Casalecchio di Reno, Bologna: Politicamente Scorretto. Programma di mercoledì 15 nov.

Carlo Lucarelli – Foto Stefano Colarieti

Politicamente Scorretto 2023:
Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere

Gli eventi di mercoledì 15 novembre 2023

Torna la rassegna curata da Carlo Lucarelli con la XVIII edizione dal 14 al 19 novembre a Casalecchio di Reno (BO)

Dal 14 al 19 novembre 2023 a Casalecchio di Reno (BO)

Dopo aver aperto le porte ai giovani studenti con una giornata dedicata alle scuole, la XVIII edizione di Politicamente Scorretto è pronta ad entrare nel vivo della rassegna con un programma ricco di prestigiosi ospiti che andranno ad animare la giornata di domani, mercoledì 15 novembre 2023.
Promossa dal Comune di Casalecchio di Reno e ideata nel 2005 dal servizio Casalecchio delle Culture, la rassegna culturale curata da Carlo Lucarelli torna con una nuova edizione suddivisa in cinque giornate ricche di eventi e personaggi di rilevanza nazionale. Da anni Politicamente Scorretto ha lo scopo di seguire, analizzare e commentare le grandi inchieste su casi irrisolti e stragi coinvolgendo tutti quegli intellettualiscrittori, giornalisti, scuole, istituzioni, attivisti, artisti e in generale cittadini che desiderano riflettere e dialogare su temi d’attualità e d’impegno civile attraverso la cultura.

Il tema centrale di Politicamente Scorretto 2023 è “Articolo 21. Libertà di pensare, diritto di sapere”, in riferimento all’Articolo 21 della Costituzione italiana. Una tematica di grande attualità e che sottolinea il diritto fondamentale alla libertà di stampa e d’espressione. In un’epoca in cui la diffusione delle informazioni avviene ad una velocità mai vista prima, è essenziale ricordare alle nuove generazioni l’importanza di preservare e promuovere l’accesso libero all’informazione, prerogativa imprescindibile di una società che vuole definirsi emancipata e consapevole.

IL PROGRAMMA DI MERCOLEDÌ 15 NOVEMBRE 2023

La seconda giornata di Politicamente Scorretto inizia alle ore 17.30 alla Casa della Conoscenza con l’evento “Scuola e Impegno” moderato da Carlo Lucarelli, in cui gli ospiti insieme agli insegnanti e studenti di Casalecchio di Reno e del territorio rifletteranno sul valore dell’impegno civile a scuola tra educazione alla legalità, contrasto alla criminalità organizzata e all’usura.

Il primo incontro è con l’autore Marco Rizzo che presenterà la graphic novel “Peppino Impastato, un giullare contro la mafia” (BeccoGiallo Editore, 2018) scritta in collaborazione con Lelio Bonaccorso. Ispirato al film del 2000 “I Cento Passi” diretto da Marco Tullio Giordana, il volume è una ricostruzione a fumetti di uno dei simboli della lotta alla mafia e all’impegno civile. Il protagonista è Peppino Impastato, attivista siciliano impegnato nella lotta a Cosa nostra nella sua terra, che fu assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 lungo la ferrovia Palermo-Trapani per aver denunciato speculazioni e affari di mafia, in primo luogo quelli legati al boss siciliano Gaetano Badalamenti. Dalle reazioni degli abitanti di Cinisi e dalle testimonianze inedite di amici e parenti, nasce il ritratto del giovane Peppino: amico sincero in prima linea nella lotta alla mafia, fonte d’ispirazione per i più giovani, figlio coraggioso che ha rinunciato al retaggio mafioso della famiglia. Una graphic novel che vuole insegnare alle nuove generazioni non solo chi era Peppino Impastato, ma che educa al coraggio di non arrendersi di fronte alle ingiustizie e a non scendere a compromessi.

A seguire il panel sui podcast dedicato ai “casi” più emblematici di Politicamente Scorretto, progetto di PTPL in collaborazione con Avviso Pubblico. Tra gli ospiti che hanno confermato la loro presenza e che dialogheranno con Carlo Lucarelli: l’assessore alla Legalità del Comune di Casalecchio di Reno Massimo Masetti, il giornalista Marco Bova e autore del libro “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” (Ponte alle Grazie Editore, 2023), oltre ai docenti referenti del progetto per il Liceo “L. da Vinci” di Casalecchio di Reno e l’ITCS “G. Salvemini” di Casalecchio di Reno. Sarà inoltre presente in collegamento il giornalista Massimo Lauria, formatore del progetto per conto di Avviso Pubblico. Durante il panel verrà presentato il lavoro svolto dagli studenti con la guida e il supporto tecnico di Lucarelli e Lauria, e che ha visto i ragazzi scendere in campo in prima persona per realizzare un prodotto dedicato alla cultura della legalità, che ci accompagnerà tra un’edizione e l’altra di Politicamente Scorretto. Il prodotto finale sarà disponibile sui canali della rassegna e su alcune piattaforme podcast (Spreaker, Spotify e SoundCloud).

“Scuola e Impegno” prosegue con l’autore e docente del Liceo L. Da Vinci di Casalecchio di Reno Francesco Nicolino che presenterà il romanzo “MaleDetti” (Carabba Editore, 2019), storia che racconta la condizione sociale e antropologica della Calabria dei primi anni ’50. Il libro è ambientato nel contesto del dopoguerra, dove la miseria è ancora viva e l’Onorata Società fa sopruso su tutti mentre la ribellione delle lotte contadine si batte contro le ingiustizie e gli abusi. Un romanzo che spinge a riflettere mentre racconta storie di personaggi tanto diversi tra loro: Don Mico, il boss del paese e poi sindaco-boss del paese, figura centrale nella trama, i suoi scagnozzi, i morti, i contadini rivoluzionari, gli emigranti partiti verso l’America alla ricerca di un riscatto sociale. L’autore racconta un mondo fatto di omertà e vendetta che in apparenza sembra lontano, che si muove di continuo ma resta volutamente immobile e che spinge alla riflessione profonda.

Alla Casa della Conoscenza sarà inoltre presente il bookshop a cura della Libreria Carta Bianca.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e il canale Youtube di Politicamente Scorretto.

A partire da oggi fino a venerdì 17 novembre 2023, dalle 15.30 alle 19.00 alla Casa per la Pace “La Filanda” sarà esposta la Mostra Libertà di espressione e satira pacifista“, con i manifesti provenienti dall’archivio del CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, che offriranno, con le immagini e i testi, esempi di una partecipazione diffusa contro la guerra e per la pace. La mostra è a cura dello stesso CDMPI e dell’associazione Percorsi di Pace.

Il programma completo è consultabile sul sito www.politicamentescorretto.org.


Politicamente Scorretto è un progetto del Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con Carlo Lucarelli e con il sostegno e la co-progettazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 18/2016. Partner: Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ATER Fondazione, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Club Tenco, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Percorsi di Pace, Libreria Carta Bianca, Giovani Reporter. Sponsor: Melamangio e Elior.


