Bologna, Padiglione de l’Esprit Nouveau: Main project ART CITY Bologna 2023 – Jonas Mekas. Under the Shadow of the Tree

Jonas Mekas, Under the Shadow of the Tree, veduta della mostra
al/exhibition view at Padiglione de l’Espirit Nouveau
Foto / Photo Ornella De Carlo
courtesy Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Il cinema, come ogni altra arte, è come un grande albero con molti rami, alcuni vecchi e grandi, altri piccoli e giovani, e le punte sono gemme e foglie che designano diverse forme, contenuti, tecniche; e i rami più piccoli, i più giovani, sono come foglie e gemme. Il corpo principale può essere sostenuto dalle radici, ma sono i piccoli rami, le foglie e le gemme fresche che portano il sole e la vita all’albero. Un albero non può sopravvivere senza foglie. 
(Jonas Mekas)

Jonas Mekas
Under the Shadow of the Tree
Main project ART CITY Bologna 2023

2 febbraio – 26 marzo 2023
Padiglione de l’Esprit Nouveau | Piazza della Costituzione 11, Bologna
Mostra a cura di Francesco Urbano Ragazzi
Promossa da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia
In collaborazione con Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia
Nell’ambito del programma Jonas Mekas 100!

artcity.bologna.it

La mostra Under the Shadow of the Tree, allestita presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna dal 2 febbraio al 26 marzo 2023, prosegue e si inserisce nell’ambito di Jonas Mekas 100!,il programma internazionale di iniziative celebrative per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas (Biržai 1922 – New York 2019), figura imprescindibile nella storia del cinema d’avanguardia americano.
Curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi e promossa da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano e Ambasciata di Lituania in Italia, in collaborazione con Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia,l’esposizione pone in dialogo l’edificio – prototipo abitativo realizzato nel 1925 da Le Corbusier e Pierre Jeanneret, ricostruito in copia fedele a Bologna nel 1977 da Giuliano e Glauco Gresleri con José Oubrerie – con un corpus di opere che porta fuori dal grande schermo i diari filmici per cui Jonas Mekas è conosciuto.
L’iniziativa rientra nel main program di ART CITY Bologna 2023,programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Come fosse una cassa armonica, l’intero padiglione bolognese è riempito dai suoni degli audio-diari con cui l’artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. Momenti memorabili come le discussioni sul cinema tra Peter Kubelka e Stan Brakhage si succedono a canti e rumori quotidiani. Tutto diventa parte di una chiassosa sinfonia in cui i frammenti di epoche diverse si fondono in un unico e infinito presente.
L’albero che svetta al centro dell’architettura, attraversandone il soffitto, è invece l’elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell’opera del cineasta. Sulle ampie finestre che danno luce all’edificio è stampata una serie di scansioni da pellicola che producono l’effetto di una vetrata policroma. Diventando superfici di proiezione, i fiori, le piante e i paesaggi immortalati nella serie fotografica si animano, testimoniando il costante esercizio di attenzione che Mekas si è impegnato a compiere con la cinepresa. È filmando la vegetazione che miracolosamente cresce a New York che il regista, profugo lituano negli Stati Uniti dal 1949, ritrova nella metropoli i boschi del proprio villaggio.
Quello dell’albero, però, è un motivo che non ha un significato solo. Mekas paragonava infatti il cinema stesso a una pianta rigogliosa di cui i filmmaker indipendenti rappresentavano le foglie più alte. Ecco allora che alcuni documenti tratti dall’archivio dell’artista mettono in pagina questa metafora. Le ramificazioni tracciate dalla mano di Mekas schematizzano la sua personale storia del cinema d’avanguardia, ma descrivono anche gli sforzi compiuti per promuoverla attraverso istituzioni come New American Cinema Group, Film-makers’ Cooperative e Anthology Film Archives, di cui l’artista fu fondatore.
A costellare il percorso di mostra ci sono infine disegni, film e video che riflettono la multiforme opera di Mekas nel suo intreccio di poetico e politico. Se il cinema del filmmaker è stato descritto come un atto di resistenza al gigantismo di Hollywood, queste opere ce lo mostrano come un instancabile lavoro di ecologia dei media e delle immagini. Nelle opere di Mekas i momenti più piccoli e insignificanti dell’esistenza vengono glorificati come l’essenza del mondo.

Per la rassegna ART CITY Cinema promossa da Fondazione Cineteca di Bologna nell’ambito di ART CITY Bologna 2023, mercoledì 1 febbraio alle ore 20 al Cinema Lumièreviene proiettato il film documentario sul grande regista lituano Fragments of Paradise(USA/2022) di KD Davison (98′). Introduce Sebastian Mekas (The Estate of Jonas Mekas).
Dal suo arrivo come sfollato a New York nel 1949 alla sua morte nel 2019, Jonas Mekas ha documentato la propria vita nei suoi film-diario. Proprio a partire dalle migliaia di ore di girato in essi contenuti, unitamente a riprese e registrazioni inedite, KD Davison ci offre uno sguardo intimo sulla vita e il lavoro del regista lituano e sulla sua incrollabile fiducia nel potere catartico del cinema: “C’è qualcosa da imparare dalla sua insistenza quasi religiosa sull’importanza delle cose momentanee e fragili come essenza di una vita felice”. Versione originale con sottotitoli in italiano.

Jonas Mekas, The Seasons, still from video, 2017

Biografie

Jonas Mekas

Jonas Mekas (Biržai, 1922 – New York, 2019) è stato un regista, poeta e artista lituano i cui film sono considerati pietre miliari del cinema indipendente in tutto il mondo.
Nel 1944, Jonas e suo fratello Adolfas furono deportati dai nazisti nel campo di lavoro di Elmshorn, in Germania. Alla fine del 1949 l’Organizzazione Internazionale dei Rifugiati portò entrambi a New York, dove si stabilirono a Williamsburg, Brooklyn. Grazie all’amicizia con il connazionale George Maciunas, Mekas divenne subito attivo nel gruppo Fluxus.
Nel 1949, due mesi dopo il suo arrivo a New York, l’artista acquista la sua prima cinepresa Bolex. Ben presto è profondamente coinvolto nell’avanguardia cinematografica americana. Nel 1954 fonda la rivista Film Culture, che diventa rapidamente la più importante pubblicazione di cinema degli Stati Uniti. Nel 1958 inizia la leggendaria rubrica Movie Journal su The Village Voice. Alla fine del 1960 firma il New American Cinema Manifesto, che riunisce un’intera generazione di cineasti indipendenti come Stan Brakhage, Jack Smith, Kenneth Anger, Andy Warhol tra gli altri. Sviluppando le idee espresse nel manifesto, nel 1962 Mekas fonda la Film-Makers’ Cooperative e nel 1964 la Film-Makers’ Cinematheque, che alla fine diventerà l’Anthology Film Archives, uno dei più grandi e importanti archivi di cinema d’avanguardia del mondo.
Jonas Mekas è largamente riconosciuto tra gli iniziatori del genere del film-diario. Il suo secondo film, The Brig, ha ricevuto il Gran Premio Leone di San Marco alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1963. La sua filmografia comprende capolavori come Walden (1969), Reminiscences of a Journey to Lithuania (1972), Lost Lost Lost (1976), As I was Moving Ahead I saw Brief Glimpses of Beauty (2000), A Letter from Greenpoint (2005), Sleepless Nights Stories (2011) and Out-takes from the Life of a Happy Man (2012).
Le sue opere sono state esposte nelle principali manifestazioni internazionali d’arte contemporanea: da Documenta XI e XIV a La Biennale di Venezia (Utopia Station nel 2003; Padiglione lituano nel 2005). Negli ultimi 15 anni sono state organizzate mostre retrospettive su Mekas nei più importanti musei del mondo, tra cui Museum Ludwig (Colonia 2008), Serpentine Gallery (Londra 2012), Centre Pompidou (Parigi 2012), MUAC (Città del Messico 2013), Museo dell’Ermitage (San Pietroburgo 2013), MMCA (Seoul 2017), Jewish Museum (New York 2021), National Gallery of Art (Vilnius 2021).

