A Roma l’evento Prometeus: Il bello per la Ricerca Salute e Bellezza binomio inscindibile per le donne

Solo modella Tricostarc

La Tricostarc  sostiene la ricerca attraverso  la Fondazione Prometeus onlus, per lo sviluppo della ricerca e della formazione in campo oncologico, il cui presidente, Lucio Fortunato, è stato il primo ad aver compreso, ormai più di dieci anni fa, quanto fosse importante non solo curare, ma anche aver cura  e quindi il primo a credere nella Banca della parrucca e nella istituzione di questo progetto virtuoso.
Giovedì 8 giugno, la serata di gala, a Roma presso il Chiostro di Santo Spirito in Saxia, evento di raccolta fondi per i progetti di ricerca, con una sfilata dove a sfilare saranno 13 pazienti per le quali sono stati confezionati abiti creati apposta per loro con un materiale d’eccezione, che sarà la grande sorpresa di quest’anno per tutti, pazienti ed ospiti.  Un materiale che come si vedrà si sposa perfettamente con la filosofia aziendale sostenibile di Tricostarc. 

Coreografa è Francesca Lettieri coadiuvata da Marzia Lelli. Tutte le pazienti-modelle hanno fatto prove abito, prove sfilata, usufruiranno di trucco e parrucco, in un gioco positivo di cambio immagine proprio per dimostrare quanto i capelli abbiano il potere di identificare le persone. Lo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico all’importanza dei capelli e a quanto si soffra per la loro perdita durante la chemioterapia a causa dei suoi effetti collaterali, tra cui appunto quello più temuto è proprio la perdita dei capelli: lo dimostra il fatto che  l’8% dei pazienti rifiuta di sottoporsi al salvifico trattamento per la paura di questa perdita. 

Le azioni messe in campo da Tricostarc e dalla Fondazione Prometeus, come le serate di gala, le sfilate, i calendari, i servizi fotografici, nascono tutte con un duplice scopo; da una parte aiutare le pazienti a vivere il loro momento di disagio legato alla malattia e alla malattia oncologica in maniera giocosa, con rispetto e  l’aiuto dei giusti professionisti, e dall’altra offrire ai  clinici, all’opinione pubblica, a tutti, degli strumenti che possano far capire quanto oggi le parrucche siano cambiate e funzionali all’obiettivo di far sentire le pazienti ancora sé stesse, donne e non solo pazienti.

Il principale obiettivo della Fondazione Prometeus è infatti divulgare informazione e conoscenza sulla Banca della parrucca, che è uno dei progetti principali della Fondazione, progetto istituito nel 2011, che ad oggi è presente, ad esempio, tutti i martedì all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, dove le parrucche vengono date in comodato d’uso gratuito alle pazienti che non possono permettersi di acquistarne una. Garantendo così, attraverso l’impegno Tricostarc e delle sue volontarie, l diritto alla bellezza per tutte. Nell’ottica di Tricostarc di non smettere di sensibilizzare sulla Bellezza, e l’Arte, come supporto psicologico ai trattamenti medici e alle cure

Il percorso indicato dal progetto Tricostarc nel suo complesso è quello della tricologia solidale in ambito oncologico. Una strada che l’azienda percorre con Giusy Giambertone AD di Tricostarc e Presidente di Tricostarc Onlus, da oltre undici anni attraverso la Tricostarc Onlus e l’impegno nella Fondazione Prometeus, e che racconta da sei anni anche attraverso un Calendario. Attraverso le parrucche, il trucco, i servizi fotografici le donne in terapia, supportate da Tricostarc, escono per un tratto dalla dimensione di paziente per tornare a quella di donna, con la propria identità, la propria femminilità, la propria sicurezza. Un progetto benefico sempre più noto, che sarebbe bello venisse diffuso in sempre più numerosi nosocomi italiani. 