INFORMAZIONI UTILI
 
POLITICAMENTE SCORRETTO 2023 – XVIII EDIZIONE
QUANDO: dal 14 al 19 novembre 2023
DOVE: Casalecchio di Reno (BO)
Casa della Conoscenza, Via Porrettana 360
Teatro comunale Laura Betti, Piazza del Popolo 1
Casa per la Pace “La Filanda”, Via dei Canonici Renani 8

Tutti gli eventi sono gratuiti, fino ad esaurimento posti.
Gli spettacoli teatrali al Teatro Laura Betti sono a pagamento. Per informazioni sugli spettacoli si rimanda al sito: www.teatrocasalecchio.it  
 
REALIZZATO DA: Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con Carlo Lucarelli e con il sostegno e la co-progettazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della L.R. 18/2016
COORDINATO DA: Servizio Casalecchio delle Culture

PARTNER: Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ATER Fondazione, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Fondazione Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Club Tenco
SPONSOR: Melamangio, Elior
 
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Milano, NINFA LABS: “WATERLESS. La biodiversità tra pioggia e siccità”

Glacier Juice

Una scultura di sabbia che si sgretola in modo lento e inesorabile, proprio come la biodiversità quando viene a mancare l’acqua.

È questa l’installazione principale al centro della mostra “WATERLESS: la biodiversità tra pioggia e siccità”. Promossa da Istituto Oikos, ideata da VICEVERSA Studio e prodotta da Basement Headquarter, mira a sensibilizzare i cittadini sugli effetti della siccità e del cambiamento climatico sugli ecosistemi italiani.
La mostra, che si terrà al NINFA Labs di Milano dal 17 al 19 novembre, vuole affrontare in modo esperienziale il tema della siccità e dell’imprevedibilità degli eventi atmosferici. Affronta diversi  aspetti del cambiamento climatico, anche quelli meno evidenti, e le conseguenze che hanno sulla natura e quindi sull’uomo.

Cuore pulsante del percorso espositivo sarà l’opera di sabbia “Temporary Ecosystem” realizzata dal duo di artisti olandesi Lucas Bruggemann e Kilian Van Der Velden, massimi esperti dell’arte della sabbia. L’opera raffigurerà un grande mosaico della biodiversità italiana tipica degli ecosistemi di acqua dolce, messa in pericolo dalla siccità: dalle rane alle libellule, dalle testuggini palustri alle anguille.

L’inizio della mostra coinciderà con la scelta degli artisti di smettere di idratare l’opera con l’acqua, elemento fondamentale sia per la biodiversità, sia per le opere di sabbia. Inizierà, così, un lento processo di distruzione dell’opera.

Alla fine della mostra, i visitatori potrebbero trovarsi di fronte ciò che potrebbe restare della biodiversità italiana se non agiamo subito contro il cambiamento climatico: un deserto.

“Waterless” è un aggettivo che ci racconta un cambio di stato: ci parla del passaggio dalla condizione di ricchezza d’acqua (quella in cui siamo tutti vissuti fino ad ora) a una condizione di mancanza che, a causa dell’impatto dell’uomo sull’ambiente, potrebbe diventare la normalità.

Questa transizione non può che essere drammatica: è la distruzione di un equilibrio perfetto e potenzialmente infinito e che l’uomo ha rovinato in pochi anni, rendendolo fragile e temporaneo.

Per questo, l’intero percorso espositivo vuole essere un viaggio sensoriale che accompagna il visitatore attraverso un percorso di conoscenza e nuova consapevolezza: micro-installazioni analogiche e digitali, disseminate lungo il tracciato artistico, sono veicolo di scoperta e avvicinamento all’opera principale e ai temi di “Waterless”, che mira a stimolare nel pubblico un nuovo agire etico e comunitario.

La mostra è realizzata grazie al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, nell’ambito del progetto di Istituto Oikos “Green it up!”.

Istituto Oikos è un’organizzazione non-profit impegnata in Italia e nel mondo nella tutela della biodiversità e per la diffusione di stili di vita più sostenibili.

Da più di vent’anni si impegna a informare e coinvolgere il pubblico in iniziative che mettano al centro il valore dell’agire collettivo: costruire insieme una società più equa e sostenibile attraverso nuovi modelli di consumo e produzione.

Le attività educative e di sensibilizzazione sono una componente essenziale di tutte le iniziative di Oikos: un mezzo imprescindibile per stimolare una riflessione critica e un cambiamento. www.istituto-oikos.org/

VICEVERSA Studio è uno studio creativo indipendente specializzato nella creazione di brand activation e comunicazione a impatto sociale. Da oltre 3 anni si impegna attraverso campagne e progetti sociali a creare e promuovere iniziative sostenibili in modo innovativo e unconventional.

Fondato dal duo creativo Luciano Marchetti e Davide Canepa, pluripremiati direttori creativi con più di 10 anni di esperienze in agenzie creative internazionali, lo studio si pone come obiettivo quello di mettere al centro della comunicazione lo spettatore attraverso esperienze reali, concretizzando il brand activism come modus operandi e lasciando che il pubblico diventi portavoce dell’idea e del messaggio che c’è dietro ogni progetto, il tutto in modo organico.

Waterless è il loro terzo progetto per Istituto Oikos, tra i primi lavori c’è 2050: Cronache Marine, un mockumentary ambientato nel 2050 dove la plastica ha sostituito definitivamente i pesci nel mare.

Lucas Bruggemann, nato e cresciuto nei Paesi Bassi, è un artista di fama internazionale. Dal 2002 si è specializzato nel trattamento e nell’utilizzo della sabbia come materia prima per le sue opere, che negli ultimi vent’anni sono andate in mostra nei più importanti, innovativi e avanguardisti contesti mondiali. Interpellato a riguardo, Bruggemann ama definire la sabbia come un materiale altamente stimolante, al contempo fragile e solido, facilmente adattabile a ogni suo progetto creativo.

Kilian van der Velden è una scultrice classe ‘73 che sviluppa progetti su base autonoma, lavorando su commissione secondo un sistema di crossover. Intuitività e utilizzo di materiali in situ sono due dei principali dogmi del suo metodo di lavoro, funzionali all’ideazione e alla realizzazione di opere uniche, singole e strettamente legate al background che ne è all’origine.


Daccapo Comunicazione
Production & Press Office in Art, Music and Culture
www.daccapocomunicazione.it
(Ester Apa) (Marcello Farno)

Venezia: Innocenzo Odescalchi – LA MUSA EVASIVA prorogata fino al 26 novembre

Innocenzo Odescalchi, La musa evasiva

Innocenzo Odescalchi 
LA MUSA EVASIVA 

a cura di Bruno Ceccobelli e Silvio Pasqualini 

Prorogata fino al 26 novembre 2023

Blue Gallery

Rio terà Canal zona Campo S. Margherita 

Dorsoduro – 3061 Venezia

Un’esposizione visionaria di Innocenzo Odescalchi a Blue Gallery di Venezia

L’Esposizione visionaria di Innocenzo Odescalchi alla Blue Gallery di Venezia viene prorogata  fino al 26 Novembre in coincidenza con la chiusura della Biennale Architettura. 

