A Verolanuova (Brescia), nella Basilica di San Lorenzo, i due dipinti di più ampio formato mai realizzati da Giambattista Tiepolo, freschi di restauro

Verolanuova (BS), Basilica di San Lorenzo

TIEPOLO A VEROLANUOVA

Dal 25 febbraio al 4 giugno 2023, la Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (BS), comune situato a pochi chilometri a sud di Brescia, ospita un evento espositivo, curato da Davide Dotti, che presenta i due dipinti di più ampio formato mai realizzati da Giambattista Tiepolo, freschi di restauro.

Dal 25 febbraio al 4 giugno 2023, la Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (BS), comune situato a pochi chilometri a sud di Brescia, ospita un evento espositivo, curato da Davide Dotti, che presenta i due dipinti di più ampio formato mai realizzati da Giambattista Tiepolo, freschi di restauro.

L’iniziativa, organizzata dal Comune di Verolanuova, consente ai visitatori di ammirare i due capolavori a pochi centimetri di distanza, seguendo un percorso che li porta a otto metri di altezza, grazie a una struttura costruita appositamente per l’occasione.

Le due monumentali tele, alte dieci metri per cinque di larghezza, conservate sulle pareti laterali della cappella del Santissimo Sacramento, sono state dipinte a olio intorno alla metà degli anni quaranta del Settecento su commissione della nobile famiglia Gambara, e sono caratterizzate da una straordinaria qualità pittorica e fervida creatività compositiva.

I soggetti delle opere – Il sacrificio di Melchisedec e La caduta della manna – richiamano il tema eucaristico per la presenza del pane e del vino – offerti da Melchisedec, re e sacerdote di Salem, antico nome di Gerusalemme, ad Abramo – e dalla manna, il “cibo degli angeli”, disceso per volere di Dio sul deserto per la salvezza degli israeliti dopo l’uscita e la liberazione dalla schiavitù in Egitto.

Gli interventi di restauro sono stati coordinati a livello scientifico e organizzativo da Davide Dotti, realizzati dagli studi di restauro Monica Abeni-Paola Guerra di Brescia e Antonio Zaccaria di Bergamo sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, sono promossi dalla Fondazione della Comunità Bresciana.



Informazioni
TIEPOLO A VEROLANUOVA
Verolanuova (BS) | Basilica di San Lorenzo
25 febbraio – 4 giugno 2023
Per informazioni: www.tiepoloverolanuova.it | info@tiepoloverolanuova.it
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche

Marta Pedroli, T. +39 02.36755700
marta.pedroli@clp1968.it
www.clp1968.it

A Milano un’imperdibile Mostra – Il testo critico di Kira Perov: “La fascinazione di BILL VIOLA per il mondo della videoarte”

Dal 24 febbraio al 25 giugno 2023 Palazzo Reale di Milano presenta un’importante esposizione dedicata a quello che è considerato già dagli anni Settanta il maestro indiscusso della videoarte: BILL VIOLA.

La mostra , promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale Arthemisia con la collaborazione del Bill Viola Studio e ripercorre l’intera carriera artistica dell’artista.

Bill Viola, The Quintet of the Silent, 2000
Color video on flat panel display mounted on wall,
72,4×120,7×10,2 cm
16:28 minutes
Performers: Chris Grove, David Hernandez, John
Malpede, Dan Gerrity, Tom Fitzpatrick
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio

La fascinazione di BILL VIOLA per il mondo della videoarte

di Kira Perov
Curatrice della mostra, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio

La fascinazione di Bill per il mondo del video risale al 1960, quando fu nominato “Capitano della squadra TV” nella scuola elementare del Queens, a New York, e gli fu assegnato il compito di spostare un televisore su un carrello da un’aula all’altra per le lezioni dei bambini. Rimase affascinato dal bagliore blu del monitor: aveva solo nove anni.

Fin dai primi anni settanta si è impegnato a creare opere per quel medium espressivo che negli ultimi sessant’anni ha assistito a innumerevoli cambiamenti in termini di forma, strumentazione e in relazione alla sua stessa natura. Il recente passaggio dal video analogico al formato digitale ha rappresentato una svolta epocale a livello globale, paragonabile alla rivoluzione in campo pittorico introdotta dalla tecnica acrilica che ha profondamente modificato la tradizione della pittura a olio. Sebbene Bill abbia tenuto il passo con i cambiamenti tecnici (che spesso hanno ispirato nuove serie di opere), l’obiettivo principale della sua pratica artistica consiste nell’esplorare il modo in cui l’immagine in movimento può catturare ed esprimere l’essenza della nostra esistenza. La mostra “Bill Viola” testimonia il suo impegno nei confronti del pubblico e del percorso che ha intrapreso, per oltre quarantacinque anni, per incarnare quell’essenza nella sua arte e nella sua vita.

Il legame di Bill con l’Italia è ben noto. Il nonno paterno era nato a Due Cossani, in provincia di Varese. All’età di ventitré anni, dopo la laurea, ha lavorato per diciotto mesi a Firenze presso art/tapes/22, uno dei primi centri italiani di produzione di videoarte. Nel corso degli anni sono arrivati diversi inviti per mostre da Roma, Varese, Torino, Firenze e Venezia. Uno dei momenti più salienti della sua carriera è stato quando ha rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia del 1995.

