Italia tra le mete più popolari al mondo nel 2022 per i francesi

ITALIA TRA LE METE PIU’ POPOLARI AL MONDO NEL 2022 PER I FRANCESI

LUXURY TRAVEL ATTRATTORE PER GIOVANI VIAGGIATORI

OLTRE 1,6 MILIARDI SPESI DAI FRANCESI IN ITALIA NEI PRIMI 6 MESI 2022, IL 180 % IN PIU’ RISPETTO A GENNAIO- GIUGNO 2021

IN TESTA LOMBARDIA, PIEMONTE, LAZIO, LIGURIA E TOSCANA

Dal 5 al 8 Dicembre 2022

Si confermano stime molto positive nel 2022 per il turismo in Italia e tutti gli indicatori suggeriscono un ritorno a livelli vicini al periodo pre-pandemico. In questo contesto spicca il settore d’alta gamma, che sta trainando il BelPaese sempre più in alto. A supporto del trend positivo, l’Italia con Enit torna all’edizione 2022 della fiera ILTM di Cannes, dal 5 all’8 dicembre. In uno stand di oltre 660 mq, l’Agenzia Nazionale del Turismo ha coinvolto 19 regioni e Roma Capitale con oltre a 126 aziende internazionali per promuovere le magnificenze del Paese. Tour-Operator, dmc, mice, hotel di lusso, meeting planner, ecc. per offrire ai buyer internazionali un’ampia gamma di prodotti e servizi, come boutique hotels, beach resorts, attrazioni culturali e uniche, ecotourism family, travel gastronomic experiences, golf resorts, meeting & conference venues, natural wonders, outdoor sports, private villas, serviced apartments, shopping experiences, ski resorts, spa & wellbeing, yacht charter & sailing holidays, tourism boards, celebrations &anniversaries, weddings & honeymoons.
The Luxury Travel Market International (ILTM) è l’evento principale per il settore business-to-business per i viaggi di lusso, una rete esclusiva di industrie d’elite, per lo sviluppo delle imprese, l’innovazione e il networking.
 
L’Italia è tra le destinazioni preferite dai viaggiatori “top di gamma” che cercano arte, cultura ed enogastronomia (Bain & Consulting).
Per i turisti francesi ad ottobre e novembre 2022, l’Italia risulta il secondo paese di destinazione in base alle ricerche di alloggio su Google per i viaggi all’estero, preceduta dalla Spagna e seguita dagli Stati Uniti. Ufficio Studi ENIT su dati Google Destination Insights.
 
Nei primi 6 mesi del 2022, i viaggiatori francesi in Italia spendono circa 1,6 miliardi di euro, il 180% in più rispetto a gennaio-giugno 2021. (Fonte: Ufficio Studi ENIT su dati Banca d’Italia – 2022 provvisori). In testa Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria E Toscana.
Il settore è quindi in grado di soddisfare la clientela del turismo di fascia alta che, secondo un’indagine Virtuoso (2022), si aspetta, oltre alla sicurezza tanto ricercata negli ultimi anni, ancora più consulenza, viaggi-evento, esperienze personalizzate iperesclusive e soprattutto responsabili.
 
Con un forte impatto su molti settori del Made in Italy, il turismo di fascia alta è un elemento essenziale per la ripresa dell’economia italiana. Nonostante le tensioni geopolitiche ed economiche, il trend rimane molto positivo per il 2023, in quanto l’assenza dei mercati russo e asiatico è in parte controbilanciata dal ritorno dei clienti europei e americani.
“Per dicembre 2022, le prenotazioni aeree dei francesi verso l’Italia risultano attualmente in linea con quelle del medesimo mese 2021, con un’incidenza sul totale internazionale del 6,0%. Fonte: Ufficio Studi ENIT su dati Forwardkeys.
Nel 2021, tra gli esercizi ricettivi scelti per pernottare durante il soggiorno in Italia, prevalgono gli alberghi: 4,5 milioni di presenze francesi, il 65,5% delle notti complessive, contro circa 2,4 milioni nelle strutture extra-alberghiere, il restante 34,5%. (Fonte: Ufficio Studi ENIT su dati ISTAT).
 
Tradizionalmente considerata la destinazione ideale dai segmenti affluent, family, honeymoon, anniversary e celebration, l’Italia attrae sempre più anche i millennial e la generazione Z, clienti più giovani alla ricerca di esperienze responsabili e nuove. Per soddisfare le esigenze del settore tenendo conto dell’emergenza ambientale e per adattarsi alle aspirazioni di questa clientela più giovane, l’industria del lusso italiana è attivamente impegnata nel percorso di responsabilità. L’offerta turistica italiana di lusso, sempre più qualitativa e sostenibile, contribuisce anche alla valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale” sostiene l’Ad Enit Ivana Jelinic.
 
“L’Europa nel 2021 ha accolto 301,3 milioni di turisti in arrivo  (il 40,4% del 2019), registrando il calo più contenuto tra i continenti sul 2019 (-59,6%) e facendo segnare l’aumento maggiore sul 2020 (+24,6%) rispetto al totale mondiale e alle altre aree di destinazione:  in Asia e Pacifico poco più di 21 milioni di arrivi dall’estero (-94,1% sul 2019; -64,3% sul 2020),  in America 81,6 milioni di flussi (-62,8%; +16,9%), in Africa 19,1 milioni (-72,0%; +3,6%) e in Medio Oriente 24,6 milioni (-66,3%; +24,2%). In termini di entrate, l’Europa ha incassato 276,5 miliardi di euro, oltre la metà (51,4%) degli introiti da turismo internazionale, pari a 538 miliardi di euro. Si tratta tuttavia del 47,3% degli incassi del 2019.” dichiara il consigliere Enit Sandro Pappalardo. (Fonte: Ufficio Studi ENIT su dati UNWTO, provvisori)
 
