Siamo in Molise, a Villa san Michele, borgo settecentesco teatro di eventi franosi

Per l’edizione speciale 2025 di LIBRINFESTIVAL, insieme al FESTIVAL DEL TEMPO, il 3 maggio 2025 la libreria Cartacanta di Monterotondo ospita la presentazione del terzo libro in concorso del Premio Letterario Librinfestival 10 anni: I sopravvissuti di Antonella Presutti e Gianna Piano per Les Flâneurs Edizioni. Le autrici dialogheranno con Silvia Di Tosti e con Roberto Del Ciello. L’evento è inserito ne Il Maggio dei Libri 2025

Edizione speciale 2025
LIBRINFESTIVAL con il FESTIVAL DEL TEMPO

Presentazione III libro in concorso
Premio Letterario Librinfestival 10 anni

I sopravvissuti di Antonella Presutti e Gianna Piano

3 maggio 2025 ore 18.30
Libreria Cartacanta
Via Edmondo Riva 33 – Monterotondo (RM)

Il romanzo I sopravvissuti, arricchito da fotografie evocative, ci porta nel mistero del nostro passato. Come scrive nella prefazione Biba Giacchetti:«Siamo in Molise, a Villa san Michele, borgo settecentesco collinare. Nato in un’area montana vocata al pascolo, il borgo fu teatro di eventi franosi, fino a che negli anni Sessanta fu evacuato dopo una settimana di ininterrotte piogge torrenziali. La popolazione tentò di opporsi, ma il borgo sembrava smottare a valle e le case, anche se non erano crollate, divennero inagibili e pericolose. Oggi il borgo fantasma resta quasi intatto, avviluppato dalla natura. Un luogo di suggestioni spettrali e poetiche, oniriche e fantastiche. Villa san Michele, con le sue belle pietre, testimonia la cronaca di un evento del passato e l’inutile monito per il futuro. La furia della natura ci sorprenderà ancora in modi che non possiamo pienamente ipotizzare. Ma non è di questo che tratta la nostra storia. I testi di Antonella Presutti e Gianna Piano, e le struggenti immagini di Gianna Piano che lo accompagnano, smaterializzano gli eventi, trascendono i luoghi e il tempo in cui sono avvenuti. Predisponetevi quindi a entrare in una dimensione diversa che, pur esistendo nella natura umana, raramente viene frequentata».

Per il Premio Letterario Librinfestival 10 anni sono stati selezionati 5 titoli, all’insegna di un tema molto potente: “Desiderio”. Declinarlo in un contenuto letterario vuol dire cimentarsi con l’universo psicologico, filosofico, emotivo, relazionale, storico, nonché politico, dell’umanità. I cinque romanzi finalisti sono frutto di una scelta a cura di Silvia Di Tosti, alla base della quale è forte la volontà, la curiosità, la missione di offrire ai lettori un panorama letterario che esuli dalla moda, e dal tempo, e si concentri sulla scrittura, sulle storie, e sul tema. E saranno proprio i libri a alimentare e stimolare il confronto su qualcosa che abbiamo dimenticato o rimosso, e che facciamo coincidere con il desiderio materiale, ignorando le nostre tensioni, emozioni, sensibilità. Un orizzonte sfocato, su cui galleggiano le idee, le speranze, le illusioni perdute.

Prossimi appuntamenti: il 6 giugno, Otto anni di Juri Romanini, Exòrma Edizioni; il 26 giugno Atroce è la luce di Stefano Galardini, per 8ttoEdizioni. 

