Milano, Pinacoteca di Brera, Sala della Passione: Presentazione del volume di TIZIANA FERRARI “L’Arte nelle Istituzioni”

L’ARTE NELLE ISTITUZIONI  
Opere ritrovate nei palazzi del potere 
di Tiziana Ferrari

Giovedì 23 marzo alle ore 17.30 nella Sala della Passione, Pinacoteca di Brera, Via Brera 28, Milano

Con l’autrice interverranno

James Bradburne Direttore generale Pinacoteca d Brera e Biblioteca Nazionale Braidense

Nicola Spinosa Già Soprintendente Polo Museale Napoli

Rossella Vodret Già Soprintendente Polo Museale Roma

Mario Resca Presidente di Confimprese e già direttore generale del MIC

Vittorio Sgarbi Sottosegretario MIC

Modera

Carlo Orsi Presidente Amici di Brera

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Tiziana Ferrari è stata la prima curatrice delle collezioni d’arte presso la presidenza del Senato italiano. 

Il libro racconta la parabola di un proposito in anticipo sui tempi: quello di censire le opere d’arte custodite e celate nei palazzi della politica.

L’autrice è stata artefice, a partire dal 2009, di un progetto pilota nell’ambito della valorizzazione dei beni artistici della camera alta del Parlamento.

L’intento era pionieristico: la creazione di un vero e proprio archivio scientifico delle opere d’arte giunte al Senato dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.

Tiziana Ferrari racconta la sua storia, piena di colpi di scena e intrighi “di Palazzo”, in un saggio scientificamente fondato ma dal passo narrativo.

La storia, fatta di entusiasmo e determinazione, dello scontro a volte solitario con i gangli di alcuni ambienti governativi.

Non solo: questo volume vuole essere un sasso gettato dentro lo stagno di un dibattito attuale, quello che investe la valorizzazione moderna di uno spaccato dell’arte celato al grande pubblico – opere clandestine, testimoni silenti della nostra storia nazionale.

Con spirito d’innovazione, in questa pubblicazione l’autrice vuole anche indicare un metodo efficiente di gestione e valorizzazione dei beni culturali.

Un libro che interessa non solo il cultore della materia, ma in genere tutto il pubblico curioso di conoscere i meccanismi segreti che si celano dentro l’arte e dietro le porte dei palazzi del potere.



STUDIO LUCIA CRESPI
Ufficio Stampa SKIRA
Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
T   02 89401645 
M  chiara@luciacrespi.it

Venezia: La Galleria Alice Schanzer ospiterà L’ABBRACCIO DELLA MATERIA personale dell’artista siciliano Ezio Cicciarella

Venezia si prepara ad accogliere Ezio Cicciarella con la mostra

L’ABBRACCIO DELLA MATERIA

a cura di Silvia Previti

Galleria Alice Schanzer – Opening 18.03 h. 18.00

Dal 18.03 al 15.04.2023 la Galleria Alice Schanzer ospiterà la personale dell’artista siciliano, che si inserisce nel panorama culturale della Città come evento collaterale del Progetto di residenza artistica

 “Vi-Ve: Ezio Cicciarella da Vittoria a Venezia”

 promosso da Fondazione Donà Dalle Rose in collaborazione con Sudestasi Contemporanea per il periodo 10 marzo – 10 giugno 2023

La Galleria Alice Schanzer di Venezia, riconoscendo il valore del progetto VI-Ve eil profilo artistico dello scultore in linea con i propri valori culturali, ospiterà dal 18 marzo fino al 15 aprile la personale di Ezio Cicciarella dal titolo L’abbraccio della materia”, a cura di Silvia Previti.
L’evento si inserisce all’interno del progetto di residenza d’artista “Vi-Ve: Ezio Cicciarella da Vittoria a Venezia”, 10 marzo – 10 giugno 2023, ideato dalla Fondazione Donà dalle Rose in collaborazione con Sudestasi Contemporanea.   

PROGETTO VI-VE

Il progetto VI-Ve non si limiterà a Venezia ma proseguirà a Porto Rotondo e in Senegal, per accompagnare, guidare e documentare tre mesi di vita dell’Artista, già esposto nella BIAS 2018 e oggi selezionato come artista protagonista della BIAS 2023 (Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra delle religioni e credenze dell’umanità).

In questa esperienza Ezio Cicciarella si avvarrà di una figura-guida d’eccezione, Chiara Modica Donà dalle Rose, che lo condurrà giorno dopo giorno alla scoperta di una Venezia sommersa, più autentica e ben lontana dai circuiti usualmente battuti, tra ritmi lenti, scorci inediti e luoghi dominati da una natura incredibile quasi selvaggia, per un confronto intimo, inedito e inusuale tra l’artista-uomo e la città lagunare dai mille volti.

Vi-Ve è sia un gioco di parole tra le iniziali di Vittoria, città dove l’artista è nato e opera solitamente e Venezia, città dove il suo viaggio avrà inizio, sia un invito a riscoprire la pietra ed il suo vivere, respirare, modificarsi, plasmarsi nel tempo, in osmosi con la creatività dell’uomo.

L’ABBRACCIO DELLA MATERIA

Le opere esposte in mostra presso la Galleria Schanzer testimoniano la recente evoluzione dell’artista, il quale, dopo aver riscontrato i primi limiti con la lavorazione scultorea per il peso dei materiali e la difficoltà nel trasporto delle opere, intuisce la possibilità di conquistare la superficie delle pareti con la pietra. Cicciarella trasferisce quindi le sue sculture su uno sfondo di acciaio corten, ridimensionandole così, da opere free standing a “quadri” da appendere.

L’esposizione metterà in luce non solo l’evoluzione tecnica e materica dell’artista ma anche quella di ricerca concettuale.

La fascia, elemento cardine della produzione artistica di Cicciarella sia in senso figurativo che metaforico, in questa recente rielaborazione è passata dal trasmettere sensazioni di tensione, elasticità e legatura, a sensazioni di accoglienza e protezione. Le bende che avvolgono gli ovali in sospensione presenti nelle opere esposte infatti, ricordano la tecnica del contenimento per avvolgere i bebè, per trasmettere loro, attraverso l’utilizzo di fasciature in stoffa, un senso di protezione che ricordi quello del ventre materno.

