Il prossimo 6 giugno, l’artista JISBAR inaugurerà una nuova fase della sua carriera artistica con la mostra « PODIUM », che avrà luogo a partire dalle 18:00 presso OA Fine Art, situata in 15 Rue de Miromesnil, 75008 Parigi. Questa esposizione presenterà diciassette opere inedite che riflettono la nuova direzione artistica di JISBAR e segnano un importante traguardo nella sua carriera.
JISBAR rivela la sua nuova onda con la mostra «PODIUM» a Parigi Primo lavoro della nuova direzione artistica rivelato sui social media: «Silver Wave» RSVP Parigi: 6 giugno 2024 – OA Fine Art, 15 rue de Miromesnil, 75008 Parigi.
L’opera di punta di questa collezione, intitolata « Silver Wave », è stata rivelata per la prima volta su Instagram dell’artista. Realizzata con una combinazione di tecniche che includono acrilico, vernice spray, olio, pastello, aerografo e matita su carta, « Silver Wave » misura un’impressionante dimensione di 120 x 120 cm. Questo pezzo illustra perfettamente la maturità e la profondità artistiche che JISBAR desidera condividere con il suo pubblico.
Oltre alle diciassette opere principali, JISBAR presenterà anche una serie esclusiva e limitata di dieci creazioni completamente originali e personalizzate su carta. Queste edizioni speciali non sono riproduzioni delle opere esposte, ma pezzi unici, offrendo ai collezionisti un’opportunità eccezionale di acquisire un frammento molto personale di questa nuova era artistica.
« Ogni opera di « PODIUM » rappresenta un capitolo della mia evoluzione, un dialogo continuo con le forme, le texture e i colori che definiscono il mondo contemporaneo”, afferma JISBAR. « Con « Silver Wave » e le altre opere, invito gli spettatori a sperimentare una nuova ondata di creatività che trascende le convenzioni tradizionali dell’arte ». Informazioni pratiche: : Data: 6 giugno 2024, a partire dalle 18:00. Indirizzo: OA Fine Art – 15 rue de Miromesnil 75008 Parigi.
Riguardo a JISBAR
Nato nel 1989, questo artista francese di pop-street sta ridefinendo la scena artistica con la sua unica miscela di arte classica e moderne influenze di pop e street art. Attivo tra Parigi e Lisbona, l’opera di JISBAR è una ricca tappezzeria di riferimenti culturali e innovazione artistica. Per maggiori informazioni, visita https://www.jisbar-art.com/.
Da giovedì 13 giugno 2024, la Basile Contemporary diRoma – diretta da Rosa Basile – ospiterà la mostra personale “6_24” della nota scultrice Roberta Morzetti, un percorso che indaga l’attuale stato dell’essere con l’obiettivo di far riflettere lo spettatore sulla moderna sovrapposizione del virtuale sul reale. Curata da Marco Giammetta con Rosa Basile e arricchita da un testo storico critico di Silvano Manganaro, l’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 13 luglio 2024.
