Bologna, Museo Davia Bargellini e Museo di Palazzo Poggi: Prorogata la mostra “Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese”

Luigi Dardani (Bologna 1723-1787)
Ritratto di monsignor Francesco Zambeccari (1682-1767), 1750 circa
cera policroma, vetro, tessuto, capelli, osso, h 78 cm x largh. 62 cm
teca in legno con cornice intagliata e dorata, 142 × 90 × 50 cm
Bologna, Museo Davia Bargellini, n. inv. 180
Credito fotografico: Roberto Serra
Courtesy Settore Musei Civici Bologna

Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese

A cura di Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi, Irene Graziani

In collaborazione con Museo di Palazzo Poggi | Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Apertura prorogata fino al 10 aprile 2023
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44, Bologna
Museo di Palazzo Poggi | Via Zamboni 33, Bologna

www.museibologna.it/arteantica
www.sma.unibo.it

A seguito del notevole interesse di pubblico e apprezzamento della stampa incontrato, i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna sono lieti di annunciare che la mostra Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese allestita al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini è prorogata fino al 10 aprile 2023.

Grazie alla generosa disponibilità dei prestatori pubblici e privati, il periodo di apertura, inizialmente previsto fino al 12 marzo 2023, viene prolungato per arricchire con una proposta artistica originale e di grande pregio l’offerta culturale a disposizione dei cittadini e dei turisti che sceglieranno di trascorrere nella città felsinea il fine settimana delle festività pasquali.

Curata da Massimo MedicaMark Gregory D’ApuzzoIlaria Bianchi e Irene Graziani, la mostrasi configura come primo evento espositivo organicamente incentrato sulla ritrattistica in cera realizzata in ambito bolognese durante il Settecento, secolo che conobbe il maggiore rilancio dell’arte antica e intrigante della ceroplastica già praticata nelle epoche classiche e medievali.

Forma artistica scarsamente indagata dal circuito accademico per via dell’antico pregiudizio verso una materia metamorfica considerata priva di valore estetico e una tecnica in bilico tra arte e artigianato, proprio nel capoluogo emiliano, durante il XVIII secolo, la ritrattistica scultorea in cera ebbe un ruolo di primaria importanza godendo di fortuna e apprezzamento come rappresentazione congeniale ad una triplice funzione: la trattazione delle discipline scientifiche avviata nella rinomata scuola di anatomia umana dell’Università, la raffigurazione del potere e la devozione religiosa.

Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi afferente al Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, l’esposizione intende far conoscere al pubblico e rivalutare in una giusta prospettiva l’indubbia qualità di quanto ancora sopravvive di una produzione che, secondo le fonti documentarie, fu assai ricca e vide impegnati abilissimi scultori. A ricondurre con piena dignità questo patrimonio nel clima della gloriosa civiltà figurativa del Settecento bolognese fu lo storico dell’arte Andrea Emiliani, alla cui memoria l’iniziativa è significativamente dedicata, autore nel 1960 di un fondamentale saggio, ora ripubblicato nel catalogo che accompagna la mostra, in cui vi riconobbe una “realizzata unità fra imitazione, anzi super-imitazione del vero, e fantasia ricreante”  in grado di evocare “un’allusione sconcertante all’umano”.

A partire dal nucleo di opere conservato al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, il progetto espositivo traccia un ampio e dettagliato panorama dell’officina ceroplastica a Bologna riunendo per la prima volta 18 opere, di cui 16 figure in cera e 2 terrecotte,di notevole fattura presenti in raccolte museali ed edifici di culto cittadini, potendo inoltre godere del prestito straordinario di pezzi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.
I manufatti esposti, di cui 3 visibili per la prima volta, documentano le principali tipologie compositive in voga al tempo – dal ritratto offerto alla devozione popolare a quello ufficiale intriso di elegante mondanità fino alla “testa di carattere” o “testa d’espressione” trasferita verso lo spirito borghese – e recano le firme dei ceroplasti più virtuosi: da Angelo Gabriello Piò a Giovanni Battista Bolognini, da Ercole Lelli a Filippo Scandellari, da Nicola Toselli a Luigi Dardani.

Il percorso espositivo si estende, naturalĭter, nella seconda sede del Museo di Palazzo Poggi dove si trova la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV.
In una temperie di rinnovato fervore della vita culturale cittadina per impulso dell’ecclesiastico bolognese, la presenza di una fiorente scuola di studi anatomici favorì l’affermazione di Bologna come capitale della ceroplastica scientifica, con la formazione della prima vera scuola di modellatori in cera. Le prerogative di questa tecnica, tali da imitare la consistenza ed il colorito anche delle membrane più sottili e quasi invisibili, ne fecero, infatti, uno strumento assai efficace per scopi didattici.
L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese. Il loro fondamentale contributo all’avanzamento delle conoscenze di anatomia e di fisiologia, grazie alla rappresentazione di parti del corpo umano di raffinatezza e minuzia tecnica del tutto straordinari per l’epoca, fu ammirato in tutta Europa.

Alcune cere non bolognesi del Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini consentono di estendere lo sguardo sulla ceroplastica europea coeva all’epoca qui considerata.

Come suggerisce il titolo, la mostra intende giocare sull’antitesi tra verità e illusione, cioè sull’apparente contrasto fra gli effetti di conturbante iperrealtà da un lato, e l’inganno dei sensi dall’altro, che il virtuosismo mimetico dell’arte della ceroplastica era in grado di procurare allo spettatore come commistione tra immagine e vita. E lo è tuttora, come immutato è il rapporto dell’uomo con la morte e con il divino.

Il progetto espositivo si avvale di un comitato scientifico composto da Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Roberto Balzani, Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Irene Graziani e Antonella Mampieri.

Il catalogo, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Massimo Medica, viene pubblicato da Silvana Editoriale e contiene le prefazioni istituzionali di Osvaldo Panaro e Roberto Balzani; i saggi di Andrea Emiliani, Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Antonella Mampieri, Irene Graziani, Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Laura Speranza, Anna Maria Bertoli Bersotti; le schede critiche e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, comprensiva di una nuova campagna fotografica realizzata da Roberto Serra.

Gli organizzatori della mostra desiderano rivolgere un ringraziamento particolare a Butterfly Trasporti e Oasi Allestimento per il generoso supporto.

Per il prestito delle statue in cera di San Filippo Neri e di San Carlo Borromeo di Luigi Dardani, si ringrazia la Direzione Centrale degli Affari dei Culti e l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in qualità di soggetto proprietario.

La mostra è a ingresso gratuito.
Con il titolo di ingresso al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini si accede a tariffa ridotta alla sede espositiva del Museo di Palazzo Poggi.

Durante il periodo di proroga prosegue il programma delle visite guidate e delle attività laboratoriali, con ingresso gratuito:
sabato 18 marzo visita guidata ore 16
domenica 19 marzo laboratorio ore 16
domenica 2 aprile visita guidata ore 16
sabato 8 aprile visita guidata ore 16.

SCHEDA TECNICA

Mostra
Verità e illusioneFigure in cera del Settecento bolognese

A cura di
Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi, Irene Graziani

Comitato scientifico
Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Roberto Balzani, Ilaria Bianchi, Lucia Corrain, Irene Graziani, Antonella Mampieri

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica

In collaborazione con
Museo di Palazzo Poggi | Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Periodo
19 novembre 2022 – 10 aprile 2023 (prorogata dal 12 marzo 2023)

Sedi
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44, Bologna
Museo di Palazzo Poggi | Via Zamboni 33, Bologna

Orari di apertura
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15
Venerdì ore 14-18
Sabato, domenica, festivi ore 10-18.30
Chiuso lunedì non festivi

Museo di Palazzo Poggi
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 10-16
Sabato, domenica, festivi ore 10-18
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | gratuito
Museo di Palazzo Poggi | intero €  5 | ridotto €  3 (con il titolo di ingresso al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini si accede a tariffa ridotta alla sede espositiva di Palazzo Poggi)

Catalogo
Silvana Editoriale, Milano

Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
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TiKTok: @museiarteanticabologna
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Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni 33 | 40126 Bologna
Tel.+39 051 2099610
sma.museizamboni33@unibo.it
sma.unibo.it/museopoggi
Facebook: Museo di Palazzo Poggi – SMA Unibo
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YouTube: Sistema Museale di Ateneo – Università di Bologna

Settore Musei Civici Bologna
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Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
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Roma, S. Maria in Cappella: Festival Spiritualia – Come un fiume d’acque celesti – Mostra fotografica “Gli ospiti”

Festival Spiritualia 2023
Come un fiume d’acque celesti

A cura di Stefano Sabene e Massimiliano Floridi

Mostra fotografica “Gli ospiti”
di Federica Sarto e Sofia Iacobini

A cura di Patrizia Genovesi

Inaugurazione 12 marzo 2023 ore 19.30
S. Maria in Cappella – Fondazione Francesca Romana
Via Pietro Peretti 6 – Roma

Il 12 marzo 2023 alle ore 19.30 inaugura, all’interno di S. Maria in Cappella e nel salone-museo della Fondazione Francesca Romana, il progetto “Come un fiume d’acque celesti“: protagoniste questa volta saranno le storie raccontate dalla viva voce dei protagonisti nello stesso sito ove iniziò e che tuttora continua l’opera di S. Francesca Romana. Proprio in questa antichissima chiesa nel cuore di Trastevere, Francesca iniziò la sua opera volgendosi agli ultimi, i poveri, gli ammalati, alle persone ai margini della società, di cui nessuno si prendeva cura. Canonizzata nel 1608 da Paolo V con la bolla Caelestis aquae flumen (da qui il titolo), si vuole rendere omaggio a questa grande donna con una performance che mette al centro della scena, per una volta, proprio gli ultimi. Tramite le loro voci si entrerà nel vivo della carne piagata dalla solitudine, dalla malattia, dalla povertà. 

