Trieste: all’Antico Caffè San Marco Evelina Nazzari presenta “Memorie a brandelli”

EVELINA NAZZARI

Con “Memorie a brandelli” (Edizione Sabinae. 2024) l’autrice Evelina Nazzari si racconta, e racconta le sue origini, traendo spunto da un momento reale della sua esistenza, nella forma di un vagabondaggio tra invenzione, autobiografia e memoria.

In una dolorosa fase di transizione della sua vita, impegnata nel difficile compito di ricostruirsi dopo un grave lutto e una separazione, l’autrice, alle prese con la necessità di eliminare vecchie carte, ritrova un suo diario di scuola degli anni Settanta.

Evelina Nazzari presenta “Memorie a brandell”
in dialogo con la giornalista Sara del Sal

all’Antico Caffè San Marco, venerdì 31 maggio, dalle ore 18.00

L’autobiografia sarà presentata da Evelina Nazzari in dialogo con la giornalista Sara del Sal all’Antico Caffè San Marco, venerdì 31 maggio, dalle ore 18.00, ricordando che il diario ritrovato è stato proprio lo spunto dal quale si dipanano, nell’arco di due secoli, con frequenti ritorni al presente e lungo un percorso apparentemente erratico, ricordi personali e frammenti di storia di una famiglia cosmopolita che abbraccia l’Italia, la Francia, la Grecia e la Turchia. Il tutto condito da episodi della vita e della carriera del padre Amedeo e della madre Irene (anche lei attrice) e da riflessioni sull’adolescenza, la condizione umana, la prospettiva del declino.

Figlia dell’attore Amedeo Nazzari, nasce a Roma nel 1958. Debutta giovanissima nel ruolo di Rossana in Cyrano, per la regia di Maurizio Scaparro, che verrà ripreso per diversi anni ed avrà grande successo in numerosi teatri italiani, oltre che a Parigi al Palais de Chaillot. Da allora, col nome d’arte di Evelina Nazzari, oltre a ricoprire ruoli in cinema (debutto in Dove vai in vacanza con la regia di Alberto Sordi) e in TV (debutto con L’eredità della priora per la regia di Anton Giulio Majano), costruisce ed affina negli anni la propria sensibilità sui palcoscenici, recitando testi di grandi classici (Aretino, Goldoni, Wilde, Pirandello, Ibsen, Čechov) e di autori moderni comici e drammatici (H.W. Fassbinder, N. Coward, J.N. Fenwick, N. Simon, H. Pedneault, H. Pinter, J. Giraudoux).

Una svolta tragica nella sua vita familiare la induce a ricercare forme più solitarie ed intime di espressione, che oggi affiancano la sua attività teatrale e lungo le quali prosegue la sua esplorazione dell’anima e della condizione umana: la fotografia (le sue opere sono state esposte in vari spazi romani, tra cui il Chiostro del Bramante, nel quadro della Triennale di Roma, e nella sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo) e la scrittura, intrisa di riferimenti autobiografici. Ha pubblicato Dopo la fine e Amedeo Buffa, in arte Nazzari (Edizioni Sabinæ), E lieve sia la terra (Autori vari, Edizioni Textus), Fratelli d’arte (con Silvia Toso, edizioni Sabinæ), Solitudini urbane (Edizioni Portoseguro), Altrove (Torna fra nove mesi e Il viaggio di Carlotta, due atti unici, Edizion IkonaLiber). Di Torna fra nove mesi è stata anche interprete, accanto a Maddalena Recino, per la regia di Angelo Libri, andato in scena a Roma e in alcune città d’Italia. Da ultimo ha interpretato con successo una riduzione teatrale del racconto Ventiquattro ore della vita di una donna, di Stefan Zweig e Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman entrambi con la regia di Rosario Tronnolone.


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m.a.x. museo, Chiasso (Svizzera): 300 opere custodite negli ARCHIVI GRAFICI

Dal 18 maggio al 22 settembre, il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) ospita la mostra ARCHIVI GRAFICI.

