MARTYRES – La mostra personale di David Booker a Tuscania (Viterbo)

Dal 13 luglio all’8 settembre 2024, il cinquecentesco Palazzo Fani di Tuscania ospiterà la mostra personale dello scultore David Booker, intitolata “MARTYRES”.

Accanto alle scatole di cartone e agli oggetti recuperati, protagonisti dei nuovi grandi disegni e sculture in legno e in bronzo, sono i martiri cristiani del III secolo, testimoni di idee che hanno avviato una trasformazione culturale epocale.

Proprio a Secondiano, Veriano e Marcelliano, i Tre Santi Martiri protettori di Tuscania, sono dedicate alcune grandi opere realizzate per l’occasione.

I disegni a matita trasmettono un senso di intimità e di profonda connessione con i soggetti rappresentati. Le figure in bronzo e in legno esprimono una monumentalità ed un’eleganza arcaica che ne cattura la fragilità umana e al tempo stesso la forza di volontà.

La mostra è organizzata dalla A.C.T.A.S, Associazione Culturale Turismo Arte e Spettacolo con il patrocinio del Comune di Tuscania e il supporto della Banca di Credito Cooperativo di Roma, ed è sponsorizzata dallo Scatolificio Cartex di Civita Castellana. 

L’inaugurazione è sabato 13 luglio alle 18.00. Palazzo Fani resterà aperto ai visitatori fino all’ 8 settembre 2024, dal venerdì alla domenica, dalle 18.00 alle 20.00.

Per maggiori informazioni, e aggiornamenti sul calendario delle aperture straordinarie e sugli eventi collaterali in programma, è consigliato visitare il sito web www.davidbookersculptor.eu  o https://www.actas-tuscania.it/ oppure contattare la segreteria organizzativa all’indirizzo email actastuscania@libero.it .


Valeria Giovagnoli
exhibition manager
valeria.giovagnoli@gmail.com

Alla Galleria Planetario di Trieste un “Omaggio a Bruno Chersicla”

A 11 anni dalla prematura scomparsa dell’artista, la Galleria Planetario di Trieste dedica un “Omaggio a Bruno Chersicla” con una rassegna di sculture. pitture e disegni, nel segno della lunga collaborazione, avviata nel 2000 e proseguita fino alla scomparsa nel 2013, con l’esposizione delle personali nel 2002 e nel 2008 e la comune partecipazione a tante esposizioni (Toronto nel 2004, cui seguirono in ArteFiera Bologna, MiArt Milano, ArtVeronaPalmanova, Pordenone e la prestigiosa antologica a Palazzo TE di Mantova).
La mostra inaugura martedì 25 giugnoalle ore 18.30, alla Planetario, in via Fabio Filzi, 4 (primo piano), visitabile fino al 15 settembre, tutti i giorni feriali dal martedì al sabato, con orario 11.00/13.00 – 17.00/19.00).

Un “Omaggio a Bruno Chersicla”
alla Galleria Planetario di Trieste

martedì 25 giugno alle ore 18.30 inaugura la mostra
Esposizione fino al 15 settembre 2024

“Artista poliedrico e appassionato” – afferma il curatore Livio Radin, ricordando le Indimenticabili serate trascorse insieme, tra conversazioni sull’arte e serate musicali con il suo contrabbasso da appassionato interprete di Jazz – “Bruno Chersicla è passato dalla pittura alla scenografia, all’insegnamento del graphic design. La combinazione di passione artistica, generosità e il forte legame con la sua città natale, Trieste, è stata fonte d’ispirazione e il suo desiderio di condividere l’arte con la comunità, di lasciare un segno di amore indelebile, si è concretizzato nel generoso regalo che fece alla città: il grande graffito in piazza Unità d’Italia, realizzato con l’aiuto di 4.700 triestini, entrato poi nel Guinness dei Primati”.


