GLI ULTIMI GIORNI DI VAN GOGH – Il diario ritrovato. Spettacolo teatrale con Marco Goldin

Marco Goldin, Teatro Duse, Bologna. Foto di Simone Di Luca

Goldin con Van Gogh: domani al Rossetti di Trieste.
La seconda parte della tournée riparte da Castelfranco Veneto a metà marzo ed è programmata per l’intera primavera. In autunno, Roma e il sud del Paese.

GLI ULTIMI GIORNI DI VAN GOGH Il diario ritrovato

Spettacolo teatrale con Marco Goldin

Tratto dal suo romanzo, “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato” (edito da Solferino)

Musiche di Franco Battiato

Regia di Marco Goldin

Imarts, società che produce e distribuisce lo spettacolo, e Marco Goldin, trevigiano doc che ne è il protagonista, hanno scelto, assieme allo sponsor Gruppo Euromobil, il piccolo e prezioso Teatro Accademico di Castelfranco Veneto per annunciare le date della seconda parte della tournée de “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato”, lo spettacolo che, con grandi riscontri di pubblico e critica, il critico e scrittore sta portando in giro per l’Italia.

Goldin sarà all’Accademico dal 17 al 19 marzo: non una sola serata, quindi, ma tre di seguito, data la capienza ridotta del meraviglioso Teatro settecentesco della città murata in provincia di Treviso.

“Ho accolto con vero piacere la possibilità che a Castelfranco, nel suo storico Teatro, si potessero fare gli spettacoli di ripresa primaverile del tour. In questa città ho insegnato per due anni subito dopo la laurea a metà anni ottanta e ho mosso negli stessi mesi alcuni tra i miei primi passi come critico d’arte, curando una mostra sul paesaggio veneto dei decenni iniziali del Novecento, da Gino Rossi a De Pisis. Mi fa quindi davvero piacere ritornarvi dopo tanti anni”.

La prima parte della tournée nazionale ha avuto la data zero a Salsomaggiore al principio di novembre e ha poi debuttato in prima nazionale a Bologna, al Teatro Duse, per toccare, tra le altre, città da Milano a Torino, da Verona a Udine, da Ancona a Padova, da Bergamo a Trieste, dove, al Teatro Rossetti, arriverà domani 17 gennaio. Ovunque con larghissimo consenso sia da parte del pubblico sia da parte della critica.

Proprio da Castelfranco Veneto questa tournée riparte per la sua seconda sezione di calendario, da metà marzo a inizio maggio, toccando tante altre città, da Genova a Firenze, da Ravenna a Mantova, da Reggio Emilia a Gorizia e così via. Nel prossimo autunno, lo spettacolo ripartirà da Roma per poi fare tappa in alcune delle più importanti città del sud e delle isole.

I biglietti per le repliche nelle varie città sono già in vendita sui circuiti Ticket One e Vivaticket, oltre che nei singoli teatri.

Lo spettacolo, di e con Marco Goldin, musiche di Franco Battiato e animazioni video di Alessandro Trettenero, è parte del progetto collegato al romanzo “Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato” (Solferino), scritto da Goldin nella particolare forma di diario immaginario. Da esso sono derivati lo spettacolo teatrale, di cui Goldin cura anche la regia, e alcuni podcast.

La rappresentazione teatrale è dunque liberamente ispirata al romanzo che racconta le ultime settimane di vita del grande pittore. Nel libro che sta alla base di tutto il progetto, Goldin immagina che Van Gogh abbia tenuto un diario proprio in quei giorni e per questo lo fa parlare con la sua voce, sempre appoggiandosi ai fatti realmente accaduti e alle lettere, cercando dunque la dimensione del verosimile.

Goldin sale sul palcoscenico per raccontare, con la sua consueta affabulazione appassionata e coinvolgente, le ultime settimane della vita di Van Gogh.

A creare ancor di più l’atmosfera spirituale, eppure densa della carne e dei sogni della vita del pittore, contribuiscono, eccezionalmente concesse per questa occasione, le musiche di Franco Battiato. Tutte insieme, e nell’uso che ne viene fatto, queste musiche costituiscono una parte fondante, un legame ancor più poetico per l’intero spettacolo.