La rassegna, curata da Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini, propone una selezione di 300 opere di figure di grande rilievo nel mondo del graphic design, quali Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto, tutti materiali custoditi negli archivi grafici del Centro Culturale Chiasso.

m.a.x. museo | CHIASSO (SVIZZERA)
 
DAL 18 MAGGIO AL 22 SETTEMBRE 2024

LA MOSTRA
ARCHIVI GRAFICI
Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante,
Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto
 
L’esposizione presenta 300 opere custodite negli archivi grafici
del Centro Culturale Chiasso
 
La rassegna anticipa l’apertura del CIAG, Centro Internazionale d’Arte e Grafica, in programma il prossimo 10 giugno, nato per rendere fruibile al pubblico il ricco una parte del materiale dell’Archivio conservato dal Centro Culturale Chiasso.
 
a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini

L’Archivio si è composto nel corso di questi anni grazie a lasciti di artisti, graphic designer svizzeri e italiani di fama internazionale, oltre che tramite acquisizioni di opere d’arte effettuate da appassionati dell’arte e filantropi, nonché dall’associazione Amici del m.a.x. museo.
Tutti gli artisti dell’esposizione sono stati protagonisti di monografiche al m.a.x. museo; tre di essi – Heinz Waibl, Orio Galli e Vito Noto – hanno affidato al Centro Culturale Chiasso il loro intero archivio, composto da disegni, schizzi, bozzetti, prove di stampa, manifesti, dépliant, prototipi, altri – Lora Lamm, Bruno Monguzzi, Franco Grignani e Simonetta Ferrante – hanno invece donato nuclei importanti che rappresentano temi centrali del loro operato in grado di catalizzare il dibattito internazionale sulla grafica.

La mostra anticipa e pone l’accento sull’apertura del CIAG, Centro Internazionale d’Arte e Grafica, collocato proprio di fronte al m.a.x. museo (via Dante Alighieri 10), dove, dal 10 giugno 2024, sarà possibile consultare per motivi di studio i materiali conservati in archivio.

Il CIAG nasce proprio per rendere fruibile al pubblico il copioso materiale dell’Archivio custodito dal Centro Culturale Chiasso, così che anche in un’ottica futura le opere raccolte possano rappresentare un prezioso momento di consultazione, studio e approfondimento per cultori della materia, studiosi e studenti universitari e della SUPSI – Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

Grazie all’importante patrimonio che negli anni è andato costituendosi, il Centro Culturale Chiasso è diventato un polo attrattivo a livello svizzero e internazionale per i temi legati alla grafica, al design e alla comunicazione visiva: gli archivi, nella loro articolazione di materiali e numero di opere, lo testimoniano anche attraverso l’importanza dei prestiti effettuati per esposizioni e istituzioni di chiara fama avvenute negli ultimi tempi. Con quattordici anni di attività museale pubblica (2010-2024), con il suo patrimonio artistico divenuto ormai identitario, il m.a.x. museo ha legato il suo nome anche a questa importantissima caratteristica di conservazione degli elaborati e dei materiali della grafica, che ne rafforza e al contempo ne concretizza la missione; oltre a ciò, il m.a.x. museo è unico nel suo genere nell’articolato panorama delle istituzioni cantonali. È un momento molto significativo per ricordare quanto questi Archivi rappresentino una notevole pagina nella storia della grafica, facendo di Chiasso un tassello essenziale nell’ambito della cultura del graphic design della cosiddetta cultura del “swiss design” nell’asse Nord-Sud fra Zurigo e Milano.

Fra gli eventi collaterali previsti, oltre alle visite guidate gratuite (si segnala in particolare quella di domenica 19 maggio alle ore 10.30 in occasione della Giornata internazionale dei musei GIM), ai vari laboratori didattici e ai tradizionali appuntamenti (“mamma, papà e bebè al museo”, “nonni e nipoti al museo”), sono in programma una conferenza pubblica con il co-curatore Mario Piazza (mercoledì 12 giugno 2024) e un incontro-dibattito con Bruno Monguzzi (venerdì 20 settembre 2024).

Franco Grignani (1908-1999) graphic designer e artista di fama internazionale, studia architettura a Torino. La sua attività artistica è permeata da una continua osmosi fra architettura e fotografia, grafica e pittura. Grignani lavora come grafico per la grande committenza: per clienti quali Pirelli, Arnoldo Mondadori Editore, Fiat, Montecatini, Ermenegildo Zegna, disegna marchi e cura campagne pubblicitarie. Realizza centinaia tra annunci e pubblicità sul tema dell’arte della stampa che rimarranno tra i capolavori della grafica italiana. Appartengono proprio al nucleo di Alfieri e Lacroix, oltre all’house organ e alla pubblicità per la casa farmaceutica Dompè, le opere che sono esposte in mostra, unitamente alle coloratissime grafiche d’arte in serigrafia relative agli sviluppi seriali legati al calcolo quantistico (rotazioni, torsioni, progressioni e deformazioni).

