Desenzano del Garda, Villa Romana: Uomo e natura – Workshop con l’architetto e paesaggista Davide Sigurtà

UOMO E NATURA

11 marzo 2023 – ore 14.00

Villa Romana, Desenzano del Garda

In occasione della “Giornata Nazionale del Paesaggio” la Villa Romana a Desenzano del Garda propone, l’11 marzo dalle ore 14.00 alle ore 17.00, un originale workshop con l’architetto e paesaggista Davide Sigurtà. A essere indagate saranno le relazioni tra passato e presente nel contesto della Villa Romana.

“Davide Sigurtà condurrà – anticipa Flora Berizzi, direttrice della Villa Romana e promotrice dell’incontro – i visitatori a scoprire i segni delle trasformazioni che questo sito e il paesaggio lacustre circostante hanno subito nel tempo. Un viaggio affascinate dentro la storia, il mutare della società e soprattutto le trasformazioni che le nuove funzioni hanno via via impresso all’ambiente. Osservando l’esistente per vedere ciò che è ed è stato.”

A osservare oggi le preziose rovine, connotate da una spettacolare presenza di raffinate pavimentazioni musive, si ha certo la sensazione di trovarsi ad ammirare una domus di altissimo livello.

“Se il partecipante gode già di Garda Heritage, lo speciale abbonamento ai Musei del Garda (che costa 21 euro e ha la durata di un anno, consentendo di entrare ogni volta che lo si voglia alla Villa Romana ma anche al Castello Scaligero di Sirmione e alle Grotte di Catullo), l’accesso al laboratorio sarà assolutamente gratuito”, evidenzia la direttrice Flora Berizzi. “Per chi ancora non se ne fosse dotato, la partecipazione non richiederà nulla di più del solito biglietto di ingresso alla Villa Romana. Va inoltre ricordato che ai possessori della card viene garantito, in questa come nelle analoghe iniziative, il diritto di prelazione rispetto a tutti gli altri”.

L’architetto Davide Sigurtà, lonatese, è laureato in architettura al Politecnico di Milano. Nel corso di uno stage presso la Soprintendenza di Brescia si è occupato di recupero e valorizzazione dei Beni Culturali in Italia affiancando alla prassi lavorativa momenti didattici, teorici e di approfondimento della materia anche con alcune pubblicazioni.

Nell’attività professionale si è occupato della messa in ripristino delle Chiese danneggiate dal sisma del lago di Garda del 2004 e di progetti di conservazione di Beni mobili ed immobili sia relativamente alla parte architettonica che quelle delle superfici decorate.

Prenotazione consigliata a 
drm-lom.villadesenzano@cultura.gov.it


INFO

Sede e informazioni
Villa Romana di Desenzano del Garda
Via Crocefisso, 22 – 25015 Desenzano del Garda
Tel +39 030 9143547
 
Orari
Martedì-sabato 9.00-19.30
Domenica 9.00-14.00
 
Biglietti
4,00 € biglietto intero
2,00 € biglietto ridotto (18-25 anni)
Gratuito minori di 18 anni
 
Biglietto congiunto per Villa Romana di Desenzano, Grotte di Catullo e Castello Scaligero di Sirmione:
14,00 € intero
6,00 € ridotto
 
Garda Heritage
Accesso illimitato ai tre siti museali per un anno a partire dalla data di acquisto al costo di 21,00 €
 
Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
www.museilombardia.cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

Pescara, GArt Gallery: Frisco – Senza volo – A cura di Maria Arcidiacono

Mediterraneo 100×100

Frisco
SENZA VOLO

A cura di Maria Arcidiacono

Inaugurazione sabato 11 marzo 2023 ore 18.00

GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara

Fino al 15 aprile 2023

La GArt Gallery di Francesco di Matteo è lieta di presentare SENZA VOLO, mostra personale dell’artista Frisco, curata da Maria Arcidiacono. Senza volo è un viaggio tra fotogrammi di esistenze sconosciute, i cui percorsi sono andati a intersecarsi con quelli di Frisco. Il significato del titolo si riferisce a una libera scelta dell’artista che predilige i mezzi di trasporto lenti e frequenta gli aeroporti lo stretto necessario, solamente quando la distanza della meta lo impone; ma “senza volo” è anche l’umanità che ritrae, alla quale è spesso preclusa la possibilità di viaggiare liberamente. Scardinati e ricomposti nelle loro volumetrie, riemergono nitidi sulle tele dell’artista i protagonisti di questi viaggi dei quali portano il nome: Bangladesh, Congo, Ghana, India, Kurdistan, Myanmar, Nigeria, Senegal, Siria, Mama Africa, Polonia, Cambogia, Palestina e Mediterraneo. 

Senza volo potrebbe essere definito il compendio di un reportage personalissimo, nel quale la serie di paesaggi, urbani, rurali o con la linea del mare all’orizzonte, si riassume negli infiniti sguardi di testimoni muti di fronte a tragedie immani. Guerra, miseria, sfruttamento irrompono da tutte le latitudini sulle tele di Frisco, con tutta l’urgenza di dare ulteriore senso al suo essere artista. Viaggio, scatto fotografico, ricostruzione pittorica sulla tela: Frisco organizza per sequenze il suo racconto di una umanità dolente, sognante, talvolta combattiva, che ci osserva e in parte, silenziosamente, ci accusa: Senza volo è il disinteressato invito di un artista a riflettere sul nostro tempo, riferimento e parametro immutabile dell’azione artistica, insopprimibile per chiunque se ne voglia rendere protagonista.

Frisco, Kurdistan 100×70

Francesco Ciancabilla

Francesco Ciancabilla, in arte Frisco, è nato a Napoli nel 1959. Artista, traduttore, insegnante di lingue, globetrotter. Comincia a dipingere nel 1980, ‘imbrattando’ fotografie, fotocopie, muri e tele, e riscuotendo immediato successo di pubblico e di critica. Vicino per sensibilità ai primissimi graffitisti newyorkesi, ancora sconosciuti in Europa, predilige gli spray ma con una tecnica che anticipa di 20 anni l’uso degli stencil. Nel 1983, a causa del noto, infamante delitto, per il quale ha sempre rivendicato la propria totale estraneità, verrà condannato, vedendosi costretto a una lunga latitanza che lo porterà dapprima in Brasile, poi in Argentina e infine in Spagna. All’attività artistica ed espositiva aggiungerà quelle di grafico editoriale, fotografo, manager di gruppi musicali, barman e insegnante d’italiano. Rientra in Italia nel 2011 per riprendere a dipingere. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni, private e pubbliche, in Italia e all’estero. Tra le principali mostre personali: 2021- “Una folla uscita dall’ombra”, galleria Fluart, Bologna; 2017 – “Mare Nostro che non sei nei cieli”, A-maze-ing Gallery, Pescara; 2016 – “Il pudore del pornografo”, Caffè d’Arte Tettamanzi, Nuoro; 2016 – “Love & Fuck”, Botteghe d’Arte, Bisenti (TE) a cura di Ass. Quasi Adatti; 2015 – “One Hundred Women”, a cura di Luca Ciancabilla, laboratorio di restauro CamilloTarozzi, Bologna; 2015 – “Funk Bromantico”, a cura di Marco Manzo, ex-Aurum, Pescara; 2014 – “Black Hours”, a cura di Nicolò Gianelli, galleria Emilia Ruvida, Modena; 2013 – “Frisco”, Circolo Aternino, Pescara; 2010 – “Idioteque”, Indie Pop Club, Madrid; 1987-1990 – (sotto altro nome) in gallerie di Sao Paulo, Brasil; 1983 – Studio Cesare Manzo, Milano; 1983 – Galleria Fashion Moda, New York; 1982 – Galleria P.S.1, New York; 1981 – Studio Cesare Manzo , Pescara; 1980 – “I love P” performance/ installazione, Plastik Gallery, Berlin. Tra le principali mostre collettive: 2022 – “Amore carnale, amore ideale”, tempietto di S. Maria del Tricalle, Chieti, a cura di Francesco Di Matteo; 2016 – ‘Tabù’ 2ªed. Pescara (Preview – Miglianico CH), a cura di Ass. Strategica; 2016 – “RUSCO” (Recupero Urbano Spazi COmuni), Bologna, a cura di Ass. Serendippo; 2015 – “Tabù, eros in mostra”, Museo d’Arte Diffuso di Miglianico (CH); 2015 – “Muzika na Zici” (Musica Dipinta), Sarajevo, Bosnia-Erzegovina; 2014 – “Violino d’autore”, a cura del liutaio Ezia Di Labio, ex-Cubo, Pesaro; 2013 – “POPS, totem e tribù del terzo millennio”, a cura di Alberto Melarangelo, sala espositiva Nicola Palma, Teramo; 1993 – “Descalzas Reales”, a cura di Jose A. Saenz, Madrid; 1987 – Universidade de Tupa, II ed., Sao Paulo, Brasil; 1986 – “Contemporanea”, a cura di Enzo Terzano, Palazzo Re Enzo, Bologna; 1986 – “Nuove tendenze in Italia”, II ed., a cura di Edoardo Di Mauro, Milano, Torino; 1983 – “I e II serata enfatista”, a cura di Francesca Alinovi, Galleria Neon, Bologna; 1983 – “Avant-garde Photography in Italy” a cura di Francesca Alinovi, Stichting Canon Photo Gallery, Amsterdam; 1982 – “Frontiera Party”, a cura di Francesca Alinovi, Segreto Pubblico, Bologna; 1982 – “Ora” a cura di Francesca Alinovi, Studio Cesare Manzo, Pescara; 1981 – III Rassegna Internazionale della Performance, a cura di Renato Barilli, Bologna, Ferrara, Ravenna


