Secondo e ultimo fine settimana di ARTEVENTO CERVIA. Il festival internazionale dell’aquilone –  Programma da venerdì 28 aprile a lunedì 1° maggio

ARTEVENTO-CERVIA, Aquilone Anna Rubin– Ph. Franca Perletti

Si avvia verso la conclusione

ARTEVENTO CERVIA

Il più longevo festival internazionale del mondo dedicato all’aquilone come forma d’arte ed emblema ecologista

Il programma da venerdì 28 aprile a lunedì 1° maggio

Dal 21 aprile al 1° maggio 2023

Cervia – Spiaggia di Pinarella & location collaterali

Con un record assoluto di oltre 250.000 visitatori, registrato già solo nel primo fine settimana della manifestazione, ARTEVENTO CERVIA – Festival Internazionale dell’Aquilone più longevo al mondo, prosegue e si prepara per la fase finale di questa 43esima edizione.

Fino al 1° maggio, sulla Spiaggia di Pinarella di Cervia, l’incantevole location alle porte meridionali del Parco del Delta del Po, offrirà al pubblico artisti del vento, designer e appassionati che si uniscono per tuffarsi nella magia di una pratica nata oltre 2500 anni fa, l’arte eolica.

IL PROGRAMMA DI ARTEVENTO CERVIA
DA VENERDì 28 APRILE A LUNEDì 1° MAGGIO 2023

Venerdì 28 aprile 2023

Venerdì 28 aprile 2023 si comincia alle ore 10.00 con la consueta apertura dell’Area aquiloni d’arte ed etnici, l’Area aquiloni giganti e 3D Air Creations e l’Area esibizioni dove poter assistere allo spettacolare volo degli aquiloni e alle prove libere di volo acrobatico.

Il programma della giornata entra nel vivo alle ore 14.30 con la “Sky Gallery” dei Maestri del volo italiani e si prosegue alle 15.30 con le delegazioni di ArgentinaAustraliaBelgioColombiaInghilterraPaesi Bassi e Scozia. Il pomeriggio si conclude alle 16.00 con “Sport Kite Show” la rassegna di esibizioni di volo acrobatico a ritmo di musica in solo, coppia e team.

Lo spettacolo di ARTEVENTO CERVIA prosegue anche di sera con “Hesperus, a dead live show“: il Circo Madera porta in scena alle 20.30 uno spettacolo di circo-teatro con musica dal vivo, acrobatica, comicità e nonsense. Un’esplosione di vitalità, una macchina del tempo che ci porta a ripercorrere l’esistenza dello spettacolo dal vivo.

Sabato 29 aprile 2023

Il weekend del ponte del 1 maggio di ARTEVENTO CERVIA riserverà numerose sorprese per il pubblico che ancora una volta potrà ammirare nel cielo i più belli aquiloni del mondo. Sabato 29 aprile 2023 si parte alle ore 10.00 con la consueta apertura dell’Area aquiloni d’arte e etnici, l’Area aquiloni giganti e 3D Air Creations e l’Area delle Esibizioni; sempre dalle ore 10.00 presso la Reception di ARTEVENTO sarà possibile iscriversi al workshop giornaliero “In volo con le api“, un laboratorio pratico di costruzione di aquiloni. Il workshop si ripeterà anche nel pomeriggio.

New entry della giornata è l’apertura dell’Area Stack e dalle ore 10.00 dove si potrà assistere alla gara “Cervia’s Cup“: i migliori aquilonisti al mondo si sfideranno in prove acrobatiche e di abilità, facendo volare i loro aquiloni nell’affascinante location di Pinarella di Cervia.

Si prosegue alle 15.00 con la “Sky Gallery” dedicata all’arte di Jorgen Moller Hansen, grande aquilonista danese, a cura del team inglese Felix Mottram The Decorators. Lo spettacolo di ARTEVENTO CERVIA continua alle 15.30 con la performance di teatro-danza di Elly Ginanti e Shima Ucrasena del Bali e alle 15.45 con la “Sky Gallery” delle delegazioni di BaliCanadaFrancia e Germania.

Alle 16.15 ARTEVENTO CERVIA presenta lo spettacolo degli Ospiti d’onore della 43esima edizione: il Team Maori Te Kura O Hirangi si esibirà nei canti waiata e nella performance di kapa haka. Imperdibile poi la rassegna di esibizioni di volo acrobatico a ritmo di musica delle 16.45 con lo “Sport Kite Show“. Torna inoltre l’appuntamento con il Circo Madera e lo spettacolo “Hesperus” che andrà in scena alle 17.00 e in replica alle 20.30.

In programma inoltre durante la serata l’esibizione del Team Maori Te Kura O Hirangi, la Parata delle Bandiere e il volo per la Pace degli artisti del vento in arrivo dal mondo intero. Il tutto nel contesto della suggestiva iconica serata dedicata al mare e allo spirito di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale promosso dal festival. 

La giornata di sabato prosegue fino a notte fonda con uno dei momenti più attesi e affascinanti del festival: la Notte dei Miracoli che a partire dalle ore 21.00 aprirà con lo spettacolo immersivo di arte eolica, che lascerà senza fiato il pubblico con musica e luci in riva al mare.

Un evento eccezionale e di grande attesa, voluto, ideato e organizzato da ARTEVENTO CERVIA, sarà la presenza sul palco di Luciano Scalettari, presidente e fondatore dell’Onlus ResQ-PEOPLE SAVING PEOPLE e di Massimo Cirri, conduttore radiofonico del programma Caterpillar, i quali si collegheranno in diretta con Cecilia Strada sulla nave ResQ per ascoltare le ultime novità sull’attuale missione nel mare Mediterraneo. Il dialogo sarà arricchito da video proiezioni che illustreranno il lavoro complesso che l’Onlus affronta ogni giorno.

Da seguire anche in diretta Facebook.

Domenica 30 aprile 2023

ARTEVENTO CERVIA si avvia alla conclusione con il penultimo giorno di festival: domenica 30 aprile si parte alle ore 10.00 con la consueta apertura dell’Area aquiloni d’arte e etnici, l’Area aquiloni giganti e 3D Air Creations e l’Area delle Esibizioni. Per tutti gli appassionati dalle ore 10.00 presso la Reception di ARTEVENTO sarà possibile iscriversi al workshop giornaliero “In volo con le api“, un laboratorio pratico di costruzione di aquiloni che si ripeterà anche nel pomeriggio.

Sempre alle ore 10.00 inizierà la “Cervia’s Cup” nell’Area Stak, la competizione di volo dei migliori aquilonisti al mondo. Dalle ore 10.30 per tutta la giornata presso la Reception di ARTEVENTO sarà possibile procurarsi l’annullo postale celebrativo dedicato alla 43 edizione del Festival e realizzato da Filatelia Poste Italiane.

Nell’Area esibizioni ci saranno diversi eventi duranti la giornata, a cominciare alle 14.30 con “L’aquilone storico“, un focus sulla storia dell’aquilone e sulle sue applicazioni in ambito meteorologico con Andrea Casalboni e Fausto Focaccia. Alle 15.00 si prosegue con la “Sky Gallery” del Team Carpe Diem dalla Svizzera e del Team Vulandra dall’Italia. Torna in scena alle 15.30 la performance di teatro-danza di Elly Ginanti e Shima Ucrasena del Bali. Alle 15.45 continua la “Sky Gallery” con focus su Kadek Armika del Bali Anna Rubin dell’Austria.

Alle 16.30 ARTEVENTO CERVIA dedicherà uno Speciale agli Ospiti d’Onore del 2023: il Team Maori Te Kura O Hirangi ammalierà il pubblico con le danze e i costumi tipici della Nuova Zelanda. Per le ore 17.00 è in programma l’attesa Rokkaku Challenge, un vero e proprio combattimento tra aquiloni. Sempre alle 17.00 Circo Madera stupirà il pubblico con lo spettacolo “A ruota libera“, uno show comico acrobatico che mescola il teatro all’arte di strada. Il pomeriggio si conclude alle 17.30 con la rassegna di esibizioni di volo acrobatico “Sport Kite Show.

Il penultimo giorno di ARTEVENTO CERVIA chiude alle ore 20.30 con lo spettacolo “Hesperus” del Circo Madera.

Lunedì 1° Maggio 2023

ARTEVENTO CERVIA giunge al termine con un’ultima giornata ricca di eventi ed esibizioni. Per l’ultima volta alle ore 10.00 aprono ufficialmente tutte le Aree del festival con tutti gli aquiloni in volo e la gara della “Cervia’s Cup”. Sempre dalle ore 10.00 presso la Reception di ARTEVENTO sarà possibile iscriversi al workshop giornalier “In volo con le api“, un laboratorio pratico di costruzione di aquiloni. In replica anche nel pomeriggio alle ore 16.00. Da non perdere alle ore 11.00 lo spettacolo “A Ruota Libera” del Circo Madera.