“È ancora attuale chiedersi quale sia oggi la posizione delle donne nel campo dell’arte, ovvero quale sia la reale inclusione delle artiste nel sistema arte/mercato italiano? In particolare, la visibilità a loro dedicata è in grado di riflettere un reale cambiamento su quell’ancestrale pregiudizio sufficiente a rendere la disparità di genere un ricordo del passato? Roberta Morzetti è una delle pochissime donne scultrici Italiane completamente dedicata ad un lavoro complesso e fisicamente deteriorante, che lei utilizza come strumento di espressione della contemporaneità e di emancipazione. Il nostro è stato un incontro tra donne, e tra donne abbiamo riflettuto sul rapporto tra essere e apparire, tra il dire ed il fare, tra la bellezza esteriore ed interiore, condividendo una visione unitaria sul senso dell’io.” – Rosa Basile
La Basile Contemporary presenta la mostra “6_24” di Roberta Morzetti
A cura di Marco Giammetta con Rosa Basile UN DIALOGO AL FEMMINILE TRA FORMA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Opening 13 giugno 2024 ore 18.30 Dal 13 giugno al 13 luglio 2024 Basile Contemporary Via di Parione 10, Roma
All’interno della galleria romana verranno esposte 15 opere scultoree che chiamano alla mente forme umane, simboli e immagini, le quali rappresentano un ponte metaforico tra l’io vissuto più profondo e la forza evocativa di una bellezza che non mira ad avere compiacimento, ma a stimolare riflessioni e suggestioni, amplificate da costanti riferimenti mitologici. Roberta Morzetti indaga sul vissuto dell’essere umano, dando vita ad un’esposizione che si presenta come un vero e proprio percorso di consapevolezza alla scoperta della propria bellezza interiore: da qui il titolo “6_24”, con il numero sei che indica l’essere più profondo, da scovare dentro di noi e con il quale connettersi. Esiste uno stretto rapporto tra l’artista e “l’essere” inteso come capacità percettiva del nostro corpo, la cui pelle rappresenta il confine tra il dentro e il fuori: è la pelle a ricevere frequenze e vibrazioni e a comunicare sensazioni che si trasformano in emozioni. Il profondo rapporto con l’interiorità che spinge l’artista a scavare nella propria anima nasconde un importante messaggio contro la superficialità e la ricerca ossessiva della perfezione esteriore, che alimentano la vanità e la fame di consenso, ostacoli alla vera libertà.
Il fine principale di Morzetti è quello di portare l’osservatore – con innocente sincerità – a “vedere”, senza filtri, i segni provocati dalle esperienze della vita e riflettere sul valore terapeutico che il dolore può generare, se vissuto come occasione e non come sconfitta. Il lavoro dell’artista che emerge in “6_24” si basa su un continuo confronto tra linguaggi semantici diversi, quello dell’io e quello della comunicazione che, senza mai sovrapporsi, trovano la strada per connettersi e raccontare una storia. Roberta Morzetti spiega: “La scultura è un’attività di confine tra l’io e la metafora e ha il potere di far emergere energie nascoste aggirando le barriere coscienti”.
In questa ricerca di confronto, l’artista apre il dialogo con l’intelligenza artificiale utilizzandone le potenzialità espressive, ma senza mai lasciarla prevaricare. Entrando all’interno della Basile Contemporary, i visitatori avranno l’opportunità di prendere parte ad un percorso in cui reale e virtuale si fondono e si confrontano: la nuova tecnologia muove l’opera nello spazio, la trasforma per darle una lettura alternativa lasciando che l’osservatore possa decidere da che punto di vista guardarla, in modo che l’esperienza rimanga unicamente soggettiva.
A tal proposito, il curatore della mostra Marco Giammetta afferma: “Oggi, tutto o quasi, avviene attraverso la mediazione di tecnologie in grado di veicolare il reale attraverso le immagini. Reale e virtuale perdono il loro rapporto dicotomico e si sovrappongono, generando una terza dimensione che è quella dell’illusorietà. L’essere inteso come dimensione materica e sensoriale, alimentato dall’esperienza e dal vissuto, si trasforma, si muta; tutto è possibile in questa dimensione virtuale ed allora possiamo essere ciò che vogliamo, ciò che non siamo e ciò che non saremo mai.Il virtuale diventa così potentissimo strumento di comunicazione in grado di negare la dimensione reale, confondendola con l’effimero e massificandone l’immagine.Le opere della Morzetti si interrogano sull’attuale stato dell’identità intesa come reale essenza dell’essere, per questo 6_24. È quindi gioco forza aprire, scavare, entrare dentro li corpo per ritrovarsi, per indagare sui reali valori dell’essere riportando l’esistenza al centro dell’io reale. La nostra responsabilità è sentire, valutare e consapevolmente agire.”
