Roma, Spazio Urano: Silvia Valeri – d’Anima e d’Animali – Testo critico di Roberta Melasecca

Silvia Valeri – d’Anima e d’Animali

Silvia Valeri
d’Anima e d’Animali

A cura di Roberta Melasecca

Inaugurazione 31 gennaio 2023 ore 18.00

Spazio Urano
Via Sampiero di Bastelica 12 – Roma

Fino al 18 marzo 2023

Come vivremo insieme?

Testo critico di Roberta Melasecca

Corri canecavallo, corri dietro / agli aironi che sorvolano / in pattuglia la laguna. / Non ha importanza alcuna / che sfuggano alla presa; correre / è l’unica gioia, l’unica fortuna. / Raspa, perlustra con la zampa / il ciuffo d’erica in cerca / del tesoro di lucertole che cela. / Saetta la tua coda / mentre si alza il canto / solenne di cicale. / Cerchi e sei pago di cercare – / in fondo, per te come per me / senz’altro più importante che trovare. / Corri canecavallo. Fruga annusa / fiuta, spendi le tue energie di vita / prima che cali il sole.”1

How will we live together? Come vivremo insieme? Il titolo posto già dalla Biennale Architettura 2021, nel cuore degli ultimi eventi pandemici, è un interrogativo antico che trova l’inizio del suo immaginario dalla Torre di Babele ad Aristotele, alle rivoluzioni francese, americana ed industriale fino ai nostri tempi contemporanei in cui il cambiamento climatico e la rapida trasformazione tecnologica e delle norme sociali hanno reso ancora più urgente individuare una pluralità di risposte. Come vivremo insieme sposta il centro del problema da una visione esclusivamente antropocentrica ad una realtà ampliata nella quale l’essere umano è parte di un ecosistema dilatato e complesso. Come vivremo insieme si inserisce, anche, all’interno di un serrato dibattito filosofico, etico, scientifico e religioso che riguarda tutti noi in prima persona, sia come singoli individui che come come componenti di organizzazioni sociali e culturali: il crescente divario tra lavoro e capitale, l’azione di modernizzazione e massimizzazione dei profitti hanno determinato, infatti, lo sfruttamento violento del suolo, dell’ambiente, delle piante e degli esseri non umani, portando così ad uno squilibrio totale che sta mettendo in pericolo la vita stessa sul pianeta.

Il progetto espositivo del Padiglione Israeliano alla stessa Biennale 2021 denota, ad esempio, come la metafora biblica di una terra di latte e miele, quale profezia e promessa di prosperità, si è poi trasformata un un sistematico piano d’azione che ha profondamente segnato il territorio israeliano, rimodellando addirittura il paesaggio con danni irreparabili all’ambiente e compromettendo la convivenza tra i popoli. L’emblematica ed evocativa immagine dei cassetti dell’armadio-frigo in acciaio inox, contenenti animali imbalsamati estinti o che hanno dovuto lasciare il loro habitat in risposta agli interventi umani, esprime la consapevolezza che è venuto il tempo di ricercare un nuovo equilibrio nella relazione tra esseri non umani, esseri umani e natura, come già evidenziato da tempo dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Come vivremo insieme è la domanda che dobbiamo, dunque, porci ogni giorno nelle nostre scelte quotidiane quali responsabili dell’angolo di mondo in cui viviamo ed operiamo. Come vivremo insieme è anche la domanda che ha mosso le istanze artistiche di Silvia Valeri nella sua ricerca d’Anima e d’Animali, nell’esigenza di riflettere sia su di un piano etico e sia sul concetto di riappropriazione di un’anima sensitiva che riconosce agli animali non umani l’essere uno con il proprio corpo, valore che va affermato e rispettato. Riportando l’attenzione all’origine etimologica della parola “animale” derivante da anima, soffio vitale, e allontanandosi dalla riduzione ad animus, ovvero lo spirito contrapposto al corpo, pensiero versus bestialità, che nega la possibilità ai non umani di provare sentimenti e dolore – teoria che ha condotto alla scomparsa di molte specie e alla distruzione dei nostri sistemi ambientali – l’etica animale oggi problematizza le relazioni tra umani e non umani considerando questi ultimi come esseri in grado di provare sensazioni in linea di continuità con gli umani. L’anima animale allora ci svela territori spesso negati: mentre emerge il ricordo atavico di un tempo in cui gli animali erano déi, simboli sacri e primordiali di esistenza e morte, si staglia evidente la percezione nuova di uno spazio condiviso al cui centro è l’anima trascendente come principio che consente un approccio meno soggettivo ai diritti degli animali non umani in relazione a quelli degli animali umani.

Se lo scrittore ed esploratore sudafricano Laures van des Post poteva così affermare che gli animali non umani rendono possibile la coscienza riflessiva perchè sono l’immagine riflessa di noi stessi, nelle opere di Silvia Valeri si assiste non ad un processo di antropomorfizzazione degli animali ma, al contrario, ad un percorso di riscoperta dell’animalità nell’animale umano come personificazione di uno spirito comune a tutti gli esseri. L’artista, dunque, sembra riprendere, nelle diverse serie di acquerelli realizzati tra il 2020 e il 2022, l’ontologia basata sul tema dello sguardo, come la descrive la filosofa Élisabeth de Fontenay: lo sguardo degli animali si posa su di noi in modo disarmante, ci convoca e ci interroga. Il mondo dello sguardo è il mondo del significante, un mondo possibile, aperto, nel quale entrare in contatto con la realtà animale senza tentare di dominarla. È una poetica del volto che permette di elaborare e realizzare un nuovo umanesimo che abbatte il confine dell’universo sensibile e di quello interiore per fondare una diversa consapevolezza collettiva. I volti degli animali appaiono, nelle opere di Silvia, nella dimensione del sogno e dell’altrove, nelle profondità spirituali e psichiche, incarnando quanto affermava lo psicoanalista, saggista e filosofo statunitense James Hillman: «Se c’è un’Anima del Mondo e noi ne facciamo parte, allora ciò che accade nell’anima esterna accade anche a noi. L’estinzione degli animali, come quella delle piante, è una sofferenza insita nel mondo. Noi siamo parte dell’anima mundi e intimamente soffriamo della sofferenza che vi si sta producendo.»

Così i volti delineati dall’artista hanno le sembianze zoomorfe di un non-umano onnipresente come sovra-umano nel sentimento religioso2 e raccontano di una animalità che attraversa continuamente le nostre vite, dell’animale presente fuori e dentro di noi. Silvia Valeri realizza un bestiario sommerso che dipinge mediante il filtro dell’animalità e che interpreta il rapporto simbiotico tra il paesaggio umano e quello animale alla luce di un sentimento “sacro” di bellezza. Riprendendo quanto afferma Theodor W. Adorno – la pace è lo stato di differenziazione senza potere, nel quale ciò che è differenziato reciprocamente partecipa dell’altro3 solo in un ordine conciliato che superi l’antitesi tra natura e cultura il rapporto tra umano e non umano potrà superare l’erronea alternativa tra identità e differenza assolute – tra riduzionismo biologista e spiritualismo – le quali invece si aprono e lasciano spazio all’alterità nella forma della reciproca comunicazione e comprensione.4

Scopriremo in d’Anima e d’Animali un piccolo, intenso e non esaustivo atlante filosofico- artistico, in mutevole divenire, che l’artista distribuisce a piccoli tratti, disseminando ombre e colori, celando occhi, svelando anime. Ci sentiremo osservati nel mentre continueremo a chiederci come vivremo insieme.