INFO

Frisco
SENZA VOLO
A cura di Maria Arcidiacono
Inaugurazione sabato 11 marzo 2023 ore 18.00-21.00
Fino a sabato 15 aprile 2023

Orari: dal lunedì al sabato ore 17:30-20:00
GArt Gallery
Via Piero Gobetti 114 – Pescara
Tel. +39 349 7913885
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www.gartgallery.it

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next
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Roma, Rosso20sette Arte Contemporanea: Laika – Art is (not) a game – Testo di Edoardo Marcenaro

LAIKA
Art is (not) a game

A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro
Testo di Edoardo Marcenaro

Opening sabato 11 marzo 2023 ore 18.00

Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 22 aprile 2023

Il giorno 11 marzo 2023 alle ore 18.00, Rosso20sette arte contemporanea presenta la mostra Art is (not) a game della street artist italiana Laika, a cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro, accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro

Edoardo Marcenaro nel testo critico presenta il lavoro dell’artista: “Laika ama definirsi una “attacchina romana”, attiva dal 2019, con un nome omaggio alla cagnolina Laika, primo essere vivente nello spazio. “Usa la maschera per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera: davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà”. Le sue opere infatti parlano da sé, facendo venire in secondo piano la curiosità di sapere chi sia “la Banksy italiana”, come spesso la definisce la stampa internazionale: una studentessa dell’accademia di belle arti particolarmente brava o una top manager di qualche multinazionale che a un certo punto ha deciso di cambiare vita? Se guardiamo i lavori di Laika comparsi su muri, stampe e adesivi negli ultimi quattro anni potrebbe essere entrambe le persone. […]

La Galleria Rosso20sette propone la prima mostra personale di Laika, con una serie di opere in cui ripercorre la sua “arte senza filtri”, contraddistinta da un’ironia a dir poco unica. Oltre ad alcuni dei lavori sopra menzionati, troviamo innanzitutto le opere dedicate ad Angela Davis (“Sweet Black Angel“), Patrick Zaki e Giulio Regeni (“L’abbraccio”), Gino Strada (“Le lacrime di Kabul”), e poi la serie “No eyez on me project” con i ritratti di Greta Thunberg – Barbie girl e Matteo Salvini – Baywatch. In secondo luogo, opere che sono veri e propri manifesti (e non nel senso cartaceo del termine) come “Iustitia” con la statua dal braccio spezzato, “Es ley“, laddove il braccio resta intero, “Mir” con un invito alla pace e al disarmo, il cui sfondo è stato dipinto lanciando sulla tela palle di carta impregnate di vernice: un gesto da intendersi come artistico e non violento. Altri lavori sono dedicati ai migranti, tra questi “Life is not a game“, realizzato sulla cartina geografica dei Balcani, ed “Enea was a refugee” con la figura di Enea che sovrasta la mappa della Grecia. Da ultimo, l’installazione “Futuro”, una tavola optometrica realizzata su legno smaltato, presentata per la prima volta nel 2021 a Francoforte, con le lettere che si riducono sempre più mettendo a dura prova la vista nel leggere una sola parola: “FUTURO”. […]

Ma alla fine guardando le sue opere rimane una sola sensazione, quella di conoscere Laika molto meglio di persone che frequentiamo da anni, di cui (apparentemente) sappiamo vita, morte e miracoli, ma che in realtà non riusciamo a capire in cosa credono o cosa pensano davvero. Una volta usciti dalla Galleria Rosso20sette dopo aver visto la mostra, non pensate che l’artista sia una vostra grande amica?” (dal testo critico di Edoardo Marcenaro)

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia: “Scarpinando e attacchinando di notte nei centri cittadini come nei luoghi dove camminano, dolenti, uomini e donne in cerca di salvezza o dai quali si avvertono i rumori lugubri e mortiferi delle guerre, Laika denuncia violazioni e racconta resistenze, ci indica – realizzandone i volti, ridando così vita a muri fradici e sgretolati – le storie importanti, le persone da difendere. Ogni notte che esce di casa e ingaggia una lotta contro i guardiani del decoro, Laika vince: per quanto un suo ritratto possa essere cancellato, resta nella memoria.”

LAIKA

Laika è una street artist italiana. Il nome nasce come richiamo al primo essere vivente giunto nello spazio, la cagnolina Laika, nata nel 1954. C’è anche un riferimento alla Leica, la famosa macchina fotografica. La scelta di Laika come nome d’arte è legata al concetto di voler “puntare allo spazio”, di non porsi mai dei limiti. Puntare allo spazio, inoltre, permette di osservare il mondo da lontano, per avere una visione più ampia, senza limiti. Laika ha deciso di non svelare la propria identità indossando una maschera. L’anonimato, infatti, le garantisce una maggiore libertà espressiva e distoglie l’attenzione dagli aspetti della sua vita personale facendoci concentrare solo ed esclusivamente sui suoi messaggi. Inizia la sua attività nella primavera del 2019, cominciando ad attaccare degli sticker nella sua città, Roma, ma la fama internazionale arriva all’inizio del 2020 con le sue due opere più famose: Jenesuispasunvirus, l’opera (una delle prime al mondo dedicate al COVID19) che denuncia gli atti di razzismo contro la comunità cinese prima dello scoppio della pandemia; L’Abbraccio, il celebre poster dedicato a Patrick Zaki e Giulio Regeni attaccato nei pressi dell’Ambasciata egiziana di Roma. Il fascino misterioso di questa figura, quasi “asessuata”, ha portato da più parti a definirla come “la Banksy italiana”, definizione attribuita per lo più dalla stampa internazionale. D di Repubblica l’ha inserita tra le “100 Donne che cambiano il mondo” del 2021. La sua attività è stata oggetto di un docufilm dal titolo “LIFE IS (NOT) A GAME” diretto da Antonio Valerio Spera, presentato alla 17a edizione del Roma Cinema Fest nella sezione Freestyle. L’evento è andato sold out in meno di 48 ore. Alcune sue opere sono esposte a Bologna presso Palazzo Albergati nella mostra collettiva “Jago, Banksy, TV Boy e altre storie controcorrente”. A febbraio 2023 stata premiata come “Protagonista 2023” ai Nastri d’Argento per i documentari. 


