MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: La ricerca polivalente del centro video arte di Ferrara

Dal 27 giugno al 13 ottobre 2024 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la mostra UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA nella Project Room, lo spazio che dal 2018 propone esposizioni aventi come focus i fenomeni, gli eventi, le personalità e le organizzazioni che hanno avuto un ruolo fondamentale nella recente storia culturale di Bologna e dell’Emilia-Romagna.

Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.

Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

UNA RICERCA POLIVALENTE

ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA
A cura di Chiara Vorrasi e Uliana Zanetti

27 giugno – 13 ottobre 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna 
www.museibologna.it/mambo

Ideato da Lola Bonora nel 1973, e da lei stessa guidato per l’intero corso della sua durata, il Centro Video Arte diviene sin dal suo esordio parte integrante della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara diretta da Franco Farina.
Avvalendosi del supporto tecnico di Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi, il Centro esplora ogni possibilità di applicazione del video in ambito artistico, spaziando dalla video-documentazione alla produzione di video-opere, dall’impiego del video-tape in chiave didattica alla sua sperimentazione in interventi di carattere sociale.

In relazione alle profonde trasformazioni in corso all’epoca, tanto sul piano politico-amministrativo quanto su quello artistico, il Centro declina le potenzialità produttive e comunicative dei nuovi mezzi tecnologici non solo agendo sul versante dell’informazione e della divulgazione, ma anche incentivando lo sviluppo di nuove forme d’arte e di pratiche inedite di coinvolgimento e partecipazione.

Già nel 1973 il Centro Video Arte sperimenta la produzione di video-opere monocanale grazie alla collaborazione con Fabrizio Plessi, con il quale il Centro mantiene fitti e ininterrotti rapporti, sostenendone molte importanti produzioni.

Con l’artista vengono realizzati nel 1974 la versione definitiva di Acquabiografico – visibile al MAMbo nel capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente – e Travel, la cui premiazione al Festival Internazionale del Film d’Arte e di Biografie di artisti di Asolo del 1974 incoraggia la prosecuzione di questa attività, sollecitando altri artiste e artisti ad avvalersi delle competenze del Centro per le loro sperimentazioni e produzioni.

L’apertura nel 1977 della Sala Polivalente, anch’essa diretta da Lola Bonora, presso Palazzo Massari, nuova sede della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara, permette di ampliare la programmazione con performance, spettacoli musicali e teatrali, letture di poesia, rassegne cinematografiche e video, dibattiti, presentazioni, conferenze, puntualmente documentati dal Centro Video Arte.

Tra i moltissimi artisti ospitati si ricordano Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Lamberto Pignotti, Marina Abramović e Ulay, Wolf Kahlen, Giuseppe Chiari, Federica Marangoni, Fried Rosenstock, Fabrizio Plessi, Claudio Ambrosini, Sylvano Bussotti, Michele Sambin, Christina Kubisch, Giovanni Mundula, Corrado Costa, Enzo Minarelli, Claudio Cintoli, Maurizio Bonora, Elio Marchegiani, Giuliano Giuman, Maurizio Cosua, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Klara Kuchta, Gina Pane, Nanda Vigo e William Xerra.

Fin dai primi anni il Centro Video Arte coltiva relazioni e collaborazioni non solo con artiste e artisti, ma anche con altri centri di produzione – in Italia, in particolare con la Galleria del Cavallino di Venezia – e con istituzioni internazionali, come il Centro de Arte e Comunicación di Buenos Aires e la New York University, figurando come protagonista in incontri e rassegne specialistici.

Già nel 1977 l’attività del Centro Video Arte viene presentata alla prima Settimana Internazionale della Performance alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna; negli anni successivi le opere prodotte circolano da Torino (Camera di Commercio, 1980) a Milano (Palazzo Reale, 1980), da Monaco di Baviera (Städtische Galerie im Lenbachhaus, 1981) a Parigi (Centre Georges Pompidou, 1982 e Gran Palais, 1984), da Locarno (Festival Videoart, 1983, 1984, Premio Laser d’Oro 1985) a New York (Museum of Modern Art, 1983).

La parallela organizzazione a Ferrara di importanti rassegne internazionali periodiche, come U-Tape (1982-1990), VideoSet (1985-1990), L’Immagine Elettronica (1989-1991) e Poliset (1991–1993), rafforza la reputazione internazionale del Centro Video Arte, che diventa uno dei principali punti di riferimento del settore grazie alla presenza di artisti come Buky Schwartz, David Dunn, Woody e Steina Vasulka, Bill Viola, Wolf Vostell, Jeffrey Shaw, Ulrike Rosenbach, Pipilotti Rist, Paul Mc Carthy e Shigeko Kubota.

Dagli inizi degli anni ’80 il Centro Video Arte si concentra principalmente sulla produzione di video-sculture e video-installazioni, sostenendo artisti come Michele Sambin (From Left to Right, Triennale di Milano, 1981), Maurizio Bonora (Ipnosi, 1985), Giorgio Cattani (Memory, 1985, Malatempora, 1985), Enzo Minarelli (La Bandiera, 1989), Vittorio Mascalchi, Giancarlo Bocchi, Alfredo Pirri, Giacomo Verde, Klaus Vom Bruch, Leonie Bodeving, Marie Delier, Catherine Ikam, Tina Keane, Muriel Olesen e, con particolare continuità, Fabrizio Plessi e Maurizio Camerani.