Info: www.internationalmusic.itwww.lineadombra.it



Per informazioni e bigliettiwww.internationalmusic.it

Ufficio stampa:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
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Referente Roberta Barbaro roberta@studioesseci.net

Rovigo, Palazzo Roverella: Renoir e l’Italia

25 Febbraio 2023 – 25 Giugno 2023

Rovigo, Palazzo Roverella

RENOIR E L’ITALIA

Mostra a cura di Paolo Bolpagni

Pierre-Auguste Renoir, Studio per “Le Moulin de la Galette”, 1875-1876, olio su tela, 65 x 85 cm, Ordrupgaard di Charlottenlund

L’Impressionismo, che pur lo aveva affascinato, comincia a non convincerlo più. E per trovare nuove strade, l’allora quarantenne Pierre Auguste Renoir decide di guardare indietro, alla grande arte italiana. Nel 1881 inizia un suo personale Grand Tour, per studiare – così come aveva da poco fatto il collega Ingres – i maestri del Rinascimento.
E per la sua pittura fu una rivoluzione.

Verso la fine degli anni Settanta del XIX secolo, Renoir è scosso da una profonda inquietudine creativa, che lo induce a intraprendere, nel 1881, un viaggio in Italia: un tour che ebbe inizio a Venezia, dove l’artista fu colpito da Carpaccio e Tiepolo (mentre già conosceva bene Tiziano, Veronese, ammirati e studiati al Louvre), e che proseguì per brevi tappe a Padova e a Firenze, per trovare una meta fondamentale a Roma. Qui fu travolto dalla forza della luce mediterranea e sviluppò un’ammirazione per i maestri rinascimentali, in primis per Raffaello, di cui apprezzò, per la loro mirabile “semplicità e grandezza”, gli affreschi della Villa Farnesina.
Un’ulteriore tappa del viaggio fu il golfo di Napoli: qui Renoir scoprì le pitture pompeiane, fu rapito dalla bellezza dell’isola di Capri, e quasi soggiogato dai capolavori antichi esposti al museo archeologico. Infine andò a Palermo, dove incontrò Richard Wagner e lo ritrasse in un’opera divenuta famosa (ma non si può dire che fra i due scoccò la scintilla: anzi, il compositore gli concedette soltanto quarantacinque minuti di posa e non rimase molto soddisfatto del dipinto).
“Renoir e l’Italia”, curata da Paolo Bolpagni e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, ripercorre quel pellegrinaggio italiano di Renoir e soprattutto ne indaga le rivoluzionarie conseguenze.
“Fondendo la lezione di Raffaello e quella di Jean-Auguste Dominique Ingres, il pittore recupera un disegno nitido e un’attenzione alle volumetrie e alla monumentalità delle figure, nel segno di una sintesi che, come si anticipava, enucleò una personale forma di classicismo, mentre le tendenze dominanti viravano verso il Postimpressionismo da una parte e il Simbolismo dall’altra”, sottolinea Paolo Bolpagni.
Anche attraverso il fil rouge del racconto biografico del figlio Jean, celebre regista, la mostra si focalizza su questa fase della produzione di Renoir: dal viaggio in Italia sino alle opere della vecchiaia. Ponendo in risalto l’originalità di un’arte che non fu affatto attardata, ma che costituì uno dei primi esempi di quella “moderna classicità” che sarebbe poi stata perseguita da molti pittori degli anni Venti e Trenta, in particolare in Italia, come sarà evidenziato dai confronti – alcuni dei quali insospettabili – che saranno istituiti nelle sale di Palazzo Roverella.
“Dipingendo in un possente stile neo-rinascimentale, dove i toni caldi e scintillanti mutuati dal tardo Tiziano e da Rubens, così come dai settecenteschi Fragonard e Watteau, si coniugavano con i riferimenti a un’iconografia mitica e classicheggiante, Renoir – sottolinea Paolo Bolpagni – anticipava il “ritorno all’ordine”: un aspetto della sua produzione che non è stato sufficientemente messo a fuoco in tale prospettiva, giacché quella che superficialmente è apparsa a molti un’involuzione era, in realtà, una premonizione di molta della pittura che si sarebbe sviluppata tra le due guerre”.

Fu la musica, più che la pittura, a segnare l’infanzia di Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919). Entrato nel coro della chiesa di Saint-Sulpice, cantò sotto la direzione del grande compositore Charles Gounod, che credeva fermamente nelle possibilità vocali del ragazzo. Solo più tardi giunse alla scoperta della pittura en plein air che lo condusse all’approdo impressionista. È questa la fase di Renoir più nota al grande pubblico. In realtà, a ben vedere, si trattò di una fase piuttosto breve, caratterizzata anche da una certa disparità di vedute con Monet, Pissarro e Degas.
A superare ogni crisi giunse il viaggio in Italia. Dopo il quale nulla sarà come prima.


