Padova: Walter Rosenblum importante figura della fotografia del XX secolo

Walter Rosenblum rappresenta una figura importante della fotografia del XX secolo. Questa mostra vuole dare completezza al suo straordinario percorso espressivo attraverso un’importante raccolta di sue fotografie vintage, molte delle quali mai esposte prima. Verrà così offerta l’opportunità di conoscere il lavoro di questo straordinario autore, uno dei più importanti fotografi americani del secolo scorso. In Italia, dopo la grande mostra del 1999 a Padova, ritorna il suo lavoro con un percorso di oltre 110 fotografie e documentazione d’epoca.

22 Febbraio 2025 – 04 Maggio 2025
Padova, Galleria Civica Cavour
WALTER ROSENBLUM. Master of Photography

Walter Rosenblum (New York City, 1919-2006) ha esercitato la professione di fotografo per più di cinquant’anni contribuendo notevolmente all’affermazione della fotografia nel corso del ventesimo secolo. A 18 anni entrò a far parte della Photo League, dove conobbe Paul Strand, suo mentore e amico, altri significativi fotografi, tra i quali Berenice Abbott e Lewis Hine.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Rosenblum prestò servizio come fotografo e cineoperatore nell’esercito americano e partecipò allo sbarco in Normandia a Omaha Beach. Si trovò tra i primi a filmare l’interno del campo di concentramento di Dachau. Rosenblum è stato uno dei fotografi più decorati della Seconda Guerra Mondiale.
Rosenblum ha fotografato alcuni dei più significativi eventi del ventesimo secolo: l’esperienza degli immigrati nella Lower East Side di New York, la Seconda Guerra Mondiale, i rifugiati della guerra civile spagnola in Francia, la vita del quartiere di Harlem, del sud Bronx e di Haiti. Eventi che saranno tutti documentati all’interno del percorso espositivo.

La sua carriera è stata arricchita da un’intensa attività didattica, e le sue fotografie sono presenti in oltre 40 collezioni internazionali, incluso il J. Paul Getty Museum, la Library of Congress, la Bibliothèque Nationale di Parigi e il Museum of Modern Art di New York.
Le sue fotografie riescono ad immortalare le qualità umane dei quartieri e dei loro residenti che affermano la vita e riflettono l’approccio socialmente consapevole che è stato il fondamento della sua carriera.

Come scrive Angelo Maggi, curatore della mostra: “Attraverso i suoi scatti, Rosenblum ha saputo immortalare l’autenticità dell’esperienza umana, regalando a noi tutti un messaggio di speranza e resilienza. Il suo lavoro, quindi, non si limita a essere una testimonianza del passato, ma continua a essere una fonte di ispirazione, invitandoci a vedere il mondo con occhi nuovi e a cogliere la luce nelle situazioni più oscure. L’opera del fotografo è ampia e ha dato un contributo importante alla storia della fotografia sia per il suo impegno e rilevanza teorica, sia per l’eccellenza artistica delle immagini”.

Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova: “Siamo particolarmente lieti di aver messo a disposizione la centralissima e prestigiosa Galleria civica Cavour e il supporto organizzativo e di comunicazione, per rendere omaggio a Walter Rosenblum, uno dei maggiori fotografi del Novecento, che per oltre cinquant’anni ha documentato gli eventi più significativi del secolo scorso. La mostra rientra nel progetto “30 Migno”, ideato dallo storico Gruppo fotografico per celebrare i trent’anni di attività, indissolubilmente connessa sia al magistero compositivo del fotografo americano, sia al suo umanista, rivolto alle persone comuni, ai poveri, agli ultimi. Nel corso della sua vita, Rosenblum ha incontrato molte persone malvagie e conosciuto le atrocità che ero state capaci di compiere – era presente alla liberazione del campo di concentramento di Dachau – ma ha continuato a credere che entro una società altruista solo le persone migliori prosperino. Grazie alla sinergia con l’impresa culturale Suazes, in mostra avremo centododici fotografie vintage – un numero che rende l’iniziativa la più estesa mai realizzata sulla sua opera, in Europa -, e un percorso espositivo che tocca le principali esperienze del grande fotografo e accademico americano.”

Da quest’immensa ricchezza di esperienze e dal prolungato rapporto con le diverse culture, la visione fotografica di Rosenblum si è caratterizzata per essere testimone della condizione umana come di una comunità globale in cui i bisogni fondamentali, i valori e le aspirazioni esistenziali sono universalmente condivisi.
Rosenblum cercò così di sottolineare la dignità dell’essere umano, con i suoi soggetti mai semplici vittime, ma persone integre e complesse, la cui umanità sopravvive intatta malgrado le circostanze avverse.

La mostra di Padova permetterà di approfondire tutte le principali esperienze del lavoro di questo autore riportando al grande pubblico un’opera che, pur essendo ben radicata nel suo tempo, continua a trasmetterci forza ed emozioni.
Il progetto è prodotto da SUAZES, in collaborazione con il Comune – Assessorato alla Cultura di Padova, con il supporto delle eredi Lisa e Nina Rosenblum e dell’associazione MIGNON in occasione delle celebrazioni dei suoi cinquant’anni di attività. La mostra è curata dal prof. Angelo Maggi dell’Università Iuav di Venezia.
Main sponsor è Insurance Opportunity S.r.l.
Il progetto sarà accompagnato da un volume del prof. Angelo Maggi, prodotto da SUAZES e edito da Silvana editoriale.


Ufficio Stampa:
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Tel. 049663499
www.studioesseci.net
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

Spettacolo a Gorizia con gli OVERTWELVE e la partecipazione di GUALTIERO GIORGINI

Con lo spettacolo travolgente “Musica e Parole”, messo in scena dagli OvertTwelve e la partecipazione di Gualtiero Giorgini, il progetto “Le Mani d’Oro” vuole emozionare Gorizia, città europea della cultura insieme a Nova Gorica. Sul palcoscenico del Kulturni Dom, giovedì 27 febbraio, alle 20.30, la formazione composta da 40 giovani cantanti, diretti da Francesca Moretti, proporrà un repertorio brillante e carico di energia, per offrire agli spettatori un’esperienza unica: in programma brani che spaziano da Marco Mengoni a Max Gazzè, dai Coldplay ai Queen, da George Michael ai Pentatonix. 

MUSICA E PAROLE
Spettacolo con gli OVERTWELVE 
e la partecipazione di GUALTIERO GIORGINI
Giovedì 27 febbraio ore 20.30 – Gorizia
KULTURNI DOM GORICA 
Dinamici 83

Uno spettacolo adatto a tutte le età, che rompe gli schemi del classico coro, perché la versatilità sfocia in una rappresentazione contemporanea, offrendo un’ora di musica entusiasmante e coinvolgente.

All’attore Gualtiero Giorgini il compito di fondere i linguaggi con un intreccio narrativo fra i testi delle canzoni e i motti presenti sugli assi delle carte da gioco, che ispirano tutto il progetto “Le Mani d’Oro”. 