Francesco Urbano Ragazzi 

Francesco Urbano Ragazzi è un duo curatoriale fondato a Parigi nel 2008. Attraverso la piattaforma The Internet Saga, il duo ha inventato formati espositivi tra arte e realtà lavorando a stretto contatto con pionieri come Jonas Mekas, Kenneth Goldsmith, Miltos Manetas, Cheryl Donegan per citarne alcuni. Tra i progetti commissionati si ricordano le collaborazioni con MMCA (Seoul), Kunstnernes Hus (Oslo), CERN (Ginevra), Biennale di Bucharest, Maraya Art Centre (Sharjah), Centro Ricerca Castello di Rivoli (Torino), Iscp (New York), Centre d’Art Contemporain Gèneve, La Loge (Bruxelles), La Casa Encendida (Madrid), Futura (Praga), Ruya Foundation (Baghdad), Emirates Foundation (Abu Dhabi). Dal 2017 il team ha diretto l’archivio dell’artista femminista Chiara Fumai. Nel 2021 con Carlo Antonelli ha pubblicato FUORI!!! 1971-1974 (Nero Editions), un’antologia dedicata al movimento di liberazione omosessuale. Nel 2022 Francesco Urbano Ragazzi ha diretto la XVII edizione della LIAF Biennial in Norvegia. Nello stesso anno ha curato Images Are Real, la più grande retrospettiva in Europa dedicata all’opera di Jonas Mekas nell’anno del centenario dalla sua nascita.


SCHEDA TECNICA

Titolo mostra:

Jonas Mekas
Under the Shadow of the Tree

A cura di:

Francesco Urbano Ragazzi

Promossa da:

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Istituto di Cultura Lituano
Ambasciata di Lituania in Italia

In collaborazione con:
Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia

Nell’ambito di:
ART CITY Bologna 2023
Jonas Mekas 100!

Sede:
Padiglione de l’Esprit Nouveau
Piazza della Costituzione 11, Bologna

Periodo di apertura:
2 febbraio – 26 marzo 2023

Orari di apertura:
Dal 2 al 5 febbraio 2023 h 10-20
Dall’11 febbraio al 26 marzo 2023 sabato e domenica h 15-18

Ingresso:
gratuito

Siti web:
artcity.bologna.it | www.mambo-bologna.org | jonasmekas100.com

Social media:
Facebook Art City Bologna
Instagram @artcitybologna
#artcitybologna

Ufficio stampa ART CITY Bologna 2023:
Settore Musei Civici Bologna
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Con la collaborazione di Ornella De Carlo
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampaARTCITYBologna@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ufficio stampa programmaJonas Mekas 100! in Italia:
Maria Cristina Bastante
Tel. +39 339 5853057
giuliettaneri@gmail.com

Main project ART CITY Bologna 2023 promosso da

Roma, MICRO ARTI VISIVE: Spazio, luce, colore nell’opera di Marcello Grottesi – In mostra oltre 35 opere e 3 scatti degli anni ‘70

“Spazio, luce, colore nell’opera di Marcello Grottesi”

a cura di Pier Paolo e Clarissa Grottesi in collaborazione con Paola Valori 

In mostra oltre 35 opere e tre scatti fotografici che raccontano il percorso dell’artista nei controversi anni ‘70

Opening 9 febbraio 2023 ore 18.00

MICRO ARTI VISIVE
Viale Mazzini 1 – Roma

Fino al 16 febbraio 2023

Torna negli spazi di Micro a distanza di un anno l’opera di Marcello Grottesi, con un percorso espositivo completamente nuovo, arricchito di opere e fotografie inedite. Il ciclo di mostre – voluto dai figli Pier Paolo e Clarissa Grottesi con il supporto organizzativo di Paola Valori – ha lo scopo di mettere in luce a rotazione gran parte dei lavori conservati nell’Archivio Grottesi, con sede nella casa studio del grande artista. Un progetto, partito a febbraio 2022, che riunisce anche quest’anno opere emblematiche degli anni ’70, periodo artisticamente molto fecondo per Grottesi. 

In quegli anni l’arte è nelle mani di pochi critici e galleristi che hanno sconvolto lo scenario artistico imprimendo una svolta al linguaggio del contemporaneo. Di questa fase sono ben note le cronache, i nomi, le vicende e le opere di molti artisti. Meno conosciuta, o meglio, meno presa in considerazione è invece l’altra faccia, la strada poco battuta da altri interpreti, quella, ad esempio, di Marcello Grottesi e del Laboratorio di via Brunetti (cui fece parte per poco tempo anche De Dominicis) che negli stessi anni dava il via a un altro tipo di rivoluzione.

Nell’intricata vicenda di quegli anni, occorre dunque riaprire i documenti e fare luce, perché la storia dell’arte va spesso riscritta per indagare più a fondo e scoprire alcuni risvolti inaspettati.

Il progetto di riabilitazione sulla figura di Grottesi è iniziato nel 2022 con la prima personale “Vita e arte sul filo della memoria” curata da Paola Valori e i figli. Quest’anno si replica con la mostra “Spazio, Luce, Colore nell’opera di Marcello Grottesi” sempre negli spazi di Micro Arti Visive con il rinnovato intento di cercare di offrire uno spaccato diverso di quegli anni a Roma e fare il punto su un artista fondamentale e controverso come Marcello Grottesi.L’esposizione porta al pubblico un ricco corpus di opere inedite del grande maestro insieme ad alcuni scatti fotografici anch’essi mai esposti. “Ripensare a un’eredità come quella di Grottesi, collocarla nella giusta dimensione e rivalutarne il portato, è il senso di una professione come quella che svolge una gallerista: soppesare il valore di un artista in un corretto contesto storico critico di riferimento” sostiene la curatrice e gallerista romana Paola Valori.

La mostra sarà inaugurata giovedi 9 febbraio 2023 alle 18, e resterà visitabile fino al 16 febbraio negli orari di galleria. Ingresso libero.