Blue Gallery di Venezia è lieta di annunciare che la mostra di Innocenzo Odescalchi,  inizialmente programmata fino  al 14 novembre, continuerà a catturare l’immaginazione e dei visitatori fino al 26 novembre.

In  un’atmosfera avvolgente e surreale, l’Artista ci sorprende con la sua interpretazione contemporanea delle Muse, in un’esplosione di creatività e visione che suscita emozioni e riflessioni. 

Le nove Muse, figlie di Zeus e Mnemosyne, istruite da Apollo, proteggevano le  Arti rendendole Verità divine, definite anche “Ninfe del Monte” possedevano la capacità unica di creare attraverso la meditazione e la fantasia.

Le Muse, ormai sfuggenti dal materialismo ateista dei nostri tempi, ritornano in tutta la loro bellezza e potenza nelle opere di Odescalchi, pittore romano, colto e maturo, erede della nobile cultura metafisica ha compreso le sue Muse, le ha sapute evocare, corteggiare e dipingere magistralmente con rigore compositivo coloristico e un’incredibile profondità di intenti.

La mostra è un omaggio al mondo classico archetipale, nelle sue pitture ci si può immergere nelle letture simboliche, tematiche dell’antica Grecia connesse ai misteri iniziatici eleusini, attraverso il mito di Persefone e Ade, raccontato attraverso tre fasi: la discesa agli inferi, la perdita del Sé e la ricerca delle ombre interiori, seguite dall’ascesa e il ritorno con una coscienza rinnovata.

Come dice Bruno Ceccobelli, amico e curatore dell’Artista: “Questa mostra è una straordinaria opportunità per le anime sensibili alla luce di disintossicarsi e riscaldarsi e che le Muse ritornino…”

Blue Gallery

Blue Gallery, situata tra Campo Santa Margherita e il Ponte dei Pugni a Venezia, rappresenta una nuova direzione nell’esposizione artistica. La galleria si impegna a promuovere artisti basandosi esclusivamente sull’apprezzamento artistico e sul rispetto personale, respingendo le pratiche espositive convenzionali. Il direttore artistico, Silvio Pasqualini, un Maestro d’arte e pittore, intende creare un cenacolo artistico ideale e reale, dove gli artisti possano esprimersi liberamente.

Il  blu avio, colore distintivo di questo spazio, ispira sensazioni di benessere e creatività, come se ci si trovasse sospesi tra cielo e mare.

BIOGRAFIA

Innocenzo Odescalchi, nato a Roma il 17  Maggio 1956, dove vive e lavora. www.innocenzoodescalchi.com
Sorvolando i grandi quadri di Odescalchi si percepisce una nuova strategia pittorica nelle poetiche dell’astrazione.
La sua è un’esplorazione astronautica del buio cosmico, quale sfida al nulla che dispettosamente nasconde dell’altro niente all’interno delle distanze disabitate dell’invisibile.
Queste tele si configurano come mappe dell’universografia a fisarmonica, che si espande e si contrae secondo il punto di vista delle teorie che musicano i cieli.
È originale che le opere di Odescalchi si avvalgano di spunti inventivi tratti dai profeti di catastrofi, tali sono i guru della statistica cosmica.
Brillano le vampe dei grossi calibri numerici del tempo,che sparano sul nulla della storia proiettili come “secoli” e “millenni”. Dietro gli scudi degli stemmi,mummie di chimere arrugginite dalle scadenze.
Cigolano i congegni dei giocattoli che le tengono prigioniere, tiranni di molte infanzie. Un campo di battaglia postbellico, cosparso di bestiari terrestri e volanti; armamenti simbolici ora mansueti. Sfilano sagome animali che un tempo furono chimere, transitano da un quadro all’altro, quando non ne coniugano due come cerniere.


Le Muse Elusive

di Bruno Ceccobelli

Alla Blue Gallery di Venezia: un’ottombrata piena di Muse scappate da Roma, figurate e rincorse dall’artista Innocenzo Odescalchi; d’emblée un’esclamazione: <<…Oddio!, un Papa che si reincarna pittore>>.

Certo che, dopo il Post-cristianesimo del momento, l’arte, la pittura, il colore, potrebbero essere l’ultima spiaggia per la nostra rassomiglianza al Positivo.

Le nove Muse erano figlie gioconde di Zeus e di Mnemosyne dea della memoria, istruite da Apollo queste vestali proteggevano le Arti rendendole Verità Divine.

Definite anche “Ninfe del Monte” avevano la speciale particolarità di saper meditare e grazie a tale pratica, conseguentemente, si accordava loro il dono di creare con fantasia.

Così gli Elleni “disegnavano” l’inizio Olimpico di quell’insieme glorioso di differenti tipologie simboliche, rappresentazioni multiformi artistiche, geometriche e matematiche di quel futuro potere culturale del mondo Occidentale.

Nel sogno di un mondo classico archetipale, tutti quegli autori che consideravano la memoria indispensabile per una maggior efficacia creativa, invocavano le Muse, per essere ispirati al bello, dal “passato”.

Dall’arte moderna in poi le Muse sono elusive…, sfuggono o, meglio, scappano dal materialismo-ateo; quelle ancelle, immaginate pure solo per onorare gli dei, i noumeni, sono evaporate; ora a noi sono rimasti solo i “fenomeni”.

Il nostro tempo è pieno di fenomeni mediatici da vetrina, ci circonda una disarmante giungla di artisti secchi con un’arte puerile da oratorio dismesso.

Nella cultura ufficiale del modernariato, fatte fuori le Muse, le ninfe e le fate, rimangono i polverosi scheletri ideologici, in fila di fronte ai supermercati, agli stadi e alle banche aperte h24…

Giornata di sole nella città della Serenissima Flotta! Innocenzo, pittore romano colto e maturo erede della nobile cultura metafisica, ha compreso e amato le sue Muse e le ha sapute evocare, corteggiare, onorare e dipingere magistralmente.

A guardar bene, in queste sue pitture, troviamo, nelle figure centrali del trittico, altre letture simboliche, tematiche dell’antica Grecia legate ai misteri iniziatici eleusini; il mito di Persefone (la natura) rapita da Ade (il re degli inferi) che si svolge in tre fasi: la discesa agli inferi, la perdita del Sé, la ricerca, attraverso sostanze psicotrope, delle proprie ombre e poi l’ascesa, il ritorno sulla terra, con una coscienza rinnovata.

Qui, dentro alla Blue Gallery, voi fortunate anime sensibili alla luce, potete disintossicarvi e riscaldarvi… osservate e protette da queste bellissime Muse effigiate da Innocenzo Odescalchi con un eccellente esempio di rigore compositivo coloristico e sante intenzioni, per una lotta continua contro la moltitudine di pennelli ignoranti che girano là “fuori”, pronti a insozzarvi…

Che le care Muse ritornino… e Per Grazia Ricevuta salvino i nostri sguardi dalle “figure” umane contemporanee malfatte e dai loro cervelli artificiali.