“Il gioco delle carte, con i suoi semi, numeri, figure e colori – spiega l’ideatrice e direttore artistico Lorena Matic – “diventa momento di condivisione e socialità, ma è anche metafora della vita che ritroviamo nei testi delle canzoni. La terza edizione del progetto, coniuga creatività dei giovani, eccellenza imprenditoriale e promozione della cultura del territorio” – ricorda Lorena Matic – “e ha consentito la produzione di un nuovo mazzo di carte da gioco della Modiano dedicato a 14 personalità della cultura regionale, cui sono intitolati teatri, musei e gallerie d’arte con illustrazioni realizzate da giovani autori”. Al Museo Sartorio di Trieste la mostra di tutte le proposte grafiche è visitabile fino al 23 marzo, a ingresso libero.

Il cortometraggio sull’intero progetto – anticipato con una preview ancora visibile sul Led Wall del Trieste Airport a Ronchi del Legionari – sarà proiettato il 14 marzo a Palazzo Gravisi Buttorai di Capodistria, in occasione della  presentazione dei giochi per l’infanzia ideati e realizzati dagli Educatori Prescolari della Scuola Pietro Coppo di Isola con il riciclo dello scarto di produzione. Il progetto si concluderà con la presentazione del catalogo, in versione multilingue, che contiene tutti gli appuntamenti di questa edizione.

Il progetto transfrontaliero “La Mani d’Oro”, ideato e diretto da Lorena Matic, prodotto dall’Associazione culturale Opera Viva, si realizza con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo dell’Unione Italiana e della Fondazione Pietro Pittini e la collaborazione del Comune di Trieste, del Kulturni Dom di Gorizia, della Modiano Spa e con la partecipazione delle scuole. 


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Pisa, Museo della grafica: realtà estesa al servizio del patrimonio culturale

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Comune di Pisa, Università di Pisa) è lieto di invitarVi all’incontro

Giovedì 27 febbraio 2025, ore 11:00

Pisa, Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi (Lungarno Galileo Galilei, 9)

Questo evento internazionale è dedicato a professionisti del settore culturale, studenti, ricercatori e appassionati che desiderano conoscere alcune delle sfide tecnologiche più avanzate, per la realizzazione di applicazioni innovative finalizzate alla fruizione del patrimonio culturale e per favorire il coinvolgimento e la partecipazione di cittadini ed esperti. 

L’incontro, organizzato nell’ambito del progetto europeo EUreka3D-XR, sarà occasione per i partner del progetto di presentare tre implementazioni innovative che saranno realizzate nei prossimi 18 mesi, utilizzando contenuti digitali di archivio, fotografie, mappe e modelli 3D, per produrre scenari di realtà estesa, anche grazie all’intelligenza artificiale.  

Si richiede registrazione obbligatoria a questo LINK e si segnala che l’incontro si svolgerà in lingua inglese.

11:00     Messaggio di benvenuto – Alessandro Tosi, Direttore del Museo della Grafica
11:10     Introduzione e scopo dell’incontro – Antonella Fresa, Photoconsortium, Coordinatore del progetto EUreka3D-XR
11:20     La ricostruzione virtuale delle mura medievali della città di Girona – David Iglésias Franch, Archivio audiovisivo e fotografico della città di Girona
11:40     La visita del sito archeologico di Bibracte tramite app innovative – Vincent Guichard, E.P.C.C. Centro europeo di ricerca e Museo di Bibracte
12:00     Alla scoperta del monastero di San Neofito a Paphos – Marinos Ioannides, Università Tecnica di Cipro, Digital Heritage Research Lab
12:20     Domande e risposte per interagire direttamente con gli esperti12:30     Conclusione dell’incontro

Si invita a prendere visione dell’informativa in allegato segnalando che durante l’evento potranno essere realizzati foto, video o altro materiale audiovisivo. Con la partecipazione all’evento si intende prestato il consenso al trattamento della propria immagine che potrà essere pubblicata sui canali di comunicazione ufficiali dell’Ateneo.

Museo della Grafica – Lungarno Galilei, 9 – Pisa
Tel. 050/2216060 (62-67-59-70)
E-mail: museodellagrafica@adm.unipi.it
www.museodellagrafica.sma.unipi.it
www.facebook.com/museodellagrafica
www.instagram.com/museodellagrafica


A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.

Scoprite la mostra Timeless Icons di JISBAR in Italia

JISBAR, noto per le sue reinterpretazioni vibranti
dei capolavori della storia dell’arte

Bonjour. In occasione della Milano Design Week e della Giornata Mondiale dell’Arte, l’artista francese JISBAR presenta Timeless Icons, una mostra unica che reinterpreta capolavori classici e moderni con uno stile pop-street vibrante.

📅 Date: 13 aprile – 11 maggio 2025
📍 Luogo: Refettorio Monastico, San Benedetto Po
🖼 Cosa troverete: Oltre 25 opere che celebrano Botticelli, Michelangelo, Warhol, Basquiat e icone della cultura pop.


Emilie Melloni
Agence Anonyme Paris –  emilie@anonymagence.com

Al MAN di Nuoro, Giovanni Pintori e l’arte della pubblicità

L’esposizione monografica dedicata a Giovanni Pintori, maestro del graphic design italiano e internazionale, che ha legato il suo nome alla nascita della leggendaria immagine Olivetti, si inserisce nel percorso di ricerca che il museo MAN di Nuoro dedica agli autori nati sul territorio sardo e diventati protagonisti del panorama dell’arte mondiale.

Il museo MAN di Nuoro, in collaborazione con il m.a.x. museo di Chiasso, con cui ha siglato un progetto integrato per la valorizzazione dell’autore, ne indaga oggi la ricerca attraverso una sorta di lungo “racconto grafico”, evidenziandone la modernità del linguaggio e tutte le sue straordinarie scelte creative.

GIOVANNI PINTORI (1912–1999)
pubblicità come arte
MAN Museo, Nuoro
progetto integrato con m.a.x. museo, Chiasso
21 marzo – 15 giugno 2025

GIOVANNI PINTORI (1912-1999): pubblicità come arte
a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini
coordinamento di Rita Moro
allestimento Stand Up, Cagliari
 
catalogo Silvana editoriale
con testi di Chiara Gatti, Nicoletta Osanna Cavadini, Mario Piazza, Davide Cadeddu, Luigi Sansone, Angela Madesani

Trecento lavori, fra disegni e dipinti, bozzetti originali, maquette, pagine pubblicitarie di riviste, fotografie e manifesti, punteggiano cinquant’anni di attività premiata dalle più prestigiose istituzioni culturali del mondo: dalla Palma d’oro della Federazione italiana di pubblicità (1950) alla prestigiosa mostra del MoMA di New York (1952) – nel cui giardino Pintori costruisce una scultura pubblicitaria in ferro –, dall’esposizione al Louvre di Parigi (1955) al certificato di eccellenza dell’American Institute of Graphic Arts (1955), dalla Medaglia d’oro della Fiera internazionale di Milano (1956) all’Eight Annual Typographic Excellence Award del Type Director Club di New York (1962). Durante la prima seduta della neo costituita AGI – Alliance graphique Internazionale – Pintori fu nominato socio e poi divenne presidente per l’Italia dello stesso premio, mentre la celebre rivista giapponese “Idea” lo inserì nell’albo dei trenta designer più significativi del XX secolo, testimoniando così il suo talento e il suo successo raccolto a ogni latitudine.