INFO
“Spazio, luce, colore nell’opera di Marcello Grottesi”
a cura di Pier Paolo e Clarissa Grottesi
in collaborazione con Paola Valori 
Opening 9 febbraio 2023 ore 18.00
Fino al 16 febbraio 2023
Orari
: dalle 15.30 alle 19.30 
MICRO | Arti Visive
Viale Mazzini 1 – Roma
www.microartivisive.it
info@microartivisive.it
Paola Valori
tel. +39 347.0900625 
Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
tel 3494945612
roberta.melasecca@gmail.com
www.melaseccapressoffice.it
www.interno14next.it

Roma, Canova22: Per il bicentenario di Canova, CRISALIDE di Fiorenzo Zaffina nell’antica fornace del grande scultore

Fiorenzo Zaffina
CRISALIDE

A cura di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 9 febbraio 2023 ore 18.30

Canova22 – Antica Fornace del Canova
Via Antonio Canova 22 — Roma

Fino all’11 marzo 2023

Il giorno 9 febbraio 2023 alle ore 18.30, all’interno delle Celebrazioni del Bicentenario della morte di Antonio Canova, inaugura presso Canova22, l’antica Fornace del Canova, “CRISALIDE” di Fiorenzo Zaffina a cura di Alberto Dambruoso. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Bordeaux edizioni, con i testi di Alberto Dambruoso, Giuseppe Pansini, Antonella Marrone, Mara Luzzatto e Elisabetta Serpi, la quale ha curato anche le musiche che accompagnano l’installazione all’interno dello spazio espositivo. 

Il curatore, Alberto Dambruoso, presenta l’opera nel testo “Amore e Psiche secondo Fiorenzo Zaffina”: 

“In occasione del bicentenario della morte del sommo scultore neoclassico Antonio Canova, un altro scultore -Fiorenzo Zaffina- gli rende omaggio reinterpretando una delle sue sculture più note ed apprezzate: Amore e Psiche. 

FOTO UFFICIALE CRISALIDE

Il tributo a Canova da parte di Zaffina viene tra l’altro compiuto proprio in uno dei luoghi cari al Canova per la creazione delle sue opere, ovvero all’interno della fornace in cui modellava i bozzetti in creta. Nel corso degli ultimi due secoli sono stati molti gli scultori che si sono ispirati ad Amore e Psiche, offrendo differenti versioni del mito raccontato da Apuleio nelle Metamorfosi, ma nessuno di questi prima di Zaffina si era spinto al punto da creare un d’après dell’opera trasparente. Sì perché il gruppo scultoreo creato da Zaffina è costituito da dei blocchi di plexiglass sui quali l’artista è intervenuto scolpendo in negativo.

Zaffina si è distinto negli ultimi trent’anni per un tipo di ricerca in cui ha saputo coniugare forme e modi della scultura classica con un approccio da archeologo del contemporaneo. Per anni lo scultore di origini calabresi ma romano d’adozione, ha scavato in pareti, muri, rocce facendo affiorare dalle crepe circuiti elettrici, computer e in generale elementi appartenenti alla civiltà tecnologica. […]Il classico e il contemporaneo sono quindi due poli sui quali l’artista ha da sempre incentrato la sua attenzione e che possiamo ritrovare pienamente anche in questa scultura: classico è il tema del racconto, classica o meglio neoclassica anche la forma ricavata dalla scultura del Canova ma contemporanea è sia la tecnica esecutiva, sia il materiale con il quale è stata plasmata. […]”

Mentre Giuseppe Pansini nel testo in catalogo “Crisalide, d’Anima è corpo di Fiorenzo Zaffina”: “[…] Nell’opera di Fiorenzo Zaffina le figure non sono “blocchi” di pietra contrapposti ma diafani pensieri scavati, estratti dal profondo della sua, della nostra “Anima”. Sono frammenti di Sé, del Sé collettivo, che s’integrano nella promessa d’un bacio, d’un bacio d’Amore. Il bacio d’Amore che prende la finitezza d’ogni essere umano e la innalza, spiegando le sue ali, portandola sulle vette dell’eterna esistenza dei nostri multi-versi. […]”

Fiorenzo Zaffina

Fiorenzo Zaffina, nato a Lamezia Terme, vive e lavora a Roma dal 1970. Dopo aver frequentato il liceo artistico nelle città di Reggio Calabria e Roma, consegue il diploma a Catanzaro. Tornato nella capitale prosegue l’attività espositiva, iniziata in Calabria, con una serie di collettive e due personali ricevendo premi e riconoscimenti. Si iscrive alla Facoltà di Architettura e continua gli studi presso l’Accademia di Belle Arti e la Scuola Libera del Nudo. Nel 1993, quando prende parte al Premio Marche curato da Renato Barilli, ha già avviato una propria ricerca volta alla “dissezione” dei muri e alla conseguente rivelazione di anfratti, scenari segreti, realtà insondabili se non attraverso un gesto che, non finalizzato a ferire, contribuisce a creare una dimensione spaziale altra. Nel 2016, dopo quattro anni di sperimentazione su un nuovo materiale l’artista presenta per la prima volta in assoluto al Museo MAON di Rende (Cosenza), dei blocchi di plexiglass scavati, scoprendo ancora una dimensione. 


INFO

Fiorenzo Zaffina
CRISALIDE
A cura di
Alberto Dambruoso
Testi in catalogo di Alberto Dambruoso, Giuseppe Pansini, Antonella Marrone, Mara Luzzatto e Elisabetta Serpi
Promossa da Canova 22 – Antica Fornace del Canova
Grafica di Paolo Residori
Fotografie di Roberto Vignoli, Alberto Guerri, Enrico De Bernart
Musica di Elisabetta Serpi
Video di Enrico De Bernart
Catalogo Bordeaux edizioni
Inaugurazione 9 febbraio 2023 ore 18.30
Fino all’11 marzo 2023
Orari: dal martedì a domenica 17.00 – 20.00

Canova22 – Antica Fornace del Canova
Via Antonio Canova 22 — Roma
canova22press@gmail.com
0623481237
www.canova22.com
Fiorenzo Zaffina
www.fiorenzozaffina.it
zafio@icloud.com 
Ufficio Stampa 
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it

Bologna, MAMbo: Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023

Yuri Ancarani
Atlantide 2017 – 2023

A cura di Lorenzo Balbi
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Sala delle Ciminiere
2 febbraio – 7 maggio 2023
Opening mercoledì 1 febbraio 2022 h 18

immagine guida Atlantide 2017-2023

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): Atlantide 2017 – 2023La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, è un main project di ART CITY Bologna 2023, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, inaugura mercoledì 1 febbraio 2023 alle h 18 e rimarrà aperta al pubblico dal 2 febbraio al 7 maggio 2023
Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come un’ “esplosione” del film Atlantide, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all’interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.
In un’atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra.

Atlantide 2017 – 2023 si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder PicturesDugong Films e Rai Cinema. Si ringrazia Emilia-Romagna Film Commission per la collaborazione.