Nel 2019, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Franco Grignani (1908-1999). Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia.

Lora Lamm (Arosa, 1928) una delle grafiche più apprezzate e affermate a livello internazionale. Formatasi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, tra il 1953 e il 1962 lavora a Milano per l’Ufficio pubblicità de La Rinascente, diventandone una figura di riferimento dallo stile personale e inconfondibile che ha caratterizzato l’epoca dello “stile d’impresa” del secondo dopoguerra. Sono esposti in mostra i manifesti realizzati in questo decennio e donati dalla stessa grafica alla Collezione del m.a.x museo unitamente alle preziose carte da imballo e ai bozzetti preparatori per campagne pubblicitarie.

Nel 2013, il m.a.x. museo le ha dedicato una mostra monografica intitolata Lora Lamm. Grafica a Milano 1953-1963.

Giovanna Graf (1930-2012) grafica e illustratrice svizzera formatasi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, ha affiancato Lora Lamm nell’Ufficio pubblicità de La Rinascente e ha poi lavorato con Simonetta Ferrante a Milano tra il 1961 e il 1971. Si propongono i suoi elaborati grafici per la pubblicità de La Rinascente dallo stile descrittivo, molto illustrato e colorato. Questi materiali d’archivio sono stati donati dagli eredi al m.a.x. museo dopo la sua morte.

Nel 2017, il m.a.x. museo ha esposto i suoi lavori nella mostra intitolata La Rinascente. 100 anni di creatività d’impresa attraverso la grafica.

Simonetta Ferrante (1930) Dopo gli studi alla Central School of Arts a Londra, inizia la sua attività in graphic design presso Max Huber e Pier Giacomo Castiglioni. Durante la sua carriera ha lavorato anche per grandi marchi come i Supermercati Esselunga, Galgano, Fotorex, Elettrocarbonium, Mondadori e Rizzoli, e ha collaborato a molti allestimenti fieristici, come i padiglioni Rai e Montecatini per la Fiera di Milano. Ma altrettanto significativa è la sua ricerca artistica: per ben sessanta anni Ferrante ha saputo distinguersi per un singolare percorso costantemente volto alla ricerca della memoria del visibile, come le sue celebri opere calligrafiche e di scrittura espressiva che saranno esposte in mostra.

Nel 2016, il m.a.x. museo le ha dedicato una mostra monografica intitolata Simonetta Ferrante. La memoria del visibile: segno, colore, ritmo e calligrafie.

Heinz Waibl (1931-2020), è annoverato dalla critica tra i più importanti protagonisti della comunicazione visiva del Novecento, per il suo linguaggio creativo e innovativo che ancora oggi risulta incredibilmente attuale. Waibl trova le sue radici nella scuola bauhausiana e nella Konkrete Kunst, poi riletta anche seguendo gli insegnamenti di Max Huber; la sua grafica ha segnato un’epoca in quel crogiuolo che è stata la Milano del secondo dopoguerra con l’intreccio di relazioni fra la Svizzera e l’Italia. Fra le sue più note collaborazioni quelle per Rai, Mas, La Rinascente, Atkinsons, Olivetti, Pirelli, Flos, BTicino. Dopo un lungo periodo negli USA e in Sudafrica, collaborando con Vignelli in Unimark International, rientra a Milano e fonda lo studio “Signo”. Heinz Waibl con Laura Micheletto ha donato al m.a.x. museo tutto l’archivio grafico, composto anche dalla sua importante biblioteca. In mostra sono esposti artefatti grafici, importanti manifesti, bozzetti per logo e la rivista «Pagina», così come interessanti elaborati di ricerca tipografica e visiva stampati in Letterpress.

Nel 2014, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Heinz Waibl. Graphic designer. Il viaggio creativo.

Bruno Monguzzi (1941), graphic designer che si è distinto a livello internazionale. Ha studiato arti decorative a Ginevra, poi grafica a Londra e nel 1961 ha collaborato con lo Studio Boggeri a Milano. Nel 1963 è stato chiamato a Parigi dove con Jean Widmer rielabora l’identità visiva del Musée d’Orsay. Dal 1987 al 2004 è stato Art Director del Museo Cantonale d’Arte realizzando una mirabile produzione di manifesti per la cultura; nel 1991 ha disegnato la nuova identità visiva per l’Amministrazione cantonale. Dal 2001 al 2009 ha curato l’immagine dell’Ufficio cultura del Comune di Chiasso. È stato insignito di molti premi internazionali, tra cui il Premio Bodoni (1971), successivamente la Gold Medal del New York Art Director’s Club, nel 1990 il Premio Yusaku Kamekura e dieci anni dopo la Gold Medal della Toyama Biennal. Nel 2003 gli è stata conferita a Londra la Honorary Royal Designer of Industry da parte della Royal Society of Arts. In mostra sono esposti i manifesti più iconici realizzati da Bruno

Monguzzi per la cultura, che costituiscono un tassello fondamentale della scuola svizzera di graphic design.