Per informazioni:
mail: eventiprometeus@gmail.com

Ufficio Stampa Tricostarc
e-mailufficiostampa.tricostarc@gmail.com

Taormina: IN-VERSO mostra di pittura di Riccardo Orlando – Domenica 11 giugno

Riccardo Orlando

Nasce a Messina il 16 gennaio 1950. I nonni esercitano un’influenza diretta sulle sue inclinazioni artistiche: quello paterno era pittore dilettante mentre quello materno, Gaetano Corsini – allievo di Aristide Sartorio – fu un artista affermato nella prima metà del Novecento.

IN-VERSO

Inaugurazione domenica 11 giugno ore 18:00

Il grande viaggio che ognuno potrebbe percorrere
in riflessivo silenzio

di Massimiliano Reggiani

La costruzione di un’opera di Riccardo Orlando è articolata e complessa: si espande nella profondità illusoria lasciando sulla trama della tela la vivace e colorata impressione visiva di una moderna fantasmagoria. È un teatro, un sipario che l’Artista strappa dopo aver accuratamente deciso luci, gesti e posizioni dei personaggi ma senza aver sceneggiato alcuna storia. In questo spazio privo di tempo narrativo, dove nulla è casuale e nulla è spiegato, gli attori non cercano l’interazione con chi li guarda: si trasformano in simboli davanti ad uno spettatore incantato, un individuo tanto curioso quanto transitorio.

Ogni immagine va smontata e intuita nelle proprie logiche interne: comprende uno spazio organizzato e una somma di identità, di frammenti naturali, di esseri conosciuti ma decontestualizzati che riflettono la mente dell’Artista. Riccardo Orlando, uomo e persona, diventa così la chiave di lettura delle sue stesse creazioni: è un Artista che ha più livelli di vita e la pittura rappresenta solo un aspetto della sua poliedrica attività.

L’estetica di Orlando non appartiene al mercato dell’arte, la sua pittura non è un prodotto pensato per la commercializzazione, non muta quindi e si affina cercando un equilibrio tra il messaggio da trasmettere e i desideri o le aspettative del pubblico. È piuttosto poesia visiva, una personale riflessione sul senso della vita, lo strumento per comprendere il mondo delle proprie emozioni.

I dipinti di Riccardo Orlando – tutti a olio su tela – hanno l’apparente facilità di lettura di un’opera Pop perché i riferimenti formali sono contemporanei, facilmente riconoscibili, trasversali, collettivi. La tecnica è accurata e brillante, mantiene alta la tradizione accademica: dettaglio, rigore stilistico, equilibrio compositivo. Rispetto alla Pop Art è diverso l’intento, sebbene ne conservi lo stile asciutto e icastico. La sua arte – senza diventare diario personale – coglie con delicatezza lirica le presenze del quotidiano, visto o vissuto che sia. Attraverso intuizioni improvvise cerca di suscitare riflessioni, ricreando una realtà che non si presenta secondo schemi ordinari. I mondi che galleggiano fuori dalle finestre? Siamo semplicemente noi, guardati da una prospettiva siderale. L’Artista scardina il naturalismo del racconto, porta il proprio spazio a diventare la macchina teatrale con un implicito valore totalizzante: è l’universo dentro una cornice.

Universo, parola allo stesso tempo diffusa e sconosciuta. Orlando titola la propria mostra IN-VERSO: perché questo titolo inconsueto? Perché spezzare la parola suggerendo una lettura etimologica? È un indizio, una traccia volontaria, la via d’accesso alla sua poetica. Verso, è il participio del verbo latino vertere, che non significa come oggi “concernere” bensì “avvolgere”. L’universo è il “das All” dei tedeschi: comprende tutto, abbraccia e contiene ogni cosa.

Naturalmente l’universo di Orlando non può essere così ampio, contenere il tempo e la totalità. È legato alla persona, all’Artista come individuo, che offre – attraverso immagini e colori – il suo approccio filosofico alla vita. Guarda dentro te stesso, sembra suggerirci. La mente umana può abbracciare – senza la pretesa di comprendere – enormi spazi di consapevolezza e conoscenza. IN-VERSO è lo sconfinato che ci sta dentro: l’infinitamente piccolo che per un istante sfiora l’immensità attraverso fantasmagorie che procedono per intuizioni e lampi improvvisi. IN-VERSO è il procedere nei meandri dell’interiorità, un mondo plausibile come viaggio mentale dove si guarda alle possibilità più che all’esperienza. È un progetto cognitivo volutamente senza storia, la forma concreta della libertà di pensiero.

