Fotografia Europea 2023, dentro il cuore dell’Europa

Agata Kubis, Women’s Strike protest against nearly total abortion ban,Warsaw,
Poland 26.10.2020,© Agata Kubis Courtesy of The Archive of Public Protests

Varsavia 26.10.2020, 4° giorno di protesta dello sciopero delle donne contro il quasi totale divieto di aborto. I manifestanti bloccano le strade di Varsavia. Le persone scendono regolarmente in piazza nonostante la pandemia di Covid-19.

FOTOGRAFIA EUROPEA 2023
“EUROPE MATTERS: VISIONI DI UN’IDENTITÀ INQUIETA”

Reggio Emilia 
28 aprile – 11 giugno 2023

Preview 27 aprile 

Eventi inaugurali dal 28 aprile al 1° maggio 2023

Dedicata all’idea di Europa e dei popoli che la abitano, la XVIII edizione del Festival di Reggio Emilia torna per raccontare le sfumature dell’identità di questa comunità multietnica.

Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Chiostri di San DomenicoPalazzo dei Musei, Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra, e gli spazi del Circuito OFF accolgono mostre di grandi maestri e di giovani esordienti

Dal 28 aprile all’ 11 giugno 2023 torna FOTOGRAFIA EUROPEA a Reggio Emilia, il Fstival di fotografia di caratura internazionale – fresco vincitore dell’edizione 2022 dei Lucie Awards a Los Angeles, il premio più ambito nel settore, quale miglior Photo Festival of the Year – promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Anche quest’anno, quindi, un’importante occasione per osservare un mondo in continuo e veloce cambiamento, di cui la fotografia congela il momento per aiutarci a capirne e comprenderne direzioni e dinamiche.

Lo sguardo di questa attesa XVIII edizione di Fotografia Europea è diretto verso la più stretta attualità, dove le radici della nostra identità individuale e sociale vengono messe costantemente alla prova. “Europe matters: visioni di un’identità inquieta”, è il tema a cui fanno riferimento i progetti selezionati dalla direzione artistica del Festival, composta da Tim Clark (editor 1000 Words & curator Photo London Discovery), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia), e Luce Lebart (storica della fotografia, co-autrice del fondamentale volume Une histoire mondiale des femmes photographes, curatrice di mostre e ricercatrice sia per la Collezione dell’Archive of Modern Conflict che in modo indipendente). Un’edizione caratterizzata, oltre che dalla qualità delle mostre, anche dal livello degli incontri, delle conferenze, delle presentazioni di libri e dalle attività educational che verranno organizzate nel corso del festival.

IL TEMA

Partendo da una riflessione sull’idea di Europa e sugli ideali che la costituiscono, le mostre mettono in luce domande sulla condizione attuale del mondo multiculturale e globalizzato che viviamo, un mondo in cui l’Europa non esercita più, ormai da tempo, quell’egemonia spirituale e materiale che per secoli le è stata riconosciuta. Gli artisti tracciano quindi, attraverso il medium fotografico, le linee dinamiche e incerte di un’identità sempre più mobile e variegata, con l’obiettivo di dare senso all’ inquietudine che la attraversa.

LE MOSTRE

Come sempre le sale dei monumentali Chiostri di San Pietro saranno il fulcro del festival, ospitando dieci esposizioni.

Al primo piano, Mónica De Miranda mette in discussione le nozioni standard di identità basate sulle categorie di razza e genere con il progetto The Island che svela, attraverso una contro-narrazione costruita dalle biografie di uomini e donne di origine africana che vivono in Portogallo, i pregiudizi radicati nella società.

Nella sala successiva Güle Güle (arrivederci in turco) è la personale rappresentazione di Istanbul e dei profondi cambiamenti che stanno interessando la società turca attraverso lo sguardo di Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni. Documentando le comunità emarginate, questi scatti rivelano quel substrato umano che, secondo i due fotografi, rappresenta l’espressione più sincera di ogni luogo, oltre la superficiale “facciata” sociale comunemente accettata.

A seguire il progetto di Simon Roberts, Merrie Albion, fotografa il Regno Unito offrendo spunti di riflessione indispensabili sulle nozioni di identità e appartenenza e su cosa significhi essere britannici in questo momento cruciale della storia contemporanea. In mostra anche The Brexit Lexicon, un’opera video in due parti che riporta i termini più comuni che hanno caratterizzato le discussioni sulla Brexit in politica e nei media.

The Archive of Public Protests con You will never walk alone raccoglie, invece, le tracce visive dell’attivismo sociale, di tutte quelle iniziative di massa che si oppongono alle decisioni politiche, alle violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani. È una collezione di scatti che costituisce un monito contro il crescente populismo e contro la discriminazione, con l’intento di prolungare la vita di queste immagini, solitamente legate a eventi specifici e la cui esistenza termina con la loro pubblicazione sulla stampa.

Alessia Rollo, fotografa italiana di origini pugliesi, parla nel suo progetto multimediale Parallel Eyes di un viaggio alla scoperta degli antichi riti del Sud, restituendo all’osservatore il mistero della magia e delle forze ancestrali che legano la natura all’uomo e ai suoi simili. Nelle sue fotografie, Rollo ricostruisce l’identità culturale dell’Italia meridionale con tecniche di manipolazione analogiche e digitali, che introducono in un universo re-incantato, evocativo e spirituale, attingendo ad un patrimonio rituale tuttora vivente e sganciandolo contemporaneamente da quegli stereotipi culturali creati decenni fa dal neo-realismo.

Samuel Gratacap torna a Reggio Emilia con Bilateral, un lavoro inedito sul paesaggio visto da entrambi i lati del confine e attraverso la voce delle persone che quel confine cercano di attraversare. Il progetto si concentra  anche su coloro che lottano per rendere il mondo meno violento, mobilitandosi nei luoghi in cui vivono e, parallelamente, sui decisori, i responsabili di quelle disposizioni che tutti subiranno, invisibili, intercambiabili, senza volto ma padroni della loro immagine.

