MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A

In occasione del 44°anniversario della strage di Ustica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna ospita dal 21 giugno al 29 settembre 2024, nello spazio della Sala delle Ciminiere, la mostra Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A, a cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni.

La personale dell’artista polacco, realizzata con il contributo dell’Istituto Polacco di Roma, del Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica Polacca e dell’Adam Mickiewicz Institute e con il supporto di Foksal Gallery Foundation, fa eco al tragico evento del 27 giugno 1980 affidando al linguaggio del contemporaneo una riflessione sulla memoria collettiva in un particolare momento di ripiegamento della storia su se stessa. Nel titolo dell’esposizione, P E R S O [A] N O M A L I A, si rintracciano i temi dello smarrimento e della perdita accentuati nella loro gravità dall’anomalia dell’epoca che stiamo vivendo. 

Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
 
Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A

A cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Sala delle Ciminiere

21 giugno – 29 settembre 2024

Sul filo di questa evocazione, Kuśmirowski esplora la complessità del ricordo e dell’oblio attraverso grandi installazioni, ideate per la Sala delle Ciminiere del MAMbo, in cui si combinano elementi visivi, sonori e sensoriali. La serie di ambienti, di diversa natura e per la maggior parte inediti, dialogano tra loro creando un ponte tra passato e presente che genera nello spazio museale un’atmosfera sospesa ed enigmatica. 

Le installazioni sono state costruite manualmente dall’artista utilizzando elementi e arredi in parte provenienti dal suo archivio e in parte scelti presso Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, partner tecnico della mostra.

Un lungo lavoro di ricerca ha preceduto la selezione degli oggetti, trasformati in simboli carichi di significato. Assemblati in situ in ambientazioni rammemoranti ed elusive, ricordano reticolati archivistici segreti nell’opera inedita Portier, un ufficio dell’aviazione civile tedesca degli anni Trenta in Luft Hansa, un antico cinematografo in DUSTribute o una scatola delle meraviglie nell’installazione Cosmorama, qui ripresentata dopo la sua prima esposizione italiana del 2010.

Visitando la mostra il pubblico penetra in un limbo senza tempo dove la fusione tra memoria collettiva e intima immaginazione porta a una sospensione spazio-temporale che si fa portavoce delle complesse dinamiche tra vita, storia, potere e verità.  

L’arte di Robert Kuśmirowski si distingue per la sua singolarità nell’esplorare il potenziale non completamente liberato o espresso degli oggetti che abitano le nostre vite, restituendo loro la possibilità di rilasciare quell’eccedenza di senso che l’assuefazione, l’incuria e la denutrizione intellettuale delle persone non ha del tutto sottratto loro. Si tratta di oggetti che hanno perduto la loro posizione nella storia, che sono scivolati in non-luoghi sfumati tra la dimenticanza e l’oblio, spesso relegati in soffitte, depositi, mangiati dalla polvere e dal tempo.

Sono cose che sembrano contare ormai poco o nulla nella scala valoriale di una società che predilige la novità e la compiacenza tecnica, se non fosse per il loro coefficiente di ricordo o perché emanano un effluvio di passato. Possono essere effetti della memoria collettiva e frammenti di storie personali come arredi domestici, libri, articoli professionali e strumenti di vario genere, componenti industriali prodotti in serie o pezzi unici, costruiti artigianalmente quando ancora il pensiero tecnico-scientifico non riduceva la comprensione della cosa. Scomparsi dalla nostra visuale, sono diventati oggetti ovvi, logorati dall’abitudine e dallo sguardo oggettivizzante. Dietro a questa apparente banalità si cela il reale con il suo vuoto di relazioni e il disegno storico delle forze produttive e sociali che hanno contribuito alla loro reificazione in prodotti con una data di scadenza. Ma è proprio questa loro ovvietà a diventare il soggetto di un processo culturale di riabilitazione, poiché il senso degli eventi importanti della vita rimane sempre attaccato alle cose. 