MOSTRA
LA MUSA EVASIVA 
Di Innocenzo Odescalchi 
A cura di Bruno Ceccobelli e Silvio Pasqualini
14.10.2023 > 14.11.2023

DOVE
Blue Gallery, Campo S. Margherita, Dorsoduro – 3061 Venezia

ORARI DI VISITA
Da Martedi a Domenica 
Orari 11-19 
Per appuntamento: 347 70 30 568

UFFICIO STAMPA
CRISTINA GATTI 
info@cristinagatti.it

Pisa, Museo della Grafica: “Il sognatore. Io, gli Oliver Onions e tutta una vita”

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarvi alla presentazione del libro

di Guido De Angelis

Mercoledì 15 novembre ore 17:00

Dialogano con l’autore Guido De Angelis, il prof. Alessandro Cecchi (Storia della Musica) e il prof. Alessandro Volpi (Storia Contemporanea) dell’Università di Pisa.

Interventi musicali di Andrea Valeri.

Per maggiori informazioni Cliccare il logo

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-66-67)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it

Castello di Udine e Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia: l’Arte del Friuli Venezia Giulia

Giambattista Tiepolo: L’angelo custode,
Udine, Civici Musei

Udine, Castello
25 novembre 2023 – 7 aprile 2024

Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein

14 dicembre 2023 – 7 aprile 2024

L’arte non conosce frontiere. Semmai fa di un limite amministrativo, geografico, politico un luogo di incontro e di contaminazioni, un palcoscenico su cui misurarsi alla conquista di nuovi mercati.
“Pittori del Settecento tra Venezia e Impero”, promossa dai Civici Musei di Udine e dai Musei Provinciali di Gorizia, curata da Liliana Cargnelutti, Vania Gransinigh e Alessandro Quinzi, di tutto ciò offre un’affascinante testimonianza. La grande esposizione allestita su due sedi – Castello di Udine dal 25 novembre 2023 e Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia dal 14 dicembre 2023 fino al 7 aprile 2024 (unico il catalogo) – mette in luce l’osmosi tra aree storicamente riconducibili a differenti entità statali. Quello che oggi è il Friuli Venezia Giulia fu, sino al 1797, anno della caduta della Serenissima Repubblica di San Marco, terra contesa tra Venezia, che esprimeva il suo dominio sulla “Patria del Friuli”, e l’Impero asburgico che dominava il Goriziano, Trieste e la contigua Slovenia. Lingue, tradizioni, visioni diverse, ma non per gli artisti e la loro arte, uomini e donne che traghettarono i loro originali modi di esprimere l’arte in territori non abituali, trovandoli recettivi.

“Nel ‘700 ad Udine, attorno alla figura geniale di Giambattista Tiepolo che lavorò più volte per una committenza friulana, si mettono in luce altri artisti nativi friulani di che hanno successo proprio a Venezia. Tra di loro Sebastiano Bombelli, Nicola Grassi, Luca Carlevarijs che, pur scegliendo di trasferirsi in Laguna, continuarono a mantenere rapporti di lavoro con la terra d’origine. Altri, veneziani, raggiungono il Friuli per affiancare Tiepolo nel rispondere alle richieste della committenza friulana. Tra loro Gian Antonio Guardi, Giambattista Piazzetta, Gaspare Diziani, Francesco Fontebasso. Le loro opere friulane offrono motivi d’ispirazione per gli artisti locali. Come avviene con Francesco Pavona o Francesco Chiarottini, entrambi attivi lungo i due versanti del confine tra le terre imperiali e veneziane”, anticipa Vania Gransinigh.

Civici Musei Udine, G.D.S, F. Chiarottini,
Scenografia con approdo fluviale

La Contea di Gorizia diventa presto uno snodo importante per quegli artisti veneziani che puntano ad affermarsi nelle terre imperiali. Esemplari i casi di Giulio Quaglio o quello della famiglia Pacassi che da Venezia si trasferì dapprima a Gorizia e nel secondo decennio del Settecento, con Giovanni Pacassi e lo scultore Pietro Baratta estese, con successo, l’attività a Vienna. La crescita della città e del suo entroterra, in connessione con il rinnovo architettonico delle chiese in senso post tridentino e barocco, vede verso la metà del secolo l’affermarsi delle botteghe del palmense Pietro Bainville, di Antonio Paroli, di schietta formazione veneziana e di Johann Michael Lichtenreit, bavarese ma goriziano d’adozione. Su questo panorama si stagliano singoli episodi di committenze qualificate. Tra questa fitta trama di rapporti spiccano commissioni importanti: il Conte Sigismondo Attems Petzenstein commissiona al veronese Giambettino Cignaroli per l’altare di famiglia, mentre il conte Livio Lantieri crea una collezione di pastelli di Francesco Pavona. Una moda, quella del pastello, che prese piede dopo la visita in città dell’imperatore Carlo VI nel 1728 quando raggiunse il capoluogo isontino Rosalba Carriera, anch’essa mossa dalla speranza, che si rivelerà fondata, di allacciare i rapporti con l’alta nobiltà viennese. Proprio in quell’occasione ritrasse anche alcuni membri della famiglia Lantieri. Nello stesso periodo, la storia del Friuli veneto fu segnata dall’ascesa sociale di famiglie di recente nobiltà come quella dei Manin, mentre le personalità di Giovanni, Dionisio e Daniele Dolfin nelle vesti di Patriarchi di Aquileia assicurarono, in questo lembo di terraferma veneziana, il consolidarsi di una cultura figurativa di marca prevalentemente veneziana.

“Gli studi e le ricerche portati a compimento negli ultimi trent’anni hanno dimostrato come la trama di rapporti culturali reciproci tra le diverse aree della regione siano molto più stratificati e differenziati di quanto non si pensi. Un intero secolo separa la figura del pittore di origini lombarde Giulio Quaglio, che dopo aver lavorato per una decina d’anni a Udine decorando i palazzi della nobiltà cittadina di nuova nomina si trasferì agli inizi del Settecento a Lubiana passando per Gorizia, da quella di Franz Caucig/Kavčič, che nato nel capoluogo isontino, visse a Vienna prestando la sua opera anche per una nobile committenza goriziana oltre che viennese. Tra questi due estremi si colloca un contesto variegato e composito, punteggiato di personalità artistiche dalla formazione e dai trascorsi più diversi che contribuirono in maniera determinante alla definizione di una congerie figurativa debitrice tanto dell’arte veneta quanto di quella oltralpina nelle aree territoriali in cui la regione Friuli Venezia Giulia si suole suddividere”, chiosa Alessandro Quinzi.


Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499; www.studioesseci.net;
referente Simone Raddi simone@studioesseci.net

Castello di Rivoli, COLLEZIONE CERRUTI: un nuovo programma di scambi culturali

Opere in viaggio
Un dipinto di Claude Monet alla Collezione Cerruti

A cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Fabio Cafagna
Il dipinto del Museum Barberini di Potsdam, sede della Collezione di Hasso Plattner, sarà ospitato dal 25 novembre 2023 al 18 agosto 2024 nella villa di Rivoli che fu di Francesco Federico Cerruti

Con l’esposizione di La Falaise et la Porte d’Aval, 1885, di Claude Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926), inaugura un nuovo programma di scambi culturali che, oltre a valorizzare le opere della Collezione attraverso la loro partecipazione a mostre nazionali e internazionali di alto valore scientifico, intende promuovere anche la casa-museo di Rivoli come luogo che offra al pubblico torinese la possibilità di vedere dal vivo grandi capolavori provenienti da importanti collezioni d’arte pubbliche e private.

