Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: “Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere”

Kobayashi Kiyochika, Bellezza dell’era Kyōhō dalla serie “Motivi floreali”, stampa xilografica, 1896

Per quattro mesi, Torino si vestirà
delle luci, dei colori, delle suggestioni del Sol Levante

Il Giappone protagonista a Torino

Dal 23 febbraio al 25 giugno 2023 alla SOCIETÀ PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI

SKIRA presenta: Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere

Il nuovo evento espositivo prodotto da Skira presenta l’universo giapponese attraverso oltre 300 capolavori, alcuni dei quali mai visti in Italia: stampe dei maggiori maestri dell’ukiyo-e, quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Yoshitoshi, Sharaku, oltre ad armature di samurai, kimono, maschere teatrali, rare matrici di stampa, preziosi ornamenti femminili, sculture in pietra, stendardi.

Dal 23 febbraio al 25 giugno 2023, la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino ospita la mostra Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere.
L’esposizione, curata da Francesco Paolo Campione, direttore del MUSEC  – Museo delle Culture di Lugano, prodotta da Skira, in collaborazione con il MUSEC e con la Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, col patrocinio del Comune di Torino, analizza l’universo giapponese attraverso un percorso tematico, suddiviso in nove sezioni, con oltre 300 capolavori, alcuni dei quali mai presentati in Italia: stampe dei maggiori maestri dell’ukiyo-e, quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Yoshitoshi, Sharaku, oltre ad armature di samurai, kimono, maschere teatrali, rare matrici di stampa, preziosi ornamenti femminili, sculture in pietra, stendardi, provenienti dalle collezioni del MUSEC di Lugano, dal Museo di Arte Orientale di Venezia, dal Museo di Arte Orientale di Torino, dal Civico Museo d’Arte Orientale di Trieste, dalla Fondation Baur Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra e da importanti collezioni private.

La rassegna si propone come una originale ricostruzione, in tutti i suoi aspetti, della “civiltà del piacere”, una peculiare stagione storico-artistica del Giappone – il periodo Edo (1603-1868) – in cui il paese, pacificato all’interno dei propri confini e stretto in una politica di isolamento dal resto del mondo (sakoku), portò la ricca classe dei mercanti (chōnin), impossibilitati a comprare beni fondiari, a dedicarsi ai piaceri dell’esistenza, come gli spettacoli del kabuki, la frequentazione delle geishe nelle case da tè e l’acquisto di straordinarie opere d’arte.

“Skira torna a Torino – sottolinea Massimo Vitta Zelman, Presidente di Skira editore -, una delle piazze chiave della propria intensa attività espositiva, e lo fa con un nuovo, grande omaggio all’arte e all’universo giapponese.

Utagawa Hiroshige, Veduta di Suruga dal passo di Satta, dalla serie 36 vedute del Monte Fuji, stampa xilografica, 1855

Le immagini del “mondo fluttuante”, la natura nel suo aspetto più paesaggistico, la civiltà del piacere: una nuova, straordinaria occasione per il pubblico italiano e per i turisti che tornano fortunatamente ad affollare il nostro paese per immergersi nella magia dell’universo giapponese e di quella cultura iconografica che tanto fascino ha esercitato anche sull’arte occidentale. Un’occasione che, ne siamo certi, non andrà perduta”.

Il percorso espositivo si apre con le “immagini del mondo fluttuante” (ukiyo-e), stampe xilografiche realizzate su matrici in legno che divennero sinonimo di “moderno”, alla moda, e finirono per esprimere una sorta di filosofia incentrata sul gusto di un’esistenza piacevole e, per quanto possibile, appagante dei desideri personali, interpretato da artisti quali Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi, Hokusai; di quest’ultimo, la rassegna presenta i quindici volumi dei Manga, una vera enciclopedia del disegno, nella quale l’artista giapponese ritrae qualsiasi cosa abbia visto o che la sua mente abbia concepito, dai paesaggi agli elementi naturali e sovrannaturali, dalla vita quotidiana agli esseri umani e divinità, dalla flora alla fauna.