INFO

Info: www.palazzoroverella.com tel 0425460093.

Fondazione Cariparo

Relazioni con i media:
dott.ssa Alessandra Veronese
Ufficio Comunicazione
dott. Roberto Fioretto
comunicazione@fondazionecariparo.it

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referente Simone Raddi

Milano, Museo diocesano Carlo Maria Martini: LEE JEFFRIES. Portraits. L’anima oltre l’immagine

Non si è mai trattato di scattare delle fotografie… Non sono la documentazione della vita di una persona; sono la documentazione di emozioni e spiritualità
Lee Jeffries

MILANO
MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI

DAL 27 GENNAIO AL 16 APRILE 2023

I RITRATTI DI
LEE JEFFRIES

L’esposizione presenta una cinquantina d’immagini del fotografo inglese diventato la voce degli emarginati.

A cura di Barbara Silbe e Nadia Righi

Foto di Lee Jeffries

Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita, dal 27 gennaio al 16 aprile 2023, la personale di Lee Jeffries (Bolton, UK, 1971), il fotografo diventato la voce dei poveri e degli emarginati. Curata da Barbara Silbe e Nadia Righi, la mostra, dal titolo “Lee Jeffries. Portraits. L’anima oltre l’immagine” prodotta e organizzata dal Museo Diocesano di Milano, presenta una cinquantina d’immagini in bianco e nero e a colori che catturano i volti di quell’umanità nascosta e invisibile che popola le strade delle grandi metropoli dell’Europa e degli Stati Uniti.

Fotografo autodidatta, Jeffries inizia la sua carriera quasi per caso, nel giorno che precedeva la maratona di Londra del 2008 quando scatta una fotografia a una giovane ragazza senzatetto che sedeva all’ingresso di un negozio; rimproverato per averlo fatto senza autorizzazione, Jeffries si ferma a parlare con lei, a interrogarla sul suo passato, a stabilire un contatto che andasse al di là della semplice curiosità per scavare nel profondo dell’animo della persona che aveva di fronte.

Da allora inizia a interessarsi e a documentare le vite degli homeless, passando dai vicoli di Los Angeles fino alle zone più nascoste e pericolose delle città della Francia e dell’Italia.

Grazie al suo sguardo e alla sua arte spirituale, come lui stesso è solito definirla, Lee Jeffries fa emergere le persone senza fissa dimora dal buio in cui sono reclusi e cerca di ridare luce e dignità a ogni essere umano.

Il suo stile è caratterizzato da inquadrature in primo piano fortemente contrastate, e da interazioni molto ravvicinate con i soggetti, uomini e donne che vivono ai margini della società, incontrati per le strade del mondo.

La sua cifra stilistica più caratteristica è quella del ritratto, sempre frontale e ravvicinato, spesso con sfondi monocromatici scuri che, elaborati con un efficace lavoro su luci e ombre, fa emergere i volti nella loro straordinaria potenza espressiva, capace di comunicare la loro sofferenza, il loro disagio e la loro condizione infelice.

Foto di Lee Jeffries

LEE JEFFRIES. Portraits. L’anima oltre l’immagine
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini(p.zza Sant’Eustorgio, 3)
27 gennaio – 16 aprile 2023

Orari:
martedì- domenica, 10-18; chiuso lunedì

Biglietti:
Intero: € 9,00
Ridotto individuale: € 7,00
Ridotto gruppi: € 7,00
Ridotto parrocchie: € 7,00
Scuole e oratori: € 4,00
Cumulativo Chiostri intero: € 12,00
Cumulativo Chiostri ridotto individuale: € 10,00
Cumulativo Chiostri ridotto gruppi: € 10,00
Cumulativo Chiostri ridotto parrocchie: € 10,00

Informazioni: T. +39 02 89420019; www.chiostrisanteustorgio.it

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Milano, Fabbrica Eos Gallery: FABIO VOLO. Fotografie

Fabio Volo, NY

MILANO | FABBRICA EOS GALLERY

DAL 22 AL 26 FEBBRAIO 2023

LA PRIMA MOSTRA FOTOGRAFICA
DI FABIO VOLO

Tutti i proventi della vendita delle fotografie saranno destinati per supportare le attività de IL VOLO, Ente del Terzo Settore, che si occupa di giovani-adulti con disturbo borderline di personalità.