L’immaginazione, che appartiene all’uomo ma anche agli altri animali, è la capacità di ricombinare il reale e il vissuto sviluppando nuove situazioni nella propria mente; una forza che cancella emotivamente ogni barriera temporale, accomunandoci a tutte le generazioni, senza limiti cronologici. L’arte di Orlando si rivolge alle potenzialità del pensiero, alla fantasia creativa: IN-VERSO, l’universo racchiuso dentro di noi. Questo dà un respiro umanista all’opera di Riccardo Orlando, perché libera la forza della nostra individualità senza diventare dogma, insegnamento, convenzione stereotipata. È il grande viaggio che ognuno potrebbe percorrere in riflessivo silenzio, con lo sguardo rivolto dentro, all’intima bellezza di un patrimonio personale di maturità, saggezza e disincanto.

Venezia, Museo Correr: IMAGO IUSTITIAE Capolavori attraverso i secoli

Giorgio Vasari, La Giustizia, 1541-1542,
olio su tavola 78 x 181,5 cm, spessore 2,5 cm
Venezia, Gallerie dell’Accademia, cat 1370

IMAGO IUSTITIAE
Capolavori attraverso i secoli

Venezia, Museo Correr
10 giugno – 3 settembre 2023

Open day 9 Giugno dalle ore 10.00 alle ore 22.00
Saluti istituzionali ore 11.00 Museo Correr – Salone da Ballo

Mostra a cura di Marina Mattei

La mostra è promossa dal Comune di Venezia nella persona del Sindaco Luigi Brugnaro, ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma presieduto da Giuseppe Lepore in sinergia con la Fondazione Musei Civici di Venezia presieduta da Mariacristina Gribaudi e con il patrocinio del Comando Interregionale dell’Italia Nord-Orientale della Guardia di Finanza diretto dal Generale di Corpo D’Armata Carmine Lopez che ha curato i più alti aspetti istituzionali relativi alla pianificazione, programmazione e organizzazione dell’evento che aprirà al pubblico il giorno 10 Giugno 2023 al Museo Correr di Venezia.

Aulo Gellio, giurista e scrittore latino del II secolo d.C. delinea un ritratto ‘tipico’ di Iustitia: una giovane donna dall’aspetto solenne e pieno di dignità; espressione severa; fronte aggrottata; sguardo a un tempo scuro e pieno di energia.
Si tratta, commenta Gellio, di fattezze simboliche che si interpretano facilmente: “Giustizia è vergine poiché incorruttibile, volitiva poiché non conosce cedimenti, austera poiché non lascia spazio a preghiere o lusinghe, temibile poiché nemica implacabile con chi sceglie di non rispettarla”.
Questa caratterizzazione contiene, tuttavia solo parte delle storie precedenti, che si rivelano ben più complesse e illuminano un orizzonte molto più antico quando l’ordine e l’armonia delle parti erano emanazione di divinità Superiori. Al sovrano, eroe eponimo o capo della comunità spettava essere il tramite e l’esecutore del buon governo.
La mostra attraversa il tempo alla ricerca della formazione del primitivo concetto di Giustizia e mostra i mutamenti dell’immagine nei secoli, magistralmente resi da grandi artisti di tutti i tempi.

IMAGO
L’immagine è il primo cardine della nostra mente su cui le parole sono imperniate in sequenze figurate, alfabeti che mutano in suono.
Nell’arte la figura umana può essere genericamente resa con pochi elementi anatomici o espressa dettagliatamente in un particolare atteggiamento, con un corredo di attributi che svelano le circostanze in cui è colta e illustrano la sua funzione e la sua storia.
Atteggiamenti, figure che la accompagnano e una lunga serie di “compagni” tra i quali alcuni presenti più di altri, segnano i passaggi di Giustizia e il suo complesso viaggio.