La mostra prosegue con le ricognizioni sui soggetti tipici dell’arte giapponese, come quello della natura vista sia nel suo aspetto più paesaggistico, interpretata ad esempio dalle stampe di Hiroshige, sia in quello che venne riconosciuto un genere pittorico vero e proprio di “fiori e uccelli” (kachōga) che, nei loro accostamenti simbolici, fungono anche da elementi segnaletici delle stagioni. I passeri con le camelie invernali fiorite tra la neve simboleggiano l’incipiente primavera che nel calendario tradizionale cadeva tra gennaio e febbraio; i ciliegi in fiore (sakura) sono tipici della primavera inoltrata; le peonie (botan) e gli iris segnalano l’estate; le campanule (kikyō), infine, sono caratteristiche dell’autunno.

Anche i piaceri effimeri furono tra i soggetti più documentati nelle stampe giapponesi; come quello del teatro kabuki, lo spettacolo popolare per eccellenza. A Torino si potranno ammirare le stampe che raffigurano gli attori di queste rappresentazioni. Sono lavori dai tratti eleganti e raffinati che, nel corso del tempo, ebbero una peculiare evoluzione: dalle “primitive” opere del XVII e XVIII secolo volte soprattutto a delineare la fisionomia degli attori e i loro accessori di scena, alle coloratissime, ricche e iper-espressive composizioni a più fogli della fine del periodo Edo, in cui gli artisti cercano di riprodurre tutta la ricchezza scenica.

In questa sezione si troveranno anche un programma ufficiale del 1890 illustrato e stampato in nero con una matrice xilografica, uno stendardo (nobori hata) della metà del XIX secolo in tessuto dipinto a mano, utilizzato come insegna pubblicitaria per gli spettacoli del teatro kabuki, oltre a oltre 30 maschere popolari e del teatro nō e del teatro kyōgen.

Particolarmente interessante è la figura dell’artista Sharaku, sulla cui identità si sprecano supposizioni; c’è chi pensa che fosse un attore, chi propende per uno pseudonimo utilizzato da un gruppo di artisti fortemente innovatori e chi sostiene che dietro al suo nome si nasconda Hokusai. Al di là di tutte le congetture, i volti degli attori del teatro kabuki ritratti nelle opere di Sharaku permettevano d’interpretare la psicologia dei personaggi portati in scena e rivelavano un’emozione temporanea innalzata a un livello spirituale e, talvolta, l’essenza stessa di una personalità.

Anche l’universo femminile venne profondamente indagato; se da un lato si approfondivano gli aspetti della vita quotidiana delle donne di varie epoche, di diversa età ed estrazione sociale, come nelle stampe di Tsukioka Yoshitoshi o nei trittici di Miyagawa Shuntei che ritraevano donne impegnate in attività tipiche affiancate a elementi vegetali per richiamare i vari mesi dell’anno, dall’altro, le xilografie a soggetto erotico (shunga) si affermarono come un genere di primaria importanza; a realizzarle furono i più importanti artisti del tempo. Nelle loro opere si trova una testimonianza diretta e una partecipazione emotiva personale alla rappresentazione dei piaceri della sessualità, arricchita dalla conoscenza e dalla citazione, talvolta anche filologica, di una produzione letteraria piena di sensualità.

La mostra prosegue con la sezione che documenta le stampe raffiguranti guerrieri ed eroi della tradizione giapponese (musha-e). Queste devono il loro tipico aspetto all’opera di Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) che, a partire dal 1827, vi dedicò molte delle sue attenzioni. I suoi personaggi sono rivestiti da abiti splendidi e ritratti mentre combattono o compiono gesti eroici, affrontando nemici ed esseri mostruosi rappresentati con straordinaria minuzia, in un paesaggio vivo e ricco di particolari descrittivi.

Saranno inoltre esposti i cosiddetti libri dei guerrieri di Hokusai, veri e propri capolavori di disegno in cui l’artista si muove fra la natura e il sovrannaturale, ponendo l’azione dell’eroe al centro della sua ricerca figurativa.

La rassegna si chiude con una sala dedicata all’eredità iconografica e stilistica dell’ukiyo-e, con una spettacolare installazione immersiva che introduce alla visione della Grande Onda di Hokusai che, da un lato, sintetizza in un’immagine il senso di caducità e provvisorietà della vita umana di fronte alla forza inarrestabile della natura e della storia, dall’altra, esprime il desiderio di non opporsi eroicamente ai fatti della vita, ma di lasciarsi andare, guidati da una filosofia esistenziale fondata sul piacere.