Si entra nel vivo del programma dalle ore 12.00 con la premiazione STACK della “Cervia’s Cup dove saranno “incoronati” i migliori piloti acrobatici del festival. Alle ore 14.00 il cielo di Pinarella di Cervia si trasforma in una grande tavolozza di colori con la “Sky Gallery” conclusiva dal titolo “Un cielo, un mondo” dove tutte le delegazioni faranno danzare i loro aquiloni. Spazio anche al teatro-danza: tornano sul palco di ARTEVENTO CERVIA Elly Ginanti e Shima Ucrasena dal Bali con “Il drago e la fenice“. Ultimo saluto anche agli Ospiti d’Onore 2023, il Team Maori Te Kura O Hirangi che salirà sul palco alle ore 16.00.

ARTEVENTO CERVIA conclude alle ore 16.00 con l’ultima esibizione di volo acrobatico “Sport Kite Show” e lo spettacolo “Hesperus” del Circo Madera.

Durante i giorni di ARTEVENTO il Maestro giapponese Masaaki Sato sarà protagonista della mostra al Magazzino del Sale di Cervia nella Sala Rubicone dove saranno esposti circa 20 dei suoi aquiloni più famosi.

Ogni giorno inoltre sarà possibile visitare i GIARDINI DEL VENTO, una delle principali attrazioni del festival: la più grande mostra all’aria aperta di air sculpures e installazioni eoliche dal mondo per celebrare l’arte ambientale e promuovere l’eolico come inesauribile fonte di energia rinnovabile.

Sulla spiaggia di Pinarella di Cervia inoltre sarà possibile trovare il mercatino degli aquiloni, un’ampia area food e uno spazio giochi per i più piccoli.

ARTEVENTO-CERVIA – Museo Giappone – Foto Caterina Capelli

Il programma dettagliato di ARTEVENTO CERVIA è disponibile su www.artevento.com/

ARTEVENTO CERVIA Festival Internazionale dell’Aquilone è realizzato da ARTEVENTO con il patrocinio e la collaborazione di Regione Emilia Romagna, Comune di Cervia, New Zealand Embassy, Istituto Giapponese di Cultura, APT Servizi, Consorzio Aquiloni, BPER Banca, Cooperativa Bagnini Spiagge Cervia. Media partner: Rai Pubblica Utilità, Radio Bruno.


INFORMAZIONI UTILI

43°ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
DOVE: Cervia, Spiaggia di Pinarella e location collaterali
QUANDO: dal 21 aprile al 1° maggio 2023
COME RAGGIUNGERCI: Con l’autobus dalla fermata CERVIA FS prendere Linea 201 fino alla fermata di Pinarella Centro Commerciale
DOVE PARCHEGGIARE: VEDI QUI

CONTATTI
SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cerviakitefestival/
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCCQv-5MAJEy-2DTIF57-6Fw/featured


UFFICIO STAMPA

Culturalia

CULTURALIA DI NORMA WALTMANN
051 6569105 – 392 2527126
info@culturaliart.com www.culturaliart.com
Facebook: Culturalia
Instagram: Culturalia_comunicare_arte
Linkedin: Culturalia di Norma Waltmann
Youtube: Culturalia

Ad Albissola Marina le bellissime opere di Nino Ventura – “L’esercito del Piccolo Pesce” arricchirà fino a settembre il Lungomare degli Artisti

Nino Ventura, Testa di Re e di Regina – Foto Valentina Esposito

Le opere dell’artista Nino Ventura in Liguria

Albissola Marina, 29 aprile 2023: la mostra Arrivano dal Mare al Circolo degli Artisti e il gruppo scultoreo L’esercito del Piccolo Pesce sul Lungomare degli Artisti

A partire dal 29 aprile 2023 ad Albissola Marina una mostra dell’artista – curata da Vittorio Amedeo Sacco – dal titolo Arrivano dal Mare sarà accolta al Circolo degli Artisti (fino al 14 maggio) e in contemporanea il famoso gruppo scultoreo L’esercito del Piccolo Pesce andrà ad arricchire fino a settembre il Lungomare degli Artisti, una delle passeggiate più belle del mondo.

L’evento di Albissola vede il supporto della Fondazione Cento Fiori, della Fondazione Agostino De Mari, oltre il patrocinio del Comune di Albissola Marina e di Albissola Superiore e del Comune e della Provincia di Savona.

«Immersi da secoli nella tradizione ceramica, siamo veramente lieti di poter incrementare la lunga lista di grandi artisti che hanno frequentato le fabbriche del nostro territorio – dichiara Gianluca Nasuti Sindaco e Assessore alla Cultura di Albissola Marinae che hanno lasciato una indelebile traccia del loro passaggio. Ci lusinga il fatto che Nino Ventura abbia scelto Albissola Marina per una sua personale nello storico e glorioso Circolo degli Artisti di Pozzo Garitta. Ma ci inorgoglisce ancor di più e lo ringraziamo di cuore, per l’installazione “L’Esercito del Piccolo Pesce” sul Lungomare degli Artisti. Quale collocazione più adatta se non all’interno di una vasca/fontana/piscina, vicino ai mosaici ricavati dai bozzetti di alcuni dei grandi artisti che, nel secolo passato, concorsero a creare questo “unicum” mondiale».

«Oggi la nostra sede – afferma Antonio Licheri Presidente del Circolo degli Artistiè in una fornace dell’800 dove si cuocevano le cosiddette “pignatte” cioè tutta l’utensileria per gli usi di casa e non solo, nella tradizione dell’artigianato locale. Negli anni è avvenuta la magica trasformazione dalla ceramica artigianale a quella artistica, per approdare poi alla ceramica d’artista, grazie ai grandi maestri che costruirono un formidabile rapporto con i nostri artigiani continuando a frequentare o addirittura trasferendosi nel nostro territorio… È in questo spirito che siamo orgogliosi di ospitare nei nostri spazi di Pozzo Garitta, dal 29 aprile al 14 maggio una personale di Nino Ventura».

Nino Ventura – Foto Valentina Esposito

La mostra

Albissola Marina, Circolo degli Artisti, 29 aprile – 14 maggio 2023

La mostra “Arrivano dal Mare” nella sede del Circolo degli Artisti di Albissola – antica fornace dell’800 – raccoglie circa 30 opere in terracotta dell’artista nato ad Acireale (classe 1959), che ha il suo studio nella Tenuta Cerello a Chivasso in Piemonte. La sua attività artistica si è sviluppata dal 1979 attraverso l’utilizzo di mezzi espressivi diversi, dal teatro al cinema, dalla televisione alla scultura.

Ed è proprio attraverso la scultura che ha dato forma a Pesci, Sirene, Angeli, Dervisci, Maschere e Ninfe, Sfingi e Uomini Pensatori, soluzioni immaginarie di creature che popolano la sua fantasia, le cui fattezze superano il pensiero razionale, come protagonisti delle favole che però vogliono essere solo ammirati ma loro non possono guardare: tutti i personaggi di Ventura, infatti, hanno gli occhi chiusi perché – come dice l’artista stesso – «non vedano le bruttezze del mondo e inducano nello spettatore l’introspezione, il desiderio di guardarsi dentro».

«Il tratto fondamentale dell’investigazione plastica di Nino Ventura aspira e riesce a dimostrare che non esiste separazione fra braccio e mente – dichiara Vittorio Amedeo Sacco curatore della mostra – che la componente artigianale del lavoro dello scultore vale non meno di quella mentale. In altre parole, questo artista falsifica (nel senso che smentisce) qualsiasi concezione meccanicamente dualistica che tenda a superare il corpo della mente, lo spirito della materia, il qui d’altrove. […] La forza creativa dello scultore impatta il bronzo, il vetro e la ceramica. Interviene per piegare ai suoi scopi plastici i materiali la cui struttura molecolare è più adatta a durare nel tempo. Sfida le esigenze dell’equilibrio, quelle della forma, quelle dello spazio e quelle dell’innovazione che, prese nel loro insieme, configurano un progetto di trasformazione della realtà, portatore di principi etici oltre che estetici».

Nino Ventura, Esercito del Piccolo Pesce – Foto Valentina Esposito

L’esercito del Piccolo Pesce

Albissola Marina, Lungomare degli Artisti, 29 aprile – 3 settembre 2023

L’opera, composta di ben 12 personaggi in terracotta, alti oltre tre metri, realizzata nel 2008 presso il Centro Museale Fornace Pagliero di Daniele Chechi a Castellamonte, si ispira all’esercito di terracotta di Xi’an, costruito tra il 246 e il 206 a.C., riproduzione dell’armata che portò lo stato di Qin alla vittoria e unificazione dell’Impero cinese.

A differenza delle statue cinesi però gli alfieri di Ventura sono pacifici e difendono i valori fondanti che nascono nel bacino del Mediterraneo. Il pesce nella maggior parte delle culture del mondo, è un simbolo positivo, è il primo elemento della vita che si sviluppa nell’ambiente acquatico e, nel Cristianesimo, il “Piccolo Pesce” è Gesù. Su di una scacchiera rimescolata, «è un esercito non aggressivo ma bensì fiero e consapevole che veglia su quanto ci sia di più prezioso» racconta l’artista.

Un esercito tabernacolo, un reliquiario per oggetti che ribadiscono con la loro presenza anche il gesto dell’artigiano, un gesto per creare e ripetere: un esercito di copie non multiple, pronte a iniziare un nuovo viaggio, portandosi nel futuro tutto quanto già visto, già scritto e già conquistato.