Le opere di Fabio Volo possono essere già acquistate in prevendita a un prezzo speciale. Per informazioni: info@fabbricaeos.it

Personalità eclettica del mondo dello spettacolo e della cultura, Fabio Volo è conosciuto come conduttore radiofonico e televisivo, attore e scrittore. Dal 22 al 26 febbraio 2023, si potrà apprezzarlo in una nuova veste inedita, quella di fotografo. Alla Fabbrica Eos Gallery di Milano (viale Pasubio, ang. via Bonnet), infatti, s’inaugura la sua prima personale, ideata da Elisabetta Oropallo, che presenta una ventina di fotografie, raccolte durante i suoi viaggi intorno al mondo.

“Sono immagini senza un senso – afferma lo stesso Fabio Volo – ma forse proprio per questo hanno un che di spontaneo, sono frazioni di un secondo anonimo”.

I suoi scatti catturano frammenti di vita che passano davanti ai suoi occhi e che l’obiettivo fissa in un momento che diventa eterno.

C’è molta natura nelle sue fotografie, dagli sconfinati cieli che incombono sulle terre dai colori brillanti ai paesaggi di ghiaccio, alle impressionanti vedute del Grand Canyon, ma anche molti scorci metropolitani, dagli skyline di Milano e New York alle piccole realtà dell’Islanda.

Tutti i proventi della vendita delle fotografie (stampate in fine art e firmate dall’autore, ciascuna in tiratura di 5 esemplari) saranno destinati per sostenere le attività de IL VOLO, ente del terzo settore, con sede a Monticello Brianza (LC), che si occupa di giovani-adulti con disturbo borderline di personalità.

“Un fantastico regalo – dichiara Paolo Colonna, tesoriere de Il Volo -. È proprio il caso di dirlo in questo periodo che si avvicina al Natale. Il Volo, con questa prezioso supporto da parte di Fabio Volo e di Fabbrica Eos, riceve un dono inaspettato, ma graditissimo. Un grazie di cuore per aver pensato a noi, per darci questa opportunità, per offrire il sostegno alla salute mentale. Un gesto che ci riempie di gioia”.

Nell’imminenza delle feste natalizie, le opere di Fabio Volo possono essere già acquistate in prevendita, con una donazione minima di €500.

In alternativa, si dovrà aspettare l’apertura della mostra e comprarle direttamente in galleria, con una donazione minima di €800.

Per informazioni: info@fabbricaeos.it

IL VOLO – ETS

Dal 2005 dalla parte della persona con disturbo borderline di personalità, e accanto alle loro famiglie. Il Volo si dedica alla promozione di azioni a sostegno della salute mentale, con focus specifico sul Disturbo Borderline della Personalità, una patologia psichiatrica grave. Crediamo che i disturbi della salute mentale possano essere trattati se la persona che ne è colpita è posta al centro di un processo per conseguire il proprio benessere. Una modalità di intervento che prende le distanze dalla logica di assistenzialismo, ma sempre orientate alla conquista dei diritti e all’empowerment della persona, protagonista e cooperatrice del proprio cambiamento. Interveniamo con progetti personali e mirati, elaborando percorsi di inclusione nella società.

Il Volo si avvale del lavoro di un’équipe multidisciplinare di professionisti qualificati offrendo i propri servizi nelle seguenti aree:

– Comunità Terapeutica Riabilitativa a media protezione ed alta intensità “Villa Ratti”.

– Ambulatorio pre-ingresso per supportare e preparare l’ingresso in comunità ai giovani-adulti in lista di attesa

– Inserimento lavorativo, opportunità ai giovani ospiti di sperimentarsi in attività lavorativa.

– Centro Studi “Carlo Perris” per la ricerca e documentazione sui Disturbi di Personalità.

– Azioni di prevenzione per il disagio psichico sul territorio in collaborazione con enti e istituzioni terze.

La comunità “Villa Ratti” accompagna venti giovani-adulti con DBP in un percorso residenziale di tipo terapeutico-riabilitativo della durata massima ventiquattro mesi. Il servizio è svolto in collaborazione con il sistema sanitario regionale. L’obiettivo è di portare gli ospiti a ritrovare la propria salute mentale e la propria autonomia sociale e lavorativa. L’intervento prevede attività cliniche (psicoterapia individuale, di gruppo e di famiglia) e attività riabilitative (cura della comunità, cucina, laboratori di arte, informatica e ortoflorovivaistica). Le attività offrono contesti in cui gli ospiti possono recuperare gradualmente un senso di autostima ed efficacia personale, sperimentandosi e acquisendo e professionalizzando varie abilità anche in vista del loro reinserimento lavorativo.