1 Franco Marcoaldi, Animali in versi, Canecavallo, Einaudi Editore, 2022
2 Tutti gli animali che incontriamo nei nostri sogni, La Repubblica, 2016, recensione Presenze animali di James Hillman, Adelphi.
3 Theodor W. Adorno, Parole chiave, SugarCo, Milano 1974, p. 214
4 cit. Marco Maurizi, L’animale dialettico: la critica del dominio nella Scuola di Francoforte, 2008

Silvia Valeri – Note biografiche

Silvia Valeri nasce a Roma nel 1981. Artista, arte terapeuta e operatrice sociale, dopo aver studiato restauro dei dipinti e degli affreschi alla scuola delle arti ornamentali “San Giacomo” del Comune di Roma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma in Pittura presso la cattedra del Prof. Orti e della Prof.ssa Tiziana D’Acchille, e successivamente al biennio specialistico in Arte per la Terapia dove studia prevalentemente i processi e i medium dell’arte visiva in funzione alla relazione d’aiuto in contesti psichiatrici e di disabilità. I suoi mezzi espressivi sono principalmente quelli del disegno e della pittura e dell’installazione. Oltre alla sua personale ricerca artistica, porta avanti lo studio dell’arte intesa anche come strumento privilegiato e funzionale nella relazione d’aiuto, nell’integrazione e in contesti di disagio e/o crescita personale. Da diversi anni insegna disegno e pittura privatamente in scuole e associazioni culturali di Roma e provincia, crea e conduce laboratori di arte terapia, lavora come operatrice sociale, collabora con diversi artisti, non solo appartenenti al mondo delle arti visive, ma anche del teatro, della musica, della performance.


Silvia Valeri
d’Anima e d’Animali
a cura di Roberta Melasecca

Inaugurazione 31 gennaio 2023 ore 18.00
Fino al 18 febbraio 2023
Orari
: dal 1 al 17 febbraio su appuntamento 3476694422 – 3494945612

Spazio Urano
Via Sampiero di Bastelica 12 – Roma
tel. 3290932851
info@spaziourano.com
www.spaziourano.com

Silvia Valeri
tel. 3476694422
silvia.val@hotmail.it

Roberta Melasecca
tel.3494945612
roberta.melasecca@gmail.com
www.interno14next.it

Venezia, Galleria Alice Schanzer: ALLE 7 IN MARE – Guenda NOCENTINI

Guenda NOCENTINI
ALLE 7 IN MARE 

02.02.2023 > 02.03.2023

Vernissage 02.02.23 ore 18.30

Galleria Alice Schanzer
Campo S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

Giovedì 2 febbraio alle 18.30 inaugurerà la nuova mostra alla Galleria Alice Schanzer di Venezia intitolata “Alle 7 in mare”, personale di Guenda Nocentini a cura di Silvia Previti. 

Fino al 2 marzo saranno visibili i lavori della giovane studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, una novità per la Galleria Alice Schanzer che, con questo invito, rinnova e rimarca il progetto di apertura ai talenti, più o meno giovani. 

La Galleria di Venezia, che porta il nome della poetessa e critica letteraria Alice Schanzer (1873-1936), nasce per volontà del pronipote Marco Schanzer come luogo di trasmissione dei valori culturali umanistici, svincolati dagli attuali sistemi dell’Arte.

Guenda Nocentini
BLU SINCERO
Tecnica mista su tela cm 33×35 – agosto 2022

Guenda Nocentini, ventiduenne fiorentina, con questa esposizione realizza la sua prima vera mostra personale svincolata dai progetti prettamente accademici, interfacciandosi al pubblico con 7 dipinti su tela di recente realizzazione e tutti accomunati da una precisa atmosfera: “alle 7 in mare”, così come suggerisce il titolo della mostra, ripreso a sua volta da un’opera esposta.

Iniziando al liceo a prediligere gli acquerelli, il metodo di lavoro di Guenda Nocentini si concentra sull’analisi dell’espressività grafica e sui possibili risultati da ottenere nell’utilizzo di colori e dell’acqua in rapporto con la superficie. 

Dagli acquerelli il passaggio intermedio è stato approdare all’utilizzo dell’olio per giungere oggi alla sperimentazione con gli acrilici. Iniziato il percorso di studi all’Accademia di Belle Arti a Venezia, da subito immersivo, Nocentini ha iniziato ad assorbire le diverse sollecitazioni in un ambiente, quello dell’atelier di pittura, sempre stimolante e aperto al confronto. 

Dopo l’interessante esperienza di workshop al Padiglione Antares del Vega di Marghera nell’estate 2022, Guenda Nocentini sente di aver fatto un grosso salto qualitativo e di aver prodotto lavori importanti, tra i quali troviamo in mostra una piccola tela intitolata “Blu sincero”, tratta dalla tavolozza di colori di un’opera precedentemente realizzata. 

Un lavoro attento e certosino avviene nell’analisi dei dettagli e dei materiali sia da utilizzare sia da ricreare su tela. Il metodo, che Guenda Nocentini ha già interiorizzato e fatto suo nonostante la giovane età, costruendosi una propria sintassi espressiva, è riconoscibile nei suoi lavori sia per impronta sia per raffinatezza. 

Il suo interesse è rivolto all’osservazione e riproduzione dello spostamento della materia sulla superficie, a come il colore possa essere spostato senza l’utilizzo del pennello. “Come la corrente può spostare masse di colore sulla superficie della tela?”: è con questa domanda che attualmente si approccia ai suoi lavori, spesso lavorando con lo spruzzino ad acqua su colore, tecnica che comporta un grosso grado di imprevedibilità che la affascina sia nel processo, sia nel risultato.

Nel nucleo di dipinti esposti si trovano le opere “estive”, dove il focus è stato indirizzato sullo studio dei materiali naturali che si trovano negli ambienti marini: l’osservazione della sedimentazione organica, la rifrazione della luce sulla superficie liscia delle conchiglie, la madreperla cangiante, i movimenti impercettibili dei granelli di sabbia e della loro trasformazione in altra materia nel tempo. In questa fase, importante è stato darsi un contesto tematico e compositivo per mantenere una direzione certa.

Altro gruppo di opere presenti in mostra fanno parte invece di una produzione più recente, dove Nocentini ha deciso di liberarsi della tematica per lasciarsi andare ad un lavoro più astratto, dove il segno si è liberato e il colore è diventato atmosfera palpabile e texture rarefatta. 

Filo conduttore della mostra è senz’altro l’acqua che diventa quella già citata “corrente” capace di spostare masse di colori. 