Partner tecnico: Ferrovie dello Stato Italiane.
Ticketing partner: Vivaticket
Sponsor tecnico: AerariumChain
Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.
 
Catalogo e merchandising dedicato Skira.
 
Torino, febbraio 2023
 
Dati tecnici
UTAMARO, HOKUSAI, HIROSHIGE. GEISHE, SAMURAI E LA CIVILTÀ DEL PIACERE
Torino, Società Promotrice delle Belle Arti (viale Diego Balsamo Crivelli, 11)
23 febbraio – 25 giugno 2023
 
Orari:
Lunedì, 14:30-19:30; martedì, mercoledì giovedì e domenica, 10:00-19:30; venerdì e sabato, 10:00-22:30.
La biglietteria chiude un’ora prima
 
Aperture straordinarie:
Domenica 9 aprile (Pasqua), 10:00 – 19:30;
Lunedì 10 aprile (Lunedì dell’Angelo), 10:00 – 19:30;
Martedì 25 aprile (Anniversario della liberazione d’Italia), 10:00 – 19:30;
Lunedì 1° maggio (Festa dei lavoratori), 10:00 – 19:30;
Venerdì 2 giugno (Festa della Repubblica italiana), 10:00 – 22:30
 
Biglietti (diritti di prevendita esclusi):
Open: € 17,00 (Data aperta fino a due settimane prima della chiusura); Intero + audioguida: €15,00; ridotto gruppi: €12,00 (min 15 max 15 persone; prenotazione obbligatoria); Ridotto + audioguida: €13,00 (Visitatori dai 6 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni; insegnanti); Ridotto II: €10,00 (Disabili con invalidità inferiore al 100%; possessori Red Card Skira); Promo Torino Musei: €10,00 promo Torino Musei, possessori abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta, Torino + Piemonte Card Musei); Ridotto Speciale: €6,00 (Volontari del servizio civile nazionale in servizio presso il Comune di Torino; giornalisti non accreditati (con tessera OdG con bollino dell’anno in corso); dipendenti del Comune di Torino); Family Ticket: €30,00€ (Valido per famiglie composte da 2 adulti + fino a 3 bambini dai 6 ai 14 anni); Tariffa Adulto + Bambino: €18,00 (Valido per famiglie composte da 1 adulto + 1 bambino dai 6 ai 14 anni); Ridotto Scuole: €6,00 (gruppi min 15 max 25 studenti).
 
Prenotazioni:
www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: T. 02.58140390 (lunedì 14-18; martedì-venerdì 9-18; sabato 9-13)
Email: preno.skira@vivaticket.com
 
Visite guidate e attività laboratoriali:
Culturalway: Alessia Orofino, T. +39 339 3885984 | Email: info@culturalway.it |
Theatrum Sabaudiae: Massimiliano Zutta, T. +39 335 7534137 | Email: massimiliano.zutta@arteintorino.com |
 
Sito internet:
www.hokusaitorino.it
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco, T. +39 02 36755700; M. +39 349 6107625 | anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it
 
Organizzazione eventi privati e serate
Ask 4 Location | Riccardo Todisco, T. +39 0236694182
riccardo@ask4location.it, www.ask4location.it

Al Castello di NOVARA si proroga la mostra “Milano. Da Romantica a Scapigliata”

Comune di Novara – Mostra “Milano. Da Romantica a Scapigliata” – Pittura urbana nella Milano romantica, Inganni, Veduta Piazza Duomo

La mostra “Milano. Da Romantica a Scapigliata”, promossa da Mets – Percorsi d’Arte con Comune di Novara e Fondazione Castello, rimarrà aperta fino al 10 aprile, giorno di Pasquetta.