Il Centro Studi “Carlo Perris” è ambito di ricerca scientifica e studio delle problematiche cliniche facendo tesoro della nostra esperienza. Un ambito di ricerca in cui il nostro intento è indagare, con strumenti clinici ed empirici, i temi dell’area borderline. Ricerca, raccolta dati, orientati a definire un modello di intervento clinico efficace e di riferimento per l’équipe della comunità.

Azioni di prevenzione sul territorio in collaborazione con le realtà che, a vario titolo, operano con i giovani. Particolare attenzione è posta agli interventi negli Istituti Scolastici. I primi sintomi di un disturbo della salute mentale si manifestano spesso in età adolescenziale, ma per mancanza di informazione sono sottovalutati e non riconosciuti per tempo. Attività in collaborazione con insegnati e genitori Il Volo mette a disposizione il proprio know-how per una corretta crescita mentale e relazionale delle nuove generazioni.

L’ambulatorio pre-ingresso è il servizio che accompagna il futuro ospite (in base alla lista di attesa) della comunità nella fase di preparazione. Si tratta della possibilità di approfondire la conoscenza del potenziale ospite, acquisire informazioni volte a delinearne un primo profilo e monitorarne la stabilità e la motivazione dell’interessato.

L’opportunità di inserimento lavorativo degli ospiti è parte integrante del percorso riabilitativo. Il lavoro è una parte fondamentale nella vita della persona, ne sagoma l’identità ed è occasione di relazione. Avere un lavoro significa entrare nell’età adulta, prendersi responsabilità, camminare verso l’indipendenza e autonomia. Un supporto alle attività psicologiche e cliniche, finalizzate alla riabilitazione e miglioramento delle condizioni di salute e funzioni emotive e cognitive degli ospiti della comunità.

Web site: www.ilvolo.com


FABIO VOLO. Fotografie
Milano, Fabbrica EOS Gallery (viale Pasubio, ang. via Bonnet)
22-26 febbraio 2023

Orari: 10.30 – 13.00; 15.00 – 18.30

Ingresso libero

Informazioni: T. +39 02 6596532 | +39 02 89073362 | info@fabbricaeos.it | www.fabbricaeos.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | tel. 02.36755700 | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it
Chiara Ciucci | tel. 02.36755700 | chiara.ciucci@clp1968.it | www.clp1968.it

Al MAN di Nuoro, Odessa e la Scalinata Potëmkin tra cinema e letteratura

Immagine guida

ODESSA STEPS
La Scalinata Potëmkin fra cinema e architettura

Nuoro, Museo MAN

3 marzo 2023 – 25 giugno 2023

a cura di Giovanni Francesco Tuzzolino, Federico Crimi e Paolo De Marco

in collaborazione con:
Polo Territoriale Universitario di Agrigento
Università degli Studi di Palermo
National University Lviv Polytechnic
Archivio di Stato di Torino Archivio dello Stato della Regione di Odessa

Il Museo MAN di Nuoro ospita, dal prossimo 3 marzo, una mostra inedita e importante dedicata alla storia e al mito della scalinata di Odessa, rinominata dalla cultura popolare la “Scalinata Potëmkin” in seguito alla fortuna del celeberrimo film di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, La corazzata Potëmkin del 1925. Il progetto originario della scala, monumentale cerniera di congiunzione fra il mare e la città, fu siglato, negli anni trenta dell’Ottocento, dall’architetto Francesco Carlo Boffo (1796-1867) la cui biografia è rimasta per decenni avvolta nel mistero, in bilico fra una tradizione orale che lo legava alla Sardegna e nuovi tasselli documentari che la mostra oggi rivela lungo il percorso, grazie a recenti scoperte d’archivio.

Quella di Francesco Carlo Boffo è una figura di grande interesse, sia per la sperimentazione architettonica di temi legati allo spazio urbano, sia per il suo ruolo di interprete della cultura architettonica italiana, già vivissima fra Russia e Ucraina sin dalla ricostruzione del Cremlino di Mosca nel Rinascimento, e che ha conferito alla multiculturale Odessa quell’inconfondibile volto classico tradito altresì dalla scelta di un nome greco per la città.

