Compie due anni LIFE, il doppio album della cantautrice modenese Ellen River 

BUON COMPLEANNO A ‘LIFE’, L’ALBUM DI ELLEN RIVER

Compie due anni ‘Life‘ l’apprezzatissimo doppio album della cantautrice modenese Ellen River che si è fatto particolarmente notare tra i tanti addetti ai lavori e tra gli appassionati di quella musica “roots” di matrice statunitense che hanno fortemente apprezzato questa coraggiosa opera artistica, ancor oggi particolarmente amata e ricercata.

27 brani tutti scritti e composti da Ellen River che ne dimostrano la maturità artistica ed hanno regalato due anni ricchi di soddisfazioni a questa singer-songwriter che ha portato la propria musica in giro per l’Italia, incontrando tanti appassionati del genere accorsi per l’occasione. 

A tutto questo bisogna aggiungere la gioia per aver aperto i concerti di Lucinda Williams a Chiari e di Joan Osborne a Modena e per essersi aggiudicata il primo premio assoluto al concorso “L’artista che non c’era” organizzato dal network dedicato alla canzone d’autore “L’Isola che non c’era“.

Presentato al pubblico per la prima volta in un affollato release party tenuto presso il Vibra Club di Modena, ‘Life‘ si è immediatamente fatto apprezzare sia dal pubblico che dalla stampa specializzata di settore, e da quella notte del 31 marzo 2023 si capiva che la strada era tracciata.

“Pare strano che alle nostre latitudini ci sia un’autrice così determinata e motivata con uno stile narrativo in grado di tradurre Life in un racconto di vita dove rock, country, blues, soul, folk e bluegrass si intrecciano nel messaggio di chi ancora affronta la vita con ironia, nonostante i bocconi amari… Una rivelazione, da ascoltare” (Mauro Zambellini, Buscadero)

“Ellen River is an artist to watch out for. 2023 saw the release of an adventurous double album, “Life”, her second recording as a solo artist, and in 2024 she followed up by opening for Lucinda Williams (in Chiari) and Joan Osborne (in Modena) on their European tours” (Rick Bayles, Americana UK)

“La timbrica vocale di Ellen assomiglia molto a quella di Grace Slick, dettaglio che aggiunge altro incanto al suo policromatico itinerario sonoro avvicinandolo ulteriormente ai requisiti necessari per un piccolo classico senza tempo” (Andrea Amadasi, Blow Up)

la cantautrice dà prova di avere assimilato le lezioni dei grandi, ascoltati e riascoltati, di averle rielaborate con piglio personale, forte di esperienze segnanti e di ottime letture e frequentazioni, ma anche di un indiscutibile dono compositivo, che stempera nei brani, in una palette di variazioni e sfumature armoniche e tematiche, interpretate con convinzione ed emozione” (Laura Bianchi, Mescalina)

c’è un angolo di Life per ciascun ascoltatore, materiale che potrà incuriosire o addirittura conquistare, e se più miti consigli avrebbero forse richiesto a Ellen River di condensare il meglio di questo raccolto, magari per sfruttarlo ancora in un album successivo, pare di poter dire che alla fine abbia avuto ragione lei” (Fabio Cerbone, RootsHighway)

Con Life si arriva alla definitiva maturazione artistica, la saggezza e consapevolezza di chi si è confrontata con i migliori e dove il suono è maggiormente rappresentativo, le liriche veicolano messaggi di speranza, diretti, viscerali. Ballate intense e semi acustiche, country music, folk, blues e rock che brillano di luce propria” (Aldo Pedron, Off Topic)

“Una sera, poche settimane fa, mentre riportavo a casa un amico dopo aver assistito ad un concerto, ho inserito la fatidica chiavetta. Passati pochi minuti, il mio amico ha domandato: “brava, chi è?”, alla mia risposta, Ellen River, ha aggiunto, “inutile, le americane hanno una marcia in più”. Ed invece, la bravissima Ellen River in realtà è modenese, anche se la sua voce, la padronanza della lingua e lo spirito artistico, fanno di lei una perfetta ambasciatrice della musica “americana” sfoderando una voce versatilissima e capace di suscitare emozioni oltre ad una maturità compositiva sbalorditiva” (Stefano Tognoni, Il Popolo del Blues)

A-Z Press ha curato la comunicazione per la promozione dell’album nonché il packaging, grazie al lavoro di Antonio Boschi che ha seguito sia la parte grafica che quella fotografica.

Ellen River è un’artista a tutto tondo, capace di scrivere, produrre ed interpretare i propri brani unendo una immensa passione per la musica ad una professionalità, anche in studio di registrazione, da navigata artista.

Una carriera, la sua, iniziata in giovanissima età e che l’ha portata a confrontarsi con tantissimi generi musicali ai quali si è avvicinata con un assiduo ascolto prima attraverso radio e poi grazie ai vari supporti fonografici e ai tanti concerti ai quali ha assistito.

Dopo numerose esperienze artistiche maturate negli anni, nel 2018 esce il primo album a nome Ellen River, intitolato ‘Lost Souls’ e il 2023 vede l’uscita di ‘Life‘, perfetto manifesto dell’Ellen di oggi, con tutte le esperienze musicali, i racconti e le emozioni particolarmente care a questa poliedrica artista.

Dal marzo 2023 Ellen River porta in giro per l’Italia il suo spettacolo ‘Life’ sia in versione solista (chitarra e voce) che accompagnata dalla propria band in versione duo, trio e quartetto.


Web: https://ellenriver.com
Instagram: https://www.instagram.com/ellenrivermusic/?hl=it
Facebook: https://www.facebook.com/ellenrivermusic
YouTube: https://www.youtube.com/@ellenrivermusic
Spotify: https://open.spotify.com/
BandCamp: https://ellenriver.bandcamp.com/album/life


Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

Venezia: un vivarium probabilmente annesso a una villa del I secolo d.C. 

Il racconto e la restituzione di una scoperta unica in Italia: un vivarium probabilmente annesso a una villa del I secolo d.C.  Un nuovo elemento per leggere la storia della Laguna “prima di Venezia” in epoca imperiale romana.

UN OSTRIARIUM ROMANO NELLA LAGUNA DI VENEZIA
16 Aprile 2025 – 2 novembre 2025
Venezia, Museo di Storia Naturale, piano terra
 
a cura di
Carlo Beltrame
Elisa Costa

Studiare la Laguna per conoscere e capire la natura e la biodiversità, ma anche il rapporto plurisecolare tra l’uomo e questo particolare ambiente, dove città ed ecosistema convivono in un delicato equilibrio. Questo, in particolare, il filo delle attività del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue, che tra gli appuntamenti più importanti del 2025 ospita la restituzione del progetto di ricerca  realizzato dall’Università Ca’ Foscari Venezia: la scoperta di un particolare sito archeologico sommerso nella laguna di Venezia, in località Lio Piccolo, Cavallino-Treporti.

È qui che indagini stratigrafiche subacquee avviate nel 2021 hanno portato alla luce una vasca in mattoni e tavole di legno contenente circa 300 gusci di ostriche: una struttura databile al I secolo d.C. e interpretata come un antico ostriarium: uno spazio destinato al mantenimento in vita di questi molluschi prima del loro consumo. Ad oggi, una scoperta unica in Italia, che trova un solo confronto noto nella laguna di Narbonne, in Francia.

Una parte di questi significativi rinvenimenti, reperti, immagini, video delle operazioni di scavo subacqueo e delle attività di ricerca, nonché un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare saranno esposti al Museo di Storia Naturale dal 16 aprile al 2 novembre 2025: un allestimento che restituisce i primi risultati di questo progetto di ricerca, fornendo ulteriori informazioni sugli abitanti della Laguna in epoca imperiale romana e che, non  ultimo, mette in luce l’importanza di un lavoro di ricerca scientifica interdisciplinare che ha coinvolto archeologi, geologi, biologi, per restituire al pubblico i risultati di questa indagine e invitare alla scoperta e conoscenza della ricchezza della Laguna.

Una scoperta per la storia della laguna di Venezia

Il sito archeologico di Lio Piccolo, segnalato nel 1988 da Ernesto Canal che, per primo, aveva ipotizzato di vedervi i resti di una villa romana, si trova lungo la riva meridionale di Canale Rigà. Sul fondo della vasca sono stati rinvenuti circa 300 gusci di ostrica comune (Ostrea edulis), specie gradualmente scomparsa dalla Laguna nella seconda metà dell’Ottocento, ed alcuni gusci di altri bivalvi, come i canestrelli. Le paratie, come avveniva nelle peschiere a mare di età romana, permettevano probabilmente l’isolamento tra le diverse specie. Le analisi dendrocronologiche e la datazione al Carbonio 14 delle parti in legno portano a datare la costruzione della struttura nella metà del 1° secolo d.C. A contatto con il vivarium si trovano delle fondazioni in mattoni sorrette da una selva di pali in quercia che dovevano appartenere a un edificio piuttosto importante costruito nello stesso periodo. Centinaia di frammenti di affresco, tessere di mosaico e alcune lastrine di marmi pregiati fanno interpretare l’edificio come una possibile villa di lusso, forse proprio una di quelle ville marittime che Marziale, alla fine del 1°secolo d.C., colloca nei lidi di Altino. Tra i rinvenimenti più importanti, anche una gemma preziosa che doveva ornare la montatura di un anello di una persona molto agiata frequentatrice dell’ostriarium.