Genio assoluto della grafica pubblicitaria, scelto da un capitano d’industria illuminato come Adriano Olivetti per veicolare in tutto il mondo il nome della sua azienda e dei suoi prodotti leggendari, dalla Studio 44 alla popolarissima Lettera 22, Pintori è riuscito mirabilmente a sintetizzare sempre, in ogni singola immagine, forma e contenuto. Luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, disse Paul Rand, il noto designer statunitense autore del logotipo di IBM. Il ritmo veloce delle dita sui tasti di una macchina per scrivere, i caratteri in libertà, i meccanismi interni dei calcolatori trasformati in motivi dinamici e allegri, sono alcune delle cifre del suo linguaggio e di una vera e propria poetica della scrittura fatta di eleganza e ironia.

«La grafica non è sottopittura» rispondeva Pintori a chi lo interrogasse sul linguaggio del segno, l’unico in grado, come sottolineato dall’amico poeta Vittorio Sereni, di «liberare le risorse latenti contenute nell’oggetto o prodotto che […] viene proposto».

La mostra ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che hanno caratterizzato la sua notevole carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, corporate identity, logotipi per le imprese.

Giovanni Pintori nasce nel 1912 a Tresnuraghes (Oristano), da genitori originari di Nuoro, città dove la famiglia risiede a partire dal 1918. Dopo aver frequentato l’ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza) assieme ai conterranei Salvatore Fancello e Costantino Nivola, nel 1936 inizia la collaborazione con l’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, del quale diventa responsabile nel 1940, legando il suo nome all’immagine della azienda di Ivrea in una lunga e fortunata serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne esterne, stand. Nel 1950 ottiene il primo di un lungo elenco di riconoscimenti: la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità e diventa Art Director dell’Olivetti, potendo godere della stima e del rapporto diretto con Adriano Olivetti. Nel 1952 il MoMA di New York organizza la mostra Olivetti: Design in Industry in cui sono esposti anche i lavori grafici di Pintori. Nel 1953 entra a far parte dell’AGI (Alliance Graphique Internationale) di cui diventerà presidente. Nel 1955, durante l’esposizione al Louvre di Parigi, gli viene dedicata un’intera sala delle grafiche per Olivetti. Sempre nel 1955 gli viene conferito il Certificate of Excellence of Graphic Arts dell’AIGA (l’Associazione dei graphic designer statunitensi) e, l’anno dopo, la Medaglia d’Oro e il Diploma di Primo Premio di Linea Grafica e della Fiera di Milano. Nel 1957 ottiene il Diploma di Gran Premio alla XI Triennale di Milano e partecipa all’annuale mostra dell’AGI a Londra. Le sue immagini accompagnano numerosi articoli sull’azienda Olivetti, il suo design e la sua comunicazione fanno il giro del mondo comparendo in testate come Fortune (USA, 1953, 1957), Graphic Design (Giappone, 1967), Horizon (USA, 1969). Nel 1962 (due anni dopo la scomparsa di Adriano Olivetti) Pintori ottiene un altro prestigioso riconoscimento internazionale: il Typographic Excellence Award del Type Directors Club di New York, seguito, nel 1964, dal Certificate of Merit dell’Art Directors Club di New York. Nel 1966 gli viene dedicata una grande mostra personale a Tokyo. Dopo il 1967, lasciata l’Olivetti per dedicarsi alla libera professione, collabora, fra gli altri, a progetti per Pirelli, Gabbianelli, Ambrosetti e Parchi Liguria. Nel 1981 inizia una collaborazione con l’azienda di trasporti Merzario, per la quale realizza la grafica dei bilanci annuali e delle pagine pubblicitarie. Dopo questa esperienza lascia la professione di grafico e si dedica completamente alla pittura. Giovanni Pintori muore a Milano il 15 novembre del 1999 e lascia un archivio documentario di fondamentale importanza per lo studio della grafica pubblicitaria legata all’industria nei 5 decenni che vanno dal 1930 al 1980.

La famiglia ha donato una parte dell’Archivio al MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro e una parte consistente è oggi in comodato d’uso. Da questo lascito trae spunto l’esposizione, che indaga in particolare materiali dell’archivio privato quali schizzi, disegni, dipinti, fotografie, che restituiscono le passioni di Pintori condivise con artisti e cultori dell’arte in una lettura critica innovativa.

Il m.a.x. museo, inaugurato il 12 novembre 2005 su iniziativa della Fondazione Max Huber–Kono di Chiasso, dal 2010 è divenuto un’istituzione pubblica del Comune di Chiasso ed è membro dell’ICOM (Interna- tional Council of Museums). La missione del m.a.x. museo è quella di divulgare la conoscenza della grafica, del design, della foto- grafia e della comunicazione visiva contemporanea. Col termine di “grafica” s’intende il settore della produzione artistica orientato alla progettazione e alla realizzazione di pro- dotti di comunicazione visiva e, in particolare, il graphic design (progettazione grafica) e la grafica d’arte (o grafica storica). L’aspirazione del m.a.x. museo è quella di costituire un ponte tra il passato e le nuove generazioni di grafici e di designer. La sede del m.a.x. museo si trova in prossimità del Cinema Teatro e dello Spazio Officina, posizione che permette di creare un’interrelazione tra le principali strutture culturali realizzate nella cittadina di confine e, nel contempo, costituire un nuovo e importante Centro Culturale Chiasso caratterizzato da contenuti espositivi e teatrali di respiro internazionale. Il Centro Culturale Chiasso, il 3 aprile 2019, ha ricevuto un prestigioso riconoscimento, a Zugo, da parte della Fondazione Svizzera per il Premio Doron. Il premio, assegnato con la laudatio di Isabelle Chassot, direttrice dell’Ufficio federale della cultura (UFK), è stato conferito per “l’eccellente offerta culturale” promossa dalla città di confine.


Museo MAN, Nuoro
inaugurazione 21 marzo ore 19
fino al 15 giugno
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
tel +39.0784.252110
Orario estivo: 10:00 – 20:00
(Lunedì chiuso)
info@museoman.it
 
Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
referente Simone Raddi, simone@studioesseci.net
www.studioesseci.net

LUKAS INSAM: un mix di blues, funk, country e rock tra tradizione, innovazione ed eleganza

LUKAS INSAM: UN MIX DI BLUES, FUNK, COUNTRY E ROCK TRA TRADIZIONE, INNOVAZIONE ED ELEGANZA

Lukas Insam si presenta al pubblico della grandi occasioni, con il suo potente e, allo stesso tempo, raffinato mix di sonorità che partono dal blues per toccare un po’ tutto l’universo musicale statunitense, come ben evidente nell’ultimo prodotto discografico, l’EP ‘The Live Sessions‘ che lo vede all’opera con il suo trio in un live registrato al Music Club di Egna (BZ).