Per informazioni visitare il sito www.metsarte.it

“Il grande successo di pubblico registrato per questa importante esposizione – spiegano il Sindaco Alessandro Canelli e il Presidente di Mets Paolo Tacchini – conferma la necessità di una proroga che possa consentire a chi ancora non è riuscito a visitarla di raggiungere il Castello e poter apprezzare lo straordinario percorso artistico che racconta la città di Milano”. “Ad oggi – conclude Canelli – siamo a quota 20 mila visitatori, tra cui tanti milanesi che hanno fortemente apprezzato l’esposizione e la presenza di opere dei grandi artisti dell’Ottocento. Tutto ciò a conferma del successo della formula che da anni caratterizza le Grandi Mostre al Castello e della professionalità di chi le organizza. Un binomio che ha portato a Novara migliaia e migliaia di visitatori in questi anni e che ha contribuito ad accrescere fortemente il sistema culturale novarese”.

Comune di Novara – Mostra “Milano. Da Romantica a Scapigliata” – Rinnovamento del linguaggio


STUDIO LUCIA CRESPI
Ufficio Stampa METS Percorsi d’arte
Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
T   02 89401645  
Chiara Cereda chiara@luciacrespi.it

A GENOVA la Mostra “Transizioni. Impresa – lavoro – società”

Fortunato Depero (Fondo 1892 – Rovereto 1960), Cantiere sonoro (dinamismo sotterraneo metropolitano), 1950, Carboncino e china su carta;
Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovere

A Genova la Mostra: “Transizioni. Impresa – lavoro – società”

dal 25 febbraio al 10 aprile

Realizzata con Fondazione Ansaldo

Ingresso gratuito

La mostra “Transizioni. Impresa – Lavoro – Società” è realizzata da Fondazione Ansaldo, con la co-organizzazione del Comune di Genova, in collaborazione con l’Università degli Studi di Genova e il sostegno di Leonardo, Confindustria Genova e Camera di Commercio Genova.

Una interessante mostra realizzata con materiali di Fondazione Ansaldo, Istituzione creata dapprima per conservare l’imponente archivio storico dell’Ansaldo e in seguito diventata anche centro di raccolta di altri archivi d’impresa. Una mostra che racconta in quale modo le trasformazioni economiche dell’ultimo secolo abbiano influito sulle trasformazioni e sulle “transizioni” appunto, della storia anche sociale della città. Il Comune è fra i fondatori di Fondazione Ansaldo. 

Con la realizzazione di questo percorso espositivo Fondazione Ansaldo svela una parte preziosa del patrimonio archivistico di cui è custode. Lo scopo è quello di promuovere una riflessione su temi ancora oggi di grande attualità: quelli delle transizioni del Novecento, aprendo anche un dialogo sulle sfide del nostro presente, attraverso fotografie e filmati provenienti dagli archivi della Fondazione

Per la prima volta, i materiali della Fondazione vengono accompagnati da opere d’arte provenienti da musei pubblici e collezioni private, testimonianze fotografiche di Street art e dall’opera Magnetic Nanoparticles realizzata appositamente per Transizioni .

Fondazione Ansaldo conserva un vasto patrimonio documentale che si impegna a valorizzare nel modo più ampio possibile. In questo un potente alleato è la digitalizzazione, avviata nel 2015, che consente una totale accessibilità dei materiali e contribuisce in maniera incisiva sulla loro conservazione e il loro tramandarsi nel tempo. Ancora più importante però è rendere questo patrimonio vivo, attuale e protagonista della vita culturale contemporanea e dei percorsi formativi rivolti alle nuove generazioni e quelle future.

All’interno degli archivi custoditi da Fondazione Ansaldo si trovano numerose e ricche testimonianze che raccontano, in modo trasversale, molte delle trasformazioni avvenute nel Novecento, non soltanto nelle strategie imprenditoriali e in intere filiere produttive, ma anche nella società e nei costumi, toccando altri importanti aspetti quali quelli degli impatti sul territorio.

Il Novecento stacca dal passato con un’accelerazione improvvisa, radicale. L’industrializzazione stravolge territori e comunità, ridefinendo contorni urbani e stabilendo nuovi centri di potere e nuove gerarchie sociali. Il liberismo di inizio Novecento cede il passo ai mercati globali, non senza essere passato prima attraverso politiche autarchiche. I venti di guerra portano con sé milioni di morti, ma anche convenzioni sociali nuove; cambiano i costumi, le abitudini, persino la moda. Le tecnologie, sulla spinta degli eventi bellici, compiono un improvviso balzo in avanti e, messe poi al servizio della pace, promettono un benessere diffuso. Gli orizzonti si allargano a dismisura, dall’atomo allo spazio, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. Trasformazioni tuttora in corso in uno scenario sempre più liquido, delle quali è possibile tuttavia individuarne le direttrici. 