Dalla ricerca alla divulgazione: un patrimonio per tutti

Il Museo, che conserva importantissime collezioni scientifiche dei più grandi scienziati e naturalisti locali, continua ancora oggi a studiare la Laguna, per comprendere il rapporto così unico che lega la città al suo territorio e garantire la continua documentazione fisica dell’ambiente e delle sue trasformazioni. Una missione che può realizzarsi solo collaborando con le altre realtà istituzionali che lavorano e studiano la Laguna nei suoi più diversi ambiti ed aspetti. In quest’ottica nasce la collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari, per valorizzare un progetto di ricerca che ci offre inedite informazioni sulle attività ittiche in Laguna ai tempi della Roma Imperiale.

La laguna di Venezia è, quest’anno più che mai, il tema che collega le attività del museo. Attraverso esposizioni, conferenze e incontri – come i prossimi appuntamenti estivi al museo – il Museo di Storia Naturale di Venezia si impegna a rendere accessibili le conoscenze acquisite, coinvolgendo non solo gli esperti del settore, ma anche il pubblico più ampio. La divulgazione diventa così l’ultimo, ma indispensabile tassello, di un percorso che valorizza il passato per comprendere meglio il presente e il futuro della laguna di Venezia.

Il progetto di ricerca dell’ Università Ca’ Foscari di Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici è reso possibile grazie a finanziamenti dell’ateneo, del Comune di Cavallino Treporti, del progetto CHANGES PNRR e di un progetto PRIN PNRR, in collaborazione con il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova (prof. Paolo Mozzi) e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze (prof.ssa Adele Bertini).

Le ricerche sono condotte in regime di concessione del Ministero della Cultura– Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna.


Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 

Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
roberta@studioesseci.net
simone@studioesseci.net

Università Ca’ Foscari Venezia
Ufficio Comunicazione e Promozione di Ateneo
Paola Vescovi (Direttrice)
Federica Ferrarin (Referente di settore)
Enrico Costa comunica@unive.it

Angelo Giorgetti, dalla Parigi degli “Anni folli” al Ticino del Dopoguerra

ANGELO GIORGETTI (1899-1960).
Dalla Parigi degli “Anni folli” al Ticino del Dopoguerra


Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
06 aprile 2025 – 07 settembre 2025
 
A cura di: Simona Ostinelli
Coordinamento scientifico e organizzativo: Alessandra Brambilla con Mariangela Agliati Ruggia

La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate apre la stagione primaverile delle mostre con la prima esposizione monografica dedicata ad Angelo Giorgetti (1899-1960), pittore e scultore figurativo, un nome oggi noto solo ai collezionisti più attenti, ma che con la sua arte dallo spirito internazionale e locale ci trasporta dalla Parigi degli “Anni folli” al Ticino del Dopoguerra.

Volendosi accostare oggi alla figura di Giorgetti facendo capo ai consueti canali d’informazione (archivi, musei, gallerie d’arte, biblioteche, ma anche moderne tecnologie come web o strumenti social) se ne ricaverebbe una visione solo parziale. Giorgetti può essere infatti considerato in quel novero di artisti nati e vissuti nella prima parte del Novecento che per ragioni diverse sono per il grande pubblico dei “dimenticati”. La sua vita trascorsa tra Milano, Parigi e Lugano delinea la parabola esistenziale e artistica di di un uomo amante del ballo e dell’equitazione, sciatore provetto, marito e padre affettuoso, bon vivant pur nelle difficoltà degli anni attraversati, e di un pittore figurativo, uno degli ultimi a uscire dallo studio e a dipingere dal vero nei parchi, in città, in spiaggia, in alta montagna.

Il suo modus operandi viene raccontato dallo storico Giuseppe Martinola: “Angelo Giorgetti siamo abituati a vederlo fuori, col suo cavalletto, la scatola dei colori ai piedi, indisturbabile sul seggiolino pieghevole […]. Pittori in giro per le piazze, al parco, sulla riva non se ne vedono quasi più; e anche quelli che uscivano all’aperto, che lavoravano en plein air si sono tappati nei loro studi silenziosi. Il Giorgetti ha saputo tener duro, continuando una tradizione che s’è venuta spegnendo. Invidiabile lui, ha superato il fastidio della gente che si accalca intorno curiosa e che ha fatto battere in ritirata tanti altri, si è corazzato contro il rumore e il frastuono della città, contro le mutevolezze del clima a cielo scoperto”.

La sua pittura ha una doppia anima: da una parte delinea uno spirito da cronista, da testimone del proprio tempo, pronto a cogliere, specie nei ritratti, l’attimo fuggente; dall’altra ci segnala l’osservatore attento, che ricerca, soprattutto nei paesaggi e nelle nature morte, l’equilibrio fra luce, colore e composizione.

Oggi Angelo Giorgetti è un artista noto solo ai collezionisti più attenti. Nato a Milano da famiglia ticinese, dopo essersi formato nella capitale lombarda negli studi di Adolfo Wildt e Aldo Carpi, agli inizi degli anni venti si trasferisce a Parigi, vivendo appieno il clima internazionale dei cosiddetti “Anni folli” e partecipando attivamente alla vita artistica della Ville Lumière. Di questa lunga stagione rimangono eleganti ritratti femminili e felici vedute della capitale francese, che oggi appaiono come “cartoline” di un tempo ormai lontano.
Rientrato nel Ticino alla vigilia della Seconda guerra mondiale, Giorgetti si specializza nella ritrattistica e nei paesaggi, dedicandosi anche a temi di figura, natura morta, fiori e all’arte sacra, e sperimentando anche tecniche diverse, quale l’affresco e il mosaico.
Amante della montagna, che dipinge in luminosi scorci delle valli sopra Lugano e dell’Engadina, compie viaggi di aggiornamento in Germania e Italia e si stabilisce a Lugano, dove trascorrerà gran parte della sua vita.
Numerose le sue partecipazioni alle principali esposizioni a Parigi, nella Svizzera Italiana e nella Confederazione.

La mostra, che nasce dall’incontro con Luca Giorgetti, nipote del pittore, presenta per la prima volta attraverso dipinti, disegni, mosaici, sculture, fotografie e documenti inediti, la vita e il percorso artistico di quest’autore che possiamo considerare come un testimone del proprio tempo.

Le opere, che abbracciano quarant’anni di attività, provengono dal fondo degli eredi di Giorgetti, da collezionisti privati e dal MASI e offrono uno spaccato inedito su un pittore vissuto nel primo Novecento, oggi dimenticato ma dal sicuro fascino locale e cosmopolita.


Mostra e catalogo a cura di
Simona Ostinelli

Coordinamento scientifico e organizzativo
Alessandra Brambilla
con Mariangela Agliati Ruggia

Allestimento
Progettazione
Martino Pedroli
Rolando Zuccolo

Direzione lavori e coordinamento
Paolo Bianchi
Alessandra Brambilla

Realizzazione
Dipartimento delle finanze e dell’economia,
Sezione della logistica
Falegnameria Natan Tarasconi, Stabio
Piercarlo Bortolotti con Desio Canzali

Assistenti alla segreteria,
mediazione e allestimento
Beatrice Mastropietro
Monica Pagani
Leonardo Pomodoro

Orari, prezzi e servizi:
6 aprile – 7 settembre 2025
aprile-giugno e settembre:
da martedì a venerdì: 9-12 / 14-17
sabato, domenica e festivi: 10-12 / 14-17
luglio e agosto: 14-17
chiuso il lunedì (aperto 21/4 e 9/6)

intero: CHF/€ 10.-
ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF/€ 8.-
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario; bookshop; parcheggi nelle vicinanze.
Si accettano carte di credito.

Ufficio stampa
per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest

per l’Italia:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
simone@studioesseci.net www.studioesseci.net

COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).

Napoli: Proroga a grande richiesta fino al 4 maggio la mostra su Artemisia Gentileschi

Copertina del Catalogo su Artemisia Gentileschi a Napoli
Maddalena
di Artemisia Gentileschi


Prorogata fino al 4 maggio 2025

Complesso monumentale di Santa Chiara, Napoli

Visto il grande successo di pubblico, proroga a grande richiesta fino al 4 maggio la mostra “Artemisia Gentileschi. Un grande ritorno a Napoli dopo 400 anni”, evento eccezionale per la città di Napoli in cui torna ad essere visibile a tutti, dopo 400 anni, la Maddalena, capolavoro di Artemisia Gentileschi dipinto nella città partenopea nel 1630.

Conservata gelosamente per secoli in collezioni private, negli ultimi cento anni la Maddalena si trovava nella prestigiosa collezione Sursock, a Beirut, dove fu gravemente danneggiata nella nota esplosione del 4 agosto 2020 e adesso è tornata visibile nella città in cui è stata concepita, per un’esposizione unica all’interno dei meravigliosi spazi del Complesso Monumentale di Santa Chiara.

Sapientemente restaurata grazie all’intervento di Arthemisia, l’opera è tornata oggi agli antichi splendori, mostrando tutti i caratteri di stile e di narrazione visiva propri del lungo periodo trascorso da Artemisia a Napoli dove visse dal 1630 fino alla morte nel 1654.

Gli inconfondibili toni di giallo oro cupo e blu oltremarino su cui spicca il candore della camicia sono enfatizzati dalla potenza del chiaroscuro, che non preclude alle parti in luce uno splendore netto. La santa, il cui sguardo estatico trasmette la gratificazione per il passaggio a una nuova vita sorretta dalla fede, sembra dialogare mentalmente con il divino, mentre alle sue spalle i gioielli e il vaso degli unguenti sono posti a sottolineare l’abbandono della precedente esistenza.