Robert Kuśmirowski lo sa bene, la sua storia umana e artistica è stata animata dal rapporto con gli oggetti: ha imparato a conoscerli da vicino, a studiarli, a costruirli e ricostruirli meticolosamente trasformando la sua energia fisica in grande sapienza manuale. Un’esperienza che si è tramutata artisticamente nella fabbricazione di ambienti e spazi che appaiono come repliche perfette di luoghi e oggetti del passato. Una fedeltà visiva tesa a ricontestualizzare la loro posizione nella memoria collettiva, liberandoli dal riduttivismo, e a riattivare la nostra coscienza della storia. Nella ricostruzione minuziosa di immagini e di luoghi esistiti in un lungo periodo storico particolarmente sentito nella Polonia (e nell’Europa) pre e postcomunista, lo spettatore può osservare se stesso riflesso in un racconto della storia in cui la presenza di qualche indizio fittizio tradisce volutamente la simulazione. Un’azione continua di costruzione, distruzione e ricostruzione che permette all’artista di creare delle soglie temporali.

Sfumando i confini tra verità e messa in scena, l’artista polacco ri-costruisce il presente attraverso l’impronta del passato impressa dagli eventi. Un’operazione di disvelamento dell’autenticità delle cose mediante la loro esperienza nello spazio e nel tempo dell’arte, la quale consente agli oggetti la libertà dell’immaginazione e la possibilità di esprimere l’eco di qualcosa che non è stato pienamente vissuto o che si è lasciato altrove.

La realizzazione delle opere di Robert Kuśmirowski è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna. Le biblioteche Salaborsa, Jorge Luis Borges, Casa di Khaoula, Corticella – Luigi Fabbri, Orlando Pezzoli, Scandellara – Mirella Bartolotti e Luigi Spina hanno infatti messo a disposizione oltre duemila libri destinati allo scarto (definitivamente deteriorati e non recuperabili, obsoleti, superati, di cui almeno una copia sia comunque presente e disponibile in deposito). 

Robert Kuśmirowski è nato nel 1973 a Łódź, in Polonia; vive e lavora a Lublino. 

Dal 1998 al 2003 studia presso l’Istituto di Belle Arti dell’Università Marie Curie-Skłodowska di Lublino dove si diploma nello studio di scultura di Sławomir Andrzej Mieleszka. Dopo aver vinto una borsa di studio, tra il 2002 e il 2003 studia presso l’Università Rennes II, Haute Bretagne, in Francia. Dal 2007 inizia a insegnare presso il Dipartimento di Arte dell’Università Marie Curie-Skłodowska di Lublino; tra il 2013 e il 2014 insegna presso l’Accademia Internazionale Estiva di Belle Arti di Salisburgo.

Kuśmirowski ha tenuto la sua prima mostra personale mentre era ancora studente, alla Galeria Biała di Lublino nel 2002, dove ha costruito una replica della vecchia stazione ferroviaria, che è poi stata presentata in varie versioni in occasione di diverse mostre. 

Ha partecipato a mostre personali e collettive in numerosi musei e istituzioni pubbliche e private tra cui: Kunstraum, Dornbirn (2022); ŻAK | BRANICKA, Berlino (2017); Kunzhaus, Troy Hill Art Houses, Pittsburgh (2016); Manifesta 9, Genk (2012); Biennale de Lyon, Lione (2011); Galleria Civica di Trento, Trento (2010); Fondazione Morra Greco, Napoli (2010); Nottingham Contemporary, Nottingham (2010); Palais de Tokyo, Parigi (2009); Hamburger Bahnof, Berlino (2009); Barbican Centre, Londra (2009); New Museum, New York (2008); 4° Berlin Biennale, Berlino (2006); Hamburger Kunstverein, Amburgo (2006); Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo (2006); Van Abbemuseum, Eindhoven (2005); Zachęta National Gallery of Art, Varsavia (2005); Centre of Contemporary Art, Varsavia (2004). 

Le sue opere sono state incluse in collezioni private e museali come Fondazione Collezione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Zachęta National Gallery of Art, Varsavia; Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo.