Dalle sculture in mostra emergono le doti compositive dell’artista, così come lamaniacale capacità di modellazione della materia, la minuzia dei particolari e l’uso di elementi organici, dettagli che generano nelle opere un’armonia tra lo stile che esprimono e il patrimonio culturale e morale da cui prendono vita, proveniente dalla tradizione scultorea propria del territorio in cui vive e lavora l’artista. L’uso della fiamma deforma, distorce, plasma le opere, lasciando spazio a quel “dentro” che trasfigura l’immagine e scopre nervature, connessioni che si intrecciano alterando la neutralità del colore bianco, prediletto dalla scultrice. Il colore per Morzetti non è semplicemente una manifestazione fisica della luce che l’osservatore percepisce passivamente dall’esterno, ma è anche e soprattutto un’elaborazione dell’occhio e quindi della mente umana. Una visione goethiana che porta Morzetti a scegliere il bianco, in quanto colore della vita e della rinascita per la cultura occidentale, ma anche colore della morte per la cultura orientale. Un colore che in sé racchiude tutti i colori e che grazie alla sua neutralità rimarca con forza li rapporto tra chiaro e scuro, tra luce ed ombra, caratteristica propria dell’arte scultorea del periodo barocco. Le sue sculture dunque emanano luce, si librano nell’aria e – con il candore del bianco – si raccontano senza nascondere il peso dell’esperienza terrena; sono angeli in terra che hanno combattuto e sofferto e non si piegano all’oblio.
“Nel lavoro di Roberta Morzetti, la materia viene consapevolmente fatta oggetto di una alterazione e, potremmo dire, di un declassamento. Non più l’elemento nobile e prezioso della scultura tradizionale, ma qualcosa legato alla contemporaneità che, però, subisce una metamorfosi, una mutazione: la mutazione della materia che diventa mutazione del corpo […] Proprio come Icaro che, tentando di elevarsi sopra tutti gli altri per raggiungere il sole, scioglie le proprie ali e precipita rovinosamente a terra dando vita allo stesso tempo al suo “capolavoro” (divenendo cioè metafora di ogni spinta verso l’alto, di ogni volontà di elevarsi oltre la propria condizione), così la materia e i corpi della Morzetti, nel loro disfacimento, mirano alla stessa, drammatica, tensione.” – Silvano Manganaro
Roberta Morzetti – Biografia
Roberta Morzetti nasce a Tarquinia nel 1979. Si forma all’Accademia delle Belle Arti “Lorenzo da Viterbo” (ABAV), conseguendo nell’anno 2005 il diploma accademico con lode. Inizia le sue esperienze lavorative nel mondo dellamoda, ideando linee di abbigliamento con materiali riciclati (Leccaletichetta, Cementarmato, Aporie). A Roma, diviene assistente ai costumi di Andrea Viotti nella compagnia di Gabriele Lavia(“Le Nozze di Figaro”, regia di Matteo Tarasco, 2007, Teatro Eliseo; “Misura per Misura”, regia di Gabriele Lavia, 2007, Teatro Argentina), di Laura Costantini (per i musical “A un passo dal sogno”, 2008, “Portamitanterose.it”, 2009, regia di Marco Mattolini, Teatro Brancaccio; per il film “Non c’è due senza te”, regia di Massimo Cappelli, 2015), di Michela Marino (per il cortometraggio “Anni 30”, regia di Luciano Melchionna, 2008). Dal 2012, si dedica all’ideazione e alla realizzazione di sculture di medie e grandi dimensioni, eseguendo calchi direttamente sul proprio corpo, per poi rielaborare, incendiare ed assemblare con altri oggetti i lavori così ottenuti. Nel corso della sua carriera ha partecipato a molte mostre collettive e negli ultimi anni ad alcune personali a Roma Skin_20 e Tuscania Pax_22, ed è stata chiamata a partecipare con le proprie opere ad eventi d’arte come RAW, Arte in Nuvola a Roma e Paratissima a Torino.
Roberta Morzetti utilizza le sue sculture per raccontare e testimoniare il presente, sperimentando anche altre forme d’arte come nella creazione dei cortometraggi R_Esisto e Cutismea.