Nocentini con la sua mostra vuole ricreare un mood, uno stato della mente, una sollecitazione tangibile e per farlo a pieno, si è affidata a Gaia Campesato per la realizzazione di un racconto che verrà consegnato ai visitatori, per esplicitare a parole il contesto che fa da fondale a tutta l’esposizione.

Un invito a chi guarda a lasciarsi indietro la noiosa realtà della routine e a farsi immergere in un’atmosfera altra, dove i pensieri fluttuano lievi.

Guenda Nocentini
TERESA
Tecnica mista su tela cm 90×90 – luglio 2022

BIOGRAFIA

Nata nel 2001 e cresciuta a Firenze, Guenda Nocentini ha frequentato il Liceo Artistico dell’IIS Alberti-Dante della sua città.
Dopo una breve esperienza in Germania, decide di iscriversi nel 2021 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, indirizzo pittura, dove attualmente frequenta il secondo anno.

Partecipa a delle piccole esposizioni già al liceo, in particolare nel 2019 con un’esposizione di una serie di acquerelli e inchiostro su carta e qualche tela. Successivamente espone a due mostre collettive e realizza una live performance a Firenze con pittura ad olio su tela.

A maggio 2022 partecipa con una decina di lavori su carta e due piccole tele alla Residenza d’arte del Palmierino a Firenze.

Nell’estate 2022 prende parte alla terza edizione di Extra Ordinario Workshop, promossa da Vulcano Agency in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia negli spazi del Padiglione Antares al VEGA di Marghera. Nocentini è stata infatti tra i novanta artisti tra studenti e artisti già affermati dell’Atelier F che hanno lavorato per tre mesi in un continuo confronto tra colleghi, coordinati da Daniele Capra, Nico Covre, Carlo Di Raco e Martino Scavezzon. Dal 22 ottobre fino al 13 novembre 2022 il padiglione ha aperto le porte al pubblico per vedere gli esiti della ricerca condotta dagli artisti.


“Come può la corrente spostare masse di colore?”

TESTO CRITICO a cura di Silvia Previti

Scenari evanescenti, abissi distopici, stati ipnotici e sognanti dell’osservazione della materia.

Una freschezza e al contempo una lucidità sublimate insieme dall’entusiasmo, tipiche di chi si approccia alla sperimentazione pittorica inconsapevole di aver già strutturato in sé una sintassi linguistica, caratteristica che solitamente contraddistingue i giovani talenti.

Guenda Nocentini, ventiduenne fiorentina, con questa esposizione realizza la sua prima vera mostra personale svincolata dai progetti prettamente accademici, interfacciandosi al pubblico con 7 dipinti su tela di recente realizzazione e tutti accumunati da una precisa atmosfera: “alle 7 in mare”, così come suggerisce il titolo della mostra, ripreso a sua volta da un’opera esposta.

Iniziando al liceo a prediligere gli acquerelli, il metodo di lavoro di Guenda Nocentini si concentra sull’analisi dell’espressività grafica e sui possibili risultati da ottenere nell’utilizzo di colori e dell’acqua in rapporto con la superficie. 

Dagli acquerelli il passaggio intermedio è stato approdare all’utilizzo dell’olio per giungere oggi alla sperimentazione con gli acrilici. 

Iniziato il percorso di studi all’Accademia di Belle Arti a Venezia, da subito immersivo, Nocentini ha iniziato ad assorbire le diverse sollecitazioni in un ambiente, quello dell’atelier di pittura, sempre stimolante e aperto al confronto. 

Dopo l’interessante esperienza di workshop al Padiglione Antares del Vega di Marghera nell’estate 2022, sente di aver fatto un grosso salto qualitativo e di aver prodotto lavori importanti, tra i quali troviamo in mostra una piccola tela intitolata “Blu sincero”, tratta dalla tavolozza di colori di un’opera precedentemente realizzata. 

Un lavoro attento e certosino avviene nell’analisi dei dettagli e dei materiali sia da utilizzare sia da ricreare su tela. Il metodo, che Nocentini ha già interiorizzato e fatto suo nonostante la giovane età, è riconoscibile nei suoi lavori sia per impronta sia per raffinatezza. 

Il suo interesse è rivolto all’osservazione e riproduzione dello spostamento della materia sulla superficie e a come posa avvenire senza l’utilizzo del pennello. 

“Come la corrente può spostare masse di colore sulla superficie della tela?”: è con questa domanda che attualmente si approccia ai suoi lavori, spesso lavorando con lo spruzzino ad acqua su colore, tecnica che comporta un grosso grado di imprevedibilità che la affascina sia nel processo, sia nel risultato.

Nel nucleo di dipinti esposti si trovano le opere “estive”, dove il focus è stato indirizzato sullo studio dei materiali naturali che si trovano negli ambienti marini: l’osservazione della sedimentazione organica, la rifrazione della luce sulla superficie liscia delle conchiglie, la madreperla cangiante, i movimenti impercettibili dei granelli di sabbia e della loro trasformazione in altra materia nel tempo. In questa fase, importante è stato darsi un contesto tematico e compositivo per mantenere una direzione certa.

Altro gruppo di opere presenti in mostra fanno parte invece di una produzione più recente, dove Nocentini ha deciso di liberarsi della tematica per lasciarsi andare ad un lavoro più astratto, dove il segno si è liberato, il colore è diventato atmosfera palpabile e texture rarefatta. 

Filo conduttore della mostra è senz’altro l’acqua che diventa quella già citata “corrente” capace di spostare masse di colori. 

Nocentini con la sua mostra vuole ricreare un mood, uno stato della mente, una sollecitazione tangibile e, per farlo a pieno, si è affidata a Gaia Campesato per la realizzazione di un racconto, per esplicitare a parole il contesto che fa da fondale a tutta l’esposizione.

Un invito a chi guarda a lasciarsi indietro la noiosa realtà della routine e a farsi immergere in un’atmosfera altra, dove i pensieri fluttuano lievi. 

Nei lavori dell’esposizione “Alle 7 in mare” è racchiusa tutta la freschezza giovanile, la leggerezza del lasciarsi rapire dalle sensazioni sollecitate dalla brezza marina, dal gioco magico di un sasso che rimbalza sulla superficie dell’acqua e poi si lascia cadere nelle profondità, dall’osservazione dei riflessi delle conchiglie, dalla danza ricreata da manciate di sabbia gettate in acqua. 

Aspetti che tutti abbiamo nel nostro immaginario mnemonico ma che Guenda Nocentini ha saputo ricreare su tela con una lucida interpretazione e traduzione espressiva, indice di un giovane talento dal quale sgorga pura arte sorgiva. 


