AttraVerso – Evento di poesia con Fabio Sebastiani per la mostra di Vincenza Spiridione

Dall’incontro tra Fabio Sebastiani e Vincenza Spiridione è nata una performance che apre le opere della mostra d’arte contemporanea AttraVerso alla dimensione sonora.
La serata sarà aperta dai saluti di Monsignor Caiazzo e dalla presentazione del catalogo della mostra.

Impermanenza, l’AttraVerso di parole e arte
 
Evento di poesia con Fabio Sebastiani
 
Scuderie di Palazzo Malvinni – Malvezzi
Martedì 24 settembre 2024
Piazza Duomo n.14 (accesso da via Muro)
Matera
Ingresso libero

La poesia abbraccia le arti figurative e invita a una rilettura delle opere pittoriche e scultoree di Vincenza Spiridione nell’appuntamento: Impermanenza, l’AttraVerso di parole e arte.

Martedì 24 settembre, con inizio alle 17:30, nelle Scuderie di Palazzo Malvinni – Malvezzi (con accesso da via Muro), il poeta Fabio Sebastiani si esibirà in una performance che aprirà le opere della mostra d’arte contemporanea AttraVerso alla dimensione sonora.

Sebastiani, poeta del Realismo terminale (movimento fondato da Guido Oldani che offre una visione della poesia e del mondo in cui la natura è sempre più simile agli oggetti), ha accolto l’invito di Vincenza Spiridione e, muovendosi nelle sale che accolgono le opere dell’artista di Barile, interpreterà versi e componimenti poetici.

La performance di Fabio Sebastiani sarà preceduta dalla presentazione del catalogo della mostra AttraVerso. Le 44 pagine del catalogo presentano il testo critico della curatrice della mostra, Simona Spinella, le fotografie a colori delle 33 opere esposte e alcuni dei componimenti poetici di Vincenza Spiridione. L’artista, nata a Barile e che risiede e lavora a Roma, fonde pittura e poesia in un’espressione unica e potente del suo più ampio progetto “Uomo dove vai”. Un progetto artistico che è un invito alla riflessione sul dramma delle migrazioni dai paesi del sud del mondo, spesso in guerra, affinché prevalga la cultura dell’accoglienza, la protezione degli esseri umani dallo sfruttamento e dalla violenza.

Per la sensibilità con cui questi temi sono trattati, la mostra AttraVerso ha ottenuto il patrocinio di enti e istituzioni, fra cui la Curia Arcivescovile di Matera – Irsina. E all’evento di poesia di martedì 24 settembre interverrà l’Arcivescovo di Matera – Irsina Monsignor Giuseppe Caiazzo.

Fabio Sebastiani, nato a Roma nel 1960, è poeta del Realismo terminale (una visione della poesia e del mondo in cui la natura è sempre più simile agli oggetti), il movimento fondato da Guido Oldani. Laureato in filosofia nel 1988 Giornalista professionista dal 1998, ha maturato una lunga esperienza nella carta stampata occupandosi di Lavoro ed Economia, presso le testate Liberazione, Avvenimenti/Left per più di due decenni. Come saggista ha pubblicato un approfondimento sulla Fiat di Sergio Marchionne dal titolo “Officina Italia”, e vari articoli sulla rivista “Dialoghi Mediterranei”.

Oggi conduttore radiofonico presso diversi format di web radio, tra cui Radio Mir, web radio degli italiani all’estero, e Radio Poetanza. Ha pubblicato una silloge di poesie, “Molecole semplici per rivoluzioni complesse” (Ensemble), e una raccolta di aforismi, “Concerto per aforisma (quasi) solo” (Zona). Animatore del gruppo di poeti “La Poetanza” ha partecipato alla curatela, insieme ad altri, di tre opere poetiche collettive: “Gabbia no”, “Amicizia Virale”, “La nave di Amleto” (Progetto Cultura). Ha avuto anche esperienze come autore teatrale e attore non professionista.

Simona Spinella, nata a Matera, laureata in Nuove tecnologie per la storia e i beni culturali (curriculum storico-artistico) presso l’Università degli studi della Basilicata. Lavora per tre anni in una bottega artigiana come ceramista dove sviluppa e fermenta la sua curiosità verso la scultura e nello specifico verso le materie plastiche, esperienza che l’ha condotta ad approfondire il suo interesse per l’artista Josè Ortega redigendo importanti testi scientifici sul suo periodo lucano. Dal 2011 fa parte della Cooperativa Synchronos, e da dicembre 2017 è il Presidente della stessa Cooperativa che gestisce i tre presidi della Fondazione Zètema di Matera (Casa di Ortega, Cripta del Peccato Originale e MUSMA Museo della Scultura Contemporanea Matera) dove è addetta alla collezione e curatrice.

Vincenza Spiridione, di origine lucana (Barile, Pz), vive e lavora a Roma. L ‘artista rappresenta la propria visione della realtà attraverso un personale linguaggio figurativo che le consente di sintetizzare le forme, di plasmare la materia assecondandone potenzialità e caratteristiche, raggiungendo l’immediatezza del messaggio informale, con rimandi figurativi, simbolici e concettuali che valorizzano il segno. Nella scultura come nella pittura, la materia e gli strumenti a disposizione condizionano l’opera: le abilità tecniche e le qualità progettuali dell’artista costituiscono il mezzo per una comunicazione che trascende la realtà. Alla radice del suo lavoro originale sta il messaggio autentico e viscerale mirato a rappresentare contraddizioni e drammi del nostro tempo, in particolare quello delle migrazioni dai paesi del sud del mondo, spesso in Guerra, affinché prevalga la cultura della Persona, sulla base dei valori della accoglienza della giustizia, della pace e dell’Amore, unica risposta ai mali dell’uomo nel mondo “globalizzato”. L’artista è anche autrice di romanzi, racconti, poesie e canzoni.


Per contatti e ulteriori informazioni:
Sissi Ruggi
addetto stampa
AttraVerso – mostra di arte contemporanea di Vincenza Spiridione
Per contatti e ulteriori informazioni
ufficiostampa@sissiruggi.com
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Maria Pacheco Cibils LOOK AT ART in mostra al Centro Culturale di Milano

La designer e artista visiva argentino-portoghese Maria Pacheco Cibils sarà uno dei protagonisti di LOOK AT ART – Contemporary Art Exhibition, progetto promosso da Jelmoni Studio Gallery, a cura di Elena Jelmoni, che inaugura il giorno 27 settembre 2024 alle ore 18.00 presso il Centro Culturale di Milano.

L’arte si serve di un efficace linguaggio non verbale: l’azione, immediatamente comunicativa, i cui codici si sono sviluppati nel tempo e che impiega particolari strumenti per rendere manifesto il significato delle immagini rappresentate. Questa esperienza quotidiana dell’immagine vissuta genera orizzonti visivi e mentali in cui è possibile interrogarsi sulle funzioni passate e attuali dell’arte per riconsiderare il suo potere seduttivo e ruolo culturale.

Maria Pacheco Cibils in mostra a LOOK AT ART
Contemporary Art Exhibition
A cura di Elena Jelmoni
 
Vernissage 27 settembre 2024 ore 18.00
 
Centro Culturale di Milano
Largo Corsia dei Servi 4 – Milano

Artisti provenienti da percorsi diversi e che utilizzano una pluralità di linguaggi espressivi affrontano queste tematiche in una serie di progetti individuali che si sviluppano come un percorso attraverso l’azione e la visione contemporanea.

Le opere nascono dalla combinazione sperimentale di elementi e linguaggi diversi alla ricerca del punto di incontro tra leggerezza e complessità da cui avventurarsi nell’esplorazione delle geografie psicologiche, politiche e sociali della cultura contemporanea globalizzata. L’arte è un pretesto per indagare concetti chiave del nostro presente, quali l’identità, nazionalità, la democrazia, il potere, la libertà, la partecipazione e i cambiamenti sociali.