Informazioni
www.ninoventura.com

Ufficio Stampa
Adele Della Sala
ads@ufficiostampa-arte.it
Anastasia Marsella
am@ufficiostampa-arte.it

Bologna, Museo del Patrimonio Industriale: installazione di video-danza “NO CRASH museum” con tavola rotonda “Senza 28 aprile non esiste 1° maggio!”

NO CRASH museum
Installazione di

video-danza
a cura di Imagem

28 aprile – 30 giugno 2023
Museo del Patrimonio Industriale | via della Beverara 123, Bologna

www.museibologna/patrimonioindustriale

Giovedì 27 aprile 2023 ore 18.30
Inaugurazione con la tavola rotonda Senza 28 aprile non esiste 1 maggio!

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna è lieto di ospitare la prima presentazione dell’installazione NO CRASH museum, un nuovo format ideato per portare nei musei i temi del mondo del lavoro attraverso l’arte, la performance e i nuovi media e coinvolgere i visitatori nel dibattito intorno alla prevenzione degli infortuni e delle malattie nei luoghi di lavoro, la cui importanza è riconosciuta dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

L’installazione, prodotta dall’impresa creativa Imagem srl, è frutto di un progetto internazionale di video–danza nato nel 2020 e sviluppatosi con tre cortometraggi realizzati nell’ambito della campagna di sensibilizzazione Arte e/è Lavoro, una questione di accenti sui valori irrinunciabili di dignità e sicurezza, sulle morti bianche e sulla mancanza di diritti e di civiltà che queste vittime ci ricordano ogni giorno. Già presentati singolarmente, in occasione di eventi nazionali ed internazionali, i tre cortometraggi sono ora raccolti per la prima volta in un suggestivo ambiente immersivo all’interno del museo che resterà allestito dal 28 aprile al 30 giugno 2023.

I tre cortometraggi

NO CRASH museum – Foto Bartolo Sicari

NO CRASH, spaziorisonante (02:07 – prod. 2020)
Uno spazio che potrebbe rappresentare una qualsiasi periferia del mondo, degradato e pericolante, diventa scenario per urlare al mondo il desiderio di liberarsi dalle schiavitù di un lavoro senza diritti.
Musica e direzione artistica: Paola Samoggia
Regia, fotografia, montaggio video: Carlo Magrì
Sceneggiatura: Rita Forlani
Coreografia e danza: Giuseppe Devito Spinelli
Riprese video e droni: Master & Co. Stefano Gilioli – Maurizio Lelli
Segreteria di produzione: Isabella Amidei  
Relazioni internazionali: Alessandra Bonzi
Speciale ringraziamento: Matteo Masetti e Alessandro Solmi

Hope – Foto Bartolo Sicari

HOPE, apertamente (02:17 – prod. 2021)
Quando la mente è oppressa da un lavoro non sicuro e non dignitoso, si aggrappa alla speranza. Un racconto verso la libertà dagli ingranaggi che costringono il corpo e uccidono la mente.
Musica e direzione artistica: Paola Samoggia
Regia, fotografia e montaggio video: Carlo Magrì
Sceneggiatura e testi: Rita Forlani
Coreografia e danza: Lucia Vergnano
Riprese video e droni: Master & Co.
Segreteria di produzione: Isabella Amidei e Paola Fabbri
Relazioni internazionali: Alessandra Bonzi
Realizzazione scenografia: Falegnameria Rossetti
Realizzazione graffiti: Dima Montanari

27 dollari, daydream – Locandina

27 dollari, daydream (11:09 – prod. 2022)
Una onirica “visione ad occhi aperti”, tra canto lirico e danza contemporanea, liberamente ispirata a “Il banchiere dei poveri”, primo libro del Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, nel quale l’autore sogna di “segregare la povertà nei musei” attraverso un modello economico basato sul lavoro. Nelle arie cantate si narrano gli esori del microcredito e della possibilità data ad un gruppo di giovani donne di trovare un lavoro dignitoso come riscatto dal baratro della povertà.
Musica originale: Paola Samoggia
Libretto: Rita Forlani
Regia fotografia montaggio e post-produzione: Carlo Magrì
Orchestra:Teatro Comunale di Bologna (direttrice M.a Azzurra Steri)
Voci: Scuola dell’Opera del Teatro Comunale di Bologna
Solisti: Haruo Kawakami (tenore) e Claudia Ceraulo (soprano)
Attore: Matteo Belli
Coreografia: Hektor Budlla (Nuovo Balletto Classico)
Danzatori solisti: Martina Dall’Asta e Leonard Cela.
Riprese video: Master & Co.

Per celebrare la Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro (28 aprile) e la Festa dei Lavoratori (1° maggio), l’inaugurazione si svolge giovedì 27 aprile alle ore 18.30 con la tavola rotonda Senza 28 aprile non esiste 1 maggio!,acui sono invitati rappresentanti del mondo del lavoro e dell’arte, dell’Università di Bologna e delle istituzioni.

Saluti:
Maura Grandi, direttrice Museo del Patrimonio Industriale | Settore Musei Civici Bologna
Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana
Daniele Vacchi, presidente Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale
Sandra Samoggia, presidente Fondazione Aldini Valeriani
Andrea Talmelli, presidente Società Italiana Musica Contemporanea.

Interventi di:
Renzo Cresti, musicologo Società Italiana di Musica Contemporanea
Carlo Magrì, architetto e regista Imagem srl
Massimo Mercelli, flautista e direttore artistico Emilia Romagna Festival
Paola Samoggia, compositrice e direttrice artistica Imagem srl
Maria Rita Tagliaventi, docente Università di Bologna
Andrea Vivi, amministratore delegato Praxis Consulting.
Modera Cristina Mezzanotte, presidente ManagerItalia Emilia-Romagna.


L’ingresso all’inaugurazione è libero su prenotazione: info@nocrash.org

Evento realizzato in collaborazione con: Fondazione Aldini Valeriani, BCC EmilBanca, Praxis Consulting, ManagerItalia Emilia-Romagna, Emilia Romagna Festival, Associazione Nazionale Italiana Cantanti, Art-Er Attratività Ricerca Territorio, Neu Radio.
Con il patrocinio di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Bologna Unesco City of Music, ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro, Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, SIMC (Società Italiana Musica Contemporanea).

Informazioni
nocrash.org | 
imagem.it

Sede
Museo del Patrimonio Industriale
Via della Beverara 123 | 40131 Bologna
Tel. +39 051 6356611 | Fax +39 051 6346053
museopat@comune.bologna.it
www.museibologna.it/patrimonioindustriale
Facebook: Museo del Patrimonio Industriale
Instagram: @museopat
YouTube: Museo del Patrimonio Industriale  

Orari di apertura
giovedì, venerdì 9-13
sabato, domenica 10-18.30

Biglietti
intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto speciale giovani > 18 anni e ≤ 25 € 2 | gratuito possessori Card Cultura

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Instagram: @bolognamusei

Ufficio Stampa Imagem
Paola Samoggia
Tel. 348 3422039
info@nocrash.org

Ufficio Stampa Settore Musei Civici Bologna

Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Tel. 051 6496653 / 6496620
ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Pisa, Museo della Grafica: Presentazione del catalogo “I colori dell’anima. Giuseppe Viviani (1898-1965)”

Il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa)  è lieto di invitarvi alla presentazione del catalogo

I COLORI DELL’ANIMA 
GIUSEPPE VIVIANI (1898-1965)

Edizioni ETS, Pisa, 2023  

venerdì 28 aprile 2023, ore 18:30
  

Per ulteriori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Venezia, Museo Correr – CARLA ACCARDI. Gli anni Settanta: i Lenzuoli

Carla Accardi, Lenzuolo, 1974, stoffa dipinta 230×255 cm.

CARLA ACCARDI.

Gli anni Settanta: i lenzuoli

Venezia, Museo Correr, Sala delle Quattro Porte

28 aprile – 29 ottobre 2023

A cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto

In collaborazione con Archivio Accardi Sanfilippo

“L’iniziativa del Museo Correr – afferma la dirigente Area Attività Museali e co-curatrice della mostra Chiara Squarcina – cade a ridosso del centenario della nascita dell’artista che, pur avendo vissuto a Roma, ha stabilito, nel corso della propria esistenza, un legame costante con Venezia, sia a livello individuale che professionale. Tra l’altro, nel 1948 ha esordito alla Biennale facendovi ritorno nel 1964 (sala personale introdotta in catalogo da Carla Lonzi), 1976, 1988 (sala personale) e nel 1993 comparendo anche nell’edizione del 2022. Opere, foto ed altro materiale documentario attestano il suo rapporto con la città lagunare compresa una immagine del 1952 quando, in occasione di una mostra alla Galleria del Cavallino, visitò col marito, l’artista Antonio Sanfilippo, e Tancredi Parmeggiani la collezione Guggenheim”.

Carla Accardi, Lenzuolo, 1975, stoffa dipinta, 144×261 cm.