Col patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, l’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione tra la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il FEC (Fondo Edifici di Culto)Agape e Arthemisia.
La curatela scientifica è di Costantino d’Orazio e il catalogo è edito da Moebius.

Si ringraziano per il supporto tecnico Handle Art & Design ExhibitionPubblilaserSater4ShowFb WorkBallandi e EB Studioarkè.

Con la Maddalena di Artemisia Gentileschi prende il via un progetto di grande respiro che vedrà arricchire i meravigliosi spazi di uno dei più celebri edifici napoletani con capolavori della storia dell’arte e mostre inedite.
Ad aprile 2025, nell’anno del Giubileo e dell’ottocentesimo anniversario della creazione del Cantico delle Creature, verrà inaugurata, per la prima volta, una grande mostra dedicata a Santa Chiara e a San Francesco.


Sede
Chiostro maiolicato di Santa Chiara
Via Santa Chiara, 49/c
80134, Napoli (NA)

Date al pubblico
fino al 4 maggio 2025

Orario apertura
Dal lunedì al sabato > 9:30 – 17:00
Domenica > 10:00 – 14:00

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
www.monasterodisantachiara.it
www.arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#ArtemisiaNapoli

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

SCRITTORIDABERE E MUSICADAASSAGGIARE, Fiumicino (RM)

Approda a Fiumicino la manifestazione Scrittoridabere e Musicadassaggiare,il format collaudato (la prima edizione si è svolta nel 2006 nella Corte del Castello Aldobrandesco di Arcidosso- Grosseto) ideato e organizzato dal MIC– Music International Compound, presidente Daniela Brancati, organizzazione e comunicazione Loredana Gelli, direttore artistico Carlo Capria. L’associazione molto attiva nell’utilizzo originale e inclusivo della musica nei vari ambiti della creatività umana. Il progetto realizzato con il contributo della Regione Lazio, con il patrocinio del Comune di Fiumicino si svolge in collaborazione delle Pro Loco, le associazioni sociali e di categoria locali, le aziende e le realtà produttive del territorio. Una iniziativa inclusiva che vuole unire i punti d’eccellenza di una terra antica e fertile come quella di Fiumicino.

Si tratta di un vero e proprio percorso all’insegna della letteratura, della musica e dell’enogastronomia che apre i battenti sabato 12 aprile nella splendida Villa Guglielmi a Fiumicino (Via della Scafa, 46 ) per proseguire domenica 18 maggio nel suggestivo Castello di Maccarese (Viale Marina n.3), domenica 14 settembre nella cantina del Castello di Torre in Pietra ( Via di Torre in Pietra 247) e sabato 11 ottobre presso il Tiber Hotel in Via di Torre Clementina 276, alla fine dell’antico borgo costruito dall’architetto Valadier.

Per sottolineare la bellezza dei luoghi, abbiamo scelto come visual ufficiale di Scrittoridabere e Musicadaassaggiare qualcosa di particolare, non semplici fotografie ma opere d’arte, come gli acquerelli realizzati dal maestro Franco Bevilacqua che sono inclusi in un libro su Fiumicino che sarà presentato successivamente, in uno degli eventi. Un volume bellissimo, non solo uno strumento da sfogliare per conoscere il territorio ma capace di emozionare come sanno fare i tratti suggestivi e le atmosfere dei paesaggi locali interpretati dall’artista.

Protagonisti di tutti gli appuntamenti sono i prodotti di qualità del territorio. All’enogastronomia raccontata dagli stessi produttori locali, si legano i linguaggi della musica e della letteratura, anche quella più curiosa e insolita, uniti empaticamente dal gusto e dalle emozioni, dalla conoscenza e dalle esperienze che in quattro serate, in luoghi preziosi non lontano dalla Capitale, coinvolgeranno il pubblico in un percorso tracciato dai sensi.

Alle ore 18:00, a intrecciare le connessioni tra le parole, la musica e il territorio è Daniela Brancati, giornalista e scrittrice, Presidente del Music International Compound, che guiderà il pubblico nella scoperta dei temi legati a quattro interessanti libri:“L’Alfabeto inutile, monologo per un hikikomori”scritto da Michele Caccamo, Elliot editore,  “I titoli di coda di una vita insieme” l’ultimo lavoro di Diego De Silva  pubblicato da Einaudi, “Fratelli di Chat” di Giacomo Salvini, casa editrice Paper First, ed“Equilibriste. Famiglia, lavoro, passioni. Incastri coraggiosi (e possibili)” il libro scritto dalla giornalista Silvia Volpi perAltrevoci Edizioni.

Al termine, per lo spazio:Quattro passi fra i ricordi di Fregene, il giornalista Fabrizio Monaco interverrà per parlare di uno dei luoghi simbolo del litorale romano.

Tra una conversazione e l’altra si alterneranno sul palco gli intermezzi musicali del duo Sunday Domenica Di Sanzo & Paolo Arcuri che reinterpreteranno brani del repertorio pop-jazz nazionale e internazionale con uno stile unico ed elegante.

Infine, alle ore 19:00, riflettori puntati sull’eccellenza enogastronomica nello spazio: “I produttori si raccontano”. Presente in questa serata è l’Associazione Periferia Iodata con i produttori Marco Fiorucci, Luca Pezzetta, Marco Claroni, Arcangelo Patrizi, Franco Di Lelio e il produttore vinicolo Massimo Caucci. La degustazione, tra i profumi della terra e del mare, concluderà l’evento.

Il menù appositamente studiato per l’evento prevede:

1) pane di grano duro con ristretto di zuppa di pesce, chef Luca Pezzetta e Marco Fiorucci (Micro Forno Luca Pezzetta e ristorante Gina A Porto Romano)
2) pizza con alici locali e pomodorini, chef Franco, Emiliano e Andrea Di Lelio (Pizzeria Sancho Dal 1969)
3) maritozzo con stracciatella e prosciutto di pesce locale, chef Marco Claroni (Osteria Dell’Orologio)
4) cubotto al cioccolato e mandorle di Maccarese, chef Angelo Patrizi  (pasticceria Patrizi)
in abbinamento ai vini del produttore Massimo Caucci: Bullule brut, Doc Roma bellone, Doc Roma rosso.


VILLA GUGLIELMI, oggi sede di alcuni uffici istituzionali e di un’ampia biblioteca comunale dedicata alla memoria di Giulio Regeni (conta 21.600 volumi, di cui 3000 per ragazzi), troviamo un ampio parco di circa tre ettari che rende il sito un luogo unico e tutelato dal Ministero dei Beni Culturali. Villa Guglielmi è una villa di campagna fatta erigere nel 1765 dal Cardinale Ruffo. Nell’Ottocento vi soggiornarono il papa Gregorio XVI ed il musicista Claude Debussy. E ’alla fine dell’800 che la proprietà passò alla famiglia Guglielmi come regalo di battesimo per la neonata Elena Guglielmi. La marchesa la utilizzava raramente, il cui nome restò tuttavia alla Villa. Nel 1884 vi trovarono provvisoriamente alloggio i primi braccianti romagnoli (circa 420) giunti per bonificare e colonizzare il territorio del Litorale.

GLI ACQUARELLI Autore dei bellissimi acquarelli che ritraggono i siti storici degli eventi è Franco Bevilacqua. Giornalista, grafico, illustratore e vignettista, Bevilacqua nasce a Roma nel 1937. Diventa giornalista professionista nel 1970 a Paese Sera. Nel 1976 è tra i fondatori de la Repubblica, di cui assume la direzione del settore grafico fino al 1982. Art director de l’Europeo e de Il Globo, con Giorgio Forattini partecipa all’ideazione e alla realizzazione di campagne pubblicitarie per Fiat Uno!, Uno grazie a Diesel, Alitalia, Asso Leasing.

GLI AUTORI E I LIBRI

Diego De Silva, scrittore, è nato a Napoli nel 1964. Presso Einaudi ha pubblicato, tra gli altri, “Certi bambini” (2001, premio selezione Campiello) da cui è stato tratto l’omonimo film diretto dai fratelli Frazzi, “Voglio guardare” (2002), presto nelle sale per la regia di Stefano Incerti), “Non avevo capito niente” (2007, premio Napoli e finalista al premio Strega), “Terapia di coppia per amanti” (2015), da cui è stato tratto il film diretto da A. M. Federici, Divorziare con stile (2017), e Sono felice, dove ho sbagliato? (2022). Dai romanzi che hanno per protagonista Vincenzo Malinconico è stata tratta la serie tv prodotta e trasmessa da Rai 1. In “I titoli di coda di una vita insieme” Diego De Silva, senza rinunciare all’ironia che lo contraddistingue come modo di illuminare ciò che conta, riesce a raccontare con forza, attraverso le voci di Fosco e Alice, le speranze, le delusioni, le felicità sepolte, il complicato groviglio di sentimenti che accompagnano da sempre la fine di un amore.

Michele Caccamo, classe 1959 è uno scrittore e poeta italiano, ha collaborato come paroliere con artisti noti, le sue opere sono state tradotte in oltre dieci lingue. “L’alfabeto inutile, monologo per un hikikomori” edito da Elliot per la collana Lampi (2023), è una preghiera laica, un atto di dolore e pentimento da parte di un padre per il figlio hikikomori, ovvero uno dei circa 140.000 casi italiani colpiti da questa che è una vera e propria sindrome che porta, sempre più, all’isolamento.

Giacomo Salvini, cronista parlamentare, scrive dal 2017 per “Fatto Quotidiano”. Nel suo ultimo lavoro “Fratelli di Chat” pubblicato da Paper First, casa editrice di SEIF SpA (2025), racconta i fatti e i retroscena della politica italiana e, in particolare, del governo di Giorgia Meloni.