Maria Pacheco Cibils presenta per l’occasione l’opera Pioggia Verde, appartenente all’ultima serie di lavori realizzati nel 2023. Come scrive la critica d’arte Francesca Barbi Marinetti: « Le opere di Maria ci trasportano in ambienti immaginari, e al contempo familiari, oltre una soglia che sfugge ogni definizione, in spazialità estese fatte di trasparenze, vortici cromatici, profondità, luminosità e straordinaria vitalità. Nella corrente dei paesaggi subacquei della pittura di Pacheco Cibils – in cui dominano i verdi, gli azzurri ed i blu con vortici o colonie vitali di arancioni, viola, gialli e rossi – l’osservatore è avvolto dalla suggestione di possibili scenari pre-mnemonici dei principi universali della vita che attendono d’essere recuperati. Pulsa un battito rigenerante che riconduce al pensiero orientale, in particolare il buddismo tantrico, per cui è la donna ad essere portatrice di energia cosmica e conoscenza.»

Maria Pacheco Cibils è designer e artista visiva argentino-portoghese. Le sue opere spaziano tra architettura d’interni, scenografie, ambientazioni, design di oggetti d’arte, pittura ed installazione. Ha collaborato con prestigiose riviste, giornali e canali televisivi. Ha organizzato mostre di artisti e fotografi, spettacoli di teatro e danza contemporanea. Curatrice di diversi brand, ha sviluppato prototipi e grafica degli stessi in Argentina, Paraguay e Italia. Le sue ricerche artistiche sono incentrate su temi primordiali e archetipici, indagando i quattro elementi della natura, radice di tutte le cose immutabili ed eterne e dei processi di trasformazione dell’essere umano. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Spagna, Germania, Austria, USA, Croazia, Regno Unito e Italia. Vincitrice del Primo Premio di Pittura “Lorenzo il Magnifico” a Florence Biennale 2023. Attualmente vive e lavora tra l’Italia e l’Argentina. Tra le ultime mostre: 2024 Roma “AROUND ROME” International Art Exhibition. Arte Borgo Gallery. Biblioteca Angelica Galleria. A cura di Anna Isopo; 2024 Nazzano “CHIAMATA ALLE ARTI”. Museo del Fiume. A cura di Guido D’Angelo; 2024 Barcellona “PROSPETTIVA….FUTURO” Hub / Art. International Art Exhibition; 2024 Londra “TRANSPARENT AS A DRAGONFLY”. Bermondsey Project Space; 2024 Firenze “I AM YOU” Accademia delle Arti del Disegno. Exhibition of the winner of the XIV Florence Biennale; 2023 Firenze “I AM YOU” “La Biennale di Firenze” Fortezza da Basso. Primo Premio Pittura: “LORENZO IL MAGNIFICO”; 2023 Roma”RITORNO AL BLU” RAW.Biblioteca Angelica-Galleria Mostra Personale; 2023 Roma “TRANSPARENT AS A DRAGONFLY” International Art Exhibition.Arte Borgo Gallery; 2023 Duvrobnik Croazia “COLOURS OF LIFE” Palazzo Sponza; 2023 Venezia“FRAGILITY UNVAILED” Palazzo Pisani Revedin Personal Exhibition; 2023 Roma “L’ATRA META’ DEL CIELO ”. Galleria La Nica; 2022 Spain PROJECT PALMA 1.0 Casa del Arte de Palma de Mallorca.Illes Balears. A cura de Artbox Project; 2022 Roma”HUMUS” RAW Biblioteca Angelica Mostra Personale; 2022 Milano “MULTITUDE” Fondazione Luciana Matalon Mostra Personale; 2022 Mantova “SYNESTHESIA” Museo Francesco Gonzaga; 2021 Miami Beach.Florida (USA) Scope Miami Beach International Contemporay Art Fair; 2021 Austria. Art Innsbruck.International Kunstmesse; 2021 Roma “LUMINESCENZA” RAW – Biblioteca Angelica – Galleria. Mostra Personale; 2021 Nazzano (Lazio) “EMPATIA NATURA COMUNITA” – Riserva Naturale Tevere Farfa, Nazzano; 2021 Roma “TRAME CONTEMPORANEE”- Palazzo della Cancelleria Vaticana; 2020 Roma “IL TEMPO SOSPESO ” RAW – Biblioteca Angelica – Galleria Mostra personale; 2019 Roma “DIMENSIONI PARALLELE”RAW Biblioteca Angelica .Salone Monumentale. Installazione; 2017 Roma “FUOCO ETERNITA SAPERE”.RAW:Biblioteca Angelica.Salone Monumentale. Installazione; 2017: Roma “FUOCO o della Rigenerazione” Biblioteca Angelica-Galleria. Mostra Personale.


Il Centro Culturale di Milano è nato nel 1981. Ai suoi inizi prese nome di “Centro Culturale San Carlo”, avendo la sua prima sede in corso Matteotti, presso la Basilica di San Carlo al Corso. Negli anni ’80 la sua storia è segnata da figure e incontri come quelle di don Luigi Giussani (che lo ha originato e seguito negli anni), lo scrittore Giovanni Testori, il vescovo Giacomo Biffi, lo scienziato Gian Paolo Bellini, il filosofo Augusto Del Noce, gli economisti Marco Martini e Gianfranco Senn, l’editore Sante Bagnoli. Da subito, grandi artisti, scienziati, filosofi, scrittori, dall’Italia e dal mondo hanno partecipato con entusiasmo a questo tentativo nuovo nella città, paragonandosi con questa novità culturale. Nei primi anni ’90 il nuovo nome: “Centro Culturale di Milano”, proprio mentre la città di Milano si ferma durante la crisi della politica ed emergono nuove sfide culturali e globali. La nuova sede è in via Zebedia 2, dove, secondo Dante Isella, si riunivano i circoli intellettuali di metà ‘800. Nel 2017, il Centro ristruttura, grazie a donazioni e a Fondazione Cariplo, il palazzo, disegnato da Caccia Dominoni, in Largo Corsia dei Servi 4, si avvia con il Comune di Milano una reciproca Convenzione per la Cultura e i suoi luoghi.


Maria Pacheco Cibils in mostra a LOOK AT ART
Contemporary Art Exhibition
A cura di Elena Jelmoni
 
Vernissage 27 settembre 2024 ore 18.00
Centro Culturale di Milano
Largo Corsia dei Servi 4 – Milano
Fino al 5 ottobre 2024
Orari
: dalle 10.00 alle 19.00 – ingresso libero
 
Jelmoni Studio Gallery
info@jelmonigallery.com
 
Maria Pacheco Cibils
mpachecocibils@gmail.comromastudio2@gmail.com
www.mpachecocibils.com
@mpcachecocibils
 
Ufficio Stampa per l’artista
Roberta Melasecca –
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.com
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

A Milano “Party in pieces” – Alice Capelli, Marco Vignati e Anna Villa

Il 25 settembre ReA! Arte e Archivio Rachele Bianchi inaugurano Party in pieces, una mostra collettiva con opere di Alice Capelli, Marco Vignati e Anna Villa, tre artisti che hanno partecipato alle scorse edizioni di ReA! Fair. La mostra, a cura di Erica Massaccesi, Rita Meschiari e Maria Myasnikova, è il risultato una collaborazione fra ReA! Arte e l’Archivio Rachele Bianchi.

La mediazione del curatore dell’archivio Giorgio Uberti ha reso possibile l’avvio di un dialogo tra passato e presente, grazie al quale i tre artisti hanno potuto creare opere appositamente pensate per la mostra, dando così vita a nuove chiavi interpretative delle tematiche care alla pratica di Rachele Bianchi, quali la fragilità, la trasformazione e l’interiorità umana.

