* Possagno: “Conservare per innovare”. Strategie e obiettivi per il Museo Canova

“Conservare per innovare” è lo slogan che Massimo Zanetti, neo Presidente della Fondazione Canova, e con lui la Direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, Moira Mascotto, si sono proposti come linea programmatica.
Ad affiancarli Valerio Favero – nella sua doppia veste di Sindaco di Possagno e Vicepresidente – Elisa Basso, Marco Comellini, Isabella Finato, Gianantonio Tramet e Alessandro Vardanega, membri del nuovo Consiglio di Amministrazione entrato in carica lo scorso febbraio.

“Conservare per innovare” Strategie ed obiettivi per il Museo Canova.

Li annunciano Il neo Presidente Zanetti
e la Direttrice Mascotto

“Conservare – chiarisce il Presidente Zanetti – è, innanzitutto, saper rispettare, salvaguardare e valorizzare la meraviglia delle opere di Canova a noi affidate. L’obiettivo è di accompagnare al futuro quello scrigno di arte e magia che sono la Casa Museo e la Gypsotheca, con l’attenzione e la visione che questo unicum mondiale merita”.

“Innovare – secondo la Direttrice Mascotto – si traduce nell’avvicinare un pubblico sempre più ampio al nostro patrimonio artistico, offrendo contesti che consentano di apprezzare appieno i nostri tesori, comprenderli e farli propri. Questo significa non solo guidare le persone alla riscoperta del Museo e del vicino Tempio, ma anche far vivere loro l’armonia dei paesaggi del nostro territorio, quegli stessi che ispirarono il giovane Canova. In questo modo, infondiamo nuova linfa vitale alla sua arte, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con l’ispirazione che permea queste terre”.

“Abbiamo l’obiettivo di mettere il visitatore al centro del nostro Museo, garantendogli la migliore fruizione delle opere. Desideriamo che l’attenzione che gli dedichiamo, l’atmosfera accogliente e i servizi offerti rendano unici e indimenticabili i momenti passati qui, facendo sentire ognuno avvolto da un profondo senso di benessere. Questo è un luogo che invita sempre a tornare, consapevoli che ogni visita riserverà nuove sorprese e scoperte”.

Che non si tratti solo di buoni propositi lo confermano gli importanti interventi (ed investimenti) già in corso di concretizzazione. Innanzitutto il restauro e la messa in sicurezza da effetti sismici della seconda e terza campata dell’Ala Ottocentesca, un progetto ideato dal Comune di Possagno in collaborazione con il Museo Canova.

“I lavori saranno conclusi entro l’estate, annuncia il Presidente Zanetti, utilizzando tecnologie d’avanguardia. Intanto sarà integralmente innovato l’impianto di illuminazione, ricorrendo ai più aggiornati criteri di illuminotecnica museale”.

In parallelo si sta procedendo alla digitalizzazione della Gypsotheca.

“Questa fase – sottolinea la Direttrice – prevede la combinazione e l’integrazione di metodi e tecnologie innovative della geomatica, per la riproduzione digitale del complesso architettonico e di fruizione partecipata del pubblico. Il progetto, comprese le schede informative realizzate con rilievi laser scanner di alta precisione, con restituzione 3D, sarà consultabile su una piattaforma online con la possibilità di un’interazione partecipativa da parte del pubblico”.

Ottimizzare la conservazione e il godimento del patrimonio sono obiettivi prioritari, ma lo è altrettanto l’arricchimento mirato delle collezioni. A questo proposito la Fondazione ha deciso di scendere in campo, insieme alla Direzione, per portare a Possagno l’Autoritratto di Giorgione, un olio su tela realizzato dallo stesso Canova nel 1792. Un dipinto che, a partire dal titolo, racconta una storia singolare che svela il lato ironico e meno noto della personalità dell’Artista.

L’esito positivo della campagna di raccolta fondi permetterà di rendere l’opera fruibile da tutti: infatti, la tela, attualmente di proprietà privata, con l’acquisto diventerà pubblica e verrà esposta assieme agli altri dipinti che Canova realizzò nel corso della sua carriera, arricchendo la collezione possagnese.