Realizzata nel 2017 per la Galleria Żak / Branicka di Berlino con il titolo Lindenstr 35, l’artista riallestisce qui l’opera con un nuovo titolo in relazione al 44° anniversario della strage di Ustica e delle tensioni bellicose che l’hanno riguardata. 

Nel 1932 il luogo era l’ubicazione esatta dell’ufficio voli della compagnia aerea Luft Hansa (allora scritta separatamente e unita nel 1933 dal Nazismo), mentre nel 2017 Lindenstr. 35 era la sede della galleria dove l’opera fu concepita e presentata.

Robert Kuśmirowski dice dell’opera: «Se l’idea originaria era quella di ricostruire l’atmosfera e tutte le attrezzature (con biglietti fatti a mano, francobolli, pubblicità, loghi, stampe di giornali e manifesti realizzati per quegli anni), presentarlo tra le mura del MAMbo ci trasporta mentalmente nell’aria tempestosa, nonostante l’arredamento ben organizzato e l’attrezzatura affascinante».Una ricostruzione meticolosa che riporta lo spettatore nel passato e che parla della memoria attiva e variabile dei luoghi, ieri simbolo della forza e del potere di un totalitarismo, oggi restituito a noi grazie all’azione e alla poesia dell’arte.


Mostra
Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A

A cura di

Lorenzo Balbi e Marinella Paderni

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sede
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Giovanni Don Minzoni 14, Bologna

Periodo di apertura
21 giugno – 29 settembre 2024

Inaugurazione
Giovedì 20 giugno 2024 h 18.00

Orari di apertura
Martedì e mercoledì h 14.00 – 19.00
Giovedì h 14.00 – 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | possessori Card Cultura € 4

Informazioni 
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna 
Tel. +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org
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Instagram: @mambobologna
X: @MAMboBologna
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Settore Musei Civici Bologna

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Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna

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Elisabetta Severino – Tel. +39 051 6496658 e-mail elisabetta.severino@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel +39 051 2193469 e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

* A Spilimbergo il Tour de France di Robert Capa e altri fotografi della Magnum

Tour de France di Robert Capa e altri fotografi della Magnum, questo il titolo della grande mostra, organizzata dal Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia con Suazes e Magnum Photos, nella sede di Palazzo Tadea a Spilimbergo dal 6 luglio al 29 settembre 2024 in collaborazione con la Regione FVG, Comune di Spilimbergo, con il sostegno della Fondazione Friuli e il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine.

L’esposizione composta da oltre 80 immagini dei maestri della celebre agenzia fotografica Magnum, esplorano la dimensione umana di questa pratica sportiva che fa del ciclismo uno degli sport più popolari e amati. Raccontando le epopee dei campioni e delle grandi manifestazioni internazionali, Tour de France in primis, ma anche la quotidiana, straordinaria umanità di campioni e del grande pubblico che ai bordi delle strade e al traguardo li sostiene, immedesimandosi con loro e con il loro impegno.

Scegliere la sensibilità degli autori di questa agenzia permette di andare oltre alle gesta sportive, e porre l’attenzione sulle alchimie del ciclismo, l’unico sport, come ripeteva Gianni Mura, dove “chi fugge non è un vigliacco”.


Per informazioni: www.craf-fvg.it
 
Ufficio stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
tel. 049663499
rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net

“Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine” (Einaudi) di Mario Avagliano e Marco Palmieri

Si tratta di Santo Morgano, bracciante agricolo di 23 anni, nato a Militello Rosmarino da Antonio, anche lui agricoltore; e Giovanni Rampulla, tenente colonnello, nato a Patti il 16 giugno 1894 (trascorre la giovinezza nella vicina Oliveri). Morirono per l’Italia libera.