Laika “la Banksy italiana”

Testo critico Edoardo Marcenaro

Laika ama definirsi una “attacchina romana”, attiva dal 2019, con un nome omaggio alla cagnolina Laika, primo essere vivente nello spazio.

“Usa la maschera per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera: davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà”.

Le sue opere infatti parlano da sé, facendo venire in secondo piano la curiosità di sapere chi sia “la Banksy italiana”, come spesso la definisce la stampa internazionale: una studentessa dell’accademia di belle arti particolarmente brava o una top manager di qualche multinazionale che a un certo punto ha deciso di cambiare vita?

Se guardiamo i lavori di Laika comparsi su muri, stampe e adesivi negli ultimi quattro anni potrebbe essere entrambe le persone. Racconta di Daniele de Rossi (con un esplicito invito “Yankees Go Home” alla proprietà della AS Roma, sua squadra del  cuore) e critica la Super Lega (“Il Golpe fallito”), ma al contempo propone la più incisiva campagna per la compliance in materia di sicurezza sul lavoro (“Il prossimo potresti essere tu”), passando per vere e proprie “denunce a mezzo poster” contro la violenza sulle donne (“Ogni tre giorni”) e le varie forme di disuguaglianza: le donne afghane dipinte su una carta d’imbarco, mentre aspettano in coda di salire su un aereo e lasciare il paese, nonché la figura femminile che indossa burka e scarpe rosse con i tacchi a spillo nel murales ‘Zapatos rojos, save Afghan women’, rapidamente rimosso dal muro sulla Via Nomentana a Roma. 

Nel 2022 Antonio Valerio Spera ha diretto il docufilm “Life is (not) a game” sulla attività dell’artista, che ha recentemente vinto il premio come “Protagonista 2023” ai Nastri d’Argento per i documentari.

La Galleria Rosso20sette propone la prima mostra personale di Laika, con una serie di opere in cui ripercorre la sua “arte senza filtri”, contraddistinta da un’ironia a dir poco unica. Oltre ad alcuni dei lavori sopra menzionati, troviamo innanzitutto le opere dedicate ad Angela Davis (“Sweet Black Angel”), Patrick Zaki e Giulio Regeni (“L’abbraccio”), Gino Strada (“Le lacrime di Kabul”), e poi la serie “No eyez on me project” con i ritratti di Greta Thunberg – Barbie girl e Matteo Salvini – Baywatch. In secondo luogo, opere che sono veri e propri manifesti (e non nel senso cartaceo del termine) come “Iustitia” con la statua dal braccio spezzato, “Es ley”, laddove il braccio resta intero, “Mir” con un invito alla pace e al disarmo, il cui sfondo è stato dipinto lanciando sulla tela palle di carta impregnate di vernice: un gesto da intendersi come artistico e non violento. Altri lavori sono dedicati ai migranti, tra questi “Life is not a game”, realizzato sulla cartina geografica dei Balcani, ed “Enea was a refugee” con la figura di Enea che sovrasta la mappa della Grecia. 

Da ultimo, l’installazione “Futuro”, una tavola optometrica realizzata su legno smaltato, presentata per la prima volta nel 2021 a Francoforte, con le lettere che si riducono sempre più mettendo a dura prova la vista nel leggere una sola parola: “FUTURO”.

Cosa importa sapere chi c’è dietro la maschera di questa vera e propria artivista che con estrema semplicità (tipica dei grandi personaggi) si definisce attacchina riuscendo a comunicare in maniera così forte e chiara e trasmettere emozioni attraverso il suo lavoro? 

Potrebbe essere una giornalista, una famosa politica o una giovane amica di Greta Thunberg, con cui urla “Hanno creato un clima infame” in manifestazione.

Ma alla fine guardando le sue opere rimane una sola sensazione, quella di conoscere Laika molto meglio di persone che frequentiamo da anni, di cui (apparentemente) sappiamo vita, morte e miracoli, ma che in realtà non riusciamo a capire in cosa credono o cosa pensano davvero.

Una volta usciti dalla Galleria Rosso20sette dopo aver visto la mostra, non pensate che l’artista sia una vostra grande amica? 


INFO

Laika
Art is (not) a game
A cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro
Testo di Edoardo Marcenaro

Opening sabato 11 marzo ore 18.00

Rosso20sette Arte Contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma

Fino al 22 aprile 2023
Orari: dal martedì al sabato 11-19.00
Rosso20sette arte contemporanea
Via del Sudario 39 – Roma
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tel.06 64761113
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Ufficio stampa
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Roma, Rotary Club: Le Donne dell’Arte per la comprensione e l’integrazione tra culture

My feminine image. Collage carta su cartoncino. Cm. 69×110 -MARCELA SZURKALO

Le Donne dell’Arte per la comprensione e l’integrazione tra culture.

In mostra in “Entelechia”, l’iniziativaappena conclusa del Rotary Club di Roma

Anna Addamiano, Simona Capuano, Nadjia Chekoufi, Maria Luisa Del Giudice, Marcela Szurkalo. Sono queste le cinque Artiste che il Rotary Club di Roma ha ospitato nell’ esposizione Entelechia all’interno dell’evento “Donne d’Arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”, lo scorso 2 marzo in Senato. Per testimoniare ed esaltare l’impegno femminile, anche attraverso l’Arte, nella costruzione di relazioni inclusive e per la pace. Ad accogliere le tele, il Chiostro della Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Tra i Patrocini all’iniziativa, quelli del  ROTARY DISTRETTO 2080, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, di  ISMEO (International Association for Mediterranean and Oriental Studies) e della Biblioteca Casanatense. Quale contributo in vista dell’imminente Giornata Internazionale della Donna, fortemente sentito e voluto dal presidente del Club romano, l’Architetto Alessandro Scaletti, l’incontro, tra il convegno organizzato dall’Avv. Eleonora Di Prisco e la successiva esposizione curata dalla storica dell’arte Nicoletta Rossotti, ha evidenziato il forte connubio tra logos ed estetica nella direzione di una apertura importante, proprio grazie all’Arte e all’arte femminile in questo caso, tra i Paesi, i popoli e le culture diverse che si affacciano sul Mediterraneo, nella sua più vasta e recente accezione geopolitica di unico continente afro – euro – asiatico. E proprio la cultura del Mediterraneo, fondata sui valori del dionisiaco e dell’apollineo, e quella italiana, da sempre esprime arte capace di ispirare gli artisti di tutto il mondo.

Entelechia, perché è un viaggio in itinere

Le opere in mostra parlano di come le stesse donne si raccontano. E la percezione artistica della figura femminile permette di indagare su diversi fenomeni sociali, culturali e sulle nozioni stesse di corpo e identità femminile. Una identità femminile che è in costante marcia e movimento. Da qui il titolo della mostra, “Entelechia”, di derivazione aristotelica, che significa il divenire di tutta l’umanità che poi trova corrispondenza con la propria natura. Le artiste che hanno esposto esprimono in fieri la potenzialità del divenire. Se tra gli obiettivi del Rotary Club di Roma c’è anche quello di contribuire, con spirito di servizio, alla formazione dei cittadini del mondo di domani, attraverso la promozione di una cultura “che avvicini” e della formazione per tutti, – ne è un esempio l’erogazione di borse di studio, con quest’anno 35, agli studenti di una scuola media di un quartiere disagiato a Roma –, con questa esposizione ha inteso valorizzare la straordinaria capacità delle donne dell’arte nel costruire ponti ed abbattere le barriere, soprattutto culturali,  che ancora rappresentano, in alcune aree geografiche, il maggior ostacolo alla parità di genere, mettendo in discussione la libertà stessa delle donne. Lo fanno veicolando messaggi di denuncia, ma anche di tolleranza, fraternità e di pace, come visibile nelle opere esposte. Come proposto da una delle relatrici del convegno, Antonella Pagano, immaginare la costruzione di un codex della Bellezza universale al femminile, da scriversi insieme tutte e tutti, il“Pulchritudinis Codex”, permetterebbe, se è vero che la bellezza salverà il mondo, di indagare quale bellezza. E una risposta possibile potrebbe essere quella di una Bellezza come manifestarsi e attuarsi del Bene.