SCHEDA INFORMATIVA

ALLE 7 IN MARE
Di Guenda Nocentini
02.02 > 02.03.2023
Vernissage 02.02.2023 ore 18.30

DOVE
Galleria Alice Schanzer, Campo S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia

ORARI DI VISITA
Orari apertura mostra: 10.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30
Per appuntamento: 347 70 30 568

UFFICIO STAMPA
CRISTINA GATTI
cristina.gatti@fg-comunicazione.it
mob.338 6950929

Venezia, Spazio THETIS: per i giovani artisti e per i curatori under 35, l’esposizione PANGEA

PANGEA

SPAZIO THETIS 
Bacini-Arsenale Novissimo-Venezia

02-15 febbraio 2023  
INAUGURAZIONE
02.02 ore 11.30 

Lo Spazio Thetis, luogo noto per le importanti mostre di arte contemporanea ospitate o organizzate e per la sua attenzione verso i giovani offre ai vincitori del Premio Accademie Arte Emergente della Biennale di Viterbo Arte Contemporanea 2022 l’opportunità di confrontarsi, e sperimentare per la prima volta  l’organizzazione di una mostra.

Grazie al nostro partner Thetis S.p.A., e alla supervisione della responsabile culturale Antonietta Grandesso, i giovani vincitori del Premio Accademie Arte Emergente della Biennale di Viterbo Arte Contemporanea 2022 hanno l’opportunità di confrontarsi, e sperimentare per la prima volta  l’organizzazione di una mostra, proprio nella città di Venezia, sede anche della Biennale d’Arte, presso Spazio Thetis luogo da tempo noto per  le importanti mostre di arte contemporanea ospitate o organizzate e per la sua attenzione verso i giovani. 

Verrà presentata PANGEA, esposizione che rientra nel più ampio progetto – Art Crossing Borders – per giovani artisti e curatori under 35, presentato da A.P.A.I. alla Regione Lazio nell’ambito di Lazio Contemporaneo.

I giovani artisti, con la curatela degli altrettanto giovani Victor Albano e Irene De Sanctis, sono stati invitati a confrontarsi con il concetto di Pangea, inteso come l’insieme delle sfaccettature che caratterizzano l’Essere, l’Individuo, i legami umani e sociali, per tracciare lo spaccato di una visione collettiva e individuale allo stesso tempo. 

Le tecniche artistiche individuate sono varie e complesse: vanno dalla pittura all’installazione, dal monotipo alla fotografia, dalla scultura al disegno, fino alla performance, abbracciando un’espressività vasta e diversificata.

Le tematiche individuate si riferiscono all’incontro tra le culture, al passaggio del tempo come attivo portatore di memorie degli incontri, al mare come spazio di connessione e condivisione di idee: i 5 popoli mediterranei da sempre hanno creato un’attiva rete di scambio che si è tradotta nella realtà culturale odierna, e che si fa suggeritrice di nuove realtà possibili, che spinge a superare i confini locali e mentali per costruire una nuova visione globale oltre i timori nei confronti del diverso e del lontano. 

Il soggiorno veneziano sarà anche occasione di scambi culturali con gli altri partner del progetto Art Crossing Borders: La Bottega del Tintoretto di Roberto Mazzetto e Palazzo Velli Expo.

I giovani artisti partecipanti

Gabriele Siniscalco ( Premio Accademia Roma), Giuseppe Falcone ( Premio Accademia Torino), 

Valerio Cavallaro (Premio Accademia Roma). 

Menzioni speciali : Marco Bazzotti (Accademia di Roma), Brigdorius (Accademia di Roma), Daniele Culicelli (Accademia di Roma), Eirene (Accademia di Roma), Francesco Filoscia (Accademia Viterbo), Anastasiya Norenko (Accademia Roma), Annalisa Saiu (Accademia Torino), Andrea Santini (Accademia Urbino).


PANGEA – 2/15 febbraio 2023
ARTE CONTEMPORANEA

Location
ARSENALE NOVISSIMO – SPAZIO THETIS
Venezia, Castello, fermata Bacini, 
Vernissage
2 febbraio 2023, h 11.30

Orario di apertura 
Dal lunedì al venerdì dalle 11,30 alle 18,30 

Consultabile online: 
https://www.facebook.com/arteapai/https://www.instagram.com/biennaleviterbo/

Direzione artistica: Laura Lucibello
Press Office Apai Arte: T. +39 3335994451 – info@apaiarte.it

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo: Tramalogie. Donazione Anna Moro – Lin

Tramalogie. Donazione Anna Moro – Lin

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo
Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo

2 febbraio – 20 agosto 2023

Dal 2 febbraio al 20 agosto, il Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di  Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, propone “Tramalogie. La  Donazione di Anna Moro- Lin“, mostra a cura di Chiara Squarcina, promossa dal Comune di Venezia – Fondazione Musei Civici di Venezia, a poco più di due anni  dalla scomparsa dell’artista.

Lidense, ma ligure di origine, Anna Moro-Lin è stata tra i grandi protagonisti della Fiber Art, l’Arte Tessile sviluppatasi a partire dal ventesimo secolo grazie anche  all’artista francese Jean Lurçat, che si rifà all’arazzeria. Già a partire dal 1920 al  Bauhaus si sperimentava l’uso di fibre e materiali come la seta artificiale, il metallo, il  cellophane e la ciniglia nella disciplina di tessitura, tutte tendenze che  hanno dato origine, trent’anni dopo, alla Fiber Art vera e propria. Il boom  creativo effettivo però è stato negli anni 60/70 in cui questa forma d’arte ha raggiunto le sue forme più alte e disparate di espressione.
Il 23 giugno del 2020, Anna Moro-Lin aveva donato alla Città di Venezia un  nucleo di 20 sue opere destinandole al Museo di Palazzo Mocenigo, Centro Studi  di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo.

“L’arte di Anna Moro-Lin è stata consegnata alla storia grazie a questa  donazione, afferma la Presidente della Fondazione Maria Cristina Gribaudi. Che  qualifica la Donazione come “Un atto assolutamente generoso che darà l’opportunità, a quanti lo vorranno, di conoscere un capitolo importante della  Fiber Art e cogliere gli sviluppi e le cifre caratteristiche di quest’artista lidense  proveniente da un’antica famiglia veneziana che ha supportato e valorizzato da sempre la cultura e la sua diffusione”.
“L’entità creativa di Anna Moro-Lin permette – ad affermarlo è Chiara Squarcina curatrice della mostra e Direttore del Museo di Palazzo Mocenigo, oltre che del Fortuny – di cogliere il valore assoluto nei confronti del tessile che, proprio grazie  alla Fiber Art, viene sdoganato e assurge a materiale duttile per espressioni artistiche originali”.
“Questo è un punto fermo che riconosce anche la volontà del Museo di Palazzo  Mocenigo di proseguire come Centro Studi. Infatti, le opere donate consentono delle letture trasversali rispetto alle altre collezioni di Fiber Art conservate  sempre a Palazzo Mocenigo. Non possiamo altresì dimenticare che le principali  esponenti di questa corrente artistica nascono e si sviluppano in ambito lagunare contaminando poi realtà nazionali e internazionali”.
“Questa monografica consente approfondire, non solo la cifra creativa  dell’artista ma anche la sua evoluzione intesa come superamento dei limiti che circoscrivevano l’espressività legata alla Fiber Art. Oggi queste opere sono un  tassello determinante per la comprensione della mappatura generale dei  linguaggi che sentono sempre più pressante la necessità di incrociarsi e interagire con il reale e un’ardita e quanto mai possibilistica visionarietà”.
“Con Anna Moro-Lin la tradizione non viene negata bensì assimilata e superata  per tradurre riflessioni e introspezioni psicologiche ancorate al sentire contemporaneo, al disagio, alla solitudine, alla ricerca di un riconoscimento dell’  “io” che non si ritrova più ma che può, in qualche modo, intrecciarsi con la fibra  materiale per ricostruirsi un’identità credibile e veritiera”, chiosa la Direttrice.