Un Museo vivo com’è quello Canoviano è tale anche per gli eventi temporanei che sa proporre per aumentare e rinnovare la propria attrattività. In queste settimane, e sino al 29 settembre, è in corso l’affascinante mostra “Canova. Quattro Tempi. Fotografie di Luigi Spina”. Per essa, l’artista ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nelle opere canoviane di Possagno, ponendole in dialogo con le opere stesse. Sono immagini che catturano l’attimo creativo dell’artista, quello in cui l’idea si trasmuta in forma e in gesso. Il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

Fondazione e Direzione, infine, stanno lavorando per rafforzare una rete di sinergie con il territorio, partendo dai rapporti già in essere con le vicine realtà culturali. Già vivace la collaborazione denominata Isola dei Musei della quale fanno parte il Museo Giorgione di Castelfranco Veneto, le Ville di Maser e Fanzolo e il Museo Civico di Asolo. Inoltre il Museo Canova ha recentemente sottoscritto l’accordo di programma Terre natie con gli enti proprietari di Casa Giorgione, Casa Tiziano e la Regione Veneto con l’intento di valorizzare i luoghi che hanno dato i natali ai tre grandi artisti.

Infine, non dimentichiamo il contesto di riferimento: un territorio che ha una naturale vocazione per esperienze sportive ed enogastronomiche. Un territorio da scoprire e da vivere.


Un nuovo progetto per conservare, catalogare e riallestire il corredo di vesti canoviane “Il restauro dei vestiti di Antonio Canova. Un nuovo progetto per conservare, catalogare e riallestire il corredo di vesti canoviane” è un’iniziativa volta al miglioramento dello stato conservativo dei quattro abiti dello Scultore che appartengono al patrimonio del Museo di Possagno.
Le attività di restauro, a cura della ditta Passarella Restauri, si sono concretizzate in quattro fasi di lavoro – lo smontaggio degli abiti, aspirazione e pulitura a secco dei tessuti, consolidamento a cucito laddove necessario – alle qualisono seguite la catalogazione dei cimeli e la loro collocazione in nuove teche, su dei manichini che vestono armonicamente gli abiti.
L’iniziativa conferma l’impegno del Museo nelle attività di conservazione e valorizzazione del suo patrimonio: le vesti portano con sé, oltre al grande pregio artigianale, anche un notevole valore storico essendo state indossate da Canova in alcuni dei momenti epocali della sua vita, come l’incontro con Napoleone a Parigi e la cerimonia per la posa della prima pietra del Tempio di Possagno.
La restituzione al pubblico che avverrà sabato 8 giugno sarà l’occasione per scoprire il nuovo allestimento predisposto in due sale finemente decorate del primo piano della Casa natale che fu dell’Artista, una delle quali finora chiusa al pubblico e denominata “la stanza del Viceré”, ovvero la stanza dove Ranieri d’Asburgo trascorse la notte tra il 17 e il 18 aprile del 1830. La nuova predisposizione degli spazi e degli indumenti migliorerà la qualità della conservazione e della fruizione del patrimonio canoviano.
Le attività di restauro e valorizzazione sono rese possibili con il patrocinio e il contributo della Regione Veneto e Unioncamere Veneto. In collaborazione e con il contributo della CCIAA di Treviso – Belluno. Si ringraziano per il sostegno Banca delle Terre Venete, Industria Cementi Giovanni Rossi Spa, Theke Museum, Alessia Vardanega, e l’Associazione Amici dell’Arte Lapidea di Pove del Grappa.


