Indagine sul Multipolarismo: pareri a confronto a cura di Tiberio Graziani 

Autore: Lorena Nistor – 31/5/2023

Quando più potenze mondiali esercitano un’influenza significativa nella politica internazionale, si suole adoperare il termine multipolarismo che indica infatti la presenza di più poli di potere nel sistema internazionale. La raccolta di saggi Indagine sul multipolarismo. Pareri a confronto della Collana Giano – Affari Internazionali, diretta da Tiberio Graziani, si incentra proprio sullo studio di questa affascinante e dibattuta teoria delle relazioni internazionali, fornendo al lettore un ampio ventaglio di argomentazioni favorevoli o contrarie alla compatibilità di questo termine-concetto con l’attuale situazione politica mondiale.

Parecchi studiosi, infatti, si stanno interrogando circa la natura del sistema internazionale del XXI secolo e gli ipotetici scenari del futuro. Il lento declino degli Stati Uniti, quale faro internazionale, ha subìto una forte accelerazione dopo la crisi economica del 2008, comportando la fine dell’unipolarismo statunitense, ma alcuni reputano prematuro un discorso sul multipolarismo: si starebbe verificando, piuttosto, un revival del sistema bipolare, il quale vedrebbe la grande potenza transatlantica impegnata a fronteggiare un nemico divenuto inaspettatamente potente negli ultimi decenni, la Repubblica Popolare Cinese.

Il filo conduttore che sembra mettere d’accordo le argomentazioni a favore dell’uno o dell’altro sistema è l’accelerazione, da parte della pandemia, di preesistenti tendenze nelle relazioni internazionali e la netta convinzione che si stia assistendo a un’importante fase di transizione. Equilibrio multipolare o passaggio a una bipolarità pericolosa? di Aymeric Chauprade, in particolare, sottolinea come il Covid-19 abbia provocato una crescente globalizzazione digitale che ha posto sotto i riflettori la prodigiosa crescita della civiltà cinese, nei cui confronti, specialmente dopo l’espansione del virus, sembra serpeggiare un grande timore a livello mondiale. Molti autori sono concordi nell’affermare che Washington e Pechino siano i protagonisti di una nuova forma di bipolarismo, seppur con peculiarità diverse rispetto al passato: la Cina rappresenta la prima nazione non caucasica e non cristiana a egemonizzare le relazioni internazionali, oltre a rivelarsi un rivale molto più impegnativo a livello di economia, scienza e tecnologia rispetto all’allora Unione Sovietica (Gli scenari globali del futuro, Côme Carpentier de Gourdon). In La sfida tecnologica globale, un multipolarismo ancora incompleto, Andrea Muratore utilizza il termine “bipolarismo tecnologico” per alludere alla dimensione in cui viene portato avanti il confronto tra le due potenze, per poi riferirsi a un “multipolarismo incompleto” alla luce dell’importante ruolo che anche altri attori internazionali, quali Russia e Unione Europea, ricoprono nella contesa.

Il breve saggio intitolato L’illusione di un nuovo bipolarismo (Alexey A. Gromyko), al contrario, dimostra come difficilmente potrebbero ricrearsi le condizioni necessarie per l’affermarsi di un sistema internazionale bipolare come quello della Guerra Fredda. L’era della globalizzazione e la scarsità di alleati cinesi, infatti, rendono impossibile la divisione del mondo in due blocchi ideologici isolati. La Cina è debole in termini di capacità e influenza, come si evince anche dal suo scarso potere all’interno delle organizzazioni internazionali, e non viene accettata dagli Stati Uniti come un rivale alla pari (La bipolarità e le sue relazioni con multipolarità e unipolarità, Huasheng Zhao). Per questo motivo, nonostante l’ascesa di Pechino abbia provocato un’erosione dell’egemonia americana, vige ancora di fatto l’incertezza circa l’esatta redistribuzione del potere geopolitico globale: questa fase di assestamento potrebbe dunque provocare tensioni interstatali prima del raggiungimento di un nuovo equilibrio (La transizione dell’ordine mondiale verso il multipolarismo: dibattiti e tendenze, Zeno Leoni). Il rischio è che neanche le Nazioni Unite possano essere in grado di mitigare tali tensioni, come riflette Paolo Bargiacchi nel saggio intitolato Approcci multilaterali e pulsioni unilaterali nel diritto internazionale: da una parte, vengono compiuti alcuni sforzi per favorire l’approccio multilaterale alla risoluzione di questioni concernenti la sicurezza e la pace mondiali, come i tentativi di riforma del Consiglio di Sicurezza per assicurare maggiore rappresentatività dei Paesi del mondo e capacità di adattarsi al continuo evolversi degli scenari geopolitici; dall’altra, risulta evidente come gli Stati ricorrano sempre più spesso all’uso unilaterale della forza, appellandosi all’istituto della legittima difesa piuttosto che al sistema di sicurezza collettivo del Consiglio di Sicurezza, il che potrebbe rendere le interazioni inter-statali sempre più ostili e ipoteticamente conflittuali indipendentemente dal tipo di sistema, bipolare o multipolare, che si ritiene attualmente esistente.