“La nostra collaborazione con ART CITY prosegue ormai da vari anni – commenta Giuseppe Gagliano, direttore centrale relazioni esterne Gruppo Hera – e la scelta di sostenere l’evento anche in questa edizione, come main sponsor della mostra di Ancarani, testimonia la nostra volontà di sostenere linguaggi artistici che sensibilizzano su temi importanti. In questo caso il degrado dell’ambiente e delle relazioni, due fattori che si potenziano a vicenda, ma che occasioni culturali come questa contribuiscono a porre in primo piano, invitandoci a riflettere su quello che ciascuno di noi può fare per contrastarli”

Il film Atlantide – una produzione Dugong Films con Rai Cinema in coproduzione con Luxbox e Unbranded Pictures – ha come protagonistaDaniele, un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record, che lo porti in testa alla classifica. Ma tutto ciò che fa per realizzare il suo sogno e guadagnarsi il rispetto degli altri finisce per rivoltarglisi contro, tragicamente. Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

Atlantide è stato costruito e realizzato attraverso le relazioni che il regista ha sviluppato nel tempo con i ragazzi entrati a far parte del cast, quasi tutti non-attori, le loro vicende di vita, il rapporto con Venezia.
Racconta Ancarani: “Atlantide è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un’osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi. Questo metodo di lavoro mi ha dato la possibilità di superare il limite di progettazione tradizionale nel cinema: prima la scrittura e poi la realizzazione. Così il film ha potuto registrare in maniera reattiva questo momento di grande cambiamento di Venezia e della laguna, da un punto di vista difficile da percepire, attento allo sguardo degli adolescenti. Il desiderio di vivere così da vicino le loro vite, dentro i loro barchini, ha reso possibile tutto il resto: il film si è lentamente costruito da solo” (L’Atlantide di Yuri Ancarani, su cinematografo.it, 2 settembre 2021).

Nel film, sebbene la narrazione ruoti intorno a Daniele e agli altri ragazzi, emerge come grande protagonista l’unicità della città lagunare. Così anche al MAMbo il fulcro è la Venezia-Atlantide ricreata dall’artista. Una città difficilmente definibile, soffocata dallo sfruttamento turistico, costantemente sotto minacce ambientali che interessano tutto il pianeta ma qui diventano particolarmente pregnanti. Un luogo i cui abitanti, ormai ridotti a meno di 50.000, vivono in bilico tra la necessità di lottare per non essere sommersi dalle acque lagunari e dalle ondate turistiche inarrestabili e la tentazione di abbandonare la lotta e lasciare la città al suo destino.
Al contempo, in un’ottica più ampia, la Venezia di Ancarani perde la sua connotazione geografica e urbana, diventa un simbolo, una rappresentazione ideale della decadenza del capitalismo, un luogo esemplare per raffigurare un problema globale. Alla fine del percorso ci si rende conto di come questi problemi, queste tematiche, non riguardino solo Venezia o i veneziani, ma ci coinvolgano tutti da vicino.

La disperazione dell’adolescenza, la decadenza di Venezia, il degrado dell’ambiente e delle relazioni sono i grandi temi che attraversano anche la mostra Atlantide 2017 – 2023, che può essere letta come un’unica opera corale: il film viene presentato in una sala del museo come tassello di un progetto più ampio che include una serie di nuovi lavori.
Scrive Lorenzo Balbi sull’esposizione: “Nella Sala delle Ciminiere e attorno ad essa Ancarani ricrea un luogo irreale, forse emerso o forse sommerso, pervaso dall’oscurità, da nebbia e luci al laser. In questo non-luogo i visitatori entrano fisicamente in contatto con la Venezia-Atlantide dell’artista: un luogo immaginario o forse reale, fatto di immagini semplici ma spiazzanti: un prete che spazza inesorabilmente l’acqua sotto un portego con la scopa, un musicista improvvisato che strimpella con una fisarmonica su una fondamenta davanti ad un vaporetto in secca, due ragazzi sul barchino che si rivestono dopo aver consumato un rapporto in laguna, una ragazza che viene portata bendata a vedere l’adesivo con il proprio nome appena attaccato sul barchino del fidanzato. Sono immagini qualunque di vita veneziana, immagini apparentemente fuori dall’ordinario ma per questo ancora più reali ed efficaci“.

I materiali presentati sono vari e in alcuni casi si tratta di veri e propri cortometraggi, frutto anche del lavoro documentaristico svolto da Ancarani a Venezia (è il caso, ad esempio, delle riprese della manifestazione contro le grandi navi in laguna o del trasporto in barca di un elettrodomestico da Burano a Rialto, visto tramite i movimenti di una cimice sulle funi di fissaggio).
Un passaggio particolarmente forte della mostra è la doppia video-installazione allestita al centro della Sala delle Ciminiere, mentre nella “navata” destra il pubblico ritroverà il carattere psichedelico del finale di Atlantide, con scene inedite, fasci di luci colorate del barchino di Daniele che si proiettano sui palazzi veneziani e la musica di Sick Luke e Lorenzo Senni/Francesco Fantini.

In occasione di Atlantide 2017 – 2023 è prevista l’uscita per Edizioni MAMbo della sceneggiatura inedita di Atlantide, adattata da Marco Alessi e Marta Tagliavia (Dugong Films), che hanno creato un testo successivo alla realizzazione del film, nato appunto senza sceneggiatura, con dialoghi spontanei. La pubblicazione è arricchita da un testo inedito di Lorenzo Balbi, da una selezione di still del film e da disegni di Alessandro Montelli.

Ancarani sarà a Bologna anche ad Arte Fiera 2023: è lui infatti al centro della prima edizione di Led Wall Commission, che vedrà la presenza all’ingresso di Piazza Costituzione di un mega-schermo di 5 x 9 metri su cui saranno visibili suoi contenuti video per chi attraversa la soglia del quartiere fieristico. Nell’ambito dei Book Talk organizzati da Arte Fiera, inoltre, il 4 febbraio alle h 17 verrà presentata la sceneggiatura in pubblicazione per Edizioni MAMbo.
L’artista sarà poi protagonista con Lorenzo Balbi e Marinella Paderni dell’appuntamento di ARTalk CITYall’Accademia di Belle Arti sabato 4 febbraio alle h 10.30 e la stessa sera alle h 22, durante IWONDERFULL NIGHT (Pop Up Cinema Medica 4k), presenterà il suo film Atlantide insieme a Lorenzo Balbi.

Ad Ancarani sarà infine dedicata una mostra antologica al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milanodal28 marzo all’11 giugno 2023, curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti con catalogo edito da Silvana Editoriale, che sottolineerà il dialogo e la connessione tra le due esposizioni, bolognese e milanese.

Biografia di Yuri Ancarani

Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) è un video artista e film-maker italiano. Le sue opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, e sono il risultato di una ricerca spesso tesa ad esplorare regioni poco visibili del quotidiano, realtà in cui l’artista si addentra in prima persona.
I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei nazionali e internazionali, tra cui: Kunstverein Hannover (Germania); Castello di Rivoli (Rivoli Torino, Italia); Manifesta 12 (Palermo, Italia); Kunsthalle Basel (Basilea, Svizzera); Art Basel Unlimited (Basilea, Svizzera); 16° Quadriennale d’Arte Altri tempi, altri miti, Palazzo delle Esposizioni (Roma); 55° Esposizione d’Arte Internazionale, Il Palazzo Enciclopedico, La Biennale di Venezia (Italia); Beursschouwburg (Brussel, Belgio); CAC, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Centre Pompidou (Parigi, Francia); Fondazione Sandretto, Re Rebaudengo (Torino); Hammer Museum (Los Angeles, California); AMACI, Museo del Novecento (Milano); MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma); R. Solomon Guggenheim Museum (New York, USA); Palais de Tokyo (Parigi, Francia); RaebervonStenglin (Zurigo, Svizzera); Stiftung Insel Hombroich (Neuss, Germania).
E in numerosi Festival, tra cui: New York Film Festival (New York City, USA); Camden International Film Festival (Maine, USA); New Directors/New Films, MoMA (New York, USA); Desert Exhibition of Art (Palm Spring, California); True/False Film Festival (Columbia, Missouri); SXSW South by Southwest (Houston, Texas); Ann Arbor Film Festival (Michigan, USA); Hot Docs (Toronto, Canada); TIFF Toronto International Film Festival (Toronto, Canada); BIM Biennale dell’Immagine in Movimento, Centre d’Art Contemporain Genève (Ginevra, Svizzera); Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); Viennale (Vienna, Austria); 67° e 68°Festival del Cinema di Venezia (La Biennale di Venezia, Italia); IFFR International Film Festival Rotterdam (Rotterdam, Olanda); 23° IDFA International Documentary Film Festival Amsterdam (Amsterdam, Olanda); Cinéma du Réel (Centre Pompidou, Parigi Francia); CPH:DOX (Copenhagen, Danimarca); Festival International du Film de La Roche sur Yon (La Roche sur Yon, Francia); Beat Film Festival (Mosca, Russia); Taipei Film Festival (Taipei, Taiwan).
Ha inoltre ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui: “Premio speciale della giuria CINÉ+” Cineasti del presente, 69° Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera); cinque nominations ai Cinema Eye Honors, Museum of Moving Image (New York, USA); “Grand Prix in Lab Competition”, Clermont Ferrand Film Festival (Clermont Ferrand, Francia).