Nel 2011, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Bruno Monguzzi. Cinquant’anni di carta.

Orio Galli (1941) grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico. La cifra grafica di Galli sta nella continua dialettica fra segno libero e segno strutturato, fra informalità e geometria, tra improvvisazione e disciplina. La passione per la calligrafia e la gestualità porta Galli a dare ai suoi lavori grafici una impronta spesso pittorica, con forte sensibilità cromatica. Lega il suo nome al manifesto Ticino: terra d’artisti (1984). Molti sono gli elaborati grafici svolti per la Confederazione: dai prospetti di votazione ai manifesti per il 700esimo, alla corporate identity per aziende, logo studiati per le imprese, stemmi per i Comuni del Cantone Ticino, oltre che dépliant e brochure per enti turistici e la grafica per le pubblicazioni librarie. Nella mostra saranno esposte opere che mostrano il processo ideativo nella progettazione grafica, come i manifesti che hanno caratterizzato la sua carriera e lavori di ricerca artistica sul segno, il grafismo la calligrafia.

Nel 2023, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Orio Galli, grafica e grafismi.

Vito Noto (1955). La sua vasta produzione si articola fra product design, industrial design e visual design. Si diploma alla Scuola Politecnica del Design di Milano e poi compie esperienze professionali a Oberdorf, Amburgo e Parigi. Apre quindi il suo studio a Cadro nel 1982 dove si dedica a progetti di rilevanza nel settore industriale, così come nell’ambito labo-medicale, alla corporate identity e al branding design. Fondamentale nella produzione artistica di Vito Noto è l’idea dell’interazione tra uomo e prodotto. Celebri sono i suoi progetti di industrial design e di domotica, ma anche altri suoi brevetti che spaziano dalla serie di orologi da muro e da polso fino a temperini, al disegno di francobolli e medaglie commemorative, oggetti che hanno ricevuto premi e riconoscimenti e che saranno esposti in mostra. Vito Noto è stato insignito del premio Design Preis Schweiz (1995), Compasso d’Oro (1991 e 1994), I’F Die Gute Industrieform (1985 e 1990), ADI Design Index (2000, 2002 e 2016) e A’Design Awards (2017). Nel 2022, il m.a.x. museo gli ha dedicato una mostra monografica intitolata Vito Noto. Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee.


ARCHIVI GRAFICI.
Franco Grignani, Lora Lamm, Giovanna Graf, Simonetta Ferrante, Heinz Waibl, Bruno Monguzzi, Orio Galli, Vito Noto
Chiasso (Svizzera), m.a.x. museo (Via Dante Alighieri 6),
18 maggio – 22 settembre 2024
a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini
 
Orari
martedì – domenica, ore 10.00 – 12.00 e 14.00 – 18.00
 
Ingresso
Intero: CHF/Euro 10.-
Ridotto: CHF/Euro 7.- (AVS/AI, over 65 anni, studenti, FAI SWISS, FAI, TCS, TCI, convenzionati)
Scolaresche e gruppi di minimo 15 persone: CHF/Euro 5.-
Metà prezzo: Chiasso Card
Gratuito: Carta Raiffeisen, bambini fino a 7 anni, Aiap, associazione amici del m.a.x. museo, giornalisti, ICOM, Passaporto Musei Svizzeri, Visarte
Entrata gratuita: ogni prima domenica del mese
 
Informazioni:
Tel. 0041 58 122.42.52
info@maxmuseo.ch
www.centroculturalechiasso.ch
 
Ufficio stampa Svizzera
Laila Meroni Petrantoni
m.a.x. museo
T. +41 58 122 42 52
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Ufficio stampa Italia
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli, T +39 02 36 755 700
marta.pedroli@clp1968.it ; www.clp1968.it

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Sassetta a Massa Marittima. Un grande catalogo oltre alla grande mostra

Sassetta, Angelo annunciante (60 x 49,5 cm). Massa Marittima, Museo di San Pietro

Una mostra di grande livello e, adesso, anche un catalogo di altrettanto elevato livello. Il riferimento è a “Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo sull’arte senese del primo Quattrocento”, mostra a cura di Alessandro Bagnoli, che si può ammirare sino al 14 luglio a Massa Marittima, nel Museo di San Pietro all’Orto. L’esposizione è promossa dal Comune di Massa Marittima, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena – Colle Val d’Elsa – Montalcino, il Dipartimento Beni Culturali dell’Università di Siena, la Diocesi di Massa Marittima – Piombino, la Pinacoteca Nazionale di Siena, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo.