Da armatura tesa a stringere nelle prime realizzazioni di Cicciarella, dove la fascia era inizialmente la volontà pulsante e dirompente di esplodere, di liberarsi e divincolarsi da una vita che lo distoglieva dalle sue più sentite e personali missioni di ricerca, ora lo scultore, finalmente liberato, rotte le cinghie soffocanti, raccoglie i cocci per ricomporsi e per riappropriarsi di sé, assaporando finalmente la vera bellezza dell’atto creativo manuale, senza ordini predefiniti o metodi imposti. Arriva quindi ad avvertire il bisogno umano sincero di un bendaggio avvolgente che comunica conforto, come un istinto necessario ad abbracciarsi.

L’abbraccio di Ezio Cicciarella è dunque un invito non tanto al tenere insieme, quanto al prendersi cura di se stessi, un’esortazione a ricercare, ricercarsi ed evolvere.

Ezio Cicciarella, Untitled, pietra di Palazzolo su acciaio Corten

EZIO CICCIARELLA

Ezio Cicciarella, cresciuto in una famiglia di artigiani, segue le orme paterne e lavora da subito come muratore, ma in modo parallelo, si interessa sempre più di scultura e apprende da autodidatta la tecnica, lavorando principalmente materiali provenienti dalla sua terra come la pietra pece e la pietra Palazzolo.

È il 2000 quando Cicciarella inizia a dare i primi colpi di scalpello ma solo nel 2008 decide definitivamente di cambiare vita e di dedicarsi totalmente alla scultura, mezzo che meglio può esprimere il processo di introspezione che da sempre lo accompagna. Le sue sculture hanno esiti affascinanti, visivamente sconvolgenti, inizia così a frequentare il mondo delle gallerie d’arte e ad esporre sia all’estero sia in Italia, partecipando a numerosi e importanti eventi fra cui il Padiglione Italia Off a Torino Sala Nervi a cura di Vittorio Sgarbi in occasione della Biennale Arte di Venezia 2011, BIAS 2016, Trasformatorio nel 2018, e riscuotendo nel contempo apprezzamenti da critici del calibro di Francesco Boni e Pavel Zoubok.

DICHIARAZIONE

CHIARA MODICA DONA’ DALLE ROSE,
Presidente Fondazione Donà dalle Rose

“Il Maestro Cicciarella è un artista con cui ho condiviso in questi ultimi cinque anni numerose iniziative in Sicilia ed all’estero. Introdurlo a Venezia, nella nostra città, è un’occasione importante di arricchimento personale, umano ed artistico per tutti. Sono certa che il Maestro saprà cogliere ogni sfumatura ed occasione che gli verrà data. Le opere di Cicciarella sono capaci di emozionare e di sprigionare il respiro e la forza della natura che proprio nel marmo e nella pietra testimoniano la sua essenza millenaria. Sono molto curiosa di scoprire come la particolare lirica del Maestro saprà interpretare l’essenza della laguna, fatta di legno, acqua ed argilla. Il significativo connubio che si è creato tra la Fondazione, Sudestasi e la Galleria Alice Schanzer suggella anche un percorso virtuoso di valorizzazione di artisti di spessore. La Galleria Schanzer ha già esposto in passato un’altra artista siciliana di successo, Concetta De Pasquale, ugualmente presente in BIAS 2018 e 2020 oltre che in residenza d’artista alla Fondazione Donà dalle Rose nel 2021”.


SCHEDA INFORMATIVA
 
MOSTRA
L’ABBRACCIO DELLA MATERIA
Di Ezio Cicciarella
18.03 > 15.04.2023
Vernissage 18.03.2023 ore 18.00
 
DOVE
Galleria Alice Schanzer,Campo S. Margherita, Dorsoduro 3061, Venezia
 
ORARI
Orari apertura mostra:10.00-18.00
Per appuntamento:+ 39347 7030568
 
UFFICIO STAMPA GALLERIA ALICE SCHANZER
CRISTINA GATTI
cristina.gatti@fg-comunicazione.it
mob. +39 338 6950929
 
***
 
PROGETTO RESIDENZA D’ARTISTA “VI-VE”
Promotore: Fondazione Donà Dalle Rose
In collaborazione con: Sudestasi Contemporanea
Curatori: Angelo De Grande e Ciro Salinitro, per Vi-Ve a Venezia e Porto Rotondo; Massimo Scaringella per BIAS 2023 in Senegal; Silvia Previti, per Galleria Schanzer
Partner: Pavel Zoubok Fine Art, New York; Galleria Alice Schanzer, Venezia; Nerosicilia Group, Modena
 
DOVE
Atelier residenza d’artista, Palazzo Donà dalle Rose, Fondamente Nove – 5038, 30121 Venezia
 
***
 
UFFICIO STAMPA BIAS/FONDAZIONE DONA’ DALLE ROSE/SUDESTASI
GIORDANA SAPIENZA
giordana.sapienza@gmail.com
mob. +39 342 8538791
 
LINK UTILI
https://www.bias.institute/http://www.eziocicciarella.com/
http://fondazionedonadallerose.org/https://www.sudestasicontemporanea.com/vi-ve/

Lugano, Spazio Espositivo La Cornice: Inaugurazione della mostra “Acqua visioni del cineasta Villi Hermann”

Acqua visioni del cineasta
Villi Hermann

Inaugurazione della mostra mercoledì 22 marzo 2023 ore 18:00
Spazio Espositivo La Cornice, Via A. Giacometti 1, 6800 Lugano

Villi Hermann, artista, fotografo, cineasta, espone allo Spazio Espositivo La Cornice dal 22 marzo al 22 aprile 2023. La mostra di acquarelli e guaches è presentata da Dalmazio Ambrosini e sarà seguita da una degustazione di vini.
Villi Hermann frequenta l’Académie de la Grand Chaumière a Paris, la Werkkunstschule di Krefeld in Germania e la Kunstgewerbeschule di Lucerna. Tiene la prima mostra a Lugano nel 1964 alla Galleria Il Nòcciolo in corso Elvezia, con una presentazione di Giancarlo Zappa di Castelrotto. Alla Galleria Il Nòcciolo esponevano in quel periodo Pietro Salati, Emilio Rissone, Gianni Realini, Jimmy Ortelli, Piergiorgio Piffaretti (Piff), Mucci Staglieno-Patocchi, Fernando Bordoni ed altri.
Nel 2022 una fondazione offre un soggiorno a Villi Hermann come Artist-in-residence a Venezia per 6 mesi, periodo in cui riprende a disegnare e realizzare lavori su carta.
Villi Hermann è noto per i suoi film San Gottardo, Innocenza, Matlosa, Bankomatt e come produttore di Atlas di Niccolò Castelli. Attualmente sta girando un film sull’artista di Biasca Flavio Paolucci.