L’immancabile gilet, la fedele Fender Stratocaster ed una voce “black” al punto giusto, alle sue spalle un organo Hammond a colorare, mentre una batteria detta il tempo.

Non serve altro per servire su un piatto dorato quel sound che da sempre è la filosofia musicale di Lukas Insam, cresciuto a pane e blues, ma con la curiosità di ascoltare ed implementare tutti i suoni che hanno caratterizzato gli ascolti di questo mutevole artista.

LUKAS INSAM: ‘THE LIVE SESSIONS’ 

Recentemente pubblicato questo EP live ci presenta – nelle 6 intense tracce – un veritiero e reale spaccato di quello che è uno spettacolo del trio guidato dall’artista altoatesino, con il blues a farla da padrone nelle sue tante sfaccettature, ma senza sfuggire da quelle contaminazioni sonore, funk, jazz e country rock, che – comunque – sono nel background musicale di Lukas Insam.

L’ottimo e puntuale supporto di organo Hammond e batteria permettono al bandleader di potersi sbizzarrire in creative improvvisazioni che mantengono sempre alta l’intensità dello show, tra cavalcate chitarristiche e momenti più intimi, come nello slow “Lights Are On But Nobody’s Home” di Albert Collins, oppure la riproposizione in chiave funk di un classico dei Beatles come “Come Togheter“.

CHI È LUKAS INSAM

Nasce a Bolzano, Alto Adige il 6 novembre 1978 e – dopo aver svolto studi di chitarra moderna, jazz, blues e canto o – frequenta seminari e workshops nazionali e internazionali con nomi del calibro di Franco D’Andrea, Lorenzo Frizzera, Matt Schofield, Andrea Braido, Enrico “Mad Dog” Micheletti, Wolfgang Pointner, Franco Mussida e Mike Stern, che lo portano a sviluppare un linguaggio blues non standard, diversificato e arricchito da altri generi.

Particolarmente conosciuto ed apprezzato nel Nord Italia e nel Sud dell’Europa, dove si esibisce con assiduità, Lukas Insam è un artista dall’ormai consolidata carriera, con alle spalle un solo album in studio (“Lukas Insam Trio“) oltre al recente EP live ma con una grande attività concertistica che lo ha visto presente col suo trio su palchi importanti come quello del Pistoia Blues, New Orleans Festival di Innsbruck, Blues Made in Italy, Malcesine Blues Festival, Torrita Blues oltre a due tour in Germania.

Ha avuto il piacere di poter condividere il palco con artisti di livello internazionale, come Dave Kelly, Junior Robinson, Raphael Wressnig, i batteristi Jimmy Mayes (Jimi Hendrix) e Pick Withers (Bob Dylan, Dire Straits), il talentuoso armonicista Will Wilde, il sassofonista James Thompson (Zucchero) e Linda Valori.

Il progetto artistico di Lukas Insam prevede esibizioni live sia in trio che full band ampliata con basso, percussioni e sezione di fiati.


LINKS

Facebook: https://www.facebook.com/thelukasinsamtrio
Instagram: https://www.instagram.com/lukas_insam/
YouTube: https://www.youtube.com/Loliukas78
Spotify: https://open.spotify.com
Contatti: litriomanagement@gmail.com


Ufficio stampa
A-Z Press
info@a-zpress.com

Un’opera di Guadagnuolo rivela il momento cruciale per l’Europa

Un’opera di Guadagnuolo rivela il momento cruciale per l’Europa

La situazione in Europa è davvero complessa e delicata. Le recenti azioni di Trump, come l’interruzione dei rapporti con Zelensky e l’avvio di colloqui diretti con Putin, hanno sicuramente aggiunto tensione. L’incontro pianificato fra Trump e Putin potrebbe avere implicazioni significative per la pace in Ucraina, ma ha anche sollevato preoccupazioni tra i leader europei e Zelensky.

Mario Draghi ha giustamente sottolineato che le politiche interne dell’Unione Europea, come le barriere normative, possano creare ostacoli alla crescita economica. La sua osservazione sulla “tempesta perfetta” che potrebbe travolgere l’Europa, se non si adottano cambiamenti significativi, è molto pertinente.

È un momento cruciale per l’Europa, e la capacità di adattarsi e innovare sarà fondamentale per superare queste sfide e garantire un futuro stabile e prospero.

Francesco Guadagnuolo, l’affermato artista interessato dalle vicende politiche ed economiche dell’Europa ha realizzato un dipinto dal titolo: “Tempesta Europea ieri e oggi con Giorgione” (collage e tecnica mista).

“La Tempesta”è un celebre dipinto di Giorgione, realizzato tra il 1502 ed il 1503. Questo capolavoro è noto per la sua atmosfera misteriosa e le numerose interpretazioni che ne sono state fatte. Il dipinto raffigura un paesaggio con tre figure in primo piano: una donna seminuda che allatta un bambino, un uomo in piedi che li osserva, e alcune rovine tra di loro. Sullo sfondo, un cielo minaccioso con un fulmine, annuncia un’imminente tempesta. La “Tempesta” è stata oggetto di molte interpretazioni, alcune vedono le figure come simboli della natura e della morte. Nonostante le varie teorie, il significato esatto del dipinto rimane un mistero.

Guadagnuolo ha visto un’interessante connessione con il Giorgione che può essere vista come una metafora della complessità e delle sfide che l’Unione Europea affronta oggi:

  1. Incertezza e Turbolenza: Il cielo minaccioso e il fulmine nel dipinto possono rappresentare le incertezze politiche ed economiche che l’UE deve affrontare, come le crisi migratorie, le tensioni commerciali e le sfide climatiche.
  2. Interdipendenza: Le figure nel dipinto, seppur diverse, coesistono in un unico spazio, un po’ come i vari Stati membri dell’UE che, nonostante le loro differenze, sono legati da un destino comune e devono collaborare per superare le difficoltà.
  3. Resilienza: La presenza delle rovine nel dipinto può simboleggiare la resilienza dell’Europa, che ha saputo ricostruirsi più volte nel corso della storia, affrontando e superando numerose crisi.
  4. Mistero e Complessità: Così come il significato di “La Tempesta” rimane avvolto nel mistero, anche l’UE è un’entità complessa e in continua evoluzione, con molte questioni aperte sul suo futuro.