Le opere, viste da vicino

Due parti compongono l’opera diAnna Addamiano,“La Genesi“ (Tecnica mista, 75X95, 1998-2005): quella inferiore si ispira alla Zattera della Medusa di Théodore Géricault, mentre la parte superiore ospita il manto di Sant’Anna, un’opera attuale in questo momento storico che vede l’imporsi delle criticità dei flussi migratori. Si è detta felice, invece, Simona Capuano, che proprio “Se il Destino” (Spuma su tela, 60X60, 2023) sia stata tra le sue opere quella scelta per l’esposizione, “perché l’acqua dei mari non ha confini e il messaggio d’amore e di speranza – scritto dall’artista, n.d.r. –, contenuto nella bottiglia, è affidato appunto al destino. Non si sa come, quando e chi lo troverà. Ma sarà trovato”.

Nadjia Chekoufi, eclettica visual artist algerina,con “Indigo”,(100X100, 2017), ha lavorato come sempre di istinto e sull’astrazione, esibendo una pittura corposa e materica, con colori molto forti, come in questo caso. Il pigmento steso in modo uniforme sulla superficie elabora i suoi contenuti, con stesure a volte irregolari, ma sempre ben calibrate e bilanciate: ”sento quello che dipingo e dipingo quello che sento, perché ciò che conta di più è la profondità del sentimento, la passione che ho messo in esso, non sono né la novità dei contenuti e nemmeno quella della forma. Non sto cercando di darmi un’immagine, ma è per trovare la mia”. La scelta dell’indaco poi, come pigmento che compone l’opera, è legata al suo uso quotidiano da parte degli Uomini Blu abitanti del Sahara e sta anche a significare l’appartenenza dell’Algeria nella sua integrità al Mar Mediterraneo. Maria Luisa Del Giudice, architetto specialista in restauro, ha una sua storia anche nell’Associazione, prima presidente donna nel 2012-2013 del Rotary Club di Roma, dopo ben ottantotto uomini. Il suo quadro “La donna marocchina” (Colori ad alinina e gesso, 42X65, 1971), è figlio di una passione mai sopita per i viaggi, realizzato molti anni fa, nel 1971, mentre visitava il Marocco e il Sahara spagnolo, quando da ragazza europea allora diciannovenne rimase colpita dall’abbigliamento e dal comportamento imposto alle donne in pubblico.   Infine, nella sua performance video, che l’artista mette in scena anche dal vivo e resa nella mostra da “My feminine image” (Collage carta su cartoncino, 69 x 110 cm, 2021),Marcela Szurkalo, traccia una linea nera e una linea rossa che rappresentano l’uguale e il diverso e raccontano le possibilità di avvicinarci l’un l’altro proprio esprimendo le affinità nel rispetto delle unicità.

Un invito – in sostanza il filo rosso stesso dell’evento del Rotary Club di Roma – ad immaginare una nuova storia, una nuova linea mediterranea allargata, che con diversi alfabeti muove dalla Turchia, si sposta verso la Mesopotamia e poi il Bahrein per andare attraverso il Mediterraneo anche oltre. Una nuova, originale, texture di popoli, uguali e diversi, con nuove parole che danno vita a nuovi pensieri e da lì a nuovi gesti di un futuro da costruire insieme, in un’unica dimensione umana. La più ampia possibile.


Ufficio Stampa “Donne d’Arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”
Diana Daneluz
Rotary Club di Roma
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

Roma, Scuderie del Quirinale: Prosegue il successo della mostra “Arte liberata 1937-1947”

Foto di Alberto Novelli

Prosegue con successo, sino al 10 aprile 2023, la grande mostra “ARTE LIBERATA 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra” alle Scuderie del Quirinale di Roma curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli e organizzata dalle stesse Scuderie in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà.

A curare l’illuminazione delle opere è Francesco Murano, oggi tra i più richiesti progettisti italiani della luce al servizio dell’arte: “Una mostra spettacolare, con oltre cento capolavori da esaltare, presenti  ognuno con uno specifico carattere e in grado di reagire diversamente alla luce – dichiara Francesco Murano -; dipinti ad olio su tavola che si comportano come specchi neri e altri così luminosi come la Madonna di Senigallia da risultare abbaglianti se troppo illuminati; o sculture come il Discobolo che vivono di un’osservazione dinamica per cui la luce che ne investe il movimento deve tener conto del variare anche del punto di vista dell’osservatore. Il risultato è stato un progetto illuminotecnico ricchissimo di luci, ognuna pensata per ciascuna opera, anche se poi l’effetto finale, godibile attraversando le sale, è quello di una illuminazione soffusa, che permette allo spettatore di elaborare la mostra come percorso unitario di lettura storica e artistica”.

Foto di Alberto Novelli

In mostra molte riproduzioni fotografiche ed estratti di filmati d’epoca, posti su un fondo in multistrato di legno di pioppo naturale, che evoca il materiale con il quale erano realizzati gli imballaggi impiegati per il trasporto delle opere durante le razzie. Francesco Murano sottolinea le difficoltà dell’allestimento: “Se da una parte si è immersi tra capolavori assoluti, dall’altra si è circondati dalle foto di personaggi e dalle testimonianze dei loro crimini che non devono scomparire nel buio, anche se lo si vorrebbe. L’allestimento, evocativo della vicenda, grazie a sistemi modulari ispirati ai pallet usati per gli imballaggi delle opere, ha richiesto una precisa scelta: illuminare anche le pannellature con una luce adeguata che esaltasse l’intera sofisticata scenografia e rendesse evidenti i richiami all’epoca voluti dai curatori. La collaborazione con loro e con l’equipe delle Scuderie ha dato vita a un’esposizione che, nel confronto tra la bellezza delle opere, il sacrificio di chi le ha salvate e la protervia di chi si è reso responsabile dei saccheggi e delle distruzioni è di per sé stessa un inno alla pace e all’arte come riscatto dell’umanità”.

Francesco Murano, RITRATTO – Foto di Danilo Alessandro

La mostra, voluta da Mario De Simoni, Presidente e Ad di Ales – Scuderie del Quirinale e Matteo Lafranconi, Direttore Scuderie del Quirinale, e progettata dagli architetti delle Scuderie del Quirinale, Francesca Ercole, Responsabile, Gianluca Bilotta e Alessia Provinciali, offre una selezione di oltre cento capolavori salvati durante la Seconda Guerra Mondiale e un ampio panorama documentario dell’epoca.

Le opere sono riunite grazie alla collaborazione di quaranta Musei e Istituti e sviluppano un racconto avvincente ed emozionante di un momento storico drammatico per l’Italia e allo stesso tempo formativo di una nuova coscienza civile e morale fondamentale per il nostro Paese.

Un’occasione unica per ammirare, per la prima volta riunite nello stesso luogo, opere di altissimo valore artistico fortunatamente sopravvissute: dal Discobolo Lancellotti alla Danae di Tiziano Vecellio a Santa Palazia di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, dai celebri ritratti di Alessandro Manzoni di Francesco Hayez e di Enrico VIII di Hans Holbein il Giovane fino a numerosi capolavori custoditi nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, quali Crocefissione di Luca Signorelli, l’Immacolata Concezione di Federico Barocci e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.


Ufficio Stampa per Francesco Murano – Adele Della Sala
ads@ufficiostampa-arte.it

Inaugura a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte

Foto @ginonardo

PAFF! INTERNATIONAL MUSEUM OF COMIC ART Inaugura a Pordenone il nuovo museo internazionale dedicato alla nona arte

Il PAFF! diventa International Museum of Comic Art: il 10 marzo 2023, con il patrocinio del Ministero della Cultura e la media partnership di Rai FVG, è in programma il taglio del nastro, un’anteprima su invito per scoprire l’esposizione permanente ospitata nell’innovativo contenitore culturale che ha sede a Pordenone. Sabato 11 e domenica 12 marzo l’apertura al pubblico (su prenotazione) è gratuita.Sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone, il PAFF! organizza, promuove e ospita inoltre mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale. La struttura sarà arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno di un archivio con deposito climatizzato. Il Centro va così a completare la sua già corposa offerta che dal 2018 coniuga cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento attraverso lo strumento divulgativo del fumetto.Sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita, il PAFF! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee (Parigi, Bruxelles).