Info e contatti
Museo Gypsotheca Antonio Canova
Via A.Canova 74, Possagno (TV)
www.museocanova.it
 
Ufficio Stampa Museo Gypsotheca Antonio Canova
Laura Casarsa  comunicazione@museocanova.it
 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi  049.663499 simone@studioesseci.net

Roma: SOSTENIBILITA’ VITINIVICOLA – Chiusa la terza conferenza Vino Sapiens

Un successo la terza conferenza sulla sostenibilità vitivinicola organizzata da Vino Sapiens il 5 giugno scorso. Un pubblico numeroso e attento ha partecipato in maniera attiva all’evento, attraverso una vivace interazione con due relatori d’eccezione: Vincenzo Betalli (CIVIT) e Giovanni Pica (ARSIAL LAZIO), moderati da Costantina Vocino (VINO SAPIENS).
Al centro dell’incontro, i vitigni resistenti che stanno riscontrando un grande interesse da parte dei viticoltori del nord Italia: il Bronner e il Souvignier Gris. La serata ha visto anche la degustazione di due micro-vinificazioni prodotte dalla Fondazione E. Mach, a cui sono seguiti gli assaggi di sei vini in commercio ottenuti da queste varietà. I Vini Sapiens protagonisti dell’assaggio consapevole sono stati quindi: Micro-vinificazione Souvignier Gris 2023 – Fondazione E. Mach; Micro-vinificazione Bronner 2022 – Fondazione E. Mach; “Laisè” – Spumante da Bronner – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Edel” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Take it Easy” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Cantina La Vis; “Resi” – Vino bianco fermo da uve Bronner – Kellerei Kurtatsch; “Souvignier Gris” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Cantina Gentili; “Naran” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Az. Agr. Pravis.

Grande coinvolgimento del pubblico nella terza conferenza di Vino Sapiens sulla sostenibilità vitivinicola: Bronner e Souvignier Gris protagonisti.

Prossimo appuntamento venerdì 21 giugno 2024 al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ARTOV), Via del Fosso del Cavaliere 100 a Roma. Relazioni della Prof.ssa Gabriella De Lorenzis, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Università degli Studi di Milano e del Prof. Corrado Di Natale, Dipartimento di Ingegneria Elettronica Università di Roma Tor Vergata. (Accrediti-stampa: info@vinosapiens.it)

Bronner e Souvignier Gris: due uve che convincono nel panorama dei resistenti

I vitigni Bronner e Souvignier Gris si distinguono per la loro naturale resistenza alle malattie fungine, come la peronospora e l’oidio. Questa caratteristica permette di ridurre significativamente l’utilizzo di fitofarmaci, contribuendo a un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. La degustazione ha permesso ai partecipanti di apprezzare le diverse sfaccettature del Bronner e del Souvignier Gris. I vini prodotti da queste varietà si caratterizzano per freschezza, aromaticità e piacevolezza al palato.

Un evento informativo e coinvolgente

La conferenza è stata un’occasione preziosa per approfondire le conoscenze sui vitigni resistenti e sul loro potenziale per il futuro della viticoltura. I relatori, competenti e appassionati, hanno saputo coinvolgere il pubblico e stimolare interessanti riflessioni.  Costantina Vocino, commentando alcuni passaggi della serata: “Bisogna proporre una riflessione seria sul presente e sul futuro del vino, rivedendo anche la comunicazione e il racconto del vigneto Italia. Il grande coinvolgimento di pubblico, operatori e giornalisti di settore in questo ciclo di conferenze sulla sostenibilità vitivinicola, ha dimostrato il crescente interesse per una viticoltura sempre più sensibile alle necessità sociali e ambientali. I vitigni resistenti rappresentano oggi la migliore strategia che la viticoltura possa offrire in termini di sostenibilità e, soprattutto, di qualità“.