Dei due, e delle altre 333 vittime della strage nazi-fascista, parla il corposo libro “Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine” (Einaudi) di Mario Avagliano e Marco Palmieri che, dopo aver girato l’Italia e aver raggiunto in poche settimane la seconda edizione, ora sbarca in Sicilia, dove il tour della memoria del coautore Mario Avagliano tocca fra l’altro Milazzo e Messina, su iniziativa dell’Anpi messinese. Il 21 giugno, la presentazione del libro avverrà alle ore 18.30, alla Villa Vaccarino, con Antonio Nunzio Isgrò e Fabio Milazzo. Mentre a Messina l’incontro è fissato per il 22 giugno, alle ore 18.30, al Feltrinelli Point di via Ghibellina. Discuteranno con l’autore Antonio Baglio, docente di Storia contemporanea all’Università, e Giuseppe Restifo, ricercatore indipendente.

Santo Morgano e Giovanni Rampulla sono due dei 16 siciliani che il 24 marzo 1944 vengono trucidati alle Fosse Ardeatine, la più grave strage compiuta dai tedeschi e dai fascisti in un’area metropolitana e, oggi, eccidio simbolo della Resistenza.

Nella cava di pozzolana alle porte di Roma, all’inizio della drammatica primavera del 1944 vengono uccisi 335 uomini, freddati con un colpo di pistola a bruciapelo alla testa. Le vittime delle Fosse Ardeatine – in proporzione di dieci a uno, più 5 per errore, come rappresaglia per l’attacco partigiano del giorno precedente in via Rasella costato la vita a 33 soldati delle forze d’occupazione – sono per oltre due terzi prigionieri politici, appartenenti a tutte le forze antifasciste. Gli altri martiri, non politici, aggiunti per ottenere il numero stabilito, sono ebrei destinati alla deportazione, alcune persone rastrellate in via Rasella subito dopo l’attacco partigiano ma del tutto estranee ai fatti e alcuni detenuti comuni per motivi di pubblica sicurezza.

Fino ad oggi, però, eccetto alcuni nomi noti, delle vittime delle Fosse Ardeatine si conosceva assai poco. Le loro storie individuali col passare del tempo sono state dimenticate, perdute o in qualche caso mai ben conosciute a fondo (tre di loro sono ancora ignoti) e ora, grazie a questo libro, vengono finalmente ricostruite una per una, testimoniando l’apporto del Meridione e in particolare della Sicilia alla lotta resistenziale.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provinciale di Messina
comunicato stampa 20 giugno 2024

Gianluca Vacchi al Base Club Experience – In Baia di Sistiana (Duino Aurisina. Trieste) 

Imprenditore, star dei social media, dj e produttore, Gianluca Vacchi è l’atteso ospite del Base Club Experience in Baia di Sistiana (Duino Aurisina, Trieste) sabato 22 giugno.
Un “intrattenitore globale”- come si descrive – Gianluca Vacchi ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia a 25 anni e, dopo 20 anni nel mondo degli affari, ha deciso di cambiare, essendo più interessato a tutto ciò che muoveva la sua curiosità.

Gianluca Vacchi al Base Club Experience
In Baia di Sistiana (Duino Aurisina, Trieste)
sabato 22 giugno

il noto imprenditore, star dei social media, dj e produttore

Il suo atteggiamento positivo e il suo carisma naturale lo hanno reso una forza enorme sui social media, con milioni di follower. Collaborando con Spinnin’ Records, la più grande etichetta di musica dance del mondo, ha rilasciato “Trump-It” e “Viento”, mostrando grande capacità nello scegliere i collaboratori giusti e nel creare brani memorabili. Il suo talento emerge già nei primi due singoli, l’incarnazione musicale della sua personalità.
La sua residenza estiva al prestigioso Amnesia di Ibiza nel 2018 lo ha reso parte dell’illustre storia dell’isola: con spettacoli dal vivo, gli eventi erano ricchi di produzioni spettacolari, ballerini, momenti pirotecnici e altro ancora. La sua carriera da dj si è poi sviluppata rapidamente, con eventi ovunque, dall’Amsterdam Dance Event a Dubai, e tour in Sud America e in Europa.
Al Base Club Experience proporrà una performance energica e il suo carisma unico (dj set dalle 23.00 alle 04.00, per prenotazione: Fabio 335 128 7724).


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it