Francesco Guadagnuolo – primo ritratto a Papa Leone XIV
Nel cuore vibrante della tela, emerge il volto di Papa Leone XIV al secolo Robert Francis Prevost, saldo e luminoso, come un faro in mezzo alla tempesta. L’opera nasce dall’ispirazione tratta dal primo discorso del Pontefice, il noto artista italiano Francesco Guadagnuolo, traduce emozione e visione in colore, creando un invito vibrante alla fratellanza e alla misericordia, un messaggio che risuona oltre il tempo e lo spazio. Guadagnuolo, noto per la sua capacità di tradurre in arte i grandi eventi della storia contemporanea, maestro del Transrealismo, non si limita a ritrarre, ma a raccontare con il colore e la luce, traducendo le parole pronunciate dal Pontefice nella sua prima apparizione dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro: “La Pace sia con tutti voi!”, l’8 maggio 2025.
Il richiamo alla Pace in un’opera che è più di un semplice ritratto è un simbolo, un testimone silenzioso di un’era che attende speranza e misericordia.
Sul fondo, pennellate ardenti s’intrecciano come venti impetuosi, urla silenziose di un mondo in subbuglio, frammentato, inquieto. Il caos non è casuale: è l’eco delle crisi globali, delle divisioni, delle battaglie interiori che l’umanità affronta ogni giorno. Tuttavia, il Papa non si perde in quella tempesta, ma vi si erge al di sopra, con una calma che sfida il tumulto. È il ponte che connette il passato e il futuro, il baluardo della fiducia e della fratellanza.
I colori raccontano più di quanto le parole possano esprimere. Il rosso sfumato, quasi drammatico, richiama le cicatrici del mondo, il dolore e il sacrificio. Il blu, profondo come un oceano di possibilità, sussurra speranza. Il giallooro, riverbero di un sole che non smette di sorgere, avvolge il volto del Pontefice, suggerendo un cammino illuminato dalla fede.
Con un gioco sapiente tra ombra e luce, Guadagnuolo dona tridimensionalità non solo alla figura, ma al suo stesso messaggio. La sua opera diventa un dialogo tra la realtà e il sogno, tra la visione e l’azione. Papa Leone XIV non è solo un uomo ritratto, ma il simbolo di un nuovo cammino, l’inizio di una missione che ha il compito di placare le tempeste del mondo e risvegliare il senso più profondo della misericordia.
Questo dipinto non si contempla soltanto: si ascolta, si sente, si vive. È un inno visivo alla Pace, un ponte tra l’arte e la spiritualità. Un’opera che non cattura un istante, ma una promessa.
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Prende ufficialmente il via oggi, nelle sale di Palazzo San Daniele al Polo del ‘900 di Torino, la quarta edizione di Liquida Photofestival, il festival indipendente dedicato alla fotografia contemporanea emergente, ideato e curato da Laura Tota e prodotto da PRS Srl Impresa Sociale.
Il tema scelto per questa edizione, “Il giorno in cui ricorderò”, ha ispirato un ricco percorso espositivo e culturale che riflette sul rapporto tra immagine e memoria. Ad aprire la giornata inaugurale sono stati gli interventi delle istituzioni, che hanno sottolineato il valore culturale, sociale e simbolico del festival.
Al via oggi la IV edizione di LIQUIDA PHOTOFESTIVAL
Dall’8 all’11 maggio al Polo del ‘900 di Torino il festival dedicato ai nuovi talenti della fotografia d’autore.
Paola Curci, in rappresentanza del Polo del ‘900, ha dato il benvenuto a nome dell’istituzione ospitante, ricordando come il tema della memoria sia da sempre al centro della missione del Polo: “Siamo felici di ospitare Liquida, un progetto che dà spazio alla fotografia d’autore e, soprattutto, ai talenti emergenti, offrendo loro visibilità e ascolto in un contesto come il nostro”.
A portare i saluti della Città di Torino sono state Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura della Città di Torino, e Sonia Cambursano, Consigliera Delegata della Città Metropolitana di Torino. Purchia ha salutato con entusiasmo questa nuova tappa del percorso artistico di PRS e del suo network: “Abbiamo accompagnato questo progetto fin dai suoi inizi, e oggi vedere Liquida prendere forma in uno spazio così ricco di significato ci inorgoglisce. Così come siamo molto felici di aver trovato una nuova casa per i prossimi eventi di PRS, che sarà svelata a breve: è un segno di rinascita culturale anche per la città”. Cambursano ha ribadito il sostegno dell’ente all’iniziativa, sottolineando la centralità della memoria come esercizio attivo e condiviso: “Questo luogo ci è molto caro, così come ciò che qui si realizza. La memoria è un muscolo che va esercitato. Liquida ha un valore non solo culturale e artistico, ma anche turistico: è un progetto capace di generare reti e visibilità internazionale per il nostro territorio”.
Lorenzo Germak, amministratore delegato di PRS Srl Impresa Sociale, ha raccontato la fase di trasformazione che la struttura organizzativa sta attraversando, definendola una “fase di nomadismo che rappresenta una grande opportunità”. A questa visione si lega l’impegno per una cultura più responsabile e attenta, come dimostra il lavoro avviato per ottenere la certificazione ISO 20121 sulla sostenibilità degli eventi. Un approccio che non si limita al festival, ma che coinvolge l’intera attività di PRS, e che si traduce in un sistema di gestione ispirato ai criteri ESG (Environmental, Social and Governance), attivo dalla pianificazione fino al post-evento.