Acqua visioni del cineasta Villi Hermann

orari apertura galleria:
lu-ve 08.00 – 12.00 / 14.00 – 18.30 sa 09.00 – 12.00
ingresso libero

Ufficio stampa:
Imagofilm Lugano, Viale Cassarate 4, 6900 Lugano
+41 91 922 68 31 – stampa@imagofilm.chwww.imagofilm.ch

Roma, Palazzo Bonaparte: Apre oggi il nuovo VIVI – PIAZZA VENEZIA

VIVI – PIAZZA VENEZIA

Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, fondatrici di ViVi, Lifestyle & Food brand, e Iole Siena, presidente del Gruppo Arthemisia, annunciano
la nuova apertura nel cuore pulsante di Roma.

Apertura al pubblico da giovedì 16 marzo 2023

Palazzo Bonaparte, Roma

ViVi, Lifestyle & Food brand fondato da Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, insieme ad Arthemisia, azienda leader per le grandi mostre d’arte, sono orgogliosi di annunciare l’apertura di ViVi – Piazza Venezia mercoledì 15 marzo 2023.

Il locale è situato nella splendida e storica cornice di Palazzo Bonaparte – dimora della madre dell’Imperatore francese Napoleone Bonaparte che soggiornò lì fino al 1836 – e contesto artistico delle prestigiose mostre prodotte da Arthemisia, azienda leader nella produzione e organizzazione di mostre d’arte a livello internazionale.

Il nuovo ViVi di 200mq, situato nel cuore della Città Eterna e con una vista su Piazza Venezia e l’Altare della Patria, sarà aperto tutti i giorni dalle ore 8.00 del mattino a mezzanotte, per accogliere clienti e visitatori delle mostre e non solo, con uno spirito positivo di “Good mood food”.

La sinergia tra ViVi e Arthemisia vuole rappresentare il meglio dell’Italia racchiuso in un luogo incantevole con una cucina di qualità, un’accoglienza calorosa, arte e bellezza!

Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo dichiarano “Arthemisia rappresenta un’eccellenza italiana nella produzione di mostre d’arte ed è per noi un onore avere stretto partnership con Iole Siena, il suo Presidente ed Amministratore, una donna con una visione proiettata al futuro e che condivide con noi gli stessi valori. Il nostro auspicio è che questa collaborazione possa arricchire l’offerta della meravigliosa città che ci ospita!”.

Iole Siena afferma “La magnifica offerta gastronomica ed estetica presentata da ViVi è il giusto completamento di Palazzo Bonaparte, ormai diventato il principale luogo di cultura della Capitale. Per noi di Arthemisia è la prima esperienza legata al food e ho scelto come partner di questa avventura Daniela e Cristina perché, negli anni, si sono distinte a Roma per uno stile inconfondibile, bello, di qualità, accogliente e perfettamente in linea con la mia visione delle mostre.”



Social e Hashtag ufficiale
#ViviPiazzaVenezia
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte

Presentazione della monografia sullo splendido piviale di manifattura inglese “opus anglicanum” conservato al Museo Civico Medievale di Bologna

Piviale con fatti della vita di Cristo e della Vergine
Veduta di allestimento nell’ambito della mostra Opus Anglicanum, Masterpieces of English Medieval Embroidery, V&A South Kensington, 2016-2017

The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation

A cura di
Micheal A. Micheal
Brepols, 2022

Presentazione della monografia sullo splendido piviale di manifattura inglese “opus anglicanum” conservato al Museo Civico Medievale di Bologna.

Presentazione del volume
Giovedì 16 marzo 2023 ore 17.00

Museo Civico Medievale | Sala del Lapidario
Ingresso da via di Porta Castello 3, Bologna


www.museibologna.it/arteantica

Tra i tesori d’arte più preziosi che il Museo Civico Medievale di Bologna conserva va annoverato lo splendido piviale di manifattura inglese databile a fine XIII sec. – inizi XIV sec., uno dei capolavori assoluti di quello che viene denominato opus anglicanum, ovvero di una particolare, raffinatissima, tecnica applicata a ricchi e complessi ricami che a partire dal XIII secolo conobbe grande fortuna e dall’Inghilterra si diffuse in tutta Europa.

Spesso tale tecnica, denominata “pittura ad ago”, veniva utilizzata per realizzare prodotti tessili di pregio commissionati come doni di carattere diplomatico o importanti vestimenti sacri destinati ad alti prelati e pontefici, come accadde anche per il prezioso piviale di Bologna, in seta policroma su tela di lino. Si tratta infatti di un’ampia sopravveste liturgica proveniente dalla chiesa di San Domenico a Bologna, che veniva indossata durante le messe pontificali ed altre cerimonie solenni, come attesta la pregiata decorazione eseguita con fili di seta colorata e filo ricoperto di sottile lamine in oro e argento.

A ricostruire in modo puntuale la biografia e il contesto culturale in cui venne realizzato questo oggetto di straordinario valore è il volume in lingua inglese The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation, curato da Michael A. Michael (responsabile del progetto “Opus Anglicanum” dell’Università di Glasgow) e pubblicato nel 2022 dalla casa editrice belga Brepols come secondo titolo della collana “Studies in English Medieval Embroidery”.

Intervento di restauro conservativo eseguito da Manuela Farinelli

La prestigiosa pubblicazione internazionale, nata da lunghe e meticolose ricerche e dal restauro conservativo del manufatto operato in anni recenti, verrà presentata giovedì 16 marzo 2023 alle ore 17.00 nella Sala del Lapidario del Museo Civico Medievale (ingresso da via di Porta Castello 3, Bologna). Oltre al curatore Michael A. Michael, interverranno Massimo Medica (direttore Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna), Giancarlo Benevolo (storico medievista, Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna) e Manuela Farinelli (restauratrice).
L’ingresso è libero, fino a esaurimento posti disponibili.