Il progetto veneziano a cura di Pier Paolo Pancotto (in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma) in quanto omaggio e non mostra antologica, presenta, sotto forma di installazione, una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa. Si tratta dei Lenzuoli, un ciclo di opere avviato negli anni Settanta del 900 raramente visibile nel suo insieme e che, pur nella sua specificità visiva e semantica, risulta del tutto indicativo della ricerca dell’artista e, a suo modo, riassuntivo del suo percorso creativo.
“Varie ragioni – annota il curatore della mostra, Paolo Pancotto – rendono Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014) una delle figure più significative dell’arte del XX secolo. Nel secondo dopoguerra ha contribuito all’affermazione dell’arte non figurativa in Italia promuovendo – unica donna in un consesso interamente maschile – il gruppo Forma (1947); negli anni Cinquanta ha sviluppato la poetica del segno affermandosi tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié; nel decennio seguente ha introdotto l’uso di un inedito materiale plastico trasparente, il sicofoil, ed ha abbandonato le tempere a favore di vernici colorate e fluorescenti aprendo la sua ricerca ad effetti optical e ambientali. Superati i Settanta, segnati da un marcato impegno nelle attività sociali e nel femminismo (con Carla Lonzi e Elvira Banotti nel 1970 è stata tra le fondatrici di Rivolta femminile), ha attraversato gli anni 80 e 90 del Novecento ed è approdata al nuovo Millennio con un rinnovato interesse per la pittura sviluppando costantemente il proprio linguaggio fatto di segni e giustapposizioni cromatiche.


Maggiori informazioni ►qui
 
Museo Correr
San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
correr.visitmuve.it
 
Contatti per la stampa
 
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro: roberta@studioesseci.net

Meraviglie della Ferrara Rinascimentale: ai Diamanti la grande mostra su  Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Ercole de’ Roberti: Dittico Bentivoglio (Giovanni II e Ginevra Bentivoglio), 1473-74 Tempera su tavola, cm 54 x 38, 1, 53,7 x 38,7 Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection

IL PERCORSO DI MOSTRA

RINASCIMENTO A FERRARA
Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

Fino al 19 giugno 2023

Mostra a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli

Promossa da Fondazione Ferrara Arte (direttore Pietro Di Natale) e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara

Vernice per la Stampa: giovedì 16 febbraio 2023, ore 11

Ferrara è stata una delle capitali del Rinascimento in Italia, anche grazie alla corte degli Este e al loro mecenatismo colto e raffinato. Dopo l’esposizione dedicata a Cosmè Tura e a Francesco del Cossa (2007), questa mostra riprende il discorso illustrando l’opera di due artisti molto diversi, entrambi grandi innovatori, seppure ciascuno a proprio modo.

Ercole de’ Roberti esordisce nel 1469 sotto il regno di Borso d’Este, collabora con Francesco del Cossa e si divide tra Bologna e Ferrara fino al 1486, quando rientra in patria e diventa il primo pittore (con regolare salario mensile) della corte estense. Artista dalla fantasia inesauribile, dalla tecnica impeccabile e dall’espressività intensa, Ercole de’ Roberti consegue nelle sue opere un equilibrio di vigore e misura che lo rende uno dei più grandi maestri del tardo Quattrocento padano. Muore ancor giovane e i suoi capolavori sono da subito molto ricercati dai collezionisti, tanto che a Lorenzo gli subentra presso i committenti più prestigiosi, guadagnandosi una posizione di rilievo nell’ambiente felsineo. Qui matura un linguaggio più morbido, più moderno e aggiornato sulle novità di Perugino e, più in generale, della cultura centroitaliana.

Grazie alla sua meritata fama diventa pittore alla corte dei Gonzaga a Mantova, incarico fino ad allora ricoperto da Andrea Mantegna. Nell’arco di quasi mezzo secolo il suo stile conosce una trasformazione profonda, una evoluzione consapevole verso la modernità.

La mostra accoglie quindi il visitatore nel clima della seconda metà del Quattrocento, per accompagnarlo fino al pieno Rinascimento, seguendo il cammino di due artisti straordinari.

1. GLI ESORDI DI ERCOLE DE’ ROBERTI A SCHIFANOIA

I venti anni di governo di Borso d’Este (1450-71) sono caratterizzati da un forte impulso sul versante delle arti figurative che rendono la corte estense uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano. Nella seconda metà del 1469 Borso – che sarebbe diventato duca nel 1471 poco prima di morire – commissiona la decorazione del magnifico Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia ed è proprio in questo cantiere che vanno rintracciate le premesse della rivoluzione espressiva di Ercole de’ Roberti. Nel vasto ciclo sono coinvolti molti pittori ma, con l’eccezione di Francesco del Cossa, autore dei mesi di Marzo, Aprile e Maggio, i documenti non riportano i loro nomi.

Nel Settembre è stata individuata la mano del giovane Ercole de’ Roberti, qui al suo esordio, in possesso di uno stile aspro e geniale che lo distingue dagli altri colleghi. A quel tempo Ercole si trova nella bottega di Gherardo da Vicenza, un pittore molto attivo per la corte, che a Schifanoia esegue il mese di Agosto e a cui è attribuita la bella Madonna col Bambino. Autore di Giugno e Luglio è invece il cosiddetto Maestro dagli occhi spalancati (così chiamato per la particolare fisionomia dei suoi personaggi) che si muove fra tradizione tardogotica e aperture rinascimentali, come dimostra l’Ascensione di Cristo.

2. PROVE DI RINASCIMENTO

Alla metà del Quattrocento Ferrara si trova al centro di una fitta rete di avvenimenti artistici: la corte estense è in rapporto con Andrea Mantegna, con Donatello e con artisti fiamminghi come Rogier van der Weyden; in città è presente Piero della Francesca, mentre si consolida la fama della bottega dei Bellini a Venezia, dove arriva anche, alla metà degli anni Settanta, il centese Marco Zoppo. In questo clima ricco e aperto a numerose possibilità espressive – come documenta l’Annunciata che Longhi definisce «stupenda» lamentandone l’assenza alla mostra del 1933 – operano artisti come Niccolò Baroncelli, fiorentino di nascita ma proveniente da Padova, che insieme al genero Domenico di Paris (autore della Sala delle Virtù, nota anche come “degli Stucchi”, a Palazzo Schifanoia) esegue la Crocifissione bronzea per la Cattedrale di Ferrara. Questo gruppo scultoreo trova eco nell’imponente tela del cosiddetto Vicino da Ferrara, pittore già attivo negli anni Sessanta del XV secolo e che in seguito si mostrerà attento agli sviluppi della pittura di Ercole de’ Roberti. Ma in questo torno d’anni l’artista di maggior successo a Ferrara è Cosmè Tura il cui linguaggio ricercato e fantasioso – dal quale lo stesso Ercole riuscirà a suo modo a trarre vantaggio – è qui evocato da due preziose tavole raffiguranti la Madonna dello Zodiaco.

3. A BOLOGNA CON FRANCESCO DEL COSSA

«Considerando che io che pur ho incomenciato ad avere un pocho di nome, fusse tratato et judicato et apparagonato al più tristo garzone de Ferara». Così il 25 marzo 1470 Francesco del Cossa si lamenta con Borso d’Este per la scarsa retribuzione ricevuta per gli affreschi di Schifanoia e chiede se «non dovesse avere a questa volta qualche più premio». Ma Borso non ascolta le sue richieste e Francesco parte offeso per Bologna, insieme a un giovane incontrato proprio a Schifanoia e di cui aveva apprezzato il talento: Ercole de’ Roberti. La prima commissione a cui i due lavorano insieme, tra il 1470 e il 1473, è il grande polittico per Floriano Griffoni, destinato alla chiesa bolognese di San Petronio. Capolavoro di Ercole è la lunga tavola che in origine ne costituiva la predella dove figure, complesse architetture e paesaggi si fondono in uno spazio unitario nel quale i singoli episodi, narrati in simultaneità, si susseguono con ritmo incalzante.

4. «UNA MEZA ROMA DE BONTÀ»

La fama di Francesco del Cossa, grande innovatore, si diffuse in vari centri: a Bologna, ovviamente, come dimostra

l’interpretazione scheggiata di Antonio da Crevalcore, ma anche in Romagna con il Maestro della pala Bertoni che ripropone i suoi fondali fiabeschi, e persino in Piemonte dove la Madonna col Bambino di Martino Spanzotti riprende con precisione una vetrata eseguita da Cossa per la chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna nel 1467. Evidenti citazioni dalla celebre Madonna dei Mercanti di Cossa si colgono anche nella cosiddetta pala Grossi di Giovanni Antonio Bazzi, pittore attivo tra Bologna, Reggio Emilia e Parma.

Nel 1478 Cossa muore lasciando incompiuta la decorazione della cappella Garganelli nella cattedrale di San Pietro.

Intorno al 1482 Ercole assume l’incarico di completare gli affreschi: di questa impresa, celebratissima dalle fonti («questa capella ch’avete qua è una meza Roma de bontà», esclamò Michelangelo), sopravvive soltanto uno straordinario frammento con la Maddalena, nel quale rivivono la drammatica espressività e l’intensità emotiva delle opere plasmate dai maestri emiliani della scultura in terracotta, Niccolò dell’Arca e Guido Mazzoni.