Massa Marittima, Musei di San Pietro all’Orto

14 marzo – 14 luglio 2024

Mostra a cura di Alessandro Bagnoli

L’apprezzatissima mostra sul Sassetta ha oggi anche il suo catalogo scientifico.
Studi e ricerche approfonditi sino all’ultimo.

Sassetta è autore raffinato e raro ed era quindi prevedibile che una monografica a lui riservata riscuotesse l’attenzione di chi studia e ama la pittura senese d’inizio Quattrocento.  Previsione che ha puntualmente trovato conferma negli arrivi a Massa Marittima di studiosi, antiquari, collezionisti, direttori di grandi musei da mezzo mondo. Un attento pubblico di “addetti ai lavori” che ha dimostrato di apprezzare l’esposizione e la magnifica città d’arte e di antichissima storia che la propone ed accoglie.

A completare l’emozione di contemplare opere di quel livello sino ad oggi mancava uno strumento scientifico che desse conto degli studi compiuti in questi anni intorno al Sassetta. Studi che hanno condotto anche alla scoperta di una tavola inedita raffigurante una “Madonna con Bambino”, che per la prima volta questa mostra svela.

Il catalogo, frutto di ricerche prolungate sino all’ultimo, adesso è disponibile. Si intitola, come la mostra, “Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo sull’arte senese del primo Quattrocento”, ed è a cura   di Alessandro Bagnoli, edito dal Centro Di di Firenze.

“Questa mostra è nata – afferma la Direttrice del Museo Roberta Pieraccioli – come un’iniziativa indispensabile per approfondire la conoscenza del patrimonio storico-artistico del Museo di San Pietro all’Orto a Massa Marittima, dove si conserva un Angelo annunciante dipinto dal maestro senese per un polittico oggi disperso. Attorno a questa preziosa ‘reliquia’ si è accostato un gruppo di dipinti sulla base di criteri di sostenibilità e di un principio di etica professionale, che ha tenuto conto della concreta possibilità di trasferire le opere dalle loro sedi italiane, del loro stato di conservazione e dei costi per sostenere i prestiti”.

“Era impensabile poter avere le grandi pale d’altare come la Madonna della Neve (oggi nelle Gallerie degli Uffizi) o le varie parti del monumentale polittico a doppia faccia un tempo nella chiesa di San Francesco a Borgo San Sepolcro, che sono due dei più importanti complessi figurativi prodotti dal Sassetta. È stato invece possibile riunire ben 26 opere di dimensioni piccole e medie, che hanno permesso di formare la prima mostra monografica sul maestro senese e di rileggere il suo percorso artistico alla luce delle recenti acquisizioni critiche prodotte dalla storiografia, ma anche generate dai restauri. Il primo è stato riservato alla Madonna in umiltà, proveniente ab antiquo dalla pieve di San Giovanni Battista a Basciano, che si è confermata come uno splendido ‘manifesto dell’attività iniziale del Sassetta; il secondo è stato un intervento di ‘rivelazione’, che ha permesso di recuperare sotto una completa e deturpante ridipintura di età tardo barocca un’altra affascinante Madonna col Bambino dell’attività matura del pittore”.

“Il catalogo – afferma il curatore, Alessandro Bagnoli – offre l’occasione per tracciare un profilo di questo straordinario pittore, che seppe recuperare la lezione tecnica e stilistica dei grandi maestri del primo Trecento, come Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, ma tenendosi aggiornato su quanto stavano facendo i protagonisti del momento della pittura in Toscana, come Gentile da Fabriano, Masolino da Panicale e Masaccio.