INFORMAZIONI UTILI TITOLO MOSTRA: 6_24 DOVE: Basile Contemporary – Galleria d’Arte Contemporanea, via di Parione 10, Roma OPENING: giovedì 13 giugno 2024 ore 18.30 DURATA: 13 giugno – 13 luglio 2024 A CURA DI: Marco Giammetta IN COLLABORAZIONE CON: Rosa Basile TESTO CRITICO: Silvano Manganaro INTERVENTO VISUAL: Lucio Arese INGRESSO GRATUITO ORARI: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00 CONTATTI BASILE CONTEMPORARY TEL. Galleria:06 97165279 CELL. Rosa Basile: 340.0001260 SITO: www.basilecontemporary.com MAIL: basilecontemporary@gmail.com FACEBOOK: https://www.facebook.com/basilecontemporary/ INSTAGRAM: https://www.instagram.com/basile_contemporary
Si festeggiavano 10 anni di Festival oggi alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista a Venezia. E l’atmosfera era infatti quella delle grandi feste: emozione, allegria, calore. E naturalmente pensieri e parole di ispirazione, da riportare a casa e nella propria attività per i tanti presenti alla decima edizione di InspiringPR, Festival italiano delle Relazioni Pubbliche, promosso da FERPI e organizzato da FERPI Triveneto, con la collaborazione di UniFERPI Padova e Gorizia e il Patrocinio di Regione del Veneto, Comune di Venezia-Città di Venezia, Marco Polo 700, Università degli Studi di Padova, Unioncamere del Veneto e Istituto Universitario Salesiano Venezia – IUSVE. Presente per il Comune di Venezia, l’Assessore Paola Mar.
L’InspiringPR Award per la migliore campagna di Relazioni Pubbliche, Primo Premio, è andato al Gruppo Feltrinelli per la campagna LEGGERE INSEGNA A LEGGERE. A Francesca Cristofari il Premio studio “É il digitale, bellezza!”.
“Una scommessa vinta”, questo decennale, per Filippo Nani, Presidente della Federazione, “grazie alla creatività e alla immaginazione dei dieci speaker stavolta coinvolti e all’entusiasmo, che cresce anno dopo anno, del team organizzatore e del pubblico. Come testimonia anche il numero di partner e sostenitori che hanno scelto di accompagnare il Festival in questa edizione. 10 anni di InspiringPR che hanno cementato una comunità di colleghe e colleghi, e non solo, intorno a questo evento di promozione di una crescente cultura delle relazioni pubbliche. Un anniversario, quello di oggi, ma anche un nuovo punto di partenza verso traguardi nuovi della professione, nel segno della condivisione di idee e visioni”.
Tutti i Premi
Due i Premi assegnati nel corso di InspiringPR: l’InspiringPR Award, partner BAT Italia, per la campagna di relazioni pubbliche distintasi per la sua capacità di ispirazione e il Premio di studio “È il digitale, bellezza!”, in memoria di Adriana Ripandelli, organizzato con famiglia e Mindshare Italia, rivolto agli studenti delle università̀ italiane per premiare le più̀ innovative tesi di laurea con focus specifico sulla comunicazione digitale.
Il Primo Premio InspiringPR Award VII EDIZIONE è andatoal Gruppo Feltrinelli per la campagna LEGGERE INSEGNA A LEGGERE, per la capacità di sintesi e coinvolgimento dei destinatari, dimostrando quanto i libri abbiano un forte impatto nella vita delle persone e come possano incidere nel futuro e nelle sorti del mondo, sollecitandole a pensare in autonomia sulle principali sfide attuali.
Il Secondo Premio a Veneto Lavoro – Regione del Veneto per la campagna EQUAMENTE AL LAVORO, per lacapacità di affrontare con creatività un tema molto sentito e dibattuto. Secondo Premio pari merito alla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia Direzione Lavoro, Formazione, Istruzione e Famiglia per la campagna OLTRE I SOLITI CLICHÈ. UNA REGIONE PER I GIOVANI, per la strategia di storytelling anche attraverso giovani testimonial.
Menzione specialeper ADIREILVERO di Pfizer, per aver fornito strumenti e nozioni fondamentali per contrastare il disordine informativo e la misinformazione e favorire una comunicazione responsabile.