Lo splendido mantello processionale unisce due momenti dell’evoluzione del ricamo che si fondono pienamente ed elegantemente: antiche geometrie per le incorniciature stellari che circoscrivono le teste dei santi e uno stile più maturo nelle architetture. La ricca decorazione raffigura le Storie di Cristo e della Vergine ed è suddivisa su un doppio ordine, intervallato da due strette corone semicircolari che racchiudono teste di santi. La narrazione si sviluppa all’interno di architetture ogivali, che scandiscono la successione degli episodi, tra i quali spicca, a fianco della Crocifissione, la scena della Resurrezione. Per la straordinaria ricchezza inventiva, le scene hanno offerto non pochi spunti compositivi agli artisti bolognesi del Trecento e del primo Quattrocento.

Il volume curato da Michael presenta la prima indagine dettagliata del ciclo iconografico raffigurato e documenta gli esiti delle più recenti ricerche condotte dallo staff dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna e da importanti studiosi nel campo dei tessuti e della produzione di paramenti liturgici medievali. Nuove prove di datazione attestano che il vestimento appartenne al pontefice Benedetto XI, al secolo Nicolò di Bocassio, domenicano eletto dopo la morte di Bonifacio VIII, che lo offrì ai confratelli della chiesa di Bologna durante il suo breve pontificato (1303-1304). Come risulta per altri piviali inglesi, è probabile che anche questo fosse stato donato al papa dal re di Inghilterra Edoardo I, a titolo di ringraziamento per i servigi che aveva svolto quando questi, prima di essere eletto papa, e prima ancora cardinale, era stato coinvolto in qualità di maestro generale dell’ordine per conto di Bonifacio VIII nell’arbitrato che vedeva contrapposto il sovrano inglese al re di Francia Filippo il Bello.

Un’indagine completa dei materiali d’archivio relativi al piviale e alla sua riscoperta nel XIX secolo è accompagnata da una dettagliata storiografia della letteratura e della storia espositiva del manufatto, e da un resoconto delle sfide affrontate durante un recente intervento di restauro conservativo. Il trattamento, eseguito da Manuela Farinelli, è stato realizzato in occasione della mostra Opus Anglicanum: Masterpieces of English Medieval Embroidery presso il V&A South Kensington (1 ottobre 2016 – 5 febbraio 2017) che, accanto alla collezione permanente del museo londinese, la più ampia al mondo di materiali tessili realizzati con questa tecnica, ha eccezionalmente riunito una selezione di oltre 100 capolavori del ricamo medievale inglese provenienti da tutta Europa.


The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation
A cura di: Michael A. Michael
Editore: Brepols
Pagine: 228

Illustrazioni: 160 col.
Dimensioni: 225 x 300 mm
Lingua: inglese
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo: 125 euro
ISBN: 978-1-912554-87-4

Indice:
Massimo Medica – A King’s Gift to a Pope: Benedict XI and the Bologna Cope
Micheal A. Michael – The Cultural Context of the Bologna Cope: The Design and Production of Opus Anglicanum Liturgical Vestments in England
Franco Faranda and Michael A. Michael – The Iconography of the Cope of San Domenico in Bologna
Giancarlo Benevolo – The San Domenico Cope in the Inventories of the Sacristy and Convent of the Friars Preachers, Bologna: 14th–19th centuries
Silvia Battistini – An Historiography of the Bologna Cope
Marta Cuoghi Costantini – Textiles and Embroidery in Italy between 1200 and 1300
Manuela Farinelli – The Conservation of the Bologna Cope
Silvia Battistini – The Bologna Cope (Catalogue description)

Il volume è disponibile per l’acquisto nel bookshop del Museo Civico Medievale di Bologna.

Informazioni:
Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4 | 40121 Bologna
Tel. 051 2193916 – 2193930

museiarteantica@comune.bologna.it
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FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – Due i premi nell’edizione 20’23 di InspiringPR 

FERPI: InspiringPR 2023

“InspiringPR Award” e premio studio “È il digitale, bellezza!”. Attese le candidature entro il 10 aprile

Saranno premiate le migliori campagne di relazioni pubbliche e le tesi di laurea più innovative nel settore della comunicazione digitale.

InspiringPR, il Festival delle Relazioni Pubbliche promosso da FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e organizzato dalla delegazione del Triveneto in collaborazione conUniferpi Padova e Uniferpi Gorizia, si avvia verso la nona edizione e attende le candidature, entro il prossimo 10 aprile, per i suoi due premi: la VI edizione dell’InspiringPR Award e la III edizione del Premio “E’ il digitale, bellezza!”

InspiringPR premierà pertanto come da tradizione la campagna/azione di relazioni pubbliche che si sia distinta nel periodo tra il 1° maggio 2022 e il 1° aprile 2023 per la sua particolare capacità di “ispirazione”. Nelle scorse edizioni il premio è stato conferito a Conai, Lavazza, Parole O_Stili, Osservatorio Malattie Rare e al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. 

Per partecipare alla nuova edizione di InspiringPR Award, la cui premiazione avrà luogo a Venezia, sabato 6 maggio, nell’ambito di InspiringPR 2023, le iscrizioni dovranno pervenire entro il 10 aprile 2023, inviando le candidature via mail a award@inspiringpr.it. Possono aderire le campagne/azioni di relazioni pubbliche realizzate in Italia e all’estero da aziende, enti pubblici, organizzazioni profit e non profit, agenzie di comunicazione e liberi professionisti. La selezione delle iniziative che concorrono al Premio avviene a cura del Direttivo Ferpi Triveneto. Il regolamento completo è su inspiringpr.it/award.

Con il rinnovato supporto della famiglia di Adriana Ripandelli e di Mindshare Italia, InspiringPR conferma anche il premio studio “E’ il digitale, bellezza!”, in memoria di Adriana Ripandelli, una delle prime persone in Italia ad aver profondamente creduto nella rivoluzione digitale, investendo forza e professionalità in progetti innovativi che hanno illuminato d’ispirazione i propri settori. Il premio è rivolto agli studenti delle Università italiane (corsi di laurea triennale o magistrale nei settoriComunicazione, Relazioni Pubbliche, Marketing, Digital Media ed Economia Aziendale) ed è dedicato a un’innovativa tesi di laurea con focus specifico sulla comunicazione digitale, discussa dal 1° maggio 2022 al 1° aprile 2023.