Boffo si presenta, dunque, come l’autore principale di molti spazi pubblici, di architetture rappresentative e della stessa scalinata simbolo del luogo, che congiunge la spianata del porto alla Piazza de Richelieu, lungo un asse ideale che la mostra restituirà attraverso l’esposizione di disegni forniti eccezionalmente dall’Archivio di Odessa, planimetrie originali in prestito da prestigiosi istituti italiani, fra cui la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’Archivio Storico di Torino, oltre alla ricostruzione dei disegni e di un modello in scala realizzati grazie alla collaborazione con il Polo Territoriale Universitario di Agrigento dell’Università degli Studi di Palermo.

Il MAN approfondirà per la prima volta l’opera dell’architetto, sottolineando l’apporto offerto nella costruzione dell’identità architettonica e urbana di Odessa, insieme all’affascinante vicenda umana e artistica sospesa fra la leggenda dei suoi natali sull’Isola e le reali origini ticinesi, terreno fecondo per molti architetti cresciuti poi in Italia e nei suoi centri di cultura accademica, fortemente legati alla disciplina del progetto.

Ma la storia di Boffo e della “sua” scalinata non poteva non intrecciare quella di una pellicola che ha reso universalmente noto questo panorama agli occhi del pubblico del Novecento, trasformando un capolavoro dell’architettura dell’Ottocento in un’icona del grande schermo, complice il montaggio serrato, violento e drammatico della famosa sequenza di Ėjzenštejn, scolpita nell’immaginario comune. Nel testo a catalogo del critico cinematografico Roberto Nepoti si legge: «È un segno indiscutibile di iconicità il fatto che la sequenza sia in assoluto la più citata di tutta la storia del cinema, sia in forma di omaggio sia in forma di parodia, da parte di innumerevoli emuli del maestro russo. Tanto che, alla fine degli anni Novanta, il noto critico Roger Ebert scrisse: “… il famoso massacro sulla scalinata di Odessa è così citato, che è probabile che molti spettatori abbiano visto la parodia prima dell’originale”».

Ad arricchire la mostra tocca a due dipinti romantici di notevole valore e qualità, una marina in tempesta di Ivan Konstantinovič Ajvazovskij del 1897, concessa dal Museo Nazionale di Varsavia, e un grande porto di Odessa di Rufim Gavrilovitš Sudkovski del 1885, in arrivo dal Kunstimuseum di Tallin, in Estonia. Curiosa la presenza di alcuni rari ex voto con scene di brigantini sardi nella baia di Odessa, prima e durante la guerra di Crimea.

Architettura e cinema si alternano lungo tutto il percorso, ora affondando nell’analisi costruttiva della scalinata, ora passando in rassegna i fotogrammi di un film che ha fatto scuola e che esalta, nelle sue stesse riprese, i dettagli formali della scenografica rampa. Panorami d’epoca e nuove vedute duettano con le soluzioni geniali della regia di Ėjzenštejn al centro della video installazione che ne racconta la genesi.


Curatela
Giovanni Francesco Tuzzolino, Federico Crimi e Paolo De Marco

In collaborazione con
Polo Territoriale Universitario di Agrigento_Università degli Studi di Palermo
National University Lviv Polytechnic
Archivio di Stato di Torino
Archivio dello Stato della Regione di Odessa

Coordinamento
Rita Moro ed Elisabetta Masala
da un’idea di Tommaso Esca

Catalogo edizioni Libria, testi di Viktor Proskuryakov, Federico Crimi,
Giovanni Francesco Tuzzolino, Paolo De Marco, Roberto Nepoti
Video installazioni a cura di Storyville
in collaborazione con Cineteca Milano

Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
referente Simone Raddi, simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net

MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
tel +39.0784.252110
Orario invernale: 10:00 – 19:00
(Lunedì chiuso)
info@museoman.it

Questo pomeriggio lo Studio Tommaseo di Trieste presenta “Eredi Boggiano” il nuovo libro d’artista di Cristiano Berti


UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126                   
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Museo Nazionale Romano: Al via dal 14 gennaio la seconda tappa del ciclo espositivo “ULISSE E GLI ALTRI”

Grazie al progetto di valorizzazione Depositi (ri)scoperti, continua il viaggio nei depositi del Museo Nazionale Romano che svela i propri straordinari reperti, rendendo accessibile un patrimonio culturale inaspettato.