È intrigante come Guadagnuolo fa vedere un’opera d’arte del Rinascimento, portato ad oggi, possa offrire spunti di riflessione sulle dinamiche contemporanee. Infatti, Guadagnuolo ha rivisitato il dipinto del Giorgione facendo un’analisi della situazione odierna, cercando di fare vedere le innumerevoli difficoltà dell’Unione Europea nell’affrontarle. Si nota in basso al centro la mappa dell’Europa in bianco su un simbolico sfondo nero, un fiume rosso scorre all’interno, simboleggia tutto il sangue versato da secoli di guerre. Sulla sinistra un soldato russo che minaccia l’Europa. A destra la donna nuda che allatta, simbolo di rinascita. Sopra l’Europa, un kalashnikov sottosopra infisso su un rudere con accanto il mirino spezzato che l’ha reso innocuo diventando simbolo di pace che auspica la fine della guerra come si può anche vedere dalla scritta Peace.  

In alto a destra la Statua della Libertà, simbolo degli Stati Uniti, di cui l’America, con la sua democrazia occidentale ha sempre cercato di promuovere nel mondo. A destra parte del Cremlino simbolo della Russia con una storia millenaria, diviso da un fiume, ma si vede un ponte che può simboleggiare anche la speranza di una futura riconciliazione e collaborazione.

Il tutto in una configurazione transreale per i tempi che s’incontrano fra passato e presente creando l’unicità dell’opera.

Resta in ogni modo un periodo critico per l’Europa che si trova di fronte a un bivio importante. La capacità di assestarsi, adeguare e rivelare soluzioni condivise saranno essenziali per affrontare le sfide attuali e future. Investimenti in tecnologie sostenibili, politiche economiche inclusive e la promozione della cooperazione internazionale potrebbero essere le chiavi per un futuro più stabile e prospero.


Da critica.artecontemp@libero.it 

L’artista Michela Tabaton-Osbourne tra Duino e Aurisina 

Michela Tabaton-Osbourne svolge una residenza artistica tra Duino e Aurisina per il progetto Peripheral Memories. L’obiettivo è creare un ritratto estetico e simbolico del territorio attraverso una nuova opera d’arte scultorea. Durante la residenza, vari eventi sul territorio insieme all’artista.

L’artista Michela Tabaton-Osbourne ad Aurisina,
tra colonialismo e impresa estrattiva

Nell’ambito della X edizione della rassegna “L’Energia dei Luoghi-Festival del Vento e della Pietra”, l’Associazione “Casa C.A.V.E. – Contemporary Art Visogliano Vižovlje Europe’ promuove il progetto “Peripheral Memories” dell’Associazione IoDeposito ETS, che accoglie in residenza artistica Michela Tabaton-Osbourne, nata e cresciuta a Londra da madre italiana e padre giamaicano, attualmente operante in Italia. Il suo percorso artistico inizia presso il Camberwell College of Arts di Londra e prosegue in Italia, dove si è specializzata in scultura a Carrara.

L’obiettivo del progetto dell’Associazione IoDeposito ETS – sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia – è creare una nuova opera d’arte, coinvolgendo le aziende del comparto della pietra di Aurisina, siti di archeologia industriale e comunità locali, raccogliendo testimonianze e coinvolgendo i giovani in laboratori collettivi. Il risultato di questo percorso, che toccherà anche Trieste e Gradisca d’Isonzo, sarà una nuova opera scultorea che restituirà, con tutte le sue complessità e contraddizioni, un ritratto estetico e simbolico del territorio e delle sue dinamiche storiche e contemporanee.

Durante l’incontro di martedì 11 febbraio, Michela Tabaton-Osbourne, accompagnata dallo storico Federico Tenca Montini, ha condiviso il frutto della sua ricerca sul territorio di Duino-Aurisina in un evento aperto al pubblico. Il tema dell’incontro sono state le storie e le memorie legate al passato coloniale e al tema delle cave di pietra che, congiunte, sono alla base del suo progetto di opera d’arte. L’artista svelerà le prime intuizioni su come trasformerà questi stimoli in un’opera scultorea, riflettendo sulle tensioni storiche e culturali del luogo.

Michela Tabaton-Osbourne (Londra, 1992) è un’artista nata e cresciuta a Londra da madre italiana e padre giamaicano, attualmente operante in Italia. Il suo percorso artistico inizia presso il Camberwell College of Arts di Londra e prosegue in Italia, dove si è specializzata in scultura a Carrara.

Tabaton-Osbourne utilizza la scultura in tecnica mista come strumento per esplorare

temi di ibridità culturale, appartenenza, tradizione e alienazione. Predilige tecniche “tradizionali” come scultura e mosaico, in quanto rappresentano un coinvolgimento con l’eredità e il rituale. Oltre al suo percorso accademico, Tabaton-Osbourne ha partecipato attivamente a residenze artistiche sia a livello nazionale che internazionale, arricchendo ulteriormente la sua ricerca. La sua dedizione è stata riconosciuta attraverso vari premi prestigiosi, tra cui il recente riconoscimento con il Premio Orsoni 1888 conferito dal MAR (Museo d’Arte di Ravenna).


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

I Musei Civici di Venezia nel 2025: un’istituzione in evoluzione

Con un rinnovato impegno verso l’innovazione e l’accessibilità, i Musei Civici di Venezia si propongono, una volta di più. come custodi della memoria collettiva e motori di cultura per le generazioni presenti e future.

IL PROGRAMMA DEL 2025 DI
FONDAZIONE MUSEI CIVICI DI VENEZIA

La Fondazione Musei Civici non risponde solo al suo ruolo fondamentale di custodia e valorizzazione di beni preziosi e patrimonio di tutti da secoli, ma nel corso degli anni è diventata driver di una produzione culturale cittadina diffusa, con progetti trasversali che includono le collezioni permanenti nella contemporaneità dei tempi, promuovendo l’arte di oggi fatta dai giovani del nostro territorio e del nostro paese. 

La Fondazione si pone come motore di un sistema inclusivo che ha al centro l’arte in tutte le sue forme, dando uno stimolo costante alla città, attraverso numerosi investimenti.

Apriamo le porte dei nostri musei ai visitatori con orario prolungato e con giornate ad ingresso gratuito dedicate ai visitatori della nostra grande città, oltre che con servizi dedicati, come il dogsitting che nell’ultimo anno è stato scelto da oltre 900 visitatori.

Un servizio reso possibile dai tutti lavoratori che non smetterò mai di ringraziare per il lavoro che quotidianamente offrono a chi sceglie di ammirare le nostre meravigliose sale.