Party in pieces – Alice Capelli, Marco Vignati e Anna Villa

Periodo espositivo: 25 settembre – 6 ottobre 2024
Inaugurazione: 25 settembre 2024, dalle ore 18.00
c/o Archivio Rachele Bianchi, via Legnano 14, Milano

Alice Capelli per la mostra ha pensato a delle installazioni che combinano abilmente emozioni crude con materiali delicati e che invitano alla riflessione sulla natura fugace e fragile dell’esistenza, creando un’atmosfera che persiste a lungo anche dopo il primo sguardo. Rachele Bianchi protegge le sue fragilità dal mondo esterno e dal giudizio. Plasma scudi e mantelli spessi in cui trovare rifugio. Con la maturità il volere dell’artista si è evoluto e gradualmente il suo sentire si è esposto, i mantelli sono diventati reti da cui filtrano aria e luce. Così Marco Vignati interpreta e crea le sue Emulsioni, sculture in cui mette al centro la pellicola fotografica, allegoria del velo, dello scudo, rappresentando il suo strato più sottile ed impalpabile.  Anna Villa presenta invece un ciclo di sculture e un laboratorio poetico che vedono l’argilla protagonista e metafora dell’interiorità umana. Concentrandosi sull’aspetto duttile della materia, la trasforma in una pratica analoga a quella di Rachele Bianchi. Essa diviene così mezzo e occasione di trasformazione, rivelando la sua duplice natura, fragile e forte.

Rachele Bianchi è stata una figura pionieristica dell’arte italiana, nota per il suo coraggio e la sua determinazione in un mondo dell’arte dominato dagli uomini. Attraverso la sua pratica artistica, ha dato voce alle sue esperienze di vita, affrontando continue sfide poste dalla famiglia e dal contesto socioeconomico in cui ha vissuta, esplorando temi di emancipazione, resilienza e identità femminile.

L’Archivio d’Artista di Rachele Bianchi non è solo un luogo di conservazione storica, ma uno spazio che vive e si evolve, dove l’arte del passato si contamina delle reti del presente. In questa mostra, il patrimonio dell’artista diventa il punto di partenza per un racconto contemporaneo che stimola riflessioni e connessioni nuove. La mostra rientra nel ciclo Art2Art, progetto dell’archivio che attraverso la costruzione di un dialogo con l’opera di Rachele e la sua storia incentiva la creatività e affronta la necessità per gli artisti contemporanei ed emergenti di mettersi alla prova e ottenere visibilità.

Alice Capelli (1997) vive e lavora a Milano.
La sua ricerca ruota intorno allo strato epidermico, alla dimensione fisica e corporea, non solo da un punto di vista puramente biologico ed erotico, nella sua sfera si riflettono anche altri aspetti per i quali la società contemporanea fatica a trovare una definizione. Il richiamo all’ambiguità e alla fluidità di genere, sia nella componente dell’identità di sé sia come concetto di identità da un punto di vista puramente tecnico, avviene attraverso la pittura ad acqua. L’atto performativo trova rappresentazione in opere su cui rimangono i segni di un’azione autentica o gli strati di materiale utilizzati nella performance che diventano un passaggio da attraversare.

Marco Vignati (1994) cresce e studia nella città di Milano. 
Dopo un percorso scientifico, sviluppa un forte interesse per l’arte e la fotografia completando con successo una laurea in arti visive presso l’Istituto Europeo di Design (IED). Inizia fin da subito a lavorare come fotografo a 360° nell’industria della moda e del design. Già durante l’università utilizza un approccio installativo per concepire le immagini fotografiche, sperimentando nuovi modi per far confluire “l’azione” dello spettatore in esse, spingendo la ricerca artistica a volgere in un discorso di memoria e ricordo. Le sue opere d’arte derivano da un processo complesso ed analitico basato sulla costante sfida di spingersi ai limiti della fotografia stessa.

Anna Villa (1999) è un’artista italiana attiva nel campo dell’arte visiva che vive e lavora tra Milano ed Albisola.
Attraverso l’utilizzo dell’argilla e della ceramica esplora il potenziale della scultura e della manipolazione della materia in diversi contesti. Nel suo percorso ha avuto modo di misurarsi con la scultura pubblica, il design ceramico e la ceramica contemporanea vincendo premi, partecipando a residenze, ad una fiera d’arte e approfondendo la propria ricerca attraverso workshop e seminari.


ReA! Arte è un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 2020 su iniziativa di un gruppo di giovani professionisti under 35 impegnati nel settore dell’arte. Integrando background diversi – dalla formazione curatoriale alla comunicazione culturale e al fundraising – gli organizzatori si riuniscono attorno a uno scopo comune: promuovere l’arte e la cultura attraverso il supporto di artisti emergenti, garantendo loro l’accessibilità al settore e le opportunità fieristiche. A questo obiettivo si aggiunge quello di avvicinare il pubblico a un mercato dell’arte inclusivo e trasparente. Negli anni di attività l’associazione si è ampliata e consolidata, arrivando a contare oggi un team multidisciplinare di oltre 15 professionisti.

Attorno a questa mission è nata ReA! Art Fair, l’evento principale dell’associazione, che nel 2025 raggiungerà la sua quinta edizione. Alla fiera si affiancano altre esposizioni, attività di collaborazione e istituzioni culturali tra cui il dipartimento di formazione ReA! Education & Consulting, che offre workshop e servizi di consulenza dedicati ad artisti emergenti e operatori del settore con l’obiettivo di trasmettere competenze specifiche per presentarsi e lavorare nel mercato dell’arte contemporanea, in modo strategico ed efficiente.


Mostra: Party in pieces – Alice Capelli, Marco Vignati e Anna Villa
Periodo espositivo: 25 settembre – 6 ottobre 2024
Inaugurazione: 25 settembre 2024, dalle ore 18.00
Presso: Archivio Rachele Bianchi, via Legnano 14, Milano (M1 Cairoli – M2 Lanza)

Orari: Giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 20.00
           Sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00

Link prenotazioni Eventbrite: Clicca qui

Contatti:

ReA! Arte
www.reafair.com
info@reafair.com
@rea.fair

Archivio Rachele Bianchi
www.archiviorachelebianchi.it
info@archiviorachelebianchi.it
@archiviorachelebianchi

Il restauro di Giotto nella Cappella Bardi a Firenze

Santa Croce, sul ponteggio insieme a Giotto: il restauro delle Storie di San Francesco nella Cappella Bardi costituisce un’occasione irripetibile di conoscenza.

Numerose sorprese dalla prima fase dell’intervento promosso dall’Opera di Santa Croce e condotto dall’Opificio delle Pietre Dure con il sostegno di Fondazione CR Firenze e ARPAI.

Conclusione del restauro prevista nell’estate 2025, successive visite guidate sui ponteggi almeno per due mesi fino all’inaugurazione.

Anteprima delle visite sui ponteggi, come regalo di Fondazione CR Firenze alla sua comunità, da ottobre 2024 a luglio 2025.

Giotto in Santa Croce
Restauro della Cappella Bardi

L’intervento condotto sulle Storie di San Francesco, narrate da Giotto nella Cappella Bardi in Santa Croce, apre un capitolo importante nella storia del restauro e costituisce una irripetibile occasione di conoscenza del maestro fiorentino, accostandoci anche al quotidiano operare di colui che fu uno straordinario innovatore. Ad annunciarlo sono Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, ed Emanuela Daffra, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure (OPD) a cui il restauro è stato affidato. Le motivazioni di questo impegno lungo e complesso sono da ricercare nelle precarie condizioni conservative del ciclo, che arrivavano anche a occultarne una corretta leggibilità.

Numerose e assolutamente preziose sono le informazioni già raccolte a conclusione della prima fase del restauro avviato nel giugno 2022, in forza della collaborazione tra l’Opera di Santa Croce e l’Opificio delle Pietre Dure, con il significativo contributo della Fondazione CR Firenze rappresentata oggi dalla vicepresidente Maria Oliva Scaramuzzi, e dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) per la quale è presente la presidente Dominique Marzotto Desforges.

Il progetto viene da lontano e nasce dalla determinazione del compianto Marco Ciatti, già Soprintendente dell’Opificio, che mise a punto e firmò il primo accordo tra OPD, Opera di Santa Croce e ARPAI per il sostegno all’intervento.

L’intervento, preceduto e accompagnato da un’approfondita campagna diagnostica pianificata e condotta dall’Opificio, vede il coinvolgimento attivo di centri di ricerca e professionisti di rilevo internazionalesotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio.

Il Comitato scientifico raccoglie esperti di restauro e alcuni tra i massimi studiosi dell’opera di Giotto: Cristina Acidini (presidente), Giorgio Bonsanti, Sonia Chiodo, Marco Ciatti (venuto a mancare nell’aprile scorso), Emanuela Daffra, Andrea De Marchi, Emanuela Ferretti, Mauro Matteini, Antonella Ranaldi, Serena Romano.