Bruno Chersicla rimane un punto di riferimento nell’arte triestina, ma non solo. Nel 1995 in occasione di una mostra personale a Todi, l’astrattista Piero Dorazio scriveva di Chersicla “… sono rimasto affascinato, non solo dalla sua presenza ma soprattutto dall’intelligenza della sua fattura, dalla creatività delle soluzioni plastiche e formali, dalla vitalità dei suoi contorni.  Sono sicuro che de Chirico, Depero, Dubuffet, Delaunay, Duchamp, (e per lasciare la serie D) Arp, Balla, Boccioni, Picabia, Klee, Malevic, Picasso, Leger, lo riterrebbero meritevole di un invito nel loro Olimpo…”.

Lo storico dell’arte e critico Enrico Crispolti ha definito le opere di Bruno Chersicla delle “scultopitture”, sottolineando come “le sue sculture in legno a multistrati, scomponibili in tante parti, tenute insieme da perni, cerchino di catturare la forma esteriore, l’essenza, l’intima verità, di figure, volti, miti e oggetti del nostro tempo, forme basilari della geometria. Sono, quelle sculture, un intreccio, quasi stordente e vertiginoso, di geometrie semplificate, di flussi di linee, una sinfonia di forme di arcana memoria, sinuose e inquiete, di colori che accentuano e esaltano certe superfici, ne mettono in sordina altre, colori tenui che hanno una funzione importantissima nel definire i volumi, il senso illusorio della profondità, e nel alludere ai blocchi, alle articolazioni in cui la scultura può essere scomposta”.

Alcune delle opere in mostra alla Galleria Planetario
Giorgio Strehler 2000  legno okoumè dipinto cm 185x87x9
Hemingway 2000  Legno okoumè dipinto cm 145x80x9
Il contrabasso 1999  Legno okoumè dipinto cm 190x90x9
Il bacio 1994  Legno okoumè dipinto cm 190x60x9
Mac 1997  Legno okoumè dipinto cm 1750x67x9
Mandrake 2002  Legno okoumè dipinto cm 191x25x9
Caterina 2001 Legno okoumè dipinto cm 185x87x9
Freud 1978 Legno okoumè dipinto cm 38x35x9
Raccordosei 2008  Acrilico su legno okoumè multistrati, cm 153×126
“Onda grigia con segni blu” 1963  Tecnica mista su tela cm 24X18
CDM-F-05 2007 Tecnica mista su carta cm 50×35
RDM-CO.KGRD 2008 Acrilico su legno dipinto cm 153×101
Broke 2007 Legno okoumè dipinto cm 53x30x9

Infine, altre 30 opere, tra cui alcune particolarità:
10 disegni in grafite, realizzati da Bruno Chersicla per illustrare il libro di poesie dialettali di Claudio Sibelia, “Arie Triestine in Versi”.

Dalla fine degli anni 80 al 2007, l’artista inviava a molti artisti, letterati ed estimatori un disegno a matita, una figura di spalle che reggeva una cornice. Chi riceveva, restituiva con l’interno della cornice, un dipinto o un pensiero grafico. Nel 2005 la Galleria Galliata di Alassio raccolse parte di queste mini-opere in un libro, “Il collezionista”, dialoghi disegnati con 70 artisti contemporanei.

Da appassionato viaggiatore, Bruno Chersicla visitò le più importanti città del mondo, da dove spediva le cartoline da viaggio ai suoi amici che aveva preparato in xilografie prima di partire.

Bruno Chersicla, triestino di nascita, 1937, mitteleuropeo di cultura, è stato pittore, disegnatore e scultore.
Si iscrive all’Istituto d’arte “Nordio”, dove frequenta i corsi di arredamento e decorazione navale. Si diploma al Conservatorio “Tartini” appassionato di musica jazz e letteratura. Appartiene a quel filone ideale che rappresenta lo specifico della triestinità. Negli anni 60 ha fatto parte del gruppo d’avanguardia triestino “Raccordosei”, con gli artisti Caraian, Cogno, Palcic, Perizi e Reina. Nel 1966 si trasferisce a Milano, dove ha lavorato al Piccolo Teatro. Qualche anno dopo ha aperto un atelier a Zoccorino in Brianza, una suggestiva casa-laboratorio negli spazi di una antica filanda, dove si è dedicato principalmente alla scultura lignea.