Una Fondazione attenta ai suoi ospiti ma anche in continuo movimento e capace di aprirsi alle nuove richieste: l’Emeroteca dell’Arte a Mestre con i suoi atelier d’artista e le sale lettura ne è un esempio. Come è stata capace di essere un partner d’eccezione per il concorso “Artefici del nostro tempo” dedicati ai nostri giovani e come è riuscita  portare all’interno del Salone Nautico l’arte del museo attraverso la storia culturale delle nostre tradizioni ma anche dell’intuizione dei nostri ragazzi. Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia

Fondazione Musei Civici di Venezia è l’istituzione che custodisce e valorizza il più rilevante patrimonio storico, artistico e culturale della città di Venezia. Una responsabilità e un impegno di inestimabile valore che con visione ha intrapreso, già da alcuni anni, un cambio di passo decisivo. Un percorso che parte dalla sua missione primaria di tutela, conservazione e promozione, ma che si configura anche per una nuova funzione di impresa culturale e creativa: MUVE è diventata una realtà capace di valorizzare le produzioni d’eccellenza, le bellezze storico artistiche, le radici culturali nazionali, del territorio e della città di Venezia, finalizzati alla crescita di ogni individuo ma anche allo sviluppo sociale ed economico. In termini concreti, è capace di sostenersi autonomamente, di attrarre risorse terze da privati, di generare un valore economico aggiunto per il territorio, di reinvestire risorse proprie in interventi infrastrutturali di grande impatto in città, tanto nel centro storico e nelle isole quanto a Mestre e in terraferma. Un esempio virtuoso, unico nel nostro Paese di cui poter essere orgogliosi.  Mariacristina Gribaudi, Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia 

Mostre, interventi di valorizzazione su sedi e collezioni: il 2025 di MUVE 

Un nuovo anno di progetti espositivi già avviato; a partire da Casa di Carlo Goldoni con il progetto di valorizzazione dedicato a Il Fondo Vendramin (fino al 25 gennaio 2026) una tappa fondamentale per raccontare la storia del teatro a Venezia, e non solo, il legame della famiglia con Carlo Goldoni nel periodo di nascita delle più celebri commedie.

Il 2025 è l’occasione per celebrare i 300 anni dalla nascita di Casanova tra storia, moda e cinema per raccontare la straordinaria vicenda di un carismatico personaggio, emblema di un’epoca, intellettuale, scrittore, poeta, diplomatico e spia. Una vicenda storica che vive in due mostre al Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo con le mostre dedicate a Il rinnovamento dell’immagine maschile al tempo di Casanova (dal 7 marzo al 27 luglio 2025) e Casanova 1725-2025: l’eredità di un mito tra storia e cinema (dal 29 agosto al 02 novembre 2025) e nei luoghi di Venezia, primo fra tutti Palazzo Ducale, teatro della celebre fuga dai Piombi, fino alle immagini e alle suggestioni del Settecento racchiuse nel museo dedicato: Ca’ Rezzonico, tra gli spaccati di vita aristocratica del Longhi, la pittura di costume di Guardi, testimoni diretti e cronisti dell’atmosfera del Settecento, la maschera, la coppia di amanti, la vita spensierata, l’avventura galante.

La stagione espositiva al Museo di Palazzo Mocenigo chiude con uno sguardo a Oriente e un approfondimento su il Kimono maschile (dal 5 dicembre al 5 aprile 2026) in una mostra in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia per ripercorrere il fenomeno del Giapponismo tra fine Ottocento e Novecento. 

Il patrimonio di Ca’ Rezzonico torna, inoltre, a raccontarsi attraverso il Gabinetto dei disegni e delle stampe con una profonda testimonianza per l’arte e la cultura neoclassica in Italia: la mostra dedicata all’Album Cicognara (dal 26 settembre 2025  al 12 gennaio 2026), un liber amicorum riunito da Leopoldo Cicognara. Con disegni di Appiani, Bossi, il giovane Hayez, autori francesi e i disegni dell’amico di una vita: Antonio Canova

Incursioni nella grande Storia dell’Arte e il ruolo della cultura artistica come ambasciatore, con l’ultima, grande esposizione nelle sale a Palazzo Ducale, nelle sale dell’Appartamento del Doge: L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia (dal 30 aprile al 29 settembre) dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola Creta nel periodo di conquista veneziana. 

Il Museo Correr ospiterà la dedica all’eccezionale capacità di Scarpa di coniugare forma e funzione, con la sua inconfondibile cifra stilistica, in realizzazioni di alto impegno artigianale ne Il Correr di Carlo Scarpa 1953-1960. Prende inoltre il via la prima iniziativa dedicata ai Dialoghi canoviani con Karen LaMonte. Nocturnes (dal 23 ottobre al febbraio 2026) e alla riflessione dell’artista sul patrimonio classico e neoclassicismo canoviano in un percorso tra visioni notturne a tinte blu. 

Spazio all’indagine sulla storia dell’Arte Moderna a Ca’ Pesaro dove tornerà esposto, nuovamente riunito, il Poema della vita umana di Giulio Aristide Sartorio (dal 16 maggio al 28 settembre), grande ciclo decorativo realizzato per il Salone centrale dell’Esposizione Internazionale d’Arte del 1907. Un dialogo continuo con autori contemporanei, Raoul Schultz. Opere 1953-1970 (dal 22 marzo all’8 giugno) e Antonello Viola. L’oro della laguna (dal 20  giugno al 28 settembre). La stagione autunnale apre con la grande dedica a Gastone Novelli (1925-1968) dal 25 ottobre – 22 febbraio 2026 per proseguire con Terry Atkinson. Arte e linguaggio (dal 14 novembre al 22 febbraio 2026). 

A Mestre, al Centro Culturale Candiani un ultimo affondo sui maestri delle Avanguardie, Munch. L’urlo espressionista nel Novecento (dal 29 settembre 2024 a marzo 2025) in attesa di vedere la realizzazione dei nuovi spazi dedicati a esposizioni temporanee e destinati ad ospitare la collezione permanente. Tornano le mostre collettive per l’ottava edizione del Premio Mestre di Pittura (dal 13 settembre al 26 ottobre) e a Forte Marghera con Artefici del nostro tempo 2025 (dal 7 giugno al 31 dicembre).

Dialoghi, interazioni, confronti in scena al Museo Fortuny che celebra il 50° anniversario dalla sua nascita come istituzione (1975-2025) a seguito del lungimirante lascito al Comune di Venezia da parte di Henriette Nigrin (1877-1965), vedova del geniale Mariano Fortuny e di cui nel 2025 ricorrono i 60 anni dalla morte. 

Attorno ai Fortuny si svolgerà un ricco programma di racconto e restituzione delle vicende biografiche e artistiche dei protagonisti di un’epoca, con un momento celebrativo ufficiale il 10 giugno 2025, non senza importanti incursioni nell’età contemporanea, a testimoniare quanto sia ancora vivo il messaggio di Mariano, di Henriette e di quanti li hanno accompagnati nel loro viaggio creativo ed imprenditoriale. 

Tra le proposte espositive: Sergio Monari. Sincronie (dal 26 febbraio al 5 maggio), il compendio di opere dell’artista Alberto Rodríguez Serrano. Ars Gratia Artis Venezia (dal 14 maggio al 5 ottobre) e un grande, “duplice” ritorno: quello alla fotografia al Museo e dell’autore veneziano Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio (dal 15 ottobre al 15 marzo 2026). Beato, per quasi quarant’anni, realizzò una serie di immagini dei templi e dei siti archeologici dell’Egitto, della sofisticata architettura della Cittadella del Cairo, della dinamica complessità degli edifici dei Mamelucchi e dei paesaggi circostanti. 