Il progetto fotografico Odesa dell’ucraina Yelena Yemchuk è l’ode visiva alla città che da sempre l’ha affascinata per la libertà di cui godeva durante l’epoca sovietica. Dopo averla visitata per la prima volta nel 2003, Yemchuk è tornata a Odesa nel 2015 per documentare i volti dei ragazzi e delle ragazze di sedici e diciassette anni dell’Accademia militare: il conflitto al confine orientale iniziato un anno prima l’ha convinta ad ampliare il progetto immortalando anche il contesto di vita di quei volti che si sarebbero trovati, di lì a poco, al fronte.

Un’esplorazione antropologica spinge il francese Geoffroy Mathieu a seguire i raccoglitori, persone che, ai margini delle aree coltivate o negli spazi incolti, vivono dei prodotti che la natura in modo spontaneo continua a offrire seppur in paesaggi danneggiati e precari. Il progetto fotografico che ne deriva, L’Or des ruines, racconta quindi di una sussistenza alternativa che vede nella ricerca di frutti e piante medicinali un nuovo modo di vivere in un mondo comune e scopre una possibile economia costruita sulla condivisione delle risorse spontanee della terra.

Cédrine Scheidig esplora, nel lavoro intitolato De la mer à la terre, le narrazioni personali dei giovani, in Francia e in Martinica, nel processo di scoperta di sé, aprendo al contempo spazi di riflessione su temi politici come il passato coloniale, l’ibridazione culturale, le mascolinità moderne e la migrazione. Lo fa mettendo in dialogo due serie recenti, It is a Blessing to be the Color of Earth (2020), che ritrae la diaspora afro-caraibica nella periferia parigina e Les mornes, le feu, iniziata nel 2022 a Fort-de-France, in Martinica, in cui l’artista rivela le connessioni tra due territori e gli immaginari dei loro abitanti.

La mostra storica di questa edizione sarà ospitata nelle sale affrescate del piano terra dei Chiostri di San Pietro e sarà dedicata a Sabine Weiss, una tra le più importanti voci della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau. Scomparsa nel 2021 all’età di 97 anni, Weiss ha esercitato questa professione per tutta l’arco della sua vita e abbracciato ogni campo della fotografia, immortalando emozioni e sentimenti dei suoi soggetti, indugiando sui loro gesti e sul rapporto che ogni volta riusciva ad instaurare con essi e da cui scaturiva la vera potenza dell’immagine. Attraverso foto d’archivio e numerosi documenti e riviste dell’epoca, la mostra Sabine Weiss. Una vita da fotografa a cura di Virginie Chardin, ripercorre l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 fino agli anni ’80. La mostra è prodotta da Atelier Sabine Weiss Studio e da Photo Elysée con il supporto di Jeu de Paume e Les Rencontres d’Arles e sotto il patrocinio della Confederazione Svizzera.

Nella sede dei Chiostri di San Domenico sarà esposta la mostra dedicata alla committenza che ogni anno il festival affida ad un artista diverso insieme ai due progetti vincitori della Open Call.

La committenza è stata affidata a Myriam Meloni, fotografa italiana che vive e lavora  tra Barcellona e Tangeri, che partendo dal mito di Europa narrato da Ovidio, costruisce un ritratto delle “Europa” contemporanee: giovani donne, autonome, professioniste, l’esito più felice del Novecento e del progetto Erasmus, che stanno attuando una rivoluzione gentile, radicandosi nelle comunità che le accolgono ma continuando a incarnare i valori dai quali provengono. Le immagini di Nelle giornate chiare si vede Europa sono la restituzione di un percorso, una costellazione di possibilità, che invitano a costruire una nuova prospettiva critica verso la contaminazione culturale, enfatizzando il dialogo tessuto da queste giovani donne che dalla riva, nei giorni chiari, guardano la loro Europa.

Mattia Balsamini, uno dei due vincitori dell’Open Call di Fotografia Europea, con Protege Noctem – If Darkness disappeared documenta un’altra battaglia rivoluzionaria nella guerra ecologica in atto in questa era, quella della difesa dell’oscurità. Per raccontarlo, porta nelle sue immagini l’alleanza che scienziati e cittadini hanno formato per mobilitarsi contro la scomparsa della notte e delle sue creature. Balsamini immortala il cielo notturno diventato un mosaico appannato, dimostrando come sia il mondo naturale sia il ciclo circadiano dell’uomo siano fortemente danneggiati dall’ostruzione dell’oscurità notturna causata dallo spettro rilasciato da miliardi di luci artificiali che abbagliano l’ecosistema.

Camilla de Maffei, anche lei vincitrice della Open Call, presenta Grande Padre, un progetto a lungo termine che, partendo dal caso particolare albanese, invita a riflettere sul rapporto globale tra individuo, società e potere. Il processo di ricerca, cominciato nel 2018 e realizzato in collaborazione con il giornalista Christian Elia, propone un’immersione nell’Albania contemporanea e si pone l’obiettivo di esplorare le implicazioni e le conseguenze dell’ascesa e del crollo di un regime, evidenziando le cicatrici che questo processo di transizione ha impresso nella società, documentando anche quello strano senso di vuoto che la libertà, riacquisita dopo quarantacinque anni di regime totalitario e capillare (il riferimento è alla dittatura di Enver Hoxha – una delle più feroci dell’età contemporanea), porta con sé.