Il progetto si struttura in un momento performativo, a cura di Stefano Sabene e Massimiliano Floridi, nel quale la musica sarà per una volta lontana dal centro della scena, e, provenendo da diversi punti della chiesa, farà da contrappunto all’avvicendarsi dei racconti (musiche di autori vari dal ‘400 all’800 eseguite da Luigi Polsini viola da gamba, Stefano Sabene traversiere, Franco Todde chitarra romantica); e in un momento espositivo attraverso il progetto fotografico “Gli ospiti” di Federica Sarto e Sofia Iacobini a cura di Patrizia Genovesi.

“Le fotografe entrano in una casa di riposo dove incontrano ospiti anziani. Alcuni di loro hanno perso la capacità di proiettarsi nel futuro. La mente, che ha la potenza di prefigurare il possibile ed escogitare il modo per realizzarlo, nell’anziano non sempre riesce ad assolvere pienamente a questa funzione. È naturale, quando davanti hai una strada e non ti funzionano le gambe temi di non poterla percorrere e dunque ti siedi. Eppure qui gli ospiti hanno trovato un approdo, nuovi amici che li riconoscono, una panchina che abitano insieme ai loro ricordi. Svelano un sorriso, un atteggiamento scontroso, un fare bizzarro, il loro mondo reale si mischia ad un mondo immaginario nel quale le fotografe entrano in punta di piedi: non definiscono, non giudicano, ascoltano, raccontano, sono disponibili, silenziose, sensibili, vitali. In un luogo abitato dall’arte e dalla storia, vecchi e giovani, ospiti e volontari si accompagnano vicendevolmente in un pezzo di strada il cui senso si compone percorrendola. Così è la vita. Fuggiamo tutti da un lontano big bang alla stessa velocità, recuperando la memoria di quando, un tempo, eravamo lo stesso impulso vitale, uniti in un istante denso e senza tempo. Ci moltiplichiamo, ci espandiamo, il vecchio si sintetizza nel giovane, uomo, animale, pianta. Dove resta una fotografia permarrà un ricordo, e ancora prima lo specchio di chi si guarda in queste immagini per contare i segni del tempo e riscopre la sua vanità, la sua ritrosia, entrambe segno di un volerci ancora essere e significare, e difendere la propria identità che oggi sai di possedere anche se nessuno ti riflette più. Le fotografe sono entrate nella vita delle persone ritratte lievemente, con delicatezza e rispetto. Loro sanno di essere, insieme agli ospiti, l’istante vivo dell’universo.” (dal testo di Patrizia Genovesi)


INFO
 
Come un fiume d’acque celesti
Storie, immagini, musica sulle orme di S. Francesca Romana
Progetto a cura di Stefano Sabene e Massimiliano Floridi
Con la partecipazione degli anziani dell’Ospitale S. Francesca Romana
Mostra fotografica “Gli ospiti” di Sofia Iacobini, Federica Sarto a cura di Patrizia Genovesi
Conduce Massimiliano Floridi
Musiche di Autori Vari dal ‘400 all’800 eseguite da
Luigi Polsini, Viola da gamba
Stefano Sabene, Traversiere
Franco Todde, Chitarra romantica
Festival Spiritualia 2023
In viaggio da Krónos a Kairós
Concerti, mostre, performance sulla spiritualità
Direttore artistico: Stefano Sabene
Con la collaborazione di: Roma Opera Omnia, Fondazione Santa Francesca Romana, Festival del Tempo, Farmacia Longo e Easy Farma. Media Partner: Panzoo
 
25 febbraio – 31 marzo 2023
Sedi varie – Roma – Ingresso gratuito


Festival Spiritualia
Associazione Culturale Novartes
Viale Aldo Ballarin 16 – 00142 Roma
festival.spiritualia@gmail.com
stefano.sabene@gmail.com
+39 329 065 07 86
www.spiritualia.it
 
Ufficio stampa
Roberta Melasecca – Melasecca PressOffice / Interno14 next
roberta.melasecca@gmail.com – info@melaseccapressoffice.it
tel. 3494945612
www.melaseccapressoffice.it

TEFAF Maastricht 2023, inizia la Fiera più bella del mondo

OPERE DI GRANDE VALORE STORICO E CAPOLAVORI RISCOPERTI IN SCENA A TEFAF MAASTRICHT

TEFAF MAASTRICHT
11-19 marzo 2023

Paesi Bassi, MECC di Maastricht

L’edizione 2023 della Fiera di TEFAF (The European Fine Art Foundation) ritorna al MECC di Maastricht in grande stile grazie ai capolavori storici riscoperti, le opere d’arte senza eguali e gli oggetti da collezione di qualità museale proposti da un nutrito numero di espositori. TEFAF Maastricht 2023 avrà luogo dall’11 al 19 marzo, con Anteprima solo su invito nei giorni 9 e 10 marzo, dalle 11 alle 19.

Al fianco dei più importanti mercanti d’arte, TEFAF Maastricht darà il benvenuto a ben 10 gallerie emergenti all’interno della sua rinnovata ed espansa sezione Showcase, dedicata proprio ai giovani talenti del settore. I partecipanti di TEFAF Showcase 2023 sono Ambrose Naumann Fine Art (Stati Uniti), Ben Hunter (Regno Unito), Callisto Fine Arts (Regno Unito), Elliott Fine Art (Regno Unito), Frédérick Mouraux Gallery (Belgio), Galerie Maxime Flatry (Francia), Miriam Di Penta Fine Arts (Italia), Pingel Rare Books (Francia), Willoughby Gerrish (Regno Unito), Zebregs&Röell Fine Art and Antiques (Paesi Bassi).

La XXXVI edizione di TEFAF Maastricht offrirà inoltre ai visitatori una ricca e dinamica proposta di conferenze, eventi e tour: TEFAF Talks, TEFAF Meet the Experts, TEFAF Tours.

Sito web: www.tefaf.com/fairs/tefaf-maastricht

TEFAF

TEFAF è una fondazione no profit che sostiene l’esperienza e la varietà della comunità globale dell’arte, come dimostrano gli espositori selezionati per le sue due Fiere annuali di Maastricht e New York. TEFAF si pone come guida esperta per i collezionisti privati e istituzionali del mercato globale dell’arte, ispirando appassionati e compratori d’arte di tutto il mondo.

AXA XL

TEFAF e AXA XL, suo Partner Principale, condividono la stessa filosofia: nell’arte, c’è molto più di ciò che si vede.

AXA XL, divisione di AXA specializzata nella gestione dei rischi più complessi, fornisce prodotti e servizi assicurativi e di gestione del rischio ad aziende di varie dimensioni, da quelle medie fino alle grandi multinazionali, oltre a soluzioni di riassicurazione per le compagnie assicurative a livello globale. Collaboriamo con chi fa progredire il mondo. Per saperne di più: www.axaxl.com.

TEFAF MAASTRICHT

TEFAF Maastricht è ampiamente riconosciuta come la fiera d’arte, antiquariato e design più importante del mondo. Con oltre 280 espositori di spicco provenienti da più di 20 nazioni, TEFAF Maastricht è la vetrina delle opere d’arte più prestigiose disponibili ogni anno sul mercato. Oltre alle sezioni tradizionali come dipinti degli Antichi Maestri, antichità e opere classiche, che interessano circa metà della Fiera, propone ai visitatori anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielleria, design del XX secolo e opere su carta.