Su queste riflessioni Fondazione Ansaldo ha deciso di progettare il percorso espositivo sul tema delle transizioni, che diviene titolo stesso della mostra, sviluppato lungo tre direttrici: impresa, lavoro e società. Il percorso espositivo vuole essere una riflessione sui grandi cambiamenti del Novecento che hanno investito e che tuttora investono territori e comunità, analizzati in un’ottica industriale, economica, culturale, sociale e ambientale. 

Servizio di moda a bordo della motonave passeggeri Federico C; anni 60 (società)

Grazie all’organizzazione di Transizioni, Fondazione Ansaldo ha compiuto un ulteriore importante passo in avanti nel proprio percorso. Oltre a contenuti scientifici di rilievo basati sui materiali conservati in Fondazione, la mostra utilizza una commistione di linguaggi e un approccio esperienziale transgenerazionale in grado di raggiungere un pubblico anche non specialistico e diversificato, con grande attenzione alle giovani generazioni.  Così Fotografie e contenuti multimediali, provenienti dagli archivi della Fondazione, per la prima volta si integrano con opere d’arte di grande rilievo storico-artistico, provenienti da musei pubblici e collezioni private, e fotografie raffiguranti opere di Street art realizzate negli spazi che un tempo costituivano la Mira Lanza. Il percorso termina con un’opera d’arte: Magnetic Nanoparticles di Michelangelo Penso, realizzata appositamente per la mostra grazie al sostegno di Confindustria Genova e Camera di Commercio Genova. Il risultato di tale commistione è la dimostrazione che gli archivi possono essere attuali, contemporanei e, soprattutto, vivi. 

Per la selezione delle opere che illustrano il rapporto arte-industria, Fondazione Ansaldo ha potuto contare sulla collaborazione del Prof. Leo Lecci dell’Università degli Studi di Genova e di Matteo Fazzini. Per la selezione ed esposizione delle fotografie dell’ex stabilimento Mira Lanza e delle opere di Street art, realizzate da Sabrina Losso e Roberto Bobbio, Fondazione Ansaldo ha potuto contare sulla collaborazione di Maurizio Gregorini. La prof.ssa Paola Valenti ha curato il commento all’opera di Michelangelo Penso.

Fondazione Ansaldo ha infine realizzato il catalogo della mostra, con traduzione in inglese, edito da Erga edizioni – Genova, in vendita nel circuito delle librerie nazionali e sulle principali piattaforme on-line. Il catalogo include una serie di Qr code per la visualizzazione di contenuti multimediali, tra i quali anche un contributo dell’Istituto Italiano di Tecnologia – IIT. 

La presidente di Fondazione Ansaldo, Raffaella Luglini, ringrazia per la co-organizzazione il Comune di Genova e, per la collaborazione nell’allestire la mostra, Palazzo Reale e l’Università degli Studi di Genova. Ciò rappresenta un impegno corale che gratifica il territorio e la sua comunità. Un ringraziamento va anche alla generosità di Leonardo, di Confindustria Genova e di Camera di Commercio Genova e, naturalmente, di tutti gli altri sostenitori della Fondazione che hanno contribuito a rendere possibile questa impresa, senza dimenticare naturalmente le istituzioni pubbliche e le collezioni private che hanno prestato con immediatezza e generosità le opere d’arte esposte.


Melina Cavallaro – mobile 340 3872275 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 

Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini: LA CROCIFISSIONE DI MASACCIO. Dal Museo di Capodimonte

MILANOMUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI

DAL 22 FEBBRAIO AL 7 MAGGIO 2023

MASACCIO.
LA CROCIFISSIONE

Dal Museo e Real Bosco di CapodimontePer la prima volta a Milano, uno dei più importanti capolavori dell’artista che rivoluzionò la pittura del Quattrocento italiano.

