Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo – MATTHIAS SCHALLER. Tessuto urbano. In collaborazione con Sonnabend Gallery, New York

Matthias Schaller: Serie “Lagunenwalzer”, “Joy Division – An Ideal For Living”, 2012

MATTHIAS SCHALLER.
Tessuto urbano

In collaborazione con Sonnabend Gallery, New York

Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo

Centro Studi di storia del Tessuto, del Costume e del Profumo Piano terra – White Room

24 marzo – 26 novembre 2023

Matthias Schaller, nato nel 1965 in Germania, traendo spunto da un merletto del Seicento della Collezione del Museo di Burano, dove è attualmente esposto, ha deciso di raccontare uno dei più antichi e prestigiosi “saper fare” veneziani e le molteplici relazioni, passate e presenti, che legano quest’arte alla città lagunare. In quest’ottica prende vita, quindi, la mostra, “Tessuto Urbano”, con la quale lo stesso Schaller concretizza il settimo progetto artistico su Venezia dopo “Controfacciata”, “Pipistrello”, “Leiermann”, “Lagunenwalzer”, “Nun will die Sonn so hell aufgehn” e “Substitute”.

Del merletto prescelto, lungo tre metri, sono stati realizzati sette scatti che, a loro volta, traducono visivamente, secondo l’intenzione dell’artista, altrettante sezioni che metaforicamente vogliono rappresentare idealmente un’immagine topografica della città lagunare. Un’intuizione che nasce come citazione della prestigiosa tavola del de’ Barberi. I sette scatti individuano i Sestieri di Venezia e la struttura del merletto traspone, grazie ai vari punti e l’intreccio, la “trama” della città veneziana. Così i punti, come le calli e i campielli, creano un vero e proprio tessuto urbano. L’installazione nella Project White Room assumerà, poi, anche il valore di un percorso dentro la stanza che intende ricordare l’esperienza di chi percorrere le vie di Venezia.

Matthias Schaller: Serie “Tessuto urbano”, “San Marco”, 2022

“Nell’immaginario – dichiara Chiara Squarcina Dirigente Area Attività Museali – le sette fotografie costruiscono pertanto una nuova rappresentazione urbana nella tradizione iconografica della città. Infatti, mentre la tavola del de’ Barbari tenta di documentare uno spazio umano creato artificialmente per comprendere lo svolgimento di una vita economica, privata, ecclesiastica, politica, artistica, il progetto “Tessuto Urbano” (2022) ricorda la forza dell’artigianato tradizionale e locale questo caso collega e tiene assieme la vita umana in uno spazio delimitato circondato dalla laguna”.


Contatti per la stampa
 
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net
 
Palazzo Mocenigo
Santa Croce 1992
30135 Venezia
Tel +39 041 721798
mocenigo.visitmuve.it

Roma, Casino dei Principi, Musei di Villa Torlonia: Primarosa Cesarini Sforza – La materia e il perimetro

Primarosa Cesarini Sforza
LA MATERIA E IL PERIMETRO

A cura di Michela Becchis

Inaugurazione 4 aprile 2023 ore 17.00
Anteprima stampa 4 aprile 2023 ore 11.00-13.00

Casino dei Principi – Musei di Villa Torlonia

Via Nomentana 70 – Roma

Fino al 2 luglio 2023

L’esposizione ripercorre i 50 anni di attività dell’artista, nel costante confronto con la materia che l’ha portata a sperimentare le più disparate tecniche e materiali per dare forma al suo processo creativo

La mostra PRIMAROSA CESARINI SFORZA | LA MATERIA E IL PERIMETRO, ospitata al Casino dei Principi di Villa Torlonia dal 5 aprile al 2 luglio 2023, ripercorre i 50 anni di attività dell’artista, facendo emergere gli snodi fondamentali della sua ricerca, dagli esordi al lungo periodo americano, gli anni del rientro in Italia e poi gli ultimi decenni fino ad oggi.  

La retrospettiva, a cura di Michela Becchis, è promossa da Roma CultureSovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

Il titolo della mostra nasce dalle due coordinate che hanno contrassegnato il lavoro dell’artista. Da un lato il costante confronto con la materia che ha portato Cesarini Sforza a sperimentare le più disparate tecniche e materiali per dare forma al suo processo creativo: in esposizione saranno visibili, infatti, disegni, dipinti, istallazioni, grafiche, ceramiche, libri d’artista. Dall’altro un uso della memoria come perimetro dentro cui condurre quel confronto con la materia; una memoria che mai si è fatta nostalgia, malinconia, ma piuttosto chiave di interpretazione del suo essere costantemente nella contemporaneità, in ciò che le è stato e le è circostante. 

L’allestimento è una scomposizione critica per periodi che offrirà allo sguardo dei visitatori il lavoro incessante dell’artista che, solo visto nella sua interezza, dimostra tutta la sua compattezza intorno a queste due idee guida. 

La mostra prevede anche inserti scritti in cui Cesarini Sforza racconterà la sua biografia, cataloghi degli anni newyorkesi, ma anche cataloghi e fotografie che mostreranno come i lavori dell’artista siano stati visti, ricercati e apprezzati in molti paesi europei e nel mondo, a New Delhi, in Iran, a Istanbul, in Argentina. 

Con la mostra si intende quindi ricostruire la lunga carriera di Cesarini Sforza, ma anche la sua capacità di ramificarsi, collegarsi, intrecciare relazioni, dialogare con l’arte del suo tempo senza far venire meno la solidità della sua personale ricerca. Una mostra essenziale capace di offrire ai visitatori un esauriente spaccato di un lungo percorso artistico che ha indagato con cura il suo tempo in ogni suo mutamento intimo e collettivo.

La mostra vede la collaborazione di KMSTUDIO e TraLeVolte. Il catalogo è edito da AAIE Center for Contemporary Art. Un particolare ringraziamento a Alessandra Scerrato e Francesco Pezzini.

CAMPANE DI VETRO, senza titolo, cm 20 di diametro x 50 di altezza, stoffa, legno, piombo e fili di seta

Biografia

La carriera di Primarosa Cesarini Sforza, iniziata in età giovanissima, era in qualche modo predestinata, essendo nata in una famiglia di artisti e collezionisti (Cesarini Sforza, Cascella, Canevari). Dopo gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma, si trasferisce nel 1966 negli Stati Uniti vivendo appieno le esperienze e le sperimentazioni artistiche di quei decenni americani. Le prime mostre hanno avuto luogo nel 1968 a New York, città in cui l’artista ha continuato ad esporre in gallerie e istituzioni fino agli inizi degli anni ’80 ed ancora nel 2019 presso la Allan Stone Projects. Ha viaggiato ed esposto in molte città europee (Madrid, Colonia, Parigi, Lisbona, Bilbao) e fuori Europa (Argentina, Iran, India, Emirati Arabi, Marocco). Ha partecipato a residenze condividendo l’esperienza creativa con artisti provenienti da vari paesi, in Giordania, Marocco e Svizzera. Ha esposto sue opere in numerose manifestazioni tra le quali Arte/architettura/città (Palazzo delle Esposizioni, Roma), Art for All (Complesso San Salvatore in Lauro, Roma), Il luogo dei luoghi (Società Geografica di Roma), Lavori in corso -1999 (MACRO Roma; opera acquistata dal Museo), Carte 7 (Fondazione Niavaran, Teheran, e Ambasciata italiana, New Delhi), Rassegna nazionale del Libro d’artista (Foggia), Biennale delle Arti del Mediterraneo (Salerno), Kholn Art Salon di Colonia (Germania), Galleria Vigadò (Budapest), Dogus University (Istanbul), Casa dell’Architettura (Bilbao). Sue opere sono nelle collezioni del MACRO (Roma), MUBAQ (L’Aquila), Fondazione Orestiadi (Gibellina), Fondazione Mastroianni (Arpino), Ambasciata italiana (Brasilia), Ambasciata italiana (Cipro), Museo d’arte contemporanea (Asilah, Marocco), Museo d’Arte Contemporanea (Amman), Collezione Libri d’Artista (Cassino). Interventi critici: Mario de Candia, Patrizia Ferri, Enrico Gallian, Claudia Terenzi, Barbara Tosi, Ed Bryant, Simonetta Lux, Ivana D’Agostino, Gianluca Marziani, Lorenzo Canova, Fernando Carbonell, Carlo Fabrizio Carli, Enzo Bilardello, Ivana D’Agostino, Mary Angela Schroth, Antonello Rubini, Luciano Marziano, Francesca Gallo, Silvia Bordini, Nicoletta Cardano, Bruno Aller. Ultime mostre personali: Parigi, Mairie du quatrième arrondissement, marzo 2015; Roma, Spazio Y, 2017; Buenos Aires, Istituto italiano di cultura, 2017.