In conclusione, questo volume, impreziosito da un ampia prefazione del prof. Alessandro Colombo, non pretende né riesce a fornire risposte certe: piuttosto, consente a chi legge di acquisire le nozioni e gli strumenti utili alla formulazione di una propria valutazione, critica e responsabile, dello scacchiere internazionale contemporaneo.

Scheda del libro

INDAGINE SUL MULTIPOLARISMO.
Pareri a confronto

A cura di Tiberio Graziani – Prefazione di Alessandro Colombo

Autori: Paolo Bargiacchi, Alberto Bradanini, Côme Carpentier de Gourdon, Aymeric Chauprade, Aleksej Gromyko, Phil Kelly, Andrej V. Kortunov, Zeno Leoni, Andrea Muratore, Igor Pellicciari, Emanuel Pietrobon, Huasheng Zhao

Collana Giano. Relazioni Internazionali diretta da Tiberio Graziani.

Edizioni Callive, Roma 2023 – ISBN 9788889991749 – € 20

Indice

PREFAZIONE

Alessandro Colombo

APPROCCI MULTILATERALI E PULSIONI UNILATERALI NEL DIRITTO INTERNAZIONALE

Paolo Bargiacchi

MULTIPOLARISMO, È PROPRIO COSÌ?

Alberto Bradanini

GLI SCENARI GLOBALI DEL FUTURO. Le alternative possibili.

Côme Carpentier de Gourdon

EQUILIBRIO MULTIPOLARE O PASSAGGIO A UNA BIPOLARITÀ PERICOLOSA?

Aymeric Chauprade

L’ILLUSIONE DI UN NUOVO BIPOLARISMO

Alexey A. Gromyko

LA TRANSIZIONE DELL’ORDINE MONDIALE VERSO IL MULTIPOLARISMO: Dibattiti e tendenze

Zeno Leoni

LA SFIDA TECNOLOGICA GLOBALE, UN MULTIPOLARISMO ANCORA INCOMPLETO

Andrea Muratore

LA GUERRA GLOBALE DEGLI AIUTI AL TEMPO DEL COVID-19. Dal multilateralismo al bilateralismo multiplo?

Igor Pellicciari

MULTILATERALISMO E IDEOLOGIA. Le chiavi di volta per la transizione multipolare

Emanuel Pietrobon

LA BIPOLARITÀ E LE SUE RELAZIONI CON MULTIPOLARITÀ E UNIPOLARITÀ

Huasheng Zhao

TRA POLICENTRISMO E BIPOLARISMO. Le interpretazioni russe sull’evoluzione dell’ordine mondiale

Andrej V. Kortunov

LA TRANSIZIONE ATTUALE DELLA POLITICA GLOBALE. Bipolarismo o multipolarismo?