Di Plessi vengono realizzate Arco liquido (1981); Liquid Gravity Center (Sala Polivalente Ferrara, 1982; Musée d’Art Moderne, Villeneuve d’Ascq, 1984); Mare di marmo, 1985 (Install-Video-Side, Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1986); Bronx (Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, 1985); Water Wind (1985); Roma (Documenta VIII, Kassel, 1987); Tempo liquido (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 1989), Materia prima (Kölnischer Kunstverein, Colonia, 1989); La stanza delle parole, 1990 (VideoFest e Galerie am Pariser Platz, Berlino, 1992).

Di Maurizio Camerani si segnalano, in particolare: Giardino italiano (1984); Corpi freddi (1986); La trave dell’equilibrio (1988); Progetto segreto (1988); VISTA DAL BASSO (1988), che rientra in un nucleo di opere esposte a Ferrara nel 1990 e premiate al Video Art Festival di Locarno 1991 – Addestramento; Bersaglio; Difesa Personale; Bussola; Circuito.

È con l’apporto decisivo del Centro Video Arte che la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, in collaborazione con la IV edizione dell’esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, inaugura nel 1986, nel contesto della rassegna Immagine elettronicaInstall-video-side, la prima mostra internazionale di video-installazioni che include Mare di marmo di Fabrizio Plessi. Ed è sempre con il supporto dei tecnici provenienti dal Centro Video Arte, sebbene ormai chiuso, che nel 1995, nella sede espositiva della Salara, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna allestisce un’altra video-installazione monumentale di Plessi per la mostra personale Bombay. I lavatoi dell’anima.

Intrecciando nuovamente i loro percorsi, il MAMbo e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara propongono ora un’agile esposizione che offre alcuni importanti saggi di due particolari percorsi operativi che, tra quelli sviluppati, hanno maggiormente caratterizzato il Centro Video Arte di Ferrara: la video-registrazione di performance da un lato e la video-scultura dall’altro.

Per il primo ambito – che si collega idealmente, approfondendolo, al capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente del MAMbo – sono state selezionate registrazioni di performance di Claudio AmbrosiniSylvano BussottiClaudio CintoliGiuseppe Chiari e Federica Marangoni, tutte provenienti dall’ingente archivio di videotape delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara – Centro Video Arte, da oltre un decennio oggetto di studio e di interventi di preservazione e di restauro realizzati in collaborazione con il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali e della Camera Ottica dell’Università di Udine e grazie al sostegno della Fondazione Giuseppe Pianori di Ferrara.

La produzione di video-sculture è documentata da opere significative di tre artisti che hanno collaborato assiduamente con il Centro Video Arte di Ferrara: Fabrizio PlessiMaurizio Camerani ed Enzo Minarelli.

Di Maurizio Camerani è esposta VISTA DAL BASSO, realizzata nel 1988 per la monografica ai Musei Civici di Rimini, più volte riproposta in mostre personali e collettive e donata al MAMbo dall’artista per la presente occasione. L’opera è composta da quattro scale in ferro disposte a piramide, rese impercorribili da lastre di vetro e sormontate da quattro monitor che proiettano l’immagine di cime di alberi. Strumenti artificiali e tecnologici creano una distanza incolmabile e frustrante tra lo spettatore e la natura che genera una profonda nostalgia.

Altra video-scultura in mostra è La Bandiera, realizzata nel 1989 da Enzo Minarelli per l’edizione dello stesso anno dell’Immagine elettronica, ospitata al PAC – Padiglione per l’Arte Contemporanea di Ferrara. Affiancando e ancorando a un’asta tre piccoli monitor, ciascuno associato a un colore della bandiera italiana, Minarelli traspone in chiave tridimensionale il formato del video-poema, una delle tante dimensioni da lui esplorate nell’ambito della sua intensa attività di polipoeta dedito a ogni possibile forma di espressione poetica (lineare, sonora, gestuale, visuale) attraverso l’utilizzo di mezzi differenti (performance, stampa, registrazione su nastri audio e vinili, elaborazione in libri d’artista e in video).

Viene presentata infine, per la prima volta nella sua interezza, la serie di schizzi preparatori disegnati da Fabrizio Plessi tra il 1988 e il 1992 per il ciclo Le Stanze/Armadi, del quale solo alcuni progetti sono stati concretamente tradotti in opere tridimensionali, sempre con il supporto del Centro.

A illustrare il reale funzionamento e l’impatto di una delle numerose e complesse video-installazioni realizzate da Plessi con il Centro Video Arte, è un breve video a colori che documenta Tempo liquido, commissionata dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1989.

La mostra fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.