SCHEDA INFO
Titolo mostra PRIMAROSA CESARINI SFORZA | LA MATERIA E IL PERIMETRO
Luogo Musei di Villa Torlonia – Casino dei Principi – Via Nomentana, 70 – Roma 
Anteprima stampa 4 aprile 2023 ore 11.00 – 13.00
Inaugurazione 4 aprile 2023 ore 17.00
Apertura al pubblico 5 aprile – 2 luglio 2023
Orario martedì-domenica ore 9.00-19.00; ultimo ingresso ore 18.00; Chiuso: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre 
Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
A cura di Michela Becchis
Con la collaborazione di KMSTUDIO, TraLeVolte
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Catalogo AAIE Center for Contemporary Art
Info Mostra Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00–19.00)
www.museivillatorlonia.itwww.museiincomuneroma.it

Ufficio stampa Melasecca PressOffice
Roberta Melasecca
tel. +39 349 4945612
e-mail info@melaseccapressoffice.it – roberta.melasecca@gmail.com
testi e immagini scaricabili da www.melaseccapressoffice.it

Treviso, Museo Luigi Bailo: Arturo Martini. Capolavori ed emozioni

Arturo Martini, I briganti, 1929-1930, maiolica decorata

ARTURO MARTINI. I capolavori

Treviso, Museo Luigi Bailo
31 marzo – 30 luglio 2023

Mostra a cura di Fabrizio Malachin e Nico Stringa

Mancano solo pochi giorni all’avvio, al nuovo Museo Bailo di Treviso, di quello che si presenta come uno dei più rilevanti eventi espositivi della stagione: la grande mostra su Arturo Martini promossa dal Comune di Treviso con i Musei Civici, con la curatela del loro direttore Fabrizio Malachin e di Nico Stringa.

“Arturo Martini. I Capolavori” sarà infatti la più ampia, completa e ricca esposizione che mai stata dedicata allo scultore trevigiano: solo quella curata da Giuseppe Mazzotti nel lontano 1967 fu, quanto a numeri, così ampia.

Ad essere proposte al pubblico saranno ben 280 opere dello scultore: 150 sono patrimonio del Bailo, che resteranno allestite al primo piano nella sezione permanente, alle quali si aggiungono i 130 capolavori che arriveranno a Treviso proprio grazie alla mostra. Questi ultimi saranno allestiti in tutti gli spazi al piano terra del Bailo. A concederli sono collezioni pubbliche e private, da Piemonte alla Liguria, da Roma a Lugano. Tra esse i più importanti Musei di arte moderna, per citarne alcuni Ca’ Pesaro, Galleria Nazionale di Roma e di Bologna, Galleria del Novecento di Firenze, fino al Museo Martini di Vado Ligure e Savona. Accanto a numerose collezioni private che hanno concesso alla mostra trevigiana opere di assoluto valore e, in alcuni casi mai prima esposte. 

 Molte le opere di grandi dimensioni: bronzi importati come Il Figliol ProdigoI leoni di Monterossoil Sonnoil Tobiolo, tra i molti; marmi come quelli del Legionario feritoDonna che nuota sott’acquaTorso di lottatore, tra gli altri; gessi come quello della Sposa Felice o il maestoso Sacro Cuore, un’opera colossale (3 metri e mezzo di altezza), mai uscita prima dalla Casa Museo Martini di Vado Ligure; terrecotte come La VegliaIl Bevitore o la Venere dei porti tra le diverse. Del Bevitore, oltre alla versione seduta, sarà in mostra anche la versione distesa in pietra.

“Entrando al Bailo, il pubblico sarà accolto da un vero colpo di teatro. Nell’androne vedrà i sontuosi Leoni in bronzo e sullo sfondo il Sacro Cuore, quasi a rimarcare la sacralità e la poesia della visita, con i Leoni a citare quelli all’ingresso di una cattedrale medioevale e il Sacro Cuore una “Maestà” nell’abside. E poi radunate assieme per la prima volta tutte le più importanti commissioni di Arturo Ottolenghi, nelle sale laterali, i bronzi del Figliol Prodigo e del Tobiolo e, nel chiostro, l’Adamo ed Eva del nostro Museo. Al noto Tobiolo seduto mentre stringe tra le mani un pesce, sarà affiancato il bozzetto che lo ispirò, opera di Hertha Wedwkind Ottolenghi, e dal più tardo Tobiolo “Giaquinto” che testimonia le nuove ricerche spaziali della seconda metà degli anni ’30”.

“Ma tutto il percorso di visita sarà ricco di emozioni e di confronti imperdibili: si potrà ammirare il Bevitore disteso accanto alla terracotta del Bevitore in piedi (opere mai accostate prima), La Pisana Il sonno – due notturni – assieme alla Donna al sole Donna sulla sabbia – un corpo squartato dalla luce -, il bozzetto del Tito Livio accanto al grande gesso dell’opera.  Il bozzetto della Donna che nuota sott’acqua sarà al centro di una sala immersiva con le immagini   del film che lo ispirò: Ombre bianche (White Shadows in the South Seas), diretto nel 1928 da W. S. Van Dyke. E ancora, una sala ci riporterà alla Personale della Biennale del 1942 con la Donna che nuota sott’acqua, il Ritratto di Carlo Scarpa, il Torso di lottatore, e la Morte di Saffo, che pure Scarpa escluse da quell’allestimento”.

Non solo il Martini monumentale in mostra, ma una panoramica completa sulla sua attività: cheramografie, piccole terracotte, ceramiche, gessi: tutte opere di capitale importanza nel catalogo dell’artista, come il Ciclo di Blevio.

“Un filo rosso   si svilupperà in tutte le sale, una mostra nella mostra, la pittura: oltre 40 dipinti di Martini mai esposti in maniera unitaria prima di oggi”, anticipano i curatori.

La mostra ha la sua naturale prosecuzione al primo piano dove si potrà scoprire il Martini della giovinezza, con focus riservato al suo maestro, Antonio Carlini, e ai suoi amici, e tra loro Gino Rossi e Bepi Fabiano, il cugino Alberto Martini, i contemporanei Selvatico, Springolo, Barbisan, Bottegal, Cancian eccetera.

Una sala sarà riservata anche a Treviso, per ripercorrere la storia della valorizzazione di Martini in città, attraverso le mostre e la musealizzazione delle sue opere. Tra i fulcri di questa sala, le immagini della storica mostra del ’67 curata da Bepi Mazzotti e allestita da Carlo Scarpa.

Una sala video propone gli inediti documentari dell’imperiese Paolo Saglietto: si tratta di filmati del 1962 e del 1968, scoperti in questa occasione negli archivi di Cinecittà, a Roma, e della Cineteca di Bologna. Il secondo dei due filmati venne girato a Treviso e ci mostra le immagini delle vie, delle piazze della città e le testimonianze, riprese all’interno della mostra del ’67, allestita da Carlo Scarpa, di Comisso, Mazzola e del curatore Mazzotti.