Il vincitore, che sarà premiato durante InspiringPR, si aggiudicherà un premio di 2.000 euro e uno stage post-laurea in Mindshare Italia della durata di sei mesi, con rimborso spese e ticket, da iniziare entro sei mesi dall’aggiudicazione del premio nella sede di Milano.

Nel 2022 il Premio è stato assegnato a Federica Nicolamarino, che ha conseguito la Laurea Magistrale in Economia e Management Internazionale all’UNIT di Roma, con la votazione di 110 e lode, con la tesi in Digital Marketing, “La loyalty nel digitale, strategie ed aspetti che contribuiscono a determinarla: il caso Amazon e il servizio Prime“.

Per partecipare è necessario inviare il materiale (1 copia digitale in pdf, un breve abstract di massimo 1 cartella di testo, voto conseguito e riferimenti completi di contatto), entro e non oltre il 10 aprile 2023, all’indirizzo e-mail: premiostudio@inspiringpr.it.

Per maggiori informazioni sul premio è possibile consultareinspiringpr.it/premio-studio-adriana-ripandelli. Per informazioni sulla nona edizione del Festival è possibile consultare il sito web www.inspiringpr.it e i canali ufficiali dell’evento su Facebook, Twitter, Instagram, YoutubeTelegram, LinkedIn.


Informazioni per la stampa:
Federica Lago                                                                                                                                       
Mail: press@inspiringpr.it
Diana Daneluz
Mail: mediarelationferpi@gmail.com

FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – rappresenta da oltre 50 anni in Italia i professionisti della Comunicazione e delle Relazioni Pubbliche, persone che ogni giorno ne fanno un mestiere e un tema di ricerca, studio e insegnamento. FERPI è impegnata per valorizzare la professione dei comunicatori presso i pubblici di riferimento, supportare la crescita professionale dei soci e non solo con qualificati percorsi di formazione, offrire un aggiornamento costante sulle mutazioni in atto grazie anche al confronto internazionale, promuovere la cultura della sostenibilità, partecipare attivamente al dibattito pubblico intorno alle policy del lavoro, della società civile, della democrazia.

Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma): FELLINI. Cinema è sogno

Federico Fellini, La strada, 1954. Locandina del film

FELLINI
Cinema è sogno

Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo – Parma

18 marzo – 2 luglio 2023

Mostra Focus nel trentesimo anniversario della morte del regista.

Nel trentennale della morte di Federico Fellini (avvenuta il 31 ottobre 1993 a Roma a settantatré anni), la mostra focus allestita dalla Fondazione Magnani-Rocca nella sontuosa Villa di Mamiano di Traversetolo (Parma) dal 18 marzo al 2 luglio 2023, intende omaggiare il celeberrimo regista nella dimora che ebbe come ospite Nino Rota, autore delle più celebri colonne sonore dei suoi film, quali quelle per Giulietta degli spiritiSatyriconRoma, Amarcord, Il Casanova

L’esposizione – a cura di Mauro Carrera e Stefano Roffi – dal titolo Fellini. Cinema è sogno, ripercorre la carriera di uno dei più grandi registi della storia del cinema, ideatore di film di fama internazionale, narratore originalissimo dell’Italia del suo tempo. Scritto in collaborazione con Ennio Flaiano, lo Sceicco bianco inaugurò lo stile unico e personale di Fellini – una sorta di fantarealismo – che raccontava sogni e conquiste dell’Italia passando per film come I vitelloni, pellicola dedicata all’Italia dell’industria, che consacra il regista italiano nell’olimpo del cinema mondiale, confermato poi con La strada, del 1954, lucido ritratto dell’Italia postbellica, e con Le notti di Cabiria del 1957; dal Paese sognante de La Dolce Vita (1960) all’Italia moderna, trionfante e vivace di 8 ½ (1963), da quella lisergica e sperimentale di Giulietta degli spiriti (1965) fino a quella decadente, violenta e fragile di Amarcord (1973) forse l’apogeo dell’autobiografismo felliniano, della sua memoria favolosa e rivelatrice. Con le opere successive (Il Casanova di Federico Fellini, 1976, Prova d’orchestra, 1979, La città delle donne, 1980, E la nave va, 1983, Ginger e Fred, 1986, Intervista, 1987) le allegorie del presente si fanno più angosciate e, in qualche modo, manierate, per poi chiudersi con La voce della Luna (1990), in cui Paolo Villaggio e Roberto Benigni si fanno portavoce di un messaggio di silenzio necessario per fronteggiare una contemporaneità sempre più arrogante, prologo della morte di Fellini.

Federico Fellini, La Dolce Vita, 1960. Locandina del film

L’esposizione presenta sontuosi costumi, appartenenti allo CSAC di Parma, realizzati per i film e indossati da celebri attori come Marcello Mastroianni e Donald Sutherland, le locandine dei film stessi, vere pietre miliari della storia del cinema e della grafica, oltre a sorprendenti disegni del regista e a rare fotografie d’epoca.

Fellini ha attraversato la storia del cinema con tratti di magistrale leggerezza; grandissimo orchestratore di immagini, di visioni e di ritmi narrativi, si è rivelato maestro nel dare corpo alla passione di sogno che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell’immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia essere condizionati da questa. Venne premiato con cinque premi Oscar: nel 1957 per La strada, nel 1958 per Le notti di Cabiria, nel 1964 per 8 1/2, nel 1976 per Amarcord e nel 1993 con un Oscar alla carriera dalle mani di Sophia Loren.

Parlare di Fellini ci restituisce la memoria di un’Italia piena di ambizioni e aspirazioni che oggi sembra essersi persa. Ma è anche parlare di un certo senso della vita, un senso che questo grande artista aveva intuito, convincendosi che l’unico vero realista è il visionario.

C’è una scena del film Il tassinaro, di un grande amico di Fellini, Alberto Sordi, in cui il protagonista, colto dall’euforia di ospitare sul suo ‘Zara 87’ il celebre regista, spiega bene la visione popolare di chi ha amato le pellicole del genio riminese: ” Er vecchio che se perde nella nebbia. Che poi sarebbero tutti i suoi sogni…”

Il catalogo – Edito da Dario Cimorelli Editore, presenta saggi di Gianfranco Angelucci (sceneggiatore del film Intervista), Mauro Carrera, Eugenia Paulicelli, Stefano Roffi, oltre alla riproduzione a colori delle opere esposte.