La prima collaborazione del programma Opere in viaggio coinvolge il Museum Barberini di Potsdam che, insieme alla Staatsgalerie Stuttgart, ha richiesto il prestito del dipinto di Amedeo Modigliani, Jeune femme à la robe jaune (Renée Modot), 1918, olio su tela, 92 x 60 cm, in occasione della mostra Modigliani: Modern Gazes, a cura di Ortrud Westheider e Christiane Lange con Nathalie Frensch, che si terrà dal 24 novembre 2023 al 17 marzo 2024 alla Staatsgalerie Stuttgart e dal 26 aprile al 18 agosto 2024 al Museum Barberini di Potsdam.

Il Museum Barberini, inaugurato nel 2017 nel centro storico di Potsdam per volontà dell’imprenditore, collezionista e mecenate Hasso Plattner, fondatore di una delle più grandi società di software, la tedesca SAP, ospita una collezione straordinaria, che comprende sculture antiche, dipinti barocchi e impressionisti, oltre a opere di Rembrandt van Rijn, Vincent van Gogh, Pablo Picasso e Gerhard Richter, mostrando, in linea con la Collezione Cerruti, un’idea di collezionismo che attraversa epoche e stili diversi.
Alla partenza dell’opera di Amedeo Modigliani corrisponde l’arrivo nelle sale di Villa Cerruti del dipinto di Claude Monet, La Falaise et la Porte d’Aval, 1885, olio su tela, 65 x 81 cm, del Museum Barberini. La presenza a Villa Cerruti di un’importante opera di Monet, artista mai acquistato da Cerruti, integra l’interesse dimostrato dal collezionista per il movimento impressionista, che negli anni si è manifestato con l’acquisizione di opere di Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne e dell’italiano Federico Zandomeneghi.

Claude Monet è annoverato tra i più grandi protagonisti della rivoluzione impressionista francese, di cui fu probabilmente lo spirito più risoluto, prolifico e coerente. Per tutta la vita rimase fedele agli innovativi principi del movimento, per esempio dipingendo sempre en plein air – all’aria aperta – e praticando una pittura di paesaggio fatta di piccoli tocchi di colore e di rapide pennellate che, evitando una rappresentazione dettagliata del reale, era in grado, invece, di cogliere a pieno i mobili riflessi della luce del sole sull’acqua e di trasformare la solidità di una scogliera in una massa fluida d’impressioni vibranti. Infaticabile, Monet viaggiava armato di pennelli per catturare le variazioni atmosferiche, il mutare dei cieli e delle nuvole, lavorando sul motivo in serie divenute celebri, dalla cattedrale di Rouen ai covoni, ai pioppi, fino a questa scogliera. La casa di Giverny in Normandia, nella quale si trasferì nel 1883, si trasformò negli anni della vecchiaia in un paradiso privato, un esclusivo giardino d’acqua con ninfee e un ponte giapponese pensato per i suoi occhi stanchi, ormai minacciati dalla cecità.

Il dipinto La Falaise et la Porte d’Aval di Monet, scelto per la casa-museo di Rivoli, è stato realizzato alla metà degli anni ottanta dell’Ottocento, periodo in cui l’artista viaggiò intensamente visitando più volte le coste settentrionali della Francia e, in particolare, la località di Étretat, in Normandia, famosa per le sue spettacolari scogliere e il caratteristico arco in pietra naturale della Porte d’Aval. Di tutte le regioni visitate in quel periodo, la costa normanna, con le sue località balneari, fu senza dubbio quella che affascinò maggiormente l’artista. Fu durante un’escursione a Étretat al principio del 1883 che, di fronte alle drammatiche formazioni rocciose della Porte d’Aval, Monet iniziò a interessarsi al motivo della falesia, traendo ispirazione, inoltre, dal precedente di Gustave Courbet (Ornans, 1819 – La Tour-de-Peilz, 1877) La Falaise d’Étretat après l’orage, 1870, opera ben accolta dalla critica al Salon di Parigi del 1870 e oggi conservata al Musée d’Orsay di Parigi. Monet scriveva, infatti, alla futura moglie Alice Hoschedé: «Voglio dipingere un grande quadro delle scogliere di Étretat, anche se è piuttosto audace da parte mia farlo dopo Courbet, che lo ha fatto in modo così mirabile; ma cercherò di farlo in modo diverso». Monet dedicò alla falesia di Étretat svariati dipinti, tutti realizzati tra il 1883 e il 1885, nei quali scelse di variare metodicamente non solo l’ora del giorno e le condizioni meteorologiche della ripresa, ma anche il punto di osservazione.

Étretat fu anche il luogo in cui Monet conobbe lo scrittore Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques, 1850 – Parigi, 1893), che in seguito tracciò un folgorante ritratto dell’artista: «Ho seguito spesso Monet alla ricerca di “impressioni”, ma in verità, egli non era ormai più un pittore, ma un cacciatore. Camminava, seguito da alcuni bambini che portavano le sue tele […]. Le prendeva o le lasciava, seguendo ogni mutamento del cielo e aspettava, spiava il sole e le ombre, catturava con qualche colpo di pennello il raggio a perpendicolo o la nube vagante e, eliminato ogni indugio, li trasferiva rapidamente sulla tela. L’ho visto cogliere così una cascata scintillante di luce sulla scogliera bianca e fissarla con un profluvio di toni gialli che rendevano in modo strano l’effetto sorprendente e fugace di quel riverbero inafferrabile e accecante.
 Un’altra volta prese a piene mani un temporale abbattutosi sul mare e lo gettò sulla tela. Ed era davvero la pioggia che aveva dipinto, nient’altro che la pioggia che penetrava le onde, le rocce e il cielo appena individuabili sotto quel diluvio».

In La Falaise et la Porte d’Aval del Museum Barberini, lo sguardo dell’osservatore si muove, lungo una traiettoria a forma di arco, dalle scogliere illuminate dal sole in primo piano a sinistra verso il centro della composizione. Una materica pennellata di rosa intenso segna la breccia nella scogliera e crea un suggestivo accento cromatico, sottilmente echeggiato dai riflessi che si propagano sulla superficie dell’acqua. Come nella maggior parte delle tele dedicate alla costa atlantica, anche in questo caso il pittore ha scelto una scena deserta, priva di esseri umani, in modo da evocare un sentimento assoluto di contemplativa osservazione della natura. Se nel dipinto di Courbet gli elementi erano chiaramente tracciati e resi figurativamente nel dettaglio, la tela di Monet si caratterizza per la pennellata sciolta e la resa degli effetti luminosi cangianti tipiche della sua produzione impressionista degli anni ottanta del XIX secolo. Questo movimento verso una sempre maggiore libertà espressiva, accompagnato da un progressivo distacco dal figurativo, si compirà in pieno nelle ultime tele del pittore, quelle che ormai anziano, nei primi decenni del Novecento, dedicherà alle ninfee del giardino di Giverny.