SCHEDA TECNICA
 
Mostra:
Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023
 
A cura di:
Lorenzo Balbi
 
Promossa da:
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sede:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Minzoni 14, Bologna
 
Periodo di apertura:
2 febbraio – 7 maggio 2023
Opening mercoledì 1 febbraio 2022 h 18
 
Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
chiuso lunedì non festivi
 
Orari di apertura in occasione di ART CITY Bologna 2023:
2 febbraio h 14-20
3 e 5 febbraio h 10-20
4 febbraio h 10-24
 
Ingresso:
Intero 6 euros| Ridotto 4 euro. Gratuito dal 2 al 5 febbraio in occasione di ART CITY Bologna
Biglietti on line: https://www.midaticket.it/eventi/yuri_ancarani


Informazioni generali:
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.mambo-bologna.org
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
Twitter: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel
Settore Musei Civici Bologna:
www.museibologna.it
Instagram: bolognamusei
 
Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna:
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it 
Elisa Maria Cerra – Tel. +39 051 6496653 e-mail elisamaria.cerra@comune.bologna.it 
Silvia Tonelli – Tel. +39 051 6496620 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it 
Con la collaborazione di Ornella De Carlo

Roma, Vision & Global Trends – La crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Europa e in Italia: prospettiva storica e proiezione futura

Seminario

La crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Europa e in Italia: prospettiva storica e proiezione futura

Il seminario, curato da Vision & Global Trends, avrà luogo martedì 21 febbraio p.v., – dalle ore 14:30 alle 17:30 – presso i locali di Spazio Europa, spazio polifunzionale gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e sito in Via IV Novembre, 149, Roma.

Il presente seminario è il primo evento di un ciclo di azioni che Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses vuole dedicare ai temi dell’innovazione, della ricerca & sviluppo e del trasferimento tecnologico.
Come si evince dal titolo, questo primo appuntamento intende discutere – in una prospettiva storica – i tratti salienti dei processi innovativi attivati negli ultimi tre decenni in Europa e in Italia, al fine di individuare le linee di tendenza che questi stessi processi hanno contribuito a determinare nel tempo e, contestualmente, delineare gli sviluppi futuri dell’ampio e variegato ecosistema dell’innovazione, anche in riferimento agli strumenti introdotti dal PNRR.
Nel corso dell’evento saranno presentate relazioni di prestigiosi esponenti del mondo della ricerca tecnologica, dell’economia, della finanza innovativa e dei servizi avanzati, quali: Prof. Luigi Nicolais, Prof. Fabio Pistella, Ing. Luigi Amati, Dott.ssa Nicoletta Amodio, Dott. Marco Baccanti, Ing. Andrea di Anselmo. Le conclusioni saranno a cura del Dott. Giovanni Zazzerini.

La crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Europa e in Italia: prospettiva storica e proiezione futura
Per partecipare, registrarsi scrivendo a info@vision-gt.eu entro lunedì 20 febbraio
Sito Web: https://www.vision-gt.eu/

Roma, Instituto Guimarães Rosa – Spazio Veredas Ambasciata del Brasile: Cláudia Lima – Fragmetos de Arte Pura – A cura di Luís Neves

Cláudia Lima – Fragmetos de Arte Pura

Cláudia Lima
Fragmetos de Arte Pura

A cura di Luís Neves

Un’esplorazione di tessiture e geografie a partire da materiali organici

Inaugurazione 1 febbraio 2023 ore 18.00

Instituto Guimarães Rosa – Spazio Veredas
Ambasciata del Brasile
Piazza Navona 18 – Roma

Fino al 3 marzo 2023

Il 1 febbraio 2023 inaugura presso Spazio Veredas, lo spazio espositivo dell’Ambasciata del Brasile all’interno dell’Instituto Guimarães Rosa in Piazza Navona, la mostra Fragmentos de Arte Pura dell’artista brasiliana Cláudia Lima, a cura di Luís Neves.  La mostra presenta otto opere inedite realizzate con materiali organici su legno, frutto delle ricerche dell’artista a livello di tessiture e di geografie del suo universo artistico, iniziato a Rio de Janeiro, ma sviluppatosi in Europa (soprattutto a Lisbona, dove vive) negli ultimi tre decenni in stretta connessione con la sua terra natale, il Brasile. Dopo aver esposto in Sud America, Asia, Africa, New York e in diverse capitali europee, Cláudia espone ora per la prima volta le sue opere in Italia, il Paese a cui è legata da un legame ancestrale.

Secondo le parole del curatore, “l’originalità di Cláudia Lima sta nel modo contemporaneo in cui crea e costruisce un universo tessile”. Spiega Luís Neves, “nell’asse spazio/tempo, l’artista lavora il filo nella costruzione del materiale del corpo (opera d’arte) e nella definizione della tessitura. Fili, trame, ragnatele, grovigli, labirinti, intrecci, strutture compongono questo originale universo artistico, dove i materiali – lana, corde, materia organica, vernici, resine – vengono lavorati per materializzarli in una tessitura tridimensionale, anche quando si parla di piano bidimensionale”. 

L’arte di Cláudia Lima nasce da un’influenza vangoghiana e matissiana, passa attraverso i modernisti e la pop art e assume la sua originalità nella contemporaneità, costruendo punti di contatto con Magdalena Abakanowicz, Vieira da Silva, Louise Bourgeois, Fernanda Gomes o Sou Fujimoto. 

Nelle sue opere, il filo del tempo creato dal suo percorso si mescola con il filo materiale, in intrecci che riflettono e interrogano la complessità della comunicazione umana nella contemporaneità. I Frammenti di Arte Pura sono, quindi, testimonianze visive e fisiche dell’intensa dedizione dell’artista alla vita e al mondo.  