Uffici stampa TEFAF nel mondo:

GLOBAL                                                           
Magda Grigorian | press@tefaf.com

BELGIUM / LUXEMBOURG
UPR Agency | Charlotte@UPRagency.com

FRANCE / MONACO / SWITZERLAND
Gaëlle de Bernède | gaelledebernede@gmail.com

GERMANY / AUSTRIA / SWITZERLAND
Britta Fischer | bfpr@brittafischer-pr.com

ITALY
Studio Esseci | roberta@studioesseci.net

THE NETHERLANDS
Noepy Testa | noepy@entesta.nl
Heidi Vandamme | info@bureauheidivandamme.nl

SPAIN
Julián Hernández Miranda | julian.hdez58@gmail.com
Héctor San José | hectorsanjose@live.com

UK
Cultural Communications | tefaf@culturalcomms.co.uk

USA
Sharp Think | tefaf@sharpthink.com

LEAD PARTNER TEFAF MAASTRICHT 

Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica: Da oggi la nuova edizione della rassegna “#wunderkammer il museo delle meraviglie” 

Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica, Veduta della Sala 5
(Photo by Roberto Serra / Iguana)

#wunderkammer il museo delle meraviglie

11 marzo – 14 maggio 2023

Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34, Bologna
www.museibologna.it/musica

Si svolge dall’11 marzo al 14 maggio 2023 la nuova edizione primaverile di #wunderkammer il museo delle meraviglie, la rassegna di narrazioni musicali, visite guidate e concerti che tornano a far (ri)suonare i tesori segreti custoditi nello straordinario patrimonio documentario del Museo internazionale e biblioteca della musicadi Bologna. Dalle collezioni ri-Create dagli esperti di Athena Musica alle presentazioni musicali e agli incontri con gli autori sulle novità editoriali e discografiche fino all’appuntamento fondamentale della rassegna con i concerti di Insolita – la musica che non ti aspetti, in cui museo e biblioteca tornano a (ri)suonare. Infatti, tutti i programmi di concerto vengono selezionati in quanto legati a un manoscritto, un’edizione a stampa, una lettera, un dipinto appartenenti alle collezioni del museo.

E insolita è anche l’occasione per vederli “da molto vicino: attraverso i momenti dei ¼ d’ora accademici e delle incursioni in itinere gli esperti del museo mostreranno uno dei pezzi unici della collezione legato al programma del concerto che seguirà.
Il programma ha come filo conduttore il viaggio musicale attraverso le città che sono state le capitali della musica lungo i secoli: dalle cantate per le ninfe e le sirene di Napoli alla Milano di Federico Borromeo ai tempi della peste, dalla musica a Parigi alla corte del Re Sole agli spettacolari intrattenimenti nelle ville di Frascati, fino alle sperimentazioni nella Bologna del Seicento, per finire… dentro l’armadio di Padre Martini.

La novità di quest’anno è il ciclo Variazioni, ovvero le visite che non ti aspetti. Non più solo le classiche esperienze “frontali”: ogni variazione è concepita come una vera e propria traduzione del museo, attraverso l’uso e l’ibridazione di diversi linguaggi musicali e artistici. Un’immersione totale nelle collezioni (e nel caveau) in cui i percorsi tematici degli esperti del museo vengono reinterpretati da alcuni ospiti speciali, per raccontare un museo ogni volta diverso e sorprendente.

André Bouys, La Barre e altri musicisti, 1710, Olio su tela, cm 160 x 127
Londra, National Gallery

Programma

Sabato 11 marzo ore 17.00
Ri-Creazioni

Scintille di musica
con Vania Dal Maso
Scintille di mvsica di Giovanni Maria Lanfranco (1533) è il primo trattato musicale pubblicato nella universale italiana favella che affronta la teoria modale e la musica piana e mensurata, ma anche la realizzazione pratica della musica.
Entreremo in questo suggestivo mondo musicale assieme a Vania Dal Maso, che ricreerà sul monocordo alcune scintille, le brillanti dimostrazioni di Lanfranco sul contrappunto, sulla divisione della corda per ricavare le diverse note e sui modi di accordare i vari strumenti.

Sabato 18 e domenica 19 marzo ore 17.00
Ri-Creazioni
Musica e sogno. Ercole Bottrigari e il Somnium Scipionis
con Paolo Gozza
Sogno e musica sono affini?
In questo speciale incontro in due puntate indagheremo il rapporto tra mito, sogno e musica attraverso il manoscritto B44, scritto nel 1610 dall’umanista bolognese Ercole Bottrigari, che contiene la traduzione dei commenti di Macrobio e Plutarco sul Somnium Scipionis di Cicerone e sul Timeo di Platone. Tema comune a entrambi è quello della musica mundana, l’idea di un cosmo musicale oggetto di un sogno (Cicerone) o di un mito (Platone).

Sabato 25 marzo ore 17.30
Ri-Creazioni

Come nasce un Museo della musica?
con Lorenzo Bianconi
Qual è il filo rosso che lega l’immenso progetto enciclopedico di padre Martini all’odierno Museo della Musica? E quali le sfide per realizzare un’esposizione permanente di documenti così diversi tra loro e legati alla più immateriale e sfuggente delle arti?
Lorenzo Bianconi, uno dei “padri fondatori” del museo, ci porterà alla scoperta dell’origine delle collezioni, del progetto museale e della concezione dell’allestimento, per condurci infine in una speciale visita guidata ad alcune sale di particolare interesse.

Venerdì 7 aprile ore 17.30
Insolita – la musica che non ti aspetti
Paganini e Livorno
presentazione musicale del volume di Massimo Signorini (Sillabe, 2022)
con la partecipazione di Michele Greci (chitarra)
Il volume di Massimo Signorini Paganini e… Livorno ha indagato le presenze, le accademie musicali e il singolare rapporto di Niccolò Paganini con la città di Livorno.In particolare, l’obiettivo è stato quello di contribuire alla verità storica sulla tradizione che vede proprio nella città labronica il luogo in cui egli ha ricevuto in dono il Cannone (il suo celebre violino) da parte di un misterioso personaggio che, al termine di un’ampia ricerca negli archivi e nelle biblioteche livornesi, stato finalmente identificato.

Sabato 15 aprile ore 17.30
Insolita – la musica che non ti aspetti
Tra Napoli e Parigi, Storie di una migrazione libraria
presentazione del volume di Giulia Giovani (LIM, 2021)
con la partecipazione di Rosa Cafiero
Scopriremo un affascinante capitolo di storia musicale intrecciato a doppio filo con le campagne di sottrazione di opere d’arte in Italia in età napoleonica. Il tutto attraverso l’avvincente racconto della vera e propria indagine condotta da Giulia Giovani analizzando documenti, partiture e carteggi – in larga parte inediti – degli emissari napoleonici, per (in)seguire le carte che “migrarono” dal Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli verso il Conservatorio di Parigi (non a caso nati negli stessi anni).

Domenica 16 aprile ore 17.30
Insolita – la musica che non ti aspetti
Praeconium solitudinis

presentazione del doppio CD + mediabook (NovAntiqua Records, 2023) con Enrico Gatti (violino) e Silvia Camporesi
Præconium Solitudinis è il concept album a cui Enrico Gatti ha lavorato per ben 40 anni. Ispirato dal motto del subcomandante Marcos Caminando-Preguntando (da lui associato alla composizione simbolo del progetto, la passacaglia Il cammino del pellegrino di Biber), il grande violinista racconta il proprio viaggio artistico e umano in quasi due ore di musica (da Bach a Bassano, da Tartini a Purcell) e cinquanta testi di poeti, scrittori e filosofi, in continuo dialogo con le immagini potenti e poetiche della fotografa Silvia Camporesi.

Sabato 22 aprile ore 17.30
Insolita – la musica che non ti aspetti

Madrigali sopra le Ville di Frascati
concerto di RossoPorpora Ensemble
Cristina Fanelli e Arianna Miceli (canti), Elisabetta Vuocolo (alto), Massimo Altieri e Giacomo Schiavo (tenori), Walter Testolin (basso e direzione), Dario Carpanese (clavicembalo)
Nel ‘600 le dimore signorili costruite durante i pontificati di Paolo III Farnese e Paolo V resero Frascati il luogo di villeggiatura per eccellenza di cardinali e nobili famiglie romane.Nel 1609 vengono pubblicati i Sonetti novi di Fabio Petrozzi sopra le Ville di Frascati, raccolta madrigalistica messa in musica da diversi eccellentissimi musici e dedicata proprio alle ville. Rinvenuta presso la biblioteca del museo, verrà offerta al pubblico nella prima, superba interpretazione in tempi moderni dal RossoPorpora Ensemble, diretto da Walter Testolin.