Il dipinto è appartenuto al cantante lirico parigino Jean-Baptiste Faure (Moulins, 1830 – Parigi, 1914), tra i più importanti e primi sostenitori degli impressionisti, che lo acquistò nel 1886 direttamente dall’artista, per poi passare, agli inizi del nuovo secolo, alla galleria Durand-Ruel di Parigi. Dopo essere transitato in alcune collezioni parigine, negli anni settanta del Novecento fu acquisito da una raccolta privata statunitense. L’ingresso nella collezione di Hasso Plattner avvenne nel 2010.

Si ringrazia


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Roma, Libreria Spazio sette: SEGNI di/con VERSI Presentazione dei libri d’artista

Presentazione dei libri d’artista

di Paolo Di Capua
e Rita Iacomino

dialoga con gli autori Silvia Bordini

19 novembre 2023, ore 18.00

Libreria Spazio sette

Roma, via dei Barbieri 7, RM 00186

Sabato 19 novembre, dalle ore 18.00, la Libreria SpazioSette di Roma ospiterà la presentazione di due libri d’artista, nati dalla “collaborazione verbo-visiva” instauratasi tra l’artista Paolo Di Capua e la poetessa Rita Iacomino.

Gli autori, presenti all’incontro, dialogheranno con la storica dell’arte Silvia Bordini.

I due libri (gemelli diversi) d’artista – “Segni di Versi” e Segni con Versi” – nella versione originale consistono ognuno di una copertina e cinque tavole in legno compensato disegnate e dipinte ad acrilico B/N da Di Capua, tra le cui ‘pagine’ sono state inserite in modo graduale le parole della Iacomino.

Degli originali è stata prodotta anche una tiratura di 15 esemplari in carta di misure più ridotte.

L’insieme compositivo dei due volumi presenta un riferimento al biennio 2019/2021, quindi a quegli anni durante i quali improvvisamente le città dell’intero pianeta Terra furono disabitate. Periodo in cui tutta l’umanità ha vissuto in un’assurda quotidiana Metafisica.


Informazioni
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Per prenotazione scrivere a info@spaziosettelibreria.it

Da Simona Pandolfi pandolfisimona.sp@gmail.com

CHEAP | “Porpora”: in strada a Bologna le foto di Lina Pallotta affisse da CHEAP

“PORPORA”
In strada a Bologna le foto di Lina Pallotta affisse da CHEAP, che ritraggono l’attivista Porpora Marcasciano.

Venticinque poster per venticinque ritratti fotografici. Trent’anni di scatti e in mezzo le lotte, i viaggi, gli incontri, le rivoluzioni incarnate, i libri, le mostre, il rincorrersi da una città all’altra, la politica fatta nelle strade. Un bianco e nero poroso, una grana ostentata come si ostenta una ruga o una cicatrice che ci siamo conquistate. Dopo essere state al centro di una mostra al Centro Pecci per l’Arte Contemporanea, dal titolo “Volevo vedermi negli occhi”e curata da Michele Bertolino e Elena Magini, una selezione di fotografie di Lina Pallotta che ritraggono Porpora Marcasciano arriva nelle strade di Bologna: è la nuova affissione di CHEAP, il progetto di arte pubblica su poster che festeggia nel 2023 il decennale dalla propria fondazione e lo fa con un libro pubblicato da People e appena arrivato in libreria, “DISOBBEDITE con generosità”.

Lina Pallotta, fotografa, e Porpora Marcasciano, scrittrice e attivista trans, si sono conosciute dallo stesso lato delle barricate in una Napoli calda durante i fantasmagorici anni ’70 e non si sono più abbandonate. Negli anni ’80 Pallotta si è trasferita a New York dove, dopo un periodo di studi presso l’International Center of Photography, ha lavorato come fotoreporter, sviluppando progetti con un’accentuata attenzione politica ed etica. Nonostante i chilometri che le separavano, le due hanno continuato a incontrarsi in geografie disparate: dall’East Village di New York a Roma, a Bologna o Napoli.

Pallotta ha iniziato a fotografare Marcasciano nel 1990 con uno sguardo vicino e un’attenzione affettiva, un tocco immediato e corporeo, una relazione intima. Il progetto “Porpora” è un ritratto in-finito dell’amica e compagna. Uno sguardo obliquo coglie attimi quotidiani, l’evoluzione del corpo, le geografie personali, illuminando la poesia dell’agire politico.

Le immagini esplorano la dimensione personale, svelano momenti interstiziali trans-rappresentativi della vita quotidiana, pretendono di esorcizzare le paure indotte da pregiudizio e razzismo legate alla rappresentazione delle marginalità” scrive Pallotta.

Sprazzi di consapevolezza lontani ed estranei alla noiosa ed inaccettabile rappresentazione mediatica. Istantanea di momenti, frammenti che sfuggono analisi e narrative che, pretendendo di documentare, impongono un’interpretazione della realtà. Una semplice esposizione di esperienze condivise. È nel caos delle interazioni, specchio della nostra vulnerabilità, che possiamo percepire la vita con tutti i suoi conflitti, disperazioni e speranze, incessantemente in divenire. La fotografia per me non è mai una questione di distanza, ma piuttosto mostrare, afferrare e sentire di più ciò che c’è là fuori. È un impulso empatico“.

Le foto di Lina che trovo più belle sono quelle che ritraggono il dubbio, l’espressione perplessa, la riflessione di uno sguardo lontano, alla ricerca di possibili sponde” dichiara Marcasciano. “Non so dire quanto in maniera consapevole o casuale, ma quegli scatti hanno fissato e celebrato istanti significativi. Confesso la totale mancanza di consapevolezza di quanto succedeva, di cosa combinasse quella macchina fotografica nel susseguirsi delle cose. Era talmente normale e scontata quella presenza che neanche ci facevo caso, era parte di noi“.

Questa storia fatta di fotografia e incontri è diventata un libro, edito da NERO: “Porpora” raccoglie un’estesa selezione delle fotografie di Pallotta e quattro contributi testuali di Porpora Marcasciano, Kae Tempest, Raffaella Perna e Allen Frame (ciascuno da posizioni differenti: quella marginale e militante e quella storico-artistica). L’ultima sezione del volume, «Archivi», include oltre centocinquanta documenti concessi dagli archivi di alcune delle associazioni TLGBQI+ presenti sul territorio italiano. I documenti, selezionati grazie al confronto con attivistə, storicə, espertə, raccolgono alcuni spunti tramite cui ricostruire i movimenti politici e le lotte attraversate da Porpora Marcasciano. Il volume verrà presentato al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna Sabato 18 Novembre alle 17: saranno presenti Lina Pallotta e Porpora Marcasciano, l’ingresso è gratuito.