“Questo ottimismo è condiviso dai grandi gruppi alberghieri che stanno prestando un’attenzione sostenuta al settore, come dimostra l’apertura nel 2022 in Italia di 60 hotel di lusso (fonte: Thrends) rivolti ad un pubblico di alto livello. C’è il desiderio di soggiornare in hotel di lusso. Il contatto diretto con la struttura (47,8%) è il canale di prenotazione più utilizzato dalla clientela che sceglie di soggiornare negli alberghi di lusso. Seguono le OTA (29,1%) e il sito web o contatti social dell’albergo. Gli ospiti che frequentano questa tipologia di alberghi sono perlopiù coppie e famiglie. Il raggio di spostamento dei visitatori italiani è prevalentemente interregionale, mentre la clientela estera proviene soprattutto dall’Europa. In generale, Germania (72,7%) e Francia (53,5%) i paesi più assidui, seguiti dagli USA (25,0%). Fonte: Ufficio Studi su dati ENIT/Noto sondaggi – Indagine sull’andamento del settore turistico ricettivo”. commenta Maria Elena Rossi

PROGRAMMA

lunedì 5 Dicembre            
18h00 – 19h00 –  Opening Forum – Grand Auditorium Louis Lumière, Palais des Festivals (organizzato dalla Fiera)
19h00 – 21h30 –  Welcome Cocktail Sponsorizzato dalla Regione Sicilia  a  Les Ambassadeurs, Palais des Festivals, Cannes

martedì 6 Dicembre
Inaugurazione Stand Italia ore 11h00 : taglio del nastro con il Consigliere Enit Sandro Pappalardo
18h00 – 20h00  Aperitivo presso lo stand ENIT sponsorizzato dalla Regione Puglia
 
mercoledì 7 Dicembre
18h00 – 20h00   Aperitivo presso lo stand ENIT sponsorizzato dalla Regione Campania
 
giovedì 8 Dicembre                 
21h00 – 23h59  Closing Party a « Les Ambassadeurs, Palais des Festivals, Cannes » (organizzato dalla Fiera)


Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
francesca.cicatelli@enit.it

Direzione Esecutiva
Comunicazione e Ufficio Stampa
VIA MARGHERA 2 – ROMA

Alla Galleria del Cembalo la grande mostra fotografica “LA VIE EN VERT” di Karmen Corak 

Karmen Corak, 8298

La Galleria del Cembalo presenta la mostra

LA VIE EN VERT

Fotografie di Karmen Corak

Dal 7 dicembre 2022 al 3 febbraio 2023

Galleria del Cembalo

Palazzo Borghese, Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma

Il 7 dicembre 2022 la Galleria del Cembalo ha il piacere di inaugurare nelle proprie sale La vie en vert, un nuovo progetto fotografico di Karmen Corak, artista italiana di origine slovena che ha studiato Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. La mostra sarà visitabile fino al 3 febbraio 2023.

Le fotografie esposte sono testimonianza di una natura venerata, di una contemplazione paesaggistica che muove l’osservatore a dialogare con esse. Le immagini sono il risultato di un processo evolutivo che prende le mosse dall’amore per i giardini, unito ad un profondo interesse per la cultura tradizionale dell’Estremo Oriente. Ed è dal Giappone, sull’isola di Shikoku, che proviene la carta washi, ideale per stampare queste immagini.

Scattate nei giardini botanici in ItaliaSloveniaGermaniaFranciaCina e Giappone, le fotografie di Karmen Corak assegnano un valore cultuale all’impermanenza, alla dissolvenza del paesaggio, riflettendo sulla sua valenza poetica. In tal modo le immagini suggeriscono, anche attraverso i più piccoli dettagli, la spiritualità della sua connessione con il paesaggio e la profondità di un rapporto interiore, basato sulla vibrante interazione tra memoria e presente.

KC Berlin 2802, 2019

Un forte impatto ha avuto sulla fotografa una celebre frase del poeta J.C. Friedrich Hölderlin: “Pieno di meriti, ma poeticamente, abita l’uomo su questa terra“. A guidare lo spettatore tra le fotografie in mostra, Corak scrive che questa riflessione sulla Natura “evoca in me il ricordo di gioia infantile e le scoperte del sentimento ‘verde’ nel giardino di famiglia. La luce riflessa sulle piante rimaneva come una reminiscenza nei miei occhi. La contemplazione della Natura, rinvia a tutto ciò che è stato visto nel passato, nell’immaginazione, o all’esperienza intima, una rivelazione nel tempo. Il paesaggio è una sorgente inesauribile che invita all’interazione“.

Abbiamo conosciuto Karmen Corak come restauratrice di opere antiche su carta e appassionata del Giappone e delle tecniche di stampa antica tradizionale di quel paese. Poi abbiamo scoperto il suo lavoro fotografico, che nell’indagine delle forme nascoste della natura cela una ricerca intima di sé e della profonda appartenenza al tutto” dichiara la direttrice della Galleria del Cembalo Paola Cavazza.

KARMEN CORAK

Karmen Corak, nata in Slovenia, studia Arti Grafiche in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta in Italia, Giappone e Austria. Segue seminari di fotografia con Rinko Kawauchi e HansChristian Schink. Vive e lavora tra Roma e Venezia. Ha lavorato alla GNAMall’Accademia a Venezia ed ora alla Calcografia a Roma come restauratrice di carta/stampe antiche. Partecipa alle mostre collettive in Cina, Corea, Croazia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Russia, Slovenia, Spagna, Ungheria e USA; e con le mostre personali alle diverse edizioni del Festival Internazionale di Fotografia a Roma. Riceve premi internazionali in Fine Art Photography a Parigi, Malaga e Berlino.


GALLERIA DEL CEMBALO

La Galleria del Cembalo, un grande spazio espositivo aperto per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza all’interno di Palazzo Borghese, nel cuore antico di Roma, tra piazza di Spagna e il Tevere, vuole restituire ai collezionisti e agli appassionati d’arte alcune delle sale al pianterreno che Marcantonio IV Borghese fece decorare alla fine del Settecento per ospitarvi la propria collezione di opere d’arte.

L’attività espositiva, diretta in collaborazione con Mario Peliti, ha come elemento centrale la fotografia e il suo dialogo con le altre forme di espressione artistica.

La mostra inaugurale, nel maggio del 2013, si intitolava Passaggi ed era a cura di Giovanna Calvenzi. Il tema centrale era la discontinuità di stile e di contenuti nel lavoro di fotografi italiani di tre generazioni. Erano esposte fotografie di Ugo Mulas, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Francesco Radino, Antonio Biasiucci, Paolo Pellegrin, Luca Campigotto, Paolo Ventura, Silvia Camporesi, Alice Pavesi e Moira Ricci. Da allora, nell’arco di nove anni sono state prodotte cinquantadue mostre, tra monografiche e collettive, talvolta di rilevante impegno curatoriale, presentando sia lavori di autori celebrati sia nuove proposte.