Siamo felicissimi che il legame personale di Bill con l’Italia prosegua con “Bill Viola” a Palazzo Reale. È una grande fortuna poter presentare le sue opere in uno spazio così propizio: ci dà la possibilità di ricordare la storia feconda degli artisti e architetti che ci hanno preceduto. Davanti a noi si aprono sale e stanze magnifiche, splendidamente decorate, che ci permettono soprattutto di elevare lo spirito. Questo antico edificio arricchisce la nostra esperienza rispetto alle videoinstallazioni, accolte in un ambiente storico con una importante narrazione alle spalle.

Nel susseguirsi delle sue sale è stato creato un itinerario affinché i visitatori si trovino a contemplare i temi profondi della vita che Bill esplora con immagini di luce in movimento. Accediamo alla mostra attraverso un elegante salone adorno di lampadari. Qui troviamo alcune installazioni della serie Passions, quali The Quintet of the Silent (2000), Catherine’s Room (2001) e The Greeting (1995), opere che si ispirano a uno dei massimi periodi dell’arte occidentale, ovvero l’epoca del Rinascimento italiano, espressione di eccezionali capacità pittoriche e in cui la nozione di umanesimo era un tema centrale. Questa sala e la successiva presentano opere – proiezioni e schermi piatti – che, grazie allo slow motion, catturano ed estendono le innumerevoli sfumature delle emozioni umane altrimenti impossibili da cogliere in tempo reale.

Nell’ambiente seguente è esposta un’opera nata a Venezia nella piccola chiesa sconsacrata di San Gallo, che racchiude i fantasmi del passato. Ocean Without a Shore (2007) descrive la soglia metaforica

del momento di transizione quando la vita diventa la morte. Proseguendo, scopriamo un’installazione scultorea sospesa al soffitto, composta da sette grandi velari di tessuto trasparente attraversati da due proiezioni che ritraggono un uomo e una donna che si incontrano solo come Sé virtuali fra i veli. Un diluvio improvviso e spaventoso è al centro di The Raft (maggio 2004), visibile nella sala adiacente; l’opera ci ricorda che l’umanità può lavorare insieme per sopravvivere a catastrofi naturali o politiche inaspettate. Nello spazio successivo è descritta la coraggiosa lotta di quattro individui stretti nella morsa degli elementi, mentre gradualmente riescono ad accettare la loro inevitabile morte. In una piccola stanza sono esposte due lastre di granito nero su cui è proiettata l’immagine a grandezza naturale di un uomo e una donna anziani che cercano sui loro corpi nudi i segni della morte. Le ultime due opere, che fanno parte della serie Tristan, sono grandi proiezioni raffiguranti l’intensità visiva e sonora della trasfigurazione attraverso il fuoco e l’acqua.

Gli elementi, in particolare quelli del fuoco e dell’acqua, sono spesso utilizzati da Bill per rappresentare il passaggio dalla vita alla morte, oppure da questa vita a quella successiva. Il mondo digitale, un mondo visivo e non materiale, in quanto la sua esistenza dipende da impulsi elettrici, ci ricorda la nostra fragilità e l’impermanenza. Per questo il visitatore ha bisogno di tempo per riflettere, e in tal senso le opere di Bill Viola sono davvero un dono.

È stato un gran piacere lavorare di nuovo con Iole Siena, presidente di Arthemisia, e Teresa Emanuele, la loro straordinaria coordinatrice. Siamo profondamente grati a Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, che ci ha dato questa opportunità unica e meravigliosa di presentare le opere di Bill a Milano. Per la realizzazione della mostra, desidero ringraziare Bobby Jablonski, responsabile delle esposizioni e designer del Bill Viola Studio, la cui esperta conoscenza delle installazioni e delle loro esigenze tecniche è stata fondamentale per selezionare le opere più adatte a queste sale storiche. Un ringraziamento particolare va all’architetto Corrado Anselmi, nonché ai team di Arthemisia, Palazzo Reale e 235 Media, per la loro maestria e dedizione nell’allestimento degli spazi.

Valentino Catricalà, curatore insieme a me di questo volume, è stato essenziale per le sue non comuni doti di guida, che lo hanno portato a elaborare un discorso approfondito sull’evoluzione del lavoro di Bill. Il contributo di Valentina Valentini ha inoltre arricchito la nostra comprensione delle idee e della filosofia dell’artista. E le descrizioni di Bill delle opere in mostra aggiungono un’ulteriore comprensione ai profondi misteri contenuti nelle installazioni esposte in questo eccezionale e storico edificio.



Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it
Hashtag ufficiale
#BillViolaMilano
Biglietti
Intero
€ 15,00 Ridotto € 13,00


Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T +39 06 69380306
Ufficio Stampa Comune di Milano
Elena Conenna elenamaria.conenna@comune.milano.it
Relazioni esterne Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it

Il Museo MAN di Nuoro annuncia il programma espositivo 2023

L’anno 2023 sarà coronato da un tema che intende valorizzare, in linea con il programma della 18. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia Il laboratorio del Futuro, il binomio arte-architettura, accanto al consueto alternarsi di maestri dell’avanguardia e autori interpreti di nuovi linguaggi. I rapporti allacciati con alcune istituzioni europee, fra cui il Museo Reina Sofia di Madrid, il Musée Matisse di Nizza e la Kunsthaus di Zurigo, saranno arricchiti da gemellaggi virtuosi con centri di studio, come il Polo Universitario di Palermo e Agrigento, il Monte Verità di Ascona e le Università di Cagliari e Alghero, oltre allo straordinario riscontro appena ricevuto dall’Università di Leopoli (Ucraina) e dagli Archivi di Stato della Regione di Odessa al centro della prima mostra in agenda.



Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
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