Cláudia Lima (Rio de Janeiro, 1956)

Nata a Rio de Janeiro, Cláudia Lima ha iniziato la sua carriera artistica con Ivan Serpa, pittore concretista di Rio de Janeiro. È laureata in Giurisprudenza. Successivamente, negli anni Ottanta, già a Lisbona, studia all’ARCO e vince una borsa di studio della Fondazione Calouste Gulbenkian per frequentare l’École National D’Art Décoratif di Aubusson, in Francia. Da lì ha sviluppato un proprio linguaggio, che si snoda attraverso i tessuti, la pittura e la scultura. Ha seguito una linea di ricerca artistica basata sulla creazione di oggetti scultorei che nascono da una tessitura e acquistano forma e vita, come se fossero modelli di una costruzione per la fruizione sensoriale. Attualmente Cláudia cerca di riflettere su aspetti della contemporaneità come l’identità, l’appartenenza a un luogo geografico, le origini, la condizione umana, le relazioni interpersonali e la guerra.


“Fragmentos de Arte Pura” Cláudia Lima

Luís Neves

Cláudia Lima é uma artista visual cuja obra é uma simbiose entre texturas e geografias. 

O seu percurso criativo passa pela pintura, escultura, tapeçaria, vídeo e instalação. 
Nas obras da série “Fragmentos de Arte Pura”, apresentadas no Espaço Guimarães Rosa, na Piazza Navona, dá conta da sua pesquisa ao nível da textura, da relação sensual com os diversos materiais e os lugares geográficos que a influenciam. 

Depois de ter exposto no Brasil natal, vários países da Europa, Ásia, África e em Nova Iorque, Cláudia entendeu ser chegado o momento de mostrar o seu trabalho em Itália, país a que está ligada ancestralmente, permitindo que o público conheça as geografias do seu universo artístico – iniciado no Rio, desenvolvido em Aubusson, Lisboa (cidade que adotou para viver) e outros lugares do mundo.

Conceptualmente, entendo toda a obra artística de Cláudia Lima como se de uma Tapeçaria se tratasse. No eixo espaço/tempo, a artista trabalha o fio na construção do material do corpo (obra de arte) e na definição da textura. Fios, tramas, teias, emaranhados, labirintos, enredos, estruturas compõem um universo artístico original, onde os materiais – lã, cordas, matéria orgânica, tintas, resinas – são trabalhados de forma a materializá-los numa textura tridimensional, mesmo quando falamos do plano bidimensional. 

O universo têxtil contemporâneo influencia a sua produção e imprime às obras de pintura e escultura vestígios que o tempo não consegue apagar. É uma artista de texturas mas também de geografias, de geografias exteriores que traz para o interior e sintetiza em texturas. 

Há no trabalho da Cláudia uma coerência que só o tempo permite avaliar. Artista do tempo presente, carrega em si muitos outros tempos, sob a forma de influências múltiplas. Nesse sentido, a obra de Cláudia é ela própria um grande fio de tempo que vem de uma influência Van Goghiana e Matiassiana, que passa pelos modernistas e pela pop art e assume a sua originalidade na contemporaneidade, construindo pontos de contato com Magdalena Abakanowicz, Vieira da Silva, Louise Bourgeois, Fernanda Gomes ou Sou Fujimoto. Nas suas peças, esse fio do tempo confunde-se como fio material em emaranhados de fios que refletem e questionam nos objetos (verdadeiras maquetes de uma arquiteta do sentir humano) a complexidade da comunicação humana na contemporaneidade.

A primeira exposição de Cláudia Lima em Itália, na cidade de Roma, é também ela um regresso a uma certa ideia de origem de uma artista do mundo. 

Nascida no Rio, oriunda de uma família mineira com antepassados italianos (seu tetravô Giuseppe Pignataro adotou no Brasil o apelido Pinheiro), Cláudia começou o seu percurso com Ivan Serpa (1923-1973) no MAM da cidade natal. 

Na idade adulta veio para a Europa onde estudou e produziu tapeçaria em Aubusson (França), no anos 80 do século XX, na École National D’Art Décoratif. Aí, aprendeu uma técnica da arte ancestral e iniciou a criação de uma linguagem própria.

Neste percurso europeu, foi seguindo uma linha de pesquisa artística baseada na criação de objetos escultóricos que nascem de uma textura e ganham forma e vida como se fossem verdadeiras maquetas de uma construção para usufruto sensorial e confronto com o mundo. Desde sempre, o fio condutor do trabalho da artista está impregnado de uma influência ética mineira de se relacionar com o mundo, numa visão barroca que filtra a sua relação com Lisboa, Aubusson e todos os outros lugares a que está profissional e pessoalmente ligada, como a Dinamarca e a Suíça. 

A sua produção artística é uma síntese de dois pólos: um mundo infantil e adolescente do seu Brasil natal interiorizado dos procedimentos representativos do ensino de Ivan Serpa e a aprendizagem europeia adulta. Quer em desenhos onde a simplicidade é uma referência e a luz intensa, por vezes geométrica, quer em trabalhos de conceção Matissiana das formas e das cores, numa afirmação estruturadora da bidimensionalidade, como em pinturas ambíguas que anseiam uma tridimensionalidade física escultórica, ou em esculturas e instalações onde por vezes a imagem em vídeo do seu próprio processo criativo participa na obra final, a sua obra é um emaranhado de fios tecidos e ordenados pela sua visão da relação do homem com o ambiente primordial e de si própria com o mundo. 

Liberta de teares e cartões de artista, o mundo visual nestes “Fragmentos de Arte Pura” surge puro, porque resultado de uma pulsão quase expressionista.  

Ao longo dos anos, Cláudia Lima tem vindo a refletir de forma consistente sobre inúmeros aspetos da contemporaneidade como a identidade, a pertença a um lugar geográfico, as origens, a condição humana, as relações interpessoais, a guerra. 

Hoje, como no início, continua a trabalhar árdua e discretamente numa linha de investigação visual coerente que privilegia uma honestidade intrínseca, em detrimento do brilho da fama e do efémero.

Lisboa, 02 de outubro de 2022


INFO

Cláudia Lima
Fragmetos de Arte Pura
A cura di Luís Neves
Inaugurazione 1 febbraio 2023 ore 18.00
Fino al 3 marzo 2023
Orari
: dal lunedì dal giovedì dalle 9.00 alle 21.00 – venerdì dalle 9.00 alle 17.00

Instituto Guimarães Rosa – Spazio Veredas
Ambasciata del Brasile
Piazza Navona 18 – Roma
ccbi.roma@itamaraty.gov.br
www.gov.br/mre/pt-br
Ufficio stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com / 349.4945612
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Roma, Caserma Pietro Lungaro: Giorgio Bisanti. Viaggio dell’artista nella Polizia di Stato

Giorgio Bisanti, Bassorilievo legalità – Scuola Superiore di Polizia di Roma

Giorgio Bisanti.
Viaggio dell’artista nella Polizia di Stato


3 – 25 febbraio 2023
Caserma Pietro Lungaro 
Piazza Vittorio Emanuele II 13, Roma

Attraverso 80 opere – tra sculture in marmo, terracotta, gesso e legno, dipinti ad olio, collage e acrilici – dal 3 al 25 febbraio 2023 la Caserma Pietro Lungaro di Roma, ospita il ventennale percorso artistico dello scultore, pittore e incisore romano Giorgio Bisanti. Influenzato sin da ragazzo dall’incontro con i grandi dell’arte contemporanea come Emilio Greco e Venanzo Crocetti, frequenta in gioventù lo studio di Renato Guttuso e proprio quest’ultimo che lo invita a iscriversi al liceo artistico. Negli anni accademici la frequentazione dello studio di Pericle Fazzini condiziona e costruisce la sua personalità artistica.