Phil Kelly

NOTA SUGLI AUTORI

Disponibile su mediabooks.it o su AMAZON e nei principali stores librari
mail: mediabooks.it@gmail.com facebook: media&books – www.mediabooks.it – +39 371 4170580

(Dalla quarta di copertina) Sono trascorsi appena tre decenni da quando i paesi NATO, offuscati dalla sbornia del dopo Guerra Fredda, annunciavano la “fine della storia”. In quel momento di euforia, si diceva che gli stati non contavano più, che la geopolitica era materia obsoleta, e che l’era unipolare permetteva all’Occidente di godersi una “pausa strategica”. Ma già nel 2008, meno di vent’anni dopo, si capiva che in molti avevano cantato vittoria troppo presto. L’estate del 2008, in questo senso, aveva portato un bagno (freddo) di realtà. Mentre la Cina, con la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino mostrava al mondo la vastità delle proprie risorse, e la Russia ristabiliva la propria influenza nello spazio post-sovietico invadendo la Georgia, gli Stati Uniti facevano facevano fronte ad un 11 settembre finanziario che ne metteva a nudo le proprie fragilità. Alla luce della fase storica apertasi con questo passaggio e dei drammatici avvenimenti innescati dalla crisi russo-ucraina del 2014 e del 2022, ecco una importante raccolta di saggi internazionali sul Multipolarismo.

Cultura, torna #domenicalmuseo: il 4 giugno ingresso gratuito nei musei e nei parchi archeologici statali

Il 4 giugno si rinnova l’appuntamento con #domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali.

Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura, con accesso su prenotazione dove previsto.

maggio l’affluenza registrata è stata di 300.920 persone.

Per informazioni e per consultare l’elenco completo:  https://cultura.gov.it/domenicalmuseo


Roma, 29 maggio 2023
Ufficio stampa e comunicazione MiC

Al Palatino l’opera con Il viaggio mitopoietico da Creta a Roma di Giancarlino Benedetti Corcos

Giancarlino Benedetti Corcos, L’albero della vita lungo i sentieri del Mediterraneo

Presentata a Roma sul Palatino l’opera di Giancarlino Benedetti Corcos: “L’albero della vita lungo i sentieri del Mediterraneo”, 2020.

Per Giancarlino Benedetti Corcos è stato innanzitutto un gesto d’amore per Maria Maddalena Scoccianti. Così ieri l’Artista durante l’evento di presentazione della sua opera in ceramica, ricordando in un misto di “commozione e felicità” l’architetta della Soprintendenza Archeologica di Roma (oggi Parco del Colosseo), una vita dedicata alla conservazione e tutela del patrimonio archeologico e monumentale di Roma e d’Italia, cui era dedicato l’incontro. Approda grazie a lei infatti, e al successivo interessamento del Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, la Dottoressa Alfonsina Russo, e dei funzionari e maestranze tutti del Parco, lunedì 29 maggio, “L’albero della vita, lungo i sentieri del Mediterraneo”, formelle in ceramica, 2020, alla Domus Praeconum, edificio di età severiana appendice del palazzo di Domiziano sul colle Palatino, in Via dei Cerchi a Roma. A raccontare insieme all’Artista l’opera e l’approdo in questo luogo la Dottoressa Alfonsina Russo stessa, con l’architetto Piero Meogrossi e il Prof. Lucio Altarelli.

Piero Meogrossi e Claudio Grandoni
con Giancarlino Benedetti Corcos

Meogrossi descrive l’opera come l’esito del “viaggio neoantico dell’Europa approdata a Creta e ora testimoniato sul colle Palatino dall’opera mitopoietica di Giancarlino, cha affabulando i simboli ed il segno rimette in gioco il sogno di Roma“. Una imago mundi immaginifica e composita per recuperare un senso collettivo attraverso miti dimenticati, a partire da quello di Europa rapita da Zeus. Tanti i simboli nell’opera, ben descritti nella sua legenda. Composta da più formelle bianche scolpite da Giancarlino e posate poi insieme a formare un’unica parete grazie all’artigiano Claudio Grandoni, l’opera riflette la dimensione quantistica dello scorrere fluido del tempo tra passato, presente e futuro. E l’albero della vita vede inerpicarsi sui suoi rami leggende, fatti storici, miti, simboli senza tempo, uniti insieme per provare a rispondere a quelli che Meogrossi ha definito i bi-sogni, tanto di realtà quanto di fantastico, degli Uomini.  E a rappresentare il “sogno di Roma, una Roma Mediterranea. Collocata nell’area destinata ai servizi, è una parete secretata e nel contempo aperta al mondo e ai suoi bisogni, fisici e spirituali. 