L’impegno economico complessivo è di oltre 1 milione di euro con il concorso dell’Opera di Santa Croce e dell’Opificio delle Pietre Dure, mentre Fondazione CR Firenze e ARPAI intervengono attraverso l’Art Bonus. La donazione di ARPAI è in memoria di Florence e Paolo Marzotto, fondatori dell’Associazione.

Si aggiungono inoltre alcune donazioni private, pervenute attraverso la raccolta fondi #Giving4Giotto, tuttora in corso. Fondazione CR Firenze, oltre all’importante contributo per il restauro, organizza e propone il ciclo di visite “A tu per tu con Giotto”, in anteprima al cantiere di restauro per i residenti a Firenze e Città Metropolitana di Firenze.

Un restauro, dunque, che consente di salire sui ponti insieme a Giotto per ricostruire fasi operative e scelte di cantiere e immaginare l’originaria ricchezza di colori ed effetti di questo capolavoro maturo (fu realizzato sicuramente dopo il 1317), in cui l’artista piega le tecniche e i materiali della pittura a servizio di un racconto ricco di intensità, ispirato alla narrazione della vita di Francesco secondo la biografia di Bonaventura da Bagnoregio.

L’Opificio delle Pietre Dure ha utilizzato le sue competenze consolidate e ha fatto ricorso alle tecnologie più avanzate: preceduta da un’accurata fase di documentazione fotografica ad alta risoluzione in luce diffusa, radente e ultravioletta, la campagna diagnostica ha preso avvio dalle indagini strutturali, condotte mediante un’innovativa apparecchiatura no-touch e raffinate con l’ausilio di una termocamera, per comprendere le condizioni della muratura e individuare eventuali disomogeneità, costitutive o di degrado. Sulla base di un rilievo laser scanner è stato ottenuto il modello HBIM 3D dell’intera cappella sul quale integrare tutte le successive analisi.

Numerose le sorprese e tante anche le conferme riguardanti le modalità di lavoro dell’artista. È venuta alla luce una decorazione precedente, probabilmente geometrica; grazie alla termovisione sono state individuate le buche pontaie ed è stato possibile precisare l’andamento e la struttura dei palchi del cantiere giottesco: realizzati a partire dalla metà delle lunette per poter dipingere la volta e poi portati alla base di ciascuna scena. Altre tracce sono riconducibili alle sinopie e al disegno preparatorio, passaggi fondamentali per studiare la composizione pittorica delle scene sulle pareti. 

Come nella prassi consolidata Giotto tracciava l’abbozzo di ciascuna scena per pianificare le “giornate” del tonachinocioè dell’intonaco sottile su cui i pittori avrebbero steso i colori. Questa modalità permette di riscostruire il succedersi nel tempo del lavoro pittorico. La Cappella Bardi porta avanti le sperimentazioni circa l’utilizzo misto di pittura a fresco e a secco, gestito da Giotto con straordinaria capacità progettuale e tecnica.

La tecnica, infatti, e ce lo conferma la presenza delle giornate, era programmaticamente quella dell’affresco, ma il pittore su questa base interviene ampiamente con colori stesi con un legante organico, probabilmente uovo. Può così contare su una gamma di colori più ampia, ottenere effetti chiaroscurali e di tono più intensi, con esiti di accentuato realismo. Tali aree, in parte perdute, si possono ‘rivedere’ e apprezzare grazie alla nuova campagna fotografica in UV che può valersi oggi di una strumentazione molto raffinata.

Il contatto ravvicinato con le pareti rivela poi particolari che ci riportano accanto a Giotto e ai suoi aiuti, nel vivo del lavoro, come le pennellate di prova destinate a valutare il cambiamento di tono prodotto dall’asciugatura dell’intonaco, che sarebbero poi scomparse alla vista con la stesura cromatica a secco, e sono oggi visibili proprio per la perdita di queste campiture (vengono rivelate, ad esempio, ne Il transito di San Francesco).

La cappella ha subito vicende conservative tormentate. Le pitture murali di Giotto, considerato non più alla moda, vengono addirittura nascoste. Nel 1730 sono state infatti coperte da uno “scialbo”, cioè un’imbiancatura a calce. All’inizio dell’Ottocento vengono poi inseriti due monumenti funerari all’altezza del registro inferiore delle pareti laterali che producono perdite irrimediabili.

Ci vorranno centoventi anni per riscoprire la magnificenza solenne e la forza comunicativa di Giotto e del suo Francesco fiorentino: solo nel 1851, mentre si pensa a una nuova decorazione, riemergono infatti porzioni della pittura trecentesca e uno tra i più celebri restauratori del tempo, Gaetano Bianchi, riporta alla luce le pitture di Giotto. Molte tra le diffuse abrasioni, graffi e perdite che segnano oggi in maniera tanto evidente le pareti dipinte, oltre che agli inevitabili danni prodotti dallo scorrere dei secoli, sono dovute proprio all’azione meccanica di rimozione dell’imbiancatura, mentre le grandi lacune che rendono le scene frammentarie derivano dalla rimozione dei due cenotafi. In quell’occasione tutte le mancanze vengono colmate con integrazioni in stile.

L’assetto con cui i professionisti dell’Opificio si sono confrontati e su cui sono intervenuti è però quello conseguente al restauro condotto, tra 1957 e 1958, da Leonetto Tintori che, con la guida del Soprintendente Ugo Procacci, scelse di rimuovere le aggiunte di Gaetano Bianchi per rivelare un Giotto il più possibile ‘autentico’, limitando al minimo le integrazioni pittoriche.

Tintori aveva fatto un ampio utilizzo di fissativi sintetici, soprattutto a base vinilica, la cui alterazione offuscava la cromia giottesca, così come profondamente alterate apparivano le stuccature, realizzate anch’esse con materiali sintetici, non compatibili con quelli originari. A ciò si deve aggiungere una consistente quantità di depositi di polvere, aree a rischio per distacchi tra gli strati di intonaco, fratture, sollevamenti e cadute di colore con una preoccupante presenza di sali.

Le diverse problematiche sono state affrontate selezionando materiali e metodologie dopo una preliminare fase di sperimentazione. Le porzioni di pellicola pittorica sollevate dall’intonaco sono state fatte riaderire al supporto con un adesivo acrilico. Per la delicata fase di pulitura sono stati impiegati impacchi di acqua calda deionizzata, mescolata a pasta cellulosica e argilla o strati di carta giapponese, mentre si è optato per solventi organici quando è stato necessario rimuovere i fissativi sintetici applicati nel corso dall’intervento del secolo scorso. Sui costoloni e sui medaglioni delle vele è stato necessario l’utilizzo dello strumento laser.

Questa prima fase, ormai conclusa, ha permesso di ritrovare nella pittura di Giotto una straordinaria freschezza e una ricchezza di dettagli – godibile in pieno soltanto in una visione ravvicinata – che è parte integrante dell’intensità del racconto, facendo ancor più rimpiangere quanto – molto – è andato perduto, che doveva impressionare per gli effetti di realismo e complessità spaziale.

Il risultato di queste operazioni è stato particolarmente eclatante nei registri superiori, le lunette e la volta, dove i sedimenti erano più abbondanti e le puliture precedenti meno attente.

I sali solubili sono stati ridotti mediante impacchi assorbenti, mentre il problema della mancanza di adesione tra gli strati che costituiscono il supporto pittorico è stato affrontato con malte premiscelate a base di calce idraulica iniettate sotto la superficie.  Tintori aveva integrato le piccole lacune che segnano con la loro fitta trama l’intera superficie dipinta con impasti vinilici, rimossi e sostituiti con un impasto di calce e sabbia più compatibile con la materia originale.

È aperto, adesso, il confronto sul futuro. A pulitura ultimata è stata avviata la riflessione sulla conclusione del restauro e sulla presentazione finale del ciclo. Una presentazione che, pur senza nascondere i segni delle vicende storiche e conservative subite da un’opera capitale, consenta di ritrovare una visione d’insieme e di leggere in tutta la loro ricchezza le straordinarie invenzioni, soprattutto spaziali, che la caratterizzano.