La galleria annovera tra i suoi artisti Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Christopher Broadbent, Danila Tkachenko, Alessandro Imbriaco, Luca Campigotto, Lorenzo Castore, Nicolò Cecchella, Stefano Cerio, Kathryn Cook, Karmen Corak, Cortis & Sonderegger, John Demos, Giorgia Fiorio, Joan Fontcuberta, Charles Fréger, Michael Kenna, Charles March, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert. Grazie alla continuità e costanza nella programmazione, la Galleria del Cembalo costituisce un punto di riferimento nel panorama culturale romano.

Con regolarità le mostre della galleria sono state recensite da TG 5, RaiNews24, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Sette, Il Giornale dell’Arte, Arte, Artribune, Exibart. Servizi sulla Galleria del Cembalo sono apparsi sul New York Times e Le Figaro. Nelle sale della galleria si ospitano frequentemente presentazioni di libri, incontri di lavoro, eventi privati su richiesta.


INFORMAZIONI UTILI

MOSTRA LA VIE EN VERT DI KARMEN KORAK
Dal 7 dicembre 2022 al 3 febbraio 2023
DOVE: Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese – Largo della Fontanella di Borghese 19, Roma
ORARI: Da mercoledì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – sabato dalle 11.00 alle 19.00
INGRESSO LIBERO

CONTATTI
MAIL: info@galleriadelcembalo.it | eventi@galleriadelcembalo.it
TELEFONO: +39 06 83796619 (attivo durante gli orari d’apertura)
SITO: www.galleriadelcembalo.it/
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UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Messina, FORO G gallery: la mostra “Segnalibro d’Artista” ideata da Mariateresa Zagone

Venerdì 16 Dicembre alle ore 17:30 inaugurerà la mostra dei partecipanti dell’Open Call “Segnalibro d’Artista” ideata da Mariateresa Zagone e che ha visto la stretta collaborazione di FORO G gallery.

41 sono gli artisti, da diverse regioni italiane e dall’estero, che hanno “segnato” la loro visione secondo le proprie tecniche e il proprio linguaggio e saranno in mostra dal 16  al 23 Dicembre presso la FORO G gallery, in via Lago Grande 43B, a cura di Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera.

Inoltre giorno 16 Dicembre, durante il vernissage verrà proclamatə il vincitorə, che si aggiudicherà una mostra presso la galleria nell’anno 2023.

Gli artisti:
Adriano Fuscà, Alberta Dito,  Alessandro Maio,  Angela Andaloro,  Angelo Carmisciano, Anna Spinazzola,  Anna Viscuso,  Antonio Attinà,  Chiara Smedile,  Danitani,  Demetrio Scopelliti, Eliana Camaioni, Erika Loreto, Francesca Barbagallo, Francesco Di Benedetto, Francesco Grillo, Giorgia Minisi, Giovanni Gargano, Giulia Bartoccelli,  Giuseppe Vaccaro, Giuseppre De Pasquale, I tuoi gelatini preferiti & Fab Lab,  Ilaria Rosselli Del Turco, Laura Martines, Leonardo Di Domenico, Maria Celeste Arena, Maria Felice Vadalà, Maria Inferrera, Monica Mihaela Radu, Monreau, Nicola Micali, Paola Francesca Pietrafitta, Pippo Galipò, Rosalia Sparacello, Sara Lovari, Sefora Adamovic, Sergio Sajia, Stefano Lo Voi, Veronica Rastelli, Vincenzo Magro, Virginia Lorenzetti .

Il PAFF! compie 4 anni: Open Day domani 7 Dicembre con appuntamenti e attività

Il PAFF! compie 4 anni: Open Day con appuntamenti e attività Il 7 dicembre dalle 10 alle 22 con ingresso libero

Alle 11.30 cerimonia in ricordo di Salvatore Oliva

Il 7 Dicembre il PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone supera il quarto anno di attività e per l’occasione organizza una giornata di eventi per tutti i gusti e tutte le età: l’apertura è prevista alle 10 e continua fino alle 22, con ingresso gratuito. L’appuntamento è un momento di restituzione per ringraziare la città e il territorio dell’affetto, partecipazione, gradimento che hanno sempre dimostrato verso il PAFF!, uno dei contenitori culturali creativi più dinamici in ambito nazionale che è realizzato da Associazione Vastagamma APS, con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia negli spazi messi a disposizione da Comune di Pordenone. Il programma prevede alle 10 l’apertura delle tre mostre: The Spirit of Will Eisner, Tony Wolf – Attenti al Lupo e Nel segno di TEX – Emanuele Barison.

Alle 11.30 cerimonia di scopertura della targa dedicata a Salvatore Oliva, grande appassionato e studioso del fumetto, che è stato tra gli ispiratori della nascita del PAFF!. Alla cerimonia sono state invitate le istituzioni cittadine, la moglie Cristina Colizzi ed è aperta a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere il compianto amico. Dalle 15 alle 18, spazio all’intrattenimento e alle attività per le famiglie con i laboratori per i più piccoli e le letture animate proposte in collaborazione con Molino Rosenkranz, le visite guidate alla mostra di Tony Wolf e il taglio della torta di compleanno del PAFF!

Alle 18.30 l’innovativo progetto Allestimento Solidale l’esclusiva opportunità di portarsi a casa (letteralmente), attraverso la forma di un’asta solidale semiseria e non convenzionale, i preziosi allestimenti scenografici – gigantografie, sagome, pannelli – delle mostre passate del PAFF!. Un progetto di economia circolare e responsabilità sociale fermamente voluto dal direttore artistico Giulio De Vita, che prevede anche la donazione gratuita di materiali neutri a scuole, enti e associazioni interessate. E di seguito la festa continua, allietata da un aperitivo, con il dj set di Mary Disastro fino a chiusura.


ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com

PAFF!
Palazzo Arti Fumetti Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
0434 392941
www.paff.it

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan: Sottsass/Spazzapan in duetto a Gradisca

Luigi Spazzapan: Torino di notte, 1955,
tempera su cartone, 78×56 cm. Collezione Eugenio Giletti

16 Dicembre 2022 – 30 Aprile 2023

Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Galleria Regionale d’arte Contemporanea Luigi Spazzapan

SOTTSASS/SPAZZAPAN

    Mostra a cura di Lorenzo Michelli e Vania Strukelj, promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Vernice della Mostra: giovedì 15 dicembre 2022, ore 18

    Non c’è biografia, anche breve, su Ettore Sottsass che non citi l’importanza del suo rapporto con il pittore Lugi Spazzapan. Ci si trova dinnanzi ad un dato acquisito, da tutti accettato, sottolineato dallo stesso Sottsass nei suoi scritti autobiografici, ma mai – sino a questa mostra-indagine – compiutamente documentato.

    Per questo “Sottsass/Spazzapan”, in programma dal 16 dicembre 2022 al 30 aprile 2023 alla Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), è una di quelle occasioni realmente da non perdersi per tutti coloro che studiano o semplicemente apprezzano i due maestri, diversissimi per origine, formazione, destino. Eppure strettamente vincolati da un fondamentale momento di tangenza.

    La mostra, a cura di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj, è promossa da ERPAC – Servizi Ricerca, Musei e Archivi Storici della Regione Friuli Venezia Giulia.

    Il trentino Sottsass e l’italo-sloveno Luigi Spazzapan si incontrano a Torino, dove entrambi erano approdati dalle loro terre di origine. Spazzapan, all’epoca della loro frequentazione, è già un uomo (ed un artista) fatto. Quarantenne, arriva a Torino nel 1928, e a Torino resta sino alla morte, trent’anni dopo. Gli inizi torinesi non sono dei più facili: nel capoluogo piemontese Spazzapan era giunto per partecipare al concorso per la decorazione murale del Padiglione della Chimica all’Esposizione Internazionale. Non solo il suo progetto viene bocciato ma per motivi politici gli viene ritirato anche il passaporto. I rapporti con Edoardo Persico e Lionello Venturi, la vicinanza con il gruppo dei Sei, gli permettono di uscire dal suo isolamento. Accanto alle illustrazioni per la “Gazzetta del Popolo”, i suoi disegni, che -ricorda proprio Sottsass- invadono lo spazio del suo studio, rivelano la fulminante energia del suo segno in cui evocazioni espressioniste trovano un inedito dinamismo, mentre nei dipinti esplode il colore: Spazzapan guarda alla Francia, guarda a Matisse. Ma al di là della sua pittura, l’artista ha una sua presa anche per la sua capacità di affabulatore, per la sua carica anarchica, il suo comportamento eccentrico.

    E tra i giovani che guardano a lui come figura di riferimento c’è anche il giovane  Sottass. Ettore, figlio d’arte, con una passione per il disegno e l’architettura, frequenta a partire dalla metà degli anni Trenta lo studio del pittore. E resta affascinato dalla sua arte e dalla sua personalità.

    Scriverà Sottsass di Spazzapan «era un pittore molto bravo, un pittore serio, elegante, aggiornato; sapiente nell’uso dei colori, dei ritmi e dei non ritmi, delle strutture o non strutture. Soprattutto sapeva che cos’è un segno, che cos’è un quadro depositato nel vuoto. Sapeva bene quando il quadro c’è e quando non ci sarà mai».

    Spazzapan è un maestro che non si atteggia a insegnante. I pomeriggi trascorsi nel suo studio fanno da contraltare al rigoroso percorso di studi al Politecnico. Gli fanno acquisire una metodologia, lo allenano ad un continuo interrogarsi sul senso della pittura e sul significato di segno e colore: un’eredità che l’architetto si poterà con sé negli anni.

    La mostra, grazie al prestito di circa 120 opere (tempere, disegni, ceramiche) dal fondo Sottsass conservato allo CSAC dell’Università di Parma, mette in luce indubbie consonanze e incroci e le distanze tra i percorsi dei due artisti. Introdotto da una sezione interamente dedicata a Spazzapan, in cui al patrimonio della Galleria gradiscana si affiancano tre importanti prestiti dalla GAM di Torino, il percorso espositivo si snoda in otto “stanze”. A partire dalle prime prove del giovane Sottsass, ancora iscritto negli ultimi anni Trenta all’ateneo torinese, fino a tutti gli anni Quaranta, il confronto tra i progetti d’interni, i bozzetti per stoffe e tappeti, le illustrazioni dell’allievo e le prove del maestro ci fanno scoprire inattese consonanze: nella energia del segno, nella esplosione del colore. Allo stesso tempo però in questi stessi progetti si vengono a delineare elementi iconici, su cui l’architetto designer lavorerà nei decenni successivi: griglie costruttive, “mandala” che nel tempo si caricano di significati assai più complessi. Al di là della lezione di Spazzapan, le ultime sale della mostra vogliono presentare proprio queste differenti dimensioni di Sottsass che sopravviverà a Spazzapan per decenni e che avrà modo di affrontare orizzonti culturali assai lontani da matrici secessioniste o francesi.

    Il catalogo, edito da Skira, permetterà di seguire il percorso della mostra, attraverso un ricchissimo apparato di immagini e sarà arricchito da numerosi saggi, che inquadreranno questo rapporto secondo differenti prospettive. Ai contributi dei curatori, Lorenzo Michelli, curatore e conservatore della Galleria Spazzapan, e Vanja Strukelj, si affiancheranno interventi di Martina Corgnati, Simona Riva e Francesca Zanella.