Nata a San Salvatore Telesino (BN), Lina Pallotta si trasferisce a New York alla fine degli anni ottanta, dove si diploma in “Photojournalism and Documentary Photography” presso l’International Center of Photography (ICP). Durante la sua esperienza fotografica il suo sguardo si rivolge ai soggetti marginali, quelli irrilevanti e trasparenti alla società e ai media: la sua indagine si concentra su transessuali/transgender, donne lavoratrici, poeti e artisti underground, sfruttati ed emarginati. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti, e pubblicate in testate nazionali e internazionali: Catalogo Magazin, Das Magazin, D-donna, Marie Claire, Liberation, The Guardian. Dalla metà degli anni 2000 tiene regolarmente workshop e conferenze in diverse istituzioni specializzate come ICP e Empire State College di New York; Spazio Labo e Limes in Italia. Ha insegnato “Reportage” presso la Scuola Romana di Fotografia, dal 2006 al 2015. Dal 2013 tiene la masterclass annuale, “Shoot Narrazione e Ricerca”, presso Officine Fotografiche Roma e insegna a Spazio Labó, Bologna e RUFA Rome University of Fine Arts.

È stata la direttrice artistica di “Gazebook: Sicily Photobook Festival 2017” e di “Fotoleggendo”, dove ha curato le mostre di Morten Andersen, Brigitte Grignet, Jason Eskenazi, Katrien De Blauwer, Joan Liftin e molti altri. Ha curato la mostra “Percorsi Atemporali – memoria, sofferenza e problematicità sociale” nell’ambito della manifestazione annuale “Obiettivo Donna 2013”. È stata membro di giurie in vari concorsi fotografici. Ha ricevuto borse di studio e residenze, tra cui New York Foundation for the Arts Fellowship, New York, 1998; L’Atelier de Visu, Marsiglia, 2001; CASE media Fellowship, Università del Texas, El Paso, 2002; Fondo per Creative Communities, Lower Manhattan Cultural Council, 2003. Nel 2014 le è stato assegnato il premio Osvaldo Buzzi da Trofei Internazionali della Fotografia. Con il progetto “Porpora” vince la decima edizione dell’Italian Council nel 2021. Nel 2023 le è stato assegnato il Premio Fondazione Paul Thorel, Napoli; Strategia Fotografica 2023 con l’acquisizione di stampe da Volevo Vedermi Negli Occhi, Centro d’arte contemporanea – Luigi Pecci; e il Premio Libri & Altro – ICA Milano con Porpora (Nero Edizioni). Le sue opere sono presenti in collezioni private e musei, come il CRAF-Centro Ricerca Archiviazione Fotografia, la collezione Donata Pizzi e Centro d’arte contemporanea – Luigi Pecci.


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(Marcello Farno) (Ester Apa)

Spoleto, Complesso S. Nicolò: RASSEGNA BIENNALE DI FIBER ART – III edizione

Anna Onesti 1

RASSEGNA BIENNALE DI FIBER ART
III edizione

A cura di Maria Giuseppina Caldarola e Pierfrancesco Caprio 
Coordinamento Associazione Officina d’Arte e Tessuti

sabato 18 novembre ore 18.00
CAOS Centro Arti ex-Opificio Sir- Terni

Giunta alla sua terza edizione, torna la Biennale di Fiber Art, a Spoleto dal 18 novembre al 20 dicembre 2023 nel Complesso monumentale di S. Nicolò e a Terni dal 18 novembre 2023 al 28 gennaio 2024 negli spazi di CAOS – Centro Arti ex Opificio Siri. 
Inizialmente promossa dalla galleria OAT di Spoleto e attualmente dall’Associazione Officina d’Arte e Tessuti di Spoleto, la manifestazione si avvale del sostegno e del patrocinio della Regione Umbria, del patrocinio del Comune di Spoleto, del Comune di Terni e del CAOS, nonché di un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto

Il tema fondante della Biennale è l’arte che si confronta nel/con il sociale e da qui il titolo, Percorsi creativi nel sociale. Come scrive in catalogo uno dei curatori«Si è voluto fare questo riferimento perché il sociale non è un concetto astratto, ma una necessità per l’arte. L’arte non ha come obiettivo specifico quello di cambiare il sociale, come teorizzato a metà degli Anni ’80, ma di vivere nel sociale. Il sociale è un insieme. Connessioni e relazioni incrociate che non possono essere organizzate in un ordine gerarchico, ma come se esplodessero in molte direzioni. Un sistema profondo, ricco e ampio, con i suoi temi e mezzi tecnici, che consente di visualizzare i collegamenti e le trasformazioni del mondo sotto i nostri occhi. È un compito dell’arte decifrare l’attuale complessità sociale. Dove si generano timori, paure, insicurezze….». 

Oltre la tematica generale, nel bando dedicato alle Accademie di Belle Arti italiane si è sollecitata l’attenzione nei confronti dei 17 Obiettivi ONU per lo Sviluppo sostenibile – Agenda 2030. 

Laura Patacchia, Pelle (dettaglio), 2019,
spilli, tessuto antico, 80 x 61 cm, ph Stefano Bonacci

Alla terza edizione della Biennale parteciperanno artisti già da tempo attivi nella scena culturale: Silvia Beccaria, Teodolinda Caorlin, Loretta Cappanera, Silvia Giani, Andrea Guerra, Maria Christina Hamel, Giancarlo Lepore, Ilaria Margutti, Lydia Predominato, Manuela Toselli, Bahar Hamzehpour; in mostra anche una selezione di opere tessili provenienti dalla prima e seconda edizione del Progetto Mustras ideato dall’Associazione Abbicultura di Belvì (NU). 

Per inaugurare uno specifico focus sulle Regioni quest’anno è stata scelta la Sardegna, per ricordare i dieci anni trascorsi dalla morte dell’artista Maria Lai avvenuta nel 2013: in esposizione  le opere di Pietrina Atzori, Nietta Condemi De Felice, Maria Grazia Medda, Annamaria Scanu.

In collaborazione con il CAOS di Terni e con direttore artistico e scientifico Pasquale Fameli dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, proprio gli spazi del CAOS ospiteranno un approfondimento di due artiste, Enrica Borghi Cristina Mariani, sul tema “Generazione-Rigenerazione” (in riferimento al tema dell’economia circolare) ed una personale di Laura Patacchia dal titolo “Spillifera“, entrambi a cura di Pasquale Fameli. Sempre al Caos sarà visitabile “Ricordando Maria Lai“, una mostra di opere di fiber art realizzate dagli allievi del Liceo Artistico “Orneore Metelli” di Terni. Infatti Silvia Giani ha ideato e proposto al liceo un progetto volto a ricordare Maria Lai: gli studenti hanno eseguito opere ispirate a “Legarsi alla montagna” della stessa artista.

In mostra anche numerose opere provenienti dalle Accademie di Belle Arti Italiane, grazie ad un bando lanciato negli scorsi mesi sul tema “Vestire il corpo”. A questo tema si collega anche l’installazione “Magister” di Cristiano Carciani, Direttore dell’Amsterdam Fashion Academy. 

PREDOMINATO

Tra le diverse opere anche una selezione della sesta edizione della Biennale del Libro d’artista, dedicata in particolare ai giovani delle Accademie e Licei artistici e promossa dall’Associazione DARS (Donne, Arte, Ricerca, Sperimentazione) di Udine; altre provenienti dal Premio Valcellina e Feltrosa, la manifestazione dei Maestri e Maestre Feltrai/e promossa da Le Arti tessili di Maniago (UD). 