Foto @ginonardo

L’esposizione permanente, la cui curatela è stata affidata a Luca Raffaelli (esperto e storico del fumetto), offre attraverso un allestimento multimediale e interattivo l’opportunità di ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
All’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione permanente si estende su uno dei piani del museo, è suddivisa in 9 differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosissimi maestri e disegnatori straordinari come Andrea Pazienza, Art Spiegelman, Benito Jacovitti, Carl Barks, Charles M. Schulz, Chester Gould, Floyd Gottfredson, George McManus, Giorgio Cavazzano, Hugo Pratt, Magnus, Milo Manara, Milton Caniff, Alex Raymond, Will Eisner.

Luca Raffaelli ha dato una chiave di lettura originale alla narrazione del percorso espositivo: quella dei diversi formati con cui il fumetto – nei suoi oltre cento anni di vita – è stato letto, conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta, a seconda delle culture, delle condizioni economiche e delle abitudini sociali dei lettori. È così che in America sono nate prima le tavole domenicali nei supplementi a colori dei quotidiani statunitensi, poi le strisce e i comic book. In Italia troviamo invece il formato giornale (quello del primo “Corriere dei Piccoli”) e le strisce di “Tex”, poi portate al successo dal formato che porta il suo nome; in Francia i volumi chiamati “albùm” in Giappone i tankobon, libretti dove vengono pubblicati i manga di successo. Il PAFF! si connota dunque come l’unico Museo al mondo dedicato al fumetto che ponga al centro dell’attenzione il raffronto tra le tavole originali e le riproduzioni, i giornali, gli albi, i libri su cui i fumetti vivono.

Numerose e davvero uniche le opere presenti, di cui si segnalano una tavola originale di Vittorio Giardino (una rarità poterla ammirare in una mostra) e un’opera di Maus (il premiatissimo fumetto di Art Spiegelman) che poi non è stata inserita nella pubblicazione finale, nonchè tavole e strisce storiche e preziosissime: per la prima volta tutti questi originali vengono accompagnati nell’esposizione e “scoperti” dal visitatore nelle varie riproduzioni proposte nel corso del tempo. Alcuni esempi: di una tavola di Felix the Cat di Otto Messmer (datata 1933) è presente la pagina del quotidiano statunitense a colori e la pagina che nel 1937 ha riproposto il Corriere dei Piccoli (emendata dai balloon, come si faceva un tempo), dell’Eternauta (il fumetto di fantascienza del desaparecido argentino Hèctor G. Oesterheld degli anni Cinquanta) è presente il formato orizzontale, anticipato dall’adattamento che ne ha fatto in verticale Ruggero Giovannini per Lanciostory negli anni Settanta, una tavola di Carl Barksl’inventore di Zio Paperone è pubblicata in formati diversi a seconda delle necessità.

Il PAFF! International Museum of Comic Art espone in tre teche principali le opere realizzate da altrettanti grandi artiste: una tavola molto intensa da “La gabbia“, prestata da Silvia Ziche, un originale dell’artista underground Bambi Kramer e un’opera originale di Persepolis, celeberrimo romanzo a fumetti di Marjane Satrapi.

Foto @ginonardo

Sul piano della tutela e delle particolarità dell’allestimento, il museo rappresenta una novità assoluta nel mondo del fumetto: le tavole sono custodite in mobili che preservano i materiali proteggendoli dai danni della luce. L’effetto è quello di una wunderkammer (stanza delle meraviglie, scrigno degli oggetti preziosi, raccolta di curiosità), ma anche di un archivio accessibile al pubblico, che invita all’interazione e alla scoperta.

Per quanto riguarda la parte multimediale, in stretta connessione con le opere presenti nel percorso museale, è interessante sottolineare la presenza di contributi “storici” provenienti dalla Cineteca di Bologna, dall’Istituto Luce, dalle Teche Rai, dalla RSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) e dalla RTS (Radio Televisione Svizzera), materiali d’archivio e frammenti filmici di ultima uscita come quello tratto da “Hugo in Argentina” del regista Stefano Knuchel (presentato al Festival di Locarno nel 2022), opere underground come “Tuono” di Dario Marani (un ritratto divertente e sincero del fumettista Andrea Paggiaro in arte Tuono Pettinato, scomparso prematuramente nel 2021), le “pillole di approfondimento” sulle diverse sezioni presentate dal curatore della mostra permanente Luca Raffaelli, le interviste sul “Futuro del fumetto” (60 secondi per riflettere sulle sorti della nona arte) con gli interventi di Alberto AbruzzeseLicia TroisiAndrea BernardelliAlprazAndrea FontanaDavide Di GiorgioFabiano Ambu e Vorticerosa/Rosa Puglisi e quelli della “Filiera del fumetto” che raccontano le fasi della sua realizzazione (sono intervenuti Giovanni Barbieri, Vittorio Giardino, Laura Scarpa, Francesco Artibani, Valerio. Bindi, Maurizio Clausi, Enrico Pierpaoli e Giuseppe Palumbo).

Tra i maggiori prestatori, si segnala Giancarlo Soldi (regista e sceneggiatore) che ha messo a disposizione una selezione dei suoi documentari dedicati al mondo del fumetto (Nuvole parlanti, Graphic Reporter, Letteratura disegnata, Come Tex Nessuno mai, Nessuno Siamo Perfetti) e le irresistibili pillole di “Little Nemo, realizzato per la rivista Fumettologica.

Presenti 3 Exhibit, finestre interdisciplinari realizzate in collaborazione con Michela Zalunardo, che approfondiscono, presentando in maniera originale, il rapporto con le altre arti.

Non solo fumetti: la mostra permanente espone una statua di Joker di Adrian Tranquilli, alcuni oggetti che testimoniano il successo del fumetto e dei suoi personaggi, un Diabolik rimontato perché il piccolo albo potesse diventare una grande strenna natalizia, una rappresentazione del protofumetto realizzata da Davide Toffolo (storie illustrate, che ornano la Colonna Traiana o che erano pubblicate a disegni sui periodici dell’Ottocento, e che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto).

Per agevolare e accompagnare il visitatore verso una migliore fruizione dell’innovativo museo, il PAFF! ha introdotto nel proprio staff la figura del mediatore museale: una decina di operatori affiancano il pubblico per assistere e suggerire il miglior modo per assaporare ogni aspetto del sorprendente allestimento.

Entro la fine del 2023, l’International Museum of Comic Art si arricchirà anche di un archivio con deposito climatizzato per la conservazione delle tavole, dei disegni e delle pubblicazioni facenti parte della collezione del Museo. Il deposito sarà caratterizzato da un impianto di precisione ad alta efficienza energetica per mantenere gli ambienti a una temperatura costante di 18 gradi e a un’umidità relativa non superiore al 45 per cento.