Nella sede di Palazzo da Mosto trovano posto le opere fotografiche provenienti dalla collezione di Ars Aevi che celebrano la Bosnia Erzegovina come Paese Ospite di questa edizione del festival. Parziale anagramma della parola “Sarajevo”, Ars Aevi (“arte dell’epoca” in latino)  è un progetto, unico nel suo genere, di museo di arte contemporanea creato dalla volontà collettiva e di cooperazione etica di importanti artisti internazionali, curatori e musei di arte contemporanea, che hanno donato le proprie opere a Sarajevo durante la guerra, per sostenere la città stretta dall’assedio ed accompagnarne la rinascita civile, etica e culturale. Ars Aevi presenta  parte della sua importante collezione fotografica a Fotografia Europea 2023, a testimonianza di quella capillare rete internazionale di amici, partner e sostenitori che credono nell’importanza e nei valori morali, estetici e di sviluppo di cui l’arte contemporanea è portatrice. La mostra, che ha il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Sarajevo, è il frutto dell’importante collaborazione sviluppata in questi anni tra il Comune di Reggio Emilia e la Municipalità di Centar Sarajevo, culminata nella firma di un patto di gemellaggio tra le due città il 9 maggio 2022 a Reggio Emilia, giorno in cui si celebra la Giornata dell’Europa, e il 12 luglio 2022 a Centar Sarajevo.

Al piano terra della stessa sede, Ariane Loze, artista belga, presenta Utopia e Studies and Definitions, due di quattro video realizzati tra aprile 2017 e ottobre 2018 per riflettere sull’Europa. Nel primo l’artista, vestita con un impermeabile giallo in un teatro blu, dà forma ad un dialogo a quattro su temi fondanti come l’essere comunità, il sentirsi rappresentati, la ricerca del bene comune e, infine, l’immaginazione di un’utopia. In Studies and Definitions, invece, assistiamo a un dibattito che nasce dalla lettura della prima pagina della versione consolidata del Trattato sull’Unione Europea, il tutto concepito da Ariane Loze per confrontarsi con i testi esistenti.

Ad abbracciare il festival, numerose altre mostre partner che gravitano intorno ad esso, organizzate dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate nei loro spazi.

Palazzo dei Musei la sezione di fotografia prosegue la riflessione sul ruolo dell’immagine come strumento capace di rivelare le complessità della realtà e del tempo presente, con la mostra Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi (28 aprile 2023 – 25 febbraio 2024,  www.musei.re.it ), un ricco e articolato percorso  dedicato all’elemento naturale che, a partire dalle ricerche di Luigi Ghirri degli anni Settanta e Ottanta, ci invita a riflettere sull’elemento naturale e sulla necessità di una sua ricollocazione all’interno del nostro Orizzonte percettivo. La riflessione si allarga poi a Giardini in Europa, rivisitazione della mostra del 1988, curata da Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, che propone una serie di ricerche su aree verdi e giardini condotte, oltre che dallo stesso Ghirri, da tredici fotografi (Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Varena Von Gagern e Cuchi White) che testimoniano un sentimento di appartenenza nei confronti degli spazi naturali e la necessità di un loro profondo ripensamento nel contesto delle città moderne. La mostra, a cura di Ilaria Campioli, è promossa da Comune di Reggio Emilia (Musei Civici, Biblioteca Panizzi) in collaborazione con Archivio Eredi Luigi Ghirri.

Sempre a Palazzo dei Musei arriva Giovane Fotografia Italiana #10 | Premio Luigi Ghirri 2023, il progetto del Comune di Reggio Emilia che valorizza i talenti della fotografia italiana under 35. Curata da Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, la mostra collettiva dei sette artisti Eleonora Agostini, Andrea Camiolo, Sofiya Chotyrbok, Davide Degano, Carlo Lombardi, Giulia Mangione, Eleonora Paciullo, selezionati da una giuria internazionale, ruoterà attorno al tema Appartenenza. Oltre a concorrere per l’assegnazione del Premio Luigi Ghirri – che offrirà al progetto vincitore l’opportunità di presentare una mostra personale in Triennale Milano – da quest’anno uno fra i sette artisti parteciperà ad una residenza d’artista a Stoccolma, che culminerà nella realizzazione di una mostra a cura dell’Istituto Italiano di Cultura.

La fototeca della Biblioteca Panizzi parteciperà all’edizione del 2023 con Flashback, una selezione di opere fotografiche tra quelle esposte durante il festival Fotografia Europea del 2007, edizione anch’essa incentrata sul tema dell’Europa in rapporto con le sue città.  Questa piccola “antologica” dell’edizione del 2007, riproponendo la questione europea a distanza di oltre 15 anni, può essere fonte di nuove considerazioni sul nostro recente passato e stimolare riflessioni aggiornate alla luce dei recenti e dirompenti avvenimenti.

In Biblioteca Panizzi è inoltre presentata un’altra mostra collegata a Fotografia Europea, Alberto Franchetti e la fotografiache espone parte della recente donazione fatta dalla famiglia Ponsi sul patrimonio di fotografie scattate da Alberto Franchetti e che mette in luce l’interesse del musicista e compositore per il media fotografico, inteso come linguaggio della modernità tout court. Interessante è il suo sguardo, le inquadrature, i giochi di luce che testimoniano non solo la sua attenzione ma anche la sua sensibilità nei confronti del  mondo che lo circondava, fatto di momenti intimi e di paesaggi struggenti.

A un anno dalla scomparsa di Roberto Masotti e in occasione della riedizione del volume You Tourned the Tables On Me, lo Spazio Gerra propone 115 ritratti dei più noti musicisti contemporanei di tutto il mondo, tra cui John Cage, Philip Glass, Brian Eno, Steve Reich, Michael Nyman, Demetrio Stratos e molti altri. In questa serie di ritratti il tavolino assume la valenza di un palcoscenico su cui ognuno dei musicisti ha la possibilità di mettere in scena sé stesso, in molti casi con il medesimo spirito di sperimentazione che lo caratterizza nella musica.