Mostra
UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA
A cura di Chiara Vorrasi e Uliana Zanetti
Promossa da Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
Sede MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Giovanni Don Minzoni 14 | Bologna
Periodo di apertura 27 giugno – 13 ottobre 2024

Orari di apertura
Martedì e mercoledì h 14.00 -19.00
Giovedì h 14.00 – 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi
Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura
Informazioni

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Giovanni Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org
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Settore Musei Civici Bologna
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Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
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A Roma “INVISIBILI”, la mostra fotografica di Giulio D’Ercole

Ogni artista ha dentro qualcosa di chi lo ha preceduto. Sono cinque le citazioni di alcuni grandi fotografi che in qualche modo hanno ispirato Giulio D’ERCOLE – documentarista e fotografo professionista con grande esperienza in Africa ed altri Paesi, docente di Fotografia all’Università Istituto Pantheon di Roma – nel suo lavoro. La prima è di Ansel Adams, “Nell’atto di fotografare porti tutte le immagini che hai visto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato”; la seconda di Robert Frank,“ C’è una cosa che deve contenere la fotografia: l’umanità del momento”; la terza di Edward Steichen, “Un ritratto non è fatto nella macchina fotografica, ma su entrambi i lati di essa”; la quarta di Robert Capa: “Se la tua fotografia non è buona abbastanza è perché non eri abbastanza vicino” e infine la quinta,  di Henri Cartier-Bresson,“Fare una fotografia  vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere”.

Lungo queste direttrici, soprattutto, D’Ercole ha messo a punto la sua fotografia sui numerosi temi su cui si è soffermato il suo sguardo umano. Da ultimo, gli anziani, nella mostra fotografica “Invisibili”, promossa dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia e in corso presso Spazio Europa, in Via Quattro Novembre 149 a Roma, fino all’11 luglio.  L’esposizione si concentra sulla marginalizzazione che molti anziani vivono nelle città: le venti foto in mostra li colgono nei loro gesti quotidiani svelati con una cruda ma poetica visione. 

Rendere visibili gli invisibili, con delicatezza. E poesia.

A Roma “INVISIBILI”, la mostra fotografica di Giulio D’Ercole
 
A Spazio Europa, fino all’11 luglio 2024

La testa. Rientrato in Italia dopo i numerosi reportage in quattordici Paesi del mondo e dodici anni in Africa, Giulio D’Ercole ha colto un aspetto particolare della realtà italiana. Nelle nostre occidentali città dell’opulenza, tante situazioni di emergenza e marginalizzazione ignorate, tra cui la condizione degli anziani. Persone su cui si lascia scivolare lo sguardo senza guardarle davvero, come se fossero trasparenti, invisibili, appunto. Da un punto di vista umano – dice il fotografo nel suo intervento durante l’inaugurazione del 19 giugno scorso – è quasi naturale: a nessuno piace la solitudine. “Con questo progetto, realizzato grazie ad un endorsement autorevole e prestigioso come quello della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, l’obiettivo è quello di sensibilizzare su una condizione in cui potremmo trovarci tutti, nessuno escluso, un domani, ed aumentare la consapevolezza su un tema che è sociale, con risvolti anche economici. Ci sono sempre meno nascite e sempre più anziani, l’età media della nostra popolazione è di 48 anni, in Africa di 18. Rifiutandoci di posare lo sguardo su questa fascia enorme di popolazione stiamo rendendo invisibili noi stessi”.

L’occhio. L’occhio – dice D’Ercole – è lo stile. Come noi vediamo le cose. La tecnica fotografica utilizzata per le foto di questa mostra consiste nello scattare senza che il soggetto se ne renda conto. Foto “rubate”, foto non posate in cui cogliere “l’attimo decisivo” descritto da Cartier-Bresson, l’essenza più profonda delle persone. Ogni foto racconta una storia. La preferita tra queste storie, per un errore nell’allestimento, non è presente tra le 20 foto in mostra. Lo scatto ritraeva in diversi momenti un uomo con il suo cane, laddove l’uomo e l’animale, come neuroni-specchio, si muovevano all’unisono in una simbiosi assoluta, ma che raccontava anche tanta solitudine. Così come quella, invece presente in mostra, che ritrae invece una signora col suo cane, una foto triste, struggente, che trasmette, come ha detto un visitatore, un senso di abbandono più ancora che di solitudine. Un’altra foto, scattata nel 2016, profondamente radicata nel cuore del fotografo, è il primo piano di un uomo “di una volta”, seduto in un autobus, con la sua vecchia radiolina a transistor, tenuta assieme da un elastico, mentre ascolta la radiocronaca di una partita di calcio, lo sguardo perso al di là del vetro.

Il cuore.Le fotografie – spiega D’Ercole ‘avvengono’ da tutte e due i lati della macchina fotografica e ciascuna di esse contiene dento il mondo del fotografo. Non coscientemente, forse, ma a livello subliminale senz’altro. Nell’ordinare le venti fotografie selezionate per questa mostra ‘ho riconosciuto’ tutti i motivi profondi che mi hanno indotto a scattarle. Noi cristallizziamo la figura di un anziano nella sua apparenza attuale senza riuscire a vedere tutte le età, gli anni, i momenti precedenti della sua vita. Siamo incapaci di cogliere la stratificazione della sua esistenza. E così facendo, in qualche modo, perdiamo lo spessore di quella vita, riassumendola soltanto nel qui ed ora. Come diceva mia madre, ‘il brutto dell’invecchiare è che si diventa invisibili, non più oggetti di desiderio o anche solo di curiosità’. Qui ritrovo lo scopo del lavoro creativo del fotografo: andare nelle pieghe più intime delle persone, mettendosi sul loro stesso piano, alla stessa altezza di sguardo. Come in queste foto, mai scattate dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto. Nei venti scatti che ho scelto, poi, ritraggo persone sole. E quando si è soli non si parla. E qui ritrovo mio padre, che invecchiando calava nel silenzio, silenziato dalla vita. Da figlio è una cosa che evidentemente mi ha molto colpito. Tutto questo, che fa parte del mio mondo, è in queste 20 foto”.