A presentare la visione curatoriale di Liquida è stata Laura Tota, ideatrice e direttrice artistica, che ha definito il festival “un luogo pensato per dare eco a quelle autorialità che ancora non si sono affermate nei circuiti ufficiali della fotografia d’autore, ma che propongono sguardi potenti, personali, necessari”. Il tema di quest’anno, ha spiegato, è nato anche in relazione al luogo che ospita il festival, e vuole essere “un monito a non dimenticare, né come individui, né come collettività”. Tra i punti forti del programma, Tota ha illustrato le varie sezioni dedicate agli autori mid-career ed emergenti, la mostra collettiva “What Echoes Remain” con fotografie da Palestina e Ucraina, e la selezione Liquida Grant, che riunisce i vincitori delle call e dei premi assegnati in collaborazione con Artphilein, Iconic Artist, Discarded Magazine e ImageNation Milan.
Di particolare rilievo la sezione EdiTable, dedicata all’editoria fotografica indipendente e curata da Vittoria Fragapane di Artphilein, e che presenta per la prima volta anche un’opera nel suo spazio, “Yesterday We Were Girls” dell’artista americana Katie Prock, un’installazione che intreccia poesia e fotografia, costruendo un racconto visivo intimo e stratificato, perfettamente in sintonia con il tema della memoria personale e collettiva.
L’inaugurazione ha infine posto l’accento sull’importanza dell’inclusività, grazie alla presenza dell’interprete in Lingua dei Segni Italiana (LIS) che ha accompagnato la visita guidata e alcuni momenti ufficiali. “La collaborazione tra ENS e Liquida Photofestival segna l’inizio di un percorso di accessibilità che vogliamo portare avanti con impegno. Il nostro obiettivo, nelle future edizioni, è rendere il festival sempre più accessibile ed inclusivo, perché crediamo che la cultura debba essere un diritto di tutti”, sottolinea Serafino Timeo, Presidente ENS Consiglio Regionale Piemonte.
Liquida Photofestival proseguirà fino all’11 maggio presso il Polo del ‘900 di Torino. Tutte le informazioni utili su programmazione, orari e biglietti sono disponibili sul sito ufficiale: www.paratissima.it/liquida-photofestival-2025/
Con il patrocinio di Città di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte In collaborazione con Polo del ‘900 Media Partner: Collater.al Magazine, BMB Live Studio Official Automotive Partner: Gino Spa, OMODA&JAECOO Italia Powered by: Paratissima, PRS Srl Impresa Sociale.
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L’elezione di Leone XIV segnerà una svolta nel cammino della Chiesa, lo Spirito Santo ha illuminato i cardinali nella scelta di chi dovrà lottare e sconfiggere i nuovi Attila? A giudicare dall’esordio, che dalla gestualità al tono determinato ricorda Karol Wojtyla il papa polacco diventato santo, c’è da aspettarsi molto sul fronte dei conflitti che agitano il pianeta, sull’attenzione alla questione migranti, sull’evangelizzazione.
La prima preghiera di Papa Leone XIV con i cardinali elettori in Cappella Sistina (@Vatican Media)
È mancata la frase a effetto dal loggione: il nordamericano Robert Francis Prevost, nel rivolgersi ai centomila in piazza San Pietro e al mondo, ha preferito andare dritto ai problemi attuali e concreti, parlando in italiano, spagnolo, latino. Da nativo di Chicago, un saluto speciale lo ha indirizzato al popolo del Perù, il Paese con difficoltà economiche e sociali dove ha operato da missionario.
Viene definito un anti Trump e, in effetti, le sue sono state affermazioni nette, certo rivolte a tutti ma con un preciso richiamo ai Grandi, sul come intendere e vivere il cristianesimo.
Se questi sono i prodromi del pontificato, andrà ben oltre quel programma di cambiamento che Papa Francesco ha spesso annunciato più che praticato, forse frenato dall’apparato tradizionalista vaticano che in buona misura riesce a condizionare.
Già la scelta del nome ha una sua caratura: Leone, il primo dei quali detto Magno passò alla storia per aver fermato Attila; l’ultimo, Leone XIII fu quello dell’enciclica storica “Rerum novarum” su questioni sociali e lavoro.
Forte di una coerente preparazione, due lauree, una solida formazione che si è arricchita in famiglia con l’esempio e i consigli del padre, Leone XIV sa di dover affrontare i nuovi Attila che si aggirano da un capo all’altro del globo e ha scelto di iniziare la guida della Chiesa col forte monito da valere erga omnes: “La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!”
Pace, ponti, dialogo: appelli scontati nel lessico di un Papa che si connotano tuttavia per intensità perché lo stesso Prevost è un concentrato di vissuto internazionale: dall’Illinois, famiglia di migranti (il padre Louis Marius Prevost, aveva origini francesi e italiane; la madre, Mildred Martínez, era di origini spagnole) è andato missionario in Perù, per essere richiamato poi a Roma da Papa Bergoglio e occuparsi della nomina dei vescovi. Conosce bene quindi il Nord e il Sud America, al pari del sistema vaticano.