Alla Dott.ssa Francesca Cristofari il Premio di studio “È il digitale, bellezza!” IV edizione per la tesi di laurea “Strategie di Digital Marketing nel Settore Lattiero-Caseario. Il Caso Studio Ariete Fattoria Latte Sano”, che analizza in modo approfondito l’impatto del Digital Marketing nel settore ed evidenzia l’importanza cruciale di differenti strumenti digitali per incrementare l’engagement degli utenti, potenziare la visibilità del brand e aumentare le vendite in un contesto sempre più orientato alla connettività digitale.
Un Festival che appartiene anche alla città
Lo ha sottolineato il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, che in un messaggio ha espresso “vicinanza ideale ad un’iniziativa che celebra un traguardo significativo: il suo decimo anniversario. Un decennio di incontri, think tank e visioni, che hanno contribuito ad arricchire di un nuovo paradigma interpretativo il settore delle Relazioni Pubbliche. Il plauso più grande alla Federazione Relazioni Pubbliche Italiana per l’impegno costantemente profuso per arricchire, edizione dopo edizione, questo format. Il lavoro di squadra e le sinergie con il territorio, ci donano non solo un evento, ma una vera e propria piattaforma dove poter coltivare le idee. Non solo quelle correlate alla comprensione del presente, ma soprattutto quelle necessarie per plasmare, sin da ora, un futuro migliore”.
L’edizione 2024
“In un mondo in continua evoluzione, dove le relazioni giocano un ruolo sempre più cruciale nella costruzione di ponti e nel superamento delle sfide, la parola diventa il nostro strumento più potente. E in questa decima edizione di InspiringPR, celebrare il potere delle parole significa guardare con fiducia e determinazione verso un futuro di relazioni autentiche, significative e trasformative”, così la delegata di Ferpi Triveneto, Ada Sinigalia.
Fiore all’occhiello della delegazione del Triveneto, che lo ha ideato, in questa edizione la scelta del format da parte del Comitato scientifico presieduto da Max Bustreo è caduta su 10 parole, 10 concetti da interpretare per altrettanti relatori provenienti da settori e ambiti diversi. Responsabilità, Accoglienza, Intelligenze, Attenzione, Curiosità, Fantasia, Speranza, Prospettiva, Generosità e Autenticità” il fulcro quindi dei 10 speech ascoltati oggi.
Responsabilità per Paolo D’Anselmi, insegnante, consulente di management e scrittore. Luca Raffaelli, tra i massimi esperti italiani nel campo dei fumetti e del cinema d’animazione, ha parlato di Fantasia. La Speranza è stata declinata da Matteo Tonoli, ingegnere e sociologo. Generosità nell’intervento di Rosella Scalone, imprenditrice ed esperta di comunicazione digitale e social media. Mapi Danna, scrittrice, TEDx Speaker, autrice Tv, radio e web ha affrontato l’Autenticità. Ad Andreina Contessa, Direttore del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare e della Direzione Regionale Musei del Friuli-Venezia Giulia, il termine Curiosità. L’Attenzione con Giulia Galliano Sacchetto, giornalista professionista, appassionata di circo e magia. Le Intelligenze con Luca Vescovi imprenditore settore digitale, la parola Intelligenze. Ha parlato di Accoglienza Paola Zanotto, architetto e urban designer, per Accoglienza mentre Audace Sailing Team, un gruppo di studenti di ingegneria con la passione per la vela ecosostenibile, è intervenuto sulla Prospettiva.
Con il Festival
InspiringPR 2024 è stato realizzato con il contributo del Corporate Partner BAT Italia, dei Supporting Partner AD Dal Pozzo, Canon Medical Group, Centro Marca, Coca-Cola Italia, Gruppo Matches, Ottagono, e del Local Sponsor Biblion Edizioni. Media partner Corriere del Veneto, Corriere Imprese Nordest, Digital Coach, Radio Piterpan, Telpress, Wired. Questi gli Sponsor tecnici: Cantine Vitevis, Caseificio Zanchetta, ConGusto, Damoli Gastronomia, Flamigni, Genuina Hub Company, Illy, Riso Melotti, Unigadget. Tra i Sostenitori: Aps comunicazione, Bi Wise, Pr Consulting, Thanai Communication Advisors.Tutto su InspiringPR sul sito web e sui canali ufficiali Facebook, LinkedIn, Instagram, X e YouTube. E appuntamento a Venezia il prossimo anno.