    Per informazioni

    Ufficio Stampa della Mostra:
    Studio ESSECI, Sergio Campagnolo 
    www.studioesseci.net 
    +39 049.6634999 
    roberta@studioesseci.net (rif. Roberta Barbaro)

    “Eredi Boggiano”: libro d’artista vincitore dell’Italian Council – Presentazione al MAMbo, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e all’Accademia di Belle Arti di Macerata

    Il libro d’artista “Eredi Boggiano di Cristiano Berti

    L’artista Cristiano Berti prosegue il tour di presentazione: in programma una serie di incontri al MAMbo a Bologna, alla Fondazione Re Rebaudengo a Torino e all’Accademia di Belle Arti di Macerata

    Dopo il primo incontro con l’autore e artista Cristiano Berti alla fiera d’arte contemporanea Artissima a Torino lo scorso 6 novembre, prosegue il tour di presentazione del libro d’artista Eredi Boggiano con tre nuove tappe in Italia. Il libro, edito da Quodlibet e vincitore dell’Italian Council (X edizione, 2021), verrà presentato il 15 dicembre presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in cui l’autore dialogherà insieme al direttore del museo Lorenzo Balbi. Il tour proseguirò poi a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Previsto inoltre un evento speciale il 6 dicembre all’Accademia di Belle Arti di Macerata: l’autore terrà un seminario dal titolo “Eredi Boggiano. La storia come azione artistica” rivolto agli studenti e aperto al pubblico.

    In tutto il mondo il 2 dicembre si celebra la giornata mondiale contro la schiavitù e nonostante si possa pensare che questo sia un fenomeno ormai superato, le cose stanno in tutt’altro modo, e non solo nei paesi in via di sviluppo o nei regimi dittatoriali. Gli incontri in programma rappresentano quindi un’occasione speciale per il pubblico che potrà incontrare l’artista e autore Cristiano Berti per approfondire questo tema così attuale, in un dialogo costruttivo e denso di spunti di riflessioni.

    Eredi Boggiano forma parte del progetto Cicli futili Boggiano, ideato da Cristiano Berti e composto di tre opere che, oltre a questo originale libro d’artista, comprendono un’installazione artistica e un video. Durante gli incontri l’autore racconterà come ha preso vita il progetto di ricerca durato cinque anni, che vede protagonisti temi come la schiavitù e la libertà, approfonditi con esiti in cui la valenza storica risuona inaspettatamente nell’attualità. Al centro di Eredi Boggiano sono le conseguenze dell’arrivo a Cuba del savonese Antonio Boggiano, sbarcato sull’isola alla fine del XVIII secolo e nel tempo divenuto proprietario di schiavi.

    Secondo il diritto consuetudinario vigente nelle colonie spagnole, alla persona fatta schiava veniva automaticamente dato il cognome del padrone. Il libro, dopo aver ricostruito la biografia di questo antico emigrante, rivolge l’attenzione ai suoi molti schiavi e alle loro discendenze, giunte numerose fino ai nostri giorni. Il titolo del volume allude proprio a questi cittadini cubani il cui cognome italiano è segno di un lontano passato di oppressione e, allo stesso tempo, di identità e unità familiare.

    Di grande ispirazione è infine la conversazione tra l’autore e il critico d’arte Seph Rodney, a chiusura del libro, che evidenzia la natura ibrida del progetto. Rodney ha saputo ben interpretare la forza artistica e propulsiva che ha spinto Berti a intrecciare al groviglio caotico del mistero dei Boggiano la ricerca dell’autodeterminazione e dell’identità dei Caraibi, che fa i conti con un lascito post-coloniale fatto di sfruttamento, schiavismo, ambizione e sradicamento delle proprie origini. Come nella conversazione tra Berti e Rodney, la simbiosi di arte visiva e storia sarà al centro anche degli incontri in programma a Bologna, Torino e Macerata.

    Con questo secondo episodio dei suoi “Cicli Futili“, Berti torna a osservare le sorprendenti connessioni tra la cultura cubana e italiana, già protagoniste del suo precedente libro Gaggini. Le Alpi e il Tropico del Cancro (Quodlibet, 2017), centrato sull’opera dello scultore genovese Giuseppe Gaggini per la città dell’Avana. Ed è proprio durante la ricerca artistica e storica per la stesura del suo primo libro d’artista che Berti scopre l’esistenza di Antonio Boggiano, quale intermediario commerciale tra il conte di Villanueva e lo scultore.

    Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

    BIOGRAFIA CRISTIANO BERTI

    CRISTIANO BERTI (Torino, 1967) è un artista visivo; vive e lavora a Jesi. Adopera principalmente i medium della fotografia, del video e dell’installazione. Tra le personali: Uqbar, Berlino (2017); Villa Croce Museo d’Arte Contemporanea, Genova (2015); Alert Studio, Bucarest (2014); Mole Vanvitelliana, Ancona (2012); P74 Center, Lubiana, Slovenia (2010); Stanica, Zilina, Slovacchia (2008); Carbone.to, Torino (2006, 2003, 2000). Tra le collettive: Paridad Jojaha (3a Bienal Intern. de Asunción, 2020); Récits des Bords de l’Eau (4me Biennale Intern. de Casablanca, 2018); Black Disguises (Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, 2017); Residual (New Art Exchange, Nottingham, 2015); Overlapping Biennial (5th Biennial of Young Artists, Bucarest, 2012); Roma-Sinti-Kale-Manush (Autograph ABP, Londra, 2012); Da Guarene all’Etna (Fond. Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, 2009); Artist-Citizen (49th October Salon, Belgrado, 2008);Speaking Volumes (Holter Museum of Art, Helena, US, 2008); Sexwork (NGBK, Berlino, 2006); BIG 2002, 2.a Biennale Internazionale di Torino (2002). Insegna all’Accademia di Belle Arti di Macerata. 


    INFORMAZIONI UTILI

    Eredi Boggiano di Cristiano Berti
    Edito da Quodlibet
    pp.256
    ISBN: 978-88-229-2008-9
    PREZZO: € 25
    SCHEDA DEL LIBRO: https://www.quodlibet.it/libro/9788822920089

    PAGINA FACEBOOK DEL PROGETTO CICLI FUTILI: www.facebook.com/FutileCycles

    SITO DELL’AUTORE: www.cristianoberti.it

    Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

    PARTNER: Accademia di Belle Arti di Macerata, Artissima, Museo Nacional di Bellas Artes de Cuba (L’Avana), Instituto de Estudios Crìticos 17 (Città del Messico), University of Texas Arlington (Arlington, USA), Universidad de Màlaga – Facultad de Bellas Artes (Malaga, Spagna), Photography and the Archive Research Centre @University of the Arts London – London college of communication (Londra).

