Rovigo, Palazzo Roncale: VIRGILIO MILANI e l’Arte del ‘900 in Polesine

Scultura in bronzo di Virgilio Milani

25 Marzo 2023 – 25 Giugno 2023

Rovigo, Palazzo Roncale

VIRGILIO MILANI e l’Arte del ‘900 in Polesine

Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, da un’idea di Sergio Campagnolo. A cura di Alessia Vedova.

Impossibile camminare per Rovigo senza imbattersi in almeno un’opera di Virgilio Milani (1888 – 1977). Per diversi decenni egli venne chiamato a connotare con le sue sculture, spesso monumentali, decine di luoghi ed edifici pubblici, palazzi, chiese e tombe. Per chi poteva permetterselo, mostrare in casa un suo bronzo era questione di status symbol.

La retrospettiva che la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo riserva a Virgilio Milani in Palazzo Roncale, dal 25 marzo al 25 giugno 2023, è quindi un tributo, doveroso, al più importante scultore rodigino del Novecento.
La mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, nasce da un’idea di Sergio Campagnolo, ed è curata da Alessia Vedova. Con la curatrice, in catalogo intervengono anche Lucio Scardino, Nicola Gasparetto ed Elisabetta Vanzelli.
“Com’è nella tradizione di Palazzo Roncale, sarà una mostra corale, una mostra di storie. Dove il percorso artistico di Virgilio Milani funge da filo conduttore di un grande viaggio tra i diversi protagonisti della storia dell’arte del Novecento in Polesine”, anticipa il Presidente della Fondazione Cariparo, professor Gilberto Muraro. Con Milani, saranno raccontati artisti come Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi sino a Paolo Gioli, che di Milani è considerato l‘“erede” insieme alla figura del critico Giuseppe Marchiori. Ad essere proposto è un viaggio nell’arte ma anche nella storia e nelle storie dal primo dopoguerra agli anni Ottanta del Novecento polesano.
“Questa mostra vuole essere occasione per analizzare, decantate le passioni, l‘effettiva importanza dell’artista, celebrato in casa ma sostanzialmente trascurato, forse a torto, in Italia e in Europa”, evidenzia Alessia Vedova.
“Milani, pur concentrandosi nella sua Rovigo, si mostrò molto attento al nuovo che si andava sviluppando nel mondo internazionale dell’arte. Il suo confronto con il critico Marchiori, anch’egli rodigino, gli fu da stimolo.
Milani vive i cambiamenti e le tensioni di quasi un secolo di arte ma sceglie di farlo decantando e interpretando il nuovo, stemperandolo nel suo personalissimo sentire. La sua scultura ha radici antiche, riconducibili al Rinascimento di Donatello o Laurana, tradotte in una scultura di essenziale sobrietà”.
Al Milani scultore pubblico un’altra Fondazione, quella della Banca del Monte, ha dedicato un itinerario, individuando una quarantina di sue opere. A cominciare dalla monumentale Fontana della Riconoscenza che ricorda, a chi arriva alla stazione ferroviaria di Rovigo, la Grande Alluvione del 1951.
Già durante, e ancor più dopo. Durante il primo conflitto mondiale Milani ricevette diverse commesse per opere commemorative o celebrative. Tra esse il monumento a Cesare Battisti e, più tardi, quello all’esploratore Giovanni Miani, il Leone bianco del Nilo.
Nel secondo dopoguerra, nelle sue opere “pubbliche” compare una sensibilità sociale più marcata, come nel Sacrario dedicato alle vittime dell’eccidio fascista di Villamarzana o nei fregi della Casa del Mutilato e ancora in quelli dell’Istituto Autonomo Case Popolari. A fine anni Sessanta, la grande svolta dal figurativo all’astratto, con la torre in acciaio inox nel quartiere di San Bortolo.
La mostra, pur dando conto del Milani pubblico, si concerta sulla sua produzione domestica. I bronzi, le terracotte, i ritratti e le figure soprattutto. Qui lo scultore appare meno vincolato alla committenza e al giudizio pubblico, più libero di esprimere i propri sentimenti e manifestare la sua speciale sensibilità.


Fondazione Cariparo

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Milano: A Palazzo Reale la mostra “Bill Viola”, considerato già dagli anni Settanta maestro indiscusso della videoarte

Dal 24 febbraio al 25 giugno 2023 Palazzo Reale di Milano presenta un’importante esposizione dedicata a quello che è considerato già dagli anni Settanta il maestro indiscusso della videoarte: BILL VIOLA.

Bill Viola, Four Hands, 2001
Black-and-white video polyptych on four LCD flat
panels mounted on shelf 22.9×129,5×20,3 cm
Continuously running
Performers:
Blake Viola, Kira Perov, Bill Viola, Lois Stark
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

La mostra BILL VIOLA, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale Arthemisia con la collaborazione del Bill Viola Studio e ripercorre l’intera carriera artistica di Viola, presentando al pubblico quindici capolavori all’interno delle sale di Palazzo Reale.