Al via dal 14 gennaio la seconda tappa del ciclo espositivo che, sotto la guida di Ulisse, conduce alla scoperta degli “altri”: altri popoli, altri mondi, altre culture.

Grazie al progetto di valorizzazione Depositi (ri)scoperti, continua il viaggio nei depositi del Museo Nazionale Romano che svela i propri straordinari reperti, rendendo accessibile un patrimonio culturale inaspettato. Al via dal 14 gennaio la seconda tappa del ciclo espositivo che, sotto la guida di Ulisse, conduce alla scoperta degli “altri”: altri popoli, altri mondi, altre culture.

Dal viaggio di un solo eroe, si passa a quello di un intero popolo, i Romani, e alla loro capacità di confrontarsi con popolazioni sconfitte, assoggettate ma soprattutto diverse, dai barbari ai minuscoli pigmei, dagli animali esotici alle rappresentazioni fantasiose, il percorso si addentra nelle rappresentazioni di luoghi e di popoli lontani.

Esposte nell’Aula XI bis delle Terme di Diocleziano, le opere raffigurano barbari dalle bizzarre acconciature (come la Testa di sacerdote siriaco e il Ritratto con copricapo a forma di elefante); uomini e donne appartenenti a popolazioni assoggettate (come la Testa di giovane africano, la colossale Testa di Dace e il Sarcofago con scene di prigionieri); scene di vita quotidiana appartenenti a terre lontane (come la rappresentazione del Mosaico con combattimento tra un pigmeo e una gru  e il Sarcofago con scene nilotiche): una riflessione sul modo in cui gli antichi percepivano e rappresentavano popolazioni diverse, tra stereotipi, diffidenza e curiosità.

Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di ANAGINA – Associazione Nazionale Agenti Imprenditori Assicurativi e l’allestimento a cura di Contemporanea Progetti – che da oltre venti anni organizza mostre in Italia e nel mondo – si avvale di un’esposizione immersiva e multimediale ad alto contenuto emozionale.

Sul sito istituzionale del Museo Nazionale Romano (museonazionaleromano.beniculturali.it) saranno disponibili testi in linguaggio facilitato realizzati dal Servizio Educativo del MNR, specificatamente dedicati a persone con disabilità cognitiva e ai loro caregiver, per permettere la preparazione della visita e facilitare la comprensione del percorso espositivo a questo pubblico con esigenze speciali.

Il progetto di valorizzazione Depositi (ri)scoperti è costituito da un ciclo di brevi esposizioni per far conoscere al pubblico una grandissima quantità di opere solitamente non esposte, migliaia di reperti conservati in un “museo nel museo” e rinvenuti nel corso di più di un secolo di vita del Museo Nazionale Romano. Il progetto di valorizzazione dei depositi proseguirà (ri)scoprendo e restituendo ai visitatori altri straordinari reperti.


Museo Nazionale Romano
Le Terme di Diocleziano

Complesso monumentale unico al mondo per le sue dimensioni e per l’eccezionale
stato di conservazione, le Terme di Diocleziano sono uno dei siti più emblematici
della storia millenaria di Roma: erette nel IV secolo d.C., sono il più grande
stabilimento termale mai costruito in epoca romana. Trasformate da Michelangelo,
che vi realizzò la Basilica di S. Maria degli Angeli e il Convento dei Certosini, le
Terme sono la sede del Museo Nazionale Romano fin dalla sua istituzione nel 1889.
Il percorso di visita si snoda tra sontuose e imponenti Aule delle Terme e la
monumentale “natatio”, la piscina scoperta di 4000 metri quadrati, proseguendo poi
nei chiostri della Certosa: il Piccolo Chiostro, dove sono esposti documenti unici sui
culti nel mondo romano, e il grande Chiostro Michelangiolesco, inattesa oasi di pace
e silenzio, che ospita più di 400 opere tra statue, rilievi, altari e sarcofagi provenienti
da diversi monumenti romani.