    UFFICIO STAMPA
    CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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    Turismo, incontro ENIT-Ambasciata indiana: Jelinic: “in India c’è voglia d’Italia”

    INCONTRO TRA ENIT E L’AMBASCIATA ITALIANA IN INDIA

    IVANA JELINIC, CEO ENIT: “IN INDIA C’È VOGLIA D’ITALIA, IL TURISMO D’ALTA GAMMA DAL SUD EST ASIATICO CRESCE DI ANNO IN ANNO”

    5 Dicembre 2022

    Il Ceo Enit Ivana Jelinic incontra l’ambasciatore italiano a New Delhi, Vincenzo De Luca, per sviluppare sinergie turistiche tra Italia e India.
     
    “C’è un potenziale inesplorato, retaggio di un legame storico tra i due Paesi, ampliato in questi anni anche grazie al lavoro simbiotico tra la sede Enit in India e Ambasciata Italiana New Delhi. Con l’ambasciatore De Luca stiamo affrontando temi importanti per l’industria del turismo e non solo. In India c’è voglia di turismo italiano, un mercato in fortissima crescita. Cresce di anno in anno il turismo d’alta gamma, c’è una domanda molto forte ed è nelle intenzioni di Enit, dell’Ambasciata d’Italia a New Delhi e della Camera di Commercio italiana in India di lavorare insieme per favorire la domanda e l’offerta italiana nel sud est asiatico. Soprattutto in un momento in cui manca il mercato russo e cinese, l’India rappresenta un mercato imperdibile per l’Italia” commenta Jelinic.
     
    Un primo segnale viene proprio dal lancio Enit-Ita Airways del primo volo di bandiera Italia-Nuova Delhi cui ha preso parte l’Ad di Enit Jelinic che in India ha incontrato anche stakeholders di grande rilevanza e esponenti del mondo di Bollywood, l’importante industria cinematografica indiana, per porre le basi per future produzioni dedicate al made in Italy e con l’Italia protagonista. 
    Con il nuovo collegamento intercontinentale, l’Italia si espande verso il mercato asiatico e conferma il grande lavoro volto a soddisfare le esigenze di incoming incentivando gli arrivi indiani in Italia.  
     
    La nuova rotta si inserisce nella strategia di promozione del turismo e del brand Italia nel mondo per potenziare un mercato di oltre un miliardo e mezzo di potenziali viaggiatori big spender long haul.  Avere un vettore capace di incentivare l’offerta turistica e il trasporto verso l’Italia consente a Enit di implementare l’incoming e orientarsi su nuove frontiere, toccando anche comparti in fase espansiva in India come l’industria cinematografica abbinata al turismo.  


    Francesca Cicatelli – resp ufficio stampa Enit –
    francesca.cicatelli@enit.it

    Direzione Esecutiva
    Comunicazione e Ufficio Stampa
    VIA MARGHERA 2 – ROMA

    Pisa, Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi: Presentazione della riproduzione del sipario storico di Annibale Gatti – Teatro Verdi di Pisa

    Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarLa alla
    Presentazione della riproduzione del sipario storico di Annibale Gatti 

    martedì 6 dicembre 2022, ore 18:00
    presso il Teatro Verdi di Pisa

    Il progetto della riproduzione del sipario storico del Teatro Verdi di Pisa, realizzato da Annibale Gatti, è frutto della collaborazione fra il Liceo Artistico Russoli e la Fondazione Teatro di Pisa,  con il contributo di Banco BPM.

    Gli allievi sono stati coinvolti attivamente nell’intervento, attraverso i percorsi del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento): l’unicità dell’offerta formativa proposta ha integrato gli studenti nell’operato del Teatro, rendendoli attori delle varie fasi di ideazione, creazione e produzione di un sipario ad hoc, riproduzione dell’originale, dipinto nel 1867 dal pittore Annibale Gatti, raffigurante Goldoni a Pisa che recita un sonetto nel giardino di palazzo Scotto alla presenza degli Arcadi Alfei. I ragazzi sono stati coordinati dal tecnico del Teatro Sergio Seghettini che li ha seguiti per tutta la durata dell’intervento.

    Interverranno Silvia Tomasi, professoressa del Liceo Artistico Russoli e il Professor Alessandro Tosi, storico dell’Arte, che insieme a Lorenzo Gremigni e al Crocchio Goliardi Spensierati daranno vita all’azione scenica “Un sipario, un teatro”. Gli interventi musicali saranno a cura del Maestro Sandro Ivo Bartoli, che farà risuonare la sala con le musiche di Scarlatti, Chopin e Casella.

    Al termine la cerimonia di premiazione degli allievi del Liceo Artistico Russoli coinvolti nel progetto.

    L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

    Per ulteriori informazioni cliccare il logo:

    Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
    Email: educazione museo della grafica
    Telefono: 050 2216059/070  
    www.museodellagrafica.sma.unipi.it

    Museo Nazionale Romano presenta ULISSE E GLI ALTRI. Alla scoperta dei capolavori nascosti del Museo Nazionale Romano

    Mosaico con Ulisse e le Sirene
    Mosaico
    Da Quarto di Corzano, ambiente termale di una mansio (stazione di posta)
    Terme di Diocleziano, depositi (Olearie), inv. 519957
    Metà-fine II secolo d.C.

    La scena principale è inquadrata da una cornice vegetale: Ulisse è legato all’albero maestro di una
    nave con le vele arrotolate e le corde sciolte, mentre i suoi compagni continuano a remare; a
    sinistra una sirena in tunica corta suona una lira, mentre di quella di destra si riconoscono solo le
    zampe di uccello. In corrispondenza dei diversi personaggi sono indicati alcuni nomi in greco. A
    un secondo momento di vita del mosaico risalgono invece le iscrizioni latine che rimandano
    probabilmente ai gestori della mansio.

    Testa di Ulisse
    Marmo greco a grandi cristalli
    Roma, dal sepolcreto degli Statili
    Terme di Diocleziano, depositi (Magazzino Monteporzio), inv. 130
    Prima età imperiale

    La testa ritrae un uomo maturo con chioma fluente e folta barba, che si volta vigorosamente verso destra; l’identificazione con Ulisse è dovuta alla presenza del copricapo conico e rigido, il cosiddetto pileus, che aderisce alla testa, ricadendo sulla nuca a coprire i capelli lunghi.