Il Museo di Storia Naturale “Giancarlo Ligabue” presenta al pubblico i primi risultati del progetto di ricerca dedicato a Un ostriarium romano nella laguna di Venezia (da aprile a ottobre 2025) per fornire ulteriori informazioni sugli abitanti della laguna in epoca imperiale romana mediante l’esposizione di alcuni reperti, immagini, video delle operazioni di scavo subacqueo e delle attività di ricerca, nonché un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare. Un racconto della “Venezia prima di Venezia”. 

Spazio al dialogo con l’arte contemporanea con l’installazione Megaflora di Alice Channer (dall’8 maggio al 28 settembre): una scultura autoportante che rappresenta uno stelo di rovo in un contesto, quello del giardino del museo, che introduce in modo suggestivo e coinvolgente ai segreti della natura e degli esseri viventi. 

A Murano, al Museo del Vetro, prosegue il racconto delle Storie di fabbriche, storie di famiglie. Fratelli Toso (dal 12 luglio al 24 novembre) in attesa dell’apertura del nuovo percorso permanente, in programma dal 12 dicembre, nelle rinnovate Ex Conterie con il primo capitolo dedicato a L’Ottocento: dalla crisi alla rinascita. Infine al Museo di Merletto di Burano torna il concorso Un merletto per Venezia (dal 14 giugno 2025 all’8 gennaio 2026)

Professione musei: l’offerta formativa di MUVE Academy

I Musei Civici di Venezia si confermano un punto di riferimento per la divulgazione culturale, offrendo un ricco programma di attività formative e di approfondimento rivolte studenti, professionisti e appassionati. 

 Attraverso il progetto MUVE Academy, si potenziano i percorsi di formazione per studenti, studiosi e professionisti, con workshop, visite guidate e laboratori interattivi, masterclass ed esperienze pratiche in grado di offrire nuove prospettive sulla storia, sul mondo, sull’attualità, condividendo il patrimonio di collezioni e di saperi dei Musei Civici. In quest’ottica si rinnova e consolida la partecipazione di MUVE agli appuntamenti come il Salone Nautico, il Salone dell’Alto Artigianato Italiano, la Venice Glass Week, che hanno nella Scuola Abate Zanetti, nella produzione e nella ricerca artistica e artigianale del vetro il proprio cardine. E ancora, Incontri intorno al management della cultura, i corsi sulla moda e la cultura tessile, le masterclasses dedicate a Monet a Venezia fino agli attesissimi appuntamenti dedicati alla calligrafia tra Oriente e Occidente e le iniziative nell’ambito del progetto Salotto Longhena. 

Musei per tutti, sempre 

Luoghi di incontro, di scambio, di crescita, di ispirazione, dove sperimentare, luoghi della collettività, da vivere, da abitare, sempre più aperti, sempre più promotori di sostenibilità e diversità, con sempre più servizi ai visitatori: tra le 150 proposte in tutte le sedi museali di Fondazione Musei Civici dedicate a scuole, famiglie e adulti, il programma di MUVE Education si caratterizza sempre per una particolare attenzione all’accessibilità e inclusione. Occasioni preziose non solo per l’impatto sociale positivo, ma anche per letture e riletture delle collezioni, esperienze importanti per tutti e per ciascuno per scoprire nuovi significati e nuove narrazioni dell’arte, della storia e della cultura, osservate con uno sguardo diverso. Tra questi; percorsi plurisensoriali, rivolti a tutti, corredati da supporti appositamente realizzati con materiali innovativi e possibilità di esplorazione tattile di opere originali selezionate; le conversazioni d’arte al museo, visite inclusive che incoraggiano l’uso dell’immaginazione e dell’espressione creativa, dedicato in particolare a piccoli gruppi di persone con Alzheimer e anziani con condizioni neurodegenerativa assieme ai loro caregiversscuola di lingua al museo, con attività di avvicinamento alla lingua e alla cultura italiane per ragazzi o minori non accompagnati, adulti stranieri provenienti anche da comunità e centri di prima accoglienza fino a una riscoperta e rinascita, per persone con dipendenza, inserite in percorsi riabilitativi. Una rete di musei che fa davvero bene, a tutti. 


Per illustrare le sue proposte 2025 MUVE ha realizzato, come di consueto, una pubblicazione consultabile on line sul sito di Fondazione: www.visitmuve.it/it/programma-2025/


Contatti per la stampa 
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto
con Alessandra Abbate
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro 
roberta@studioesseci.net
Simone Raddi 
simone@studioesseci.net

Robecchetto con Induno (MI): POLI. Una collettiva di 20 artisti

20 artisti celebrano, attraverso le loro opere, la figura di Luca Poli, fondatore della galleria Maelström di Milano, scomparso nel 2017.

Scultura, fotografia, pittura e grafica i medium che restituiscono la varietà e la profondità della ricerca del gallerista.

Natura e realtà urbana, nelle vaste declinazioni che possono assumere, sono al centro del progetto curato da Nicoletta Candiani, Fabio Presti e Pietro Salvatore.

SAC – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA
ROBECCHETTO CON INDUNO (MI)

Una collettiva di 20 artisti che durante la loro carriera
hanno esposto alla galleria Maelström di Milano
 
A cura di Nicoletta Candiani, Fabio Presti e Pietro Salvatore
 
22 febbraio – 12 aprile 2025
 
Inaugurazione: sabato 22 febbraio ore 17.00

Dal 22 febbraio al 12 aprile 2025, lo spazio post-industriale SAC – Spazio Arte Contemporanea di Robecchetto con Induno (MI) presenta Poli, a cura di Nicoletta Candiani, Fabio Presti e Pietro Salvatore, una collettiva di 20 artisti, che durante la loro carriera hanno esposto alla galleria Maelström di via Ciovasso 17 a Milano, aperta nel 2010 e gestita da Luca Poli, gallerista e figura a tutto tondo nel mondo dell’arte contemporanea, scomparso nel 2017.

Insieme a Rita Marziani, dal 2010 al 2017 Poli ha dato vita a uno spazio in grado di attrarre creatori e fruitori culturali, ampliandosi nel 2012 anche a un servizio di Art Advisory, mantenendo sempre a cuore la causa del sostegno ai giovani artisti e alla varietà espressiva dei loro approcci.

Sono proprio 20 gli artisti – tra scultori, fotografi, pittori e autori grafici – che in passato hanno esposto alla galleria Maelström e che oggi si ritrovano al SAC a comporre una collettiva che restituisce la natura ibrida e complessa della personalità e dell’attività di Poli.