La conclusione del restauro è prevista per l’estate 2025. L’Opera di Santa Croce e l’Opificio delle Pietre Dure hanno già concordato che il ponteggio di lavoro, a intervento ultimato, resti al suo posto almeno per ulteriori due mesi in modo da consentire le visite del pubblico che potrà così apprezzare l’opera di Giotto da vicino.

Da ottobre 2024 fino a luglio 2025 è prevista inoltre un’anteprima delle visite guidate nel cantiere di restauro, un regalo della Fondazione CR Firenze ad una parte territorio a cui la sua missione è vincolata. L’iniziativa è su prenotazione obbligatoria, tutte le informazioni sul sito fondazionecrfirenze.it


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Ca’ Rezzonico: LORIS CECCHINI. Leaps, gaps and overlapping diagrams

Il progetto espositivo Leaps, gaps and overlapping diagrams presenta a Ca’ Rezzonico dal 21 settembre 2024 al 31 marzo 2025 dieci nuove opere di Loris Cecchini, e la sua pratica artistica che ha come nucleo, da oltre 15 anni, l’elemento modulare. Impiegando i diversi linguaggi dell’architettura, del design, dell’ingegneria, per indagare gli spazi intermedi e i processi morfologici, determinati da salti, lacune e diagrammi sovrapposti – da cui il titolo del progetto – Cecchini articola un dialogo con le collezioni e l’architettura dei tre piani del Museo del Settecento Veneziano

LORIS CECCHINI.
Leaps, gaps and overlapping diagrams
Venezia, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano
21 settembre 2024 – 31 marzo 2025

A cura di Luca Berta e Francesca Giubilei
in collaborazione con Galleria Continua e VeniceArtFactory
con il supporto di Deutsche Bank, Rimani, MAG Italia Group

Punto di partenza sono le monumentali installazioni rampicanti, protagoniste di una intensa interazione con le architetture del portego esternoWaterbones e Arborexence, proliferano nello spazio, a partire da singole unità in acciaio e in alluminio, strutture molecolari o vegetali, che si ramificano avvolgendo gli elementi architettonici e diventando un tutt’uno con essi. 

Al primo piano, nel Salone da Ballo, l’esperienza è quella della vertigine: il dialogo si dispiega tra le grandi strutture Otherworldly Winds, red narrative and black narrative (aeolian landforms on zigzag particles) opere in resina a stampo con vellutazione di nylon increspata – che evocano vibranti paesaggi desertici; i lavori della serie Zigzags particles, interventi scultorei di natura granulare, creati con fusioni in alluminio; gli arredi barocchi, sontuosi ed esuberanti, realizzati in legno di ebano e bosso da Andrea Brustolon, gli straordinari affreschi di Giambattista Crosato e Girolamo Mengozzi Colonna. Grazie alle loro capacità illusive, pittura e scultura settecentesca, insieme alle opere di Cecchini, trasportano il visitatore, in una dimensione magica e surreale. 

Infine, al secondo piano, tra le sale degli affreschi di Giandomenico Tiepolo e il portego con le vedute del Canaletto si ritrovano alcuni interventi scultorei modulari, l’opera a parete Wallwave vibration (Chorus Transition Probabilities), in cui l’artista immagina una variazione improvvisa, una vibrazione sonora, che dissolve provocatoriamente la superficie architettonica e un grande telescopio della serie Zigzags particles, rivolto verso il famosissimo “strappo” dell’affresco di Villa Tiepolo a Zianigo: Il mondo novo.

In quest’ultima stanza, che chiude la mostra, si condensa il discorso artistico di Cecchini: l’opera come strumento per proporre un cambio di prospettiva e un capovolgimento della stessa concezione di rappresentazione. Ne Il mondo novo (1791) Giandomenico Tiepolo ritrae una scena di folla attorno al casotto della lanterna magica, l’invenzione attraverso cui il pubblico qui rappresentato poteva immaginare di volgere lo sguardo verso l’esotico, verso il futuro, dando spazio alla fantasia. 

Telescope I di Cecchini, rivolto verso questo emblematico affresco, rinforza l’idea dell’opera d’arte come dispositivo di sfondamento della realtà. 

Un rimando allo “sfondamento” che, nell’idea dei curatori, determina anche un ulteriore livello di interazione e di corrispondenza. Ammirando i magistrali soffitti affrescati da Tiepolo, Guarana, Crosato e Diziani ricorre il tema della nuvola, centrale nell’apertura delle stanze attraverso i cieli dipinti, e proprio qui si trova il punto di contatto tra i pittori del Settecento e l’artista oggi: la nuvola come unità intermedia, di passaggio tra reale e virtuale, elemento formale che corrisponde, all’idea di scultura modulare che si propaga in modo organico e libero, adattandosi allo spazio stesso e al luogo. 


Ca’ Rezzonico
Museo del Settecento veneziano
Dorsoduro 3136
30123 Venezia
Tel. +39 041 2410100

 
Contatti per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

Editoria: “La collina dei cocci”, il nuovo libro di Daniele Turrini

“La collina dei cocci”, il nuovo libro di Daniele Turrini, è una piccola gemma letteraria che intreccia poesia e musica in modo unico.
Questa raccolta di sonetti “romanizzati” ci porta a riscoprire le vite di personaggi del passato e i loro antichi mestieri, ormai quasi scomparsi.
Attraverso versi ricchi di suggestioni e atmosfere, Turrini dà voce a storie dimenticate, riportando alla luce un mondo che appartiene alla memoria e al cuore di chi lo legge.

Una fascinazione. Mi viene da pensare che l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, si sia furtivamente introdotta nella mia anima, sedimentandosi giorno per giorno, fino a provocare un’impellenza narrativa, che ho cercato di soddisfare con la realizzazione di questa piccola opera.
In realtà, tutto nasce dall’ascolto di un disco, o meglio di un concept album (come dicevano una volta quelli della mia età), realizzato dal più grande poeta- musicista italiano, Fabrizio de André.
NON AL DENARO, NON ALL’AMORE, NÉ AL CIELO è per me un disco di formazione negli anni giovanili (oltre che un assoluto capolavoro).
Ma per molto tempo l’ho ascoltato solo in quanto prodotto musicale.
Poi ho scoperto la suggestione e l’insopprimibile attrazione provocata dalla lettura dell’opera letteraria che lo aveva ispirato.

Nato a Roma il 31 agosto 1964.

Ha pubblicato con la piattaforma di self publishing ilmiolibro.it i seguenti volumi:

  • IL VIAGGIO: REALTÀ O ILLUSIONE? (2022)
  • IL VIAGGIO CONTINUA (2023)
  • SOLO SEI PAROLE PER UNA STORIA (2023)
  • LUCI OMBRE E VOCI (2023)
  • PENSIERI DI…VERSI (2024)
  • LA COLLINA DEI COCCI… (2024)

I seguenti racconti brevi:

  • IL SOGNO AMERICANO (2019)
  • PER NON DIMENTICARE (2021)
  • IL NUMERO UNO (2022)
  • NULLA DIES SINE LINEA (2022)
  • IERI, OGGI, E DOMANI? (2022)
  • VITA PURA (2022)
  • MISERIA E NOBREZA (2022)

Con la piattaforma di self publishing Etabeta i seguenti volumi:

  • MENDICANTI DI VISTA (2023)
  • SE POTESSERO PARLARE (2023)

Con Aletti Editore:

  • IL CALENDARIO LETTERARIO 2023
  • L’AUDIOLIBRO “IL VIAGGIO: REALTÀ O ILLUSIONE?” (2023)
  • PREMIO INTERNAZIONALE DOSTOEVSKIJ TERZA EDIZIONE sez. Racconti (2023)
  • PREMIO INTERNAZIONALE DOSTOEVSKIJ QUARTA EDIZIONE sez. Poesia (2024)
  • VIII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE SALVATORE QUASIMODO (2022)
  • HABERE ARTEM VOL XXIV (2024)
  • VERRÀ IL MATTINO E AVRÀ UN TUO VERSO (2024)
  • ALBE (2024)
  • ENCICLOPEDIA DEI POETI CONTEMPORANEI (2024)

Con EDUP (collana” L’altra scuola”)

  • ROMANZI IN SEI PAROLE

L’autore ha partecipato al Salone Internazionale del Libro di Torino dal 9 al 13 maggio 2024, selezionato nella sezione self publishing con il libro “LUCI, OMBRE E VOCI- la parola ai dipinti di Caravaggio”.