Bruno Chersicla è stato un nomade come artista, perché istintivamente era un curioso, le instancabili frequentazioni di mostre e artisti, dalle personali predilezioni per la Bauhaus, Futurismo, Surrealismo, Informale segnico e materico.
Dagli anni 70 tralascia progressivamente la pittura, la scenografia, l’insegnamento del graphic design per dedicarsi quasi esclusivamente alla scultura lignea. Esordisce nel 1962 con una mostra a Udine. Nel 1975 riceve il Premio d’Honneur alla Biennale di Murska Subota per la Piccola Scultura, 1978.

Inizia il ciclo dello “Spitzenkongress” un omaggio di Chersicla a tutte le personalità che hanno contribuito a forgiare la sua identità culturale: Joyce, Freud, Svevo, Saba, Majakovskij, Kafka, Klee, Kandinskij. Nel 1982 è l’anno di “E’ tornato Joyce”, opere per le celebrazioni triestine dell’anno Joyciano, mostra che dopo Trieste sarà esposta a Palazzo Sormani di Milano. Nel 1986 la mostra “Trouver Trieste” a Parigi, sempre negli anni 80 ha un breve ritorno alla pittura con il ciclo intitolato “Tropos” pur rimanendo sempre attento alla scultura lignea. Seguono nel 1994 la mostra antologica a Reggio Emilia, nel 1995 la personale a Todi alla Galleria Moenia, nel 1996 alla Galleria Fidesarte a Miami e alla Galleria Blu a Chicago, la grande mostra personale al Museo Revoltella a Trieste, alla Galleria la Scaletta di Reggio Emilia. 

Nel 2001 ottiene il Guinness dei primati per il dipinto più grande del mondo realizzato nella Piazza dell’Unità d’Italia.  Nel 2007, ha viaggiato con la Transiberiana, documentando il viaggio con appunti e disegni, raccolti in una preziosa pubblicazione. Nel 2008 riceve il premio delle Arti e della Cultura di Milano.  Nel 2009 la personale a Palazzo Frisacco di Tolmezzo, curata da Enzo Santese, cui segue sempre nel 2009 la mostra “Una Trieste Immaginaria” con 20 opere alla Lega Navale. Nello stesso anno riceve il premio San Giusto d’Oro. Seguirà nel 2010 la mostra alla Galerie Bares Paris. 


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

TRISCHENE: il più grande mosaico della Calabria realizzato dall’artista Massimo Sirelli

Inaugurato il più grande mosaico della Calabria, realizzato dall’artista Massimo Sirelli: “Trischene”, opera che misura circa 200mq composta interamente da oltre 6000 mattonelle di recupero

Un mosaico che spalanca una finestra di luce e colore su un grande muro grigio di contenimento che porta con sè una storia significativa legata alla tragedia degli anni ’60 in cui persero la vita due operai. 

Ed è proprio a loro che Massimo Sirelli dedica i cuori lilla presenti all’interno dell’opera. A circondarli si trova un paesaggio gioioso che sembra visto dagli occhi di un bambino, composto al centro dalle tre colline della leggendaria colonia magnogreca di Trischene, fondata sulle alture Uria, Simeri Crichi e Soveria Simeri

Il paesaggio è seguito alle spalle dalle coloratissime e a volte innevate montagne della Sila, con il cielo arricchito dal volo dei palloni di Santa Lucia, come da tradizione a Soveria Simeri, attraverso i festoni e le nuvole bianche. Per poi finire al centro dei due cuori lilla con un grande cuore magenta, simbolo della comunità di Soveria Simeri.

Quest’opera che sembra ci permetta di vedere oltre il muro è stata finanziata dal Bando Regionale Attività Culturali 2022- PSC 6.02.02 ed è stata realizzata con il supporto della ditta Ecoedil srls di Giovanni Lippelli, con la progettazione curata da Progean srl.