Domenica 23 aprile ore 17.30
Insolita – la musica che non ti aspetti

L’inferno degli amanti

presentazione del CD (NovAntiqua Records, 2023)
concerto di Gabriele Lombardi (baritono), Thomas Chigioni (violoncello), Elisa La Marca (tiorba), Michele Vannelli (clavicembalo)
Novantiqua presenta una raccolta di rarissime cantate per basso e basso continuo del ‘600 bolognese, periodo nel quale la città fu il fulcro europeo dello sviluppo della musica cantata e strumentale. Riascolteremo le composizioni di Colonna, Ariosti, Pistocchi e Perti (in gran parte provenienti dal ms. DD.51 conservato in museo) grazie alla voce straordinaria di Gabriele Lombardi, in parallelo con l’interpretazione di Thomas Chigioni della Sonata per violoncello solo di Gabrielli, apice della sperimentazione barocca delle nuove forme per questo strumento.

Sabato 29 aprile ore 17.30 [ore 17.15 ¼ ora accademico]
Insolita – la musica che non ti aspetti

Partenope eterna. Cantate napoletane per ninfe e sirene

concerto di Talenti Vulcanici
Naomi Rivieccio (soprano), Marcello Scandelli (violoncello), Rafael Arjona (liuto e chitarra), Federico Bagnasco (contrabbasso), Stefano Demicheli (clavicembalo e direzione)
L’ensemble Talenti Vulcanici, spin-off della Fondazione Pietà de’ Turchini vincitore del XXXIX Premio della critica musicale “Franco Abbiati”, presenta il nuovo progetto dedicato a Napoli, la città musicalissima per eccellenza nell’immaginario tra ‘600 e ‘700, grazie allo sviluppo del dramma per musica e del repertorio cantatistico.
Quest’ultimo assunse un ruolo preminente negli esigenti circuiti privati, affollati di dilettanti virtuosi e artisti mercenari chiamati ad allietare conversazioni e trattenimenti.
Per questo, da Mancini a Supriani, da Scarlatti (Alessandro) a Scarlatti (Domenico), non vi fu compositore che non annoverasse nel proprio catalogo un cospicuo numero di cantate dedicate a protettori munifici e potenti. E tra i tipici temi napoletani, uno dei più affascinanti è quello delle sirene che affollano le  acque della città, in cui le atmosfere marine evocate dai testi venivano sfumate nelle varie pulsioni umane, in un sofisticato gioco di “affetti” e “sorprese” declinati secondo percorsi sonori di grande incanto capaci di scuotere le menti degli ascoltatori.

Sabato 6 maggio ore 17.30 [ore 17.15 ¼ ora accademico]
Insolita – la musica che non ti aspetti
Passaggi, sospiri e canzoniLa musica a Milano al tempo di Federico Borromeo
concerto di La stagione armonica
Lucia Cortese (soprano), Gregorio Carraro, Sergio Balestracci, Paolo Faldi, Arrigo Pietrobon (concerto di flauti)
La rinascita etica e culturale di Milano ebbe inizio con la pace di Cateau-Cambrésis del 1559 (che ne sancì il passaggio alla Spagna) ma raggiunse l’apice con la nomina a vescovo di San Carlo Borromeo prima e, dal 1595, del suo successore, il cugino Federico, che ne proseguì il rinnovamento portando avanti la riforma del culto secondo i principi del Concilio di Trento, ponendo particolare attenzione alla cultura e alle arti.
Fu infatti Federico a fondare sia la Biblioteca Ambrosiana che il primo nucleo dell’odierna Pinacoteca Ambrosiana.
Ma anche la cultura musicale diede un contributo fondamentale al clima di generale rinascita delle arti, da un lato con gli organisti delle numerose chiese cittadine che, a cavallo tra ‘500 e ‘600, diedero vita a straordinarie raccolte di musica sacra, mentre nei palazzi della nobiltà nascevano le cosiddette accademie asilo de’ virtuosi, ritrovi di eccezionali musicisti che avremo la possibilità di riscoprire grazie alla voce magnetica di Lucia Cortese e al quartetto di flauti La stagione armonica diretto da Sergio Balestracci.

Mercoledì 10 maggio ore 18.00
Variazioni – le visite che non ti aspetti

Singolari ammirazioni. Storie di ossessioni musicali

visita letta da archiviozeta
con Enrico Tabellini e Marco Pedrazzi (pianoforte)
La prima variazione alternerà alla visita guidata le letture di storie di ossessioni musicali, interpretate da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni di archiviozeta.
Dalla singolare (e contraccambiata) ammirazione di Padre Martini per Mozart al turbolento rapporto dell’erudito francescano con Tartini, dalla feroce disputa tra Spataro e Gaffurio per un libro rovinato per finire con il capolavoro definitivo sull’ossessione in musica a 40 anni dalla pubblicazione: Il Soccombente di Thomas Bernhard.

Giovedì 11 maggio
visite al museo (1h 15′): ore 16.15 / 17.45 / 19.15
visite al caveau (30′ – max 10 partecipanti a turno): ore 17.00 / 17.45 / 18.30 / 19.15 / 20.00
ariazioni – le visite che non ti aspetti

Musica in cassaforte. Visite “fuoriorario” al museo e al caveau della biblioteca

Come da tradizione, nel giorno del compleanno, il museo rimarrà aperto fino alle 20.30, con le visite fuori orario alle collezioni e con le speciali visite “nascoste” al caveau della biblioteca, aperto al pubblico solo in questa occasione.

Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica, Veduta del caveau nella biblioteca (Photo by Roberto Serra / Iguana)

Venerdì 12 maggio ore 18.00 [ore 17.00 in itinere]
Insolita – la musica che non ti aspetti

Alla corte del Re Sole

concerto di Ensemble Didone Abbandonata
Giulio de Felice (flauto traverso), Angelo Lombardo (viola da gamba), Nina Przewozniak (violino barocco), Matteo Cotti (clavicembalo), Francesco Olivero (tiorba e chitarra barocca)
Il programma di Didone Abbandonata, ensemble torinese specializzato nel repertorio rinascimentale e preclassico, celebra la figura di François Couperin e dei grandi musicisti della corte di Luigi XIV, la cui arte sublime fu riscoperta nel XX secolo grazie ad alcune rare edizioni del ‘700 che visioneremo nelle sale del museo nell’anteprima in itinere.
Ci immergeremo dunque nelle atmosfere lussureggianti e solenni della corte francese: dalle melodie danzanti di Jean Baptiste Lully alle splendide armonie per viola da gamba del celebre Marin Marais, per concludere con Couperin, di cui ascolteremo alcune tra le opere più significative: la Piémontaise (trio sonata probabilmente dedicata ad una nobile di origine sabauda), il secondo Concert Royal, ma soprattutto la maestosa Le Parnasse ou l’Apothéose de Corelli, racconto fantastico in cui, ricalcando in pieno lo stile delle Metamorfosi di Ovidio, si immagina il grande violinista vagare per i sentieri del monte Parnaso.

Sabato 13 maggio ore 17.30 [ore 16.30 in itinere]
Insolita – la musica che non ti aspetti

Improvvisazioni dall’armadio

concerto di Anna Fusek (flauto dolce e violino), Gianluca Geremia (tiorba e liuto), Mario Sollazzo (clavicembalo)
Gli eclettici interpreti protagonisti dell’ultimo concerto di #wunderkammer il museo delle meraviglie hanno appositamente creato questo ensemble per realizzare un programma visionario e imperdibile incentrato sull’arte dell’improvvisazione e della diminuzione… il tutto partendo dai tesori – poco noti e spesso mai eseguiti in tempi moderni – contenuti nell’armadio della biblioteca di Padre Martini.
Proprio questo infatti è stato il loro bizzarro spunto iniziale: un incontro fantastico che Fusek, Geremia e Sollazzo hanno immaginato di avere quasi per caso nello studium di Padre Martini, per passare una sera insieme al grande francescano scartabellando tra le antiche stampe e i manoscritti della sua preziosissima collezione alla ricerca di musiche diverse e varie per epoca e stile, spaziando dalla fine del Cinquecento alla metà del Settecento.
E nella minivisita in itinere pre-concerto, chissà che proprio davanti ai celebri Sportelli di libreria musicale di Giuseppe Maria Crespi, non riusciranno a realizzare il loro grande sogno.