Per molti è stata una sorpresa, il suo volto non era circolato inizialmente nel toto-Papa, eppure qualcuno l’aveva previsto e ieri mattina il suo profilo veniva rilanciato come il più papabile.
Delusi quanti ritenevano che toccasse a un italiano, dopo decenni di papi stranieri: il nome super gettonato del segretario di Stato, Pietro Parolin, non trovava però precedenti nei conclavi dove “chi entra papa esce cardinale”.
Ora, nella storia bimillenaria della Chiesa, si apre un nuovo capitolo con un “figlio di Sant’Agostino” che punta alla pace “disarmata e disarmante” e a propiziare ponti.
Chi è Leone XIV, il nuovo volto della Chiesa cattolica
Con l’elezione di Leone XIV, avvenuta l’8 maggio 2025 al termine di un conclave segnato da profonde riflessioni sulla direzione futura della Chiesa, il cattolicesimo globale ha un nuovo leader. Nato Robert Francis Prevost, è il primo pontefice della storia a provenire dagli Stati Uniti – la sua città natale è Chicago – e al tempo stesso il primo ad aver ricevuto la cittadinanza peruviana, conquistata nel corso di un lungo servizio pastorale in Sud America. A rendere ancora più significativa la sua elezione è l’appartenenza all’Ordine di Sant’Agostino, dal quale non proveniva alcun papa prima d’ora.
La figura di Leone XIV si inserisce nel solco tracciato da papa Francesco, ma con una biografia e una sensibilità che raccontano esperienze di confine, sia geografico che culturale. Nato il 14 settembre 1955 nell’Illinois, Prevost ha abbracciato la vita religiosa nell’Ordine agostiniano, ricevendo una formazione che lo porterà a vivere esperienze significative tra gli Stati Uniti, Roma e il Perù. È proprio in quest’ultimo Paese che il suo profilo ecclesiastico comincia ad assumere un rilievo particolare: a partire dal 1985 e fino al 1998 svolge incarichi che spaziano dalla parrocchia all’insegnamento, dalla formazione dei seminaristi alla gestione amministrativa.
Il passaggio alla leadership dell’Ordine avviene nel 2001, quando viene eletto Priore Generale degli agostiniani, ruolo che ricopre per dodici anni. È un incarico che lo mette in relazione con le dinamiche globali della Chiesa, preparandolo a una responsabilità più ampia che si concretizza nel 2015 con la nomina a vescovo della diocesi peruviana di Chiclayo. La fiducia che papa Francesco ripone in lui è confermata nel 2023, quando lo chiama a Roma per assumere la guida del Dicastero per i Vescovi, uno degli organismi più influenti della Curia vaticana. Nello stesso anno lo crea cardinale, rendendolo uno dei nomi forti nella rosa dei papabili al momento della morte del pontefice argentino.
L’elezione al soglio di Pietro lo consacra come simbolo di un ponte tra Nord e Sud del continente americano, e più in generale tra centro e periferia della Chiesa. Leone XIV porta con sé un’idea di unità che ha voluto evocare fin dal suo primo affaccio dalla loggia centrale della Basilica vaticana, richiamando il suo motto episcopale In illo uno unum – “In [Cristo] uno siamo uno” – un’espressione che racchiude il senso ecclesiale della comunione. Il richiamo all’unità non è però solo dottrinale: nel suo primo messaggio, il nuovo papa ha ribadito l’importanza della sinodalità, del protagonismo missionario dei fedeli, e dell’impegno condiviso per la pace e la giustizia.
Nel suo discorso inaugurale, si è percepita con chiarezza la volontà di portare avanti alcuni dei temi centrali del pontificato di papa Francesco: la centralità del Vangelo annunciato con semplicità (il kerygma), la necessità di costruire ponti invece che barriere, la vocazione della Chiesa a essere lievito nella società attraverso la carità attiva e la promozione della dignità umana. Ma Leone XIV sembra volerlo fare con uno stile proprio, più sobrio e attento alla continuità nella dottrina, senza rinunciare a una visione pastorale radicata nell’ascolto dei popoli e nella pluralità delle culture.
L’elezione di un papa nordamericano e latinoamericano insieme, agostiniano e profondamente peruviano nell’esperienza pastorale, segna una tappa importante nella storia della Chiesa del XXI secolo. La sua figura potrebbe favorire una nuova attenzione verso le Chiese locali dell’America Latina, che restano tra le più dinamiche del cattolicesimo mondiale, e al tempo stesso rafforzare il ruolo della Chiesa negli Stati Uniti, spesso in bilico tra modernità e identità religiosa.
Leone XIV ha ereditato una Chiesa attraversata da tensioni e speranze, segnata dalla fatica del cambiamento e dall’urgenza di trovare linguaggi nuovi per annunciare il Vangelo nel mondo contemporaneo. La sua missione è appena iniziata, ma i primi segnali parlano già di un papato che, pur nella continuità, si prepara a lasciare un’impronta personale profonda.
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La European Fine Art Foundation (TEFAF) è lieta di presentare in anteprima esclusiva una selezione di opere che saranno esposte al TEFAF di New York, che si terrà dal 9 al 13 maggio 2025 (l’8 maggio, giornata VIP solo su invito). Questa “prima occhiata” offre un assaggio della gamma eccezionale e del calibro delle opere d’arte che saranno esposte quest’anno al Park Avenue Armory.