Una mostra quanto mai ricca di opere, quindi, quella che attende il pubblico al Bailo. Nuova per concezione, coinvolgente per il pubblico.

Una esperienza imperdibile. Dal 31 marzo al Museo Luigi Bailo, naturalmente a Treviso.


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. +39 049.663499 
roberta@studioesseci.net (Roberta Barbaro)

Roma, Museo Venanzo Crocetti: Cinzia Pellin – La vita delle donne – A cura di Alberto Dambruoso

Cinzia Pellin
La vita delle donne

A cura di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 1 aprile 2023 ore 18.00

Museo Venanzo Crocetti
Via Cassia 492 – Roma

Fino al 13 aprile 2023

Sabato 1° aprile 2023 alle ore 18.00 il Museo Venanzo Crocetti presenta la mostra personale La vita delle donne di Cinzia Pellin a cura di Alberto Dambruoso
In mostra saranno presentate quindici tele facenti parti dell’ultimo progetto pittorico sviluppato dall’artista nell’ultimo anno di attività. Protagoniste assolute di questo nuovo progetto pittorico ed espositivo, come si può evincere dal titolo, sono le donne. Pellin ha dedicato ben quindici tele al singolo ritratto, in alcuni casi doppio e triplo, di donne che, riportando le sue stesse parole: “hanno deciso di farcela, donne che hanno fatto della loro realizzazione un mantra, che hanno scelto di coltivare le loro passioni, i propri talenti e di svilupparli nel lavoro. Donne che, al di là degli stereotipi nei quali sono state incatenate per troppo tempo, hanno deciso di realizzare se stesse e hanno scelto di vivere al 100%“.

E come scrive il curatore nel testo critico: “[…] Nella scelta delle persone da ritrarre l’artista ha fatto ricorso alle sue passioni di sempre: la natura, gli animali, la musica, il canto, la danza, lo sport, la recitazione, la giustizia e infine la bellezza in tutte le sue forme. Così ecco sfilare una ad una, lungo le pareti del Museo Crocetti, una giovane donna in divisa con il grado più alto a rappresentare la giustizia; dopo di lei l’imprenditrice che si è fatta da sola, la modella affermata, la campionessa di ciclismo, la cantante di successo, l’attrice famosa, la talentosa musicista e poi ancora la ballerina, la cavallerizza e infine la campionessa di tiro. Tutte donne vincenti, forti e determinate che hanno lottato per realizzare i loro sogni. In tutti questi dipinti si evidenzia la capacità dell’artista di restituire all’osservatore la forza psicologica di ciascuna persona ritratta: di fatto, di ogni donna ritratta, Pellin è stata in grado di dipingere non solo la sua figura ma cosa ancor più importante, la sua anima. […] Sebbene anche i dipinti di Pellin partano da scatti fotografici, le sue opere prevedono un utilizzo più libero del colore rispetto agli iperrealisti. Oltre al bianco e nero per gli incarnati e il rosso acceso per le labbra che sono tipici nella sua tavolozza, nelle opere di questo nuovo ciclo la palette si è arricchita di tanti altri colori, tra i quali diverse tonalità di verde per rappresentare le piante e la natura che talvolta avvolgono le protagoniste di alcuni di questi dipinti. Il colore rosso, protagonista da sempre della sua pittura, in alcune di queste opere si è acceso ulteriormente,  grazie ai forti contrasti creati con il verde e alla sua costante presenza nei numerosi tessuti degli abiti e degli altri elementi che compongono le opere. In aggiunta, questa volta l’artista ha scelto di rappresentare i soggetti a figura intera o a mezzo busto contrariamente ai primissimi piani che hanno sempre caratterizzato il suo lavoro. […] questa mostra restituisce in modo chiaro la grande qualità  dell’ultima ricerca di Cinzia Pellin, un’artista che ha dedicato tutta la sua vita alla pittura con la stessa passione, forza e determinazione delle donne da lei rappresentate. E giustamente tra queste quindici donne non poteva mancare anche il suo ritratto.”

La mostra sarà accompagnata da un catalogo con il testo del curatore oltre alle immagini delle opere. 

Dopo la presentazione a cura di Alberto Dambruoso, è prevista la proiezione del documentario girato nello studio dell’artista dal regista Michelangelo Pepe, alcune performance delle donne ritratte nelle opere e una degustazione di vini di Casale del Giglio, accompagnata da finger food offerti dal ristorante RistoArte di Cisterna di Latina. 


L’artista Cinzia Pellin

di Alain Chivilò Critico d’arte

L’artista Cinzia Pellin nasce il 19 luglio 1973 a Velletri, antichissima città dei Volsci situata nella provincia di Roma. Fin dalla tenera età possiede, per doti innate, il senso delle proporzioni dedicandosi al disegno con un utilizzo dei colori a olio fin dall’età di sette anni. Dopo il Liceo Artistico, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi al corso di scenografia con il professore Vendittelli, ottenendo il massimo dei voti.

Il richiamo alla pittura fu molto forte in Cinzia Pellin che decise di dedicarsi con il massimo impegno lasciando di conseguenza la scenografia. Quest’ultima però riecheggia nella sua Arte, perché i suoi quadri tendono ad avere la valenza di quinte teatrali sia per la dimensione, sia per l’impatto visivo totale. 

Il volto umano è il focus del percorso artistico della Pellin che si vitalizza nell’universo femminile. Nella pittrice Cinzia la donna assume tracce di contemporaneità: piccoli tasselli e dovizie di particolari, uniti in un’abile forza compositiva, forniscono agli occhi dell’osservatore una donna forte, energica ma nel contempo romantica. Una femminilità d’oggi dipinta in svariati modi d’essere. Volti non comuni, che dalla carta patinata o da foto di amiche vengono interiorizzati da Cinzia Pellin in un unicum compositivo d’effetto. Un viso acqua e sapone si personifica all’improvviso in diva e una star contrariamente si trasforma in una donna non più vip, all’interno di un sottile equilibrio di gioco dato da repentini cambi di ruolo. 

Il colore rosso, molto amato dall’artista, invade tutto il supporto della tela o evidenzia dettagli quali labbra o unghie. Una cromia Pellin che esplode con intensità ed energia, unendo vita, passione e sangue in un equilibrio enigmatico di vita e morte. 

L’evoluzione pittorica di Cinzia è passata negli anni attraverso tre importanti ricerche. Dall’iniziale utilizzo di sovrapposizioni e velature di tonalità grigie è passata a sfumature di bianchi lirici atti a evidenziare a piacimento e in alternanza dettagli di labbra e unghie. I visi femminili diventano meno marcati perché appaiono eterei, frutto di un miraggio che rimane impresso per gli occhi ben delineati e vivi. L’ultima ricerca ripropone echi dell’amato disegno, inserendo sul colore a olio interventi di matita grassa. Una sorta di nuova grafia, che compare nei capelli o nei dettagli dei volti fornendo un effetto estraniante. 

La pittrice Cinzia Pellin non si focalizza solo sulla femminilità delle donne, ma ci fa riflettere sull’infanzia, raffigurando bimbi felici per la spensierata età o tristi per una condizione di cui non hanno colpa.

L’artista ha lavorato in esclusiva per la Vecchiato Art Galleries di Padova, che negli anni ha saputo valorizzare ed evidenziare le sue spiccate doti innate. 

Attualmente collabora con l’azienda Caloni Trasporti s.r.l. di cui è divenuta Testimonial e con la quale ha partecipato al Motor Show di Bologna nel 2016. 