Lo stesso Giancarlino è costantemente in bilico tra realtà e fantasia. L’opera nasce da un intento didascalico si, di recupero della memoria, ma anche di unione, unione di culture nella e attraverso la cultura, per il tramite di un coacervo di richiami, di simboli e figure, umane, animali, vegetali, architettoniche, mitologiche, appese tutte insieme all’albero della vita allo scopo di riunire le culture del Mediterraneo, come è necessario – e gli artisti da più parti lo rivendicano – al mondo di oggi. 

Se vivere e lavorare a Roma, per un artista, non è indifferente, certo non è per Giancarlino. Ne è persuaso il Prof. Lucio Altarelli, parlando dell’uso dei colori del pittore – anche se l’opera in questione invece è bianca – e soprattutto del colore rosso scuro, che dimostra attenzione alla tradizione romana e la volontà dell’Artista di dialogare con le sue vestigia per rispondere alle loro domande e a sua volta porre loro le sue.  Un’attenzione alla memoria, attraverso segni e citazioni, una memoria che però riesce “a trasformare in poesia”. “L’Albero della vita lungo i sentieri del Mediterrano” il Prof. Altarelli la legge sia in modo orizzontale che verticale. Nel primo caso gli appare come un liquido amniotico, un magma indistinto dal quale vede emergere figure e archetipi, nel secondo un muro sul cui passano veloce come sospinte da un vento (della Storia?) le stesse figure e archetipi. 

Tra i commenti alle ceramiche di Giancarlino, quello di Achille Bonito Oliva: non frutto di un’arte minore, ma l’estensione di una poetica che trova nella ‘craqueler’, nella rottura, nella disseminazione, nella memoria di un’unità perduta, la sua matrice. Una ceramica policroma, una scultura che usa un materiale sostanzialmente flessibile e morbido che sotto gli occhi sviluppa una tendenza verso l’umiltà, la riduzione o l’espansione, una mobilità, un respiro….che gioca tra l’ampolla, il pieno e lo svuotamento. Quello che interessa a Giancarlino è la rovina, ciò che resta, la memoria di una unità perduta mai agognata mai desiderata….. nella ricerca di un principio di “veritas” nel senso di svelamento del potenziale di un materiale come quello della ceramica, passando per la prova del fuoco; la ceramica come linguaggio “santone”, che sa camminare sui carboni ardenti, attraversare la distanza e giungere fino a noi“. 

Enrico Alleva rileva invece la grande capacità interpretativa dell’albero della vita che si inerpica verso l’alto, verso l’astro, quale metafora della visione darwiniana, ma gli sembra in questo caso “non un elegante abete natalizio“, quanto piuttosto “un intricatissimo cespuglio, dove rami ramoscelli rametti si biforcano, correndo e irradiandosi verso località cangianti, spunti di luce, di nutrimento, di vitale ispirazione generativa“. A sostenere la candidatura della realizzazione di un pannello in ceramica di Giancarlino a compimento dell’opera avviata a suo tempo da Maria Maddalena Scoccianti per la realizzazione di un ambiente “modesto”, ma indispensabile per l’accessibilità e la fruibilità dei monumenti c’è stato anche Carlo Severati, che lo vede come una “trascrizione illetterata, apocrifa, di un improbabile albero della vita, devitalizzato dal bianco assoluto. Che evoca fantasmi della sopraffazione imperiale, lente per guardare Roma“, “piombata lì, nell’antibagno della nostra presente inciviltà, fra Vasarely e distributori di bevande, casse d’acciaio, memore dei ramage Augustei“.

Festina lente (lat. “affrettati lentamente”), un ossimoro che ossimoro non è, celebre frase attribuita da Svetonio ad Augusto, esortazione a ad agire presto, ma con cautela. È l’invito di Giancarlino Benedetti Corcos, riportato inciso su una delle formelle sulla sinistra della parete di ceramica. Non c’è tempo, bisogna affrettarsi, sembra dire, per recuperare il meglio di noi come è stato consegnato all’Umanità dalla Storia, dalle Leggende, dal Mito che ci hanno preceduti. E allo stesso modo c’è invece tutto il tempo del mondo, se sappiamo prendercelo, se sappiamo ascoltare. Per vivere meglio. Tra Terra e Cielo. Dove siamo.  