La collina dei cocci è disponibile su ilmiolibro.it e sui migliori store online. Link d’acquisto Amazon:

La strategia di comunicazione dell’autore Daniele Turrini è affidata a Sara Servizi Editoriali.

Sara Servizi Editoriali
Addetta Stampa – Promozione
Web: https://www.saraservizieditoriali.it/
Contatto: info@saraservizieditoriali.it


Sara Servizi Editoriali
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Web: https://www.saraservizieditoriali.it/


A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Sguardi sul futuro del nostro patrimonio culturale

Dal Neolitico al Novecento, 13 Musei documentano senza interruzioni 4 mila anni di storia, con oltre un milione e duecentomila visitatori nel 2023. Uno staff di 102 eccellenti professionisti; un patrimonio che va dal Cenacolo di Leonardo alla Certosa di Pavia; dalle Grotte di Catullo e Castello Scaligero di Sirmione alla Villa Romana di Desenzano; dal sito longobardo di Castelseprio, ai parchi delle incisioni rupestri e i Musei Archeologici dell’alta Val Camonica, al Castello di Vigevano, a Palazzo Besta, al Memoriale di Umberto 1° a Monza.

Nuove sfide per i musei statali della Lombardia:
sguardi sul futuro del nostro patrimonio culturale

Dal 17 maggio 2024 questo patrimonio è affidato direzione di Rosario Maria Anzalone, 43 anni, archeologo di formazione, proveniente dai Musei Reali di Torino, con esperienze in Grecia e in Germania.



Questi primi mesi – afferma il Direttore Anzalone – sono serviti a conoscere luoghi e persone, ad incontrare gli amministratori locali e molti altri soggetti portatori d’interesse, a mettere a punto obiettivi e strategie condivisi con gli appassionati direttori dei nostri 13 musei e con l’intero team”.

“Ho avuto conferma di essere arrivato in una struttura efficiente, motivata e ben organizzata, grazie anche all’eccellente lavoro svolto da chi mi ha preceduto, la dottoressa Emanuela Daffra, oggi Soprintendente all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ringrazio vivamente“.

È notizia recente che alle 13 sedi oggi affidate alla Direzione Regionale Musei Lombardia se ne aggiungerà presto un’altra, il prestigioso Palazzo Litta nel cuore di Milano.

Oggi Palazzo Litta ospita i nostri uffici e da quelli di altre importanti realtà ministeriali territoriali. È nostro obiettivo aprire al pubblico questi magnifici saloni, che si prestano altresì a divenire una vetrina dell’incredibile patrimonio di storia e di arte conservato ed offerto dai Musei Statali della Lombardia“.

Cosa vogliamo proporre nei prossimi anni? Musei che sempre di più siano di tutti, con tutti e per tutti. Per tutti perché abbiamo la responsabilità di gestire i “nostri” musei al meglio, ben consapevoli di custodire un patrimonio e delle risorse che appartengono alla collettività e ai cittadini. Con tutti perché non crediamo al museo come hortus conclusus ma come parte attiva di un sistema socio-territoriale vivo e in costante evoluzione. Di tutti perché vogliamo che i nostri musei siano un luogo autenticamente inclusivo, aperto a ogni categoria di pubblico. Ambire a essere la casa di tutti significa proseguire con determinazione quei processi di inclusione sociale e culturale che stanno radicalmente trasformando il ruolo dei musei contemporanei. Potremo dire di aver assolto alla nostra funzione nel momento in cui, oltre a preservare al meglio il nostro patrimonio, avremo saputo rendere i nostri musei luoghi attrattivi anche in funzione di una loro percepita familiarità e accoglienza“.

Interessa senz’altro accrescere il numero dei visitatori ma ancor più importa accoglierli e accompagnarli alla scoperta della storia del proprio e del nostro territorio. L’obiettivo è stimolare nei nostri ospiti la voglia di tornare per approfondire, confrontarsi, fare comunità. Per questo stiamo investendo in musei capaci di attivare tutti i sensi, superando con il piacere della scoperta la percezione del museo come asettica e distanziante sequenza di oggetti“.

Ci stiamo impegnando ad attrarre nuovi pubblici, coinvolgendo anche e soprattutto chi non frequenta abitualmente i musei e i luoghi della cultura. Per farlo è necessario proporre un racconto coinvolgente ed emozionante, che sappia raggiungere attraverso l’arte, la storia e i luoghi quelle corde profonde che albergano nell’animo di ognuno di noi. Su questo fronte, che per noi è prioritario, stiamo mettendo a punto progetti con ANCI – Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia e Regione Lombardia, ma anche con le scuole coinvolte nel progetto “Crescere con l’arte”, che prevede la realizzazione di mostre con opere e reperti del patrimonio statale in diverse realtà scolastiche della città di Milano“.

Ricordo – sottolinea ancora il Direttore Anzalone – che stiamo già positivamente sperimentando l’e-ticketing, attraverso l’app “Musei Italiani”. Nel corso dei prossimi mesi tutti i nostri musei passeranno gradualmente a questo sistema di bigliettazione che, in linea con quanto avviene già in molti paesi, si propone in modalità esclusivamente cashless“.

Mentre pensiamo a come accogliere al meglio i nostri visitatori ci stiamo adoperando per aprire le nostre collezioni al mondo attraverso la digitalizzazione del nostro intero patrimonio museale, progetto finanziato con fondi del PNRR”. Sempre nell’ambito dei progetti PNRR, un altro fronte su cui la DRMNL è impegnata è il progetto “Musei Polisensoriali”, finalizzato al superamento delle barriere che precludono alle persone con disabilità sensoriale o cognitiva la fruizione del patrimonio culturale”.

Molti sono poi gli interventi che ci riguardano: sia a favore dei nostri musei ma anche come soggetto appaltante per importanti progetti su altri beni. Tra essi, il Museo Nazionale dell’Arte Digitale, il restauro e della Caserma sede della Compagnia dei Carabinieri di Milano Duomo, il sito Unesco della Provincia di Varese comprendente il Sacro Monte di Varese e il sito longobardo di Castelseprio, ancora nel varesino il Polo Culturale di Tradate dove troverà collocazione il Museo della Motocicletta Frera 1905. Complessivamente sono lavori per più di 10 milioni di Euro“.

Per noi un impegno gestionale davvero importante“, sottolinea il Direttore.

Molti fronti, dunque, affrontati con idee chiare e una squadra che intende impegnarsi per raggiungere obiettivi condivisi, concreti, precisamente definiti e senza dubbio ambiziosi.

Dati generali 2023:

Visitatori complessivi 2023 nei musei statali della Lombardia 
n. 1.219.609,00

Introiti complessivi lordi di bigliettazione 2023 
€ 7.877.349,00

L’andamento dei dati parziali del 2024 è in linea con il trend 2023. Ci aspettiamo un lieve aumento nell’ordine del 5-10%.

PROGETTI CON FINANZIAMENTI PNRR
Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione” Componente 3 – Cultura 4.0 (M1C3-3)
Investimento 1.2 “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura.
n.3 progetti
per un totale di € 1.360.000
Investimento 1.3 Migliorare l’efficienza energetica in cinema, teatri, musei
n.3 progetti
per un totale di € 2.000.000


Direzione regionale Musei Nazionali Lombardia
Ufficio comunicazione
drm-lom.comunicazione@beniculturali.it
 
Ufficio Stampa: STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Tel. 049 663499;
roberta@studioesseci.net, referente Roberta Barbaro

Inaugurazione “Untitled” – mostra personale dello scultore Edi Carrer

Si inaugura sabato 21 settembre, alle 18.30, alla Portopiccolo Art Gallery (Sistiana) la mostra personale dello scultore Edi Carrer “Untitled”, a cura di Eva Comuzzi”, che apre la “sezione pietra” della 10° edizione de “L’Energia dei Luoghi. Festival del Vento e della Pietra”, una rassegna che mira rafforzare le sinergie tra le comunità del territorio transfrontaliero e carsico.  La raffinata ricerca dell’artista scultore Edi Carrer intreccia storie umane e territori non rinunciando ad aspetti e voci di sorprendente ironia.