IUSTITIA
Idea, principio, concetto, procedura, esecuzione? Cogliere l’immagine di un’astrazione e cercare di tramandarla perché sia comprensibile è un esercizio assai difficile.
Si sono ingegnati a far questo i più grandi artisti di tutti i tempi nel tentativo di afferrare e riprodurre un bisogno comune, un insieme di norme, procedure e gesti che regolano e strutturano il vivere.
Il lungo cammino di Giustizia, espressa come Persona, divenuta immagine eterna nasce da molto lontano, accoglie e comprende figure significanti e complementari, ma anche elementi astratti dalle sue manifestazioni, peculiarità come sequenze filmiche e storie raccontate dei suoi procedimenti.
PERSONE dell’immaginario, definite come Allegorie, riassumono e ricordano i tanti volti di un’idea descrivono il lungo percorso della civiltà, sintetizzato con simboli e attributi per arrivare ai nostri giorni che sembrano rinunciare alla figurazione, alla descrizione di una scena, che agiscono con stimoli visivi alternativi.
Rielaborare i segni non significa cancellare il passato.
Può succedere che Giustizia subisca il tempo, il luogo, il potere, che occulti la sua immagine e si tramuti in una serie di presenze o scene parlanti. Giustizia si trasforma, evolve ma conserva il significato archetipico profondo: la ricerca di un ordine e di un equilibrio che garantisca risorse per tutti, che consenta all’uomo di assicurarsi uno scambio e una evoluzione costanti.


Il Sindaco Brugnaro: “il Museo Correr, il luogo dove il visitatore può confrontarsi con la storia di Venezia, ospita questa mostra che permette di cogliere la sintesi artistico-concettuale del significato della giustizia. Un tema, quello della giustizia, che ha sempre sfidato gli artisti a sintetizzare in un’immagine valori che si confermano sempre attuali. Venezia era il simbolo di una giustizia illuminata che ancora oggi rimane una fonte di ispirazione per tutti noi che, grazie a questa mostra, possiamo diventarne ancora più consapevoli”.
Insieme all’offerta culturale , prosegue il nostro impegno con importanti investimenti per l’ampliamento delle sedi espositive, quali ad esempio qui al Correr il restauro del secondo piano e l’accesso all’area napoleonica, per riqualificare e restituire importanti spazi alla città”.

L’arte, continua la presidente MUVE Mariacristina Gribaudi, da sempre accompagna la nostra quotidianità, sottolineando e traducendo concetti filosofici, religiosi, politici ed esistenziali. A tutt’oggi questa iconografia non solo risulta interessante dal punto di vista artistico, ma riesce a risvegliare in noi riflessioni importanti che permettono confronti con il passato. La mostra in questione affronta la tematica della giustizia e come i codici espressivi e didascalici legati a questo argomento siano stati tradotti visivamente da artisti in diverse epoche. L’arte, quindi, ancora una volta si conferma non solo come un virtuosismo espressivo legato alla bellezza estetica ma anche come un importante testimone da considerare anche dal punto di vista storico-concettuale. La mostra è un’occasione per valorizzare opere del patrimonio legate a questa tematica e condividere con i visitatori anche creazioni poco conosciute.

Il percorso inizia dalla magnifica sala della Biblioteca Pisani del Museo Correr, le cui pareti sono interamente rivestite da librerie in radica di olmo e ospitano pregiate edizioni storiche.
Abbiamo voluto accogliere il visitatore in questo spazio di antico sapere e dedicare una serie di scaffali all’esposizione di volumi e incisioni, miniature e disegni che illustravano la giustizia. Tutti rispondono alla scelta comune di corredare con “le Figure” il libro simbolo della conoscenza della legge e della scienza giuridica.

La Giustizia, aspetto del sapere per eccellenza, molto spesso reca tra le mani il volume dove l’immagine è contenuta.
Si tratta dell'”Offerta del libro” uno schema fissato prima della stampa che, a nome dell’autore, Giustizia consegna al dedicatario, garante di equità e buon governo o esecutore e promotore del diritto.