Fellini. Cinema è sogno
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 18 marzo al 2 luglio 2023. Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Lunedì chiuso (aperto Lunedì di Pasqua, lunedì 24 aprile in quanto ponte e lunedì 1° maggio in quanto festivo).
Ingresso: € 14 valido anche per le raccolte permanenti, il Parco romantico e la grande mostra dedicata a Felice Casorati – € 12 per gruppi di almeno quindici persone – € 5 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148  info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it    
Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16, 17, visita alla mostra Casorati e alla mostra focus dedicata a Federico Fellini con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 19 (ingresso e guida).       
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI  Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net  tel. 049 663499.
Cartella stampa e immagini: www.studioesseci.net
 
La mostra è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA
Media partner: Gazzetta di Parma. 
Con la collaborazione di: Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

Da oggi al Palazzo Ducale di Venezia la grande mostra “VITTORE CARPACCIO. Dipinti e disegni”

Vittore Carpaccio: Nascita della Vergine, ca. 1502/1503, olio su tela, 128,5 × 127,5 cm. Bergamo, Accademia Carrara

VITTORE CARPACCIO
Dipinti e disegni

Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge

18 marzo – 18 giugno 2023

Mostra promossa dalla Fondazione Musei Civici Veneziani

In collaborazione con la National Gallery di Washington

A cura di Peter Humfrey, con Andrea Bellieni e Gretchen Hirschauer

Il Sindaco Luigi Brugnaro e Mariacristina Gribaudi, Presidente della Fondazione Musei Civici Veneziani, annunciano quello che si prefigura come il più atteso evento espositivo veneziano della stagione primaverile: la grande mostra ” Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni” che, dal 18 marzo al 18 giugno, si potrà ammirare nell’Appartamento del Doge in Palazzo Ducale.

La grande retrospettiva si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione tra i Musei Civici Veneziani e la National Gallery di Washington. La curatela del progetto è stata affidata Peter Humfrey, riconosciuto specialista del pittore e del suo contesto, con Andrea Bellieni, curatore dei Musei Civici di Venezia, e Gretchen Hirschauer, curatrice della pittura italiana e spagnola alla National Gallery of Art di Washington.

“La pittura di Vittore Carpaccio (1460/66 c. – 1525/26 c.) celebra – sottolinea la Presidente Gribaudi – la grandezza e lo splendore di Venezia al volgere del XV secolo, quando la città lagunare dominava un vasto impero marittimo e fioriva come centro di commerci internazionali e di cultura. I dipinti narrativi dell’artista – specie i famosi cicli realizzati per varie confraternite religiose – trasportano le storie sacre nella vita vera, collocandole in scenari fantastici, benché arricchiti con infiniti dettagli e riferimenti contemporanei. Ispirato dall’ambiente e dalla società della sua straordinaria città, Carpaccio unisce l’attenta osservazione della scena urbana con il suo particolare trasporto per il poetico e il fantastico”.

“Le sue opere, forse più di quelle di altri artisti veneziani del Rinascimento, rappresentano l’essenza della “venezianità”, ossia lo spettacolo sfarzoso e la mitologia della Repubblica Serenissima, in quel momento all’apogeo economico e culturale. Venezia , anche con questa mostra, celebra la sua storia, la sua tradizione, e un suoi illustre pittore che, con la sua arte, ha raccontato la Città, la sua bellezza riuscendo a tramandare fino a noi immagini di vita quotidiana di un passato che torna, così, a vivere” commenta il Sindaco Luigi Brugnaro.

Prestiti concessi generosamente da musei, chiese, istituti e collezioni private, d’Europa e degli Stati Uniti, consentono di riportare a Venezia opere da secoli lontane dalla laguna; talune inviate dallo stesso artista negli antichi territori un tempo legati alla Serenissima come l’Istria e la Dalmazia e mai finora tornate. Esse sono essenziali per poter ora proporre nelle sale dell’Appartamento Ducale un itinerario che documenta nella maniera più oggettiva e completa l’evoluzione dell’arte di Carpaccio. 45 dipinti di tema religioso, profano o di genere – tra essi alcuni di grandi dimensioni – evidenziano le grandi doti immaginative, narrative, descrittive, oltre alla sapiente tecnica pittorica dell’artista. Unitamente, un folto nucleo di disegni dimostra la sua speciale capacità di ‘studiare’ in maniera minuziosa e dettagliata la realtà, rivelando i suoi peculiari interessi per la natura, per la prospettiva, per i costumi del suo tempo, per gli effetti della luce.

Da notare che la precedente monografica dedicata al maestro veneziano risale al lontano 1963. “Con questa magnifica mostra, che giunge a conclusione di scoperte e nuove attribuzioni, nonché di restauri straordinariamente rivelatori, si è oggi in grado di proporre al pubblico e agli studiosi un’aggiornata rilettura storico-critica della pittura di Carpaccio e della sua evoluzione, dagli inizi e fino alle opere tarde, solitamente sminuite dalla critica”, afferma Andrea Bellieni, Responsabile del Museo Correr.

“Con tali essenziali obiettivi, dalla collaudata collaborazione di Fondazione Musei Civici di Venezia e National Gallery di Washington, con la cura scientifica di Peter Humfrey è nato il progetto della mostra nelle due sedi di Washington e Venezia, fondata su una selezione mirata delle più rappresentative opere dell’artista. L’intento è tracciare, in termini sia tematici che cronologici, il rigoroso sviluppo della pittura carpaccesca da una prospettiva aggiornata. In questo la mostra si avvantaggia anche di un consistente nucleo di disegni autografi del pittore, autore del più ampio corpus sopravvissuto di disegni “di studio” del primo Rinascimento” aggiunge Chiara Squarcina, Dirigente delle attività museali.

La mostra offre anche l’occasione, davvero unica, per ammirare finalmente riunite, le due parti di una scena già compiuta ed unitaria, separate in circostanze sconosciute verso la fine del Settecento: le “Due dame” del Museo Correr, possedute a Venezia da Teodoro Correr, si ricongiungono con la “Caccia in laguna”, già presente a Roma nella collezione dello zio cardinale di Napoleone e oggi nel Getty Museum di Los Angeles; si riforma così la conturbante scena con le due elegantissime nobildonne veneziane in annoiata attesa del ritorno dei mariti dalla caccia in laguna con archi e ‘ballotte’; una ‘storia’ psicologica raccontata da Carpaccio con sottile sensibilità e sublime fascino immaginativo (il grande storico inglese John Ruskin alla fine del secolo XIX ne fu letteralmente soggiogato), dipinta su quella che, in origine, quasi certamente era un’anta di porta a soffietto posta tra due ambienti di un raffinato, privatissimo interno veneziano.