Domenica 14 maggio ore 11.00
Variazioni – le visite che non ti aspetti

Il museo (ri)suona. Visita sonata in museo

con Domenico Cerasani (liuto e chitarra barocca), Erica Scherl (viella e violino barocco), Paolo Faldi (oboi e flauti barocchi)
La prima edizione di Variazioni termina con una delle esperienze più particolari: la cosiddetta visita sonata, il percorso guidato adatto a grandi e bambini, in cui tre musicisti professionisti vi sveleranno i segreti della collezione di strumenti musicali del museo.Dalla viella al violino, dai liuti alla chitarra barocca, dalla famiglia di flauti a becco all’oboe barocco: strumenti a fiato e a corda da vedere e ascoltare direttamente nelle sale in cui sono esposti.

Domenica 26 marzo, domenica 23 aprile e domenica 28 maggio
dalle ore 11.00 alle 13.30 e dalle ore 15.00 alle 18.30
Musica da vedere
S
copri il Museo della Musica con i nostri esperti
Mozart sbagliava i compiti?
La tastiera perfetta è insuonabile?
Wagner era bolognese?
Nell’orchestra di Respighi c’era un giradischi?
Non lo sapete?
Da non perdere gli appuntamenti domenicali di Musica da vedere, le speciali visite “a rilascio prolungato” in cui, dalle ore 11.00 alle 13.30 e dalle ore 15.00 alle 18.30, troverete in museo un esperto a vostra disposizione per rispondere a queste e a tutte le altre domande sul museo, per un percorso guidato (ma non troppo…) attraverso sei secoli di storia della musica.
Tutti gli appuntamenti con l’esperto di Musica da vedere sono compresi nel biglietto di ingresso al museo.



Biglietti
Concerti 
Insolita – la musica che non ti aspetti (22, 23, 29 aprile | 6, 12, 13 maggio): € 12 | € 8 (studenti universitari con tesserino, over 65 anni, possessori Card Cultura)
¼  d’ora accademici e minivisite in itinere: ingresso con biglietto concerto fino a esaurimento posti disponibili.
Visite guidate 
Variazioni – le visite che non ti aspetti (10, 11, 14 maggio):
 € 4 + biglietto ingresso museo
Tutti gli altri eventi sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Prenotazioni

È possibile acquistare i biglietti in prevendita:
– presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
– on line (con una maggiorazione di € 1) sul sito 
www.midaticket.it
I biglietti non sono rimborsabili.
Per gli aventi diritto, sarà possibile utilizzare i voucher degli eventi annullati telefonando alla biglietteria del museo negli orari di apertura.

Informazioni
Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/musica
Facebook: Museo internazionale e biblioteca della musica
YouTube: MuseoMusicaBologna

Orari di apertura

martedì, mercoledì, giovedì h 11.00-13.30 / 14.30-18.30
venerdì h 10.00-13.30 / 14.30-19.00
sabato, domenica, festivi h 10.00-19.00
lunedì chiuso

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Firenze: Proroga fino al 7 maggio la grande mostra “ESCHER” – Dalla sua apertura è stata visitata da oltre 100mila visitatori

Una immagine dell’allestimento della mostra “Escher” – Giorgio Magini fotografo Escher – Anteprime

Firenze, Museo degli Innocenti

LA MOSTRA “ESCHER”
PROROGA FINO AL 7 MAGGIO

A Firenze la mostra record d’incassi dedicata a “ESCHER”
è ospitata in una sede espositiva unica, negli spazi dello storico Museo degli Innocenti che, grazie alla collaborazione con Arthemisia, è diventato un punto di riferimento del capoluogo toscano come luogo di grandi mostre d’arte.

Dalla sua apertura lo scorso 20 ottobre, sono oltre 100mila le presenze registrate alla grande mostra Escher presso il Museo degli Innocenti di Firenze.

Una mostra che conferma il grandissimo e sempre crescente successo di Escher tra il vasto pubblico tanto da essere uno degli artisti più amati in tutto il mondo.

E, in via eccezionale e viste le numerosissime prenotazioni, Arthemisia e il Museo degli Innocenti hanno deciso di prorogare la mostra fino al prossimo 7 maggio per estendere a tutti la possibilità di poter entrare nel mondo del genio olandese e – attraverso le sue circa 200 opere e i lavori più rappresentativi – conoscerne la vita, i viaggi, le ispirazioni e le opere più iconiche.

Con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher FoundationMaurits e In Your Event, ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.

La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, partner Mercato CentraleBarberino Designer Outlet e Unicoop Firenze, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner QN La Nazione, radio partner Radio Monte Carlo, educational partner Laba e media coverage by Sky Arte.

Il catalogo è edito da Maurits.


Escher matrice per matrice

Estratto dal testo in catalogo a cura di Salvatore Iaquinta

Escher era un grafico. Nel mondo di oggi molti di noi pensano che un grafico sia qualcuno che si occupa di grafica computerizzata, ma qualche decina di anni fa con la parola “grafico” ci si riferiva a un artista che realizza stampe, un incisore. Persino il termine “stampa” oggigiorno ha un significato diverso. Pensiamo a qualcosa che esce dalla stampante del computer in forma di copia – una cosa completamente priva di originalità. Una stampa di Escher, invece, è un lavoro originale su carta stampato con una matrice che l’artista intagliava a mano. Sebbene già la matrice sia di fatto una scultura, la stampa, creata trasferendo l’immagine dalla matrice inchiostrata su carta, è l’opera d’arte vera e propria. Ciò consente di stampare più opere originali con una singola matrice.

La raccolta di lavori grafici di Escher è composta complessivamente da circa 450 stampe diverse, alcune delle quali sono state tirate in centinaia di copie, mentre di altre ne esistono solo pochi esemplari. Escher usava quasi esclusivamente 6 diverse tecniche di incisione: le incisioni su linoleum (o linoleografia), le xilografie, le xilografie di testa, le acqueforti, le mezzetinte e le litografie. Ognuna ha le sue particolari sfumature che la differenziano dalle altre sia in termini di complessità sia per quanto riguarda l’aspetto finale dell’opera d’arte.

INCISIONI SU LINOLEUM, XILOGRAFIE E XILOGRAFIE DI TESTA

Le incisioni su linoleum, le xilografie e le xilografie di testa sono tutte stampe realizzate con la tecnica dell’incisione in rilievo su matrice in legno o altro materiale. I tre componenti di base per un’incisione sono: una matrice con un’immagine intagliata in rilievo, l’inchiostro e il materiale su cui stampare. Le prime stampe xilografiche risalgano alla Dinastia Han, intorno al 200 d.C. Le immagini incise sulle matrici venivano originariamente stampate su stoffa e solo più tardi su carta.

L’immagine non doveva solo essere incisa sulla matrice ma doveva anche essere speculare rispetto alla stampa finale. Ciò significa che Escher doveva immaginarsi il disegno al contrario e incidere tutte le lettere e i numeri (in particolare il suo monogramma e la data) al contrario altrimenti la stampa finale sarebbe stata difettosa. Escher doveva fare attenzione anche alla struttura delle opere in cui non erano presenti lettere e numeri. La costellazione di Orione, visibile nel cielo notturno di La cattedrale sommersa, è per esempio nella sua giusta disposizione. L’osservatore “legge” un’opera da sinistra a destra e una litografi a come Galleria di stampe non procederebbe in modo così naturale se l’immagine non fosse speculare.

La carriera di Escher come incisore iniziò all’età di 17 anni, quando fece la sua prima incisione su linoleum nel 1916, un ritratto di suo padre. Un’incisione su linoleum viene realizzata stendendo uno strato liscio e morbido di linoleum che aderisce alla superficie della matrice in legno. Incidendo la superficie con un coltello o una sgorbia a V, Escher rimuoveva dal linoleum le parti che, una volta stampata l’immagine, voleva rimanessero bianche o incolori.

Usando questa tecnica, lo strato di linoleum diventa una specie di grande timbro a inchiostro, poiché le parti non rimosse sono in rilievo sulla superficie della matrice. Escher distribuiva l’inchiostro sulla matrice di linoleum con un rullo a mano, una specie di mattarello che ricopre la superficie. In seguito distendeva un foglio di carta sulla matrice esercitando una forte pressione per trasferire l’inchiostro sulla carta. Spesso i grafici usavano dei torchi, ma Escher stampava solitamente a mano usando un rullo per applicare pressione sulle opere più grandi. Altre volte preferiva usare un cucchiaio d’avorio. La parte convessa dello strumento era

molto dura e liscia con una piccola superficie. Molte opere recano l’annotazione “eigen druk” che, grosso modo, si traduce come “propria pressione [della mano].”