Dal 22 febbraio al 7 maggio 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita uno dei più importanti capolavori di Masaccio (San Giovanni Valdarno 1401 – Roma 1428), artista che ha rivoluzionato la storia della pittura italiana del Quattrocento.

Si tratta della Crocifissione, oggi conservata al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, una tavola un tempo cuspide del polittico realizzato nel 1426 su commissione del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa, poi smembrato già alla fine del XVI secolo.

L’esposizione, curata da Nadia Righi, direttore del Museo Diocesano di Milano e Alessandra Rullo, conservatore del dipartimento dipinti e sculture del XIII, XIV e XV secolo del Museo e Real Bosco di Capodimonte, è dedicata ad Alberto Crespi, raffinato collezionista recentemente scomparso che ha donato nel 1999 al Museo Diocesano la sua importante raccolta di quarantuno opere su fondo oro.

In uno spazio definito dal prezioso sfondo oro, la tavola presenta la Madonna, san Giovanni Evangelista e la Maddalena che piangono il Cristo Crocifisso. Masaccio interpreta il dramma raffigurando un dolore profondamente umano, concentrandosi solo su pochi elementi essenziali: le mani contratte che sporgono dal corpo massiccio della Madonna, avvolto da un ampio manto blu, le mani portate al volto del dolente san Giovanni, ma, soprattutto, le braccia alzate in un incontenibile moto di angoscia di una Maria Maddalena senza volto, raffigurata inginocchiata di schiena.

Cristo, dipinto frontalmente, con la testa incassata sulle spalle che presuppone una visione dal basso, resa con un sapiente scorcio anche attraverso l’abbreviazione delle gambe, riesce a suggerire l’umanità dolorosa di un corpo abbandonato alla morte. Le figure, modellate con forti contrasti di luce e ombra, si collocano in uno spazio vero nonostante lo sfondo dorato, teatro di un evento drammatico che avviene davanti agli occhi degli spettatori.

L’allestimento, curato dagli architetti Alessandro Colombo e Paola Garbuglio, comprende una installazione video che ricostruisce a grandezza naturale l’impianto del polittico, che risultava smembrato già alla fine del XVI secolo. Undici pannelli sono stati rintracciati grazie alla descrizione ne aveva fatto Vasari nella seconda edizione delle Vite in vari musei del mondo, come la National Gallery di Londra, dove è conservata la tavola centrale la Madonna in trono con il Bambino e angeli, lo Staatliche Museen di Berlino, il Museo Nazionale di Pisa o il Getty Museum di Malibu; altri pannelli risultano invece ancora dispersi.

Il percorso suggerisce un lento avvicinamento al dipinto offrendo spunti di riflessione, approfondimenti su Masaccio, sul Polittico, sull’iconografia e confronti con le altre opere realizzate dall’artista.

Per l’occasione, nella sezione dei Fondi Oro Collezione Crespi del Museo Diocesano di Milano, apparati storico-artistici approfondiranno la storia della collezione e la tecnica del fondo oro.

Accompagna la mostra un catalogo Dario Cimorelli editore

MASACCIO. LA CROCIFISSIONE
Dal Museo e Real Bosco di Capodimonte
Omaggio ad Alberto Crespi
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini (p.zza Sant’Eustorgio, 3)
22 febbraio – 7 maggio 2023

Orari:
martedì- domenica, 10-18; chiuso lunedì

Biglietti:
Intero: € 9,00
Ridotto individuale: € 7,00
Ridotto gruppi: € 7,00
Ridotto parrocchie: € 7,00
Scuole e oratori: € 4,00

Cumulativo Chiostri intero: € 12,00
Cumulativo Chiostri ridotto individuale: € 10,00
Cumulativo Chiostri ridotto gruppi: € 10,00
Cumulativo Chiostri ridotto parrocchie: € 10,00
Cumulativo Chiostri ridotto scuole e oratori: € 6,00

Il biglietto consente la visita anche alla mostra “Lee Jeffries. Portraits” e alla collezione permanente.

Informazioni: T. +39 02 89420019; www.chiostrisanteustorgio.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco | T. +39 02 36755700 | M. +39 349 6107625  anna.defrancesco@clp1968.it | www.clp1968.it