Durante la Biennale sarà dedicato anche uno spazio alla musica, in particolare al rapporto tra musica moderna e contemporanea ed arti figurative. Sono previsti, infatti, nella Sala Pegasus, un concerto di apertura della mostra con la presenza dei musicisti Lucia Sorci e Rocco Parisi che eseguiranno brani di Milhaud e Honegger e di altri compositori italiani viventi, e un concerto di chiusura a cura di Guido Arbonelli, docente del Conservatorio di Perugia. 


INFO

RASSEGNA BIENNALE DI FIBER ART – III edizione
A cura di Maria Giuseppina Caldarola e Pierfrancesco Caprio 
Coordinamento Associazione Officina d’Arte e Tessuti

Inaugurazione
sabato 18 novembre 2023 ore 11.00 | Complesso monumentale S. Nicolò – Spoleto

sabato 18 novembre ore 18.00 | CAOS Centro Arti ex-Opificio Sir- Terni
Concerto inaugurale
domenica 19 novembre 2023 ore 11.30 Sala Pegasus – Spoleto
Concerto di chiusura
domenica 17 dicembre ore 11.00 Sala Pegasus – Spoleto


18 novembre 2023 – 20 dicembre 2023
Complesso monumentale di S. Nicolò – Spoleto
Orari: 
da venerdì a domenica 10.00-13 / 14.30-18.00.

18 novembre 2023 – 28 gennaio 2024
Caos – Centro Arti ex-Opificio Siri – Terni
Orari
: da giovedì a domenica 10.00-13.00 / 17.00-20.00

Il concerto
domenica 19 novembre 2023 ore 11.00 (gradita la prenotazione)

Sala Pegasus, Piazza Bovio – Spoleto
“Il Novecento e la contemporaneità fra Europa e America Latina”
Musiche di D. Milhaud, A. Honegger, M. Mangani, L. Lugli, V. Correnti, C. Pedini, R. Cognazzo, C. Guastavino, A. Marquez
Musicisti: Rocco Parisi, clarinetto in si bemolle e clarinetto basso
Lucia Sorci, pianoforte
(In ricordo di Pierfrancesco Caprio)

Attività didattiche
Venerdì 24 novembre ore 18: visita alla mostra a cura di Sistema Museo, nell’ambito di “Mezz’ora dopo la chiusura”
Domenica 26 novembre ore 15.30: Famiglie ad arte, visita ed attività di laboratorio per bambini
Sabato 9 dicembre ore 16.30: Incontro con l’artista, alla presenza di Anna Onesti

Ideazione e Coordinamento Maria Giuseppina Caldarola, Pierfrancesco Caprio
Organizzazione Associazione Culturale Officina d’Arte e Tessuti
Allestimento Pierfrancesco Caprio in collaborazione con Gianluca Murasecchi
Media partner ARTEMORBIDA – Textile art Magazine

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart

roberta.melasecca@gmail.com  
349.4945612  www.melaseccapressoffice.it

Roma, PrimaLinea Studio: Dimora – Installazione ambientale di Ak2deru

AK2DERU PRIMALINEA DIMORA 2023

Sabato 18 novembre 2023 dalle 17:00
PrimaLinea Studio presenta

A cura di Domiziana Febbi e Eliseo Sonnino

PrimaLinea Studio è entusiasta di presentare Dimora, l’installazione ambientale multimediale firmata dall’artista Ak2deru. Dimora è un’opera d’arte immersiva che trasforma lo spazio della galleria in un ambiente misterioso e avvolgente. Offre al pubblico un’esperienza artistica totale, dove visivo, sonoro e concettuale si fondono in un unico momento. Attraverso la combinazione di elementi multimediali, tra cui scrittura, pittura, video e suoni, Ak2deru origina un mondo artistico che sfida la percezione e coinvolge lo spettatore in una riflessione profonda e intima. Dimora è un’esplorazione dell’identità, della memoria e del significato dell’abitare, trascende il momento storico e si fa ponte, tramite riferimenti ancestrali e atemporali, per offrire un’esperienza soggettiva a ogni visitatore. L’installazione si presenta come una tenda ed è sostenuta da quattro grandi tele: un doppio dittico sulla “variazione perpetua”, concetto cardine nel lavoro di Ak2deru. L’opera trasforma completamente lo spazio e presenta elementi frattali in cui anche il dettaglio rimarca il senso complessivo dell’opera. L’input che dà vita a questo lavoro è il linguaggio. La parola dimora, declinata nel codice monosemico coniato dall’artista, è plasmata e indagata fino alla radice per testare ed esprimere le sue declinazioni e i suoi molteplici significati. Questi output sono il principio generatore, l’energia che alimenta le opere pittoriche, sonore, testuali e video. All’interno di Dimora gli spettatori sono parte integrante dell’opera. Possono esplorare lo spazio o semplicemente immergersi nell’atmosfera creata dall’installazione. L’interazione con l’opera offre al pubblico la possibilità di interpretare il messaggio in modo personale, di conoscere o riscoprire la propria idea di appartenenza. L’arte, i visitatori e l’ambiente diventano indistinguibili, sfidano le abituali concezioni spaziali e offrono una nuova prospettiva sulla relazione tra spazio, tempo e significato.

AK2DERU PRIMALINEA DIMORA 2023

Ak2deru (nome d’arte di Francesco Careddu) è nato a Tempio Pausania, il 2 novembre 1975. Dal 1998 vive e lavora a Roma. Ha studiato al Liceo Artistico di Tempio Pausania e dal 1998 al 2008 composizione musicale con Gian Paolo Chiti e Alvin Curran. E’ il fondatore dell’associazione culturale Dal Suono Sommerso, attiva dal 2007 al 2012 nel panorama della musica contemporanea. Dal 2008 al 2015 è assistente compositore di Alvin Curran. Dal 2012 inizia una costante attività espositiva sia in Italia che all’estero. Lo scorso ottobre ha realizzato con PrimaLinea Studio l’opera d’arte pubblica Autumna negli spazi di Villa Carpegna.

PrimaLinea Studio è un collettivo artistico e curatoriale composto da Eliseo Sonnino, Domiziana Febbi, Riccardo D’Avola Corte e Alessio D’Anelli che promuove lavori d’arte innovativi di artisti emergenti e affermati. PrimaLinea Studio è inoltre un’associazione culturale che collabora con le istituzioni locali al fine di essere un punto di riferimento per l’arte contemporanea nell’area di roma ovest e oltre.

Partecipazione e Informazioni: L’apertura di Dimora è un evento pubblico e aperto a tutti. Vi invitiamo a partecipare e a condividere questa esperienza unica con noi. Per ulteriori informazioni sull’artista, l’installazione e la galleria PrimaLinea Studio, vi preghiamo di contattarci.


PrimaLinea Studio spazio indipendente per l’arte contemporanea
Via Giovan Battista Gandino 31, 00167, Roma, RM

Opening sabato 18 novembre dalle ore 17:00 alle 21:00

La mostra è visitabile dal 18 novembre fino al 16 dicembre
Dal lunedì al sabato, dalle 16:00 alle 20:00
Altri orari su appuntamento

Ingresso libero

INFO E CONTATTI STAMPA:
primalinea@mail.com