Giulio De Vita, Presidente e Direttore Artistico
PAFF! International Museum of Comic Art
Dichiarazioni
«L’apertura del museo rappresenta un altro petalo nella rosa di attività espositive didattiche e di formazione proposte dal PAFF! che si conferma a soli quattro anni dalla sua nascita, realtà di spicco in Europa in ambito culturale e interlocutore internazionale nel panorama museale
Giulio De Vita, Presidente e Direttore Artistico PAFF! International Museum of Comic Art

«L’idea di mostra e di museo sposata da Giulio De Vita e dal Paff! è unica e innovativa e permetterà di vivere il fumetto come un mezzo di comunicazione completo e allo stesso tempo capace di interagire con le altre arti. Gli originali ci saranno e, come si vede dalla prestigiosa lista degli autori, sono di altissimo livello. Ma i visitatori li potranno ammirare solo dopo aver osservato le loro riproduzioni.»
Luca Raffaelli, curatore esposizione permanente PAFF! International Museum of Comic Art

«Da pordenonese non posso che definire il PAFF! un orgoglio per la nostra città e la nostra Regione. In soli cinque anni dalla sua nascita il PAFF! si è affermato come realtà nazionale ed internazionale, facendosi conoscere nel mondo tra gli amanti del fumetto, e non solo, e portando sul nostro territorio turismo e lavoro. Ora il PAFF! grazie all’impegno e all’ambizione cresce e diventa l’International Museum of Comic Art di Pordenone. Quindi ribadisco, non possiamo che essere orgogliosi di poter dire che è nostra, è friulana, è pordenonese, una delle realtà più vitali e affermate nell’arte del fumetto
Luca Ciriani, Ministro per i rapporti con il Parlamento

Il PAFF!

Il PAFF! è un innovativo contenitore culturale nato nel 2018 che usa lo strumento divulgativo del fumetto per coniugare cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento. Con sede a Pordenone nella storica Villa Galvani, è gestito da Associazione Vastagamma APS presieduta da Giulio De Vita, noto fumettista internazionale che ne è anche ideatore, fondatore e direttore artistico. Il PAFF! è sostenuto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e da Comune di Pordenone.

Particolarmente ricco e qualificato l’elenco degli artisti del fumetto che il PAFF! ha accolto nel corso della sua attività: Manara, Moebius, Marvel e DC Comics, Milton Caniff, Cavazzano, Guarnido, Tony Wolf, Will Eisner sono tra le star internazionali nelle grandi mostre finora proposte.

All’attività espositiva si affiancano corsi, conferenze, festival, eventi, progetti sociali per le imprese del territorio e per il turismo: attività integrate che il PAFF! propone 315 giorni l’anno, 6 giorni su 7, dalle ore 10 alle 20 con orario continuato.

A marzo 2023 il PAFF! diventa International Museum of Comic Art completando e arricchendo la già corposa offerta del contenitore culturale con l’esposizione permanente, l’archivio, il deposito climatizzato per la conservazione delle opere e la bibliomediateca consultabile nei propri spazi.

Il PAFF! si avvale di un team qualificato composto da quasi 40 collaboratori per conservare, gestire e valorizzare la collezione e le attività correlate.

La sede

Il PAFF! ha sede a Pordenone all’interno di Parco Galvani, in Viale Dante 33, a pochi minuti a piedi dalla stazione passando per il centro città. È facilmente raggiungibile in auto dalle principali arterie stradali e autostradali. La sede, di alto prestigio, è dotata di grandi spazi di forte impatto: una villa storica, una sontuosa galleria d’arte moderna, auditorium, sala didattica, ampia terrazza, bookshop, guardaroba, uffici, caveau e coffee point.

La villa, in stile veneto e risalente al 1850, era un tempo residenza della famiglia di imprenditori della ceramica Galvani. Con un radicale intervento di ristrutturazione portato a termine negli anni ’90 dopo decenni di abbandono, l’edificio è stato trasformato in spazio espositivo. Nel 2010 la struttura viene ulteriormente ampliata a circa 2000 metri quadrati, con un auditorium da 90 posti.

Il Parco Galvani in cui il PAFF! è immerso rappresenta un enorme valore aggiunto alla naturale espansione del percorso museale verso gli spazi esterni e rientra nel processo di riqualificazione dell’area, donando nuovamente unità allo spazio verde e a quello architettonico.


Per maggiori informazioni:
 
ITALIENS PR
Cecilia Sandroni
sandroni@italienspr.com

PAFF!
Palazzo Arti Fumetti Friuli
V.le Dante, 33
33170 Pordenone
www.paff.it

Dall’otto al quindici marzo la mostra Santafrika di Sant’Era e Sabrina Poli approda in Kenya nella suggestiva isola di Manda

La mostra Santafrika
di Sant’Era e Sabrina Poli approda in Kenya

Dall’8 al 15 marzo 2023 KENYA – Isola di Manda – BLUE Empire

In mostra numerosi scatti iconici con protagoniste giovani donne keniane vestite con abiti couture originali provenienti dalle note collezioni di Maison Martin Margiela – Artisanal e Comme de Garçons.

Dopo il grande successo dell’anteprima nel 2022 a Roma, la mostra SANTAFRIKA ideatada Sant’Era con gli scatti della visual designer Sabrina Poli approda in Kenya nella suggestiva Isola di Manda all’interno del Cottage Blue Empire dall’8 al 15 marzo 2023. In esposizione una selezione di circa venti fotografie, stampate su alluminio, con protagoniste giovani donne keniane vestite con abiti couture originali provenienti dalle note collezioni di Maison Martin Margiela – Artisanal e Comme de Garçons.

Situato sulla fantastica Manda Beach, a pochi metri dal mare e circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale, il Blue Empire gode di una vista spettacolare sull’Oceano Indiano, sull’isola di Lamu e sul villaggio di Shela. Il cottage, costruitocon pregiati legni africani e progettato in un raffinato stile esotico, è caratterizzato da tradizionali tetti Makuti e ampie verande ai piedi del mare, dove si possono godere di splendidi tramonti. È proprio in questa location da sogno che la mostra Santafrika trova il suo spazio ideale. Toni charcoal, bianchi, sabbia e rosso vermiglio, caratterizzano le fotografie di Santafrika dove le modelle keniane sono ritratte nell’anima pura e naturale delle bianche spiagge di Watamu. Scatti grafici e netti come se soggetto e ambiente diventassero una superficie all’unisono. Accostamenti inattesi tra abiti sartoriali europei e nipponici, la raffinata eleganza delle modelle e la natura così potente, luminosa, abbagliante. Le acconciature armonizzano e contrastano al tempo stesso con l’ambiente circostante e le modelle interpretano una moda “fuori dal tempo” tra Occidente e Africa.

Il progetto Santafrika, realizzato in Kenya nel 2019, pone al centro dell’attenzione il dialogo tra il nord e il sud del pianeta e l’interconnessione delle due culture espresso tramite l’unione di moda, arte e natura. L’idea di Sant’Era è quella di unire gli opposti di due sue grandi passioni ovvero il rigore concettuale di stilisti nordici di fine secolo come Martin Margiela e l’amore per l’anima autentica del Kenya, luogo in cui Sant’Era ha vissuto.

L’essenza del progetto è il connubio tra due culture opposte che sono in grado di generare una bellezza senza compromessi, attraverso accostamenti contradditori, abiti di alta moda, trecce africane, glitter dorati che rifrangono la luce del sole sul corpo delle modelle. In queste fotografie si può ammirare tutta la naturale bellezza delle donne locali che trasmettono a pieno l’anima della loro terra africana.

Abbiamo fatto un casting con queste bellissime ragazze africane. – dichiara l’ideatrice del progetto Sant’EraSono ragazze comuni che abbiamo fermato per strada, ragazze povere, che difficilmente si vestono con abiti eleganti. Al di là delle bellissime foto scattate, la cosa più emozionante è stata vedere le ragazze così fiere di essere vestite e truccate. Le giovani ragazze si sono sentite protagoniste, fiere di indossare abiti eleganti e di avere un truccatore e un acconciatore tutti per loro. Questa trasformazione, abbinata al loro magnifico portamento naturale, il risultato ha superato ogni aspettativa. “.

SANT’ERA

Sant’era muove i primi passi nel mondo della moda e del beauty negli anni Ottanta, collaborando con aziende leader nel settore cosmetico per capelli. Si trasferisce a Roma, dove lavora con grandi maestri tra cui John Santilli art director di Vidal Sasson: esperienza fondamentale per apprendere le basi e le geometrie del taglio, l’anatomia, il trucco, lo styling.