TEFAF NEW YORK 2025 New York, Park Avenue Armory 9 – 13 maggio 2025
Quest’anno 91 tra i migliori mercanti e gallerie provenienti da 13 paesi e 4 continenti porteranno il meglio dell’arte moderna e contemporanea, gioielli, antichità e design alla vivace comunità artistica di New York. Oltre agli stand degli espositori nella Wade Thompson Drill Hall, TEFAF New York presenterà anche spazi esclusivi curati nelle 16 sale d’epoca dell’Armeria.
Le 23 opere incluse in questo “First Look” non sono ancora state sottoposte a un controllo formale da parte di TEFAF New York, che avverrà in loco durante la fiera. L’organizzazione non si assume alcuna responsabilità per inesattezze, false dichiarazioni od omissioni nelle informazioni fornite su questi oggetti d’arte.
Per informazioni riguardanti TEFAF New York, visita il sito
Informazioni su TEFAF TEFAF è una fondazione senza scopo di lucro che promuove la competenza, l’eccellenza e la diversità nella comunità artistica globale. Lo dimostrano gli espositori selezionati per le sue due fiere, che si svolgono ogni anno a Maastricht e New York. TEFAF è una guida esperta per collezionisti privati e istituzionali, fonte di ispirazione per gli amanti dell’arte e gli acquirenti di tutto il mondo. Informazioni su AXA XL AXA XL Insurance è la divisione P&C (Property & Casualty) e rischi speciali di AXA, nota per risolvere anche i rischi più complessi. AXA XL offre soluzioni assicurative e servizi tradizionali e innovativi in oltre 200 paesi e territori. Nell’ambito della sua offerta di rischi speciali, AXA XL protegge una serie di oggetti, tra cui opere d’arte, antichità, gioielli, orologi, auto d’epoca, pietre preziose grezze e lucidate e lingotti, vecchi da migliaia di anni a poche settimane. Negli ultimi 50 anni e per molto tempo ancora, AXA XL, una delle principali compagnie assicurative al mondo nel settore delle belle arti e delle specie, ha ridefinito e continuerà a ridefinire il modo in cui serve e assiste i suoi clienti collezionisti, musei, aziende, gallerie, conservatori e artisti in Europa, Regno Unito, America, Asia e regione del Pacifico, con una sincera considerazione per il modo in cui gli oggetti di valore sono assicurati e il patrimonio culturale è protetto.
Informazioni su Bank of America Bank of America è una delle principali istituzioni finanziarie al mondo, che offre a singoli consumatori, piccole e medie imprese e grandi società una gamma completa di prodotti e servizi bancari, di investimento, di gestione patrimoniale e altri prodotti e servizi finanziari e di gestione del rischio. L’azienda offre un’impareggiabile convenienza negli Stati Uniti, servendo circa 69 milioni di clienti privati e piccole imprese con circa 3.700 centri finanziari al dettaglio, circa 15.000 sportelli bancomat (ATM) e un pluripremiato sistema di banking digitale con circa 58 milioni di utenti digitali verificati. Bank of America è leader mondiale nella gestione patrimoniale, nel corporate e investment banking e nel trading in un’ampia gamma di classi di attività, al servizio di aziende, governi, istituzioni e privati in tutto il mondo. La società serve i clienti attraverso operazioni negli Stati Uniti, nei suoi territori e in più di 35 paesi. Le azioni di Bank of America Corporation sono quotate alla Borsa di New York (NYSE: BAC).
Informazioni su TEFAF Maastricht TEFAF Maastricht è considerata la più importante fiera al mondo di belle arti, antiquariato e design, che copre 7.000 anni di storia dell’arte, dall’antichità al contemporaneo. Con oltre 273 prestigiosi commercianti provenienti da circa 22 paesi, TEFAF Maastricht è una vetrina per le migliori opere d’arte attualmente sul mercato. Oltre alle tradizionali aree dedicate ai dipinti dei grandi maestri, all’antiquariato e alle antichità classiche, che occupano circa la metà della fiera, i visitatori possono trovare anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielli, design del XX secolo e opere su carta.
Informazioni su TEFAF New York La TEFAF New York è stata fondata all’inizio del 2016, originariamente come due fiere d’arte annuali presso la Park Avenue Armory: la TEFAF New York Fall e la TEFAF New York Spring. Oggi, la TEFAF New York è una singola fiera annuale che racchiude arte moderna e contemporanea, gioielli, antiquariato e design, con circa 90 espositori leader provenienti da tutto il mondo. Tom Postma Design, celebre per il suo lavoro innovativo con i principali musei, gallerie e fiere d’arte, ha sviluppato progetti per le fiere che interagiscono con gli spazi spettacolari, conferendo loro un aspetto più leggero e contemporaneo. Gli stand degli espositori si snoderanno attraverso l’edificio storico dell’Arsenale, che comprende la Wade Thompson Drill Hall e si estende al primo e al secondo piano delle sale d’epoca dell’Arsenale, creando una fiera di profondità e impatto senza precedenti a New York.
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Andrea Mariconti, Oce.nus I, cianotipie tratte dalla progettazione di Naeuma Antimatter, 2021, 50×70 cm
Luoghi monumentali, ambienti poco conosciuti e spazi en plein air di Lodi ospitano le sculture e i dipinti, tra cui alcuni lavori site-specific, di Andrea Mariconti.