Sono altresì presenti tre opere di artisti contemporanei – Ai Weiwei, Kendell Geers, Koen Vanmechelen – concesse dalla Fondazione Berengo, che creano particolari suggestioni dimostrando come il vetro, ancora una volta, sia duttile interprete concettuale.
Attraverso sei sezioni, corrispondenti allo svilupparsi della Figura allegorica, dagli albori delle civiltà fino all’età moderna, sono esposti reperti archeologici, monete e medaglie (sezioni I-II). Una serie di “racconti e interpretazioni” realizzate dagli artisti più importanti dal Medioevo al ‘900 illumina la sua iconografia.
Opere su carta, legno, tela e tavola sulle quali troneggia come semidea, come Virtù e come Personificazione e Allegoria della stessa città di Venezia (sezioni II-III) .
I suoi attributi e le sue compagne ce la rendono inevitabilmente riconoscibile (sezione III).
I luoghi tempio e casa di Giustizia, i Palazzi dell’età moderna costruiti per praticarla e amministrarla, ebbero apparati decorativi di grandi artisti che la celebrano traendo schemi e contenuti dai loro predecessori (sezione IV).
Le azioni e le idee di intellettuali, giuristi e letterati che si sono sempre adoperati per eliminare la pena di morte è riassunta nella figura di Cesare Beccaria, che si fece promotore dell’abolizione della pena di morte (SezioneV). Il percorso si chiude con una serie di scene che mostrano atti e protagonisti di Giustizia (sezione VI), protagonisti immortalati come eroi e santi e, infine, episodi di pratica della legge, grandi quadri che imprimono nella mente proprio il leitmotiv della mostra.
Sono presenti tra le altre, Opere di Guercino, Andrea Del Sarto, Martini, Nani, Reni, Sansovino, Vasari, Maccari e un bulino di Raffaello.

Non c’è Giustizia senza umanità e quell’ordine, quel tentativo costante di sublimare la parte migliore, contro la colpa e il peccato è davvero il messaggio che arriva da una donna bellissima e coronata, con la Bilancia e spada, che tutto vede anche se a volte è bendata e che, seduta in trono ci ricorda i principi fondanti del vivere civile.



Maggiori informazioni ►qui

Museo Correr
San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
correr.visitmuve.it
 
Contatti per la stampa
 
Centro Europeo Turismo Cultura
e Spettacolo S.r.l.
Ufficio Stampa
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Effeci Comunicazione
s.cerini@effecicomunicazione.it
+ 39 3356951224
 
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa

In collaborazione con

Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net

IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE di Roma: “GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma” di Giulio Ielardi (Phaos Edizioni)

GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma di Giulio Ielardi (Phaos Edizioni).

Un progetto fotografico di Giulio Ielardi a cura di Massimo Siragusa, con testi di Franco Arminio, per raccontare l’energia di un paesaggio in costante divenire, quello del Grande raccordo anulare di Roma.

Il libro sarà presentato l’8 giugno 2023 alle ore 18 all’IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE (Pelanda | Mattatoio, Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma)
Il volume sarà in libreria a partire dal 15 giugno 2023.

Dell’autostrada urbana più lunga d’Italia si racconta nel nuovo progetto del fotografo Giulio Ielardi, raccolto in un libro di 50 fotografie, realizzate in 2 anni di lavoro, percorrendo circa 600 chilometri a piedi ed esplorando il macrocosmo del Grande raccordo anulare – l’anello di Saturno di felliniana memoria – che circonda Roma.


Il libro GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma a cura di Massimo Siragusa, – con testi di Franco Arminio e Giorgio de Finis – ed edito da Phaos Edizioni, sarà in libreria dal 15 giugno 2023.

L’8 giugno alle ore 18 in occasione del IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE di Roma sarà presentato nell’ambito del pomeriggio dedicato al Festival della Fotografia.