Sempre nello stesso anno è stata premiata con il Riconoscimento “Miglior Artista 2016” allo spazio Cerere di Roma. 

Le mostre all’estero la vedono presente in Olanda alla Van Loon Galleries di Vught dove ha esposto con una sua mostra personale nel 2014, mentre oggi in Inghilterra l’artista è rappresentata dalla Different Gallery ed ha esposto con il maestro Berlingeri alla Moorehouse di Londra.

In Italia, nel 2017 ha esposto le sue opere alla Villa Reale di Monza con la Mostra Antologica “The Women Beauty”, evento Sponsorizzato da Caloni Trasporti s.r.l. e in Collaborazione con l’Onlus Cancro Primo Aiuto. 

Nel 2018 a Venezia Lido, in occasione del Festival del Cinema di Venezia ha tenuto una sua Personale alla Manni Art Gallery dal titolo “Omaggio al cinema di Cinzia Pellin” e nel settembre del 2020 nella sua ultima mostra personale ha presentato un importante progetto dal titolo “Le Tentazioni” al Galata Museo del Mare di Genova.

Cinzia Pellin è in copertina sul numero di Dicembre/Gennaio 2017 e sul numero di Maggio/Giugno 2018 della Rivista Arte In World.

Hanno scritto di lei : Alberto Dambruoso, Stefano Zecchi, Luciano Caprile, Lorella Pagnucco Salvemini, Francesca Barbi Marinetti, Nicola Galvan, Alain Chivilò , Salvatore Russo.

                                                                        

                                                                       


INFO
Cinzia Pellin
La vita delle donne

A cura di Alberto Dambruoso

Inaugurazione 1 aprile 2023 ore 18.00
Fino al 13 aprile 2023
Orari
: da lunedì a venerdì: 11-13 / 15-19; sabato 11-19 – lunedì 10 aprile il museo sarà chiuso

Museo Venanzo Crocetti
Via Cassia 492 – Roma
info@fondazionecrocetti.it
www.museocrocetti.it

Cinzia Pellin
www.cinziapellin.it


Ufficio Stampa
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice – Interno 14 next
roberta.melasecca@gmail.com
info@melaseccapressoffice.itinfo@interno14next.it
tel. 3494945612
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

AA29 Milano: Opening di FULGUR, mostra personale di Matilde SAMBO

Work in progress di “La foglia che sognava di essere rana”, fusione in bronzo a cera persa.
Work in progress di “Orecchio onirico”, fusione in bronzo a cera persa.

Dormiveglia – Fulgur
Matilde Sambo

A cura di
Giovanni Giacomo Paolin

29 marzo – 28 aprile 2023

AA29 art project,
Piazza Caiazzo 3, 20124 Milano

Fulgur, la seconda mostra personale dell’artista Matilde Sambo, sarà presentata negli spazi della galleria AA29 art project dopo “Falsità In Buona Coscienza” del 2019. La sede milanese di AA29 sarà aperta al pubblico dal 29 marzo al 28 aprile 2023 con il secondo capitolo della trilogia Dormiveglia, progetto in cui l’artista vuole esplorare la relazione tra arte, necessità e immaginazione nella dimensione in cui esse si fondono. Nel primo capitolo di questa trilogia, denominato Assopimento – ospitato all’interno di Associazione Barriera di Torino nel 2022 – l’artista ha voluto indagare uno stato parallelo in cui il corpo è ancora vigile ma comincia ad abbandonarsi e a lasciare la mente libera di volteggiare, incontrando frammenti, ricostruendo ricordi perduti e cercando di risvegliare immagini primarie assopite.

Gli esseri del primo capitolo della trilogia, trovano in Fulgur nuove forme diventando gesti fluttuanti grazie ad una luce fulminea che abbaglia e allo stesso tempo aiuta a scoprire.
L’artista crea un ambiente in cui ogni ospite, privato del senso dell’udito, può provare ad entrare in una dimensione di coscienza “altra”, sviluppando una ricerca personale in cui affinare la percezione del proprio io, dello spazio stesso e delle figure scultoree al suo interno.

La mostra si apre con un video di un cielo in tempesta, nuvole animate da scariche di lampi, in un ambiente illuminato ad intermittenza in cui forme e materiali sono in dialogo con le proprie ombre e i propri riflessi. L’artista crea un paesaggio mentale generato da un intreccio di tessuti portanti in cui sono trattenuti ricordi, desideri e immagini che trovano forma in figure abbozzate o dettagliate. Le sculture di Matilde Sambo, infatti, sembrano essere frutto di spirali fisiche e di pensiero in grado di modellare bronzo, vetro e terracotta; materiali vivi in cui esseri in movimento legati all’inconscio sono fermati in un attimo di creazione.

Tensione, sospensione e trasparenza sono le tre parole chiave di Fulgur, mostra che vuole stimolare il pubblico alla ricerca del proprio inconscio e prepararlo al terzo ed ultimo capitolo di Dormiveglia.

Nel mese di aprile, in collaborazione con il collettivo culturale multidisciplinare Miniera Roma, l’artista presenterà Flussi, libro che raccoglie alcuni scritti degli ultimi due anni. Dialoghi immaginari, flussi di coscienza e descrizioni di luoghi reali si intrecciano e alternano a fotografie, il tutto accompagnato da una traccia audio composta appositamente per la lettura, suonata assieme a Mauro Sambo.

Foto ritratto di Matilde Sambo

Matilde Sambo

Matilde Sambo (Venezia, 1993) si è laureata in Arti Visive allo IUAV di Venezia. Ha partecipato a progetti artistici e residenze nazionali e internazionali tra cui “De Rerum Natura” (Venice Meeting Point – Venezia, 2022); “Art Colony, Bronze Symposium” (Ungheria, 2021); “Tagli” (Stromboli, 2021); Open Studio Fonderia Artistica Battaglia (Milano, 2021); “New Echo System” (Palazzo degli Ulivi, Pro Helvetia – Venezia, 2021); “BoCs Art” (Cosenza, 2019); Art Encounters “Six Steps forward one step back”, Volvo Studio (Milano, 2019); “Falsità in buona coscienza”, AA29 Project Room (Milano, 2019); “Argo 16” (Venezia, 2019); Pasinger Fabrik (Monaco di Baviera, 2019); Radio Raheem (Milano, 2019); “Collective Signatures” (Isole Baleari, 2018); VIR, Via Farini in Residence (Milan, 2017/2018).

(…)Sono il punto da cui si osserva e i sensi che vengono interessati a descriverne i lineamenti. Parlavate di luce e buio. Parlavate di sculture. Penso che queste ultime non siano altro che la descrizione non verbale delle ombre che la mente proietta sulle forme.”(…)

Giovanni Giacomo Paolin

Giovanni Giacomo Paolin (Dolo, 1989) è un curatore indipendente basato a Venezia. Negli anni è entrato in contatto con istituzioni pubbliche e private tra cui Castello di Rivoli, Iksv Istanbul, Guestroom Maribor, MAXXI, Fondazione Elpis, Fondazione In Between Art Film, e gallerie come Galleria Continua e PACE Gallery. E’ uno dei vincitori dell’undicesima edizione del bando Italian Council e sta partecipando al programma Curatorlab presso la Konstfack di Stoccolma. Tra gli ultimi progetti curati ci sono Immersione Libera (2019), Six steps forward for one step back (2019), Una Boccata d’Arte (2020 – 2023) e Vorrei essere un foglio Bianco (2022).