Silvia Volpi è una giornalista e vive a Pisa. Autrice di due romanzi gialli, Alzati e corri, direttora (Mondadori) e Il silenzio dell’erba (Kobo Originals), tiene corsi di comunicazione e scrittura e svolge ricerche in tema di maternità e lavoro. Il suo motto è #conleparole. In “Equilibriste. Famiglia, lavoro, passioni. Incastri coraggiosi (e possibili” intreccia la famiglia e il lavoro dove la ricerca dell’equilibrio continua a essere una sfida. Soprattutto per una donna. Equilibriste è per chi ha voglia di rivedersi nelle acrobazie quotidiane e riderci su, è per donne che hanno anche bisogno di riflettere e sentirsi dire che sono madri meravigliose e che possono farcela, è per mamme che cercano sostegno e consigli per affrontare giornate complicate con tanto di paure e preoccupazioni.

LA MUSICA – Formano il Duo Sunday Domenica Di Sanzo & Paolo Arcuri, Domenica di Sanzio che è anche la cantante della Gnometto Band, gruppo musicale cabarettistico diretto dal maestro Paolo Arcuri, artista con all’attivo partecipazioni a Zelig, Made in Sud, nel 2024 è stato direttore musicale del programma Binario2 in onda su Rai Due e ancora prima autore delle musiche di “Chiambretti c’è” su Rai Due con Gianni Boncompagni.

QUATTRO PASSI NEI RICORDI DI FREGENE – Fabrizio Monaco, giornalista, direttore responsabile del giornale online QFiumicino, è l’ambassador di questa serata nello spazio che la manifestazione dedica in ogni appuntamento a Fregene. Lo spunto è il libro storico “Fregene racconta ancora” curato proprio da Fabrizio Monaco e Marina Pallotta edito da Bandiera&Bandiera (2017) che raccoglie tantissime testimonianze di personalità che, nel tempo, hanno vissuto Fregene e hanno raccontato e talvolta creato la vivacità e la particolarità di quello che è un litorale molto amato dai romani e non solo.

I PRODUTTORI SI RACCONTANO In ogni appuntamento di Scrittoridabere e Musicadaassaggiare, un produttore o ristoratore e un’azienda vitivinicola presenteranno le loro eccellenze. Un momento dove istituzioni, comunità e ospiti potranno essere parte della valorizzazione del proprio territorio, approfondendo produzioni, tecniche di lavorazione e financo ricette e novità enogastronomiche. In questa serata i protagonisti sono alcuni rappresentanti di Periferia Iodata, associazione no profit che unisce i ristoratori e i produttori impegnati nella scoperta, nella valorizzazione e nella tutela dei sapori antichi del territorio di Fiumicino: Marco Fiorucci, ristoratore di“Gina a Porto Romano”,  “Luca Pezzetta  “Micro Forno”,lievitista e pizzaiolo, Marco Claroni “L’Osteria dell’Orologio”, Franco Di Lelio “Pizzeria Sancho dal 1969” e  Arcangelo Patrizi “Pasticceria Patrizi” che presenteranno alcuni abbinamenti tra lieviti, territorio e mare adeguatamente accompagnati dai vini della cantina “Solis Terrae” di Massimo Caucci. La consapevolezza della qualità dei prodotti, tutti rigorosamente del territorio, quelli della terra reperiti dagli orti privati dei produttori e quelli del mare direttamente dalle barche locali, all’asta. E così anche le uve sono accuratamente gestite nel pieno rispetto della natura, come spiega Massimo Caucci, non vengono aggiunti concimi chimici ma solo naturali, provenienti da allevamenti di bestiame del territorio. Per i trattamenti fitosanitari si seguono protocolli biologici e anche per l’apporto di solfiti, questi, sono inferiori allo stesso protocollo biologico. Prodotti di assoluta qualità.


Evento:  Scrittoridabere e Musicadaassaggiare
Associazione: MIC –
Music International Compound
Presidente: Daniela Brancati
Organizzazione e Comunicazione: Loredana Gelli
Direttore Artistico: Carlo Capria
Dove: Villa Guglielmi, Via della Scafa 46 – Fiumicino (RM)
Quando: Sabato 12 aprile 2025
Orario evento: dalle ore 18:00
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
Per info e prenotazione all’evento: infoscrittoridabere@gmail.com
Sito web: https://www.musicompound.com/
Programma:
Ore 18:00 Incontro con gli autori Michele Caccamo, Diego De Silva, Giacomo Salvini, Silvia Volpi intervistati
da Daniela Brancati
Intermezzi musicali a cura del Duo Sunday Domenica Di Sanzo & Paolo Arcuri
A seguire “Quattro passi fra i ricordi di Fregene “ con Fabrizio Monaco
Ore 19:00
I produttori si raccontano
Degustazione prodotti tipici a cura di: Marco Fiorucci, Luca Pezzetta, Marco Claroni, Arcangelo Patrizi, Franco Di Lelio di Periferia Iodata e Massimo Caucci produttore vinicolo, azienda Solis Terrae

Da Loredana Gelli <gelliloredana@gmail.com>

Presentazione II libro in concorso | 12 aprile La Librotèca Roma – 13 aprile Ubik Monterotondo

Edizione speciale 2025
LIBRINFESTIVAL con il FESTIVAL DEL TEMPO

Presentazione II libro in concorso
Premio Letterario Librinfestival 10 anni

Come arcipelaghi di Caterina Perali
 
12 aprile 2025 ore 18.00
La Librotèca | Via A. Sandulli 80 Roma

 
13 aprile 2025 ore 11.00
Libreria Ubik | Via Adige 2 Monterotondo (RM)

Per l’edizione speciale 2025 di LIBRINFESTIVAL, insieme al FESTIVAL DEL TEMPO, il 12 e il 13 aprile 2025 La librotèca e Ubik ospitano la presentazione del secondo libro in concorso del Premio Letterario Librinfestival 10 anni: Come arcipelaghi di Caterina Perali per Neo. Edizioni.

Il 12 aprile dialogherà con l’autrice Silvia Di Tosti che sarà anche la moderatrice dell’incontro successivo del 13 aprile con l’intervento di Alessia Fedeli, psicologa e psicoterapeuta.

In Come arcipelaghi, Caterina Perali torna a raccontare le vicende della «casa di ringhiera» milanese, ambientazione dei suoi due precedenti romanzi: una storia al femminile, che affronta il tema della maternità, nella quale l’acutezza della scrittura si sposa ad una voce esuberante con cui l’autrice narra di strade che sanno essere luminose. All’interno di una costellazione di affetti, Jean, una delle protagoniste, si interroga sul presente sospeso di un’intera generazione, sul concetto di genitorialità, su come certe convinzioni possano rinnovarsi. Come arcipelaghi tiene insieme la cifra del romanzo e il racconto preciso di un percorso che la medicina oggi può offrire a chiunque voglia (desideri?) avere figli.

Per il Premio Letterario Librinfestival 10 anni sono stati selezionati 5 titoli, all’insegna di un tema molto potente: “Desiderio”. Declinarlo in un contenuto letterario vuol dire cimentarsi con l’universo psicologico, filosofico, emotivo, relazionale, storico, nonché politico, dell’umanità. I cinque romanzi finalisti sono frutto di una scelta a cura di Silvia Di Tosti, alla base della quale è forte la volontà, la curiosità, la missione di offrire ai lettori un panorama letterario che esuli dalla moda, e dal tempo, e si concentri sulla scrittura, sulle storie, e sul tema. E saranno proprio i libri a alimentare e stimolare il confronto su qualcosa che abbiamo dimenticato o rimosso, e che facciamo coincidere con il desiderio materiale, ignorando le nostre tensioni, emozioni, sensibilità. Un orizzonte sfocato, su cui galleggiano le idee, le speranze, le illusioni perdute.

Prossimi appuntamenti: il 3 maggio alle ore 18.00, presso la libreria Cartacanta di Monterotondo, I sopravvissuti di Antonella Presutti e Gianna Piano, per Les Flâneurs Edizioni; il 6 giugno, Otto anni di Juri Romanini, Exòrma Edizioni (locartion da definire); Atroce è la luce di Stefano Galardini, per 8ttoEdizioni (data da definire).

L’edizione speciale 2025 di LIBRINFESTIVAL, insieme al FESTIVAL DEL TEMPO è promossa dall’associazione Librinfestival, ISKRA Cooperativa sociale onlus e dall’associazione blowart, a cura di Silvia Di Tosti, Roberta Melasecca e Alessia Fedeli, in collaborazione con Movimento VulnerarTe APS, VulnerarTe Magazine, Kriolla Culture, La Linea d’Ombra lettori, sogni, autori Roma, Dide Distretto del Design, con il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto, con il contributo di Azienda Olio Vitali Sabina Dop.