Giancarlino Benedetti Corcos

Alfonsina Russo e Giancarlino Benedetti Corcos

Giancarlino Benedetti Corcos, è un artista (ma preferisce pittore). Diplomato presso L’Istituto Nazionale per la Grafica, studia poi architettura nei corsi di Bruno Zevi. Espone in molte gallerie romane, spesso accompagnando le mostre con sue performances basate su testi teatrali (“commediole” scritte a quattro mani con la compagna, oggi scomparsa, Laura Rosso, storica dell’arte, sua musa) o su figure immaginarie. Diversi i supporti su cui dipinge: ceramica, tela, legno, carta, materiali semplici o di recupero, lenzuola. Da otto anni usa la ceramica come campo di sperimentazione del progetto di architettura. Le sue opere sono state esposte tra l’altro alla Biennale di Venezia nel 2012 a cura di Vittorio Sgarbi, nell’appartamento di Innocenzo X e Olimpia a Sant’Agnese in Agone in occasione del 350esimo compleanno del Borromini, a cura di Achille Bonito Oliva e Francesco Giulio Mazzeo, a Neuss nel Castello di Benrath, New Orleans performance al Gary Keller, Macro Asilo a Roma.


Info stampa
Diana Daneluz
Media Relations
Mail: dianadaneluz410@gmail.com

Parma, Teatro Farnese, Complesso Monumentale della Pilotta: FARNESE FESTIVAL. Rassegna internazionale di musica antica

Teatro Farnese Parma © Giovanni Hänninen

Parma, Teatro Farnese, Complesso Monumentale della Pilotta: FARNESE FESTIVAL. Rassegna internazionale di musica antica

I EDIZIONE

Sei concerti legati alla tradizione musicale italiana ed europea dei secoli XVII e XVIII, interpretati da alcuni dei più prestigiosi ensemble d’Italia.

Il Farnese Festival vivrà una preziosa anteprima venerdì 19 maggio, alle ore 20.30, con protagonista la Filarmonica Arturo Toscanini, diretta da Enrico Onofri.

Lo spettacolare Teatro Farnese, nel Complesso Monumentale della Pilotta a Parma, sarà l’ambientazione unica e monumentale che, dal 6 al 19 giugno 2023, accoglierà la prima edizione del Farnese Festival.
Il Farnese Festival vuole essere, in un connubio esclusivo, l’unica rassegna musicale al mondo dei secoli XVII e XVIII ospitata all’interno di un edificio monumentale coevo, il Teatro Farnese, fatto costruire dal duca Ranuccio tra il 1617 e 1618 al cuore dell’odierno Complesso Monumentale della Pilotta. Non soltanto sala barocca senza eguali, il Farnese, con le sue scene mobili e le sue serliane che anticipano i palchetti delle sale “all’italiana”, è anche considerato dagli esperti il primo teatro moderno della storia occidentale.

La rassegna, curata dal direttore artistico Fabio Biondi e ideata dal direttore del Complesso monumentale della Pilotta, Simone Verde, è un’iniziativa, già in questa prima edizione, dalle ambizioni internazionali e resa possibile dai fondi della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura e dalla sinergia istituzionale con numerosi soggetti della città che la ospita. Tra questi, spicca la collaborazione con il Comune di Parma, il contributo finanziario della Fondazione Monteparma e il supporto tecnico della Fondazione Arturo Toscanini.

Indispensabile, ovviamente, il supporto di importantissimi soggetti artistici e scientifici del settore con cui sono stati sottoscritti protocolli d’intesa: l’ensemble Europa Galante, innanzitutto, diretta dallo stesso Maestro Biondi e riconosciuta come una delle migliori al mondo per l’estro, la meticolosa cura nell’interpretazione del repertorio barocco, che eseguirà tre concerti; Concerto Italiano, fondato da Rinaldo Alessandrini, sodalizio vocale-strumentale specializzato nell’esecuzione di musiche madrigalistiche e barocche, ambasciatore nel mondo di tre figure tutelari della musica antica in Italia quali Monteverdi, Bach e Vivaldi; l’ensemble vocale e strumentale LaBarocca di Milano, una delle realtà italiane di maggior qualità a livello internazionale, specializzata nella prassi esecutiva del periodo barocco per esplorarne i capolavori e portarne alla luce rarità dimenticate e la Filarmonica Arturo Toscanini, orchestra sinfonica italiana tra le più affermate nel panorama concertistico internazionale, la cui programmazione è caratterizzata da una straordinaria duttilità – dal Settecento alla musica d’oggi – guidata dal suo Direttore principale Enrico Onofri, interprete italiano di riferimento per il repertorio antico e barocco.
Farnese Festival si concluderà il 19 giugno, con un concerto promosso dalla Fondazione Arturo Toscanini che prevede l’esibizione del Quartetto Vanvitelli, un ensemble italiano specializzato nel repertorio cameristico della prima metà del Settecento.