Infine, per il visitatore appassionato la mostra non potrà che proseguire fuori Palazzo Ducale, in un itinerario cittadino che, sulle orme dei grandi viaggiatori, scrittori ed esteti di fine Ottocento – coloro che letteralmente riscoprirono grandezza e fascino di Carpaccio – raggiunge soprattutto i due capolavori del pittore, completi e intatti nello sedi d’origine o di elezione: il ciclo di sant’Orsola presso le Gallerie dell’Accademia e il ciclo di San Giorgio degli Schiavoni nella omonima Scuola.


Nota biografica

VITTORE CARPACCIO (1465 ca. / 1525 o 1526)

“Carpaccio” è una forma italianizzata derivata da “Scarpaza”, nome della famiglia di mercanti veneziani da cui nacque intorno al 1465 l’artista; dopo aver firmato un’opera giovanile “Vetor Scarpazo”, ha utilizzato varianti del latino “Carpatio” o “Carpathius” per il resto della sua carriera.

Nulla di sicuro si sa sulla formazione e sugli inizi della carriera di Carpaccio; è probabile che sia stato apprendista nella bottega dei Bellini, lavorando sia con Gentile che con Giovanni Bellini. Successivamente potrebbe aver viaggiato nel territorio italiano. La sua prima opera datata è l’Arrivo di Sant’Orsola a Colonia (1490), telero del vasto ciclo raffigurante la storia leggendaria della popolare santa, originariamente realizzato per la Scuola di Sant’Orsola (ora a Venezia, Gallerie dell’Accademia). In quegli anni, sebbene molto giovane e assai pochi dipinti sicuramente anteriori ci siano pervenuti, Carpaccio doveva già essersi affermato come pittore indipendente, tanto da ricevere una commissione di tale rilievo e importanza. Carpaccio è oggi conosciuto soprattutto per i cicli narrativi per le ‘scuole’ (confraternite laiche veneziane): oltre a quello di Sant’Orsola, eseguito nel corso degli anni Novanta del Quattrocento, ne realizzò per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni (unico ancora nella sede originaria) e per la Scuola degli Albanesi (oggi diviso in musei diversi a Venezia, Milano e Bergamo), entrambi databili al primo decennio del Cinquecento; infine, nel decennio successivo, il ciclo per la Scuola di Santo Stefano (anch’esso diviso in vari musei italiani e internazionali).

Nel 1494 Carpaccio contribuì con un proprio dipinto all’ampio ciclo ‘a più mani’ raffigurante i Miracoli del Reliquiario della Vera Croce della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (ora a Venezia, Gallerie dell’Accademia). I teleri di Carpaccio realizzati per le Scuole contengono alcune delle immagini più memorabili della pittura rinascimentale veneziana: la vivace veduta urbana del Ponte di Rialto dal Miracolo della Vera Croce; San’Orsola dormiente nella sua camera da letto; San Giorgio che uccide il drago; Sant’Agostino nel suo studio con accanto il suo cagnolino.

Con la loro immediatezza narrativa, chiarezza spaziale, varietà di figure e appariscenza decorativa, le ‘storie’ di Carpaccio si collocano nella tradizione della pittura narrativa veneziana, sul solco e in parallelo di simili teleri di Gentile Bellini. Eppure, dalle sue opere spicca una personalità sorprendentemente originale, per vivacità aneddotica, spontanea umanità, nonchè per fantastiche ambientazioni architettoniche e paesaggistiche.

Non meno ‘iconiche’ sono altre sue immagini, come le due raffinatissime Due dame veneziane. Sorprendente è il suo speciale interesse per le specie botaniche e per il mondo degli animali, descritti analiticamente con intento indagatore assolutamente moderno e originale.

Nel 1507 ebbe definitivo riconoscimento col prestigioso incarico, pare raccomandato dal celebre Giovanni Bellini, per eseguire alcuni grandi dipinti storici destinati alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale (distrutti nell’incendio del 1577).

Il Carpaccio eseguì anche vari polittici e pale d’altare per chiese di Venezia e dello Stato veneto, dalla Lombardia alla Dalmazia; tuttavia, nell’ambito della pittura sacra, più efficaci solitamente appaiono le opere devozionali private di minori dimensioni, alcune delle quali dipinte con gli stessi inventiva e fascino dei gradi cicli.

Di Carpaccio possediamo, suddiviso in tante collezioni internazionali, il più ampio nucleo di disegni – studi compositivi d’insieme, o di dettaglio – pervenutoci da un pittore del rinascimento. L’analisi di tale importante corpus grafico ci mostra in concreto la ricetta delle sue sapienza compositivo-spaziale e grande padronanza di luce e colore, sperimentate col disegno su carta e poi riversate poi nei dipinti con tecnica fluida e sensibilissima.

La carriera di Carpaccio giunge al culmine, anche con il più generale riconoscimento del pubblico, tra il primo e il secondo decennio del nuovo secolo. Ma quello è anche il momento dell’irrompere a Venezia delle novità portate dai giovani pittori innovatori, in primis Giorgione, con la nuova poetica sentimentale servita dalla innovativa tecnica pittorica ‘tonale’. Carpaccio non fu insensibile a tali novità, ma sembra prenderne atto superficialmente, ossia per isolate felici suggestioni, rimanendo invece sempre fedele alla sua pittura analitica, minuziosa e prospettica. Così facendo Carpaccio progressivamente sembra distaccarsi dalla scena artistica veneziana assetata di novità; quindi lavora principalmente per lo ‘Stato da terra’, mandando opere soprattutto in Istria e Dalmazia, oltre che che verso i territori Treviso, Bergamo ecc. Parallelamente anche la sua ispirazione pare diminuire, ricorrendo frequentemente al riuso di modelli figurativi precedenti, nonché ricorrendo sempre più largamente all’aiuto di allievi e collaboratori (in primis il figlio Benedetto), per esecuzioni pittoriche certamente ancora d’effetto, ma non più minuziosamente accurate come nelle opere giovanili e della prima maturità totalmente autografe. Morì nel 1525 o 1526, lasciando a Venezia, ma non solo, una duratura fama di eccellenza pittorica. Sarà la storiografia della fine dell’Ottocento a recuperarne la figura, definitivamente consacrata nel Novecento quale il maggiore e più evocativo interprete, soprattutto con la forza immaginifica delle sue scenografiche visioni, architettoniche e naturalistiche, di quello che fu l’apogeo della civiltà rinascimentale a Venezia.


Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net
 
Palazzo Ducale
San Marco 1
30124 Venezia
Tel. +39 041 2715911
palazzoducale.visitmuve.it

La Biblioteca Regionale di Messina presenta l’evento “Verso_Altrove. Appunti di un Viaggio”

In collaborazione con i Club per l’Unesco di Messina e di Udine, e il Museo del Novecento, la Biblioteca Regionale di Messina organizza un evento articolato su due giornate in due diverse location, titolato “Verso_Altrove. Appunti di un Viaggio”.

Il primo appuntamento è programmato per sabato 18 marzo 2023, alle ore 17, presso la Sala Lettura della Biblioteca con un incontro-conferenza sul tema del viaggio contemplato nell’accezione di paradigma della vita e percorso esistenziale e identitario.

In esposizione un campionario esemplare delle  Opere scultoree dell’Artista Michela Sbuelz che sarà presente. Altresì, saranno messi a disposizione dei fruitori un cospicuo numero di testi in argomento, corredati dalle Bibliografie tematiche d’Istituto, che resteranno visitabili fino al 28 aprile c.a. (lunedì-venerdì, ore 9-13; mercoledì anche di pomeriggio 15-17:30).

Il secondo appuntamento avrà luogo Domenica 19,  alle ore 10:30presso il Museo del Novecento, con l’inaugurazione della  mostra di opere scultoree di Michela Sbuelz, da fruire fino alla fine di aprile (mattina, h 10-13: martedì, giovedì e sabato; pomeriggio, h 16-19: lunedì, mercoledì e venerdì).


Ufficio Relazioni con il Pubblico
 La Referente URP Funz. Dir.
 Maria Rita Morgana

urpbibliome@regione.sicilia.it
tel.090674564

Marsiglia, Istituto Italiano di Cultura: Marco Angelini – RHIZOMES – A cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci

RHIZOMES
Mostra personale di
Marco Angelini

a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci

16 marzo – 3 maggio 2023

Vernissage: Giovedì 16 Marzo 2023 ore 18:00

S’inaugura giovedì 16 marzo 2023 l’esposizione personale dell’artista romano Marco Angelini, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci.
Il sodalizio artistico tra Angelini e Nidiaci prosegue in quanto l’artista e la curatrice vantano all’attivo diverse collaborazioni, in particolare le mostre personali dell’artista nel 2019 in collaborazione, rispettivamente, con l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia e con l’Istituto Italiano di Cultura di Algeri.

In questa occasione, la collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia si traduce nell’ospitare direttamente presso le sale espositive dell’Istituto le opere di Angelini, fungendo da habitat ideale delle stesse.

Il corpus di opere, composto per esattezza da 30 lavori ad acrilico su tela (che vedono, misto al colore, l’impiego ora di elementi seriali, ora della foglia oro) e 6 sculture a dimensione naturale, racconta le emozioni dell’artista sotto forma di ricordi che si intrecciano con quelle della storia e cultura marsigliese, intercettando idealmente delle trame emozionali come vere e proprie radici, diramazioni.

Così la curatrice della mostra Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci scrive nel testo critico del catalogo posto a corredo dell’esposizione:

“Marsiglia possiede un centro storico rimasto lo scrigno di una certa anima popolare, crogiolo di culture. Tale capillarità è minuziosamente ma non didascalicamente descritta dalle tele toccate dal colore acrilico di Marco Angelini, artista sociologo di formazione, che, completamente scevre da forzature e obblighi interpretativi e adempiendo perfettamente alla logica astrattista, raccontano una commistione visiva e ideologica al contempo, la coesistenza e la coesione di culture e sottoculture differenti. La capillarità è, per scientifica definizione, l’insieme di fenomeni dovuti alle interazioni fra le molecole di un liquido e un solido sulla loro superficie di separazione. Le forze in gioco che si manifestano in tale fenomeno sono la coesione, l’adesione e la tensione superficiale. Le campiture piatte di Angelini accolgono, divenendo habitat colorati, macchie che tendono alla circolarità benché informi, fluide, in un continuo divenire; questi elementi coabitano con elementi più netti, forme più precise, che rimandano ad un infinitesimo rapporto spazio-temporale tra macro e micro, tra la collettività e l’individuo, tra le collettività stesse e vicendevoli”.

L’esposizione sarà visitabile sino al 3 maggio 2023.

BIOGRAFIA

Marco Angelini è nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia. Ha realizzato, dal 2006 ad oggi, varie mostre personali a Roma, Milano, Varsavia, Cracovia, Londra, Bratislava, Algeri, Santiago del Cile, Bologna e partecipato a collettive, presso spazi pubblici e gallerie private, a New York, Washington DC, Tel Aviv, Abu Dhabi, Varsavia, Zamość, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma, Lucca. Le opere di Marco Angelini fanno parte di diverse collezioni private, tra cui quella della Fondazione Roma. Laureato in Sociologia studia il fenomeno urbano ed è interessato alle culture e subculture che si creano nelle metropoli del mondo. Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane. La sua ricerca espressiva è dominata dalla materia. A volte i materiali diventano la superficie pittorica al posto della tela, altre volte diversi oggetti, spesso di riciclo, entrano a far parte dell’opera. La forma astratta interpreta perfettamente la sua poetica fluida e mutevole che suggerisce l’esistenza di molteplici realtà. Affronta diverse tematiche di ricerca: natura e tecnologia, tempo e memoria, dialogo interreligioso e dimensione del “sacro”, arte e scienza, energia e sostenibilità.


Vademecum:
Titolo: RHIZOMES mostra personale di Marco Angelini
Curatore: Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci
Sede: Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia – 6, rue Fernand Pauriol, Marsiglia
Durata mostra: dal 16 marzo al 3 maggio 2023
Vernissage: giovedì 16 marzo 2023 ore 18:00
Orari: dal lunedi al giovedi 9:30>12:30 – 14:00>17:00, venerdì 9:30>12:30

COMUNICAZIONE
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next

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