AA29 art project

AA29 art project, fondata da Gerardo Giurin, si articola in due gallerie a Milano e a Caserta: spazi multifunzionali, creati per promuovere con mostre, progetti site-specific e residenze, diverse forme di sperimentazione. Nasce con un indirizzo socio-politico, per estendere il suo raggio d’azione a un terreno di ricerca più ampio, che esplora differenti possibilità di dialogo e di interazione con l’altro, con l’intento di decostruire alcuni fondamenti del pensiero dominante. AA29 art project sostiene ricerche sensibili alla questione ecologica e ambientale, che generano nuove possibilità di incontro e connessione tra i viventi. Gli artisti con cui collabora indagano delle condizioni liminali e dicotomiche tra l’essere umano e l’animale, il naturale e l’artificiale, il sacro e il profano, l’abitato e l’inabitato e sviluppano dei progetti nei quali, con azioni partecipative, viene coinvolto il pubblico, per l’affermazione di una coscienza collettiva che immagina degli scenari alternativi per il futuro.



Sarà possibile visitare la mostra dal mercoledì al venerdì, dalle 15 alle 19; martedì e giovedì su appuntamento scrivendo una e-mail a j.rajacic@aa29.it.

Info & Contact: Julia Rajacic – Gallery Manager 
j.rajacic@aa29.it

Ufficio Stampa Lightbox Sarah Patelli
sarah@lightboxgroup.net

In collaboration with Lightbox, Art  Publish ing and Communication
AA29 art project, Piazza Caiazzo 3, 20124 Milan

Roma, Von Buren Contemporary: CROSSOVER. Mostra personale di Fantini

VBC Fantini, Cuccioli (dittico), 2022, Tecnica mista su tela 100×200 cm

Von Buren Contemporary presenta

CROSSOVER

mostra personale di FANTINI

Vernissage
Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 dalle 17:00 alle 21:00

Testo critico: Marta Spanò

Curatrice e organizzazione: Michele von Büren

La mostra resterà aperta fino all’11 aprile 2023

Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Von Buren Contemporary è felice di presentare CROSSOVER, la mostra personale dell’artista romano Fantini.

Dalle tele nuove di Fantini emerge uno spiccato interesse per il tema dell’ibridazione, che tocca gli aspetti più diversi dell’opera, a partire dalla scelta dei soggetti: bambine e adolescenti dal viso vuoto e misterioso. Queste figure sembrano fondere in sè le diverse età della prima giovinezza e allo stesso tempo un’ambiguità̀ di genere, in bilico tra tendenze diverse, da cui emerge un’implicita fluidità.

VBC Fantini, Solo un soffio, 2021, Tecnica mista su tela 30×40 cm

La centralità del rosso dei capelli sembra porsi in continuità con l’elemento del fluido, essendo questo un colore che può passare dall’essere freddo all’essere caldo, mutando anche il proprio effetto sullo sguardo e sulla mente dell’osservatore. Altri soggetti centrali sono gli animali, figure dall’accento simbolico, che affiancano le ragazze senza volto. È inoltre presente un interesse per la moda e i dettagli decorativi, che si evince dalla stilizzazione delle figure e degli abiti. L’artista usa tecniche e materiali diversi, metodo che ricorda le contaminazioni tipiche delle secessioni e del simbolismo e rappresenta un’altra forma di crossover.

Nato a Roma nel 1960, Fantini ha avuto una lunga e svariata carriera nelle arti, lavorando come ballerino professionista, attore, fotografo nonché pittore e scultore. Ha passato 14 anni in viaggio e ha vissuto fuori dall’Italia per diversi periodi, con lunghi soggiorni in Asia e in particolare in Tibet, per poi tornare a Roma nel 2000.

VBC Fantini, The Hare, 2020, Tecnica mista su tela 100×120 cm

Con le sue ultime opere Fantini torna ai suoi archetipi: adolescenti senza volto con chiome rosse e soggetti tratti dalla natura – animali, alberi, piante. In queste figure stilizzate, l’assenza dei tratti fisionomici descrive una condizione interiore piuttosto che un dato biografico. Le ragazze trasmettono un senso di leggerezza e allegria, anche dove convivono con elementi velatamente perturbanti. Le opere di Fantini, attraverso un’elaborata tecnica a strati, composta di tessuti e pittura, accostano con originalità gioco decorativo e gusto minimalista. La sua attenzione per il colore e per le interazioni umane crea un’autenticità che parla direttamente allo spettatore e che gli ha fatto guadagnare un largo seguito in Italia e all’estero.


Ufficio stampa

Alessandra Lenzi
alessandralenzi.press@gmail.com

Alla mostra su Milani al Roncale ci sarà anche Chendi, l’enfant prodige della pittura polesana

Edoardo Chendi: Ritratto di Vittorio Milan, 1946

VIRGILIO MILANI
e l’Arte del ‘900 in Polesine

Rovigo, Palazzo Roncale

25 marzo – 25 giugno 2023

Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, da un’idea di Sergio Campagnolo. A cura di Alessia Vedova.

Vernice per la Stampa: venerdì 24 marzo, ore 11

Alessia Vedova, curatrice della attesa mostra “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, annuncia che nel percorso espositivo sarà presente anche un’opera di Edoardo Chendi (1906 – 1993), l’artista che esattamente cent’anni fa debuttò  alla collettiva d’arte organizzata dall”Accademia dei  Concordi. Aveva solo 14 anni!

Il dipinto di Chendi scelto dalla curatrice per essere esposto nella mostra al Roncale è Il “Ritratto di Vittorio Milan“, opera del 1946. Il ritratto, uno dei tre esistenti eseguiti da Chendi dopo il 1945,   ritrae   il pittore Vittorio Milan alla età di 26 anni.  L’opera è già stata ammirata   nel 1997 nell’antologica del pittore rodigino allestita all’ex Pescheria a Rovigo. “In essa – afferma Alessia Vedova –s piccano le doti di esecuzione rapida e fluida del medium pittorico con toni chiaroscurali caldi assimilabili al colore sangue di bue. Le qualità di ritrattista dell’artista era notevole essendo uno dei più meritevoli allievi di Giorgio Morandi a Bologna”. 

In catalogo a ripercorrere la vicenda di Chendi è Lucio Scardino, autore di un saggio sulla Pittura Polesana dal 1915 al 1945 che sarà nel catalogo della mostra.  

“Chendi, vero e proprio enfant prodige, dopo il folgorante esordio alla mostra, “prese a frequentare l’Accademia di Belle Arti a Bologna, dove fu allievo di Majani e di Morandi, il cui influsso trapela in alcuni paesaggi polesani o emiliani, dall’atmosfericità costruita sapientemente con il  tonalismo e nella resa, quasi impercettibile, della luce e del colore. Altri maestri bolognesi lo influenzarono: dal Romagnoli, in alcuni nudi matericamente sfatti a Drei, per talune sculture.

Sono però i ritratti d’anteguerra a costituire forse le sue opere più significative, specie quelli degli amici artisti: Virgilio Milani, Vittorio Milan, il romagnolo Enzo Morell (frescante nel Cimitero dei Sabbioni), Estevan Fioravanti, giovane fratello di Ervardo  e il senile Pinelli con la sciarpa rossa, compongono una intensa galleria  dove i gesti semplici, i  sentimenti espressi dallo sguardo, gli abiti,  gli oggetti assurgono a una sorta di “metafisica del quotidiano”,  poeticamente trasfigurata.

Oltre all’amore per  pittura, Chendi rivelò sin da giovane un forte impegno politico, che lo portò ad un deciso antifascismo,  tanto che venne condannato all’esilio in Lucania, a Pisticci, dove restò tra il 1937 al 1941, continuando a dipingere con qualità costante  ma – logicamente – non potendo più esporre. Un  significativo epigono locale  di Carlo Levi, insomma…”.