Ad aprire l’inaugurazione della mostra Massimo PRONIO, Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. “L’Unione europea – ha detto – è conscia del problema rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e dai nuovi stili di vita che favoriscono l’emarginazione dei più anziani e lo affronta con politiche mirate a migliorare la loro qualità di vita e con azioni di sensibilizzazione. La mostra di Giulio D’Ercole parla con la sensibilità, ma anche la passione, che gli sono proprie, di questo tema, e ci è sembrata per queste ragioni rientrare perfettamente nell’alveo di queste azioni”. Pronio ha voluto quindi ringraziarlo e con lui lo staff che ha contribuito con competenza e dedizione all’allestimento e alla comunicazione della mostra: Ritalba Mazzara, Assistente comunicazione (grandi eventi); Manuela Sessa, Assistente comunicazione; Simona Zeppa, Team comunicazione e Lorenzo Massa, Segreteria organizzativa di Spazio Europa.


INVISIBILI | Mostra fotografica di Giulio D’ERCOLE | Roma, Spazio Europa – Via Quattro Novembre 149. Fino all’11 luglio 2024 | Orari: 07.30 – 18.30 dal lunedì al venerdì.
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Ufficio stampa
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com
 
Giulio D’Ercole
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Mestre (VE): “Horse Power” nuove sculture di Nico Vascellari a Villa Fürstenberg

Banca Ifis ha presentato, giovedì 20 giugno, l’installazione composta da nove sculture di Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976) intitolata Horse Power, che porta a 23 il numero di opere esposte in permanenza nel Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, a Mestre (VE). Un progetto voluto dal Presidente della Banca, Ernesto Fürstenberg Fassio, e curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, che ha trasformato i 22 ettari del giardino di Villa Fürstenberg in un’esposizione a cielo aperto di sculture monumentali con opere dei maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali.

All’evento, organizzato nell’ambito di Ifis art – il brand ideato dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che raccoglie tutte le iniziative realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte e della cultura – hanno partecipato lo stesso Presidente e l’artista, oltre che un numeroso pubblico di critici, giornalisti e autorità.

Banca Ifis ha presentato “Horse Power”, la serie di sculture di Nico Vascellari che entra nella collezione del Parco Internazionale di Scultura, e la nuova monografia dedicata all’artista.

“L’arte è un bene comune da preservare. Un ponte per avvicinare le persone, in particolar modo i giovani. L’attività artistica è infatti in grado di arricchire la dimensione personale, il pensiero e l’introspezione di ognuno di noi e il sostegno a tale disciplina diventa ancora più forte quando pubblico e privato agiscono sinergicamente per creare una circolarità legata all’economia della bellezza, in grado di coniugare attenzione e impatto positivo sul territorio. Il nostro Parco Internazionale di Scultura soddisfa tutto questo e la risposta positiva del pubblico che abbiamo avuto sin dalla sua apertura lo conferma. Questa serie di opere di Nico Vascellari, grazie al connubio tra forza umana, animale e meccanica, riesce a nutrire la nostra curiosità e creatività, insegnandoci ad avere cura del bene collettivo e, quindi, della nostra società” ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.

Attraverso l’analisi dell’utilizzo di immagini di animali nell’industria automobilistica, Horse Power intende suggerire un’indagine del rapporto tra uomo, animale e macchina, il cui legame è spesso paradossale e contradditorio: se è inevitabile leggere al suo interno un contrasto tra natura e tecnologia, dall’altro le figure animali e la loro simbologia sono state centrali nello sviluppo estetico e identitario dell’industria automobilistica, nel design dei loghi così come nella scelta dei nomi delle varie parti meccaniche.

Per evidenziare tale rapporto, Vascellari ha sviluppato la serie scegliendo degli animali – dal lupo al cervo, dal cavallo al leone – ognuno dei quali è utilizzato come logo da una differente casa automobilistica. Le sculture Horse Power, prima di essere fuse in alluminio, sono state realizzate in cera e presentate nel 2019 alla Biennale di Lione. Ora queste sculture sono esposte permanentemente in un’area dedicata del Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis.

Come spesso accade nello stile di Nico Vascellari, interprete di diverse pratiche artistiche – tutte legate dal richiamo a una natura remota, primitiva, che permane però nel presente – alle sculture si accompagna una performance che ne testimonia la creazione, immortalata in questo caso in un video, Horse Power (2019), anch’esso entrato in collezione di Banca Ifis, che è stato proiettato su un ledwall nel corso della presentazione a

Villa Fürstenberg. Il video, della durata di 40 minuti, è stato girato come fosse un documentario: racconta quanto accaduto nel corso di tre giorni e due notti in un’ampia zona dismessa di Cinecittà, a Roma. A nove stuntmen è stato chiesto di condurre nove automobili il cui cofano anteriore era stato sostituito da un animale in scala 1:1 in cera. Ogni animale è stato scelto per la sua apparizione su un singolo o su una serie di loghi di marchi automobilistici. Il cavallo, ad esempio, si ritrova su Ferrari, Porsche e Mustang, mentre il lupo su Lobini e il leone su Peugeot. I conducenti, seguendo una serie di indicazioni per interpretare i comportamenti dei loro animali-auto, sono stati ripresi mentre emulavano questi atteggiamenti. Piano piano, con il calore il ventre di ciascun animale si è sciolto e ha inglobato il motore creando un essere composto da due carcasse, quella dell’animale e quella della macchina, che ha come organi vitali un motore. Effettivamente questo sta alla macchina come le viscere stanno all’animale, rappresentando la parte calda e viva dei corpi.