EDIZIONE SPECIALE 2025
LIBRINFESTIVAL con il FESTIVAL DEL TEMPO
Tema 2025: DESIDERIO

Da marzo a novembre 2025
26-28 settembre 2025 – Monterotondo (RM)
21-25 maggio – Genova (GE)
Promosso da associazione Librinfestival, associazione blowart, ISKRA Cooperativa sociale onlus
Con Movimento VulnerarTe APS, Kriolla Culture, La Linea d’Ombra lettori, sogni, autori Roma, Dide Distretto del Design. Media partner: VulnerarTe Magazine
Con il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS
Con il contributo di Azienda Olio Vitali Sabina Dop
 
Festival Tempo
Associazione culturale blowart
Roberta Melasecca – info@festivaldeltempo.itwww.festivaldeltempo.it
 
Librinfestival
Associazione culturale
Silvia Di Tosti – silviaditosti@libero.itwww.librinfestival.it
 
ISKRA Cooperativa sociale onlus
Alessia Fedeli – https://iskra.coop/

3F Filippi e Targetti Group a Euroluce13

“Saremo a Euroluce 2025 con prodotti realizzati insieme ad
Alfonso Femia / AF*Design,
 PARK e L’Observatoire International, rinomati designer e architetti che ridefiniscono il concetto di luce come protagonista degli spazi”

È con grande entusiasmo che annunciamo la nostra partecipazione a Euroluce 2025, l’evento internazionale di riferimento per il mondo dell’illuminazione, dove presenteremo alcune delle nostre più recenti e innovative creazioni. Quest’anno, il nostro gruppo, 3F Filippi | Targetti, si presenta con una selezione di prodotti pensati per ridefinire il concetto di luce come protagonista degli spazi. In collaborazione con alcuni dei più rinomati designer e architetti, quali Alfonso Femia / AF*Design, PARK e L’Observatoire International, il nostro obiettivo è continuare a spingere i confini del design e della tecnologia dell’illuminazione, sempre in perfetta sintonia con le esigenze di chi vive e lavora negli spazi che illuminiamo.

3F LOOPSOLO e 3F MILLUMINO – Il design della luce come materia

In collaborazione con Alfonso Femia / AF*Design , presentiamo due nuove soluzioni che incarnano il nostro approccio alla progettazione della luce: 3F LoopSolo e 3F Millumino.

3F Loop Solo

3F LoopSolo è una lampada che va oltre la semplice funzionalità. È un’esperienza visiva che gioca con il ritmo e la percezione dello spazio. La doppia lente zigrinata a forma di “U” è il cuore pulsante di questo prodotto, che crea scenari di luce in grado di trasformare l’ambiente senza mai imporsi. 3F LoopSolo è la sintesi perfetta tra estetica e tecnica, in grado di adattarsi senza perdere il suo carattere distintivo, creando atmosfere dinamiche e uniche.

3F Millumino

D’altra parte, 3F Millumino rappresenta un incontro armonioso tra minimalismo e innovazione tecnologica. Con il suo design semplice ma sofisticato, è una luce che diventa materia, un flusso costante che disegna e valorizza ogni ambiente. Il tubo di luce stand-alone, con il suo diametro di 60 mm e l’estruso in alluminio, integra perfettamente la tecnologia LED e un sistema di sospensione elegante, creando un flusso luminoso omogeneo e diffuso. È la purezza della forma, che diventa l’essenza stessa della luce.

3F HD Floor e ANAGRAM – L’illuminazione come espressione di design e funzionalità

3F HD Floor

Un altro highlight della nostra partecipazione a Euroluce 2025 è rappresentato dalla 3F HD Floor, progettata da PARK. Questa piantana è un esempio straordinario di come l’illuminazione possa essere funzionale, ma al contempo un oggetto di grande eleganza. La 3F HD Floor nasce dall’idea di un design che combina semplicità e raffinatezza, dove ogni elemento è pensato per integrarsi perfettamente con l’ambiente circostante, senza mai rinunciare a una potente resa luminosa.

Insieme a questa, presenteremo ANAGRAM, un’ altra soluzione di PARK progettata assieme a Targetti. ANAGRAM è un esempio di come la luce possa essere declinata come un gioco di forme, materiali e sensazioni visive. Un prodotto che, attraverso la sua essenza progettuale, diventa un punto di riferimento in grado di animare ogni spazio.

Catirpel – Il sistema outdoor a proiettori pensato per superfici curve e irregolari

Progettato in collaborazione con con L’Observatoire International, studio americano di lighting design, Catirpel di Targetti, è un sistema modulare versatile pensato per i progetti che richiedono flessibilità di installazione, possibilità di mimetizzarsi nel contesto e un accurato controllo del puntamento. Si adatta perfettamente a tutti i contesti in cui la superficie di supporto è curva, non planare o presenta irregolarità, potendo così abbracciare le superfici curve di alberature, monumenti, colonne e architetture, seguendo perfettamente i tratti e le peculiarità delle superfici su cui viene installato, permettendo alla luce e all’oggetto di fondersi come fossero una cosa sola.

Il nostro impegno: la luce come protagonista degli spazi

Il nostro impegno è sempre stato quello di progettare soluzioni che non si limitano a illuminare gli ambienti, ma che li trasformano, li arricchiscono e li rendono unici. La luce, per noi, è prima di tutto materia, ritmo, emozione. Ogni nostro prodotto nasce da questa visione: non si tratta di semplici apparecchi di illuminazione, ma di veri e propri elementi tecnologici che plasmano lo spazio e creano connessioni emotive.

Euroluce 2025 rappresenta per noi una straordinaria occasione di condividere con il pubblico e con i professionisti del settore la nostra visione e la nostra passione per l’innovazione. Siamo felici di poter presentare questi nuovi prodotti, frutto di una continua ricerca e della collaborazione con designer che, come noi, credono nel potere trasformativo della luce.

I prodotti realizzati da 3F Filippi | TARGETTI Group saranno esposti nello stand B25 del Padiglione 6 della Fiera di Milano a Rho.


Informazioni di contatto
Alessandro Maola
info@alessandromaola.it

Gli spazi del Camuc e della Stazione dell’Arte di Ulassai ospiteranno una mostra sorprendente

Le opere di Joan Miró, uno dei più grandi esponenti del Surrealismo – tra opere grafiche, pitture, arazzi e pezzi unici provenienti dalla collezione della Fundació de Arte Serra di Palma de Mallorca – dialogano con una selezione di opere di Maria Lai, artista capace di intrecciare tradizioni e memorie in un linguaggio visivo unico, che continua a ispirare generazioni di artisti e appassionati.

Dal 12 aprile al 29 giugno 2025, il Camuc e la Stazione dell’Arte di Ulassai ospiteranno la mostra Mirò incontra Maria Lai. Il fascino della sorpresa. Un’occasione unica per esplorare il dialogo inedito tra le opere di Joan Miró (Barcelona, 1893 – Palma de Mallorca, 1983), maestro del Surrealismo di fama internazionale, e quelle di Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013), artista che ha intrecciato arte, memoria e identità in un linguaggio visivo profondamente originale.

La mostra curata da Lola Durán Úcar e Marco Peri, si concentra sulle dimensioni poetiche e immaginative del lavoro di entrambi gli artisti. Miró costruisce universi di segni e colori, trasformando la realtà in costellazioni simboliche, mentre Maria Lai cuce storie e relazioni attraverso trame di memoria e materia.

Entrambi gli artisti hanno radici in un’isola mediterranea: Miró ha sempre avuto un legame speciale con Maiorca, mentre Maria Lai con la Sardegna. Questi luoghi hanno plasmato il loro immaginario, pur spingendoli a cercare nuovi orizzonti. Miró ha vissuto a Parigi nel cuore delle avanguardie novecentesche, mentre Maria Lai ha trascorso periodi significativi a Roma e Venezia. Tuttavia, entrambi hanno scelto di trascorrere la parte più matura del loro percorso espressivo nei territori delle loro isole d’origine, trovando in essi una fonte inesauribile di ispirazione.

Attraverso una selezione di oltre 70 opere – tra grafiche, dipinti, libri, arazzi e pezzi unici della Fundació de Arte Serra di Palma de Mallorca – l’universo immaginifico di Miró dialoga con le opere tessili, i libri d’artista e i disegni che Maria Lai ha donato alla sua comunità nella Stazione dell’Arte di Ulassai. Il percorso espositivo rivela sorprendenti affinità espressive e interessi condivisi tra due artisti apparentemente lontani, ma uniti da connessioni immaginative e risonanze concettuali.

Promossa dal Comune di Ulassai, la mostra è prodotta dalla Fondazione Stazione dell’Arte con il supporto organizzativo di Arthemisia.

La mostra è finanziata dall’Unione Europea attraverso il programma NextGenerationEU, nell’ambito del PNRR | Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi.

Il curatore Marco Peri afferma: “Il percorso vuole suggerire fili invisibili, affinità espressive e interessi comuni tra Joan Miró e Maria Lai. Sarà lo sguardo del pubblico a tessere connessioni immaginative e a scoprire risonanze concettuali tra i due.
La prima sala della mostra presenta un manifesto poetico dei due artisti: saranno esposti due arazzi che testimoniano mondi che si osservano e si rispecchiano.

Affascinati dai saperi artigianali, Miró e Maria Lai trasformano il disegno in manufatti tessili, da un lato, la forza dirompente del colore e l’astrazione poetica di Miró; dall’altro, il segno essenziale, rigoroso e geometrico di Maria Lai.
Miró trae ispirazione dal sogno e dall’improvvisazione, mentre Lai affonda le radici nelle visioni e nelle storie della sua terra. La loro arte si muove tra affinità e divergenze, in un gioco sorprendente di rimandi e suggestioni.”

La poesia è un elemento fondante per entrambi. Il ritmo poetico attraversa le forme sciolte ed evocative di Miró, così come le narrazioni simboliche e profonde dei racconti tessili di Lai.
Maria Lai ha sviluppato la sua sensibilità poetica grazie all’insegnamento di Salvatore Cambosu, che la esortava a leggere la poesia senza preoccuparsi della comprensione razionale, ma lasciandosi trasportare dal ritmo. La poesia è stata per lei uno spazio di riflessione e di gioco, un rifugio interiore e una chiave per comprendere il mondo. I suoi riferimenti spaziano da Cambosu a Giuseppe Dessì, fino ai versi di Federico García Lorca.