Info: Fondazione Cariparo
www.fondazionecariparo.it
 
Relazioni con i media:
dott.ssa Alessandra Veronese

Ufficio Comunicazione:
dott. Roberto Fioretto
comunicazione@fondazionecariparo.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499;
www.studioesseci.net ;
simone@studioesseci.net, referente Simone Raddi

TEFAF Maastricht è giunto al termine tra vendite strabilianti e acquisizioni da parte dei musei di tutto il mondo

Antonacci Lapiccirella Berthon Mail

TEFAF MAASTRICHT 2023

MECC Maastricht

11 – 19 marzo 2023

Il ritorno di TEFAF nel suo consueto mese di marzo è stato connotato da numerose vendite sia a collezionisti privati che a musei internazionali quali il Metropolitan Museum of Art, il Museum of Fine Arts Boston, il Rijksmuseum, il Louvre e il Museum of Fine Arts di Houston. Oltre 250 istituzioni hanno inviato alla Fiera i loro direttori, curatori e patrons, alla scoperta di 9000 anni di storia dell’arte. Grazie all’offerta espositiva delle 270 gallerie partecipanti, un ricco programma di conferenze ed eventi, e una rinnovata e ampliata sezione Showcase dedicata ai mercanti d’arte emergenti, la XXXVI edizione di TEFAF ha rappresentato un gradito ritorno alla normalità attirando più di 50.000 appassionati d’arte tra cui grandi nomi dello sport e della moda, e membri delle famiglie reali europee.

Ogni anno alcune opere particolarmente interessanti per la loro storia sono messe in luce dagli espositori della Fiera. Endlich Antiquairs (stand 231) ha venduto Tazza Heda a un’importante collezione pubblica statunitense: la stessa tazza appariva anche nel dipinto Vanitas con bicchiere rotto, tazza capovolta e limone sbucciato su un piano di Willem Claesz Heda, presentato da Dickinson (stand 356)Un vero colpo di scena che ha riscosso l’interesse di vari collezionisti.

Heda’s A vanitas still life with a broken roamer, an upturned tazza and a peeled lemon, on a ledge (1646) at Dickinson (stand 356), TEFAF Maastricht

Un’altra opera dalla ricca storia è stata venduta da Daniel Crouch Rare Books (stand 216). Si tratta della Collezione Frank van den Bergh di 157 carte da gioco, acquistata da un collezionista privato per EUR 600.000. La serie include la cosiddetta “carta del trovatello”, cioè una carta priva di un pezzo che, nell’Amsterdam del XVIII secolo, era appaiata a un bambino abbandonato: solo in caso di ricongiungimento con la madre si sarebbe ritrovata la parte mancante.

Di pari interesse la vendita del Calice del Miracolo di Siena presentato da Kunstkammer Georg Laue (stand 204). L’opera è sormontata da una statuetta in argento di San Francesco d’Assisi, e si ritiene sia stata realizzata con il legno dell’albero miracoloso che, secondo la leggenda, sarebbe cresciuto dal bastone fatto piantare dal santo nella Chiesa dell’Alberino di Siena. Il calice è appartenuto alla stessa famiglia per oltre 400 anni. La galleria ha venduto anche un lampadario in osso, acquistato da un museo per una cifra a cinque zeri.

Molte le vendite da parte degli espositori della sezione “Antiques”. Alla sua prima partecipazione alla Fiera, Frides Laméris Glass & Antiques (stand 189) ha venduto in soli due giorni tutti i bicchieri contenuti nella sua vetrina, di cui oltre 10 provenienti dalla Collezione Nikolaus Harnoncourt. Joost van den Bergh (stand 132) ha venduto più di un terzo delle opere esposte, e Vanderven Oriental Art (stand 104) ha registrato a sua volta numerose vendite, soprattutto a clienti asiatici e collezionisti privati europei. Tra le oltre 50 opere vendute spicca una coppia di contenitori blu e bianchi del periodo Kangxi, dotati di coperchio, acquistata da un collezionista britannico per EUR 100.000 circa. Dr. Jörn Günther Rare Books AG (stand 114) ha concluso una vendita di grande rilievo, quella di una raccolta straordinariamente rara delle prime edizioni di tre libri rivoluzionari del pittore, incisore e pensatore rinascimentale tedesco Albrecht Dürer. Dal prezzo richiesto di EUR 280.000, è stata acquistata da un collezionista privato.

Peter Finer (stand 220) ha concluso diverse vendite degne di nota con cinque collezionisti e istituzioni tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York e il Kunsthistorisches Museum in Vienna. La galleria ha dichiarato: “È stata la nostra migliore edizione di TEFAF di sempre”. Tra le opere acquistate da un’istituzione figurano Fucile francese per caccia agli uccelli con telaio in argento di Jean Joseph Charrière, e Spada da caccia di altissima qualità appartenente al guardaroba di un membro del Palatinato della casa reale di Wittelsbach.

Adrian Sassoon (stand 248) ha venduto numerose ceramiche tra cui Delft Stack II, realizzata con varie maioliche di Delft del XVIII secolo messe insieme dall’artista olandese, con studio a Londra, Bouke de Vries. L’opera è stata acquistata da un nuovo cliente olandese per EUR 21.000. La galleria ha inoltre venduto due Vasi monumentali blu e bianchi di Felicity Aylieff, alti oltre 190 cm, dal prezzo di EUR 57.000 l’uno, e una coppia di Vasi Aqua Posey di Hiroshi Suzuki acquistata da un collezionista privato americano per EUR 179.000.

Michael Goedhuis (stand 244) ha venduto numerose opere tra cui un gruppo di dipinti contemporanei cinesi dal costo medio di USD 100.000 l’uno e un Vaso in bronzo della dinastia Han del II secolo a.C. per USD 85.000, acquistati da un’istituzione americana e da compratori privati europei, mentre Ben Janssens Oriental Art (stand 206) ha venduto oltre 40 opere tra cui un Paravento giapponese in legno laccato lavorato a bassorilievo, destinato a un yacht privato.

I gioielli sono sempre una delle attrazioni di TEFAF, con creazioni spettacolari, sia antiche che contemporanee, che incantano i visitatori. Nel suo primo anno da espositore, Forms, Hong Kong (stand 148), ha venduto i suoi pezzi ad acquirenti olandesi, belgi e tedeschi. Specialista in orologi, Somlo (stand 237) ha venduto il suo Rolex King Midas, il più costoso della sua epoca, reso celebre da Elvis Presley che ne ricevette uno dei 1000 esemplari realizzati.

Le vendite di opere contemporanee hanno spaziato per soggetto, stile e forma. Sean Kelly (stand 465) ha venduto un voluminoso dipinto di Kehinde Wiley (304 cm x 216 cm), Ritratto di Tarek Ali Ellis e Michael Morgan, a un collezionista privato per USD 950.000. Lisson Gallery (stand 421) ha venduto due dipinti di Sarah Cunningham a collezionisti privati a un costo non reso noto. Le opere gestuali e astratte dell’artista stanno catturando così tanta attenzione che Lisson Gallery ha fatto sapere che per queste due opere si era creata una lunga lista di attesa. Tra gli altri pezzi venduti figurano un’opera in oro su larga scala di Olga de Amaral, celebre artista tessile e visiva colombiana, e alcune opere dell’artista cinese Li Ran e dell’americano Jack Pierson.

Specialista in arte e antiquariato asiatici, Littleton & Hennessy Asian Art (stand 168) ha venduto a un collezionista privato americano per circa EUR 240.000 quella che è stata forse l’opera contemporanea più fotografata, Astronauta, scultura in onice rosa di Feng Mengbo, artista dei nuovi media e pioniere della digital game art in Cina.

Per alcune gallerie è stata una fiera eccezionale. Tim Van Laere Gallery (stand 451) ha venduto praticamente l’intero stand, incluse opere di Ed Templeton, Rinus van de Velde, e Bram Demunter, mentre Tafeta (stand 615), specializzata in arte africana del XX secolo, ha venduto oltre il 60% della sua proposta espositiva a collezionisti privati prima ancora del weekend di chiusura.