5. «IL PIÙ BEL RITRATTO A DITTICO DI TUTTO IL QUATTROCENTO ITALIANO»

Appena giunto a Bologna Ercole de’ Roberti viene subito ingaggiato da Giovanni II Bentivoglio, impegnato a consolidare la propria egemonia politica sulla città per trasformarla in una vera signoria. I ritratti dei coniugi Bentivoglio, giunti da Washington, si ispirano a quelli celeberrimi di Piero della Francesca agli Uffizi raffiguranti Federico da Montefeltro e Battista Sforza: non a caso Battista era sorella di Ginevra Sforza, moglie di Giovanni II. Secondo Roberto Longhi (1934): «È codesto, senza fallo, dopo quel di Piero, il più bel ritratto a dittico di tutto il Quattrocento italiano». Il loro primogenito Annibale, raffigurato da Ercole in un luminoso dipinto eseguito su due facce, sposerà nel 1487 Lucrezia d’Este, figlia naturale del duca Ercole I, a dimostrazione dei legami politico-diplomatici che univano le due corti.

Le opere di Sperandio Savelli e Antonio da Crevalcore sono validi termini di confronto per misurare l’impostazione del ritratto di profilo, che viene più tardi superato, forse dallo stesso Ercole de’ Roberti, nel nitido dipinto di Rotterdam.

6. LA PRIMA MATURITÀ DI ERCOLE DE’ ROBERTI

Negli anni tra il 1471 e il 1485 Ercole de’ Roberti si divide tra Bologna e Ferrara. In questo periodo realizza opere di grande importanza, tra cui le due uniche pale d’altare fino ad oggi note, destinate alla chiesa di San Lazzaro della città estense e a quella di Santa Maria in Porto a Ravenna. Le fonti poi ricordano un terzo quadro, una Pietà in San Domenico a Ferrara, che potrebbe identificarsi con la tavola di Giovanni Francesco Maineri esposta in questa sala. Nei dipinti per l’altare maggiore di San Giovanni in Monte a Bologna dimostra una profonda conoscenza dell’espressività dell’arte tedesca e fiamminga, attraverso le testimonianze presenti a Ferrara e le stampe che a quel tempo cominciavano a circolare. In questo periodo la sua arte giunge a piena maturazione in un raffinatissimo equilibrio tra la monumentalità sintetica della composizione e un’esecuzione incredibilmente attenta e dettagliata, evidente anche in opere di piccolo formato come la Madonna col Bambino fra due vasi di rose.

7. «NEL LAVORO ERA MOLTO FANTASTICO»

Racconta Vasari che Ercole «nel lavoro era molto fantastico, perché quando e’ lavorava aveva cura che nessuno pittore né altri lo vedesse». Non sappiamo se fosse davvero così schivo e ombroso, ma in effetti non ebbe una vera e propria bottega, né lasciò allievi diretti, con l’eccezione, forse, di Giovanni Francesco Maineri. Le sue opere generarono comunque una profonda impressione negli artisti contemporanei, anche di estrazione molto diversa. Se i rapporti con Ferrara del pittore e miniatore Antonio Cicognara sono ancora da chiarire (ma la critica gli attribuiva alcuni affreschi di Schifanoia), il parmigiano Francesco Marmitta riprende la Crocifissione della cappella Garganelli nel suo magnifico messale per il cardinale Della Rovere. Due artisti tuttora anonimi forniscono interpretazioni opposte di Ercole: la arrovellata Dormitio Virginis della Pinacoteca Ambrosiana e l’ariosa Crocifissione di Capodimonte sono tra i rompicapi più complessi della pittura padana.

8. L’ULTIMO DECENNIO DI ERCOLE DE’ ROBERTI

Dal 1486 al 1496, anno della morte, Ercole è il pittore di corte degli Este. I suoi incarichi sono numerosi e variegati: dalla decorazione di oggetti alla produzione di dipinti, dal disegno di elementi architettonici ai cicli di affreschi nei palazzi di città e nelle “delizie”, le residenze dei duchi sparse nel territorio.

Purtroppo quasi tutto è andato perduto, ad eccezione delle preziose testimonianze raccolte in questa sala: il dittico della National Gallery di Londra, che era appartenuto alla duchessa Eleonora d’Aragona; le tavole con la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia che – assieme a una terza – formavano un complesso unitario (la predella di una pala o un gradino da porre su un altare); i pannelli con Porzia e Bruto e Lucrezia, Bruto e Collatino parte di una serie dedicata a figure esemplari di donne dell’antichità, forse compresa nella decorazione eseguita per l’appartamento della duchessa nel Castello Estense fra il 1489 e il 1493. Il basamento marmoreo qui esposto, eseguito su disegno di Ercole, doveva sostenere un monumento equestre del duca da collocare nell’attuale piazza Ariostea: un altro dei progetti rimasti incompiuti per la morte improvvisa dell’artista.

9. LORENZO COSTA: L’EREDITÀ DI ERCOLE DE’ ROBERTI E «LA MIGLIORE E DI PIÙ DOLCE MANIERA»

Lorenzo Costa viene da una famiglia di artisti: suo padre e suo nonno sono pittori, e tali saranno i suoi figli e i suoi nipoti. Giunge a Bologna nel 1483, quando in città è ancora attivo Ercole de’ Roberti, principale punto di riferimento durante i primi anni della sua carriera. Lo dimostrano le Storie degli Argonauti, a lungo dibattute tra i due artisti, o l’ambientazione architettonica del dipinto con La lapidazione dei vecchi, parte di una serie di tavole con Storie di Susanna probabilmente destinate a ornare un cassone nuziale. Mentre altri seguaci, come Michele Coltellini (presente nella sala precedente), ne recuperano l’aspetto aspro e irregolare, Costa è il solo che riesce a cogliere l’eleganza del linguaggio di de’ Roberti e a svilupparla in termini più moderni. Con il ritorno di quest’ultimo a Ferrara (1486), per Costa si aprono importanti prospettive di mercato: subentra infatti al collega presso i committenti più importanti, come i Bentivoglio e l’ordine dei Canonici Regolari. Nel 1492 dipinge la grande pala per la famiglia Rossi, «la quale opera è la migliore e di più dolce maniera di qual si voglia altra che costui facesse già mai» (Vasari). I ricordi di Ercole e il magistero di Giovanni Bellini convivono in questa opera notevolissima, affiancata in mostra da alcuni capolavori “da stanza” nei quali coniuga dolcezza e precisione come l’Adorazione del Bambino di Lione, la Madonna col Bambino di Philadelphia e il San Sebastiano degli Uffizi.

10. IL PROTOCLASSICISMO, TRA ADESIONE E RESISTENZA

Durante l’ultimo lustro del Quattrocento Lorenzo Costa sviluppa un suo personale e nuovo classicismo che lo impone sulla scena felsinea, come dimostra il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio, immagine ufficiale del signore di Bologna che al maestro ferrarese si era rivolto a più riprese, anche per ornare la cappella di famiglia nella chiesa di San Giacomo. In questo periodo convivono due opere in apparenza difficili da conciliare: la pala per la chiesa di Santa Tecla (1496) è ordinata, semplice e composta come nessuna sua opera fino ad allora e sembra segnare un avvicinamento definitivo all’arte centroitaliana; ma a un solo anno di distanza licenzia un altro dipinto d’altare per la famiglia Ghedini, dove invece si mostra ancora legato all’ornamentazione sovrabbondante di Ercole de’ Roberti,

ai suoi troni dalla struttura aerea che permettono di osservare il paesaggio retrostante. La capacità di spaziare su vari registri è frutto di una curiosità mai esausta e della convinzione che l’estro ereditato da Ercole sia un patrimonio spendibile anche in una congiuntura culturale nella quale si sta imponendo un linguaggio fin troppo ordinato.

11. ACCANTO A FRANCESCO FRANCIA E PERUGINO

Alla morte di Ercole de Roberti (1496), i duchi d’Este assumono un nuovo pittore di corte, chiamando Boccaccio Boccaccino allora a Milano. Nel frattempo a Bologna si andava imponendo la personalità di Francesco Francia, e verso il 1500 giungeva in città una pala del Perugino: questi due artisti, secondo un celebre giudizio di Vasari, sono i primi esponenti della “terza maniera”, ovvero dello stile del pieno Rinascimento.

Costa partecipa a questo clima da protagonista: nel 1499 collabora con Francia alla pala commissionata dalla famiglia Bentivoglio per Santa Maria della Misericordia, dipingendo la briosa predella con l’Adorazione dei magi e la più solenne cimasa tripartita, qui per la prima volta riunite. Nello stesso anno è ancora a Ferrara per affrescare l’abside del Duomo insieme ad altri artisti, tra i quali lo stesso Boccaccino (gli affreschi sono oggi perduti). Sono anni di profonde trasformazioni, che Costa attraversa con grande apertura intellettuale, adeguando il proprio linguaggio senza mai trasformarlo in una formula ripetitiva.

12. 1500-1506: LA FINE DI UNA STAGIONE

Nei primi anni del Cinquecento Costa è in possesso di uno stile pienamente moderno, efficace nelle grandi pale d’altare, nei dipinti da cavalletto e nella decorazione ad affresco.