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Matera – Prorogata fino a sabato 21 gennaio la personale di Ingrid Gozzano a Palazzo Viceconte

Ingrid Gozzano, Trame di luce – Ipogei Palazzo Viceconte – Matera

Apertura prorogata fino a sabato 21 gennaio

per la mostra “Trame di luce” le opere di Ingrid Gozzano a Palazzo Viceconte

Successo di pubblico per la personale di Ingrid Gozzano, oltre 1.100 i visitatori dal 25 novembre 2022 al 6 gennaio 2023. Le opere sono esposte fino al 21 gennaio negli Ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 a Matera

Hanno affascinato un pubblico internazionale le Trame di luce di Ingrid Gozzano. Le tele sono state ammirate da oltre mille e cento visitatori che sul libro delle firme della mostra hanno testimoniato l’apprezzamento per i quadri, l’allestimento e la cortesia del personale. Commenti che indicano che la mostra è stata visitata da un pubblico internazionale, proveniente da Francia, Inghilterra, Canada, Cile, America e Giappone. E anche da numerosi visitatori dall’Italia, pugliesi e campani e anche provenienti da città del centro e nord del Paese.

Un successo di pubblico che ha convinto gli organizzatori a prolungare il periodo di apertura fino a sabato 21 gennaio. Sarà dunque possibile visitare la personale di Ingrid Gozzano, allestita negli ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 a Matera, dal martedì al sabato (giorni di chiusura: domenica e lunedì) dalle 16 alle 19:30.

La mostra Trame di luce personale di Ingrid Gozzano è giunta a Matera dopo l’esposizione a maggio alla Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT) a Roma. Colori potenti, intensi, vibranti, audaci, opere ai confini fra il figurativo e l’astratto dipinte fra il 2008 e il 2022 che raccontano il percorso artistico di Ingrid Gozzano.

Oltre venti dipinti in cui, come scrive Costanza Barbieri curatrice della mostra a Roma, “la materia-colore si rivela dapprima come elemento figurativo, identificato con lane stese al sole ad asciugare, sassi sul bordo del mare, muri dipinti, panni stesi all’aria e alla luce, oggetti annotati con cura, osservati o fotografati nel corso di viaggi, di passeggiate, d’improvvise rivelazioni. Queste osservazioni si sono sedimentate nell’immaginazione, conservando la ricchezza cromatica, le profondità di tono e le sfumature, la qualità e la densità della materia, soffice o pesante, e si sono poi trasfigurate in forme autonome, dove il colore prende il sopravvento e si impone sull’originario modello. Una trasfigurazione che acquista anche valenza simbolica, perché l’astrazione crescente, nel corso degli anni, spinge a evocare nuovi contenuti, diversi da quelli originari. […] L’autrice fa emergere una materia pulsante e corposa, ritmica e inquieta, che va molto oltre lo spunto iniziale: è possibile cambiare registro, migrare dal figurativo all’informale e viceversa. […]” (estratto dal testo critico di Costanza Barbieri)

Ingrid Gozzano, figlia del neurologo Mario Gozzano, giunge alla pittura dopo una vita dedicata alla famiglia e al suo lavoro di psichiatra dell’età evolutiva.

Organizzata e promossa da Palazzo Viceconte/Cultura e con il patrocinio artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, la mostra Trame di luce – personale di Ingrid Gozzano sarà aperta al pubblico – con ingresso libero – fino al 21 gennaio 2023. Sarà possibile visitarla dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 19:30, giorni di chiusura la domenica e il lunedì.

Ingrid Gozzano – Note biografiche

Ingrid Gozzano

Ingrid Gozzano, figlia del neurologo Mario Gozzano, è cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici e scientifici. Il bello era ovunque e rappresentava per lei una condizione naturale in cui muoversi. Attirata da tante passioni diverse, sceglie di sposarsi giovanissima per riprendere gli studi un decennio più tardi. Laureatasi in Medicina – Psichiatra dell’età evolutiva, ha contemporaneamente approfondito i suoi studi sulla psicoanalisi che tuttora rappresentano la terra dalla quale si sente sostenuta nella folta trama di rapporti umani e artistici. Solo negli ultimi decenni Ingrid ha dato ascolto alle sue esperienze trasponendole nelle sue opere.


Informazioni:

Organizzata e promossa da Palazzo Viceconte / Cultura
Trame di luce – personale di Ingrid Gozzano
La mostra è allestita negli Ipogei di Palazzo Viceconte in via San Potito n.7 – Matera
Apertura al pubblico prorogata fino a sabato 21 gennaio 2023.

Ingresso libero.
Giorni e Orari dal martedì al sabato, dalle 16:00 alle 19:30
Giorni di chiusura domenica e lunedì
Tel.+39 0835 330 699

La mostra è realizzata con il patrocinio artistico della Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea.

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Sissi Ruggi
addetto stampa
per la mostra Trame di luce
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