Nella sezione dedicata al design, Carpenters Workshop (stand 724) ha venduto circa 10 pezzi a collezionisti francesi, americani e mediorientali, ma anche a interior designer. Tra le sue opere di maggior rilievo, un orologio di Maarten Baas acquistato da un collezionista europeo. Un altro pezzo della Real Time Series dell’artista può essere ammirato nella hall del Rijksmuseum. Un’ottima fiera anche per Galerie Marcilhac (stand 722) che ha venduto sette opere tra cui un lampadario di René Lalique, la scrivania personale di Paul Dupré-Lafon, e un grande bassorilievo in gesso, Mowgli – Il libro della giungla di Raymond Delamarre, acquistato da un collezionista privato europeo.

Gli espositori specializzati in dipinti hanno registrato notevoli vendite sia a privati che a istituzioni. Lullo • Pampoulides (stand 310) ha venduto a un museo non reso noto Maria Maddalena in meditazione con un teschio di Luca Giordano, a un collezionista privato il ritratto di Juana Romani Donna su fondo scuro, e a un altro collezionista privato europeo il colossale Lancio dell’Argo presentato dall’artista Jules van Biesbroek, allora sedicenne, al Salon di Paridi del 1890. Nei giorni di anteprima della Fiera (9 e 10 marzo) Antonacci Lapiccirella Fine Art, Roma (stand 328), ha venduto a un collezionista privato Le Quattro Stagioni di Giacomo Balla, dal prezzo richiesto di EUR 1.000.000 circa. Ha inoltre venduto Musicisti in un parco di JP Berthon a un importante museo tedesco, Ritratto di Elisa Baciocchi di Pietro Benvenuti a una fondazione privata italiana, e Nudo di donna che legge di Ugo Celada da Virgilio a un museo olandese.

Molto l’interesse, da parte delle istituzioni desiderose di portare maggiore equilibrio nelle proprie collezioni, verso le opere di artiste femminili. Tra le acquisizioni di maggior rilievo spiccano due dipinti di Rachel Ruysch venduti a un museo europeo e a uno americano da Haboldt & Co (stand 349), ciascuno per un prezzo a cinque zeri. Il direttore e il team curatoriale del museo americano hanno visitato la Fiera nel primo giorno di apertura proprio per acquistare l’opera di Ruysch più recente, da abbinare a una più datata già presente nella sua collezione al fine di illustrare lo sviluppo dell’importante artista olandese di nature morte. Nella sezione dedicata alle opere su carta, Day & Faber (stand 611) ha venduto Schizzo tecnico con linee prospettiche della pionieristica artista svedese Ebba Maria Bring, detta Maj Bring, andato subito a ruba dietro a un’offerta di un collezionista privato.

Caretto & Occhinegro (stand 372), che aveva partecipato precedentemente alla Fiera nella sezione Showcase, ha venduto a un collezionista privato Ritratto di gruppo come specchio della virtù di Nicolaes Maes a un prezzo di EUR 600.000 circa. I fondatori Massimiliano Caretto e Francesco Occhinegro, entrambi under 40, hanno definito un successo la loro prima partecipazione nella sezione principale di TEFAF. Galerie Michel Descours (stand 373), specializzata in opere dal Rinascimento al XX secolo, ha chiuso numerose vendite tra cui quelle di Scena di battaglia di Jean Daret, Festa a Palès o estate di Joseph-Benoit Suvée, San Giovanni Battista nel deserto di Louis Janmot, e Montmartre in inverno di Georges Michel.

Tra gli espositori di arte antica ad aver registrato vendite significative c’è Galerie Cahn (stand 500), che ha venduto oltre 60 opere, molte acquistate da visitatori più giovani per i quali, secondo David Cahn, l’archeologia è la categoria di collezionismo più accessibile. Un’ottima fiera anche per Galleria Kevorkian (stand 506) che ha venduto la sua opera di punta, una “Principessa” battriana, acquistata da un collezionista privato nel giorno di apertura per un prezzo a cinque zeri. La galleria ha inoltre venduto molti bronzi del Luristan e opere islamiche.

Serge Schoffel, Masque Tatanua

Anche l’arte tribale ha ottenuto dei buoni risultati. Tra le varie opere vendute da Galerie Serge Schoffel (stand 713) spicca una Maschera Tatanua risalente al tardo XIX-primo XX secolo e proveniente dalla Nuova Irlanda, mentre Bernard De Grunne  (stand 719) ha venduto tutte le sue nove Statue Mumuyeciascuna dal costo tra EUR 50.000 e 250.000, a tre collezionisti privati (uno italiano, uno belga e uno francese). 

Queste le parole di Hidde van Seggelen, Presidente del Comitato esecutivo di TEFAF: “L’edizione di quest’anno di TEFAF è stata un’esperienza davvero gratificante per tutta la nostra comunità, si respirava molta energia e positività. La nostra offerta espositiva ha fatto dialogare 9000 anni della più diversificata creatività umana, sempre della massima qualità. TEFAF è un’esperienza speciale per la comunità dei collezionisti che, anno dopo anno, continua a farsi ispirare dalla Fiera. Non vediamo l’ora dell’edizione del 2024”.

La prossima Fiera TEFAF sarà l’ottava edizione di TEFAF New York, ospitata a Park Avenue Armory da venerdì 12 a martedì 16 maggio, che metterà in mostra una spettacolare selezione di arte e design moderni e contemporanei, gioielli e antichità, presentati da 91 dei più grandi specialisti mondiali.

www.TEFAF.com

AXA XL 

TEFAF e AXA XL, suo Partner Principale, condividono la stessa filosofia: nell’arte, c’è molto più di ciò che si vede. Maggiori informazioni su AXA XL disponibili qui

TEFAF

TEFAF è una fondazione no profit che sostiene l’esperienza e la varietà della comunità globale dell’arte, come dimostrano gli espositori selezionati per le sue due Fiere annuali di Maastricht e New York. TEFAF si pone come guida esperta per collezionisti privati e istituzionali del mercato globale dell’arte, ispirando appassionati e compratori d’arte di tutto il mondo.

TEFAF MAASTRICHT

TEFAF Maastricht è ampiamente riconosciuta come la fiera d’arte, antiquariato e design più importante del mondo. Con oltre 280 espositori di spicco provenienti da più di 20 nazioni, TEFAF Maastricht è la vetrina delle opere d’arte più prestigiose disponibili ogni anno sul mercato. Oltre alle sezioni tradizionali come dipinti degli Antichi Maestri, antichità e opere classiche, che interessano circa metà della Fiera, propone ai visitatori anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielleria, design del XX secolo e opere su carta.


Uffici stampa

GLOBAL                                                           
Magda Grigorian | press@tefaf.com

ITALY
Studio Esseci | roberta@studioesseci.net

LEAD PARTNER TEFAF MAASTRICHT 

Alla Feltrinelli Point di Messina, l’ultimo libro di Eric Gobetti edito da Laterza: “E allora le foibe?”

Il tema è controverso, la discussione accesa, ma c’è chi non si sottrae al confronto. Il 22 marzo alle ore 19,30, alla Feltrinelli Point di Messina, in via Ghibellina n. 32, l’Anpi “Aldo Natoli” di Messina e l’Anpi provinciale messinese presentano: “E allora le foibe?”, ed. Laterza, l’ultimo libro di Eric Gobetti. Introduce Alessandro Grussu.

Interviene l’autore. L’ingresso è libero, la partecipazione attiva auspicata.