Nato a New York nel 1951, di origini italo-americane, Bill Viola è riconosciuto a livello internazionale come l’artista che, attraverso la sperimentazione della videoarte, ha realizzato opere uniche, considerate a tutti gli effetti dei capolavori dell’arte contemporanea.

Partendo dallo studio della musica elettronica, dalle potenzialità della performance art e dai film sperimentali, da oltre 40 anni Viola realizza lavori che, attraverso un nuovo linguaggio artistico, si rivolgono costantemente alla vita, alla morte e al viaggio intermedio, per poter indagare una più profonda conoscenza dell’uomo e il suo rapporto con l’ambiente, le influenze della filosofia orientale e occidentale, l’importanza iconica del mondo naturale e molte altre tematiche.

L’esperienza del viaggio, per Viola, è fondamentale nello sviluppo del suo lavoro. Prendendo spunto dalle realtà che incontra nei suoi viaggi in giro per il mondo con la moglie Kira Perov, tra gli anni Settanta e Ottanta, Viola delinea il suo percorso artistico e giunge alla creazione di opere che avvolgono l’osservatore con composizioni e suoni, cercando di rappresentare le infinite possibilità della psiche e dell’animo umano.

Tra questi, fondamentali tappe sono i 18 mesi trascorsi a Firenze, dove incontra per la prima volta l’arte rinascimentale. Nel 1997, durante un progetto di ricerca del Getty, ha continuato a esplorare l’iconografia cristiana antica, con particolare attenzione all’immaginario medievale, rinascimentale e manierista in un dialogo continuo con pale d’altare, polittici e dipinti votivi di artisti antichi. Viola ha poi proposto una nuova composizione dell’immagine attraverso la costruzione di elaborate scene teatrali ispirate alla tradizione storico-artistica occidentale, cinematografica nel vero senso della parola, con ambientazioni, attori, scenografie, disegno luci, fotografia – e anche un regista.
Fuoco e acqua – elementi simbolici per il passaggio dalla vita alla morte, così come da questa vita all’altra; il mondo digitale; un mondo visivo immateriale; un’esistenza dipendente da impulsi di elettricità: tutto richiama alla mente la fragilità e la fugacità della natura umana.

La mostra milanese offre ai visitatori un percorso in cui ritrovarsi a contemplare le profonde questioni che Bill esplora con immagini al rallentatore in cui luce, colore e suono possono creare momenti di profonda introspezione. Emozioni, meditazioni e passioni possono emergere dai suoi video, accompagnando lo spettatore in un viaggio interiore.

Questa dimensione emerge, ad esempio, nella serie dei suoi video Passions (opere di chiaro richiamo al Rinascimento italiano) che al rallentatore catturano ed estendono dettagli di emozioni umane impossibili da vedere in tempo reale, o in Ocean Without a Shore (2007), opera nata a Venezia nella chiesetta sconsacrata di San Gallo che descrive una soglia metaforica del momento di transizione in cui la vita diventa morte.

Insieme a questi, anche l’incontro virtuale tra uomo e donna in The Veiling (1995); il diluvio improvviso e terrificante al centro di The Raft (maggio 2004), installazione che ricorda l’importanza della collaborazione umana per poter sopravvivere a catastrofi naturali o crisi inaspettate; la serie Martyrs (2014) nella coraggiosa lotta di quattro protagonisti nella morsa dei quattro elementi naturali, man mano che riescono ad accettare il loro inevitabile destino.

E ancora il video-dittico di proiezioni su lastre di granito nero Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity (2013) e opere, parte della serie Tristan (2005), che raffigurano l’intensità visiva e uditiva della trasfigurazione del fuoco e dell’acqua accanto a opere raramente esposte in territorio italiano come The Quintet of the Silent (2000), permettendo così al grande pubblico di godere di vari contenuti esclusivi.

Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, opere che coprono trent’anni di lavoro sono esposte attraverso un’accurata selezione di lavori, andando a definire un evento unico per concedersi la possibilità di riflettere sulla vita, intraprendere il proprio viaggio interiore e immergersi in un mondo alternativo, del tutto diverso da quello che si è lasciato all’ingresso.

La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Skira, a cura di Valentino Catricalà e Kira Perov, che non si presenta solamente come documentazione della mostra, ma vuole rappresentare un vero e proprio materiale di studio per future generazioni.

L’evento vede come media partnerUrban Vision e come mobility partnerFrecciarossa Treno Ufficiale.

La mostra è parte di Milano Art Week (11 – 16 aprile 2023), la manifestazione diffusa coordinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con miart, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e le fondazioni private della città che si occupano di arte moderna e contemporanea, con una programmazione dedicata di mostre e attività.



Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it
Hashtag ufficiale
#BillViolaMilano
Biglietti
Intero
€ 15,00 Ridotto € 13,00


Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306
Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it
Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it