Improvvisamente nel novembre 1506 la situazione politica precipita: papa Giulio II esercita una pressione sempre maggiore affinché Bologna torni in possesso dello Stato pontificio, fino a che i Bentivoglio vengono cacciati e il loro palazzo raso al suolo. È la fine del tentativo di installare a Bologna una vera e propria corte, sull’esempio della vicina Ferrara. Gli artisti fuggono dalla città, alcuni solo per un breve periodo, altri per sempre; tra questi Lorenzo Costa, costretto dunque ad affrettarsi a terminare le commissioni lasciate in sospeso. Farà ritorno a Bologna alla vigilia del Natale del 1506, per ricevere il saldo dell’Assunzione della Vergine per la chiesa di San Martino, ultima opera eseguita in Emilia, sormontata dalla cimasa con il Cristo risorto qui esposta. In questo periodo concepisce capolavori di nitido e pacato classicismo come la pala con lo Sposalizio della Vergine, firmata e datata 1505, la luminosa Sacra famiglia di Toledo e il magnetico Cristo alla colonna della Galleria Borghese.

13. LORENZO COSTA A MANTOVA

Gli avvenimenti del 1506, per un verso traumatici, offrono tuttavia a Costa l’opportunità di occupare la posizione di pittore di corte dei Gonzaga a Mantova. Da almeno un anno Lorenzo è in contatto con la duchessa Isabella Gonzaga (ma nata Este), che gli aveva commissionato un dipinto per lo studiolo e il suo predecessore, Andrea Mantegna, era appena scomparso (13 settembre 1506). Durante la lunga stagione mantovana il compito di Costa sarà quello di farsi interprete del linguaggio moderno. Perduti i grandi cicli nei palazzi gonzagheschi, rimangono poche ma significative testimonianze dei quasi trent’anni trascorsi in Lombardia. Il maestro ferrarese dimostra di essere aggiornato sul procedere della pittura: si confronta infatti non solo con le morbidezze e le sottigliezze psicologiche di Leonardo, a quel tempo moneta corrente di ogni artista avveduto, ma anche con l’astro nascente di Correggio, che in quegli anni esordisce proprio a Mantova. Da questi incontri scaturisce una pittura lenta, fatta di sfumature insistite e di figure dall’espressione sognante. Tra le opere che compongono la sezione si possono ammirare capisaldi di questo periodo, come la Venere già esposta alla mostra del 1933, la Veronica del Louvre donata al tesoriere di Francia nel 1508, il Ritratto di cardinale di Minneapolis, che torna in Italia dopo più di duecento anni, e la pala eseguita nel 1525 per la chiesa di San Silvestro, dove dieci anni più tardi il grande maestro ferrarese sarebbe stato sepolto.

14. LA FORTUNA DI ERCOLE DE’ ROBERTI

Nel 1599, in seguito a maldestri lavori di ristrutturazione nella cattedrale di San Pietro a Bologna, la volta della cappella Garganelli crolla e in occasione della ricostruzione della chiesa nel 1605 anche le pareti vengono demolite. Alcuni lacerti sono recuperati dal nobile bolognese Alessandro Tanari, ma a loro volta perduti nel XIX secolo. La magnifica Maddalena, esposta nelle prime sale, è l’unico frammento superstite dell’intero ciclo. Fortunatamente Tanari commissiona copie degli affreschi di Ercole, che restituiscono almeno l’aspetto delle composizioni, per quanto parzialmente (in entrambi i casi manca la parte superiore). Sulle pareti della cappella si fronteggiano la drammatica concitazione della Crocifissione, copiata da Francesco Carboni, e la pacata maestosità architettonica della Dormitio Virginis, ripresa da un anonimo maestro nella tela del Louvre (qui esposta) e da Giacinto Giglioli in quella custodita al Ringling Museum di Sarasota.

Concepita con tutt’altro intento è la tavola di Cremona già creduta di Francesco Marmitta che in occasione di recenti indagini si è rivelata invece essere opera del secolo scorso, ascrivibile dunque a un moderno epigono dello stile ferrarese del Quattrocento: curioso caso di studio che dimostra la fortuna e la longevità dei prototipi di Ercole de’ Roberti e di Lorenzo Costa.


Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

Ufficio Stampa
Ufficio Stampa Fondazione Ferrara Arte
Anja Rossi
3404190867
comunicazione.ferrararte@comune.fe.it

In collaborazione con
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo 
www.studioesseci.net tel. 049663499
rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net 

Capo di Ponte (Brescia), MUPRE: “Sotto lo stesso sole. Europa 2500-1800 a.C.”

Villafranca pettorale

SOTTO LO STESSO SOLE
Europa 2500-1800 a.C.

Capo di Ponte (Bs), MUPRE, Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica

28 aprile – 30 settembre 2023

Venerdì 28 aprile 2023, dalle 15.30 alle 17.30

MUPRE-Museo della Preistoria della Valle Camonica

Via S. Martino, 7 – Capo di Ponte (BS)

Mostra a cura di: Marco Baioni, Claudia Mangani, Maria Giuseppina Ruggiero.

“Sotto lo stesso sole. Europa 2500-1800 a.C.” è il titolo della mostra che vede come protagonisti il MUPRE-Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, a Capo di Ponte, il Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo e il Museo Civico Archeologico “Giovanni Rambotti” di Desenzano del Garda.

Tra il 2500 e il 1800 a.C. (tarda età del Rame e inizio dell’età del Bronzo) il continente europeo è teatro di importanti trasformazioni, conquiste tecnologiche e cambiamenti sociali ed economici. Il tutto è accaduto “sotto lo stesso sole”, in una Europa che assisteva alle prime prove di reti commerciali e culturali e di linguaggi iconografici comuni. Con le merci e le persone si muovevano le idee, le invenzioni e le culture. Si creano codici comuni, iconografie condivise, patrimoni di immagini che permettono di comunicare tra territori distanti.

Al MUPRE l’esposizione – aperta al pubblico dal 28 aprile al 30 settembre 2023 – ruota attorno ad uno straordinario reperto proveniente dal British Museum: la “lunula” d’oro da Blessington (Irlanda), datata tra il 2400 e il 2000 a.C. Il manufatto si inserisce in una produzione attestata in questo ambito cronologico soprattutto in Irlanda e in Gran Bretagna di preziosi collari in foglia d’oro, chiamati per la loro forma lunulae (dal latino “piccole lune”). A dispetto del nome, tuttavia, questi oggetti non erano collegati tanto alla rappresentazione della luna, quanto al sole e alla sua simbologia. L’uso dell’oro, l’accurata levigazione delle superfici, riflettevano la luce solare con effetti abbaglianti: erano certo ornamenti di grande prestigio che distinguevano per status chi le indossava, forse in particolari occasioni e cerimonie.

L’arrivo in Valle Camonica del prezioso manufatto nasce dalla collaborazione con il British Museum sostenuta nel 2022 da Emanuela Daffra in occasione prestito di quattro stele per la mostra “The world of Stonehenge”, che ripercorreva la storia millenaria di quell’eccezionale monumento.

La lunula di Blessington fa da catalizzatore per scoprire l’esistenza di altre lunule da contesti dell’Italia settentrionale e permette di rivedere con altro sguardo alcune immagini incise sulle stele e sui massi-menhir della Valle Camonica.

Dal Museo dell’Area Megalitica di Saint Martin de Corléans (Aosta) arriva in mostra il pendaglio in rame a forma di semiluna. Giungono dal nuovo Museo Archeologico Nazionale di Verona il pettorale semilunato in argento e l’alabarda di rame da Villafranca Veronese insieme ad altre due lunule in bronzo da Lazise. Sempre da Verona, ma stavolta dal Museo di Storia Naturale, proviene la lunula in bronzo da Torbiera di Guardola (Mantova). Spicca, tra gli elementi in mostra il corredo dalla Tomba 4 da San Giorgio Bigarello (Mantova), che viene qui per la prima volta esposto al pubblico, una doppia sepoltura che comprendeva i resti di un ragazzo e di una donna.

Quanto esposto al MUPRE trova un approfondimento ed un contesto attraverso le tappe che, in successione, coinvolgeranno il Museo Archeologico della Valle Sabbia a Gavardo e il Museo Civico Archeologico “G. Rambotti” di Desenzano.

Al Museo di Gavardo dal 1 maggio fino al 30 settembre 2023 ci si focalizzerà sii rapporti tra l’Italia settentrionale e il mondo transalpino;  da luglio a ottobre 2023, sarà la volta del Museo Rambotti, dove il tema delle reti commerciali e delle connessioni culturali sarà illustrato attraverso lo studio di un manufatto particolare: il brassard, una placchetta rettangolare in pietra, probabilmente utilizzata come parapolsi per gli arcieri, di cui ritroviamo esemplari simili in Italia e in varie parti d’Europa.

Nell’anno di Brescia e Bergamo capitali della cultura, partendo dall’analisi del singolo manufatto, lo sguardo si estende oltre la produzione locale alla ricerca di confronti e contatti con altri contesti dell’anfiteatro morenico del Garda per poi affacciarsi sul panorama europeo.


Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@cultura.gov.it
www.museilombardia.cultura.gov.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499
referente Simone Raddi simone@studioesseci.net
 
MUPRE – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica
Via S. Martino, 7 – 25044 Capo di Ponte (BS)
Tel. +39 0364 42403
email: drm-lom.mupre@cultura.gov.it
http://www.mupre.capodiponte.beniculturali.it/
 
Orari
Martedì – venerdì 10.00-16.00
Sabato e domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.00
Lunedì chiuso
Ingresso gratuito
 
 
Museo Archeologico della Valle Sabbia, Gavardo
Piazzetta San Bernardino 2 – 25085 Gavardo (BS)
Tel. +39 0365 371474
email: info@museoarcheologicogavardo.it
http://museoarcheologicogavardo.it/
 
Orari
Lunedì – venerdì 9.00-13.00
Sabato chiuso
Domenica 14.30-18.30
 
 
Museo Civico Archeologico “Giovanni Rambotti”, Desenzano del Garda
Via Anelli 42 – 25015 Desenzano Del Garda (BS)
Tel. +39 030 914 4529
email: museo@comune.desenzano.brescia.it
https://www.museorambotti.it/
 
Orari
Martedì e giovedì 9.30-13.00
Venerdì – domenica 9.30-12.30; 14.30-19.00
Lunedì e mercoledì chiuso

Genova, ROLLI DAYS di primavera: Apertura straordinaria dei Palazzi dei Rolli UNESCO per la prima volta a fine aprile

Dal 28 aprile al 1° maggio,
un viaggio suggestivo nella Storia della Superba. La regina del mare

Apertura straordinaria al pubblico dei Palazzi dei Rolli Unesco che anticipa a fine aprile (28, 29, 30 aprile e 1 maggio) il principale evento culturale della città.

In questa edizione saranno aperti più di 30 Palazzi del centro storico: quelli all’interno del Sito UNESCO, le Ville suburbane e per la prima volta tutti i 12 Palazzi di Via Garibaldi (Strade Nuove). 

Le visite alle dimore sono gratuite.

Gli antichi Palazzi tornano a riaprire le loro porte ai visitatori, per raccontare una Genova di nobili e potenti famiglie, di affari, commercio e finanza. La storia di Genova e del suo porto, il principale del Mediterraneo, un crocevia di umanità e di scambi mercantili che ha reso Genova la Superba, regina del mare.  

Il mare, Genova e i suoi Palazzi è infatti il filo conduttore di questa edizione primaverile dei Rolli Days, l’evento dedicato ai Palazzi Patrimonio Unesco nel quindicesimo anno di celebrazioni che dal 2009 porta decine di migliaia di persone a visitare le dimore della nobiltà genovese. L’appuntamento di primavera sarà l’occasione per una full immersion nella bellezza, tra arte, cultura e mare; quattro giorni da non perdere per concedersi un viaggio tra i palazzi cinquecenteschi, le ville e le strade monumentali che sono il cuore del sito UNESCO genovese. 

Nella cinquecentesca Strada Nuova, oggi via Garibaldi, saranno aperti per la prima volta tutti i 12 palazzi mentre in via Balbi, insieme agli altri palazzi oggi sede dell’Università di Genova, riaprirà al pubblico lo splendido Palazzo Balbi Senarega, recentemente restaurato.

Aprirà per questa occasionePalazzo San Giorgio, fin dal ‘400 sede della banca dei genovesi e saranno visitabili anche altre dimore straordinarie come quella di Ambrogio di Negro, nel ‘500 uno tra gli uomini più ricchi del mondo e si potrà tornare nei Palazzi di Brancaleone Grillo, di Nicolò Cattaneo della Volta, del Doge Ferretto.

Le Ville attorno alla città antica sono un altro importante capitolo della narrazione di questi Rolli Days, che propongono un focus sulle ville lungo la costa a ponente del centro storico, tra Sampierdarena e Pegli. Tra queste Villa Rostan, raggiungibile anche via maretramite il servizio Navebus e Villa Centurione Doria, che nasce a metà del ‘500 per volontà di Adamo Centurione, ricco commerciante, attivo investitore negli affari di Spagna nonché proprietario di Palazzo Centurione Pitto, anche questo aperto e visitabile con la sua preziosa decorazione del ‘600/’700.

Tra gli eventi collaterali, la mostra “Il Magnifico Dono” dedicata ai Duchi di Galliera e alle loro donazioni per il porto e la città di Genova, che sarà ospitata nella Villa Duchessa di Galliera.

Durante i Rolli Days, per la prima volta in assoluto, sarà aperto il budoir settecentesco privato della Duchessa con arredi e suppellettili originali. Sarà visibile anche l’area delle cucine del palazzo. 

Come sempre i grandi protagonisti dei Rolli Days saranno i divulgatori scientifici, giovani professionisti che condurranno le visite negli antichi palazzi e con le loro parole daranno vita alle architetture, ai dipinti, alle sculture e agli arazzi di quelle dimore uniche al mondo e alle storie dei loro proprietari.

I Rolli sbarcano su Facebook e su Instagram – informazioni, storie, immagini dei Rolli sono ora disponibili anche sui canali social ufficiali del sito UNESCO Il sistema delle Strade Nuove e i Palazzi dei Rolli di Genova, all’indirizzo @rolliestradenuove_genova

A partire dall’11 aprile sarà possibile prenotare le visite su https://www.visitgenoa.it/rollidays-online/ dove si troveranno anche tutti gli aggiornamenti, i dettagli sui siti aperti e il programma degli eventi collaterali.  Sul sito www.visitgenoa.it sono anche disponibili tutte le info per un soggiorno a Genova.

ROLLI DAYS PRIMAVERA 2023 è un evento promosso e organizzato dal Comune di Genova in collaborazione con Camera di Commercio di Genova, Ministero della Cultura – Segretariato Regionale della Liguria, Associazione dei Rolli della Repubblica Genovese, Università degli studi di Genova, Arcidiocesi di Genova.

I SITI APERTI
(elenco in aggiornamento)

Palazzo Antonio Doria (Spinola – Prefettura di Genova) – largo Eros Lanfranco
Palazzo Agostino Pallavicino – via Garibaldi 1
Palazzo Pantaleo Spinola (Gambaro) – via Garibaldi 2
Palazzo Lercari Parodi – via Garibaldi 3
Palazzo Tobia Pallavicino (Camera di Commercio di Genova) – via Garibaldi 4
Palazzo Angelo Giovanni Spinola – via Garibaldi 5
Palazzo Spinola Doria – via Garibaldi 6
Palazzo Nicolosio Lomellino – via Garibaldi 7
Palazzo Lazzaro e Giacomo Spinola – Novità – via Garibaldi 8
Palazzo Niccolò Grimaldi (Palazzo Tursi) – via Garibaldi 9
Palazzo Luca Grimaldi (Palazzo Bianco) – via Garibaldi 11
Palazzo Baldassarre Lomellini – via Garibaldi 12
Palazzo Gio Francesco e Ridolfo Brignole Sale (Palazzo Rosso) – via Garibaldi 18
Palazzo Gerolamo Grimaldi (Palazzo della Meridiana) – salita San Francesco 4 
Palazzo Giacomo Lomellini (Patrone) – largo Zecca 2
Palazzo Giacomo e Pantaleo Balbi (Senarega) – via Balbi 4
Palazzo Stefano Balbi (Reale) – via Balbi 10
Palazzo Gio Battista Centurione (Pitto) – via del Campo 1
Palazzo Francesco Grimaldi (Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola) – piazza di Pellicceria
Palazzo Ambrogio di Negro – via San Luca 2
Palazzo Nicolò Cattaneo della Volta – piazza Cattaneo 26
Palazzo Doge Ferretto – piazza Ferretto 1
Palazzo Nicolò Spinola (Franzone) – via Luccoli 23
Palazzo Gio Vincenzo Imperiale – piazza Campetto 8
Villa Spinola di San Pietro – via San Pietro 2
Villa Imperiale Scassi – largo Pietro Gozzano
Villa Pallavicino delle Peschiere – via San Bartolomeo degli Armeni 5
Villa del Principe – piazza del Principe 4
Palazzo San Giorgio – via della Mercanzia
Albergo dei Poveri – piazzale Emanuele Brignole 2- 
Teatro Carlo Felice – passo Eugenio Montale 4
Basilica delle Vigne Kalatà Experience – vico del Campanile delle Vigne 5
Archivio del Magistrato di Misericordia – via dei Giustiniani 25
Villa Duchessa di Galliera – vico Nicolò da Corte 2
Villa Lomellini Rostan (Reggio) – Novità – via Ronchi 67
Villa Adamo Centurione (Doria) – piazza Bonavino 7

Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma, Media Relations per la Città di Genova 
Valerio de Luca –  resp. addetto stampa

Biblioteca Regionale di Messina: Maggio dei Libri 2023 – “Non c’è domani. Tre atti di Julien Green”. Presentazione del volume a cura di Annunziata Antonazzo

Anche per il 2023, la Biblioteca Regionale di Messina parteciperà alla Campagna Nazionale “Il Maggio dei Libri” promossa dal Cepell (Centro per il libro e la lettura), proponendo una carrellata di interessanti e coinvolgenti appuntamenti. Le date saranno inscritte nel palinsesto “Il Maggio dei libri a Messina 2023”, stilato dal Comune peloritano per gli aderenti al Patto per la Lettura.

“SCIE LIBRARIE: TRAME, INTRECCI DI VITA, CONNESSIONI” è l’intitolazione che racchiude le poliedriche iniziative che avranno luogo in Biblioteca, ideate per soddisfare la domanda variegata dei fruitori, abituali e non.