Miró, appassionato lettore, dichiarava: “Non stabilisco alcuna differenza tra pittura e poesia”. Per lui non ci sono differenze tra queste due forme d’arte che ha sperimentato per tutta la vita, risultando impercettibile il confine tra il verbale e il visivo. Nelle sue opere, il linguaggio verbale e quello pittorico si intrecciano in una sintesi suggestiva, creando un universo in cui il segno e la parola si incontrano e si completano.

Le attività proposte sono pensate per accompagnare la visita arricchendo l’esperienza e rendendola più interattiva e coinvolgente.
Il progetto educativo raccoglie l’eredità artistica di Maria Lai, il suo interesse per diffondere l’arte tra le nuove generazioni e si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado, con un approccio attivo, partecipativo ed esperienziale.

Per il pubblico generico sono previste tutti i giorni visite guidate incluse nel biglietto d’ingresso, nei seguenti orari: 9:30 ‐ 11:00 ‐ 14:30 ‐ 16:00
Le attività saranno condotte dalle guide della Stazione dell’arte.
Per informazioni e prenotazioni: stazionedellarte@tiscali.it


CaMuC Casa Museo Cannas

Il CaMuC è uno spazio espositivo dedicato alla promozione e alla crescita culturale e artistica di Ulassai. Situato nel cuore del centro storico, il complesso museale comprende un edificio principale e una serie di strutture minori disposte attorno a un suggestivo cortile interno.
Grazie a un recente intervento di restauro, l’intero complesso è stato recuperato e reso accessibile al pubblico, trasformandosi in un vivace polo museale e culturale. Il CaMuC ospita mostre, convegni, workshop, laboratori e proiezioni, arricchendo ulteriormente l’offerta culturale del paese e affiancandosi alla Stazione dell’Arte per offrire un’esperienza nella cultura e nell’arte contemporanea.

Stazione dell’Arte – Museo Maria Lai

La Stazione dell’Arte di Ulassai, situata nel cuore dell’Ogliastra, è il museo dedicato all’opera di Maria Lai (Ulàssai, 1919 – Cardedu, 2013). Inaugurato nel 2006, il museo nasce dalla generosa donazione dell’artista, che ha lasciato oltre centoquaranta opere al suo paese natale.
Ospitato nei locali dell’ex stazione ferroviaria, questo luogo simbolico, tradizionalmente associato a partenze, arrivi e incontri, rappresenta la cornice ideale per custodire e valorizzare il ricco patrimonio artistico lasciato da Maria Lai alla sua comunità.


Sede
Ulassai, CaMuC e Stazione dell’Arte Via Garibaldi, 49, Ulassai (NU)

Date al pubblico
12 aprile – 29 giugno 2025

Orari di apertura
Martedì – Domenica: 09.30 – 13.00 / 14.30 – 19.30
Lunedì: Chiuso

Info su orari, biglietti e prenotazioni
T. +39 350 132 2810 stazionedellarte@tiscali.it

Social e Hashtag ufficiale
#MiroLaiUlassai #MiroUlassai @stazionedellarte

Ufficio stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it press@arthemisia.it | T. +39 06 6938030

Ufficio stampa Sardegna
Giuseppe Murru giuseppemurrustampa@gmail.com

A Bologna, performance, incontri, lezioni a cura di Virgilio Sieni

Il Settore Musei Civici Bologna, in collaborazione con il Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, è lieto di presentare LUMINOSO. La città autistica, un ciclo di esperienze rivolte alla cittadinanza per riflettere sui corpi e la loro fragilità e indagarne una nuova declinazione nel rapporto con la polis-città.

LUMINOSO. La città autistica
Performance, incontri, lezioni

Un progetto di Settore Musei Civici Bologna
In collaborazione con Centro Nazionale per la Produzione della Danza Virgilio Sieni
A cura di Virgilio Sieni

Venerdì 11 aprile 2025 | Museo Civico Medievale, Bologna
Sabato 12 aprile 2025 | Museo Civico Archeologico, Bologna
Domenica 13 aprile 2025 | Museo Civico Medievale, Bologna

www.museibologna.it

Il progetto, ideato dal coreografo Virgilio Sieni, si svolge sabato 12 aprile 2025 al Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) e domenica 13 aprile 2025 al Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4). Due giorni di lezioni sul gestoperformance site-specificincontri con studiosi restituiscono un’idea della dimensione urbana come diritto, differenza, presenza, accoglienza, partendo dalla capacità di luoghi simbolici, come i musei, di attivare nuove forme di partecipazione e condivisione.
A completamento del programma di appuntamenti, venerdì 11 aprile 2025 il Museo Civico Medievale ospita tre laboratori sul gesto condotti da Virgilio Sieni che si propongono di sviluppare un percorso verso la percezione del corpo e dello spazio tra fragilità e tattilità. I laboratori sono rivolti a persone di qualsiasi età, capacità, provenienza, abilità, anche attraverso il coinvolgimento di varie realtà del territorio bolognese che operano nell’ambito della fragilità.
Ognuna delle tre giornate è dedicata a una qualità del corpo fragile, nella volontà di comporre un mosaico di differenze e potenzialità.

LUMINOSO si ispira al libro di Alberto Vanolo La città autistica (Einaudi, 2024), una sorta di manifesto in cui l’autore sovverte le categorie morali e i linguaggi comunemente associati all’autismo, offrendo una serie di proposte provocatorie per immaginare e sperimentare realtà urbane più vivibili e aperte, non solo per chi vive una condizione di neurodivergenza.
Come una piccola scuola sulla cura dell’individuo e dei luoghi, LUMINOSO vuole rivolgere una rinnovata attenzione al corpo e alle sue relazioni con gli spazi pubblici e condivisi, con le opere e i manufatti, per promuovere una diversa idea di città, inclusiva e democratica.
La danza è qui strumento privilegiato per prendersi cura dell’altro, attenzione che l’individuo rivolge anche verso sé stesso. Al contempo, i luoghi toccati dal progetto invitano ad abitarli sottovoce, a fare un passo indietro e a sostare, ad affidare il futuro del corpo a una tecnica artigianale, che sappia recuperare il ritmo della lentezza.

L’esperienza si compone di quattro momenti consecutivi. A ogni lezione pubblica sul gesto, condotta da Virgilio Sieni, seguirà un duetto, agito da una persona con fragilità insieme a Sieni. Dal titolo La cosa in più, tali performance mostreranno quanto la “mancanza” possa costituire un’opportunità di incontro con l’altro. Seguirà poi un talk con pensatori e studiosi, a partire da alcune recenti pubblicazioni dedicate ai temi della cura, della fragilità, della città; chiuderanno le serate le performance site-specific.

Lezioni sul gesto
Lezioni pubbliche sul gesto e sui linguaggi del corpo in relazione ai luoghi e alla cura dell’individuo, condotte da Virgilio Sieni e accompagnate musicalmente dal vivo. Nell’osservare il corpo, prendono vita nuovi sentieri dell’ascolto, gesti che si rivolgono ai tratti della vicinanza, allo spazio che accoglie.

La cosa in più
Brevi performance in forma di duetto tra Virgilio Sieni e le persone coinvolte nei tre laboratori sul gesto previsti per venerdì 11 marzo al Museo Civico Medievale.
Attraverso i linguaggi del corpo e della danza, le persone esplorano la bellezza del corpo “messo in opera”, ovvero un corpo protagonista e attivo nella sua ricerca di relazione con se stesso e con l’altro. I partecipanti si espongono armoniosamente ad indicarci che la “mancanza” è una cosa in più e che riguarda la costruzione e l’emancipazione della comunità. Questi esistenti meravigliosi si affidano ad un prezioso e innovativo grappolo di gesti per mostrarci il senso dell’infinito nell’individuo.

Incontri / Talk
Filosofi e pensatori sono chiamati a dirci di alcuni tratti fondamentali della nostra vita posta di fronte agli altri. Questo continuo trasmigrare tra corpo e pensiero, gesto poetico e suono della voce, si apre ad un fecondo atto di riflessione e partecipazione sul dolore degli altri e la vita della città.

Azioni coreografiche

Performance site-specific sul richiamo dello spazio e le forme d’inclusione con la partecipazione di danzatori della Compagnia Virgilio Sieni, persone con fragilità, cittadini, performer.

Virgilio Sieni è danzatore e coreografo italiano, artista attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei. La sua ricerca si fonda sull’idea di corpo come luogo di accoglienza delle diversità e come spazio per sviluppare la complessità archeologica del gesto. Direttore della Biennale di Venezia Settore Danza dal 2013 al 2016, Virgilio Sieni oggi dirige il Centro Nazionale di Produzione della Danza a Firenze, riconosciuto come Centro di Rilevante Interesse per la Danza dal Ministero della Cultura. Nel 2013 è stato nominato Chevalier de l’ordre des arts et des lettres dal Ministro della cultura francese.

Il progetto LUMINOSO. La città autistica rientra tra le azioni promosse dal Settore Musei Civici Bologna sul rapporto tra Arte e Salute, secondo una visione dei musei come agenti promotori di benessere, accessibilità e inclusione. Le attività e i programmi culturali sono progettati per migliorare la qualità di vita delle persone, per corrispondere ai bisogni di supporto, inclusione, accesso alla cultura e alla conoscenza, per sostenere la vita comunitaria, sociale e famigliare, per combattere solitudine e isolamento. Il valore sociale del patrimonio culturale si amplia così attraverso azioni strategicamente mirate a catalizzare processi migliorativi per il benessere e la cura della salute attraverso programmi, attività e strumenti digitali capaci di supportare il benessere emotivo e mentale delle persone e contribuire a diminuire il divario di accesso alle attività e ai servizi dei musei.