In occasione dell’evento è stata presentata anche la nuova monografia dedicata all’artista dal titolo Nico Vascellari Fossils Of Experience (Skira Arte) a cura di Cesare Biasini Selvaggi, promossa da Banca Ifis. Da Revenge, la performance e installazione alla LII Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, alla serie di sculture Horse Power nella collezione permanente del Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, il volume offre il racconto di oltre quindici anni di ricerche di Nico Vascellari, delle sue componenti distintive (il corpo, il volume, il suono), dei linguaggi di elezione (scultorei e performativi combinati con disegni, collage, video e sonorità), delle sue continue domande sulle relazioni tra uomo e natura, tra folklore e spiritualità̀.

A conclusione della presentazione, Banca Ifis ha annunciato il sostegno alla realizzazione di una nuova opera scultorea che Nico Vascellari, assieme a Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, sta progettando per Piazza della Signoria, dal titolo Fioretti. L’installazione sarà inaugurata a ottobre 2024.

Ifis art è il progetto voluto e ideato dal Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, che raccoglie tutte le iniziative realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte, della cultura, della creatività contemporanea e dei loro valori: dalla collezione d’arte al Parco Internazionale di Scultura, dal progetto di recupero dell’opera di Banksy e di restauro del Palazzo San Pantalon che la ospita, da Economia della Bellezza al sostegno di manifestazioni artistiche e culturali, da programmi di education a prodotti editoriali. Un progetto articolato e inedito che mette al centro il digitale, per rendere accessibile l’arte anche attraverso modalità innovative e alternative, lo sviluppo di partnership pubblico-private, per sostenere i territori, e supporto ai giovani per favorire sviluppo e inclusione sociale attraverso l’arte, oltre alla valorizzazione della biodiversità, per un dialogo armonico tra uomo e natura.

Ifis art si articola in una serie di iniziative, a partire dall’importante collezione d’arte che la Banca ha acquisito nel tempo, costituita da oltre 100 opere di 50 artisti, che spazia dall’arte classica a quella contemporanea. Alcune tra le più importanti opere della collezione hanno trovato la loro casa naturale nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, un progetto curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, all’interno dei 22 ettari di giardino di Villa Fürstenberg, a Mestre. Il Parco ospita, ad oggi, 23 opere plastiche di dodici maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert, Giuseppe Penone e Nico Vascellari. La missione del Parco comprende, attraverso progetti anche temporanei (mostre, performance, workshop, giornate di studi), la “coltivazione” della biodiversità (ambientale, sociale, economica), dell’inclusione, dei valori e diritti collegati, e di reti sinergiche tra le imprese e il terzo settore della creatività contemporanea, prerequisito per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nella nuova era della “economia della conoscenza e della giustizia sociale”. Il Parco è visitabile gratuitamente ogni domenica (escluse le festività), previa prenotazione tramite l’app dedicata “Ifis art”.

Nato nel 1976 a Vittorio Veneto vive e lavora tra Roma e Vittorio Veneto. La sua ricerca si articola e prende forma attraverso diverse pratiche, tra cui performance, scultura, installazione, disegno, video e suono. Attraverso uno sguardo dal carattere antropologico, analizza tematiche legate alla natura e al suo rapporto con l’uomo, fenomeni ancestrali e rituali, folklore e tradizioni, contaminandole con una dimensione underground.

Tra le mostre personali: Haus der Kunst, Monaco di Baviera (Upcoming); Piazza della Signoria, Firenze (Upcoming); Palazzo Reale, Milano (Upcoming); Palazzo Vecchio, Firenze (2023); Forte Belvedere, Firenze (2023);

Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare (2022); Fondazione Nicola Del Roscio, Roma (2021); MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2018); Palais De Tokyo, Parigi (2017); Whitworth Art Gallery, Manchester (2016); Accademia di Francia – Villa Medici, Roma (2016); Estorick Collection, Londra (2016); National Gallery of Arts, Tirana (2015); Museion, Bolzano (2010); Museo MAN, Nuoro (2007); Skuc, Ljubljana (2006); Viafarini, Milano (2006).

Ha partecipato a manifestazioni nazionali e internazionali, tra cui: Mercosul Biennale (2022); October Salon, Belgrado (2021); Biennale di Lione (2019); 12esima Biennale Architettura, Venezia (2010); 15esima Quadriennale, Roma (2008); Manifesta 7 (2008); 52esima Biennale Arte, Venezia (2007).

Tra le principali istituzioni in cui il suo lavoro è stato incluso: KW Institute for Contemporary Art, Berlino; Museo del ‘900, Milano; Fondation Beyeler, Basel; Riga Art Space, Riga; La Maison Rouge, Parigi; MAK, Vienna; Kunsthaus, Graz; SongEun Art Space, Seoul; ZKM, Karlsruhe; La Casa Encendida, Madrid; Espace de l’Art Concret, Mouans-Sartoux; Palazzo Reale, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; CSW, Varsavia; PinchukArtCentre, Kiev; Le Magasin, Grenoble; Wysing Arts Centre, Cambridgeshire; EACC, Castelló; MART, Rovereto; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; Palazzo delle Esposizioni, Roma; MAMbo, Bologna.