    Testa di Penelope
    Marmo pario
    Da Roma, Tevere
    Terme di Diocleziano, depositi (Magazzino Monteporzio), inv. 580
    Prima metà del II secolo d.C.

    Nonostante lo stato di conservazione molto compromesso, nella testa è possibile riconoscere la replica di un tipo statuario noto come Penelope. La scultura si caratterizza infatti per la posa reclinata del capo, sostenuto dalla mano destra (di cui resta una piccola parte sopra la tempia) e coperto da un copricapo su sui si posa un pesante mantello, e per la disposizione dei capelli che si susseguono in piccoli riccioli a virgola lungo il contorno del viso.

    Testa di Circe
    Marmo greco
    Da San Felice Circeo (vetta del monte Circeo, ruderi del santuario c.d. di Circe, 1928)
    Terme di Diocleziano, depositi (Magazzino Monteporzio), inv. 108914
    Prima metà del I secolo a.C.

    L’identificazione di questo ritratto femminile con Circe si deve al suo ritrovamento sul promontorio del Circeo; come indica il taglio alla base del collo, la testa doveva appartenere a una scultura modellata a parte, forse la statua di culto del santuario a lei dedicato. Il ritratto, caratterizzato da lineamenti marcati che indicano una bellezza dura e sicura di sé, era arricchito con un diadema che sormontava l’acconciatura, come dimostrano i tre perni visibili sul capo.

    Ulisse e gli altri
    Alla scoperta dei capolavori nascosti del Museo Nazionale Romano

    8 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023
    (prima esposizione)

    APERTURA AL PUBBLICO da giovedì 8 dicembre 2022

    Terme di Diocleziano
    Viale E. De Nicola 78, Roma

    Il Museo Nazionale Romano apre le porte dei propri depositi e svela alcuni straordinari reperti, rendendo accessibile un patrimonio culturale inaspettato.

    Attraverso Depositi (ri)scoperti si avvia infatti il progetto di valorizzazione, costituito da un ciclo di brevi esposizioni, che permetterà di far conoscere al pubblico una grandissima quantità di opere solitamente custodite all’interno dei depositi: migliaia sono i reperti conservati in questo “museo nel museo“, quali sculture, mosaici, affreschi, oggetti in terracotta, in vetro e in bronzo. Reperti rinvenuti nel corso di più di un secolo di vita del Museo Nazionale Romano che raccontano non solo l’antichità di Roma, ma anche la storia della sua trasformazione e dei suoi scavi, dall’istituzione di Roma Capitale ad oggi.

    La prima tappa del viaggio tra i depositi del Museo Nazionale Romano è dedicata a “Ulisse” (8 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023) che, con la sua inappagabile sete di conoscenza, incarna l’incapacità di arrendersi di fronte a un mondo inaccessibile.

    Viaggiatore per eccellenza, Ulisse è guida ideale per iniziare questo percorso alla scoperta di opere sconosciute, (ri)scoperte ed esposte nelle maestose Aule delle Terme di Diocleziano.

    Il viaggio di Ulisse continuerà idealmente nel secondo momento espositivo dedicato a “gli altri” (14 gennaio – 19 febbraio 2023), approfondendo il rapporto tra gli antichi Romani e le altre culture. Una riflessione sul modo in cui gli antichi percepivano e rappresentavano popolazioni diverse tra stereotipi, diffidenza e curiosità.

    Il Museo Nazionale Romano conserva un ingente patrimonio archeologico, storico e artistico di cui solo una piccola parte è visibile nel percorso espositivo permanente. È nostro dovere – dichiara Stéphane Verger Direttore del Museo Nazionale Romano – far riemergere dai tanti magazzini del museo le opere, i contesti archeologici più significativi. Grazie al programma “Urbs, dalla città alla campagna romana” finanziato dal Programma Nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, il Museo Nazionale Romano sarà in grado nei prossimi anni di aprire nuovi spazi espositivi che permetteranno di ampliare il percorso museale. Nelle more del completamento dei lavori nelle quattro sedi del Museo, si proporranno delle presentazioni tematiche temporanee nelle quali si riuniranno delle opere poco note, mai viste o da tempo nascoste nei magazzini. Il primo di questi Depositi (Ri)scoperti è il frutto di un proficuo partenariato pubblico-privato, un tipo di collaborazione che si augura possa essere rinnovato e ampliato nel futuro. La scelta del tema – Ulisse e gli altri – è particolarmente adatta al momento che sta vivendo il Museo Nazionale Romano, che inizia un’impegnativa avventura attraverso la quale contribuirà a traghettare il pubblico verso le nuove realtà del mondo, della Storia e della contemporaneità.”

    Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di ANAGINA – Associazione Nazionale Agenti Imprenditori Assicurativi e l’allestimento a cura di Contemporanea Progetti – che da oltre venti anni organizza mostre in Italia e nel mondo – si avvale di un’esposizione immersiva e multimediale ad alto contenuto emozionale.Sul sito istituzionale del Museo Nazionale Romano (museonazionaleromano.beniculturali.it) saranno disponibili testi in linguaggio facilitato realizzati dal Servizio Educativo del MNR, specificatamente dedicati a persone con disabilità cognitiva e ai loro caregiver, per permettere la preparazione della visita e facilitare la comprensione del percorso espositivo a questo pubblico con esigenze speciali.

    Il percorso espositivo inizia dal grande mosaico di Ulisse e le Sirene (da Quarto di Corzano, provincia di Rieti, II secolo d.C.), che sarà presentato in un suggestivo allestimento multimediale che immerge il visitatore nel racconto del viaggio di Ulisse.

    Intelligente, intraprendente, tenace e assetato di sapere e di avventura, Ulisse è rappresentato nelle sue fattezze dalla testa di Ulisse in marmo greco (proveniente dal sepolcreto degli Statili, prima età imperiale): un uomo maturo, con chioma fluente e fitta barba, riconoscibile dal caratteristico copricapo, il pileus, suo comune attributo.

    A dare risalto alle virtù di Ulisse contribuiscono le numerose figure femminili che animano il mito: l’amata moglie Penelope (esposta una testa in marmo del II secolo d.C.); l’affascinante Circe, con i suoi magici sortilegi (esposto un suo ritratto in marmo greco rinvenuto nel 1928 sul promontorio del Circeo); e la sua protettrice divina Atena, rappresentata da un busto rinvenuto nel suburbio di Roma.