Vincenzo Betalli, tecnico di CIVIT, Segretario di Piwi Trentino e supporto alla segreteria di Piwi Italia ha riferito circa lo stato dell’arte dei piwi, le prospettive sul futuro e la relazione con le varietà tradizionali. A seguito anche della recentissima notizia che le quattro varietà di vite resistenti alle principali malattie fungine (peronospora ed oidio), provenienti dal programma di miglioramento genetico della Fondazione Edmund Mach e iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite nel 2020, hanno finalmente ottenuto il certificato di privativa vegetale comunitaria dal CPVO, il Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) si conferma protagonista nella ricerca e sviluppo di nuove varietà di vite resistenti alle malattie fungine. Lo scorso 3 giugno, infatti, è stata ufficializzata la decisione dell’Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali, che si è espresso favorevolmente in merito ai vitigni ‘Termantis’, ‘Nermantis’,’Valnosia’ e ‘Charvir’, nati dall’incrocio naturale tra la Vitis vinifera e le varietà portatrici di geni di resistenza. Nato nel 2012 dalla collaborazione tra il Consorzio dei Vivaisti Viticoli Trentini (AVIT) e la Fondazione Edmund Mach, CIVIT ha ottenuto dei risultati molto concreti: 15.000 barbatelle di nuove varietà sviluppate e una posizione di centrale nel panorama italiano ed Europeo. “L’obiettivo principale di CIVIT – ha insistito Betalli – è quello di ridurre l’impatto ambientale della viticoltura attraverso la selezione di vitigni naturalmente resistenti alle malattie fungine. Questo si traduce in un minor numero di trattamenti con fitofarmaci, a beneficio dell’ecosistema e della salute dei consumatori”.

La sperimentazione continua: l’esempio del Lazio

Anche nel Lazio sono in corso sperimentazioni con i vitigni resistenti. L’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo in Agricoltura del Lazio) ha impiantato 94 vitigni, di cui 10 Piwi, per valutare le loro prestazioni in termini di resa, qualità delle uve e resistenza alle malattie. I primi risultati sono molto incoraggianti e aprono la strada per i piwi nel panorama della viticoltura laziale. Durante la conferenza Giovanni Pica, Responsabile dell’Azienda Sperimentale Dimostrativa Vitivinicola di ARSIAL Lazio, ha riportato alcuni dati: la superficie vitivinicola europea incide del 3,5% sulla Fao complessiva europea, ma il suo peso per utilizzo dei trattamenti per le malattie funginee è addirittura del 65%. “Questo dato – ha sottolineato Pica – mostra come sia davvero urgente e importante impegnarsi per una crescente responsabilità da parte di tutti i player della wine industry”. 

L’iscrizione nei registri regionali dei 10 vitigni resistenti del Lazio è frutto di una sperimentazione pluriennale condotta da Arsial e Crea VE, che a partire dal 2016, sui terreni dell’azienda Sperimentale Dimostrativa Arsial di Velletri, hanno messo a dimora le 10 varietà resistenti, con l’obiettivo di valutarne la risposta viticola ed enologica rispetto alle condizioni pedoclimatiche locali. L’attività sperimentale svolta in questi anni è stata realizzata attraverso rilievi agronomici in campo (fasi fenologiche e dati produttivi), microvinificazioni per singolo vitigno e prove di valutazione della resistenza alle patologie (oidio e peronospora), prettamente mirate alla verifica della risposta enologica e all’iscrizione nei registri. Al momento, visto l’interesse della filiera vitivinicola regionale per il tema, la sperimentazione di Arsial sui vitigni resistenti sta proseguendo su altre 10 varietà, messe a dimora nella primavera del 2022nel vigneto della biodiversità dell’azienda di Velletri: Pinot Iskra b., Pinot Kors n., Volturnis n., Kersus b., Souvignier Gris b., Johanniter b., Bronner b., Prior n., Poloskei Muskotaly b., Vitigno sigla 72.096. Inoltre, sempre nel quadro delle attività orientate all’attuazione della nuova politica agricola UE (New Green Deal Europeo), Arsial e Crea VE hanno avviato, tra i primi in Italia, un percorso di miglioramento genetico finalizzato ad ottenere vitigni resistenti a partire da vitigni autoctoni. Nello specifico, ceppi di Malvasia del Lazio e Cesanese di Affile, due tra gli autoctoni di maggior pregio di questa regione.