Tra le principali collezioni permanenti in cui è presente: Banca Ifis, Venezia; Artothèque, Villeurbanne (FR); Banca d’Italia, Roma; Deutsche Bank, Milano; Lewben Art Foundation, Vilnius (LT); Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare; MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma; Julia Stoschek Foundation, Berlino (DE); MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; MUSAC – Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, León (ES); Museion, Bolzano; Museo del ‘900, Milano; The Coppel Foundation, Messico; Whitworth Art Gallery, Manchester (UK); Triennale, Milano; Museo Novecento, Firenze; Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Tivoli.


Davide Pastore
Responsabile Relazioni con i Media
davide.pastore@bancaifis.it

Giulia Di Martella Orsi
Relazioni con i Media
giulia.dimartellaorsi@bancaifis.it

Anna Defrancesco comunicazione
press@annadefrancesco.com

Castelfranco Veneto Jazz Festival 2024, cinque giornate di kermesse musicale

La decima edizione: per il Castelfranco Veneto Jazz Festival è contemporaneamente un traguardo e un punto di svolta. La kermesse musicale, organizzata dal Conservatorio di Musica “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto con la direzione artistica di Gianluca Carollo, si svolgerà dal 9 al 13 luglio, cinque giornate nelle quali si concentreranno 15 concerti (molti a ingresso gratuito) e 5 masterclass, più jam session e altri appuntamenti di contorno. A segnare la svolta sarà la caratura degli artisti che animeranno i palchi principali, a partire dalla jazz diva Dee Dee Bridgewater. Ci saranno poi rappresentanti di rilievo del jazz afroamericano (Sherman Irby con un quartetto che comprende ancheWillie Jones III), britannico (Norma Winstone) e italiano (Mauro Ottolini con Vanessa Tagliabue Yorke, la Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale e con la voce diFrancesca Bertazzo Hart). Un cartellone nel quale risalta la presenza femminile, sia tra i performer che nelle tematiche dei programmi musicali.

10° Edizione
9-13 luglio 2024
Castelfranco Veneto (TV)

I concerti principali

Nel cartellone del Castelfranco Veneto Jazz Festival 2024 risaltano alcuni grandi protagonisti del jazz europeo e afroamericano.

Su tutti brilla la stella della cantante Dee Dee Bridgewater, una delle più celebri jazz singers in attività. Una grande diva non fa mai le cose per caso: la nuova touring band con la quale laBridgewater si esibirà il 12 luglio all’Arena del Teatro Accademico è un quartetto tutto femminile dal cast internazionale (con la statunitense Carmen Staaf e le giovani italiane Rosa Brunello ed Evita Polidoro). Una formazione assemblata per lanciare un grido di battaglia: “We Exist!”, progetto nel quale arte e attivismo si fondono in un’ottica tutta femminile.

Un’altra grande diva del canto jazz è Norma Winstone, che incarna la storia del jazz britannico. Classe 1941 e attiva sin dagli anni Sessanta, la Winstone si esibirà il 10 luglio al Teatro Accademico assieme al pianista Glauco Venier. Si tratta di un sodalizio di lunga data: il duo è attivo dal 1999 e si è esibito nelle più prestigiose sale da concerto europee. La loro musica è in bilico tra il colto e il popolare, tra l’intimismo e un’esuberanza pur sempre poetica.

La voce è davvero protagonista della decima edizione del Castelfranco Veneto Jazz Festival. L’11 luglio (sul sagrato del Duomo) i riflettori saranno puntati sulla cantante Vanessa Tagliabue Yorke, che, assieme al trombonista Mauro Ottolini, dà vita a “Nada Màs Fuerte”, progetto che esplora alcune delle più belle (e talvolta dimenticate) canzoni dell’America Latina dai primi del Novecento ai giorni nostri, in gran parte create da straordinarie donne compositrici o interpreti. Un viaggio nel cuore della musica popolare nel quale si incontrano anche souvenir sonori scandinavi e mediorientali e in cui il jazz fa capolino in un esotico contesto orchestrale.

Il 13, all’Arena del Teatro Accademico, Riccardo Brazzale dirigerà la Lydian Sound Orchestra, formazione da lui fondata nel 1989 e da allora cresciuta sino diventare un importante riferimento del jazz nazionale, traguardo sancito anche da diverse vittorie nel referendum Top Jazz. A Castelfranco Veneto, la Lydian accoglierà la presenza vocale di Francesca Bertazzo Hart.

Sarà invece puramente strumentale il concerto della serata inaugurale del festival, il 9 luglio all’Arena del Teatro Accademico, con il quartetto del sassofonista Sherman Irby. Strumentista di altissimo rango (come dimostra la sua lunga militanza nella Jazz at Lincoln Center Orchestra), Irby si presenta alla guida di una formazione di solida matrice bop resa perfettamente coesa da quasi due decenni di esperienze condivise.

La Notte Blu del Jazz

La Notte Blu del Jazz è una novità del Castelfranco Veneto Jazz Festival 2024: una ‘grande abbuffata’ di jazz che si terrà l’11 luglio. Un’imponente stratificazione di suoni, con ben cinque live in contemporanea in attesa dell’appuntamento principale della serata con Mauro Ottolini e Vanessa Tagliabue Yorke. Con la jam session, la musica proseguirà poi sino a tarda notte. Per l’occasione, il centro storico di Castelfranco Veneto verrà chiuso al traffico e si tingerà di blu.