“Con il Farnese Festival all’interno di uno dei più straordinari teatri al mondo – afferma Fabio Biondi, direttore artistico del Festival – si rende giustizia a un repertorio legato alla ricca vita musicale della città di Parma che, fra il 600 e 700, ospitò tra i più insigni Maestri dell’epoca: figure come Monteverdi, Farinelli, Carestini, Giacomelli, Mozart per citarne solo alcuni, oltre alla cappella ducale, una delle più ammirate orchestre d’Europa. Con una sede così prestigiosa, una città così unica e un territorio così ricco possiamo solo augurarci che questa edizione sia l’inizio di una nuova, fortunata stagione musicale.”

“La primavera di Parma capitale dell’arte, dell’architettura e della musica – afferma Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale della Pilotta – si arricchisce di un nuovo e importante appuntamento: il Farnese Festival. Una iniziativa che testimonia la vivacità del progetto sviluppato dal Complesso Monumentale della Pilotta, finalizzato al rinnovamento della struttura, al riallestimento delle sue collezioni e alla creazione di un centro culturale di respiro internazionale, che è stato premiato da un largo consenso di pubblico”.
“La prima edizione di Farnese Festival – prosegue Simone Verde che lavora da ben sei anni alla realizzazione di questo progetto – s’inserisce proprio in questa direzione, ospitando, sulla spettacolare quinta del Teatro Farnese i più prestigiosi specialisti di musica antica d’Italia, che si alterneranno nell’esibizione di un repertorio che copre un vasto arco cronologico che dal XVII secolo giunge fino al XVIII. Dopo tanti anni di lavoro è un sogno che si avvera, uno di quelli con cui insediai la nuova direzione sei anni fa”.

La varietà e la ricchezza delle proposte artistiche del Farnese Festival comprendono un ampio repertorio concertistico costituito da numerosi musicisti che gravitavano attorno alla corte dei Farnese, grandi mecenati. Il cartellone è arricchito da spettacoli, proiezioni e installazioni digitali site-specific che costituiscono un’offerta culturale di rilievo per un pubblico colto e appassionato, ma in grado di coinvolgere e richiamare anche una platea più vasta ed eterogenea, non specificatamente esperta.

Con questa iniziativa Parma con il suo territorio si conferma come una delle capitali italiane della musica, luogo di elezione di Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini, Niccolò Paganini, città che ospita il Teatro Regio, uno dei punti di riferimento del teatro d’opera ottocentesco, e la Filarmonica Arturo Toscanini, orchestra sinfonica della Regione Emilia-Romagna protagonista di un’intensa attività sinfonica in Italia e all’estero.

Il programma del Farnese Festival è introdotto da una preziosa anteprima venerdì 19 maggio 2023 alle ore 20.30, con la Filarmonica Arturo Toscanini, diretta da Enrico Onofri. Il concerto propone la Suite in mi minore per due oboi, fagotto, archi e cembalo di Fortunato Chelleri, la Sinfonia n. 12 in sol minore per archi di Felix Mendelssohn-Bartholdy, la Fuga (Ricercata) a sei voci di Anton Webern e la Sinfonia n. 41 in do maggiore K 551 Jupiter di Wolfgang Amadeus Mozart.