Il percorso si snoda in venti sale al primo piano nobile, raddoppiando le aree  espositive aperte nel 1985. È stata inoltre realizzata una nuova sezione dedicata  al profumo con cinque stanze dedicate, dove strumenti multimediali ed esperienze sensoriali si alternano in un percorso di informazione, emozione,  approfondimento.
L’ambiente nel suo insieme evoca diversi aspetti della vita e delle attività del  patriziato veneziano tra XVII e XVIII secolo, ed è popolato da manichini che indossano preziosi abiti e accessori antichi appartenenti al Centro Studi di Storia  del Tessuto e del Costume (ora Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e  del Profumo), annesso al Museo. Moda e costume, con particolare riferimento alla storia della città, caratterizzano dunque da subito la ricerca e l’attività  espositiva del Museo, nel contesto ambientale del palazzo gentilizio dei Mocenigo.

Le attività del Museo di Palazzo Mocenigo oltre a focalizzarsi sulla valorizzazione  del patrimonio tessile attraverso l’accesso e lo studio guidato dei manufatti  conservati presso i depositi, saranno dedicate allo studio della collezione di flaconi Storp che, data in comodato a lungo termine a Fondazione Musei Civici,  consentirà di incrementare il supporto narrativo della sezione dedicata al  profumo. In considerazione del prestigio di questo nucleo saranno proposte anche iniziative specifiche in collaborazione con MAVIVE


Contatti per la Stampa

Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa

In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Palazzo Mocenigo
Santa Croce 1992
30135 Venezia
Tel +39 041 721798
mocenigo.visitmuve.it

Bologna: ART CITY WHITE NIGHT – Apertura speciale della mostra “Abissi” di Valentina d’Accardi alla Maison Laviniaturra

Valentina-DAccardi, ABISSI0012, 2021

Maison laviniaturra presenta la mostra

“Abissi”
di Valentina D’Accardi

Apertura speciale Art City White Night: 4 febbraio 2023 – dalle 20.00 alle 24.00

Apertura straordinaria dall’1 al 5 febbraio 2023

Via dei Sabbioni 9, Bologna

A grande richiesta di pubblico, la Maison laviniaturra aderisce al programma di Art City White Night con l’apertura speciale sabato 4 febbraio della mostra “Abissi” dell’artista bolognese Valentina D’Accardi, accompagnata da un testo critico di Marinella Paderni. La Maison laviniaturra per l’occasione sarà aperta tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00 e per l’Art City White Night di sabato 4 febbraio estenderà la chiusura alle ore 24.00. Sarà un’occasione speciale per ammirare ancora una volta i lavori della D’Accardi che si inseriscono nella ricca programmazione di mostre promosse dal noto atelier-salotto bolognese di moda Maison laviniaturra, fondato dalla fashion designer Lavinia Turra.

Le fotografie dell’artista Valentina D’Accardi sono frutto di un percorso interiore che pone al centro della ricerca artistica due concetti chiave: l’esplorazione dell’abisso, della profondità dell’animo umano, e la deformazione delle forme consuete della quotidianità. Questi due elementi confluiscono in un dialogo poetico con la natura, la quale riflette e rinforza l’inscindibile legame con l’interiorità e la percezione umana, diventando protagonista assoluta degli scatti esposti. Questo progetto ha vinto il Terzo Premio Camera Work 2021, esposto a Photo Open Up 2021, Festival Internazionale di Fotografia a Padova, ed è stato incluso nella collettiva Fosfeni – Fotografia, paesaggio e percezione, a cura di Carlo Sala per Fondazione Francesco Fabbri. Dal testo critico di Marinella Paderni si legge: “Una natura più misteriosa, intima e non spettacolare, si svela a noi nelle fotografie di Valentina D’Accardi. È la natura della nostra profondità, quella che abita i nostri luoghi privati, gli spazi che vediamo la mattina appena apriamo gli occhi. È una natura domestica e familiare, quella che ci ricorda di cosa siamo fatti e di cosa abbiamo bisogno, che chiede di prendersi cura di lei in un modo che restituisce anche la cura e l’amore per noi stessi. Una natura inscritta nei nostri corpi e che ricreiamo dentro le nostre case, che ci dona cuore affinché la nostra umanità non smetta di essere bios, energia vitale. È la forza che spinge noi stessi, come ci ricorda Dylan Thomas nella sua struggente poesia, quella che non guardiamo mai abbastanza“.

Abissi presenta una serie di suggestioni fotografiche volte a deformare l’apparente realtà che ci circonda e dalla quale emergono immagini oniriche e misteriose, appartenenti a un mondo inabissato e sconosciuto all’occhio umano ma che può essere colto attraverso la lente fotografica. Ispirata dall’eccentricità di Lewis Carroll, autore di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio e quello che Alice vi trovò, l’artista Valentina D’Accardi vuole mostrare “mondi impossibili in cui i fiori parlano”, accessibili tramite la contemplazione, la percezione e la sensibilità artistica. “Mentre guardo nel mirino – racconta Valentina D’Accardi – non posso prevedere ciò che verrà fuori: fotografia come inatteso, sorpresa, regalo, momentanea perdita di controllo, un istante di grazia. L’obiettivo deforma il mio giardino domestico in mondo inquietante, forse spaventoso, mistico, inatteso. Le piante del mio appartamento, vive o morte, mi chiamano a fotografare nella casa muta piena di voci.“. Questa visione magica e inafferrabile della natura viene catturata nei suoi scatti che vengono successivamente deformati in fase di scansione e stampa. Valentina D’Accardi, affascinata dall’impossibilità di controllare l’inquadratura, altera la funzione originale del suo dispositivo nel suo sortilegio artistico. Una nuova tecnica innovativa che accompagna un progetto fotografico che vuole raccontare il desiderio di evocare gli “abissi” da cui affiorano realtà occulte.

Anche se gli ingrandimenti delle polaroid originarie limitano il grado di riconoscibilità delle piante ritratte, Valentina D’Accardi non “esaurisce” il soggetto delle sue fotografie, anzi lo potenzia: la natura sembra sfuggire al nostro sguardo, appare enigmatica, indecifrabile – l’opposto di quello che normalmente assicura la fotografia, la certezza di quello che vediamo” così scrive Marinella Paderni nel suo testo critico.

La fashion designer Lavinia Turra ha in passato già collaborato con la D’Accardi, portando avanti un lavoro virtuoso di condivisione artistica e professionale. Con l’associazione ABC, che presiede, ha promosso due grandi mostre, entrambe curate da Maura Pozzati: la mostra collettiva HESTIA nel 2015 e la mostra personale nel 2016 dal titolo Fiume, con la quale Valentina D’Accardi ha vinto il Premio Setup come Miglior Artista Under 35, la Menzione della Giuria al Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee ed è stata una degli otto finalisti del concorso Giovane Fotografia Italiana a Fotografia Europea – Festival Internazionale di Reggio Emilia.