Leggendo il profilo e le schede delle opere del Sassetta si potrà tracciare in filigrana anche la sua fortuna dal Novecento fino ai nostri giorni, partendo dalla lettura decadentistica e orientaleggiante di Bernard Berenson, che Roberto Longhi (1940) definì sprezzantemente “pseudo buddistica”, per passare alle prime ricostruzioni filologiche del catalogo (Robert Langton Douglas, Frederick Mason Perkins, Giacomo De Nicola), raggiungere la fulminante definizione storica nell’ambito della pittura toscana del primo Quattrocento e la pulizia filologica del suo catalogo suggerita dal Longhi (1940), approfondire gli studi con le monografie di stampo formalistico di John Pope-Hennessy (1939) e di Enzo Carli (1957), per approdare di fronte al vasto pubblico con tre importanti mostre, dove il maestro senese ha avuto un ruolo significativo (Il gotico a Siena, Siena 1982, con la versione avignonese del 1983; Painting in Renaissance Siena, New York 1988; Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento, Siena 2010) e giungere infine agli interventi specialistici dei tempi recenti, che hanno indirizzato le ricerche tanto sulla documentazione e sulle funzioni delle opere quanto indagato sulle complesse tecniche pittoriche dei dipinti.

Per presentare un profilo sensato del Sassetta occorreva anche dare uno sguardo al contesto in cui si trovò ad operare. Nel catalogo si rimanda ai modelli fiorentini con alcune immagini essenziali, mentre per l’ambiente senese si è avuta la possibilità di rappresentare la produzione di artisti che mantennero alto il livello della scuola locale,

percorrendo le stesse linee di interesse seguite dal Sassetta e confrontandosi necessariamente con il suo ammirevole e condizionante esempio. Con altri 23 numeri di catalogo la mostra presenta opere di Sano di Pietro, del ‘Maestro dell’Osservanza’, di Pietro di Giovanni Ambrosi, del ‘Maestro di Sant’Ansano’, ora identificato col pittore

Nastagio di Guasparre, di Nicola d’Ulisse, di Giovanni di Paolo e di Domenico di Niccolò dei cori. Nel catalogo si trovano profili illustrati di tutti gli artisti, che fanno il punto sulla situazione degli studi e introducono le schede delle opere esposte, provviste di immagini a confronto e della bibliografia completa.

Il volume di 256 pagine si chiude con un regesto documentario relativo al protagonista della mostra.


Sassetta, Madonna col Bambino (96,4 x 70,5 cm).
Grosseto, Museo archeologico e d’arte sacra

La mostra “Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo all’arte senese del primo Quattrocento” (Massa Marittima, Museo di San Pietro all’Orto, 14 marzo – 14 luglio 2024) a cura di Alessandro Bagnoli, propone un Sassetta inedito. Si tratta della “Madonna col Bambino”, tempera su tavola, 67,5 x 45,3. Di proprietà dell’Arcidiocesi di Siena, proveniente dalla pieve di San Giovanni Battista a Molli (Sovicille).

La tavola raffigurante la Madonna col Bambino è stata ritagliata su tutti e quattro i lati in epoca imprecisata e completamente ridipinta nel Seicento.
Come altri dipinti del Sassetta raffigurava un modello molto diffuso al tempo: La Madonna dell’umiltà, ovvero una Madonna seduta, come nel nostro caso, a terra sopra un cuscino, che si intravede sotto il manto della Vergine nella parte destra.
La Madonna ha in mano una melagrana, mentre invece il Bambino con la mano sinistra tiene un uccellino.

La Madonna presenta una bellissima aureola raggiata contenente la seguente iscrizione: “SI CONFIDIS IN ME SENA ERIS GRATIA PLENA”, il motto di sapore sapienziale ci assicura la provenienza della tavola da una chiesa cittadina. Bagnoli suppone che l’opera provenga dalla chiesa di San Francesco e tende a identificarla con quella firmata dal Sassetta ricordata nella cappella Petroni da Fabio Chigi nel 1620.

Il restauro diretto da Alessandro Bagnoli è stato condotto da Barbara Schleicher. L’opera è inedita.


Info e prenotazioni:
Museo di San Pietro all’Orto, Corso Diaz 36 – Massa Marittima 0566/906525; accoglienzamuseimassa@gmail.com   www.museidimaremma.it
 
Ufficio Stampa:
Ufficio Stampa del Comune di Massa Marittima,
Monica Moretti mmoretti95@gmail.com
 
Ufficio stampa del Sistema dei Musei di Maremma e del Parco delle Colline Metallifere,
Fabrizio Lucarini fabrizio@illogo.it 
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. +39 049.663499
ref. Roberta Barbaro roberta@studioesseci.net