Bisanti entra nella Polizia Stato nel 1986, appena terminata l’Accademia delle Belle Arti di Roma, e da subito si prodiga per portare la bellezza delle sue opere all’interno dell’istituzione.

L’arte di Bisanti (classe 1963) si è fatta spazio all’interno di luoghi ufficiali della Polizia di Statoportando bellezza e visione, offrendo spunti di riflessione attraverso l’arte nei reparti di diverse città italiane come Roma, Asti, Lucca, Palermo, Foggia, Catania e Moena.

Giorgia Bisanti, Natura morta

Sono infatti oltre 100 le opere che Bisanti lascia in eredità alla Polizia di Stato, come segno indelebile e duraturo della dedizione e dello spirito di servizio, ma anche come messaggio di apertura e dialogo, insiti dell’arte.

Nella produzione dell’artista romano alcuni colori e forme rimandano a lavori di stampo cubista; numerosi poi i collage e diverse le grandi sculture: soggetti e protagonisti non solo la Polizia di Stato nella quotidianità del servizio ma anche figure religiose, volti femminili e importanti omaggi a rilevanti fatti di cronaca che hanno segnato negli anni il nostro Paese.

Suo il monumento alla memoria di Pietro Lungaro, martire delle Fosse Ardeatine e medaglia d’Oro al Valor Militare, collocato nel cortile della sede della Direzione Centrale di Sanità a Roma, in Piazza Vittorio. L’opera è stata realizzata con un blocco di marmo delle cave Michelangelo.
Sempre suo il monumento dedicato alla memoria dell’Ispettore Filippo Raciti, inaugurato a Catania e collocato proprio nel luogo dove il collega perse la vita, lo Stadio Angelo Massimino, già Stadio Cibali del capoluogo siciliano.
E ancora sua la statua dedicata a San Michele Arcangelo e collocata nella Chiesa di San Lorenzo in Panisperna a Roma e il bassorilievo scolpito in pietra e donato dalla Polizia di Stato a San Giovanni Paolo II a Piazza San Pietro.

Numerosi i dipinti disseminati nei tanti uffici realizzati dall’artista, come le grandi tavole pittoriche realizzate per la Direzione Centrale di Sanità, proprio nel complesso architettonico di Piazza Vittorio già compendio di Sant’ Eusebio.
Scultore, pittore, modellatore in terracotta, Giorgio Bisanti proietta nei suoi lavori la volontà di avvicinare il mondo della Polizia di Stato ai cittadini.


SCHEDA TECNICA
Inaugurazione:
Venerdì 3 febbraio 2023, ore 10.30
(accesso libero – sarà presente l’artista)
Indirizzo:
Compendio Sant’Eusebio
Caserma Pietro Lungaro 
Piazza Vittorio Emanuele II 13 – 00185 Roma RM
Orario di apertura:
dal lunedì al sabato:10/13 – 16/19

Per informazioni:
M. +39 338 5337683 – bisanti.artista@gmail.com

Ufficio stampa
Adele Della Sala | M. +39 366 4435942 | ads@ufficiostampa-arte.it
Anastasia Marsella | M. +39 380 3079809 | am@ufficiostampa-arte.it

Bologna: Doutdo 2023 in anteprima ad Artefiera presenta il tema della nuova edizione con FRÀGIL, opera di Joan Crous

Panca Bernina

In anteprima ad Artefiera la biennale doutdo presenta il tema della nuova edizione con FRÀGIL, opera di Joan Crous

3-5 febbraio 2023

Artefiera

Quartiere Fieristico di Bologna – Padiglione 26 stand B80

Anteprima il 2 febbraio 2023

In anteprima ad Artefiera dal 3 al 5 febbraio 2023 a Bologna, la biennale doutdo* presenterà al pubblico il nuovo tema dell’edizione 2023 con FRÀGIL, un’importante opera di Joan Crous, in un allestimento ideato e progettato da Michele de Lucchi con Alberto Nason.

Doutdo è una biennale di iniziative culturali che unisce arte ed etica, creata a Bologna nel 2011 da Alessandra D’Innocenzo all’interno delle attività di raccolta fondi dell’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli. Ogni due anni doutdo propone mostre ed eventi dedicati all’arte, architettura, design e alle eccellenze della nostra cultura, coinvolgendo artisti, istituzioni, gallerie, imprese e collezionisti per riflettere su un tema legato alla contemporaneità. Per l’edizione 2023 della biennale il tema scelto, presentato in anteprima speciale ad Artefiera presso il Padiglione 26 stand B80, è la Fragilità.

Siamo fragili, tutto è fragile intorno a noi: uomini, animali, piante, la vita sulla terra, le nostre relazioni, i nostri sentimenti, i nostri amori, le nostre idee, la sostenibilità del nostro modello di sviluppo, la nostra idea di progresso, la nostra presunta centralità nell’universo – dichiara Alessandra D’Innocenzo, fondatrice e presidente di doutdo – Se però accettiamo la nostra fragilità possiamo trasformare l’apparente vulnerabilità nel suo opposto, la storia umana lo ha dimostrato, la nostra fragilità diventa agilità consapevole, che se crea una comunità può produrre innovativi e potenti risultati, la vulnerabilità dei singoli diventa forza collettiva per difendere valori condivisi e il bene comune”

La nostra fragilità è come quella del vetro, inventato dall’uomo con fuoco e ferro, trasparente come l’acqua, duttile come la creta ma eterno come l’oro. Capace di dare luce al buio e di farci vedere le stelle. A rappresentare tutto ciò per doutdo sarà l’opera di Joan Crous, noto artista del vetro di origine catalana. La grande scultura FRÀGIL (dimensioni 120×360 cm) è la composizione di sei opere uniche, tutte diverse fra loro, realizzate in fusione di vetro con interventi manuali dell’artista. Per Artefiera l’allestimento dell’opera di Crous è stato affidato alla sapiente progettazione di Michele De Lucchi – designer, architetto e “falegname”, amico da anni di doutdo – in collaborazione con Alberto Nason, industrial e lighting designer.

In questa occasione le sei opere originarie sono state unite in un’unica e grande installazione, un lungo tavolo di vetro che rimanda alla fotografia di Giovanni GastelLa cena di Atene” (2019) la quale vede ritratti i protagonisti della passata edizione di doutdo. Come scrive Gianluca Riccio, uno dei curatori del progetto espositivo “Lungo il filo di questa trama insieme etica, morale ed estetica, i protagonisti dell’ultima edizione di doutdo, riuniti dallo sguardo partecipe di Giovanni Gastel intorno a un lungo tavolo, sono evocati dagli oggetti e dai residui di cibo cristallizzati sulla superficie dei sei tavoli che compongono la grande scultura realizzata da Joan Crus per l’edizione 2023; come se la scena – e il significato di cui è portatrice – fossero restati intatti nel corso di questi anni, ma il punto di vista si fosse ribaltato dall’esterno verso l’interno, con tutti quegli oggetti ordinari dispiegati sul piano orizzontale del tavolo-scultura a incarnare il senso di un messaggio che, anno dopo anno, resta custodito nella forma dell’opera chiamata a interpretarlo”.