A dimostrazione e rafforzamento della vivacità culturale che caratterizza Reggio Emilia durante il festival, altre istituzioni culturali presentano progetti ad esso collegati.

Collezione Maramotti presenta No Home from War: Tales of Survival and Loss, prima mostra in Italia del fotogiornalista inglese Ivor Prickett. Con oltre cinquanta fotografie scattate in scenari di conflitto dal 2006 al 2022, No Home from War rappresenta la più ampia esposizione sul lavoro di Prickett fino ad oggi. Il fotografo ha iniziato a occuparsi di Europa e di Medio Oriente con l’urgenza di restituire e denunciare gli effetti delle guerre sulla popolazione civile, sulle vite delle persone devastate e sradicate, a prescindere dall’appartenenza all’uno o all’altro schieramento. Partendo da una dimensione intima e domestica delle conseguenze sociali e umanitarie dei conflitti nel lungo periodo (Croazia, Abkhazia), Prickett si è spostato nei luoghi di migrazione forzata, nelle terre di ricercato rifugio (Medio Oriente ed Europa), fino a giungere in prima linea nelle zone di combattimento (Iraq, Ucraina).

CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma propone la mostra Antonio Sansone: Rituali d’Europa. Il fotoreporter Antonio Sansone (Napoli, 1929 – Farfa Sabina, 2008) è stato uno dei più significativi esponenti del fotogiornalismo di impegno civile del secondo dopoguerra. La sua è una visione militante, organica alla sinistra storica e alla Nuova Sinistra, in contrapposizione all’ufficialità delle grandi agenzie, degli organi di stampa filogovernativi.  Attraverso i suoi scatti restituisce un ritratto spesso inatteso del secondo Novecento europeo, dove al rigore dell’antropologo si affianca la sensibilità e l’empatia di un narratore. Le vivide indagini su Napoli, i volti e i rituali della politica italiana spesso colti con accenti salaci, ma anche il racconto indocile dei paesi di “oltrecortina”, dove ai rituali delle ufficialità, che scopriamo non così differenti da quelli dell’altro occidente, Sansone accosta indagini sulla quotidianità, sui fermenti che percorrevano l’Europa, dall’Irlanda alla Francia, all’Ungheria, la Cecoslovacchia, la Romania.

Anche quest’anno lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, torna per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che va dall’ideazione alla realizzazione di un progetto espositivo. Sarà Elena Mazzi l’artista che quest’anno accompagnerà i partecipanti tra i 18 e i 25 anni verso un progetto collettivo e che in 10 incontri li porterà a riflettere su un argomento, osservarlo e studiarlo attraverso la macchina fotografica. Di origini reggiane, Elena ha già conquistato, con i suoi progetti, una posizione di spicco nel panorama artistico contemporaneo, rileggendo poeticamente il patrimonio culturale e naturale dei luoghi e intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali.

Oltre alle mostre arricchisce il Festival un calendario di appuntamenti che accompagnerà i visitatori dalle giornate inaugurali – 28, 29, 30 aprile e 1 maggio – fino all’11 giugno.
In programma le conferenze con Rosella Postorino e Paolo Rumiz curate da Loredana Lipperini (curatrice, scrittrice e conduttrice radiofonica), quelle con Emilio Isgrò e Elena Loewenthal curate da Luca Beatrice (critico d’arte e curatore)  ed inoltre incontri con gli artisti, presentazioni di libri (tra cui Dear Kairos di Simon Bray, il vincitore del FE+SK Book Award, premio organizzato in collaborazione con la casa editrice indipendente Skinnerboox), book signing, letture portfolio ed inoltre [PARENTESI] BOOKFAIR, lo spazio dedicato agli editori indipendenti.

Fotografia Europea ripropone il grande successo della sua declinazione musicale FOTOFONIA, curata da Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica. Sul palco anche quest’anno scopriremo un po’ dell’Italia sonora capace di sorprendere e dialogare con il mondo senza complessi di inferiorità.

Si parte venerdì 28 aprile in Piazza Prampolini con Whitemary, giovane cantante e autrice di una “dance” intelligente quanto trascinante; sempre nell’ambito della musica che si balla, il giovane produttore calabrese Indian Wells.

Sabato 29 aprile, sempre Piazza Prampolini, Spime.im, collettivo torinese che fa dell’interazione tra immagini e tecnologie musicali la propria cifra stilistica e il tastierista dei Nine Inch Nails, Alessandro Cortini con un proprio progetto elettronico dai grandi numeri d’ascolto.

Domenica 30 poi, in una location del tutto speciale come la Chiesa di San Francesco, Earthphonia Planet, un inedito e iper tecnologico spettacolo di suono, immagini e racconto della natura con Max Casacci e il professor Stefano Mancuso, celebre studioso dell’intelligenza delle piante.

Ad illuminare la Notte OFF, sabato 6 maggio in Piazza Casotti, le delicate sonorizzazioni della d.j. designer Luce Clandestina.

Grazie alla collaborazione con TIWI, venerdì 28, dalla mezzanotte, presso Polveriera, l’appuntamento con la fotografia sarà insieme a Nicolas Ballario (esperto d’arte contemporanea, volto di Sky Arte e voce di Radio Rai) e Rodrigo D’Erasmo (polistrumentista, compositore e membro degli Afterhours) con il progetto Lives che ambisce a stilare una serie di “romanzi musicali” dell’arte e, in questo caso, della fotografia con una special edition su Nan Goldin.

È tutto dal vivo: racconti incalzanti e diretti delle vicissitudini della vita e delle opere degli artisti, con una colonna sonora eseguita sul posto.

Anche per questa edizione il CIRCUITO OFF – l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino – presenta progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che dovranno misurarsi con il tema di quest’anno esponendo i propri scatti in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte. Parte di questo circuito è anche il progetto OFF@school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia. Il 6 maggio è la serata dedicata al Circuito Off e in questo evento sarà decretato il vincitore del premio Max Spreafico a cui sarà data l’opportunità di produrre una nuova mostra ed esporla durante la prossima edizione di Fotografia Europea, nel 2024. 