A partire da Andrea Cereda, che con la sua scultura L’ordine delle cose racconta l’armonia geometrica dietro alla realtà. L’installazione Under Water di Alice Olimpia Attanasio comprende invece due dipinti e alcune sculture che vogliono portare a riflettere sulla condizione dei pesci, parte fortemente a rischio nel nostro ecosistema. Alex Pinna con la scultura in bronzo Knockout (Joe Frazier) blocca la dinamicità della boxe e annulla l’identità dello storico pugile. L’opera di Guido Airoldi conclude la sezione scultorea disseminata nella mostra con Lèmene, che riproduce in maniera mimetica, attraverso carta su tela e tavola, la pietra ammonitica utilizzata per recintare gli appezzamenti di terreno della Lessinia.

Spazio poi alla fotografia, con Mise en abyme: la rovina nella rovina di Nicola Bertellotti che si interpella sulla “messa in abisso”, fenomeno narratologico di reduplicazione dell’immagine. Tommaso Fiscaletti con Mute #11 trasporta lo spettatore dal visuale all’uditivo ritraendo il dialogo tra la giostra e la natura circostante, un contesto rumoroso e dinamico che viene fermato e “messo in muto”. La figura femminile è al centro dell’opera di Sara Giannantempo, che espone il dittico Filles a parties, Filles d’amour, Filles en circulation dalla serie “Una Nuova Schiavitù”, dove le protagoniste sono le lavoratrici di un bordello. Francesco Minucci riflette sul tema della maschera nella serie “Reality Show” in cui diversi personaggi interrogano lo spettatore sulla sostenibilità dell’apparenza agli occhi della società. Vincenzo Todaro con girl, child and doll evoca un’immagine residua, quella di una forma umana erosa dal tempo.

Passando alla pittura, e al tema della natura e della città, sono esposte le opere di Ilaria del Monte (La piccola camera fiamminga, Doppia Fuga e Risvegli), di Matteo Nannini (Riposo nel giardino dell’Eden Adamo) e Gaia Lionello (Terre Sospese). Fabio Presti nella serie House on Mars rappresenta rigidi edifici calati in spazi metafisici e sabbiosi, evocando una realtà extraterrestre abitata dall’uomo. L’opera di Tina Sgrò REPERTI propone uno scorcio urbano in cui una luce pulviscolare graffia lo spazio rappresentato. Imparando a Volare di Armando Fettolini, lontana dalla rappresentazione di un soggetto, appare come una superficie in cui la materia increspata sembra volersi staccare dal supporto. In UNTITLEDOmar Canzi utilizza un approccio polimaterico e informale per replicare la superficie di un muro arricchito da manifesti strappati e virulenti segni di colore. Attraverso un linguaggio ibrido, Elena del Fabbro propone un racconto che inizia con i collage digitali esposti alla galleria Maelström e si conclude con l’assemblaggio analogico di Punto di Dolore, immaginario onirico popolato da figure distorte.

Non mancano artisti grafici, come Erica Campanella che in Sentimento e Verità rappresenta il fiore come l’oggetto puro di una bellezza perduta, Willow che con Assolo e Jungle Floor esplora un’estetica Neo-Pop in dialogo con il fumetto e il design, e infine Arianna Piazza, che nei suoi Senza Titolo porta uno studio autobiografico sul corpo che deformato dà vita a mostruosi assemblaggi biologici.


Maelström Art Gallery viene inaugurata a Milano nel 2010, avendo, quale intento principale, la selezione e la promozione di giovani artisti di talento, che operano con stili, tecniche e materiali differenti tra loro, offrendo uno spaccato significativo ed interessante dell’arte contemporanea, nel suo creativo oscillare tra figurativo ed astratto, disimpegnato e concettuale.

La Galleria diventa “Maelström” una sera di inizio autunno, quando, sulla suggestione di un limpidissimo cielo antracite, riaffiorano, dalle pieghe della memoria, le note vibranti di un racconto di Edgar Allan Poe – “Una discesa nel Maelström”, dipinto di vivida bellezza, prima ancor che novella. Il “Maelström” (un vortice d’acqua di formazione naturale caratteristico delle isole Lofoten) diviene, per ispirazione della talentuosa penna di Poe, un gigantesco turbine d’acqua, affascinante ed inevitabile via senza ritorno, capace di trascinare ogni cosa a sé. E dentro di sé…

Allo stesso modo, Maelström Art Gallery si riproponeva di coinvolgere neofiti, estimatori, collezionisti privati ed investitori istituzionali nell’affascinante vortice dell’arte contemporanea.

Inizialmente situata nello storico quartiere di Brera a Milano, Maelström Art Gallery sceglie, nel 2012, di ampliare e dinamizzare il proprio campo d’azione, evolvendo in “galleria itinerante” senza sede fissa, in modo da poter essere presente, di volta in volta, in spazi e città diverse, aumentando la visibilità dei propri artisti ed esponendoli in contesti nuovi e stimolanti.

Nei suoi primi anni di attività, la Galleria ha partecipato a diverse fiere d’arte e ha organizzato numerose mostre personali e collettive per i suoi artisti, che, nel frattempo, hanno saputo distinguersi e farsi conoscere nell’ambito di importanti manifestazioni a carattere nazionale e internazionale, con ottimi riscontri da parte del pubblico e della critica.

SAC è uno Spazio dedicato all’Arte Contemporanea, nato nel 2019 allo scopo di promuovere artisti contemporanei, un luogo di aggregazione sociale e divulgazione culturale rivolto ai creativi ma anche a un pubblico partecipe e interessato alle tematiche attuali che trovano espressione nell’arte contemporanea. Con un programma composto da mostre, laboratori, workshop, concorsi e serate culturali, lo scopo di SAC è guidare il pubblico a un accrescimento culturale anche a livello territoriale.

Situato nel cuore del paese, è inserito all’interno di una struttura appartenuta al bisnonno di Nicoletta Candiani, fondatrice e curatrice di SAC, trasformata da realtà industriale prima tessile e poi conciaria in un punto di incontro, per restituire al territorio ciò che da esso è stato donato per quattro generazioni alla famiglia Candiani.

Con una superficie di 1.400 metri quadrati e ambienti dedicati a mostre e laboratori, SAC espone artisti contemporanei, permettendo loro di realizzare progetti personali, ma vuole anche coinvolgere un pubblico ampio e variegato durante le iniziative intraprese, avvicinandolo alle molteplici sfaccettature dell’arte dei nostri giorni.


POLI
Robecchetto con Induno, SAC – Spazio Arte Contemporanea
(Via Umberto I 108, ingresso da via Carducci 2)    
Dal 22 febbraio al 12 aprile 2025

Inaugurazione: sabato 22 febbraio ore 17.00
Orari: Mercoledì-domenica, ore 14.30 – 19.30
Ingresso libero

CONTATTI
SAC -Spazio  Arte Contemporanea
Via Giosuè Carducci 2 – 20020 Robecchetto con Induno (MI)
info@spazioartecontemporanea.com   
spazioartecontemporanea.com
 
Ufficio stampa     
Anna Defrancesco comunicazione   
chiara@annadefrancesco.com
press@annadefrancesco.com
annadefrancesco.com