La Premiazione
Sul palco, insieme a Federica Zar, Consigliera nazionale Ferpi con delega alla Comunicazione, il Primo Premio InspiringPR Award è stato consegnato da Massimiliano Colognesi, Head of external affairs BAT Italia, Filippo Nani e Ada Sinigalia nelle mani di Claudio Calò, Group Chief Marketing Officer Gruppo Feltrinelli.
Il Secondo Premio InspiringPR Award sempre da Massimiliano Colognesi e Ada Sinigalia, a Silvia Cavallarin di Veneto Lavoro ed Erika Faresin e Bijan Tehranian di Arzanà.
Hanno consegnato il Secondo Premio pari merito Massimiliano Colognesi e Ada Sinigalia, nelle mani di Alessia Rosolen, Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Friuli-Venezia Giulia.
A consegnare il Premio Menzione Speciale nelle mani dei responsabili External Communication Pfizer (Carla Capobianco, Cinzia Colazzo, Paola Corti, Daniela Sessa) Massimiliano Colognesi e Massimiliano Bustreo, presidente Comitato Scientifico InspiringPR.
Il Premio studio “E’ il digitale Bellezza!” è stato consegnato a Francesca Cristofari da Roberto Binaghi, Amministratore delegato Mindshare Italia, Ada Sinigalia e, per famiglia di Adriana, da Alessandro e Mariolina Sattanino. Per i Premi si ringrazia Genuina Hub Company.
Il Museo Castello San Materno di Ascona (Svizzera) celebra il suo primo decennale di attività con una mostra dedicata a Karl Hofer (1878-1955), pittore, disegnatore e grafico tedesco, considerato uno dei più prestigiosi artisti figurativi del Novecento che, muovendosi tra Espressionismo e Nuova Oggettività, ha mantenuto per tutta la vita, grazie a un suo stile originale, un approccio estremamente indipendente nei confronti dell’arte.
ASCONA (SVIZZERA) MUSEO CASTELLO SAN MATERNO FONDAZIONE PER LA CULTURA KURT E BARBARA ALTEN 26 MAGGIO – 29 SETTEMBRE 2024
KARL HOFER FIGURE, NATURE MORTE, PAESAGGI
L’esposizione che celebra i primi dieci anni di attività del Museo Castello San Materno presenta una selezione di dipinti e opere su carta di uno dei più prestigiosi artisti figurativi del Novecento.
A cura di Harald Fiebig
La mostra, curata da Harald Fiebig, organizzata e sostenuta dalla Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten di Soletta in collaborazione con il Museo Comunale d’Arte Moderna e il Comune di Ascona, presenta una selezione di 29 opere, tra dipinti e lavori su carta, raramente esposti, provenienti dalla Fondazione Josef Müller presso il Kunstmuseum Solothurn, dalla Sammlung Arthouse, da una raccolta della Germania settentrionale e dalla collezione privata di Frank Brabant a Wiesbaden.
La rassegna ripercorre la varia e sfaccettata ricerca di Karl Hofer che, da una rappresentazione trasognata di figure, passando per le nature morte, arriva a una concreta pittura paesaggistica.
Per documentare l’evoluzione stilistica di Karl Hofer e i suoi temi pittorici essenziali, sono messi a confronto lavori appartenenti a diverse fasi creative.
La vita e l’opera dell’artista tedesco furono intimamente legate alla Svizzera e, in particolare, al Canton Ticino, che divenne uno dei suoi soggetti paesaggistici più frequentati e che saranno oggetto di una apposita sezione al piano superiore del Castello.
Accompagna la mostra un catalogo E.A. Seemann Verlag, a cura di Harald Fiebig e Ilse Ruch per conto della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, con testi del curatore e di Doris Hansmann e un ricco corredo iconografico.