Un progetto diffuso che attraverso l’arte indaga il rapporto dell’uomo con il tempo e le sue forme possibili, così come il tema del fiume inteso come atlante e corpo della città.
Sabato 10 maggio, in occasione dell’opening, nel coro quattrocentesco e nella chiesa di Santa Chiara Nuova è in programma anche una performance dell’artista.
LODI Biblioteca Laudense, Collezione anatomica “Paolo Gorini”, Santa Chiara Nuova, Chiostro di San Cristoforo, Museo della Stampa Andrea Mariconti. ATLAS ABDA A cura di Alessandro Beltrami e Paolo Torre Dal 10 maggio al 29 giugno 2025
Inaugurazione: sabato 2 maggio ore 11.00
Andrea Mariconti, Neuma V, bronzo a cera persa, 2018, 100×56 cm
In programma a Lodi,dal 10 maggio al 29 giugno 2025, Atlas Abda è il titolo della mostra personale di Andrea Mariconti (Lodi, 1978), un progetto diffuso, a cura di Alessandro Beltrami e Paolo Torre, promosso dal Comune di Lodi e la Provincia di Lodi, con la collaborazione di Asst Lodi, Pro Loco, Museo della Stampa e il supporto di Animula Design e Federico Rui Arte Contemporanea, che coinvolgerà luoghi monumentali e ambienti storici poco conosciuti della città.
Una serie di opere recenti dell’artista, sculture e dipinti, tra cui alcuni lavori site specific, animeranno e reinterpreteranno gli ambienti barocchi della Biblioteca Laudense, le sale della collezione anatomica “Paolo Gorini” (celebre per le preparazioni anatomiche prodotte dallo scienziato tra il 1842 e il 1881) e dell’Ospedale Maggiore, la chiesa rococò e il coro quattrocentesco di Santa Chiara Nuova, il rinascimentale Chiostro di San Cristoforo e il Museo della Stampa. Lo spazio ipogeo della sala delle colonne dell’ex monastero di San Domenico è riletto attraverso l’immagine e il suono.
Diverse le linee ideali che collegano la rete delle installazioni, a partire dal particolare uso dei materiali, come il bronzo per le sculture e l’esclusivo impiego, tipico del lavoro dell’artista, di elementi naturali, tanto di origine minerale (grafite, rame) quanto vegetale (fitolacca, carbone, cenere, petrolio) come pigmenti pittorici.
“Il nome del fiume Adda, il fiume di Lodi – afferma Andrea Mariconti – deriva dal celtico abda, ossia ‘acqua che scorre impetuosa’. E lo scorrere inarrestabile del tempo è da sempre stato accostato a quello di un fiume. Ma cosa accade se proviamo a risalire, se non ad arginare la corrente? In che modo l’arte può diventare una forma di strumento archeologico capace di fare della città un campo di risonanza della storia e del suo essere contemporanea?”.
L’affascinante Sala dell’archivio dell’Ospedale Maggiore, al piano superiore del chiostro quattrocentesco, è oggetto di un allestimento complessivo; il piano terra della Biblioteca Laudense diventa una quadreria (ma altre opere possono essere cercate e scoperte nelle sale monumentali); il Museo della Stampa (a partire dal 1 giugno) ospita una selezione del corpus grafico dell’artista. Nel chiostro di San Cristoforo, sede della Provincia di Lodi, trovano posto lunghi drappi di carta sui quali l’artista ha registrato attraverso il frottage le superfici della Sala delle Colonne dell’ex monastero di San Domenico, solitamente inaccessibile al pubblico, e le ha rielaborate come forme di una memoria liquida. Un intervento speciale è in programma per il solo fine settimana del 24 e 25 maggio: Mariconti interviene sulle vetrine della sala del Museo “Paolo Gorini”, velando parzialmente i corpi pietrificati dallo scienziato ottocentesco. Dal titolo Col tempo, l’intervento invita a portare un nuovo sguardo su questi resti, sottratti per motivi di studio al naturale corso delle cose e instaurare la possibilità di riconoscere la loro umanità forse rimossa.
“All’interno della mostra – spiega il curatore Alessandro Beltrami – si possono rintracciare alcuni temi portanti fondamentali, dal rapporto dell’uomo con il tempo e le sue forme possibili, al fiume come atlante e corpo della città e del territorio. È il senso del nostro rapporto con la storia, non necessariamente remota, chiamato continuamente a rimodellarsi. Non si tratta semplicemente di collocare opere d’arte in luoghi affascinanti e che meritano di essere scoperti, ma di suggerire un nuovo sguardo, nuove interpretazioni di quanto pensavamo fosse conosciuto. È d’altronde questo il compito della pratica archeologica: scavare per riscrivere il presente”.
Motore ideale del progetto è infatti un’idea sperimentale di “archeologia sonora”, grazie alle sculture in bronzo a cera persa della serie Naeuma-Antimatter. L’artista ha portato queste opere, capaci di risuonare come veri e propri strumenti musicali, in un luogo simbolico del sottosuolo di Lodi come la Sala delle Colonne dell’ex monastero di San Domenico, facendo vibrare con esse gli spazi: questa performance è disponibile per l’ascolto sul sito dell’artista andreamariconti.com anche attraverso QR code disseminati lungo il percorso espositivo.