Stampare una matrice con tante aree bianche e in leggero rilievo è più facile che stamparne una con aree (solitamente nere) spesse o in maggiore rilievo. Le grandi aree nere dell’opera Drago dovevano essere passate più e più volte con il cucchiaino di legno per assicurarsi che ogni singolo millimetro quadrato di inchiostro nero fosse trasferito su carta. Queste stampe sono ricche e lisce. Le stampe di Escher non sono quasi mai troppo o troppo poco inchiostrate (C’è da chiedersi se il suo cestino fosse pieno di stampe che non riteneva perfette). Attraverso i miei stessi tentativi di fare delle stampe xilografiche, ho imparato che una stampa aderirà alla matrice inchiostrata solo quel tanto da poterne ancora sollevare una metà per controllare la qualità di stampa. Si può aggiungere dell’inchiostro sulla parte scoperta della matrice, dove necessario, per poi rimetterci sopra la carta. Hans de Rijk, un amico di Escher, ha confermato che l’artista olandese ha seguito questa procedura per la xilografia Drago.

Solitamente Escher stampava su una carta sottile fatto a mano, tipo Japon. Il Japon è, nonostante il nome, un tipo di carta olandese molto sottile. Rispetto ai tipi di carta più spessi, quelli sottili assorbono inchiostro senza bisogno di applicare una forte pressione. Per prima cosa Escher inumidiva la carta per ammorbidire le fibre. Questo processo fa sì che la carta assorba meglio l’inchiostro. Al contrario della carta asciutta, la carta umida richiede molto meno inchiostro e meno pressione per trasferirlo dalla matrice alla carta.

Una singola matrice può stampare solo con un colore, quindi, per ogni stampa che includa un secondo colore, ci vuole una seconda matrice. Superficie increspata è una stampa a due matrici. L’acqua che si vede sullo sfondo è stata stampata con una matrice di linoleum, mentre gli alberi riflessi sull’acqua sono stati stampati con la tecnica xilografica. Ovviamente la stampa a più matrici richiede una tecnica di allineamento delle immagini per ottenere un risultato perfetto. Se ci si sbagliasse anche solo di un millimetro, si creerebbero degli spazi bianchi. A seconda della complessità del lavoro, Escher faceva dei segni con la matita o dei buchi con degli spilli che servivano come punti di riferimento. Ce n’è uno al centro della xilografia Limite del cerchio IV.

Le xilografie e le xilografie di testa sono intagliate e stampate con la stessa tecnica dell’incisione su linoleum. Il legno è più duro, spesso e resistente del linoleum. Le xilografie vengono fatte su legno di filo, ottenute intagliando il legno nel senso della fibra con sgorbie e scalpelli. La prima stampa xilografica commerciale di Escher fu San Francesco che predica agli uccelli. Questa stampa è la dimostrazione delle dimensioni e dei dettagli che possono essere raggiunti con una xilografia. Tra l’altro gli strani uccelli che ornano la stampa sono un omaggio di Escher al suo insegnante di arte Samuel Jessurun de Mesquita, un celebre artista olandese di grande talento. Gli uccelli erano infatti un motivo ricorrente delle sue xilografie.

La visita allo studio dello xilografo Fokko Mees nel 1931 inspirò Escher a provare a fare delle xilografie su legno di testa, ottenuto tagliando il legno in modo perpendicolare. Una xilografia di testa è simile a una xilografia, ma si usano strumenti più fini per incidere il legno di testa. Questo tipo di legno uniformemente compatto consente di inserire maggiori dettagli: Escher poteva intagliare linee molto sottili in qualsiasi direzione della matrice. Il legno di filo è facile da intagliare lungo la venatura, ma l’incisione trasversale risulta più complicata e, di conseguenza, è più difficile ottenere e mantenere la stessa precisione nei dettagli. Le matrici di legno di testa sono assemblate come i ceppi da macellaio o i taglieri. Queste matrici erano più costose rispetto a quelle di legno di filo e nel tempo, purtroppo, anche più soggetti a spaccature. Le matrici di legno di testa vengono intagliate con un tipo di scalpello chiamato bulino. I bulini sono strumenti dalla punta affilata che, quando vengono passati sulla superficie delle matrici di legno, sollevano un sottile ricciolo di legno.

L’Interno di San Pietro è una xilografia di testa realizzata con molti dettagli tecnici e una precisione che nelle xilografie non è possibile ottenere. Sfortunatamente nel corso degli anni la matrice si è spaccata e in molte delle stampe esistenti è visibile una spaccatura orizzontale all’altezza della parte superiore sinistra della stampa.

L’opera Limite del cerchio IV è una meravigliosa dimostrazione di risparmio ed efficienza. Si tratta di una stampa a due matrici (una xilografia in nero e ocra). Piuttosto che acquistare due grandi matrici, Escher usò dei pezzi di legno che erano un terzo della grandezza del lavoro finale. L’opera richiese in tutto ben sei stampe! Le sue iniziali sono state coperte con l’inchiostro in due punti. Le matrici non sono rettangolari, ma

hanno una forma simile all’area finale stampata. Più piccole erano le matrici, più era semplice per Escher allinearle per creare le stampe.

Con la stampa Vortici Escher ruppe con la xilografia tradizionale. Realizzò questa intricata xilografia a tre colori usando solo due matrici. L’artista usò la stessa matrice per stampare sia il pesce rosso che quello grigio, ruotando semplicemente la matrice di 180 gradi. Le parti in nero sono invece state stampate due volte con una matrice grande come la metà inferiore dell’opera finale.

LE LITOGRAFIE

La parola litografia deriva al greco lìthos, “pietra” e gràphein, “scrivere”. Nel 1796 Alois Senefelder, un attore e drammaturgo tedesco, mise a punto un metodo per stampare più copie di un’immagine incisa su una superficie di pietra. Sebbene la litografia sia un tipo di stampa a matrice, questa non viene né scavata né incisa. La litografia sfrutta le proprietà chimiche dell’olio e dell’acqua, più specificamente il fatto che non si mescolino. Solitamente per le litografie vengono usate delle matrici di pietra calcarea molto lisce e spesse. Prima di applicare un qualsiasi materiale sulla pietra, Escher creava inizialmente un disegno, quindi usava della carta da ricalco per trasferire i contorni dell’immagine ottenuta sulla matrice. In seguito, con una matita nera litografica (o grassa cioè composta da sostanze grasse) disegnava l’immagine (speculare della stampa finale) sulla pietra.

Come per un disegno a matita, Escher poteva sfumare l’immagine creando tonalità e profondità non ottenibili con le stampe xilografiche. Barbarano Cimino è la dimostrazione dell’accuratezza dei dettagli e della profondità di campo che possono essere raggiunte con questa tecnica. Le colline grigie e il cielo nello sfondo fanno da forte contrasto alle pareti rocciose più scure in primo piano. Escher tentò in seguito di realizzare alcune xilografie di testa che assomigliassero a litografie.

La xilografia Interno di San Pietro contiene in effetti delle leggere sfumature di grigio, solamente perché Escher, usando strumenti estremamente fini, riuscì a disegnare dei piccoli quadrati bianchi e neri così vicini da ingannare l’occhio, specialmente per le tonalità di grigio delle piastrelle del pavimento. Disegnare l’immagine sulla pietra era la parte più divertente. Poiché il processo di stampa litografica è un’arte tanto quanto la creazione dell’immagine, Escher ingaggiò un litografo che realizzasse le stampe partendo dalle sue pietre. La prima cosa che il litografo fa è “incidere” la pietra. Si tratta di un processo chimico, cioè non meccanico. Sulla superficie della matrice di pietra viene applicata una soluzione acida che corrode leggermente la superficie liscia della pietra. Le aree che erano state disegnate con la matita grassa rimangono inalterate, poiché, essendo oleose, respingono la soluzione acquosa dell’acido. Le aree incise sono inoltre trattate con una soluzione di gomma arabica. La gomma arabica è idrofila (capace di legarsi con l’acqua e di trattenerla), quindi, quando viene applicato uno strato sottile d’acqua sulla pietra, l’acqua si deposita sulle aree incise, mentre viene respinta dalle aree grasse. Successivamente sulla matrice viene applicato con un rullo uno strato sottile di inchiostro a base d’olio. L’inchiostro si depositerà solo sul disegno oleoso, mentre verrà respinto dove c’è acqua. Come ultima cosa, viene steso un foglio di carta sulla matrice. Insieme vengono passati attraverso un torchio manuale, trasferendo così l’inchiostro sulla carta.