TRISCHENE
Il più grande mosaico della Calabria realizzato da Massimo Sirelli

Si trova a Soveria Simeri (CZ)
misura circa 200mq 
ed è composto da 6000 mattonelle di recupero

Massimo Sirelli è un’artista italiano. Art e creative director: curioso, eclettico e poliedrico. Il suo approccio alle arti visive avviene in adolescenza tramite la graffiti art. Attraverso la prospettiva della strada impara a filtrare i linguaggi metropolitani: le scritte, la pubblicità, gli arredi urbani, i mezzi pubblici e i rifiuti, tutto diviene per lui ambiente di ricerca ed sperimentazione. Diplomatosi nel 2003 allo IED di Torino nel dipartimento di Digital e Virtual Design, per alcuni anni collabora come freelance con diverse agenzie di comunicazione, lavorando su noti marchi nazionali ed internazionali (Alpitour, Rai, Coca Cola, Ferrero, Seven, Fiat, Iveco etc.). Nel 2006 apre lo studio creativo Dimomedia e i suoi lavori iniziano ad essere pubblicati su alcuni dei più importanti libri di grafica e web design al mondo (Taschen, Gestalten, PepinPress). È docente di Tecniche di presentazione e Portfolio presso lo IED di Torino e di Como.Nel 2013 Sirelli lancia il progetto AdottaunRobot.com, la prima Casa Adozioni di Robot da compagnia al mondo. Robottini Orfani del progresso industriale e del consumismo sfrenato, trovano il loro cuore e la loro anima attraverso l’opera e la ricerca dell’artista, che li assembla e cerca di dar loro una nuova “Famiglia”.Le sue opere hanno ispirato noti marchi della moda e del prodotto: Cirio, Amarelli, Jadise, con cui ha realizzato capsule in limited edition. È ambassador di Airc e collabora con la Onlus Insuperabili, e founder del progetto “La mia Calabria è bellissima”.


Massimo Sirelli
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Ufficio Stampa:
Daccapo Comunicazione

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(Ester Apa) (Marcello Farno)

Padova: “I segni dell’Anima” – La musica e le suggestioni dell’acqua

Dopo il successo dello scorso anno, lunedì 17 giugno, alle ore 11 presso la Sala del Romanino del Museo Eremitani, verrà inaugurata ufficialmente la II edizione della mostra I Segni dell’anima, mostra allestita nell’atrio di Palazzo Zuckermann, dedicata quest’anno alla musica e alle suggestioni dell’acqua.

I Segni dell’anima, II edizione
La musica e le suggestioni dell’acqua

Padova, atrio di Palazzo Zuckermann,
17-23 giugno 2024
Corso Garibaldi 33

L’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune – Musei Civici di Padova, con il patrocinio del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria del Triveneto, del Club per l’Unesco, con il sostegno del Rotary Club Verona e Inner Wheel Club Padova (2 C.A.R.F.), raccoglie le opere dei detenuti coinvolti nel progetto I Suoni della Bellezza, laboratorio ideato dal M° Nicola Guerini che valorizza il percorso percettivo attraverso l’ascolto della musica: un ascolto che genera segni e narrazioni creative fissate sui fogli con l’uso dei colori. Sono segni che parlano di dolore, di fallimento ma anche di commozione e sorrisi che si accendono come luci sul foglio diventando impronte di una rinascita.

Nicola Guerini, direttore d’orchestra e attivo divulgatore, da anni promuove l’ascolto della musica come esperienza immersiva negli istituti penitenziari, stimolando non solo la dimensione emozionale e istintiva del detenuto, ma anche coinvolgendolo in un approccio introspettivo basato sulla comprensione e l’interiorizzazione del percorso rieducativo vissuto in carcere.

Il progetto, sotto l’egida del Rotary Club Verona, è divenuto protocollo con il Provveditorato di Padova (2021) per 16 istituti penitenziari del Triveneto.

LA MOSTRA – I Segni dell’anima. La musica e le suggestioni dell’acqua, aperta al pubblico fino alla mattina di domenica 23 giugno è stata realizzata con la curatela di Silvia PrelzMaurizio Longhin e dello stesso Guerini, in collaborazione con Maurizio Bruno. La mostra prevede l’esposizione di oltre 40 elaborati realizzati con tecnica mista, raccolti negli istituti penitenziari di Padova, di Treviso e quest’anno anche della Casa di reclusione femminile a Venezia, dove le detenute hanno prodotto disegni nati dall’ascolto immersivo di celebri pagine sinfoniche: un grande mosaico cromatico scaturito dalle note di Smetana, Ravel, Morricone, Debussy e molti altri, le cui tessere sono mappe emotive di un “sentire” individuale e autentico.