PROGRAMMA

Venerdì 11 aprile 2025
Museo Civico Medievale | Via Alessandro Manzoni 4, Bologna

LABORATORI SUL GESTO

I tre laboratori sul gesto condotti da Virgilio Sieni si rivolgono a tutta la cittadinanza.
Ogni laboratorio prevede la partecipazione di max 25 persone e ha una durata di un’ora e mezza.
Le fasce orarie di svolgimento sono 14.00-15.30, 15.30-17.00, 17.00-18.30 (per l’ultima fascia oraria è possibile richiedere il servizio di interpretariato LIS al momento della compilazione del form per l’iscrizione).
Il laboratorio sul gesto è una pratica rivolta a persone di qualsiasi età, capacità, provenienza e abilità, fondata sullo studio di alcuni movimenti primari, pratiche sull’ascolto del corpo, sull’importanza e la bellezza del movimento che diviene danza in dialogo con la quotidianità. Basandosi su un vocabolario di azioni quali il camminare, il voltarsi, la qualità del gesto, la gravità e la risonanza, l’incontro vuole essere un primo momento per sperimentare come la semplicità di un gesto possa irrorarsi e ampliarsi verso gli altri.
Partendo da alcune opere del Museo Civico Medievale di Bologna, i partecipanti si inoltrano nell’ampiezza del gesto per creare delle risonanze con la contemporaneità.
Prenotazione obbligatoria entro mercoledì 9 marzo 2025, compilando il form di iscrizione al link https://tally.so/r/nrYljX.

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Sabato 12 aprile 2025
Museo Civico Archeologico | Via dell’Archiginnasio 2
GLI STATI COSMICI DEL CORPO

Ore 15.00 Lezione sul gesto
lezione pratica aperta a tutte e tutti condotta da Virgilio Sieni
musica Naomi Berrill

Ore 16.00 La cosa in più #1
duetto sulla fragilità performance site-specific
con Virgilio Sieni e una persona con fragilità

Ore 16.15 Incontro con Alberto Vanolo a partire dal libro La città autistica (Einaudi, 2024)

Ore 17.00 Rito / Gli stati cosmici del corpo
performance site-specific con i danzatori Jari Boldrini, Maurizio Giunti
violoncello e voce Naomi Berril

Prenotazione obbligatoria entro mercoledì 9 marzo 2025, compilando il form di iscrizione al link https://tally.so/r/3lz6Zo.

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Domenica 13 aprile 2025
Museo Civico Medievale | Via Alessandro Manzoni 4
TAVOLE CELESTI


Ore 10.30 Lezione sul gesto
lezione pratica aperta a tutte e tutti condotta da Virgilio Sieni
voce Ascari

Ore 11.30 La cosa in più #2
duetto sulla fragilità performance site-specific
con Virgilio Sieni e una persona con fragilità

Ore 11.45 Incontro con Emanuele Dattilo a partire dal libro La vita che vive (Neri Pozza, 2022)

Ore 12.30 All’imbrunire / Tavole Celesti
performance site-specific con Virgilio Sieni
voce Ascari

Prenotazione obbligatoria entro mercoledì 9 marzo 2025, compilando il form di iscrizione al link https://tally.so/r/3lz6Zo.

LUMINOSO. La città autistica

11 / 12 / 13 aprile 2025
Museo Civico Archeologico 
| Via dell’Archiginnasio 2, Bologna
Museo Civico Medievale | Via Alessandro Manzoni 4, Bologna

Crediti
Un progetto di Settore Musei Civici Bologna
In collaborazione con Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni
Direzione artistica Virgilio Sieni
Assistente artistico Cesar Arrayago
Produzione Daniela Dalla, Daniela Giuliano, Marta Zanin
Comunicazione Martina Chiocca, Melissa La Maida
Direttrice amministrativa Rita Campinoti
Direttore tecnico Marco Cassini
Amministrazione Rosaria Malatesta
Organizzazione Roberta Romoli, Camilla Pieri

Ingresso
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti con pagamento del biglietto d’ingresso del museo, valido per l’intera giornata.
Intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale 19-25 anni € 2 | gratuito persone con disabilità e un accompagnatore.

Prenotazioni
La prenotazione è obbligatoria e valida per la partecipazione all’intera giornata.
Per prenotare è necessario compilare e inviare il modulo di partecipazione entro mercoledì 9 aprile 2025.
Modulo per venerdì 11 aprile 2025 > https://tally.so/r/nrYljX
Modulo per sabato 12 aprile 2025 e domenica 13 aprile 2025 > https://tally.so/r/3lz6Zo

Informazioni
www.museibologna.it

Contatti
Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni
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Dalle acqueforti su “La Bottega dell’Orefice” di Karol Wojtyla è nata un’amicizia

Roma 1980 – Libreria Croce, presentazione della Cartella “La-Bottega dell’Orefice” illustrata da Guadagnuolo
Roma Enciclopedia Italiana Treccani 1988, Mostra Antologica di Guadagnuolo, con Rosario Assunto e il Presidende Alessi
Roma Enciclopedia Italiana Treccani 1988, Mostra Antologica di Guadagnuolo, con Rosario Assunto

1915-2025 sono passati centodieci anni dalla nascita del grande filosofo (Caltanissetta, 28 marzo 1915 – Roma, 24 gennaio1994).

Ci piace ricordarlo con il pittore Francesco Guadagnuolo, anche lui nisseno, che opera tra Roma, Parigi e New York, il quale ebbe modo di conoscerlo ed esserne amico. Il 1978 è la data dell’inizio dell’amicizia con Rosario Assunto, che per circa 16 anni ha seguito il lavoro artistico di Guadagnuolo, vedendo nelle sue opere un’armonia a lui tanto cara: arte e poesia, arte e natura, arte e vita. La collaborazione artistica tra il pensatore e il pittore si è rafforzata anche in virtù delle stesse preferenze culturali, rivolte ad autori come Vico e Novalis e intravide questa vocazione specifica e originale nel suo operato individuando anche certe sue predilezioni letterarie come Proust, Kafka, Musil, Heidegger, Hölderlin e Gadamer.

Due nisseni insigni: il Prof. Rosario Assunto, critico e docente di Estetica all’Università di Urbino e il Maestro Francesco Guadagnuolo, affermato artista, il cui interesse del filosofo per l’arte di Guadagnuolo si è concretizzato in numerosi saggi, pubblicati su libri, cataloghi, quotidiani come ‘Il Giornale’ e ‘Il Tempo’, sul periodico ‘Antichità e Belle Arti’ e su riviste specializzate come ‘Galleria’, ‘Itinerari’ e ‘Filosofia Oggi’.

«Quello che mi sento di esprimere sull’amico Rosario Assunto, che ha seguito e stimato il mio lavoro è naturale riguardi la mia esperienza di artista e mi abbia spinto a riflettervi. È insolito come in Assunto, si è detto, l’impulso e l’innovazione convivessero con quello della conversazione. Oltre ad essere uno studioso di estetica, egli era aperto ai nuovi fenomeni letterari. Ha compreso l’importanza dei linguaggi contemporanei, compresa l’arte cinematografica. Nel 1952–’53 ha discusso sul neorealismo nella letteratura e nel cinema italiano. Il suo pensiero comincia particolarmente dallo studio di Kant soffermandosi sulla “Critica del giudizio” dalla quale può dirsi abbia avuto inizio l’estetica moderna. Prediligeva Schelling, Holderlin, Schlegel e, tra i poeti maggiormente legati alla riflessione, Rainer Maria Rilke. Era persona straordinariamente sensibile, mite e gentile, riusciva a mettere tutti a proprio agio, specie chi sentiva ed esprimeva incertezza e inquietudine sulle condizioni del mondo. La stima che nutriva Rosario Assunto per la mia arte nasceva dal riscontrarvi la ricerca dei valori nella considerazione dei problemi della vita. Il mio lungo sodalizio con lui iniziò nel 1978, un anno dopo, la sua presentazione delle acqueforti da me realizzate su “La Bottega dell’Orefice” di Andrzei Jawien (Karol Wojtyla), ed è proseguito fino alla sua morte nel 1994. É stato per me uno dei maggiori stimoli per conoscere e condividere i capisaldi estetici che avevano in lui uno dei più acuti e originali intellettuali contemporanei. Gli sono profondamente grato dei numerosi scritti che ha dedicato ai miei lavori grafici e pittorici». .


Per l’occasione riproponiamo l’interessante saggio di Rosario Assunto

Di Francesco Guadagnuolo artista, nulla conoscevo, al tempo di quel nostro primo incontro; nel quale però mi colpì la sicurezza con cui lo vidi appressarsi ad un dipinto primo ottocentesco di attribuzione incerta, per tosto analizzarne criticamente la fattura e attraverso l’analisi tecnica risalire all’interpretazione storica e al giudizio di valore. E nel primo tempo di quel nostro colloquiare, ero rimasto sorpreso dalla visualità, per cosi dire, del suo discorso: come se le parole fossero segni di matita, con i quali su un ipotetico foglio, egli veniva fissando non solo i contorni delle persone e degli oggetti da cui era popolato il mondo che conversando evocavamo nella sua presenza assente, ma anche il senso di quelle evocazioni fatte da interlocutori di età diversa: nelle quali non poteva non emergere il temporale metamorfizzarsi per cui tutto al mondo cambia in se stesso rimanendo identico a se stesso, e ciascuno di noi è pur sempre se stesso anche se con il tempo diventa un altro – e come le persone così i luoghi e le cose. 