Ai Giardini sud-ovest del Castello si ascolterà Two and the Machine, ovvero un futuristico trio formato da due strumentisti (Michele Tedesco alla tromba e Gian Ranieri Bertoncini alla batteria) e da PCQ5M979Y0, un emettitore sonoro digitale: interazione creativa e imprevedibile tra uomini e macchina (il concerto è realizzato in collaborazione con Sottosopra).

Le altre location musicali sono Corte Sconta (con il duo della cantante Angela Zanini e il chitarrista Massimo Roncolato), Osté (con Alessandro Terramagra alla chitarra, Samuele Sgambaro al pianoforte, Alberto Lanner al basso e Antonio Santevecchi alla batteria), Reclock (con la voce di Gloria Illesi, la chitarra di Alein Steinbert e le percussioni di Filippo Zonta), Piazzetta Guidolin (con Giulio Jesi al sax, Giovanni Gorgoni al contrabbasso, Giuseppe Lorenzon alla batteria e lo special guest Antonio Cavicchi alla chitarra).

Le masterclass

Specificità del Castelfranco Veneto Jazz Festival è il coinvolgimento di alcuni degli artisti principali del suo programma anche in attività didattiche. La loro presenza non si limita quindi alla “toccata e fuga” tipica delle tournèe concertistiche: Sherman Irby eNorma Winstone si tratterranno a Castelfranco anche per tenere delle masterclass rivolte agli studenti del Conservatorio di Musica “A. Steffani” ma aperte anche ad allievi esterni. Le attività seminariali inizieranno già dall’8 luglio con un corso di musica d’insieme tenuto da Irby. Seguiranno gli incontri con la Winstone (il 9), con il batterista Willie Jones III (il 9), con il bassista Federico Malaman (il 10, per un approfondimento sulla sezione ritmica) e con Luca Garro (il 12, su arrangiamento e composizione).

…e altro ancora

A rafforzare il legame tra il festival e la città ci saranno poi numerosi altri eventi, non solo live, a partire dall’aperi-jazz con Bistro San Giustino che si terrà il 9 luglio nel cortile di Villa Barbarella, dove si esibirà il Jazz Ensemble Steffani. La Biblioteca Comunale ospiterà invece un incontro con Claudio Donà, produttore della Caligola Records, in occasione del trentennale dell’etichetta discografica.

Tutte le sere (esclusa quella della Notte Blu del Jazz) alle ore 23 i Giardini dell’Osteria Maniscalco ospiteranno i concerti della sezione “Manzotti New Generation”: il 9 luglio si esibirà il quartetto Wabi Sabi, il 10 il trio HackOut!, il 12 il quintetto co-diretto dal trombettista Sean Lucariello e dal batterista Max Verrillo, il 13 il quintetto Summano Project.

L’Osteria Maniscalco, che grazie alla passione di Anthony Bandiera è stata la culla del festival e partner fondamentale nella nascita della manifestazione, ospiterà tutte le sere anche una Jam Session al termine dei concerti, con il coinvolgimento degli studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Steffani”.

Un’emozione extra musicale sarà creata dalle proiezioni 3D video mapping a cura diSebastián Pascual e Alejandra D’Agostino: sulle mura del Castello durante i concerti “Manzotti New Generation” nei Giardini dell’Osteria Maniscalco sulle mura dei palazzi durante il concerto di Ottolini e Tagliabue.

PROGRAMMA
 
 
Martedì 9 luglio
Cortile di Villa Barbarella, ore 19:30
Aperi-Jazz con Bistro San Giustino
Jazz Ensemble Steffani
 
Arena del Teatro Accademico, ore 21:15
Sherman Irby Quartet feat. Willie Jones III
Sherman Irby (sax alto), Nico Menci (pianoforte),
Marco Marzola contrabbasso), Willie Jones III (batteria)
in caso di pioggia il concerto si terrà all’interno del Teatro Accademico

Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
Wabi Sabi
Giulio Jesi (sax), Stefano Nardon (pianoforte, tastiere),
Christian Guidolin (contrabbasso, basso), Thomas Osho Zausa (batteria)
 
Mercoledì 10 luglio
Biblioteca Comunale,ore 19
Incontro con Claudio Donà
in occasione dei 30 anni di Caligola Records
 
Teatro Accademico, ore 21:15
Norma Winstone & Glauco Venier
Norma Winstone (voce), Glauco Venier (pianoforte)
 
Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
HackOut!
Luca Zennaro (chitarra), Manuel Caliumi (sax), Riccardo Cocetti (batteria)
 
Giovedì 11 luglio
La Notte Blu del Jazz
 
Corte Sconta, ore 20
Angela Zanini (voce), Massimo Roncolato (chitarra)
 
Osté, ore 20
Alessandro Terramagra (chitarra), Samuele Sgambaro (pianoforte),
Alberto Lanner (basso), Antonio Santevecchi (batteria)
 
Reclock, ore 20
Gloria Illesi (voce), Alein Steinbert (chitarra), Filippo Zonta (percussioni)
 
Piazzetta Guidolin, ore 20:30
Giulio Jesi (sax), Giovanni Gorgoni (contrabbasso), Giuseppe Lorenzon (batteria)
special guest Antonio Cavicchi (chitarra)
 