Il visitatore sarà guidato dai gesti delle linee, dalla ricchezza cromatica delle forme, parole che raccontano il loro viaggio dentro al proprio mare interiore. Un luogo fatto di abissi ma anche di luci che si riflettono nelle trame specchiate.

Le opere inoltre saranno visibili nei dettagli su di un monitor, per offrire un’esperienza immersiva nel colore attraverso la suggestione dei suoni.

All’inaugurazione, oltre ad Andrea Colasio, Assessore alla Cultura Comune di Padova, e a Francesca Veronese, direttore dei Musei Civici, interverranno autorità e collaboratori del progetto tra cui il Senatore Andrea Ostellari, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizi; la dott.ssa Rosella Santoro Provveditore Amm. Penitenziaria regionale per il Veneto – Friuli Venezia Giulia – Trentino Alto Adige; Tindara Inferrera, Responsabile rapporti istituzionali per il progetto I Suoni della Bellezza; il M° Nicola Guerini, Direttore d’orchestra e ideatore del laboratorio I Suoni della Bellezza; il dott. Claudio Mazzeo, Direttore Casa di Reclusione di Padova; il dott. Alberto Quagliotto, Direttore della Casa Circondariale di Treviso; la dott.ssa Maria Grazia Bregoli, Direttrice della Casa di Reclusione femminile di Venezia. Modererà l’incontro Isabella Ottobre.

Al termine della inaugurazione in Sala del Romanino seguirà la visita alla mostra a Palazzo Zuckermann. L’esposizione resterà aperta fino al mattino di domenica 23 giugno.

Ingresso libero
Orario: lunedì 10-13.30, martedì-sabato 10-19, domenica 10-13.30


Dichiarazioni

«Ringrazio innanzitutto il Rotary Club di Verona e il Maestro Nicola Guerini, che coadiuvano con passione l’Amministrazione Penitenziaria nel suo mandato istituzionale di promozione di interventi tesi a ridurre il disagio e la sofferenza delle persone detenute – dichiara il Provveditore, dott.ssa Rosella Santoro -. Questa esperienza, ripetuta nel corso degli anni, offre la possibilità di esprimere e comunicare sentimenti ed emozioni attraverso il linguaggio musicale e pittorico, supportando la popolazione ristretta nel processo di adattamento alle difficoltà psicologiche che la reclusione comporta».

«La Musica è linguaggio universale che ci insegna a ri-conoscere il nostro patrimonio percettivo ed emozionale – dichiara il maestro Nicola Guerini -. Il suo insegnamento più grande è l’ascolto, un ascolto che diventa esperienza immersiva individuale per nuovi percorsi di crescita consapevole».

«Credo fermamente in questo Progetto – dichiara Tindara Inferrera -, poiché la musica tocca in maniera significativa l’anima, attraverso i pensieri e le emozioni che hanno la capacità di contribuire allo sviluppo educativo della nostra comunità, per una vita migliore».

«Il carcere è uno spazio generalmente inteso come chiuso ma che tende all’apertura dei mondi interiori infiniti dei loro abitanti grazie all’arte – afferma la dott.ssa Maria Grazia Bregoli -. Il carcere diventa spazio del progetto creativo I Suoni della Bellezza, guidato dal maestro Nicola Guerini, che fa emergere la dimensione creativa di ogni essere umano che riscopre emozioni, che crea bellezza, che rigenera, che alimenta la speranza di una nuova vita».

«Nel luogo in cui i colori rischiano di diventare indistinti ed i suoni ribelli all’armonia, il recupero del senso dell’osservazione unito alla percezione della musica può diventare uno strumento di consapevolezza di un qualcosa che mai prima, nemmeno nella vita libera, si era avvertito – dichiara il dott. Alberto Quagliotto -: l’Uomo creatore di bellezza,… sì che “vostr’arte a Dio quasi è nepote”.

«Il progetto del maestro Guerini dimostra in maniera inequivocabile che anche in carcere luogo di sofferenza è possibile coniugare arte, sentimenti e in una parola bellezza», dichiara il dott. Claudio Mazzeo. 


Ufficio stampa
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