L’ENERGIA DEI LUOGHI – 10° edizione FESTIVAL DEL VENTO E DELLA PIETRA 
POLIFONIA CARSICA / Dalle origini al contemporaneo 
Inaugurazione “Untitled” – mostra personale dello scultore Edi Carrer

Portopiccolo Art Gallery – Sabato 21 settembre

“Una mostra, quella di Carrer, artista invitato al primo anno della residenza di scultura ad Aurisina e poi diventato tutor” — spiega la curatrice Eva Comuzzi — “che sembra non si possa e non si debba nominare. Il titolo Untitled non per ciò che vi è esposto, così reale, chiaro, prepotente, ma per quello che rappresenta, che è “L’innominabile attuale”, rubando il titolo al saggista Roberto Calasso”.

Il progetto è curato in sinergia con il Circolo Arci di Cervignano APS nell’ambito della Rassegna “La poetica della meraviglia per un’archeologia del contemporaneo”.
Durante il periodo di apertura della mostra – visitabile sino all’8 dicembre 2024 / Orario ven – sab – dom 17.00 – 20.00 
o su appuntamento +39 3386045489 – saranno organizzati mirati workshop d’incontro con l’arte, la scultura e l’installazione.

Nato a Pordenone nel 1974, Edi Carrer vive e lavora a Pietrasanta. Ventenne intraprende un percorso artistico attraverso la pittura. Nel 1996 iniziano le prime esposizioni collettive di pittura e incisione, mentre prosegue la ricerca di una nuova forma espressiva. Nel 1998 affronta anche la terza dimensione, scegliendo inizialmente il legno per poi passare definitivamente al marmo. Dal 1999 partecipa ai vari simposi internazionali di scultura e a numerose esposizioni di arte contemporanea nella sua regione e nei paesi limitrofi. Nel 2012 è tra gli artisti selezionati per la rassegna Sculpture by the sea in Australia. È chiamato a realizzare diverse opere monumentali sia in Italia, come nel caso della scultura collocato presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Udine e quella nel Principato del Liechtenstein. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dal 2020 collabora come maestro scultore e tutor nell’ambito della rassegna Energia dei Luoghi/ Festival del Vento e della Pietra a cura dell’Associazione CASA C.A.V.E.

Il vernissage sarà preceduto, alle 17.00, dall’itinerario “Per l’antica cava“, con le guide naturalistiche di Estplore, alla ricerca delle tracce a Portopiccolo del passato geologico e storico come cava di pietra del Carso e visita all’esposizione diffusa delle opere scultoree Il favoloso viaggio nella Pietra di Aurisina e alle nuove attività artistiche e commerciali di Portopiccolo. Prenotazione dell’itinerario obbligatoria; info@estplore.it / Info: +39 340 7634805 (Sara), organizzato in sinergia con il Comune di Duino Aurisina nella settimana della mobilità sostenibile / spazio pubblico condiviso, in collaborazione con Gruppo Ermada. 

Domenica 22 settembre, alle ore 10.00, è in programma una visita alla Cava Romana, uno dei punti di interesse naturalistico e culturale di KAMEN Museo Diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina, realtà culturale promossa dal Comune di Duino Aurisina, all’interno del Geoparco transfrontaliero del Carso, condotta dalle guide naturalistiche di Estplore e con il supporto del geologo Marco Manzoni.

Prenotazione obbligatoria:  info.sistiana@promoturismo.fvg.it / mob. +39 335 7374953 


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Pietrasanta (Lucca): Inaugurazione della mostra “Les Joies du Sport”

Siamo lieti di invitarLa venerdi 20 settembre, alle ore 18.00, all’inaugurazione della mostra 

Un progetto espositivo pensato in occasione della “Festa dello Sport”. Saranno esposte anche opere del Museo dei Bozzetti di Pietrasanta.

La mostra sarà visitabile fino al 20 ottobre 2024 con il seguente orario: dal lunedi al venerdi 9.00-13.00; sabato e domenica 16.00-19.00 – ingresso gratuito

Per maggiori informazioni: cliccare qui


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Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Perugia: GIORNO 246 di Lorenzo MAQCED, Ilaria PENNONI, Sara TOSTI

La mostra esplora il concetto di custodia come atto di resistenza alla dissoluzione dei legami umani in un mondo in cui frammentazione e isolamento minacciano la coesione sociale.
Attraverso percorsi artistici che si snodano tra riflessioni profonde e intime esperienze collettive, invita il visitatore a riflettere sulla fragilità dell’esistenza e sulla necessità di preservare non solo ciò che è tangibile, ma anche i legami invisibili che ci uniscono. L’atto di custodire diventa così una ribellione contro l’effimero e il distruttivo, un processo che trasforma la vulnerabilità in forza e la transitorietà in bellezza. 

Le opere esposte testimoniano la capacità dell’arte di abbracciare imperfezioni e ferite, sublimandole in una nuova forma di bellezza che non si nasconde dietro la perfezione, ma si rivela nella sua complessità e capacità di adattamento

Qui, gli artisti non si limitano a rappresentare il cambiamento, ma lo accompagnano e lo proteggono, trasformando l’opera in un simbolo di resilienza. In questo spazio asettico e isolato, che richiama l’ambiente da cui le opere hanno preso vita, la mostra diventa un viaggio attraverso la comprensione estetica del cambiamento. Aprendo un dialogo tra l’opera d’arte e lo spettatore, emerge una nuova visione della bellezza: non più idealizzata, ma viva, pulsante, capace di resistere e trasformarsi insieme a noi. La mostra è una testimonianza universale che trascende tempo e spazio, invitando chiunque a confrontarsi con l’impermanenza e la fragilità della vita. È un’esperienza che parla a coloro che cercano un senso profondo nel disordine e che trovano nella bellezza imperfetta una fonte di forza e verità.

Lorenzo Maqced, Ilaria Pennoni, Sara Tosti, vedono le loro opere esposte a Perugia presso l’artist run space Ma project, in occasione della collettiva Giorno 246, terza mostra di un ciclo pensato da Ma project nella programmazione annuale di eventi, dal 21 settembre fino al 5 ottobre 2024.

MA Project è un Artist Run Space fondato a Perugia nel 2020, situato in via Pellas 37. Gestito da un collettivo di artisti, si propone sia come un luogo dedicato alla sperimentazione artistica, che alla creazione di nuove possibilità espositive. La sua missione è quella di offrire un ambiente dinamicoper il lavoro e la ricerca, distinguendosi per la capacità di valorizzare artisti emergenti. Attraverso un approccio collaborativo e inclusivo, MA Project esplora diverse pratiche artistiche contemporanee, ospitando sia mostre personali che collettive, che spaziano dalla pittura alle installazioni, abbracciando una vasta gamma di media e linguaggi espressivi.

Lorenzo Maqced, pseudonimo di Lorenzo Marroni, è nato a Città di Castello il 6 Maggio 1993. Ha studiato all’accademia di belle arti Pietro Vannucci, e attualmente vive e lavora a Perugia.

La sua pratica si concentra sull’eredità popolare, esplorando spazi e figure attraverso architetture visive che metaforicamente riflettono il rapporto dell’uomo con l’esterno. La sua pittura si caratterizza attraverso campiture che attuano rapporti di amicizia e in-amicizia, che si sfiorano e si respingono, come i temi portati all’attenzione. Il tempo antecedente al dipinto è sempre preceduto da una porzione dedicata alla ricerca e all’assemblaggio di immagini, che esse siano personali o estrapolate dalla memoria popolare del world wide web. I passi si muovono attraverso scenari ricostruiti che solo successivamente costituiscono una grammatica. Ha effettuato una residenza a Pottery North West, Seattle, Usa, (2019). È co.fondatore dell’Artist Run Space Ma project, Perugia. Vincitore dei premi: Premio “DE POI AWARD”(2019), Premio Alfredo De Poi (2016). Ha partecipato a personali e collettive: Abele, Blue Gallery, Venezia, IT (2024), Qualche storta sillaba, Ma project, Perugia, IT (2023), Flocking Birds, Ma project, Perugia, IT (2022), Nel Frattempo 2, Valeggio sul Mincio, Verona, IT, (2022), L’infanzia come oggetto di consumo, Ma project, Perugia,(2022) IT, Opening, Ma project, Perugia, IT, (2021), Sanctuary House, Seattle, USA, (2019), Asilus, Civitella D’arna, Perugia, IT,(2019), Vento, Temporary Accademy13, Perugia, IT, (2018). Esistenzialismo, Sansepolcro, Arezzo, IT,(2017).