Lavinia Turra – note biografiche

Lavinia Turra. Nata a Bologna, cresciuta fra donne che tagliavano e cucivano, ha frequentato da bambina antiche sartorie e imparato l’amore per questo lavoro. Il suo mestiere nasce e cresce con l’uso delle mani, che conoscono e usano non solo i colori e le matite, ma soprattutto le stoffe e i tessuti, adoperando forbici, ago e filo. Arriva a questo lavoro attraverso un’attrazione e una lunga strada di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro. di “connivenze” e “complicità” legate all’arte, alla pittura, al teatro. Curiosa per natura, la relazione personale e l’ascolto sono alla base del suo modo di “vestire” perché l’abito, “deve rappresentare la donna e non travestirla”.

Nel 2017 fonda Maison laviniaturra, sentendo la necessità di uno spazio che non solo offra ma accolga, come solo una “casa” sa fare. L’apertura della Maison coincide anche con l’inizio della collaborazione creativa con la figlia Cecilia Torsello, rinnovamento e fresca energia del brand. Un prodotto 100% Made in Italy, tessuti di ricerca, forme timeless e dettagli all’avanguardia: Maison laviniaturra propone una propria idea di lusso, legato all’etica di produzione, all’individualità e ispirata alla cultura del bello.

Valentina D’Accardi – note biografiche

Valentina D’Accardi si laurea in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Con il progetto Fiume vince il Premio Setup come Miglior Artista Under 35, la Menzione della Giuria al Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee ed è una degli otto finalisti di Giovane Fotografia Italiana a Fotografia Europea – Festival Internazionale di Reggio Emilia. Nel 2018 vince il terzo premio ad Artifact Prize e viene selezionata per Fotopub, Festival Internazionale di Fotografia Contemporanea di Novo Mesto, Slovenia.

Vince il terzo premio a Camera Work nel 2021 e con l’ultimo progetto, Abissi, viene invitata a tenere una personale a Photo Open Up, Festival Internazionale di Fotografia a Padova. Il ciclo ed è stato incluso nella collettiva Fosfeni – Fotografia, paesaggio e percezione, a cura di Carlo Sala per Fondazione Francesco Fabbri. In mostra, tra gli altri, Paola De Pietri, Mario Cresci, Luigi Ghirri.

Due sono le pubblicazioni con Danilo Montanari Editore: Fiume e Inoltranze, un libro di poesie in dialetto bolognese scritte da Stefano Delfiore, edito grazie al contributo di Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna. Valentina vive a Bologna e lavora principalmente con la fotografia, il video e il disegno.


INFO UTILI MOSTRA Abissi di Valentina D’Accardi
DOVE: Maison laviniaturra, via dei Sabbioni 9, Bologna
Apertura speciale per Art City Bologna 2023
QUANDO: Sabato 4 febbraio dalle 20.00 alle 24.00
Apertura straordinaria dall’1 al 5 febbraio dalle 19.00 alle 20.00

CONTATTI MAISON LAVINIATURRA
FACEBOOK: Maison laviniaturra
INSTAGRAM: maisonlaviniaturra
SITO: maison laviniaturra

UFFICIO STAMPA: CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126             
info@culturaliart.com     www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia   Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann   Youtube: Culturalia

Bologna, Art City 2023: the rooom presenta la mostra “Dreamtigers” con Mulieris Magazine 

DREAMTIGERS

Opere di Lula Broglio, Alejandra Hernández, Joanne Leah, Sara Lorusso, Sara Scanderebech, Ayomide Tejuoso (Plantation)

Installazione The Mosshelter di Marco Cesari

A cura di Laura Rositani

THE ROOOM, via Galliera 8, Bologna

02 febbraio – 30 marzo 2023

Inaugurazione 01 febbraio h 18

Rsvp press@therooom.it

Un progetto di Mulieris Magazine & THE ROOOM Nell’ambito di Art City Bologna in occasione di Artefiera

Progetto grafico: Chiara Cognigni e Giulia Boccarossa

Mercoledì 1° febbraio alle ore 18 presso lo spazio THE ROOOM in via Galliera 8 a Bologna, si inaugura la mostra DREAMTIGERS a cura di Laura Rositani, una collettiva di artiste nazionali e internazionali che presenta in esposizione le opere di Lula Broglio, Alejandra Hernández, Joanne Leah, Sara Lorusso, Sara Scanderebech, Ayomide Tejuoso (Plantation). La mostra sarà visitabile fino al 30 marzo 2023.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Mulieris Magazine e il concept studio specializzato nella comunicazione della sostenibilità THE ROOOM per rafforzare il comune impegno a contrastare qualsiasi forma di discriminazione e a garantire la pari opportunità di genere in accordo con il 5 SDG’s dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Alejandra Hernández, A Day in the Life

Dreamtigers (1960) fa riferimento ad una raccolta di saggi e poesie dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, che in questa pubblicazione rende omaggio agli animali che l’hanno accompagnato nella scrittura e nella vita, in senso metaforico e non. Le tigri hanno sempre suscitato in Borges un forte interesse fin dall’infanzia, tanto da passare ore ad ammirarle davanti alle loro gabbie nel giardino zoologico e ad osservarle nel loro splendore tra le pagine dei libri di storia naturale.

La dimensione onirica ci permette di avere accesso a tutto quello che è possibile generare con la nostra immaginazione: possiamo avere sembianze animalesche, le nostre braccia diventano infiorescenze e siamo creature ibride, siamo fuori da ogni tipo di categoria. Possiamo parlare con chiunque, anche con chi non c’è più e non abbiamo più paura di dimenticarne la voce. Il reale e l’immaginario si fondono in quello che Sigmud Freud definiva l’ombelico del sogno, ovvero il momento in cui frammenti del reale convergono e si mescolano con la parte nebulosa del sogno, aprendo le porte ad un orizzonte indefinito.

Questa visione collettiva è generata dall’alternanza dei lavori delle sei artiste coinvolte Lula Broglio, Alejandra Hernández, Joanne Leah, Sara Lorusso, Sara Scanderebech, Ayomide Tejuoso (Plantation), assieme alle installazioni di The Mosshelter di Marco Cesari, che si accendono all’interno degli spazi di THE ROOOM.

Joanne Leah

Le opere creano una successione di visioni che ci immergono all’interno di una fusione tra mondo animale, vegetale e umano. Sono un reticolo di crepe per ricongiungersi ad una sfera di ricordi. Sono corpi in continuo mutamento, estensioni vegetali, sono sipari pronti ad aprirsi.
Attraverso fotografia e pittura sembrano istantanee di un accadimento passato che non vuole arrendersi all’idea di concludersi. Sono sogni dai quali non abbiamo più voglia di svegliarci. Le superfici lisce delle opere acquistano volumi e tattilità diventando, ai nostri sensi, irraggiungibili. Negli abissi del tempo che non ha più alcun tipo di collocazione, siamo di fronte ad immaginari inconsci, a distillati di natura e piccoli ecosistemi di cui prenderci cura che ci permettono un nuovo contatto con il nostro subconscio, con la fantasia dell’infanzia e con le nostre tigri.