Il lungo tavolo che rimanda alla fotografia di Giovanni GastelLa cena di Atene

Ad accompagnare l’imponente opera di Crous saranno inoltre due pancheBernina” progettate da Michele De Lucchi con Alberto Nason e realizzate in pietra Leccese da PI.MAR Limestone di Giorgia Marrocco, storico sostenitore di doutdo.

I curatori che affiancano il progetto espositivo ideato da doutdo sono Domenico De Masi (Professore emerito di sociologia del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma), Gianluca Riccio (storico dell’arte, curatore e Professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli), Sebastiano Maffettone (Professore di filosofia politica presso l’Università LUISS di Roma) e Pierpaolo Forte (Professore ordinario di diritto amministrativo presso l’Università degli studi del Sannio di Benevento). Ai loro testi critici che saranno presentati in un unico volume durante Artefiera, si aggiungono i testi di Michele De Lucchi, Roberto Grandi e di Alessandro Bergonzoni. Quest’ultimo è amico e sostenitore di doutdo fin dagli inizi ed è infatti proprio lui ad aver dato il nome alla biennale*.

L’opera, dopo Artefiera, entrerà ufficialmente nella grande collezione doutdo, per poi essere assegnata a collezionisti o musei a fronte di una donazione a doutdo attraverso l’Associazione Amici della Fondazione Hòspice Seràgnoli il cui ricavato verrà interamente devoluto alla Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli di Bologna. Come nelle passate edizioni infatti, anche per il 2023 doutdo riunirà le generose donazioni di artisti, gallerie e collezionisti per sostenere concretamente la missione della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli dedita all’assistenza e cura di pazienti affetti da malattie inguaribili e delle loro famiglie e alle attività di formazione e ricerca sulla medicina palliativa all’interno del Campus Bentivoglio. Un “dare per dare” che si oppone, o quanto meno si discosta da un utilitaristico o egoistico “dare per ricevere”. Una restituzione di senso e valore che non ricerca o pretende nulla in cambio.

Si ringrazia per il sostegno: Banca di Bologna e PI.MAR Limestone. Si ringrazia per la collaborazione: Cleto Chiarli – Tenute Agricole, Champagne Aleran, Dusk, Radiosata.

Un grazie speciale a: Joan Crous, Michele De Lucchi, Domenico De Masi, PierPaolo Forte, Sebastiano Maffettone, Giorgia Marrocco, Alberto Nason, Gianluca Riccio.


INFORMAZIONI UTILI

Anteprima doutdo 2023 ad Artefiera con l’opera di Joan Crous e l’allestimento di Michele de Lucchi con Albert Nason.
 
QUANDO: dal 3 al 5 febbraio 2023
ANTEPRIMA SU INVITO: 2 febbraio 2023
DOVE: Quartiere Fieristico di Bologna, Padiglioni 25 e 26 – Ingresso Costituzione
STAND DOUTDO: Padiglione 26 stand B80
 
Per informazioni su orari e biglietti di ingresso alla fiera si rimanda al sito www.artefiera.it/
 
CONTATTI
SITO: https://www.doutdo.it/
MAIL: info@doutdo.it
FACEBOOK: https://www.facebook.com/doutdo
 
UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

051 6569105 – 392 2527126            
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Bologna, Cassero di Porta San Donato: Nell’ambito di ART CITY BOLOGNA 2023 Saul Saguatti (Basmati Video) presenta “Intra-Ground Lights”

GUY LYDSTER – ANDREA ABATI
SAUL SAGUATTI (BASMATI VIDEO)

NELL’AMBITO DI ART CITY BOLOGNA 2023

PRESENTA
“INTRA-GROUND LIGHTS”

A cura di Giuseppe Virelli

Venerdì 3 febbraio 2023 – dalle ore 17.30

Cassero di Porta San Donato, Bologna

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 in occasione di ARTEFIERA, l’artista Saul Saguatti (Basmati Video) interverrà con un’operazione di videoarte sull’installazione site-specific “Intra-Ground” ideata dallo scultore Guy Lydster e dal fotografo Andrea Abati e inauguratasi lo scorso 23 settembre 2022 presso il Cassero di Porta San Donato a Bologna.

Questo evento di arte pubblica, organizzato dall’Associazione Il Campone e a cura di Giuseppe Virelli, vuole essere l’occasione per sperimentare un’inedita “ibridazione” di linguaggi artistici differenti fra di loro; una possibilità di collaudare un’originale forma d’arte cross-mediale in cui sculturafotografia video dialogano fra loro e con lo spazio urbano circostante per mettere lo spettatore “al centro dell’opera”.

Sound designer Federico Fantuz

BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI

Guy Lydster, scultore neozelandese stabilitosi a Bologna negli anni ’80, noto per le sue “headscape”, termine che deriva dalla fusione di due parole inglesi: head e landscape. La creazione di questo termine riguarda, a scopo espressivo, il rapporto tra testa e terra, tra la mente e il paesaggio che la circonda, indicando un’interpretazione scultorea sia della testa umana che del mondo naturale.

Attualmente due opere di grandi dimensioni dello scultore si trovano esposte in spazi pubblici a Bologna, presso i Giardini Margherita, in via IV Novembre ed in via Filippo Re, presso l’Università di Bologna.

Andrea Abati, fotografo, utilizza la fotografia come strumento di conoscenza e di relazione tra il sé e il mondo, con il fine di innescare pratiche artistiche nella sfera pubblica. Fondatore dello spazio no profit Dryphoto arte contemporanea di Prato. Dagli anni Ottanta partecipa attivamente al dibattito culturale con mostre, seminari ed incontri con importanti fotografi italiani ed europei, con l’obiettivo di far conoscere la fotografia italiana di paesaggio. Sue opere sono in collezioni private e pubbliche tra cui ricordiamo: MAXXI di Roma, Galleria Civica di Modena, Centro Pecci di Prato, MuFoCo di Milano, Fondazione Sandretto di Torino, Fondazione Modena per la Fotografia.

Saul Saguatti, artista multimediale vive e lavora a Bologna. Diplomatosi presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città, si è interessato da sempre alla contaminazione tra arte, fumetto, video e animazione, sperimentando sia le tecniche più tradizionali sia le recenti tecniche digitali. Ha preso parte a numerosi festival internazionali di arti elettroniche, videoarte e cinema di animazione. Convinto assertore di una estetica diffusa, lavora anche per le maggiori TV italiane, tra cui La7, Raidue, Raitre, RaiSat e per alcune note case discografiche del panorama italiano realizzando sigle e videoclip.



INFORMAZIONI UTILI

TITOLO: Intra-ground Lights
INSTALLAZIONE DI: Guy Lydster e Andrea Abiati
VIDEO INSTALLAZIONE DI: Saul Saguatti (Basmati video)
QUANDO: Venerdì 3 febbraio 2023 ore 17.30
DOVE: Cassero di Porta San Donato, Bologna
ORGANIZZATO DA: Associazione Il Campone
A CURA DI: Giuseppe Virelli

CONTATTI
MAIL: info@ilcampone.it
SITO: https://ilcampone.it/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/ilcampone/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/ilcampone/
 
UFFICIO STAMPA
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