allo stesso tempo un modo per aumentare l’offerta di iniziative della città.

L’idea di un’edizione in notturna parte dalla suggestione che Roma suscita dopo il tramonto e dalla maggior libertà del pubblico fruitore in orario extra lavorativo, un’occasione per uscire di sera partecipando ad un evento culturale.

Continua anche per questa iniziativa la proficua collaborazione con l’Assessorato Grandi Eventi, Turismo, Moda e Sport di Roma Capitale.

La partecipazione è completamente gratuita sia per i partecipanti che per i visitatori in quanto non sono ammessi eventi che prevedano un costo di ingresso.


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