Per saperne di più:

•           Vino Sapiens
•           CIVIT
•           ARSIAL LAZIO


Comunicazione
VINO SAPIENS
Diana Daneluz
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

RUDY ROTTA: a Verona la proiezione esclusiva del documento inedito “Live in Oxford, England, 1999” 

Un importante ricordo per il celebre bluesman italiano Rudy Rotta a 7 anni dalla sua scomparsa.

Mercoledì 26 Giugno alle ore 21:00 presso la sala conferenze della Vecomp Academy di via Dominutti, 2 – Verona (zona Basso Acquar), si terrà la video-proiezione esclusiva ed inedita del primo concerto di Rudy Rotta in Inghilterra dal titolo ‘Live in Oxford, England, 1999’. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Rudy Rotta ets, perseguendo i fini associativi, ha lo scopo di rinnovare e celebrare il ricordo del bluesman veronese, prematuramente scomparso nel mese di luglio 2017. L’associazione culturale, grazie ai continui contatti con organizzatori di concerti e festival e con il un numeroso pubblico e fans che Rudy Rotta che ha incontrato durante i suoi concerti dal vivo in Europa, Asia e Stati Uniti, organizzando eventi musicali, mantiene vivo il ricordo della sua copiosa produzione musicale e continua a raccogliere documentazione fotografica e video, talvolta inedita e di manifesta qualità. Così, la sorprendente scoperta del documento video ‘Rudy Rotta – Live in Oxford, England, 1999’ prodotto da Blues Archive, filmato e curato da registi della BBC che riprendono il ‘nostro’ in una performance che lo vede in un particolare stato di grazia interpretando classici del suo repertorio come ‘Vuoto Invisibile’, ‘Hold On’, ‘Boogie In Do’, ‘You Don’t Have To Go’, ‘Crossroads‘, ‘Vu Cumprà’‘The Last Time’ e ‘Talk Shows’, accompagnato dalla solidissima band del tempo formata da Pippo Guarnera (electric piano, Hammond B3), Luca Nardi (basso) e  Carmine Bloisi (batteria). Si tratta di un esclusivo documento live del 1999 della durata intera di 45 minuti che riprende quasi fedelmente la scaletta dell’iconico album ‘Live in Kansas City’, uscito l’anno precedente e che in occasione di quel concerto, era impegnato a presentare per la prima volta al pubblico inglese in quella che è stata a tutti gli effetti la sua prima apparizione live in suolo britannico. Blues Archive è stato creato dai registi professionisti Paul ReedRobert Webber e Des Dubber (registi per la BBC), da Jamie McWitt (ingegnere del suono) e Amanda Palmer (sociologa presso l’Università di Oxford) che hanno unito le loro competenze alla conoscenza e all’amore per il blues nel registrare la dinamica scena blues degli anni ’90 in Inghilterra. Il progetto è iniziato nel 1994 per documentare le storie di vita e i concerti dei musicisti blues in veri e propri documentari originali sulla musica, presto disponibili sulle piattaforme digitali e in streaming per Amazon Prime Video.  Il documento viene così descritto dai produttori «Il chitarrista, cantante e compositore italiano Rudy Rotta era un artista che amava veramente il blues. Nato in Italia e cresciuto nei primi anni in Svizzera, ha viaggiato il mondo con i suoi tour infiammati e stimolanti, deliziando il pubblico con il suo impressionante modo di suonare la chitarra e il suo inconfondibile blues condito di funk e soul. Registrato in concerto da BluesArchive nel 1999 durante la sua prima visita in Inghilterra, ad Oxford.»

La proiezione avrà inizio Mercoledì 26 Giugno alle ore 21:00 presso la sala conferenze dell’azienda Vecomp, azienda specializzata in soluzioni informatiche, software gestionali e sistemi integrati di telecomunicazione che ospiterà l’evento in via Dominutti, 2 – Verona (zona Basso Acquar). L’ingresso è ad offerta libera e nell’occasione sarà possibile effettuare il tesseramento all’associazione culturale Rudy Rotta ets ed acquistare cd, vinili e gadgets. Tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza a Uildm Verona e Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
Info e prenotazioni su Eventbrite.



Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com