Special Sponsor per l’edizione 2023 si conferma Iren.


Ufficio stampa Fondazione Palazzo Magnani
Stefania Palazzo, tel. 0522.444409; s.palazzo@palazzomagnani.it

Ufficio stampa Studio ESSECI di Sergio Campagnolo s.a.s.
Simone Raddi, tel. 049663499; simone@studioesseci.net

Milano, Palazzo Reale: Dal 22 aprile la prima grande mostra in Europa di LEANDRO ERLICH

Leandro Erlich
The cloud (2012)
Digital ceramic ink printed on ultra-clear glass, wooden
case, and LED lights
Dimensions variable and different series
©Kioku Keizo, Morti Art Museum
Courtesy Galleria Continua

“Leandro Erlich”
22 aprile – 4 ottobre 2023
Palazzo Reale, Milano

Dal 22 aprile le opere di Leandro Erlich, l’artista contemporaneo che ha coinvolto numeri record di visitatori in ogni parte del mondo, arrivano finalmente a Palazzo Reale di Milano, per la sua prima mostra europea.

Un artista che non ha uguali e una mostra in cui nulla è come sembra.

Dal 22 aprilePalazzo Reale Milano accoglie per la prima volta in Europa un’ampia monografica di una delle maggiori figure di spicco della scena artistica internazionale: Leandro Erlich.
La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale Arthemisia, in collaborazione con lo Studio Erlich, con la curatela di Francesco Stocchi.

Artista argentino, nato a Buenos Aires nel 1973, Erlich crea grandi installazioni con cui il pubblico si relaziona e interagisce, diventando esso stesso l’opera d’arte.
Le sue opere sono uniche e rappresentano un’assoluta novità nel mondo dell’arte e uniscono creatività, visione, emozione e divertimento.

Palazzi in cui ci si arrampica virtualmente, case sradicate e sospese in aria, ascensori che non portano da nessuna parte, scale mobili aggrovigliate come fossero fili di un gomitolo, sculture spiazzanti e surreali, video che sovvertono la normalità.
Sono tutti elementi che ci raccontano qualcosa di ordinario in un contesto stra-ordinario, dove tutto è diverso da quello che sembra, dove si perde il senso della realtà e la percezione dello spazio.

I lavori di Erlich sono frutto di una ricerca artistica profonda e concettuale, che sfocia nel paradosso e che ha già conquistato milioni di visitatori nel mondo: 600.000 a Tokyo e 300.000 a Buenos Aires, ovunque il pubblico è accorso alle sue mostre, caratterizzate da installazioni site specific molto complesse da realizzare e quindi molto rare.

Dal 22 aprile 2023 a Palazzo Reale, viene data al pubblico la possibilità di conoscere il lavoro di Erlich attraverso le sue opere più note ed iconiche, per la prima volta riunite in una sola sede con l’intento di sistematizzare la produzione dell’artista.
Erlich ci porta in un altrove magico, dove il possibile diventa impossibile, ma che stupisce ed emoziona grazie ad un grande senso estetico e una poesia fortemente intrinseca.
Il risultato è esplosivo, divertente, appassionante, indimenticabile.

Il suo lavoro esplora le basi percettive della realtà e la nostra capacità di interrogare queste stesse basi attraverso un quadro visivo. L’architettura del quotidiano è un tema ricorrente nell’arte di Erlich, che mira a creare un dialogo tra ciò che crediamo e ciò che vediamo, così come cerca di colmare la distanza tra lo spazio del museo e l’esperienza quotidiana.

L’artista si descrive così: Mi piace presentarmi come un artista concettuale che lavora nel regno del reale e della percezione. Il mio soggetto è la realtà, i simboli e il potenziale di significato. Mi impegno a creare un corpo di opere – soprattutto nella sfera pubblica – che si apra all’immaginazione, sovverta la normalità, ripensi la rappresentazione e proponga azioni che costruiscano e decostruiscano situazioni per sconvolgere la realtà. Parlando in generale.

Ogni opera di Leandro Erlich è da leggersi come una finestra sul mondo sensibile allo sguardo, che invece di trarre in inganno svela il paesaggio che ognuno custodisce nel proprio sé.
Un’opera di Erlich suscita, come prima reazione, un senso di familiarità rispetto al quotidiano, per poi insinuare un certo dubbio. Osservando con attenzione l’opera, lo sguardo dello spettatore inizia a dubitare di ciò che percepisce trovandosi di fronte a un fenomeno inspiegabile.
Suscitare nel pubblico domande, dubbi, emozioni che interagiscono con i suoi lavori è il pensiero primario di Erlich, ed è proprio la partecipazione dello spettatore che rende completa l’opera.

Difficile spiegare Erlich a parole, bisogna provare l’esperienza per capire.

La mostra vede come sponsorGenerali Valore Culturamobility partnerFrecciarossa Treno Ufficiale e media partnerUrban Vision.
Il catalogo è edito da Toluca Studio.

Leandro Erlich
Classroom (2017)
Two rooms of identical dimensions, wood, windows,
desk, chairs, door, glass, lights, blackboard, school
supplies and other classroom decorations, and black
boxes
Dimensions variable
Kioku Keizo, Morti Art Museum

BIOGRAFIA

Artista contemporaneo argentino di fama mondiale, Leandro Erlich realizza opere che utilizzano illusioni ottiche ed effetti sonori per scuotere le nostre nozioni di senso comune. Sebbene ciò che il pubblico vede possa sembrare a prima vista familiare, dalle grandi installazioni ai video, a un esame più attento si rivela una sorprendente e inquietante deviazione dal solito, sotto forma, ad esempio, di una barca che galleggia in assenza di acqua o di persone attaccate al muro in varie pose.
Nato in Argentina nel 1973. Vive e lavora tra Parigi, Buenos Aires e Montevideo.