Partnership con Edgar Sopper Gin e Up Day.

The Rooom

THE ROOOM, concept studio con sede nell’affascinante cornice di Palazzo Aldrovandi Montanari, offre servizi di comunicazione alle imprese sui temi legati alla sostenibilità, all’innovazione, alla creatività e alla responsabilità sociale. THE ROOOM è anche uno spazio di contaminazione tra sfere economiche e creative che prende vita attraverso una programmazione di iniziative multidisciplinari ed eventi che ispirano nuove idee e generano consapevolezza sulle tematiche ambientali, economiche e sociali.

Mulieris è una rivista indipendente con sede in Italia. Mulieris non è solo una rivista, ma anche una piattaforma, uno spazio sicuro, una comunità, una fonte per l’arte e gli eventi creati da womxn, con l’obiettivo di parlare a tutti indipendentemente dal genere o dal sesso. Vogliamo creare un dialogo aperto sull’uguaglianza di genere attraverso l’arte realizzata da womxn.

Edgar Sopper Gin, lanciato nel 2021 dal Gruppo Montenegro: un gin irriverente, sagace, dal forte animo inglese come il corvo imperiale Edgar Sopper, protagonista in etichetta, che si finse morto per prendersi gioco del guardiano della torre di Londra (dove tradizionalmente i corvi vivono a protezione della Corona). Distillato nella più antica e pluripremiata distilleria di gin d’Inghilterra, è realizzato con una dedizione ed esperienza di tipo artigianale seguendo rigorosamente il metodo “London Dry”, che distilla solo gli estratti naturali di 5 botanicals accuratamente selezionate (ginepro, angelica, coriandolo, limone e pepe di cubebe). Dal gusto classico, deciso ed equilibrato, Edgar Sopper Gin è perfetto per la preparazione di cocktail classici e twist on classic.

Up Day, società per azioni leader sul mercato italiano delle soluzioni di benessere per le Imprese e le Persone, Up Day studia, crea e sviluppa servizi innovativi, convenienti e motivanti per tutti i suoi stakeholder. Attraverso la conciliazione vita/lavoro, gli strumenti proposti accrescono il benessere individuale e famigliare e favoriscono un clima aziendale positivo. I suoi valori essenziali sono solidarietà, innovazione e impegno. Parte della multinazionale Up Group, cooperativa sociale nata in Francia più di cinquanta anni fa e presente in 4 continenti, raggiunge in Italia ogni giorno 30.000 aziende clienti e 1 milione di beneficiari, collaborando quotidianamente con 150.000 partner affiliati, e nel 2021 ha realizzato un fatturato di 750 milioni di euro con risultati sempre in crescita.


INFO UTILI

DREAMTIGERS a cura di Laura Rositani
 
THE ROOOM, via Galliera n. 8 – 40121 Bologna
02 febbraio al 30 marzo 2023
 
Inaugurazione: 01 febbraio 2023 dalle 18 alle 22
 
Art City White Night: 04 febbraio 2023 dalle 18 alle 24
 
Orari dal 02 febbraio al 30 marzo 2023 da lunedì a venerdì: 9.30-12.30 / 15-18
 
Per info e prenotazioni è necessario scrivere a press@therooom.it  
Contatti: +39 375 5604011
 
www.therooom.it  www.mulierismagazine.com

Bologna, Fondazione Carlo Gajani: #Black&White di Audrey Coïaniz (Basmati Video)

ART-CITY-FONDAZIONE-GAJANI

#BLACK&WHITE
di AUDREY COÏANIZ
(BASMATI VIDEO)

A cura di Giuseppe Virelli

Dall’1 al 5 febbraio 2023

Fondazione Carlo Gajani
Via de’ Castagnoli 14, Bologna

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 in occasione di ARTEFIERA, la Fondazione Carlo Gajani presenta #BLACK&WHITE, mostra personale di Audrey Coïaniz del duo BASMATI VIDEO, curata da Luca Monaco e Giuseppe Virelli.  All’interno degli spazi della Fondazione, l’artista ha elaborato una esposizione site-specific divisa in due momenti: l’una incentrata su delle opere pittoriche di matrice astratta-informale che si rifanno ai lavori giovanili dell’artista bolognese; l’altra su una video-scultura realizzata con tessuti leggerissimi e trasparenti attraversata da immagini grafiche-geometriche elaborate al computer che dialogano a distanza con il periodo Pop di Gajani. L’idea è quella d’immergere idealmente lo spettatore all’interno di un vortice spazio-temporale in cui dipinti e disegni digitali “ispirati” all’artista bolognese fluttuano sospesi tra realtà e virtualità.

Sound designer Filippo Bonelli

NOTE SU AUDREY COÏANIZ

Audrey Coïaniz è nata a l’Isola de La Réunion nel 1978, vive e lavora tra Bologna e Marsiglia. Si è diplomata all’ESBAM di Mareille-Luminy con una specializzazione in Architettura e disegno dello spazio. In qualità di artista visuale, sviluppa una ricerca sui concetti intercorrenti tra corpo, spazio e movimento, realizzando opere di video-animazione digitale, live performance, installazioni. Ha partecipato a numerosi festival notori in Europa con screening e live performance e ha esposto in gallerie e museo internazionale.


INFORMAZIONI UTILI
    
TITOLO: #BLACK&WHITE
A CURA DI: Luca Monaco e Giuseppe Virelli
PREVIEW PER LA STAMPA: Mercoledì 1 febbraio 2023, alle ore 16:30
INAUGURAZIONE: Mercoledì 1 febbraio 2023, dalle ore 16:30 alle ore 20:00
DOVE: Fondazione Carlo Gajani, Via de’ Castagnoli 14, Bologna
QUANDO: Dal 1 al 5 febbraio 2023
 
ORARI: da mercoledì 1 a venerdì 3 febbraio ore 16:30 – 20:00
Sabato 4 febbraio 2023 ore 16.30-24.00
Domenica 5 febbraio 2023 ore 16.30-20.00
 
ACCESSO LIBERO
PER INFO E CONTATTI: info@fondazionecarlogajani.it
 
FONDAZIONE CARLO GAJANI:
SITO: http://www.fondazionecarlogajani.it/it/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/fondazionecarlogajani
TWITTER: https://twitter.com/fondcarlogajani?lang=it / @FondCarloGajani
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCa7DXTxVXZqyoCMhrwKm6TA
 
UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126            
info@culturaliart.com
www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia

Musei Civici di Venezia: aperture speciali in occasione del Carnevale 2023

Musei Civici di Venezia:
aperture speciali in occasione del Carnevale 2023

Dopo il grande successo di pubblico per le aperture speciali nei musei dell’area Marciana durante le festività natalizie, in occasione del Carnevale veneziano saranno il Museo Fortuny e la Galleria internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro ad aprire le porte ai visitatori fino alle ore 21 nelle giornate di venerdì 17 e sabato 18 febbraio. Due luoghi affascinanti del Moderno e del Contemporaneo che consentiranno al visitatore di comprendere il ruolo che la città si è conquistata, a partire dalla fine dell’Ottocento, nella sperimentazione artistica contemporanea.