La stessa Anpi di Messina, la Cgil Messina e la Flc-Cgil Messina organizzano poi, giovedì 23 marzo 2023, alle ore 10, presso il Salone della Cgil di via Peculio Frumentario n. 6, l’incontro pubblico dal titolo “Il confine orientale e l’uso politico della storia” con lo storico Eric Gobetti. Introduce Alessandro Grussu.

Infine a Palazzo D’Amico, a Milazzo, l’Anpi ripropone la presentazione del libro “E allora le foibe?”, il 23 marzo alle ore 18.

«Decine di migliaia», poi «centinaia di migliaia», fino a «oltre un milione»: a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, è difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. Anzi, negli anni, tutta la vicenda dell’esodo italiano dall’Istria e dalla Dalmazia è diventata oggetto di polemiche sempre più forti e violente. Questo libro è rivolto a chi non sa niente della storia delle foibe e dell’esodo o a chi pensa di sapere già tutto, pur non avendo mai avuto l’opportunità di studiare realmente questo tema.

Questo “Fact Checking” non propone un’altra verità storica precostituita, non vuole negare o sminuire una tragedia. Vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l’intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una ‘versione ufficiale’ molto lontana dalla realtà dei fatti. È un invito al dubbio, al confronto.

Gli sforzi che alcuni studiosi croati, italiani e sloveni stanno facendo da molti anni per ricostruire la verità storica sugli eventi avvenuti in merito alle tragedie delle Foibe e dell’Esodo, dopo la capitolazione dell’Italia fascista nel settembre 1943 e dopo la liberazione della Venezia Giulia nel maggio 1945, dovrebbero essere incentivati ulteriormente per rafforzare la via della collaborazione e della reciproca comprensione tra questi tre popoli e questi tre Stati.

Dall’immediato dopoguerra, ma con più forza dagli anni ’90, alcune forze politiche italiane hanno utilizzato le tragedie delle foibe e dell’esodo a fini politici, occultando i crimini del fascismo di confine e dell’occupazione militare della ex Jugoslavia da parte dell’Italia, nonostante il rapporto della commissione mista italo-slovena degli ultimi anni del ‘900 che proponeva una lettura condivisa di quei drammatici eventi e che fu però di fatto ignorato dalle autorità italiane.

Specialmente dall’entrata in vigore nel 2004 della legge sul Giorno del Ricordo, inoltre, è stato promosso un discorso pubblico unilaterale teso a screditare la Resistenza italiana e jugoslava.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provincia di Messina
Comunicato stampa 17 dicembre 2022

Roma: Dal 25 marzo al Museo Bilotti (Villa Borghese) Pericle Fazzini, lo scultore del vento”

Ridotto-1947, Artista nello studio con Sibilla, Cavallo e Busto d’uomo, crediti Oscar Savio

“Pericle Fazzini, lo scultore del vento”

Al Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese la mostra dopo trent’anni, in occasione del 110° anniversario della sua nascita

Dal 25 marzo un percorso nella poetica dell’artista della Resurrezione vaticana attraverso una selezione di circa 100 opere

A cura di Alessandro Masi con Roberta Serra e Chiara Barbato

Dal 25 marzo al 2 luglio 2023 il Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese (Roma) ospita la mostra “Pericle Fazzini, lo scultore del vento”, a cura di Alessandro Masi, con Roberta Serra e Chiara Barbato, e i contributi in catalogo di Bruno Racine, Claudio Strinati e Salvatore Italia.

L’esposizione, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; dalla Fondazione e Archivio Storico “Pericle Fazzini”, presenta una selezione di circa 100 opere dell’artista tra sculture, bozzetti, disegni e grafiche. L’ingresso al museo è gratuito, i servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.

Le opere di Pericle Fazzini, “lo scultore del vento“, come lo definì il grande poeta Giuseppe Ungaretti, tornano finalmente in mostra a Roma dopo trent’anni, in occasione del 110° anniversario della sua nascita. La mostra, curata dallo storico dell’arte Alessandro Masi, in collaborazione con Roberta Serra e Chiara Barbato, ripercorre l’intera vita creativa del maestro marchigiano, attraverso sculture di piccola e grande dimensione – fra legni, bronzi e gessi – disegni e opere grafiche: dalle prime prove degli anni Trenta e Quaranta come il “Giovane che declama” (1937-38) e la “Sibilla” (1947) fino ai bozzetti originali della “Resurrezione” della sala Pier Luigi Nervi in Vaticanoultimo cantiere di un artista unico dopo la Cappella Sistina di Michelangelo. Di particolare interesse sono il “Ritratto di Anita” (1933), il “Ritratto di Sibilla Aleramo” (1947), l'”Uomo che urla” (1949-50) e il “Profeta” (1949), quest’ultimo raramente esposto.

Pericle Fazzini, Ritratto di Sibilla Aleramo, 1947, gesso policromo, cm 64x43x51,5, Collezione eredi Fazzini, ph. ©Massimo Napoli

Il percorso dell’artista, autore tra i più apprezzati della “Scuola romana”, nato a Grottammare (AP) il 4 maggio del 1913 e morto a Roma il 4 dicembre del 1987, si inserisce tra le più alte testimonianze dell’arte sacra del XX secolo. Il suo anelito alla bellezza come svelamento del Divino segna una svolta nella ricerca plastica contemporanea traducendo il testo sacro delle Scritture in una forma dialogante tra Fede e Arte.

Figlio di un povero falegname piceno, Pericle Fazzini conobbe la sua fama grazie al poeta Mario Rivosecchi che lo introdusse negli ambienti della Roma dei Mafai, Scipione, Mazzacurati, Ziveri e della gallerista Anna Laetitia Pecci Blunt (Galleria La Cometa), che impressero una svolta all’arte in senso espressionista e antiretorico contro ogni forma d’arte di regime e celebrativa del fascismo.

Pericle Fazzini, Donna nella tempesta, 1932 (1970), bronzo, 155x79x161 cm, Collezione eredi Fazzini

Conservate nei maggiori musei di tutto il mondo, le sculture di Fazzini trovano spazio in importanti collezioni private e pubbliche come il Moma di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Guggenheim Collection di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi e il Momat di Tokyo.

Un ricco e informato catalogo (De Luca Editore d’Arte) riporta i testi di Alessandro Masi, Bruno Racine, Claudio Strinati, Salvatore Italia, Roberta Serra e Chiara Barbato. Legato all’evento espositivo e di prossima pubblicazione anche un secondo volume, dedicato agli scritti di Fazzini, a cura dello storico della lingua italiana Giulio Ferroni.


INFO
Mostra: Pericle Fazzini, lo scultore del vento
Dove     : Roma, Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese
Quando : 25 marzo – 2 luglio 2023
Inaugurazione: 24 marzo ore 17.00 – 19.30 (ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura)
Promossa da: Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione e Archivio Storico “Pericle Fazzini”
Patrocini: Ministero della Cultura, Dicastero della Cultura e l’Educazione del Vaticano. Patrocinio “secondario” Aitart 
 
A cura di Alessandro Masi con Roberta Serra e Chiara Barbato
 
Orari:
dal 25 marzo fino al 31 maggio gli orari sono:
martedì – venerdì ore 10.00 – 16.00
sabato e domenica ore 10.00 – 19.00
 
dal 1 giugno al 2 luglio;
martedì – venerdì ore 13.00 – 19.00 
sabato e domenica ore 10.00 – 19.00Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
 
Biglietti: Ingresso gratuito
 
Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00); 
www.museocarlobilotti.it;
www.museiincomuneroma.it
www.periclefazzini.it
Instagram: @fondazione_periclefazzini
Facebook: @FondazioneArchivioFazzini
Catalogo: De Luca Editore
Contributi video: Francesco Masi
Comunicazione: Paolo Conti

Ufficio stampa 
Valerio De Luca e Melina Cavallaro

Sponsor GEM elettronica