Le litografie possono essere riprodotte in grande scala. Escher usò solo poche pietre litografiche – quando morì nel 1972, nel suo studio ne sono state trovate solo dieci. Una volta terminato il lavoro, l’artista puliva spesso la pietra per poi levigarne la superficie di un millimetro. In tal modo rimuoveva tutti i residui dei pastelli a olio e della gomma arabica per fare “tabula rasa” per un nuovo lavoro. La levigatura rendeva impossibile ristampare l’immagine raffigurata. Per questo motivo molte delle sue litografie esistono solo in edizioni limitate come Natura morta con specchio sferico, tirata in soli 10 esemplari.

È quasi ironico che alcuni dei suoi lavori più rari siano stati creati con un processo inventato per la produzione di massa. Nemmeno le ultime dieci pietre litografiche possono essere riusate per la stampa. Le pietre, insieme alle matrici in legno, le lastre a mezzatinta e le matrici di linoleum sono state quasi tutte “invalidate” dopo la morte di Escher secondo le sue disposizioni. Qualsiasi stampa postuma presenterebbe gravi difetti.


Ufficio StampaArthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna ospita la prima proiezione in città del docufilm “Motor Valley” di Stefano Ferrari

Motor Valley
Regia di Stefano Ferrari

Prima bolognese del docufilm dedicato all’Emilia-Romagna, terra di motori
Sabato 11 marzo 2023 ore 17.00

Museo del Patrimonio Industriale | Via della Beverara 123, Bologna

Prenotazione obbligatoria: museopat@comune.bologna.it, tel. 051 6356611.

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna è lieto di ospitare la prima proiezione in città di Motor Valley, il primo docufilm ufficiale sulla storia del distretto industriale situato in Emilia-Romagna, noto a livello mondiale per essere il luogo dove sono nate ed hanno tuttora sede alcune delle industrie automobilistiche e motociclistiche più importanti del mondo.

La presentazione si terrà sabato 11 marzo alle ore 17.00 alla presenza del regista Stefano Ferrari.
L’ingresso è gratuito, fino a esaurimento posti disponibili.

Ferruccio Lamborghini

Promosso da Regione Emilia Romagna e Apt Servizi Emilia Romagna, il film racconta in un affresco corale la storia di luoghi, personaggi e imprese che sono diventati leggendari. Spiega Stefano Ferrari, il giornalista che ha realizzato il reportage: «Abbiamo realizzato il primo docufilm ufficiale sulla storia della Motor Valley. Grazie al contributo di quasi quaranta protagonisti, siamo stati in grado di raccontare cento anni di storia della valle dei motori, cioè di quella striscia lunga cento miglia nella quale sono sorti e continuano a conquistare trionfi, sportivi, commerciali e di alta qualità, alcuni fra i più grandi marchi di automobili e di motociclette del mondo. Grazie alla collaborazione con enti pubblici quali la Regione Emilia Romagna e grazie al contributo di aziende private, al termine di un lavoro durato otto mesi fra ricerca, documentazione, interviste e montaggio, la nostra produzione coordinata da CineFrame è stata in grado di raccontare per la prima volta nella storia perché la Motor Valley, composta da sedicimila aziende dell’indotto e centinaia di migliaia di ingegneri, tecnici, addetti, operai specializzati ed artigiani, sia proprio qui in questa fetta d’Italia e non altrove, in un contesto speciale dove trionfano, insieme, opere d’arte, grande gastronomia e paesaggi fantastici. Abbiamo voluto raccontare perché i conto terzisti emiliano-romagnoli siano i referenti esclusivi delle case automobilistiche più importanti a livello mondiale, perché il know how sia qui e non altrove. E poi c’è lo spirito agonistico, il cronometro come riferimento, la bellezza e la velocità che si fondono insieme, le vittorie, i traguardi, i trofei, i drammi, le tragedie. I partner sono stati di livello assoluto: Formula One GroupFerrari SpaMaserati SpaGruppo LamborghiniDallaraDucatiPaganiAlpha TauriAutodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, sono solo alcuni degli interlocutori che ci hanno accolto e offerto sostegno, materiale, interviste e disponibilità. Le numerose interviste sono montate ad arte per argomenti e non per monografie, le voci sono quelle dei protagonisti: Stefano Domenicali, Piero Ferrari, Gianpaolo Dallara, Horacio Pagani, Tonino Lamborghini, Giancarlo Minardi, Claudio Costa, Pierluigi Martini, Stephan Winkelmann, Pino Allievi, Antonio Giacobazzi, il campione del Mondo di F1 Jody Scheckter, Claudio Domenicali di Ducati, il direttore del Circuito di Imola Pietro Benvenuti, il Ceo di Ares Dany Bahar, il team principal dell’Alpha Tauri Franz Tost».

Stefano Domenicali

Il film ha la durata di circa 70 minuti ed è in lingua italiana con sottotitoli in lingua inglese.
La regia è di Stefano Ferrari, il soggetto e la sceneggiatura di Miria Burani, la produzione di Miriste A.P.S., la realizzazione di CineFrame Video Production, le musiche originali di Stefano “Cisco” Bellotti.

Il Museo del Patrimonio Industriale si presta come sede naturale per la prima presentazione del progetto a Bologna. L’istituzione votata allo studio, alla documentazione e alla divulgazione della storia economico-industriale della città e del suo territorio da oltre due decenni è infatti impegnata nella valorizzazione della storia produttiva legata al distretto meccanico della motoristica e dell’automazione. Ne è testimonianza più attuale la mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970apertafino al 28 maggio 2023 che, attraverso l’esposizione di circa trenta motociclette realizzate dalle più importanti case produttrici bolognesi, ricostruisce i primi cinquant’anni di motociclismo in città.

Piero Ferrari

Collocato nella suggestiva sede di una fornace da laterizi del XIX secolo, il museo studia e racconta la storia economico produttiva di Bologna e del suo territorio dal tardo Medioevo ai giorni nostri. Il percorso espositivo si apre con la ricostruzione dell’organizzazione produttiva dell’antica “Città dell’acqua e della seta” che, tra i secoli XV e XVIII, ha visto esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale.
Questa supremazia produttiva entra in crisi alla fine del secolo XVIII quando la Rivoluzione Industriale costringe ad aggiornare saperi e organizzazione del lavoro. La città è costretta a riprogettare il proprio futuro, puntando sulla formazione tecnica come elemento strategico di rinnovamento: nel corso del XIX secolo si afferma, così, l’Istituto Tecnico Aldini Valeriani. Da questa scelta, oltre che dall’esistenza di fattori economici, organizzativi, logistici e amministrativi favorevoli, scaturisce la ripresa produttiva della città nella seconda metà dell’Ottocento che porterà un secolo dopo all’affermazione dell’attuale distretto industriale.
Bologna si configura oggi come una vera e propria capitale dell’industria meccanica ed elettromeccanica. La ricchezza e la complessità del distretto viene ricostruita attraverso le sue principali articolazioni produttive: le macchine da pasta, la motoristica e l’automazione meccanica, settore, quest’ultimo, nel quale la città compete a livello mondiale.



Informazioni
Museo del Patrimonio Industriale
Via della Beverara 123 | 40131 Bologna
Tel. +39 051 6356611 | Fax +39 051 6346053
museopat@comune.bologna.it
www.museibologna.it/patrimonioindustriale
Facebook: Museo del Patrimonio Industriale
Instagram: @museopat
YouTube: Museo del Patrimonio Industriale  

Proiezione
Sabato 11 marzo 2023 ore 17.00

Ingresso
Gratuito, fino a esaurimento posti disponibili
Prenotazione obbligatoria museopat@comune.bologna.it, tel. 051 6356611.

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it
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Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna: LA DONAZIONE SIRONI-STRAUẞWALD

LA DONAZIONE
SIRONI-STRAUßWALD

Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna
11 marzo – 17 settembre 2023

Dall’11 marzo la collezione permanente di Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna si arricchisce di un fondamentale nucleo di disegni di Mario Sironi, pervenuti a Ca’ Pesaro grazie alla donazione Sironi-Straußwald.
La Donazione Sironi-Straußwald propone, esposti al pubblico in buona parte per la prima volta, dopo un attento lavoro di conservazione e montaggio, i preziosi disegni legati all’opera murale che Sironi realizzò nel 1936-37 nell’Aula Magna dell’Università di Venezia a Ca’ Foscari, intitolata Venezia, l’Italia e gli Studi, unico eccellente esempio della grande stagione di pittura murale sironiana nella città lagunare. Accanto ai disegni, in mostra anche i capolavori di Sironi già patrimonio delle collezioni museali di Ca’ Pesaro.