Giardini sud-ovest del Castello, ore 20:30
Two and the Machine
Michele Tedesco
(tromba), Gian Ranieri Bertoncini (batteria), PCQ5M979Y0
in collaborazione con Sottosopra
 
Sagrato del Duomo, ore 22
Mauro Ottolini & Vanessa Tagliabue Yorke
“Nada Màs Fuerte”
Mauro Ottolini (trombone, tromba bassa, conchiglie),
Vanessa Tagliabue Yorke (voce), Thomas Sinigaglia (fisarmonica),
Marco Bianchi (chitarra classica, chitarra haitiana, chitarra baritona),
Giulio Corini (contrabbasso), Valerio Galla (percussioni)
Quartetto d’archi del Conservatorio “A. Steffani”:
Teresa Storer, Anna Vittoria Furlanetto (violino),
Ivan Zasso (viola), Giulio Caputo (violoncello)
in caso di pioggia il concerto si terrà al Teatro Accademico
Ingresso gratuito

Osteria Maniscalco, ore 23:30
Jam Session aperta a tutti i musicisti
con gli studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto
 
Venerdì 12 luglio
Arena del Teatro Accademico, ore 21:15
Dee Dee Bridgewater Quartet
“We Exist!”
Dee Dee Bridgewater (voce),Carmen Staaf (pianoforte),
Rosa Brunello (contrabbasso), Evita Polidoro (batteria)
in caso di pioggia il concerto si terrà all’interno del Teatro Accademico

Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
Sean Lucariello & Max Verrillo Quintet
Sean Lucariello (tromba, flicorno), Max Verrillo (batteria),
Lorenzo De Luca (sax tenore), Enrico Poletto (pianoforte),
Alberto Zuanon (contrabbasso)

Sabato 13 luglio
Arena del Teatro Accademico, ore 21:15
Lydian Sound Orchestra
Gianluca Carollo (tromba, flicorno), Federico Pierantoni (trombone),
Glauco Benedetti (tuba), Robert Bonisolo (sax tenore e soprano),
Mauro Negri (sax contralto, clarinetto),
Rossano Emili (sax baritono, clarinetto basso), Marcello Abate (chitarra),
Matteo Alfonso (pianoforte), Marc Abrams (contrabbasso), Mauro Beggio (batteria),
Riccardo Brazzale (direttore)
feat. Francesca Bertazzo Hart (voce)
in caso di pioggia il concerto si terrà all’interno del Teatro Accademico

Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
Summano Project
Giorgio Manzardo (sax), Giovanni Caruso (chitarra),
Nicola Guidolin (pianoforte), Andrea Moro (basso), Piero Pederzolli (batteria)
 
Tutte le sere del Festival al termine dei concerti
Osteria Maniscalco
Jam Session aperte a tutti i musicisti
con gli studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto
 
PROIEZIONI 3D VIDEO MAPPING
a cura diSebastián Pascual & Alejandra D’Agostino
sulle mura del Castello durante i concerti “Manzotti New Generation” nei Giardini dell’Osteria Maniscalco
sulle mura dei palazzi durante il concerto di Ottolini e Tagliabue
 
MASTERCLASS
Lunedì 8 luglio, ore 14-19
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Sherman Irby – musica d’insieme
“Gli strumenti necessari per diventare un musicista jazz professionista”
 
Martedi 9 luglio, ore 10-13 e 14:30-16:30
Teatro Accademico
Norma Winstone – voce
 
Martedi 9 luglio, ore 10-13 e 14:30-16:30
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Willie Jones III – batteria
“Batteria jazz. Essere preparati”
 
Mercoledì 10 luglio, ore 10-13 e 14:30-17:30
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Federico Malaman – basso elettrico
“Approfondimento sulla sezione ritmica”
in collaborazione con Luca Colussi
 
Venerdi 12 luglio, ore 14:30-18:30
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Luca Garro – arrangiamento/composizione
“Crossing Bridges of Music. Percorso musicale tra classico e jazz”

Informazioni concerti:
castelfrancovenetojazzfestival@gmail.com
www.facebook.com/castelfrancojazzfestival
 
Biglietti:
Tutti i concerti sono gratuiti tranne quelli di:
 
Sherman Irby: intero € 10; ridotto € 5
Norma Winstone & Glauco Venier: intero € 15; ridotto € 5
Dee Dee Bridgewater Quartet: intero € 40
Lydian Sound Orchestra: intero € 10; ridotto € 5
 
Biglietti ridotti per studenti del Conservatorio “Steffani” e scuole convenzionate, under 18 e over 65
 
Prevendite:
sul sito www.vivaticket.it e su tutto il circuito VivaTicket
(i biglietti sono soggetti a diritto di prevendita)
 
Informazioni e iscrizioni Masterclass:
segr.didattica@steffani.it
 
Le Masterclass sono gratuite per tutti gli allievi iscritti al Conservatorio di Castelfranco Veneto.
Per tutti gli altri partecipanti il costo dell’iscrizione per ogni Masterclass è di € 50 per gli allievi effettivi e di € 20 per gli allievi uditori.
Per gli iscritti alle scuole convenzionate con il Conservatorio tutte le quote sono ridotte del 50%.
 
Direzione artistica: Gianluca Carollo
 
Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Pubblicato il 12 Giugno alle ore 12:02