Tutte le cinque sculture di Naeuma-Antimatter saranno protagoniste di una grande performance sabato 10 maggio alle ore 20.00, in occasione dell’opening della mostra, nel complesso della chiesa di Santa Chiara Nuova, per essere poi ridisseminate nei diversi siti della mostra: dalla Sala dei Filippini al Museo della Stampa, dall’Ospedale Maggiore agli stessi ambienti del complesso di Santa Chiara. La stessa cosa accadrà per l’opera Atlas Abda, composta da sassi di fiume – gli stessi con i quali è realizzata la pavimentazione della grande piazza di Lodi – chiamati a comporre il corpo dell’Adda, dissezionato e ridistribuito nei luoghi della mostra dopo la serata inaugurale.
In occasione dell’esposizione verrà realizzata, in collaborazione con il Museo della Stampa di Lodi e il Laboratorio Animuladesign, una mappa della mostra firmata e numerata, in tiratura esclusiva. “Atlas Abda”, infine, verrà documentata da un catalogo edito da Arciduca edizioni.
La mostra è stata realizzata nell’ambito di Cicladda, progetto della Provincia di Lodi sostenuto da Fondazione Cariplo.
Andrea Mariconti – Note biografiche
Andrea Mariconti (1978), pittore e scultore, studia all’Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Arti Visive, e poi in Scenografia e Discipline dello Spettacolo. Tra i suoi insegnanti Davide Benati, Mino Ceretti, Roberto Sanesi. Muove le sue prime esperienze nella pratica artistica in campo sociale: soggiorna in Kosovo per un progetto di arte terapia per bambini affetti da traumi psichici di guerra, coordina e promuove laboratori artistici in ambito sociale in Sud Africa e Italia (orfani, psichiatria, oncologia, problemi relazionali). Nel 2005 collabora al workshop tenuto da Anselm Kiefer in occasione dell’installazione all’Hangar Bicocca dei Sette Palazzi Celesti.
Del 2003 è la prima personale a Milano e dal 2004 partecipa alle più importanti fiere di arte contemporanea italiana ed internazionale (Berlino, Karlsruhe, Strasburgo, Basel, Taipei). Nel 2011 è vincitore del Premio UNESCO per l’Arte Contemporanea, cattedra di Arte e Bioetica. Dal 2018 è titolare della cattedra di Pittura e Arti Visive all’Accademia Santa Giulia di Brescia. In ambito scultoreo collabora con la storica Fonderia Allanconi, per la realizzazione di opere in bronzo a cera persa con un’attenta ricerca sui processi tecnici e di trasformazione. Nel 2018 fonda Animula Design (www.animuladesign.com).
La sua ricerca si basa prevalentemente su un approccio inclusivo di tutta la Storia dell’Arte e dell’esplorazione di interferenze percettive. Lavora con materiali naturali di origine minerale (grafite – rame – bronzo) vegetale (fitolacca – carbone – cenere – carta ganpi – petrolio), da cui ricava colori e tinte intense e velate. Le opere di Mariconti, sono presenti in collezioni private e pubbliche, sia nazionali che internazionali.
Andrea Mariconti. ATLAS ABDA A cura di Alessandro Beltrami e Paolo Torre Lodi, Biblioteca Laudense, Collezione anatomica “Paolo Gorini”, Santa Chiara Nuova, Chiostro di San Cristoforo, Museo della Stampa 10 maggio – 29 giugno 2025
Ingresso libero
ORARI DI VISITA: Santa Chiara Nuova Sabato e domenica 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 Opening e performance sabato 10 maggio ore 20.00 Collezione anatomica Paolo Gorini e sale superiori del chiostro dell’Ospedale vecchio Mercoledì 10.00 – 12.00 Sabato 9.30 – 14.30 Domenica 14.30 – 17.30
Biblioteca Laudense Dal martedì al sabato 9.15 – 18.15 Dal 9 giugno dal lunedì al sabato 8.30 – 13.30
Chiostro di San Cristoforo Sabato, domenica e lunedì 2 giugno: 16.00 – 19.00 Dal lunedì a venerdì 9.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00
Museo della Stampa Sabato 10.00 – 12.30 / 15.00 – 17.30 Dal lunedì al venerdì 9.30 – 12.30
UFFICIO STAMPA Anna Defrancesco comunicazione press@annadefrancesco.com www.annadefrancesco.com
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Sabato 10 maggio 2025, alle ore 17:30, presso la Sala Lettura d’Istituto, in occasione del secondo appuntamento del Palinsesto “La Biblioteca quale rifugio di riflessione e crescita”, ideato in occasione della Campagna Nazionale “Il Maggio dei Libri”, promossa dal “CEPELL”, la Biblioteca Regionale “Giacomo Longo” presenterà il testo “Cronache di giorni qualunque” di Maria Francesca Tommasini, illustrazioni a cura di Giorgia Minisi, Edizioni del Poggio 2024. Il volume rispecchia in toto le peculiarità del primo filone del Maggio dei Libri “Intelleg(go)…dunque sono”, che fa della lettura del romanzo di formazione l’arma migliore contro ogni discriminazione, stereotipo e riduzionismo, ma anche ogni banalizzazione sotto l’egida del “politicamente corretto”.