È punto di riferimento per il mondo cinematografico e quello dello spettacolo. Negli anni Novanta apre il suo primo spazio nasce così Sant’era, a Cesenatico: un ambiente pieno di energia che ospita mostre d’arte, presentazioni di prodotti, eventi per clienti, ospita inoltre amici e chiunque voglia avvicinarsi al suo mondo.

SABRINA POLI

Sabrina Poli, art director e visual designer, lavora nella comunicazione crossmediale. Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e l’Università del Progetto a Reggio Emilia, si dedica da sempre all’arte, design e alla fotografia.

Durante la formazione, master UDP, sviluppa progetti fotografici col maestro Luigi Ghirri, il progetto “Poesie Terapeutiche” con lo scrittore Ermanno Cavazzoni. In seguito collabora a progetti di design con lo studio di architettura Stefano Giovannoni a Milano. Progetta per diversi brand di moda, design e cosmetica tra cui Diego dalla Palma, Fendi Casa e Accademia Bizantina Orchestra.


INFO UTILI
Mostra Santafrika di Sant’era e Sabrina Poli
Dall’8 al 15 2023 – Cottage Blue Empire, Isola di Manda / Kenya

UFFICIO STAMPA CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

Culturalia

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Venezia: Dal 1923 cent’anni di Natura e Storia al Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue

CENT’ANNI DI NATURA E STORIA AL MUSEO

Venezia, Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue
1923 | 2023

Nel 1923, cent’anni fa, nel Fontego dei Turchi appositamente restaurato, nasceva il nuovo Museo Civico di Storia Naturale. Qui vennero riunite le collezioni naturalistiche del Fondo Correr, scorporate dal nucleo storico-artistico che veniva  trasferito nel nuovo Museo Correr di piazza San Marco. Ad integrare il Fondo si aggiunsero le imponenti raccolte dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, dando così compimento al progetto di un Museo di Storia Naturale a Venezia, a lungo sostenuto dal grande scienziato e naturalista Gian Domenico Nardo. Da allora le ricerche di naturalisti e del personale scientifico del Museo continuano ad arricchire il patrimonio scientifico che attualmente supera i due milioni di esemplari.

“L’importanza per la città di questo museo e la sua considerazione a livello scientifico nazionale e internazionale – ricorda il Sindaco Luigi Brugnaro – è testimoniata dalle continue donazioni ricevute anche in epoca moderna, come quelle, di inestimabile valore effettuate da Giancarlo Ligabue. Lo scheletro del dinosauro e dell’enorme coccodrillo fossile, hanno arricchito, con reperti davvero eccezionali, il patrimonio scientifico del Museo, di cui questa città, famosa per le sue bellezze storico architettoniche, va giustamente orgogliosa”.
“Il programma prevede – evidenzia il Sindaco Brugnaro – visite dietro le quinte, ovvero alle collezioni scientifiche conservate nei depositi usualmente non visibili al pubblico; presentazioni dei progetti scientifici in atto; corsi e conferenze. E, aspetto che reputo fondamentale, laboratori ed attività didattiche per famiglie; appuntamenti serali per l’aperitivo al museo nel periodo estivo ma anche diversi eventi collaterali in altre sedi. Occasioni tutte per avvicinare il più largo pubblico, coinvolgere la città ed il territorio e fare rete”.
“In primavera, ed esattamente sabato 13 maggio, è prevista – anticipa la Presidente della Fondazione MUVE Mariacristina Gribaudi – una giornata di festeggiamenti con punti informativi, laboratori, giochi, spettacoli, per coinvolgere associazioni e istituti che da anni collaborano con il Museo, per condividere questa importante ricorrenza con tutta la cittadinanza. Il programma si sviluppa, con molteplici attività, nell’arco dell’intero 2023 per far conoscere e condividere le attività del Museo, il suo variegato pubblico e la sua evoluzione durante questo secolo di storia”.

Il Centenario sarà celebrato da un ampio ventaglio di iniziative. A metterle in campo il responsabile del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia Luca Mizzan, con il personale scientifico del Museo.

Uno dei nuclei del Centenario è focalizzato su “il Museo ieri”, alla riscoperta e valorizzazione delle principali collezioni scientifiche e degli scienziati e grandi naturalisti che le hanno create. La presentazione delle attività che il Museo svolge in tutti gli ambiti, e del suo legame con il territorio, è occasione per spiegare cos’è “il Museo oggi” e come molti dei suoi progetti siano condivisi con associazioni, enti e istituti della città. Il Centenario offrirà inoltre l’occasione per ripensare l’allestimento di alcuni spazi museali e integrare parte degli apparati informativi, con particolare attenzione alle postazioni interattive”.
“Vorremmo che il 2023 – aggiunge Mizzan – fosse anche un momento di riflessione e proposta per immaginare il “Museo di domani”; un dialogo “nella” e “con la” città per affrontare insieme i temi sempre più attuali di compatibilità ambientale, transizione ecologica e nuova offerta culturale per questa città e il suo territorio”. “Il “Ligabue” – conclude – è il museo più amato dalle famiglie con bambini, ed è sempre più meta di ospiti di ogni parte del mondo. Con le molteplici proposte di questo Centenario contiamo di affermare definitivamente il nostro Museo come realtà culturale di eccellenza, un’altra gemma, con i suoi peculiari colori, nella ricchissima offerta museale e culturale cittadina”.


Museo di Storia Naturale 
Giancarlo Ligabue
Santa Croce 1730
30135 Venezia
Tel. +39 041 2750206
msn.visitmuve.it
 
Contatti per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Roma, Palazzo Bonaparte: Oltre 400mila i visitatori della mostra su Van Gogh, ma le richieste continuano ad arrivare da tutto il mondo

Immagine dell’allestimento

LA MOSTRA
“VAN GOGH. Capolavori dal Kröller-Müller Museum”
PROROGA FINO AL 7 MAGGIO

Sono più di 400mila le persone che hanno visitato la mostra di Van Gogh a Roma, ma le richieste continuano ad arrivare da tutto il mondo.
“La mostra dei record”, come viene definita, è sold out da molto tempo, ma vista la richiesta incessante del pubblico,
viene eccezionalmente prorogata fino al 7 maggio.

Dall’8 ottobre a oggi sono oltre 400mila i visitatori che, a Palazzo Bonaparte di Roma, hanno preso parte alla grande mostra dedicata a Van Gogh.
Una mostra che, fin dalla sua apertura, ha registrato numeri record.
La mostra piace perché, come testimoniano i visitatori, ci sono i grandi capolavori di Van Gogh ma c’è anche una ricchezza incredibile di contenuti scientifici, approfondimenti su ogni tema, le sue lettere, l’intrattenimento. È una mostra di grande spessore accompagnata da uno spettacolare allestimento, la formula vincente per farne un evento di straordinario successo.

Immagine dell’allestimento

La mostra è sold out da molto tempo ma le richieste continuano incessanti da ogni parte del mondo. Motivo per cui Arthemisia, in accordo col Kroller Muller Museum, ha deciso di prorogare eccezionalmente fino al 7 maggio.
L’ultima settimana la mostra sarà aperta tutti i giorni fino alle 24.00.

Inoltre, il 30 marzo, in occasione del 170esimo anniversario della nascita di Van Gogh, ci sarà una grande giornata di festa: apertura fino a mezzanotte, musica, drink dedicato al grande artista e palloncini per tutti i bambini.

Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.
La mostra vede come main sponsorAceasponsorGenerali Valore Culturaspecial partnerRicolamobility partnerAtac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partnerUrban Vision ed è consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.