Il Farnese Festival s’inaugura invece martedì 6 giugno alle 20.30 con Europa Galante e Fabio Biondi (violino e direttore) impegnati in un programma ricco di proposte che, partendo da uno dei protagonisti della vita musicale italiana della prima metà del ‘600, qual è Girolamo Frescobaldi, si conclude con uno dei capolavori di Claudio Monteverdi, musicista che nel 1619 inaugurò il teatro Farnese. Andrà quindi in scena Il Combattimento di Tancredi e Clorinda accompagnato da Dario Castello e Giovanni Legrenzi sempre esponenti della scuola musicale veneziana. L’orchestra Europa Galante ritorna mercoledì 7 giugno, alle 20.30, interpretando brani di Luigi Boccherini e ancora giovedì 8 giugno, alle 20.30, con Invenzioni e Stravaganze, il 600 musicale italiano all’epoca del Teatro Farnese.
Sabato 10 giugno, alle 20.30, il Teatro Farnese ospita l’orchestra LaBarocca di Milano, diretta da Ruben Jais, che presenta Scipione in Cartagine, opera seria in tre atti del compositore parmigiano Geminiano Giacomelli, su libretto di Carlo Innocenzo Frugoni, dedicata a Enrichetta d’Este, rappresentato per la prima volta nella primavera del 1730 all’antico Teatro Ducale di Parma.
Il Festival prosegue sabato 17 giugno, alle 20.30, con Come veggiamo usarsi ne’ madrigali moderni, un repertorio di madrigali di Claudio Monteverdi, Giovanni Battista Fontana, Marco Uccellini, interpretati da Concerto italiano, diretto da Rinaldo Alessandrini.

Il Farnese Festival si chiuderà lunedì 19 giugno con la presenza del mezzosoprano Giuseppina Bridelli e l’esibizione del Quartetto Vanvitelli. Costituito nel 2017, il Quartetto conduce il pubblico alla scoperta di un repertorio legato ai compositori bresciani del ‘600 riuniti sotto l’Accademia degli Erranti, accademia culturale fondata a Brescia nel 1619. Il concerto presenta la relazione tra i compositori bresciani e i colleghi veneziani di Claudio Monteverdi con i quali lavorò durante il suo ultimo periodo di grande fervore artistico.

Anche il logo della rassegna, realizzato dall’agenzia pubblicitaria Area Italia in sinergia con l’equipe scientifica del Complesso monumentale della Pilotta, sottolinea ulteriormente il rapporto strettissimo tra il Festival e il Teatro Farnese, evidenziando l’unicità di questo progetto musicale.

Con il Festival verrà dunque celebrato il Teatro Farnese, e verrà quindi svelato al pubblico uno spettacolare videomapping prodotto da Kaos Produzioni di Stefano Gargiulo grazie al quale sarà possibile ammirare l’Arcoscenico della sala seicentesca in tutto il suo cromatico, originario splendore assieme a una mirabolante animazione finalizzata a far rivivere lo spirito dell’artificio divino del Seicento.



FARNESE FESTIVAL
Parma, Teatro Farnese | Complesso Monumentale della Pilotta (Piazzale della Pilotta, 15)
Dal 6 al 19 giugno 2023, ore 20.30
Anteprima di presentazione: venerdì 19 maggio 2023, ore 20.30


Biglietti:
Anteprima venerdì 19 maggio:

Intero: € 5,00
Ridotto: € 1,00 (abbonati La Toscanini, tesserati Amici della Pilotta)

I singoli concerti in programma:
Intero: € 30,00
Ridotto: € 25,00 (abbonati La Toscanini, tesserati Amici della Pilotta, studenti universitari e del
conservatorio).

Informazioni:
Per tutte le serate è possibile prenotare online il concerto; il pagamento e il ritiro del biglietto
avverranno presso la biglietteria del Complesso monumentale della Pilotta a partire dalle ore
18.00 della sera del concerto.

Biglietteria online
https://www.biglietterialatoscanini.it/
La Toscanini, viale Barilla 27/A | Parma
Tel. 0521 391339 – biglietteria@latoscanini.it

Complesso monumentale della Pilotta
Piazza della Pilotta, 15 | Parma
Biglietteria aperta dalle ore 18.00 nelle sere di concerto
Per richieste di accrediti stampa e istituzioni: cm-pil.info@cultura.gov.it

Ufficio Promozione e Comunicazione del Complesso monumentale della Pilotta
Annalisa Scimia
T. +39 0521 220424; annalisa.scimia@cultura.gov.it

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche

Anna Defrancesco, T +39 02 36755700
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it