Le sue mostre hanno in tempi recenti battuto ogni record di ingresso, indipendentemente dalla geografia o il tipo di istituzione: dal MORI Art Museum (Tokyo, 2017) che ha attirato più di 600.000 visitatori, all’HOW Art Museum (Shanghai, 2018), fino a Liminal, la grande mostra antologica al MALBA (Buenos Aires) vista da più di 300.000 persone; in occasione di The Confines of The Great Void al CAFAM (Central Academy of Fine Arts, Pechino), il principale museo cinese, Erlich è diventato il primo artista non cinese a occupare l’intero spazio espositivo fino alla retrospettiva attualmente in tournée in Brasile (CCBB Belo Horizonte, Rio de Janeiro, San Paolo). Nel dicembre 2022, una nuova versione di Liminal, prima mostra antologica negli Stati Uniti, è stata inaugurata al PAMM di Miami, dove sarà esposta fino al settembre 2023.

Erlich ha iniziato la sua carriera professionale a 18 anni con una mostra personale presso il Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires e, dopo aver ricevuto diverse borse di studio (El Fondo Nacional de las Artes, Fundación Antorchas), ha proseguito gli studi al Core Program, una residenza per artisti a Houston (Glassell School of Art, 1998) dove ha sviluppato le celebri opere Swimming Pool e Living Room. Nel 2000 ha partecipato alla Biennale di Whitney con Rain e nel 2001 ha rappresentato l’Argentina alla 49° Biennale di Venezia con Swimming Pool, un’opera emblematica che fa parte della collezione permanente del 21st Century Museum of Art di Kanazawa (Giappone) e del Voorlinden Museum (Paesi Bassi).

Erlich è stato insignito di numerosi premi critici di livello internazionale, tra cui Il Roy Neuberger Exhibition Award (NY, 2017), la Nomination per il Prix Marcel Duchamp (Parigi, 2006), il Premio UNESCO (Istanbul, 2001), il Premio Leonardo (Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires, 2000), il Fondo Nacional de las Artes (Buenos Aires, 1992).
Le sue opere sono presenti in molte collezioni private e pubbliche, tra cui The Museum of Modern Art, Buenos Aires; The Museum of Fine Arts, Houston; Tate Modern, Londra; Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi; 21st Century Museum of Art Kanazawa, Giappone; MACRO, Roma; The Jerusalem Museum; FNAC, Francia; Ville de Paris et SCNF, Francia; Voorlinden Museum, Paesi Bassi; MUSAC, Spagna.


Informazioni e prenotazioni
T +39 02 892 99 21
www.palazzorealemilano.it
www.arthemisia.it
 
Hashtag ufficiale
#ErlichMilano
 
Biglietti
Open € 17,00
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Cte Matera presenta il percorso di open call realizzato con la Fondazione Piemonte Innova

CALL4FUTURE: LA CALL DI INNOVAZIONE DI CTE MATERA


La Casa delle Tecnologie Emergenti di Matera presenta il percorso di open call realizzato con la Fondazione Piemonte Innova per integrare i fabbisogni delle imprese con l’attività dei sei laboratori della Cte.

Stamani 4 aprile dalle ore 9 nella sede di via San Rocco n.1 a Matera, la presentazione della prima open call per le imprese.

Rafforzare il collegamento con il territorio e favorire la diffusione delle tecnologie è l’obiettivo di Call4Future: la call di innovazione di Cte Matera, percorso di open call che favorisce l’accesso delle imprese ai laboratori della Cte Matera al fine di poter sperimentare le tecnologie messe a disposizione e realizzare nuovi prodotti e servizi tali da aumentare il loro posizionamento nei mercati e settori di riferimento.

Call4Future, programma articolato in tre open call (Call 4 Needs – Call4Ideas – Call4Solutions), sarà presentato domani martedì 4 aprile 2023 | dalle ore 9.00 alle ore 11:30 alla Casa delle tecnologie emergenti di Matera (Cte Matera) in via San Rocco n.1.

Nel corso dell’evento di lancio saranno spiegate nel dettaglio le singole sfide e, assieme a vari esponenti di multinazionali e corporate italiane, si svolgeranno due tavole rotonde: la prima sul tema “Come possono collaborare le imprese tra di loro” con speaker di Piemonte Innova, BINP, Tiscali e CNR e la seconda dal titolo “Le esigenze del territorio nel mondo dell’innovazione” con speaker di Effenove, HSH e Biblioteca di Matera, Cluster Aerospazio, Signify, Studio Antani, Ordine Veterinari, Dian srl, COM.

Il processo di Open Call, che rappresenta un’occasione per grandi aziende e realtà innovative di lavorare assieme allo sviluppo di nuove soluzioni, al fine di generare un cambiamento che abbia valore per l’ambiente circostante, è stato realizzato da EY sulla base del percorso di dialogo e interazione con le imprese che Cte Matera ha affidato alla Fondazione Piemonte Innova per integrare i fabbisogni delle imprese e l’attività dei sei laboratori d’innovazione dedicati a: Blockchain, Robotica, 3D Video Capture AR/VR e mixed reality, Gemello Digitale, Giardino delle Tecnologie ed Applicazioni 5G.

Un percorso che è iniziato nel mese di gennaio con l’analisi di elementi di innovazione tecnologica nei verticali di Cte Matera, l’identificazione degli attori da coinvolgere, il dialogo con le associazioni ed i rappresentanti chiave dell’ecosistema imprenditoriale locale, l’intervista a oltre 50 imprese e l’analisi dei fabbisogni di innovazione.