Sede
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso)
00186 – Roma

Date al pubblico
fino al 7 maggio 2023

Biglietti
Intero € 18,00 (audioguida inclusa)
Ridotto  € 16,00(audioguida inclusa)

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 06 87 15 111

Sito
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale
@arthemisiaarte
@mostrepalazzobonaparte
#VanGoghRoma

La Sala del Consiglio comunale di Bologna a Palazzo d’Accursio riapre con l’esposizione al pubblico di due “Sibille” di Elisabetta Sirani

La Sala del Consiglio comunale di Bologna a Palazzo d’Accursio riapre con l’esposizione al pubblico di due “Sibille” di Elisabetta Sirani prestate dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna grazie a una convenzione con il Settore Musei Civici Bologna 

Si è svolta ieri, lunedì 6 marzo 2023, la conferenza stampa di presentazione del restyling della Sala del Consiglio comunale di Bologna a Palazzo d’Accusio. Oltre ad interventi di riqualificazione funzionale e strumentale, per conferire un forte segno di rinnovamento anche a livello simbolico, in prossimità della Giornata internazionale della donna per la prima volta viene ospitata l’esposizione, a rotazione, di quattro opere d’arte volte ad attribuire rilievo e visibilità a figure femminili che hanno contribuito alla storia della pittura felsinea e del Paese. Un’iniziativa per valorizzare, nel luogo di più alta rappresentanza istituzionale e fulcro della vita politica e amministrativa, il fondamentale impegno delle donne nella partecipazione democratica al governo della città attraverso il linguaggio dell’arte.

Il progetto è reso possibile da una convenzione sottoscritta dal Settore Musei Civici di Bologna con la Pinacoteca Nazionale di Bologna che prevede il prestito di quattro dipinti nel corso degli anni 2023 e 2024. La scelta delle opere è espressione di una progettualità condivisa tra due delle più importanti istituzioni culturali cittadine, che negli ultimi anni hanno più volte proficuamente collaborato ad iniziative congiunte, dimostrando quanto possa essere strategico un più ampio approccio di sistema sul territorio per promuovere la valorizzazione dei patrimoni museali. Dal confronto tra le direttrici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Maria Luisa Pacelli, del Settore Musei Civici Bologna, Eva Degl’Innocenti, e del Settore Cultura e Creatività, Giorgia Boldrini, sono state individuate tre opere di artiste, che nel corso dei secoli si sono distinte – non solo in ambito locale – per la loro attività: Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma, 1614) ed Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 -1665), entrambe figlie d’arte, la prima originale pittrice di pale d’altare e apprezzata ritrattista, la seconda continuatrice dello stile di Guido Reni. A queste si aggiunge una quarta opera di Enrico Romolo, che ha come soggetto l’eroismo di una giovane donna.

Le prime due opere allestite sono le due Sibille di Elisabetta Sirani, visibili dal 6 marzo al 26 settembre 2023. A seguire, da ottobre 2023 ad aprile 2024 sarà la volta della tela di Enrico Romolo e infine, da aprile a settembre 2024, del dipinto di Lavinia Fontana.
Compatibilmente allo svolgimento delle attività istituzionali, le opere saranno fruibili al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13.


La Sala del Consiglio di Palazzo d’Accursio riapre con l’esposizione al pubblico di due “Sibille” di Elisabetta Sirani

Comunicato stampa emesso dall’Ufficio Stampa del Comune di Bologna

Dopo i lavori di restauro per il nuovo impianto audio e video, arrivano in Comune quattro opere d’arte al femminile, su concessione temporanea della Pinacoteca Nazionale

Oggi, lunedì 6 marzo le sedute del Consiglio comunale tornano in presenza (in modalità mista) nella sala del Consiglio di Palazzo d’Accursio, che viene contestualmente riaperta al pubblico, dopo una breve chiusura per i lavori di restyling di cui è stata oggetto nel mese di febbraio, con una novità che riguarda l’esposizione temporanea di opere d’arte in prestito dalla Pinacoteca di Bologna, a partire dall’allestimento di due “Sibille” di Elisabetta Sirani.

In apertura della seduta del Consiglio comunale, la presidente Maria Caterina Manca ha raccontato i lavori realizzati e il progetto culturale presentati stamane in conferenza stampa.
Qui l’intervento della presidente Maria Caterina Manca.

Gli interventi di manutenzione
 effettuati hanno riguardato il restauro delle poltrone, ricreando le sedute secondo l’antico metodo di realizzazione, mentre gli schienali sono stati sottoposti a un trattamento di rivitalizzazione del cuoio a base di cera d’api e creme riparatrici. Le incisioni sono state riportate al loro aspetto originario e sono anche state levigate eventuali imperfezioni delle parti lignee.
È stato inoltre installato un nuovo sistema audio/video e di gestione del voto digitale a supporto delle sedute del Consiglio comunale. Il nuovo impianto garantisce una migliore qualità del suono e delle immagini sia in sala che online. A questo si aggiunge un evoluto sistema di regia, che facilita la gestione delle dirette streaming, con sottotitolatura degli interventi e migliore accessibilità della comunicazione. Le postazioni dei consiglieri sono state dotate di basi con pulsantiera di voto e schermo per seguire il flusso video e i risultati delle votazioni.

La Sala del Consiglio comunale cambia volto non solo grazie a questi interventi di riqualificazione funzionale e strumentale. Per conferire un forte segno di rinnovamento anche a livello simbolico, in prossimità della Giornata internazionale della donna, nella sala più importante del Palazzo comunale – nota come Galleria dei Senatori, splendido esempio di arte barocca e tipico esempio di una tipologia di decorazione di interni che rese famosa la scuola bolognese nel mondo -, per la prima volta viene ospitata l’esposizione, a rotazione, di opere d’arte volte ad attribuire rilievo e visibilità a figure femminili che hanno contribuito alla storia della pittura felsinea e del Paese. Un’iniziativa per valorizzare, nel luogo di più alta rappresentanza istituzionale e fulcro della vita politica e amministrativa, il fondamentale impegno delle donne nella partecipazione democratica al governo della città attraverso il linguaggio dell’arte.

Il progetto
 è reso possibile da una convenzione sottoscritta dal Settore Musei Civici di Bologna con la Pinacoteca Nazionale di Bologna che prevede il prestito di quattro dipinti nel corso degli anni 2023 e 2024. La scelta delle opere è espressione di una progettualità condivisa tra due delle più importanti istituzioni culturali cittadine, che negli ultimi anni hanno più volte proficuamente collaborato ad iniziative congiunte, dimostrando quanto possa essere strategico un più ampio approccio di sistema sul territorio per promuovere la valorizzazione dei patrimoni museali. Dal confronto tra le direttrici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Maria Luisa Pacelli, del Settore Musei Civici Bologna, Eva Degl’Innocenti, e del Settore Cultura e Creatività, Giorgia Boldrini, sono state individuate tre opere di artiste, che nel corso dei secoli si sono distinte – non solo in ambito locale – per la loro attività: Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma, 1614) ed Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 -1665), entrambe figlie d’arte, la prima originale pittrice di pale d’altare e apprezzata ritrattista, la seconda continuatrice dello stile di Guido Reni. A queste si aggiunge una quarta opera di Enrico Romolo, che ha come soggetto l’eroismo di una giovane donna.

Nel dettaglio, l’elenco delle opere è il seguente:

1) Elisabetta Sirani, Sibilla, 1660, olio su tela, cm 110 x 86, inv. n. 6940, Pinacoteca Nazionale di Bologna
2) Elisabetta Sirani, Sibilla, 1660, olio su tela, cm 110 x 86, inv. n. 6941, Pinacoteca Nazionale di Bologna
3) Enrico Romolo, Un’eroina Della sfortunata Carini in Sicilia, 1860, olio su tela, cm 112,5 x 98, inv. 1065, Pinacoteca Nazionale di Bologna
4) Lavinia Fontana, Ritratto di gentildonna con bambina, 1592-1595, olio su tela, cm 117 x 99, inv. 780, Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Le prime due opere allestite sono le “Sibille” di Elisabetta Sirani, visibili dal 6 marzo al 26 settembre
 2023. A seguire, da ottobre 2023 ad aprile 2024 sarà la volta della tela di Enrico Romolo e infine, da aprile a settembre 2024, del dipinto di Lavinia Fontana.
Compatibilmente allo svolgimento delle attività istituzionali, le opere saranno fruibili al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.


Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
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