Il monumentale palazzo barocco di Ca’ Pesaro, oltre ad ospitare la collezione d’arte moderna della città con il nucleo principale di opere acquistate alla Biennale dei primi decenni, offrirà ai visitatori eventi temporanei che apriranno nel mese di febbraio.

Nel palazzo gotico trasformato da Mariano Fortuny all’inizio del ‘900 si ricorda invece la recente apertura al secondo piano degli atelier dell’artista oggi visitabili e la collezione Panza di Biumo al piano terra.

I due musei possono essere visitati anche con un biglietto unico combinato molto conveniente che consente un ingresso per ciascuna sede, valido tre mesi e ridotto ai possessori di biglietto Trenitalia con destinazione Venezia.

Inoltre lunedì 20 e martedì 21 febbraio, ultimo giorno di carnevale, apertura di tutti i Musei Civici e del centro Culturale Candiani, con la bella mostra dedicata a Kandinsky e le Avanguardie e lo spettacolo Il suono pittorico, tratto da brani e vicende biografiche di Kandinsky e dedicato alle donne dell’avanguardia che si volgerà in Auditorium venerdì 17 febbraio.

Non mancheranno, naturalmente, attività laboratoriali creative proposte da MUVE Education e rivolte a famiglie con bimbi e ragazzi che coinvolgeranno i Musei di Casa Goldoni (Speciale carnevale: Marionette in gioco) e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (Speciale carnevale: Una maschera di carta ), prenotabili sul sito www.visitmuve.it/education. Rimane poi sempre disponibile su prenotazione per tutto il periodo di Carnevale l’offerta on-demand rivolta a scuole, adulti e famiglie.

Tutti gli eventi da visitare nei Musei per il carnevale

28 gennaio – 7 maggio Museo del Vetro

Simon Berger: Shattering Beauty

2 febbraio – 20 agosto Museo di Palazzo Mocenigo

Tramalogie. Donazione Anna Moro-Lin

– 

11 febbraio – 10 aprile Ca’ Pesaro

La donazione Ileana Ruggeri. Riverberi

11 febbraio – 10 aprile Ca’ Pesaro

Marco Petrus. Capricci veneziani

fino al 21 febbraio Candiani Mestre

Kandinsky e le Avanguardie Punto, linea e superficie

17 febbraio, ore 18.00 Candiani Mestre

Il suono pittorico. Spettacolo tratto da brani e vicende biografiche di Kandinsky e dedicato alle donne dell’avanguardia


Per maggiori info

www.visitmuve.it

Contatti per la Stampa

Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it

Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Il Palazzetto Bru Zane porta il CAFÉ CONCERT al Carnevale di Venezia

Alle origini della paura – 9 febbraio

Un recital divertente, malizioso e poetico, un cine-concerto, un evento per famiglie, visite guidate dal 9 al 21 febbraio

Sarà un Carnevale spiritoso e al femminile quello che propone a Venezia il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française. Quest’edizione si articolerà intorno allo spettacolo Café Concert venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 febbraio: la cantante, attrice e regista Émeline Bayart, accompagnata al pianoforte da Manuel Peskine, interpreterà canzoni francesi dal repertorio del café-concert e delle chanteuses de caractère – da Yvette Guilbert il cui volto sarà l’immagine del Carnevale 2023 al Palazzetto Bru Zane.

Un cine-concerto apre gli eventi dedicati al Carnevale giovedì 9 febbraio. Intervallati dagli interventi del docente dell’Università degli Studi di Padova Marco Bellano, il pubblico scoprirà momenti memorabili tratti da alcuni film del cinema espressionista muto, accompagnati dal pianista Gabriel Dal Santo che interpreterà una selezione di musiche sinfoniche del repertorio romantico, allora fonte di atmosfere sonore per questi racconti di paura.

I più piccoli potranno invece scoprire la musica di Mel Bonis attraverso il laboratorio ideato da Elisabetta Garilli, Un pianoforte, un cane, una pulce e una bambina, che presenterà ai bambini dai 4 ai 7 anni musica in danza, mimo e burattini domenica 12 febbraio. Un laboratorio-concerto che potrà accompagnare a casa chi lo desidera con l’omonimo albo sostenuto dal Palazzetto Bru Zane.

Saranno inoltre previste visite guidate gratuite in italiano, francese e inglese tutti i giorni dal 16 al 21 febbraio.

SPETTACOLO

Café Concert
Émeline Bayart canto
Manuel Peskine pianoforte
Spettacolo cantato in francese

DATE E ORARI SPETTACOLO:
venerdì 17 e sabato 18 febbraio ore 19.30
domenica 19 febbraio ore 17
ingresso 15€ | ridotto* 5€
*studenti e under 30

CINE-CONCERTO CON PROIEZIONE DI ESTRATTI DI FILM E PRESENTAZIONE IN ITALIANO
giovedì 9 febbraio ore 18
Alle origini della paura. Maschere, musiche e brividi del cinema espressionista
Marco Bellano relatore
Gabriele Dal Santo pianoforte
ingresso gratuito

LABORATORIO CONCERTO IN ITALIANO PER BAMBINI DAI 4 AI 7 ANNI
domenica 12 febbraio ore 15.30
Un pianoforte, un cane, una pulce e una bambina
Musiche di Mel Bonis
Elisabetta Garilli ideazione, pianoforte e voce
Enrica Compri voce narrante e canto
Giulia Carli danza e mimo
Serena Abagnato scenografia e burattini
Gianluca Gozzi burattini
ingresso 5€ a persona

VISITE GUIDATE GRATUITE DEL PALAZZETTO BRU ZANE
Dal 16 al 21 febbraio
14.30 italiano; 15.00 francese; 15.30 inglese

Prenotazione consigliata per tutti gli eventi previsti nell’ambito del Carnevale: contact@bru-zane.com
Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française

La missione del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, con sede a Venezia, è la riscoperta e la diffusione a livello internazionale del patrimonio musicale francese (1780-1920), concepisce e progetta programmi incentrati sul repertorio romantico francese. Si occupa sia di musica da camera sia del repertorio sinfonico, sacro e lirico, senza dimenticare i generi «leggeri» che caratterizzano lo spirito francese (chanson, opéra-comique, operetta). Il centro, inaugurato nel 2009 per volere della Fondation Bru, ha sede a Venezia in un palazzo del 1695 appositamente restaurato per ospitarlo.


INDIRIZZO

Palazzetto Bru Zane
Venezia, San Polo 2368
Da Campo San Stin attraversare il sottoportico alla fine del Campo; il Palazzetto si trova in fondo alla calle.

Contatti per la Stampa
contact@bru-zane.com
In collaborazione con Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
Ref. Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net Tel. 049 663499