Intorno agli anni Trenta del Novecento, Mario Sironi, si dedica quasi completamente a opere monumentali. L’affresco Venezia, l’Italia e gli Studi nell’Aula Magna (oggi Aula Baratto) di Ca’ Foscari, ne è un esempio significativo, sebbene oggi si mostri offuscato e poco leggibile dopo i danni derivati in buona parte da un incendio nel 1979. L’opera murale presenta, da sinistra, la figura dell’universitario fascista con libro e moschetto, una figura femminile appoggiata a un fascio che, per la presenza delle ruote dentate, si è voluta identificare con la Tecnica, un’altra figura femminile presso un caduceo, probabile personificazione della Medicina, la figura seduta di Venezia con una tavola rappresentante Ca’ Foscari, la Basilica di San Marco con il leone andante, e infine la raffigurazione dell’Italia con in mano una catena spezzata. Numerosi altri elementi ed iscrizioni completano l’iconografia.

“Tra gli autori prediletti dalla critica d’arte Margherita Sarfatti e al centro del rinnovamento artistico che si sviluppa con il gruppo Novecento italiano, Sironi verso gli anni Trenta individua – ricorda Elisabetta Barisoni, Responsabile di Ca’ Pesaro – l’arte murale come nuova sfida per la creatività e il prestigio della produzione italiana. Affrontato non solo come questione tecnica, il muralismo è la rinnovata via di Sironi per richiamare l’anima e il senso dell’antichità e rendere l’arte una cosa pubblica, contraddistinta dalla fruizione collettiva, da elementi monumentali e da temi eterni”.

“Grandioso esempio della stagione murale di Sironi, L’Italia, Venezia e gli Studi per Ca’ Foscari emerge dalle preziose carte della donazione Sironi-Straußwald, che costituiscono un corpus di qualità e importanza fondamentale per apprezzare il processo creativo dell’artista e la sua capacità di abilissimo disegnatore. Gli schizzi, i bozzetti, le composizioni e le singole figure offrono un’occasione unica di riflessione, non solo per il dialogo che aprono con le altre opere di Sironi conservate nel Museo ma anche per il loro intimo legame con la storia visiva veneziana”, afferma la Presidente della Fondazione MUVEMariacristina Gribaudi.
“Ca’ Pesaro è destinataria di lasciti importanti. Quelli qui presentati ne sono testimonianza. Confermano non solo il prestigio di questa Istituzione e dei nostri Musei ma anche la loro capacità di valorizzare i lasciti, sia attraverso mostre, come queste, ad essi dedicate, sia attraverso la messa in un circuito veneziano ma anche internazionale delle opere che ci sono state affidate”, chiosa il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.



Ca’ Pesaro –
Galleria Internazionale d’Arte ModernaSanta Croce 2076
30135 Venezia
Tel. +39 041 721127
capesaro.visitmuve.it
 
CONTATTI PER LA STAMPA
Fondazione Musei Civici di Venezia

press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net

I pittori di Pompei – Prorogata la grande mostra al Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il MANN di Napoli

Maschera su foglie e grappoli di vite
Pompei, Casa delle Colombe a Mosaico, triclinio 13, parete est, sezione centrale,
Affresco, 55 x 55 cm, MANN, inv. 9798, 20-10 a.C. – III stile

 PITTORI DI POMPEI

Museo Civico Archeologico, Bologna

Apertura prorogata fino al 1 maggio 2023

Mostra a cura di Mario Grimaldi
Promossa da Comune di Bologna con Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Prodotta da MondoMostre

Sito web: ipittoridipompei.it

I pittori di Pompei, la grandiosa mostra aperta lo scorso 23 settembre al Museo Civico Archeologico di Bologna, continua a crescere di interesse. Settimana dopo settimana è andata aumentando di visitatori, effetto evidente del passa parola positivo che il progetto espositivo ha saputo catalizzare. Da qui la valutazione del museo, in accordo con MondoMostre, società organizzatrice dell’evento, di chiedere al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, prestatore dei preziosi reperti esposti nella mostra, la possibilità di prorogare la durata del generoso prestito, originariamente prevista fino al 18 marzo 2023. L’assenso espresso dalla direzione del museo napoletano consente oggi di annunciare che I pittori di Pompei resterà ancora visibile a Bologna fino al 1 maggio 2023.

Per Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna: “La proroga dimostra il successo del progetto curatoriale ed allestitivo della mostra e della collaborazione scientifico-culturale tra il nostro Museo Civico Archeologico ed il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sotto l’eccellente e lungimirante direzione di Paolo Giulierini”.

Paola Giovetti, direttrice del Museo Civico Archeologico di Bologna, sottolinea: “La qualità delle relazioni tra il museo di Napoli e quello di Bologna non aveva certo bisogno di conferme. Ma non si può davvero tacere in merito alla generosità del direttore Paolo Giulierini, che ha concesso una sostanziosa proroga alla mostra, permettendo così al nostro museo di venire incontro alle tantissime richieste di visita da parte di scuole, gruppi e singoli visitatori, che affollano le nostre sale ed hanno espresso un gradimento altissimo per questa raffinata mostra”.

Esprime soddisfazione anche Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: “Lo straordinario successo della mostra I pittori di Pompei al Museo Civico Archeologico di Bologna, anche grazie alla splendida promozione nazionale e internazionale di questo progetto di alto profilo scientifico e divulgativo,  ci ha fatto accogliere con entusiasmo la richiesta di proroga. Far conoscere i tesori del MANN ai cittadini bolognesi e ai tanti turisti attesi nelle prossime festività pasquali, è anche per noi una grande opportunità. Siamo certi che il dialogo tra Bologna e Napoli, due grandi capitali della cultura italiana, si rafforzerà  presto con nuovi progetti comuni nel segno dell’archeologia”.  

“Sino a questi giorni – a comunicarlo è Tomaso Radaelli, presidente di MondoMostre – l’esposizione è stata ammirata da oltre 60.000 persone. Numerosi sono inoltre i gruppi scolastici che continuano a prenotare la visita o i laboratori. Per molti visitatori la mostra ha offerto l’opportunità di scoprire per la prima volta, o tornare ad ammirare, un museo straordinario come è il Civico Archeologico di Bologna”.

Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, l’esposizione è stata resa possibile da un accordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.

Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di PompeiErcolano e dell’area vesuviana, per contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori e i modelli. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato – splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni – restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe.

A Bologna, per la prima volta, viene esposto un corpus di straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali, dalle quali spesso assumono anche il nome con cui sono conosciute. Capolavori – solo per citarne alcuni – dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano.

Nel percorso espositivo il visitatore può ammirare un’ampia selezione degli schemi compositivi più in voga nei diversi periodi dell’arte romana, osservando come alcuni artisti sapessero conferire una visione originale di modelli decorativi continuamente variati e aggiornati sulla base di mode e stili locali. Rivivere scene di accoglienza dell’ospite, raffinate immagini di paesaggi e giardini, architetture, ma anche ammirare gli strumenti tecnici di progettazione ed esecuzione del lavoro: colori, squadre, compassi, fili a piombo, disegni preparatori, reperti originali ritrovati nel corso degli scavi pompeiani, comprese coppe ancora ripiene di colori risalenti a duemila anni fa. E, ancora, triclinilucernebrocchevasi, riaffiorati negli scavi e raffigurati proprio negli affreschi in mostra, con i quali dialogavano nello spazio.

La mostra propone anche la ricostruzione di interi ambienti pompeiani come quelli della Casa di Giasone e, ancora di più della straordinaria domus di Meleagro con i suoi grandi affreschi con rilievi a stucco, per raccontare il rapporto tra spazio e decorazione, frutto della condivisione di scelte e di messaggi da trasmettere, tra i pictores e i loro committenti.

Grazie alla collaborazione tra il Servizio Educativo del Museo Civico Archeologico di Bologna e ASTER srl Archeologia Storia e Territorio è disponibile una ricca offerta di attività didattico-educative per le scuole di ogni ordine e grado e per il pubblico adulto.
Sono inoltre stati predisposti strumenti per l’accessibilità. Oltre all’audioguida, icui testi sono fruibili anche in lettura, è possibile richiedere gratuitamente a museoarcheologicodidattica@comune.bologna.it la visita guidata alla mostra in LIS.

Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da MondoMostre contenente saggi tematici di Maria Lucia Giacco; Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi; Mario Grimaldi; Hilary Becker; Giuseppe Sassatelli; Hariclia Brecoulaki; John R. Clarke; Irene Bragantini; Eric M. Moormann; Agnes Allroggen-Bedel; Umberto Pappalardo; Rosaria Ciardiello; Paola D’Alconzo.


Ufficio stampa:
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi
Tel. +39 049 663499
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Settore Musei Civici Bologna
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