GRA è l’autostrada A90, un anello a sei corsie – tre per senso di marcia – lungo quasi 70 chilometri con 33 uscite, gallerie, ponti, svincoli, complanari. 150.000 Veicoli al giorno a percorrerlo.
Il suo nome – acronimo di Grande raccordo anulare – è legato a Eugenio Gra, principale ideatore e sostenitore dell’opera: il suo apporto fu tale che nelle fasi di progettazione e costruzione, si usò riferirsi alla strada con il nomignolo «Il Gra».
Completato nel 1970 ma in eterna trasformazione, oggi il GRA è parte della vita quotidiana dei romani, assai più del centro storico e dei suoi monumenti famosi in tutto il mondo.

Gli scopi e l’identità stessa del GRA hanno visto nel tempo una mutazione profonda; tra le arti contemporanee, alla fotografia è riconosciuta una capacità di particolare efficacia per la narrazione delle dinamiche sociali e dei contesti che le producono: le fotografie di Ielardi narrano questo caposaldo della topografia metropolitana, simbolo del governo urbanistico dell’espansione urbana cantiere di nuove esperienze abitative, cerchio magico della città nuova e di quella che verrà.

Il paesaggio attraversato, disegnato, creato non è né città né campagna, nel suo circolare svolgersi accosta falansteri di periferia e tesori archeologici, centri commerciali e tenute agricole, rivendite di lampadari e carrozzerie, terminal di bus e luoghi di culto.
Lungo il plurimo cordone d’asfalto si genera e propaga un orizzonte artificiale di cartelli e indicatori, lampioni, tralicci, scritte, stazioni di servizio, guard-rail, pannelli antirumore, frecce e antenne SOS. Sopra, sotto e intorno, prati insperati e filari di pilastri in cemento armato a sostenere i viadotti e i tunnel, realtà aumentata per motociclisti e street artist, greggi e cosplayer.

Visioni e rumori che quasi non conoscono sosta ma fermati dagli scatti in bianco e nero in formato panoramico di Ielardi: un mondo rutilante, una Roma di avvenire e di macerie piena di energia come le sue fotografie che intendono raccontare i paesaggi del GRA con taglio poetico e visionario.

Non a caso a introdurre il lavoro di Ielardi è chiamato uno dei poeti contemporanei più seguiti come Franco Arminio.

IL PROGETTO E LE FOTOGRAFIE

Focus del progetto è il racconto visivo dell’anello di asfalto come produttore di paesaggi.

L’idea è partita con le prime esplorazioni e fotografie prodotte nell’autunno 2020 ed è stato completato dopo due anni di lavoro. Tra le fonti principali di ispirazione, il film Accattone (1961) di Pasolini e il Sacro romano Gra (2013) di Gianfranco Rosi, soprattutto la sua sceneggiatura tratta dal libro di Nicolò Bassetti e Sapo Matteucci (Quodlibet, 2013); mentre dal punto di vista fotografico, il lavoro di The black triangle di Josef Koudelka e quello recentissimo intitolato Roma di Massimo Siragusa, entrambi inni alla narrazione della bellezza nascosta e dei luoghi più difficili dal punto di vista del paesaggio.

“Percorso migliaia di volte, il GRA non l’abbiamo mai visto. Dal punto di vista fotografico è tante cose insieme, come un ottovolante, una città nella città o, meglio, oltre la città un’altra Roma” – dichiara l’autore. “Il suo Colosseo è Corviale, il suo Foro romano le arcate dell’Acquedotto Claudio o la Villa dei Quintili, la sua pinna da squalo la Vela di Calatrava. Soprattutto, il GRA è paesaggio contemporaneo alla massima potenza, velocità, viadotti, centri commerciali, templi, nuovi insediamenti residenziali, sfasciacarrozze, segnaletica stradale e insegne pubblicitarie, vuoto. Inoltre, se la fotografia è anche uno spazio di ricerca e di ambiguità e di visione, il GRA può inoltre rappresentare un perimetro per molti paesaggi interiori, per un alfabeto di segni – prosegue Giulio Ielardi.