“Domani alla Cte Matera presentiamo tre open call che raccolgono i bisogni dell’ecosistema imprenditoriale lucano – affermaAngelo Raffaele Cotugno, Assessore all’Innovazione del Comune di Matera – necessità raccolte nel corso di incontri, svolti a gennaio, con l’Assessorato alle Attività produttive della Regione Basilicata, le associazioni datoriali e di categoria e i Cluster e con i 1to1 con le imprese realizzati a marzo. Un processo di coinvolgimento delle realtà produttive lucane che la Cte Matera ha affidato alla Fondazione Piemonte Innova”.

 “Fondazione Piemonte Innova offre la propria competenza per supportare l’amministrazione comunale nel dialogo con le imprese, grazie alle esperienze maturate in questi anni in qualità di partner tecnico per la pianificazione strategica e la sperimentazione di soluzioni innovative per la Cte Next Torino, oltre al ruolo di gestore e animatore del Polo di Innovazione ICT di Regione Piemonte e del Cluster Tecnologico Nazionale per le Smart Communities – SmartCommunitiesTech” spiega Laura Morgagni, direttore di Fondazione Piemonte Innova.

Le Open Call saranno aperte dal 4 aprile al 4 giugno. Sarà possibile seguire il lancio della Call4Future: la call di innovazione di Cte Matera in diretta streaming sui canali social di Cte Matera ( https://www.facebook.com/ctematera  – https://www.youtube.com/@ctematera9200 ).

Dopo i saluti di Angelo Raffaele Cotugno, Assessore all’Innovazione del Comune di Matera e l’introduzione Giampiero Pepe, Responsabile Scientifico Cte Matera, interverranno tra gli altri Mariano Guzzetta di EY, Gianmarco Piola di Piemonte Innova e Daniele Righi di Tiscali.

A seguire, l’incontro SmartCityLab Matera, realizzato in collaborazione con il Cluster SmartCommunitiesTech, in cui saranno approfondite le esigenze di innovazione dei Comuni lucani, in modo da favorire lo sviluppo di soluzioni e il testing di sperimentazioni innovative sul territorio.


Casa delle tecnologie emergenti di Matera (Cte Matera)

La Cte Matera è realizzata in base al programma del Ministero delle imprese e made in Italy (Mimit) di supporto alle tecnologie emergenti 5G. L’obiettivo del Programma è quello di realizzare progetti di sperimentazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico, basati sull’utilizzo delle tecnologie emergenti, quali Blockchain, Intelligenza Artificiale (AI), Internet delle cose (IoT), collegate allo sviluppo delle reti di nuova generazione. Il Piano è finanziato da risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 come previsto dal Piano di investimenti per la diffusione della banda ultra larga, di cui alla Delibera CIPE n. 61/2018.

Il progetto, con capofila il Comune di Matera, è realizzato da tre partner scientifici: CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Politecnico di Bari e Università degli Studi della Basilicata.
I sei Laboratori presenti alla Cte Matera: Lab Sperimentazione 3D Video Capture, Ar/Vr e Mixed Reality; Lab Gemello Digitale della città di Matera; Lab Applicazioni del 5G; Lab Giardino delle Tecnologie; Lab BC & QKD; Lab Applicazioni di Robotica e Stampa 3D.
www.ctematera.it

Fondazione Piemonte Innova

Piemonte Innova, già Torino Wireless, è un partenariato pubblico-privato che agisce a livello nazionale e internazionale per la promozione e sviluppo dell’innovazione. Sin dall’esordio nel 2003, è un soggetto unico a livello nazionale che mette a fattor comune in ambito digitale soggetti pubblici, enti di ricerca e imprese. Conta su uno staff di 35 persone impegnate su oltre 40 progetti di cui 8 europei, un cluster tecnologico nazionale (SmartCommunitiesTech), un cluster tecnologico regionale (Polo di Innovazione ICT) e un ecosistema dedicato all’innovazione. Piemonte Innova mette a disposizione competenze nella gestione e animazione di reti collaborative, sostiene e affianca Pmi e piccoli comuni nella transizione digitale, risponde alle richieste di partecipazione ai progetti promossi dagli enti territoriali, individuando fabbisogni e collaborazioni per progetti di ricerca collaborativa pubblico-privata.


Sissi Ruggi

Pubbliche relazioni Cte Matera
Casa delle tecnologie emergenti di Matera
via San Rocco n.1 – 75100 Matera
comunicazione@ctematera.it
www.ctematera.it

Fondazione Piemonte Innova – Cluster Nazionale SmartCommunitiesTech
Chiara Cavanna 335 7425800 – Jan Pellissier 347 7845273
media@piemonteinnova.it

Roma, Casino dei Principi, Musei di Villa Torlonia: Primarosa Cesarini Sforza – La materia e il perimetro – INAUGURAZIONE

UCCELLI, acrilico, fili di seta e piombo su tela, cm. 82×100

Primarosa Cesarini Sforza
LA MATERIA E IL PERIMETRO

A cura di Michela Becchis

Inaugurazione 4 aprile 2023
ore 17.00
Anteprima stampa 4 aprile 2023 ore 11.00-13.00

Casino dei Principi – Musei di Villa Torlonia

Via Nomentana 70 – Roma

Fino al 2 luglio 2023

L’esposizione ripercorre i 50 anni di attività dell’artista, nel costante confronto con la materia che l’ha portata a sperimentare le più disparate tecniche e materiali per dare forma al suo processo creativo

La mostra PRIMAROSA CESARINI SFORZA | LA MATERIA E IL PERIMETRO, ospitata al Casino dei Principi di Villa Torlonia dal 5 aprile al 2 luglio 2023, ripercorre i 50 anni di attività dell’artista, facendo emergere gli snodi fondamentali della sua ricerca, dagli esordi al lungo periodo americano, gli anni del rientro in Italia e poi gli ultimi decenni fino ad oggi.  