Visualizzare il tempo, se così è lecito dire. In una sola e unica immagine, per sovrapposizione e intreccio di linee, delle linee consapevolmente alternando lo stacco netto ed il fluente generarsi l’una dall’altra, contrarre un intero racconto: questa mi pare la vocazione specifica di Guadagnuolo – è già in quel nostro primo incontro me lo fecero capire certe sue manifeste predilezioni letterarie a prima vista assai eterogenee, come Proust, Kafka. Sovrapporre in unica immagine due eventi lontani nel tempo: come, nel finale della Recherche, l’inciampare del protagonista nel selciato di palazzo Guermantes e il giorno lontano in cui allo stesso modo lo aveva fatto inciampare l’avvallarsi del pavimento nel Battistero di San Marco in Venezia. E nel Kafka della Metamorfosi, la simultanea duplice identità di Gregor Samsa: che è se stesso, un uomo giovane, impiegato come l’autore in una società d’assicurazioni, ma è anche tutt’altro, è l’enorme mostruoso scarafaggio che a lungo andare finisce con l’essere mal sopportato e ripugnante intruso nella casa dove i familiari vorrebbero pur amare in lui Gregor di cui sanno che è e non è più se stesso. La Metamorfosi. O il Processo: a cui il nostro Guadagnuolo ha dedicato una cartella di acqueforti, nella quale (trascrivo in parte il giudizio che ne diede il compianto Giovanni Fallani, uomo di Chiesa ed arte che assai lo ebbe caro) Guadagnuolo «si pone i quesiti del mondo contemporaneo e non rimane inerte a guardare», perché simultaneamente «trascrive le premesse e registra le conseguenze». E quella suggestione avuta conversando la prima volta con lui, si confermò in me di lì a qualche mese, quando Guadagnuolo mi mostrò le sei acqueforti preparate per la Bottega dell’Orefice.

Non starò qui a ripetere le considerazioni che ebbi a fare nelle due presentazioni, una scritta e una pronunciata a viva voce (tutte e due le volte insieme con Nicola Ciarletta), che Guadagnuolo ebbe la bontà di chiedermi per quella sua opera. Sono state stampate, credo più di una volta; né mi dispiacerebbe se fra gli intendimenti di chi ordina il volume a cui sono destinate queste mie modestissime pagine introduttive vi fosse quello di includere almeno le presentazioni scritte in quell’occasione da Ciarletta e da me; e insieme con esse le pagine in cui critici di non poca autorità hanno caratterizzato la creatività di Francesco Guadagnuolo assai meglio di quanto non potrei fare io; che, come tutti i teorici, non posso cimentarmi nella critica militante senza incorrere in quelle sopraffazioni concettuali che volere o no possono fuorviare il lettore distogliendolo dalla quieta e raccolta, pur sempre meditativa, osservazione delle opere al cui servizio (e non viceversa) deve stare il commento. Ed è questo il motivo per cui, dopo aver preso le mosse dal ricordo della prima volta in cui ebbi occasione di parlare con lui, sto tentando qui, non so con quanto successo, di ricostruire il cammino che Guadagnuolo ha percorso al servizio di una vocazione che dal suo modo di operare, dai suoi discorsi, dai suoi scritti, sono autorizzato a ritenere sia stata chiara a se stessa sin dal primo momento – senza quelle false partenze, quegli inciampi, quei più o meno lunghi depistamenti, che non di rado possono ritardare l’auto riconoscimento vocazionale di un artista, di uno scrittore, di un pensatore. (Il mio itinerario, per esempio, fu assai lungo e tortuoso, e solo verso i trent’anni mi conobbi veramente per chi ero e per quello che volevo).

Ricostruire il cammino artistico di Guadagnuolo, significa seguirlo nei suoi incontri, non casuali né velleitari, con gli scrittori e poeti dei quali egli più che illustrare, interpreta visivamente le opere: l’unità di letteratura e di grafica, intesa, quest’ultima, in senso interpretativo e non di mera illustrazione, essendo il dono precipuo di Guadagnuolo pittore, disegnatore, incisore, che dopo la “Bottega dell’Orefice” del polacco Andrzej Javień, di cui tutti sanno il vero nome, diede alla luce un’altra cartella di acqueforti, dal titolo “Humanitas” ispirata allo Jedermann di Hugo von Hofmannsthal: la Leggenda di Ognuno, in cui il poeta austriaco, rielaborando un tema dell’antica letteratura inglese (e forse non senza l’ambizione di emulare il primo e il secondo Faust di Goethe), poetò la condizione nostra mortale, esposta a tentazioni d’ogni sorta. «Vorladung Jedermanns» («chiamata in giudizio di ciascun uomo» si potrebbe tradurre), questa di Hofmannsthal, che all’interno della sua preziosa materia scenica tiene celato molto di più («Der Stoff ist Kostbar von dem Spiel/Dahinter aber liegt noch viel»): un significato profondo che ognuno di noi deve ricavare riferendolo a se stesso. Un testo davvero congeniale al nostro Guadagnuolo: alla cui opera ben si potrebbero collocare in epigrafe i due versi del Prologo di Hofmannsthal che or ora ho citati: «Der Stoff ist Kostbar von dem Spiel/Dahinter aber liegt noch viel» – «Preziosa è la materia dello spettacolo/ ma molto di più si cela nel suo interno». E l’aggettivo prezioso, «kostbar» perfettamente si addice (cito da uno scritto di Vittorio Stella) «alla figuratività minuziosa, nitida, penetrante» con cui, in tutta la sua opera di acquafortista, Guadagnuolo restituisce «a ogni oggetto la sua dignità di forma entro quella forma che lo rappresenta»; così come il «molto di più» («noch viel») che in essa è racchiuso e spetta a noi decifrare come il segreto del nostro destino, è (cito ancora dallo scritto di Stella per la cartella “Humanitas”la costanza dei simboli, delle allegorie – un materiale, posso ancora ripetere con Stella, «da inventariare, da mettere in rapporto, da connettere, forse, in un ulteriore processo che ne risolva l’attuale stato di proposizione interrogativa». “Humanitas” è del 1980. Due anni dopo, in una collettiva tenutasi alla Casa di Dante in Roma, e poi esposta in altre città, Guadagnuolo si cimenta con la Divina Commedia di Dante: ma nulla posso dire di quell’esposizione che coincise con una mia infermità non grave ma fastidiosa. Potei invece presenziare alla grande sua personale inaugurata in Palazzo Firenze, sede della «Dante Alighieri», da Giovanni Fallani, Salvatore Valitutti e Mario Scotti: i quali nel modo giusto commentarono, ciascuno dal proprio punto di vista (rispettivamente: critico-artistico; di significazione politica; storico-letterario) una nuova cartella di acqueforti ispirata alle commedie allegorico-politiche di Vittorio Alfieri: “L’Uno”, “I Pochi”, “I Troppi”, “L’Antidoto”. Ma sarebbe pleonasticamente ripetitivo enumerare qui la successiva produzione grafica del nostro Artista, per altro copiosamente documentata nella sezione apposita di questo stesso volume. Mi piace piuttosto sottolineare qualche passo del saggio breve quanto intenso (una sola pagina a stampa) che Ferruccio Ulivi (il quale più volte si è occupato di Guadagnuolo interprete grafico di San Francesco, di Manzoni) a suo tempo antepose al fascicolo che in occasione dell’uscita della cartella “Humanitas” raccolse, insieme con la riproduzione di varie sue opere, numerosi scritti sull’arte di Guadagnuolo; tra i quali quello di Vittorio Stella che ho citato poc’anzi.

«Sembra – scrive Ulivi, né si poteva meglio caratterizzare la produzione del Nostro – che l’artista si applichi a rievocare, in consuntivo, i punti cardine di una cultura europea, tra antico e moderno, anzi contemporaneo, dove i miti riappaiono nel loro splendore»; e conclude rilevando che nell’opera di Guadagnuolo, «c’è soprattutto un assillo della precisione sensibile, che accarezza la forma con una bravura, una tenerezza che non è minore nelle punte più acerbe». Non credo si potesse formulare giudizio critico più esatto e pertinente di questo; né mi azzardo ad aggiungervi postille che finirebbero con lo sciuparlo. Ma l’opera di un artista, come quella degli scrittori, dei pensatori, è pur sempre «work in progress»; e i risultati di oggi, felici che essi siano, per chi li ha raggiunti, e ha in mente dell’altro, sono sempre un preambolo al più ed al meglio che ci si ripromette di dare domani.

A un collega che or sono circa vent’anni, ebbe la generosità di pubblicamente lodare un mio libro allora uscito come il migliore che avessi scritto, non potei non rispondere, pur ringraziandolo del giudizio, che, per ogni autore, il migliore suo libro è sempre il prossimo. Francesco Guadagnuolo, che ama parlare dei suoi progetti e programmi più che non delle opere già eseguite, penso che almeno in cuor suo risponda allo stesso modo, ogni qual volta in sua presenza taluno pronunzi ben motivati elogi dell’opera che sinora egli ha prodotto con quella appassionata, quotidiana dedizione che è in lui il segno di un’identificazione assoluta della vita e dell’arte. Non già nel senso di vita come arte, quale lo teorizzò Ugo Spirito alcuni decenni or sono: nel senso, bensì, di arte come vita. E vita come servizio ininterrotto ad una creatività sentita e professata come dovere, nel senso moralmente più nobile della parola.    


Da osservatorioartecont@libero.it