Curatore del progetto è Massimo Siragusa, uno dei nomi più illustri della fotografia contemporanea.

“C’è un mondo che vive attorno a quel luogo, dove gli automobilisti intrappolati in code infinite sono solo l’aspetto meno importante, – scrive Massimo Siragusa nel suo testo nel libro – quasi la naturale conseguenza dell’esistenza stessa del GRA. No, il mondo vero e lo straordinario che è possibile scovare qua e là, è appena fuori la striscia d’asfalto. Lo straordinario è nella natura che ingloba carcasse di auto abbandonate o barche arrugginite. Lo straordinario è negli uccelli che volano sui vetri antirumore. Lo straordinario è nei mille segni di vita lasciati da chi si sveglia ogni giorno accanto al guardrail. Lo trovi sotto i viadotti e nelle finestre murate di una casa, a decretare la morte di un sogno o, semplicemente, la necessità di proteggersi dallo smog e dal rumore.

È questo straordinario che ha voluto svelarci Giulio Ielardi con le sue foto. Una visione magica e surreale di Roma, apparentemente vuota di esseri umani.”

L’AUTORE

Giulio Ielardi è fotografo professionista e giornalista pubblicista. Nato a Roma nel 1965, è autore di una trentina di volumi su parchi, natura, cultura, turismo nonché di mostre divulgative, campagne d’opinione, siti web, materiali istituzionali per associazioni, Regioni e ministeri.

Ha vinto premi e riconoscimenti. Conduce corsi, workshops e viaggi di fotografia in Italia e all’estero.

Negli anni Novanta ha curato con Mario Fazio la rivista nazionale dell’associazione Italia Nostra. Ha pubblicato su molte testate, da “Airone” a “L’Espresso”, da “Avvenimenti” a “Il Sole 24 Ore”. Dal 2013 al 2015 ha diretto “Asferico”, rivista dell’Associazione italiana fotografi naturalisti. È stato tra i 14 fotografi italiani che hanno dato vita a Genius loci, progetto di comunicazione su natura & fotografia attraverso un blog quotidiano attivo tra il 2014 e il 2017. Si occupa di reportage fotografico a livello professionale da trent’anni, per conto di riviste e case editrici del settore.

Numerosi i lavori per la Regione Lazio, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero della Cultura. Tra i lavori più recenti, da aprile a ottobre 2022 ha esposto la mostra “Still Appia” presso il parco archeologico dell’Appia Antica (Roma), a cura del Ministero della Cultura, attualmente in mostra al Castello di Venosa (PZ).



TESTI a cura di
Franco Arminio
Tra i più seguiti poeti contemporanei, ha ideato la Casa della paesologia a Bisaccia (Av) e il Festival La luna e i calanchi ad Aliano (Mt). Il suo ultimo libro è “Sacro minore”, Einaudi 2023.

Giorgio de Finis
Antropologo, artista e curatore indipendente. Fondatore del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, ha diretto il Museo d’arte contemporanea di Roma con il progetto sperimentale MACRO Asilo. Dirige il Museo delle periferie sotto l’egida dell’Azienda Speciale Palaexpo.

Massimo Siragusa
Fotografo, vincitore di quattro World Press Photo e docente allo IED di Roma, è direttore editoriale di Phaos Edizioni.

GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma
di Giulio Ielardi
Phaos Edizioni
In libreria dal 15 giugno 2023
Formato 200 x 260
Pagine 96
Prezzo di copertina 45 euro
Codice ISBN 9788894715101

L’8 giugno 2023 alle ore 18 in occasione del IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE sarà presentato il lavoro di Giulio Ielardi nell’ambito del pomeriggio dedicato al Festival della Fotografia.
IPER FESTIVAL DELLE PERIFERIE > 5-11 giugno 2023 | Pelanda | Mattatoio, via O. Giustiniani 4 – Roma | Ingresso gratuito.

Ufficio Stampa
Adele Della Sala
ads@ufficiostampa-arte.it | M. +39 366 4435942

www.giulioielardi.com