Ilaria Pennoni è nata a Umbertide il 1 febbraio 1998, si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti di Perugia in scultura presso la cattedra del professore Nicola Renzi nel 2021, vive e lavora in Umbria.
La sua ricerca si configura come un raffinato esercizio di dualismo percettivo, capace di suscitare un impatto che si sviluppa su due livelli distinti e complementari. In primo luogo, lo spettatore viene avvolto da un senso di immediatezza, attratto da una superficie che si presenta giocosa e cromaticamente vivace. Tuttavia, solo attraverso un’osservazione profonda e meditata, l’opera dispiega la sua essenza più intima, sovvertendo l’impressione iniziale per rivelare un sottotesto malinconico, a tratti straziante, sempre intriso di una sottile ma incisiva critica sociale. Il processo di rivelazione è volutamente graduale, simile alla lenta diffusione di una nube tossica che, impercettibilmente, avvolge e trasforma la percezione. La cera, materia privilegiata dall’artista, non è mero strumento formale, ma diviene veicolo di un processo che mette a nudo la vulnerabilità e la transitorietà della creazione, esaltando il valore simbolico dell’effimero e del divenire, in un continuo dialogo tra apparenza e profondità.
Selezionata per il XVII Premio Internazionale di Scultura Edgardo Mannucci (2021). Partecipa a diverse mostre collettive. Tracce d’isolamento e Una, nessuna, centomila, Auditorium di San Domenico a Narni, a cura dalla dottoressa Maria Cristina Angeli ( 2022). Muam Yea, Palazzo Beni, Gubbio, a cura dalla Fondazione Università delle Arti e dei Mestieri ( 2023). Il corpo e il sintomo nel Borgo di Mantignana, a cura di Paolo Nardon e Manuela Traini. Vince il terzo premio al XXVII concorso Scultura da Vivere della Fondazione Peano di Cuneo (2023). Nello stesso anno viene selezionata dall’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci e dall’Unione dei Comuni del Lago Trasimeno per realizzare un’opera d’arte nel progetto di riqualificazione del Molo degli Ebrei. Antico Molo di Sant’Arcangelo di Magione. Everything is possible, Galleria Mondoromulo, a cura di Marco Amore, ( 2024). Arnia 33 alla Rocca Albornoz, Narni, a cura di L. Barreca, A. Rocca, M. Carriero, A. D’Ambruoso, M. Bonelli Bonetti, E.Veschini, M. Deseriis, L. Presapane, G. Bedoni e V. Bindi, ( 2024). Umbertid’Arte, Umbertide, (2024). Incontriinterra2024 per Buongiorno Ceramica a Il Granaio, Deruta, (2024). La sottile linea d’Umbria – Oltre il giardino , Villa del Colle del Cardinale. Piccolo Pallido Puntino Blu a cura di Lorenzo Fiorucci, Palazzo Graziani Baglioni, Torgiano, (2024). 

Sara Tosti nasce nel 1994 a Perugia dove vive e lavora.

Partendo da temi quali cura e protezione sviluppa la sua indagine verso tutti quei materiali apparentemente fragili, delicati, verso ciò che copre ma lascia intravedere senza svelare. Attraverso un lavoro ripetitivo e riflessivo, che permette di far emergere punti, particolari variazioni di luce per brevi momenti presenti, fa muovere il lavoro su una sottile linea di trasformazione di una cosa in un’altra, su una percezione delle cose sempre sussurrata. Rientrare nel guscio, avvilupparsi, immaginare di abitare degli interni che sono corazza del suo corpo molle: dall’interno protetto, tutto si ingrandisce, si immagina, ha valore e nasce. Inizia la sua formazione diplomandosi nel 2012 presso l’Istituto Statale d’Arte Bernardino di Betto di Perugia. Ha successivamente conseguito il Diploma Accademico di II livello nel 2020, in Arti visive e Discipline dello Spettacolo, con specializzazione in Pittura all’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.

Nel 2016 partecipa al progetto Erasmus presso Facultad de Bellas Artes Alonso Cano di Granada,Spagna. Nello stesso anno ottiene la borsa di studio Armando Alunni. Partecipa inoltre a numerose mostre sia collettive che personali.
Premio Internazionale Limen Arte 2015-VII Ediz., giovani artisti italiani e stranieri, a cura di Lara Caccia, indetto dalla Camera di Commercio di VV, presso Complesso Valentianum, Vibo Valentia, IT,(2015). 5° Himeji Modern Art Biennale, Himeji ,JP, (2016). Io voglio fare quello che è… a cura di Nicola Renzi e Arthur Duff, Temporary Academy 76, Perugia, IT ( 2018). Tracce di passato di presente di futuro XIV Ediz 2019, a cura di Mariacristina Angeli, Auditorium Mauro Bortolotti Complesso Monumentale San Domenico, Narni, IT ( 2019). STENDALE. L’ abbraccio delle Muse La corrispondenza dei sensi, a cura di Gabriele Perretta, Corciano, IT ( 2019). Progetto OPERA VIVA – l’Artista di Quartiere, the District Artist,Torino, IT (2020). Dal 2020 al 2024 è stata residente presso Ma project Artist Run Space, Perugia. Durante la sua residenza ha partecipato a: Rosa Sentinella, Perugia, IT (2021). Flocking birds, Perugia,IT (2022). Iron, a cura di Virginia Ryan e Benedetta Galli, Il Granaio, Deruta, IT. Fuori fuoco, a cura di Davide Silvioli, Attilio Quintili studio, Deruta, IT (2022). Qualche storta sillaba, Perugia,IT (2023). 9 posizioni di arte contemporanea del centro Italia, presso la galleria Kunstverein, Ebersberg, DE (2023).


Il progetto Quadro Zero nasce nel 2019 dall’iniziativa di due creativi, Vincenzo Alessandria e Giulio Buchicchio, rispettivamente designer e fotografo, come strumento di connessione tra artisti emergenti, con l’intento di scoprire e sostenere nuovi talenti. La loro missione prevede l’organizzazione e la curatela di mostre originali, dove opere, immagine coordinata e spazio condividono caratteristiche comuni e coerenti. A sua volta, Ma Project è uno spazio di arte contemporanea innovativo, creato con l’intento di esplorare nuove forme espressive e promuovere la creatività artistica in un ambiente dinamico e stimolante. Il progetto si distingue per l’attenzione alla sperimentazione e alla ricerca, essendo prima di tutto uno studio di artisti, ospitando poi una varietà di mostre ed eventi che spaziano dall’arte visiva alla performance, con un focus su temi attuali e contemporanei. Questo luogo, dunque, non è solo uno spazio espositivo, ma un punto di incontro per artisti, curatori e pubblico, favorendo il dialogo e l’interazione creativa. Il ciclo di mostre pensato da Ma Project intende esplorare nuove possibilità espositive attraverso la selezione di artisti italiani e internazionali, con l’obiettivo di contribuire alla ricerca di nuove metodologie nell’ambito della sperimentazione artistica.


Lorenzo Maqced, Ilaria Pennoni, Sara Tosti
Giorno 246
In collaborazione con Quadro Zero
                                                  
21.09 > 05.10. 2024     
OPENING 21 settembre h.18.00     

ORARI DI VISITA
venerdi, sabato, domenica 18:00- 20:00

INSTAGRAM            
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CONTATTI STAMPA  CRISTINA GATTI PRESS & PR | press@cristinagatti.it