La retrospettiva, a cura di Michela Becchis, è promossa da Roma CultureSovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

Il titolo della mostra nasce dalle due coordinate che hanno contrassegnato il lavoro dell’artista. Da un lato il costante confronto con la materia che ha portato Cesarini Sforza a sperimentare le più disparate tecniche e materiali per dare forma al suo processo creativo: in esposizione saranno visibili, infatti, disegni, dipinti, istallazioni, grafiche, ceramiche, libri d’artista. Dall’altro un uso della memoria come perimetro dentro cui condurre quel confronto con la materia; una memoria che mai si è fatta nostalgia, malinconia, ma piuttosto chiave di interpretazione del suo essere costantemente nella contemporaneità, in ciò che le è stato e le è circostante. 

L’allestimento è una scomposizione critica per periodi che offrirà allo sguardo dei visitatori il lavoro incessante dell’artista che, solo visto nella sua interezza, dimostra tutta la sua compattezza intorno a queste due idee guida. 

La mostra prevede anche inserti scritti in cui Cesarini Sforza racconterà la sua biografia, cataloghi degli anni newyorkesi, ma anche cataloghi e fotografie che mostreranno come i lavori dell’artista siano stati visti, ricercati e apprezzati in molti paesi europei e nel mondo, a New Delhi, in Iran, a Istanbul, in Argentina. 

Con la mostra si intende quindi ricostruire la lunga carriera di Cesarini Sforza, ma anche la sua capacità di ramificarsi, collegarsi, intrecciare relazioni, dialogare con l’arte del suo tempo senza far venire meno la solidità della sua personale ricerca. Una mostra essenziale capace di offrire ai visitatori un esauriente spaccato di un lungo percorso artistico che ha indagato con cura il suo tempo in ogni suo mutamento intimo e collettivo.

La mostra vede la collaborazione di KMSTUDIO e TraLeVolte. Il catalogo è edito da AAIE Center for Contemporary Art. Un particolare ringraziamento a Alessandra Scerrato e Francesco Pezzini.

Primarosa Cesarini Sforza 1

Biografia

La carriera di Primarosa Cesarini Sforza, iniziata in età giovanissima, era in qualche modo predestinata, essendo nata in una famiglia di artisti e collezionisti (Cesarini Sforza, Cascella, Canevari). Dopo gli studi presso l’Istituto d’Arte di Roma, si trasferisce nel 1966 negli Stati Uniti vivendo appieno le esperienze e le sperimentazioni artistiche di quei decenni americani. Le prime mostre hanno avuto luogo nel 1968 a New York, città in cui l’artista ha continuato ad esporre in gallerie e istituzioni fino agli inizi degli anni ’80 ed ancora nel 2019 presso la Allan Stone Projects. Ha viaggiato ed esposto in molte città europee (Madrid, Colonia, Parigi, Lisbona, Bilbao) e fuori Europa (Argentina, Iran, India, Emirati Arabi, Marocco). Ha partecipato a residenze condividendo l’esperienza creativa con artisti provenienti da vari paesi, in Giordania, Marocco e Svizzera. Ha esposto sue opere in numerose manifestazioni tra le quali Arte/architettura/città (Palazzo delle Esposizioni, Roma), Art for All (Complesso San Salvatore in Lauro, Roma), Il luogo dei luoghi (Società Geografica di Roma), Lavori in corso -1999 (MACRO Roma; opera acquistata dal Museo), Carte 7 (Fondazione Niavaran, Teheran, e Ambasciata italiana, New Delhi), Rassegna nazionale del Libro d’artista (Foggia), Biennale delle Arti del Mediterraneo (Salerno), Kholn Art Salon di Colonia (Germania), Galleria Vigadò (Budapest), Dogus University (Istanbul), Casa dell’Architettura (Bilbao). Sue opere sono nelle collezioni del MACRO (Roma), MUBAQ (L’Aquila), Fondazione Orestiadi (Gibellina), Fondazione Mastroianni (Arpino), Ambasciata italiana (Brasilia), Ambasciata italiana (Cipro), Museo d’arte contemporanea (Asilah, Marocco), Museo d’Arte Contemporanea (Amman), Collezione Libri d’Artista (Cassino). Interventi critici: Mario de Candia, Patrizia Ferri, Enrico Gallian, Claudia Terenzi, Barbara Tosi, Ed Bryant, Simonetta Lux, Ivana D’Agostino, Gianluca Marziani, Lorenzo Canova, Fernando Carbonell, Carlo Fabrizio Carli, Enzo Bilardello, Ivana D’Agostino, Mary Angela Schroth, Antonello Rubini, Luciano Marziano, Francesca Gallo, Silvia Bordini, Nicoletta Cardano, Bruno Aller. Ultime mostre personali: Parigi, Mairie du quatrième arrondissement, marzo 2015; Roma, Spazio Y, 2017; Buenos Aires, Istituto italiano di cultura, 2017.


SCHEDA INFO
Titolo mostra PRIMAROSA CESARINI SFORZA | LA MATERIA E IL PERIMETRO
Luogo Musei di Villa Torlonia – Casino dei Principi – Via Nomentana, 70 – Roma 
Anteprima stampa 4 aprile 2023 ore 11.00 – 13.00
Inaugurazione 4 aprile 2023 ore 17.00
Apertura al pubblico 5 aprile – 2 luglio 2023
Orario martedì-domenica ore 9.00-19.00; ultimo ingresso ore 18.00; Chiuso: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre 
Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
A cura di Michela Becchis
Con la collaborazione di KMSTUDIO, TraLeVolte
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Catalogo AAIE Center for Contemporary Art
Info Mostra Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00–19.00)
www.museivillatorlonia.itwww.museiincomuneroma.it

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Roberta Melasecca
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