Biblioteca Regionale di Messina –Secondo Appuntamento “Il Maggio dei Libri”-
“Cronache di giorni qualunque” – di Maria Francesca Tommasini
Illustrazioni a cura di Giorgia Minisi
Sabato 10 maggio 2025, ore 17:30.
Dopo l’Introduzione della Direttrice, Avv. Tommasa Siragusa, che fungerà poi da moderatrice, relazioneranno il Prof. Luigi D’Andrea, Ordinario di Dirittto costituzionale presso l’Università degli Studi di Messina e la Prof.ssa Pina D’Alatri, già Docente di Lettere Classiche. Saranno presenti l’Autrice e l’Illustratrice.
Professore Ordinario di Diritto privato presso il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’Università degli Studi di Messina, Autrice di numerose monografie e articoli pubblicati in riviste scientifiche e in testi di settore, la Prof.ssa Tommasini dal 2009 esordisce nel mondo della Letteratura per l’infanzia, con l’intento di nutrire e stimolare, attraverso la lettura, le menti dei ragazzi e sviluppare percorsi didattici e culturali per le scuole.
Nelle “Cronache di giorni qualunque”, attraverso la narrazione di uno spaccato di vita, un ragazzo di origini siciliane in età scolare, che vive da emigrante a Milano, con tutte le criticità che la quotidianità comporta, apprende e elabora la storia del sequestro e della morte del grande Statista.
Dal testo si evince l’importanza che riveste la famiglia e la società, il ruolo genitoriale e quello della scuola nella formazione dei fanciulli e degli adolescenti, un imprimatur psicologico fondamentale per una sana crescita e per forgiare uomini retti e consapevoli.
Nella pregevole pubblicazione, abilmente illustrata dalla pittrice Giorgia Minisi, il linguaggio verbale e quello iconico sono strettamente collegati; parole e immagini, infatti, si fanno simbolici segni attraverso i quali l’uomo elabora la propria rappresentazione del reale. Il connubio perfetto tra la Scrittrice e l’Artista è un valore aggiunto che rende l’opera ancor più accattivante.
Post dell’evento saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:
Chi non potrà prendere parte alle iniziative in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere agli Autori e ai Relatori.
Nei giorni a seguire le date degli eventi in programma saranno disponibili i video.
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini. Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti. Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.
La Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, proseguendo un programma di iniziative dedicate all’arte contemporanea, è lieta di annunciare l’apertura della mostra “Natura Morta” dello scultore Jago, a cura di Maria Teresa Benedetti, che sarà visitabile dal 8 maggio al 4 novembre 2025.
Comunicato stampa Natura Morta – Jago (ita)
Natura Morta Jago e Caravaggio: due sguardi sulla caducità della vita
In un continuo dialogo tra passato e presente, Jago si confronta apertamente con la Canestra di frutta di Caravaggio, tra i capolavori più iconici della collezione del museo, con un’opera che trasforma il linguaggio della tradizione in una riflessione cruda e attuale: una canestra colma non di frutti, ma di armi. Pistole, fucili, mitragliatori si ammassano nel cesto, simbolo di una “natura” ormai contaminata dalla violenza e dalla serialità della produzione umana.
L’esposizione, che vedrà anche la realizzazione di un catalogo realizzato in collaborazione con Arthemisia ed edito da Moebius, nasce da una ricerca profonda intorno al concetto stesso di fragilità. Se nella pittura caravaggesca la bellezza della frutta matura diventa metafora del tempo che passa e della caducità della vita, Jago spinge questa riflessione oltre, mostrando ciò che oggi affolla le nostre esistenze: oggetti costruiti per uccidere, prodotti in serie, svuotati di senso eppure terribilmente reali.
Allestimento
“Con quest’opera — spiega Jago — ho voluto indagare la violenza silenziosa che permea la nostra società, quella che non si manifesta solo nei conflitti armati, ma anche nel modo in cui trattiamo l’altro, nel rifiuto, nella sopraffazione quotidiana. Un cesto colmo di armi ci dice che il frutto del nostro tempo non è più la vita, ma la distruzione”.
La scelta del marmo, materiale nobile della tradizione, è parte integrante del messaggio: un materiale eterno per raccontare una ferita del presente, un gesto scultoreo che rimanda alla storia dell’arte italiana, ma che al contempo rompe con essa per denunciare un mondo dove la morte è diventata un prodotto di consumo.
L’installazione dialoga idealmente con la Canestra di Caravaggio, mettendo in scena un confronto visivo e concettuale tra due nature morte, capaci di raccontare epoche diverse ma unite dalla medesima domanda: cosa resta della vita quando il tempo e l’uomo la consumano? “La natura non idealizzata, eppure innocente, di Caravaggio — afferma il direttore della Pinacoteca Mons. Alberto Rocca — è spunto per creare un canestro non più colmo dei frutti della terra, bensì di sofisticati e artificiosi strumenti di morte. La Veneranda Biblioteca Ambrosiana è ben lieta di presentare questa denuncia coraggiosa con una scultura che segna un ulteriore incontro fra passato e presente e che rinnova il linguaggio dell’arte, stimolando una critica intensa e attuale”.
Dopo aver installato le sue opere in piazze, ponti, deserti e su navi che salvano vite, Jago con “Natura Morta” prosegue la sua ricerca su ciò che ci rende umani, scegliendo il contesto unico della Pinacoteca Ambrosiana per un confronto diretto tra la verità della scultura contemporanea e il mistero della pittura seicentesca.