L’incipit del Maggio dei libri in Biblioteca sarà d’impatto, con il dramma “Demain n’existe pas” dello scrittore Julien Green, ripubblicato a cura della Prof.ssa Annunziata Antonazzo, esperta conoscitrice dell’Autore e Sua appassionata lettrice. Dopo i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice, Dott.ssa Tommasa Siragusa, converserà con la Curatrice del testo la Giornalista Elisabetta Reale. Saranno proiettate in formato video letture del testo dell’Attore Mauro Santopietro.

Arricchirà l’evento l’Esposizione di alcune tavole originali illustrate di Lelio Bonaccorso, raffigurazioni che formano parte integrante del testo, abbellendolo e rendendolo ancor più prezioso.

Lo script della piece teatrale, germinato già nell’agosto del 1950 durante un viaggio a Taormina dell’Autore, vide infine la luce con la definitiva stesura solo negli anni ’80, quando l’Autore completò la disamina di dati e testimonianze sul catastrofico sisma. Suddivisa in tre atti, la drammaturgia calamita il lettore all’interno di una storia familiare ambientata nei giorni immediatamente antecedenti al ferale terremoto di Messina del 1908. I personaggi, con le varie sfaccetature morfologiche e caratteriali, vivono istanti di quotidianità familiare del periodo natalizio. La vita scorre, si susseguono suggestioni, ansie, desideri, momenti d’inquietudine e di trepidazione. Tutto sembrerebbe procedere in modo routinario e dalla finestra del salotto che dà sulla Palazzata, Messina rifulge; le prime avvisaglie del sisma percepite da alcuni della casa in realtà sono la punta dell’iceberg di un morbo che aleggia in sottofondo… l’epilogo incombe e cambierà il volto della “bella e nobile” città. Infine Green lascia spazio al lettore che diviene artefice indiscusso della sorte dei protagonisti.

L’AUTORE

Julien Green è un vulcano mai sopito, da cui fuoriesce la lava incandescente della vena scrittoria; la sua vasta produzione spazia dalla narrativa- anche sotto forma di giallo – alla saggistica, dagli articoli politici o pseudo tali al racconto autobiografico, agli scritti teatrali. Molte delle sue opere sono state oggetto di rappresentazione scenica e produzioni filmografiche. Fu primo membro di nazionalità straniera dell’Accademia di Francia, dalla quale si dimise nel 1996 senza essere mai sostituito, ed è presente nella Bibliothèque de la Pléiade, edita dalla Gallimard, la più prestigiosa collana editoriale francese, tra le più note al mondo. Green, parigino di nascita, mai accettò la nazionalità francese, figlio di genitori americani, raccontò la sua vita nel “Journal”, dodici volumi che costituiscono il suo diario, dal 1919 al 1997, anno precedente alla sua morte. In giovane età scoprì la sua omosessualità che visse sempre con riservatezza e in modo conflittuale. Anche l’esperienza di fede fu travagliata tra momenti di accettazione e negazione, dal 1916 al 1939. Nel cammino di conversione gli fu accanto l’amico filosofo e poeta cattolico Jacques Maritain con la moglie Raissa, che fu mistica, poetessa e saggista. Viaggiò molto e amò particolarmente l’Italia, ultranovantenne si fermò a Forlì, città che gli conferì la cittadinanza e un premio proprio per l’opera “Non c’è domani”. Morì nell’agosto del 1998, durante un breve trasferimento in Austria, dove è sepolto a Klagenfurt, nella Chiesa di Sant’Egidio.

La CURATRICE

Annunziata Antonazzo è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna Lingua Inglese presso l’IIS Verona-Trento plesso Majorana di Messina. Ha rivestito il ruolo di docente invitata presso l’Istituto Teologico San Tommaso di Messina, aggregato alla Facoltà dell’Università Pontificia Salesiana. Nel 2007 decide di portare l’esperienza della scrittura creativa proprio a Messina e nel 2011 fonda l’Associazione culturale “Terremoti di Carta” di cui oggi è Presidente. Coordina laboratori di lettura consapevole e scrittura creativa e nel 2019, grazie alla sua Associazione porta a Messina il progetto “Cartoon School” nelle scuole di ogni ordine e grado. Il suo obiettivo dal 2007 ad oggi è sempre lo stesso: incontrare e far incontrare persone sulle pagine delle “belle lettere” e favorire la riflessione su ogni tipo di scrittura e sull’arte. Per questo promuove autori e professionisti, soprattutto messinesi nell’ambito culturale e artistico.

Tra le pubblicazioni più importanti:

-A. Annunziata, La Letteratura Dimenticata. Chesterton, Lewis, Tolkien: Tre scrittori per la Speranza, Collana “Laboratori di fede e cultura”, Edizioni Coop.S.Tom, Messina 2007.

-Paolo Gulisano- Annunziata Antonazzo, Il destino di Frankenstein. Tra mito letterario e utopie scientifiche, Ancora Milano 2015

-A. Antonazzo, Non c’è domani. Tre atti di J. Green. Fuoriline Editore, Roma 2022


Post dell’iniziativa culturale saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’evento in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Relatori durante l’incontro.
Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:     Ufficio Relazioni con il Pubblico
                       tel.090674564
                       urpbibliome@regione.sicilia.it
                                 (A cura di Ufficio Relazioni con il Pubblico. Maria Rita Morgana)

Trento, Castello del Buonconsiglio: I VOLTI DELLA SAPIENZA. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles

Tavola di Dosso Dossi

I VOLTI DELLA SAPIENZA.
Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles

Trento, Castello del Buonconsiglio

1 luglio – 22 ottobre  2023

Tra la fine del 1531 e i primi mesi del 1532 Dosso Dossi con l’aiuto del fratello Battista è impegnato nella decorazione della biblioteca del principe vescovo Bernardo Cles nel Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio di Trento. Per la sala che doveva ospitare la preziosa e ricca collezione di libri antichi del cardinale trentino il Dosso pensa ad una decorazione imponente. Sulle pareti realizza affreschi (in gran parte perduti) mentre per i cassettoni del soffitto dipinge una serie di diciotto dipinti  su tavola di abete rosso raffiguranti saggi, filosofi e oratori dell’antichità. Un ambiente meraviglioso che Mattioli, medico di corte, paragona nel poema che pubblica nel 1539 sul Magno Palazzo, a Sistina di Michelangelo e alla loggia di Psiche di Raffaello a villa Chigi, oggi villa Farnesina. Saranno proprio le tavole restaurate e le immagini dei sapienti, filosofi e saggi, a partire dall’arte antica, il filo conduttore della mostra che sarà inaugurata il 30 giugno al Castello del Buonconsiglio di Trento intitolata “I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles”  visitabile fine al 22 ottobre 2023.

Tavola di Dosso Dossi

Sarà una incredibile e straordinaria opportunità di vederle per la prima volta da vicino grazie allo smontaggio e restauro  (attualmente in corso proprio nella Libraria clesiana) e di conoscere le numerose vicissitudini che hanno interessato queste opere.  Nel marzo del 1813 le diciotto tavole, dopo essere state tolte dal soffitto della Libraria clesiana, vennero  portate, per volere del prefetto dell’Altoadige Filippo Dalfiume, nell’Imperial Regio Ginnasio Liceo di Trento (oggi il Liceo Prati). Nel 1922 il soprintendente Giuseppe Gerola le fece riportare in castello ma ne trovò solo dodici,  sei andarono perdute tra il 1813 ed il 1896.  Il restauro si concluderà a maggio e porterà all’antico splendore questo magnifico ciclo pittorico condotto dalla ditta di restauro Enrica Vinante. La mostra, curata da Vincenzo Farinella e Laura Dal Prà, vedrà esposte un centinaio di opere tra sculture, stampe, volumi e dipinti come il celebre quadro raffigurante Eraclito e Democrito di Donato Bramante proveniente dalla Pinacoteca di Brera, i busti in marmo di Omero e Cicerone concessi in prestito dai Musei Capitolini di Roma e dagli Uffizi, le due magnifiche tele del Dosso provenienti dal museo canadese Agnes Etherington Art Centre e dal museo americano Chrysler e ancora opere del Moretto, Salvator Rosa, Andrea Pozzo, Mattia Preti, Luca Giordano, Vincenzo Grandi, Albrecht Duerer e Josè de Ribera.  

Le tavole saranno quindi messe a confronto da una parte con dipinti aventi lo stesso soggetto ma realizzati da altri pittori, dall’altra con opere di Dosso Dossi e di Battista eseguite poco prima o poco dopo gli anni di attività a Trento questo per mettere a fuoco il problema della collaborazione dei due fratelli. Infine, anche in collegamento ideale con l’identità dei Sapienti dosseschi, il percorso si svilupperà a partire da una preziosa serie di busti raffiguranti filosofi e scienziati del mondo antico per  poi  comprendere capolavori del tardo Cinquecento e del Seicento quando le immagini dei più illustri sapienti  organizzate in veri e propri cicli  conosceranno un grande successo.  Fama che darà  vita ad un vero e proprio fortunatissimo genere iconografico, arricchendo raccolte e collezioni private e assecondando la cultura erudita dei committenti del tempo. 


INFO
www.buonconsiglio.it
info@buonconsiglio.it
T 0461233770
 
Ufficio Stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
www.studioesseci.net
Referente: Simone Raddi, simone@studioesseci.net