Cenni sulla vita e l’opera di Karl Hofer
Karl Hofer, nato a Karlsruhe nel 1878, si iscrive nel 1897 alla Scuola d’arte del Granducato di Baden nella città natia e prosegue poi gli studi all’Accademia di Belle Arti di Stoccarda. La prima parte della sua carriera risulta caratterizzata dai soggiorni a Roma (1903-1908), dove la sua pittura subisce l’influenza dell’Antichità e del Rinascimento, a Parigi, dove si entusiasma per le opere di Eugène Delacroix e Paul Cézanne (1839-1906) così come per quelle di El Greco e da due lunghi viaggi nel sud dell’India.
Al suo ritorno, la famiglia si trasferisce a Berlino. Durante una vacanza nella località balneare francese di Ambleteuse, gli Hofer vengono colti di sorpresa dallo scoppio della Prima guerra mondiale e l’artista, considerato uno straniero nemico, viene internato per tre anni. Rilasciato nel 1917, Hofer si stabilisce in un appartamento con atelier a Zurigo e torna a dedicarsi interamente alla pittura. Matura a questo punto un preciso interesse per l’Espressionismo, anche se in Hofer il colore rimane più legato alla materia. La rappresentazione dell’essere umano, nella sua universalità e sovratemporalità, è tuttora centrale tuttavia l’artista cerca anche nuovi soggetti.
Negli anni venti è all’apice del successo: mostre internazionali, un posto di docente all’Accademia di Belle Arti di Berlino, l’intensa attività nel consiglio direttivo della Secessione di Berlino caratterizzano questi anni. A quel periodo risalgono molte delle sue opere migliori: donne silenziose, assorte, la cui immagine si avvicina al modo di concepire la figura umana della Nuova Oggettività, così come clown e maschere, Arlecchini e Pierrot.
Anche la pittura paesaggistica assume una forte valenza nella sua opera da quando, nel 1918, ha visitato per la prima volta il Ticino, dove dal 1925 trascorre buona parte dei mesi estivi e dove, nel 1931, acquista una casa sul Lago di Lugano. Nel corso del tempo realizza oltre duecento tele di grande formato con paesaggi deserti, privi di figure umane, ma dall’aspetto reale, in cui edifici, strade e ponti alludono a un territorio abitato dall’uomo.
Con la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti ha inizio un periodo infausto: nel 1933 Hofer è licenziato dall’Accademia, nel 1937 trecentoundici sue opere vengono confiscate dai musei tedeschi, dipinti, disegni e stampe sono esposti alla mostra sull’Arte degenerata (Entartete Kunst). All’inizio di marzo 1943 il suo atelier viene completamente distrutto da un bombardamento che causa la perdita di oltre centocinquanta dipinti, millecinquecento disegni, vari quaderni di schizzi e di tutti i suoi appunti. In quegli anni dipinge cupe visioni della sua epoca, ma raffigura soprattutto giovani figure femminili, paesaggi e nature morte di fiori e frutta.
Al termine della guerra l’artista diventa una delle figure di spicco della ricostruzione culturale di Berlino. Sebbene non abbandoni la figurazione, la sua pittura evidenzia un marcato cambiamento di stile: il colore diventa più luminoso e acquista maggiore espressività, la forma si allontana sempre più dalla natura. La figura umana – tuttora al centro della sua opera – è investita da una deformazione progressiva, con teste piccole, arti allungati e mani enormi.
Messo in ombra dalle violente controversie pubbliche sul ruolo delle arti figurative nel contesto dell’«astrazione come linguaggio mondiale», il 3 aprile 1955 l’artista muore dopo essere stato colpito da un ictus.
Di Harald Fiebig e altri, a cura di Ilse Ruch. Catalogo, Museo Castello San Materno Ascona 2024.
21 x 25,5 cm, 176 pagine, 60 illustrazioni a colori, copertina rigida
KARL HOFER. Figure, nature morte, paesaggi Ascona, Museo Castello San Materno/Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten (via Losone 10) 26 maggio – 29 settembre 2024
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