    A raccontare le avventure di Ulisse, e degli altri personaggi che gravitano intorno alla sua figura, sono inoltre esposti un sarcofago con raffigurazione di Achille tra le figlie di Nicomede (da Isola Sacra, seconda metà del II secolo d.C.) e un‘urna con scena della contesa per le armi di Achille (proveniente da Ostia Antica, seconda metà del II secolo d.C.).

    A partire dal 14 gennaio (fino al 19 febbraio 2023), un secondo momento espositivo sarà dedicato a coloro che ruotano intorno alla figura di Ulisse, ovvero “gli altri”: altri popoli, altre culture, altri mondi.

    Lo sguardo si amplia e dal viaggio di un solo eroe si passa a quello dell’intero popolo dei Romani, qui raccontati per la loro capacità di rapportarsi con genti diverse – dai barbari ai minuscoli pigmei – e di confrontarsi con le tante popolazioni sconfitte e assoggettate.

    Il progetto di valorizzazione dei depositi proseguirà (ri)scoprendo e restituendo ai visitatori altri straordinari reperti del Museo Nazionale Romano.

    Marmo bianco a grana fine
    Dall’Isola Sacra
    Terme di Diocleziano, depositi (Aula V), inv. 115173
    Seconda metà del II secolo d.C.

    Sulla sinistra è raffigurato un gruppo di ragazze, le figlie del re Nicomede cui Teti, la madre di Achille, aveva affidato il figlio per proteggerlo dalla guerra; richiamato dal trombettiere, in secondo piano nella parte sinistra del sarcofago, e da Ulisse e Diomede, in primo piano sempre sulla sinistra, Achille, al centro della scena, è già in armi e pronto alla battaglia nonostante una delle ragazze, Deidamia, cerchi di trattenerlo.
    Foto_Hartwig_Koppermann

    Uffici Stampa

    MUSEO NAZIONALE ROMANO
    Angelina Travaglini | mn-rm@beniculturali.it
    Adele Della Sala | ads@ufficiostampa-arte.it
    Anastasia Marsella | am@ufficiostampa-arte.it

    Treviso: Aprono al Museo Civico Luigi Bailo quattro nuove sale

    Il nuovo Grande Bailo si arricchisce di 4 sale dedicate ad Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan

    Il nuovo Bailo si allarga. Al percorso museale già esistente si aggiungono 4 nuove sale, riservate ad altrettanti protagonisti della pittura veneta del Novecento: Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan. “Il nostro intento è quello – evidenziano il sindaco Mario Conte e l’assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti – di presentare, con un nucleo attentamente selezionato di opere, 4 artisti che nel precedente ordinamento venivano solo “accennati”, a cominciare dall’ “altro Martini”, l’opitergino Alberto. Artista straordinario per capacità tecnica e visionarietà, uno dei maggiori artisti italiani dello scorso secolo, il simbolista italiano per eccellenza. Per l’allestimento della nuova Sala Alberto Martini abbiamo chiesto, e generosamente ottenuto, la collaborazione del Comune di Oderzo e della Fondazione Oderzo Cultura: un vivo ringraziamento al sindaco, Maria Scardellato, alla presidente, Maria Teresa De Gregorio, e al direttore Filippo Maria Covre”. 

    “In attesa delle Celebrazioni, nel ’24, del Centenario della morte di Alberto Martini – aggiunge Fabrizio Malachin -, la Fondazione ha concesso per la Sala Martini un gruppo davvero significativo di opere, a partire dal grande “Autoritratto”. Nella Sala si potranno ammirare anche 23 chine su cartoncino delle illustrazioni, celeberrime, della “Divina Commedia”, 18 cartoline illustrate dedicate al tema della “Danza Macabra”, un gruppo di strumenti di lavoro dell’artista, insieme alle opere patrimonio dei Civici Musei Trevigiani: i 7 pastelli intitolati Fantasie al sole, testimonianze di un simbolismo nutrito di letteratura, e L’esprit travaille, autoritratto interiore dipinto alla ‘maniera nera’, notevolissimo esempio del periodo parigino”.

    Se gli artisti simbolisti cercavano di superare la pura apparenza delle cose, trovando un legame tra il dato oggettivo e i sentimenti soggettivi, tentando così di ritrovare la spiritualità che esiste nella cruda realtà ma fa parte del regno dell’invisibile, con gli altri protagonisti si entra in una sfera diversa dal ritorno all’ordine all’osservazione del dato naturale.

    La Sala riservata a Nino Springolo (1886 –  1975) riunisce così importanti opere del maestro, principalmente focalizzate su due filoni: il ritratto ed i paesaggi. Con capolavori come il “Sile alla Fiera” del 1939, o “Il fiume a primavera” del 1928 si apre una spettacolare sequenza di vedute sul Sile, per poi passare ai ritratti: “Piero” del 1923, “Gemma” del 1941 eccetera. Anche su Springolo, nel ’24 è in programma una approfondita mostra monografica.

    La donazione recentemente pervenuta di opere e testimonianze di Lino Selvatico (1872 –1924), troverà spazio nella Sala a lui dedicata. Più estesamente sarà documentata nella monografica che all’artista veneto viene annunciata per i prossimi mesi, presentandolo come uno dei più ricercati e raffinati ritrattisti sulla scia di Giovanni Boldini, Corcors, Lavery. Grazie alla donazione, il magistrale “Ritratto di Teresita Lorenzon”, patrimonio dei Musei Civici potrà straordinariamente essere affiancato dal suo bozzetto ad olio e da due altri importanti dipinti.

    Anche Giovanni Barbisan (1914 – 1988) torna prepotentemente parte dell’allestimento del Bailo con opere grandi e scenografiche. Innanzitutto l’affresco che lo vide protagonista alla Biennale del 1936 per la sezione affresco, I nostri migliori amici sono i rurali, ma anche il grande telero con Martire fascista, e poi due Autoritratti del 1937 e degli anni ’50. A rappresentarlo anche alcune magnifiche Nature Morte, una delle quali ad affresco.

    Il Bailo arricchisce così la sezione permanente attraverso 4 protagonisti dell’arte che da Treviso hanno mosso i lori primi passi.


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