Sede Veneranda Biblioteca Ambrosiana Piazza Pio XI, 2 – Milano
Date al pubblico 8 maggio – 4 novembre 2025
Orari e biglietti mostra Da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00 (la biglietteria chiude alle ore 17.30) Mercoledì chiuso
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Sono stati 95.318 i visitatori della mostra Impressionisti in Normandia, l’esposizione con la quale Firenze, il Museo degli Innocenti e Arthemisia hanno voluto festeggiare i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo, la corrente artistica più seguita e amata di sempre.
Grandissimo successo per “Impressionisti in Normandia”, la mostra che al Museo degli Innocenti ha accolto un pubblico di oltre 95mila visitatori appassionati della corrente artistica più amata di sempre.
“Impressionisti in Normandia. Monet, Bonnard, Corot, Courbet… Capolavori della Collezione Peindre en Normandie”
21 novembre 2024 – 4 maggio 2025 Museo degli Innocenti, Firenze
Per circa 6 mesi, protagoniste indiscusse sono state le oltre 70 opere realizzate dai più celebri esponenti dell’Impressionismo: Monet, Bonnard, Boudine, Corot, Courbet, Villon, Renoir, Delacroix e molti altri hanno infatti accompagnato il pubblico all’interno di un racconto alla scoperta dello stesso movimento e dei luoghi che ne hanno segnato la nascita e ne sono stati di forte ispirazione.
Sono i paesaggi della Normandia, terra che per la luce e i suoi colori divenne un punto di riferimento per questi numerosi artisti, un vero laboratorio in cui sperimentare le suggestioni e le forme di una nuova pittura.
Opere eccezionali facenti parte del patrimonio della Collezione Peindre en Normandie – tra le collezioni più rappresentative del periodo impressionista – affiancate da prestiti provenienti dal Musée d’art moderne di Le Havre e da collezioni private, oltre a un grande prestito proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma: le Ninfee rosa di Claude Monet, opera iconica e facente parte della “prima serie” di 8 ninfee che l’artista dipinse.
“Siamo davvero entusiasti della collaborazione con il Museo degli Innocenti di Firenze. Una partnership grazie alla quale, ormai da alcuni anni, siamo presenti a Firenze con le nostre grandi mostre. Con entusiasmo guardiamo al futuro e siamo felici di proseguire insieme in questo percorso nei prossimi anni, portando avanti progetti che possano continuare ad arricchire, incuriosire e richiamare sempre più visitatori e amanti dell’arte.” – Iole Siena, Presidente di Arthemisia.
Con il patrocinio del Comune di Firenze, la mostra è stata prodotta e organizzata da Arthemisia ancora una volta al fianco del Museo degli Innocenti con Cristoforo, in collaborazione con la Collezione Peindre en Normandie e BridgeconsultingPro ed è stata curata da Alain Tapié.
La mostra ha visto come special partnerRicola, partnerMercato Centrale Firenze, Unicoop Firenze e I Gigli, mobility partnerFrecciarossa Treno Ufficiale, media partnerDieci e QN La Nazione, educational partnerLABA.
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Si invita a prendere visione dell’informativa segnalando che durante l’evento saranno effettuate riprese foto e video. Con la partecipazione all’evento si intende prestato il consenso al trattamento della propria immagine che potrà essere pubblicata su siti web, canali social media e altre piattaforme pubbliche del Sistema Museale di Ateneo e dell’Università di Pisa.
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Il 9 maggio 1978 veniva ucciso dalla mafia Peppino Impastato, giornalista speaker di Radio Aut e militante di Democrazia proletaria. A distanza di 47 anni è ancora vivo l’esempio del ragazzo di Cinisi che ha sfidato il boss Tano Badalamenti. La tessera di iscrizione all’Ordine dei giornalisti venne rilasciata postuma a Peppino e porta la data del 9 maggio 1978, quella della sua morte.
Un riconoscimento che è andato ben oltre l’onda emotiva di quell’assassinio per mano della mafia, nonostante all’inizio si tentò di spacciarlo per suicidio. Gli amici, i compagni di lotta, i democratici e gli antifascisti lo ricordano anche quest’anno recandosi nella strada a lui intitolata per portargli fiori di campo.
L’appuntamento è alle ore 18 del 9 maggio 2025 in via Peppino Impastato (Case gialle, Bordonaro – Messina). All’iniziativa dell’Anpi messinese hanno aderito Tenda pace non violenza Messina, Cgil Messina e Libera presidio di Messina.
L’Associazione dei partigiani messinesi si rallegra dell’apertura al pubblico del “casolare Peppino Impastato” a Cinisi. Situato nei pressi della linea ferroviaria Palermo-Trapani, dove proprio il 9 maggio 1978 fu rinvenuto il corpo di Peppino Impastato, il casolare rappresenta da anni meta di pellegrinaggi civili all’interno del “percorso della memoria” dedicato alle vittime di mafia e, in particolare, all’impegno e al coraggio del giovane giornalista che, con le frequenze di Radio Aut, denunciò con determinazione il potere mafioso a Cinisi.
Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia Comitato provinciale di Messina comunicato stampa – 7 maggio 2025
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