L’edizione speciale 2025 di LIBRINFESTIVAL, insieme al FESTIVAL DEL TEMPO è promossa dall’associazione Librinfestival, ISKRA Cooperativa sociale onlus e dall’associazione blowart, a cura di Silvia Di Tosti, Roberta Melasecca e Alessia Fedeli, in collaborazione con Movimento VulnerarTe APS, VulnerarTe Magazine, Kriolla Culture, La Linea d’Ombra lettori, sogni, autori Roma, Dide Distretto del Design, con il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto, con il contributo di Azienda Olio Vitali Sabina Dop


EDIZIONE SPECIALE 2025
LIBRINFESTIVAL con il FESTIVAL DEL TEMPO
Tema 2025: DESIDERIO
Da marzo a novembre 2025
26-28 settembre 2025 – Monterotondo (RM)
21-25 maggio – Genova (GE)
Promosso da associazione Librinfestival, associazione blowart, ISKRA Cooperativa sociale onlus
Con Movimento VulnerarTe APS, Kriolla Culture, La Linea d’Ombra lettori, sogni, autori Roma, Dide Distretto del Design. Media partner: VulnerarTe Magazine
Con il patrocinio di Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS
Con il contributo di Azienda Olio Vitali Sabina Dop

Festival Tempo
Associazione culturale blowart
Roberta Melasecca
info@festivaldeltempo.itwww.festivaldeltempo.it

Librinfestival
Associazione culturale
Silvia Di Tosti
silviaditosti@libero.itwww.librinfestival.it

ISKRA Cooperativa sociale onlus
Alessia Fedeli – https://iskra.coop/

Alessandria festeggia il suo 857° compleanno con i “Palazzi nella Storia”

“Palazzi nella Storia” è l’evento dedicato all’apertura straordinaria, con visite guidate, di alcuni palazzi e siti di pregio della Città, pubblici e privati, in parte normalmente non accessibili al pubblico o abitualmente non considerati dal punto di vista della loro storia e valore storico-artistico e architettonico.

“Palazzi nella Storia”, 
Alessandria celebra il 857esimo Compleanno della Città 
sabato 3 e domenica 4 maggio
con l’apertura straordinaria dei suoi magnifici Palazzi

“Palazzi nella Storia” giunge quest’anno alla terza edizione: quelle precedenti, nel 2022 e 2024, hanno ottenuto un largo successo di pubblico, in buona parte proveniente da fuori Alessandria. Palazzi nella Storia fa parte del programma di manifestazioni per l’857° Compleanno della Città di Alessandria.

L’evento ha l’obiettivo di portare alla “riscoperta” di luoghi e palazzi che caratterizzano l’offerta culturale di Alessandria e la valorizzano come Città d’arte dotata di un ampio patrimonio storico-architettonico rappresentativo di epoche diverse, dal Medio Evo fino al Novecento.

Alessandria punta a posizionarsi come destinazione turistica e meta di “city break”, nel quadro di una strategia generale di marketing territoriale e promozione della Città che sta trovando riscontro, dal punto di vista turistico, nella crescita dei pernottamenti (+ 2,3% nel 2024 rispetto al 2023, con un aumento complessivo di circa il 13% fra 2021 e 2024) e nell’aumentata visibilità, confermata dalla crescente presenza sui mass media nazionali.

Palazzi nella Storia è organizzato da Comune di Alessandria, Alexala e ASM Costruire Insieme; si ringraziano per la collaborazione Poste Italiane e Banco BPM.

L’evento si svolgerà nei giorni di sabato 3 e domenica 4 maggio e coinvolgerà i seguenti palazzi:

Palazzo Municipale

–  Palazzo Municipale (sede del Comune – edificato come teatro a partire dal 1772 dall’architetto Giuseppe Caselli, l’edificio fu terminato nel 1830; interessanti affreschi ottocenteschi di Pietro Sassi);

–  Palazzo Cuttica di Cassine(elegante palazzo della fine del XVII secolo; ospita al piano nobile le collezioni del Museo Civico);

–  Palazzo delle Poste (sede centrale di Alessandria – firmato dall’architetto Franco Petrucci negli anni 1939-41, l’edificio è un esempio di architettura razionalista; il mosaico alla base della facciata fu realizzato su disegno di Gino Severini),

–  Sede Banco BPM, già sede storica della Cassa di Risparmio di Alessandria – la movimentata facciata neoclassica ottocentesca cela origini risalenti al XV secolo;

–  Palazzo Ghilini (sede della Provincia – bell’esempio di barocco piemontese, su progetto dell’architetto Benedetto Alfieri; fu terminato nel 1732).

Le aperture avranno luogo sabato 3 maggio, nel pomeriggio, e domenica 4 maggio, mattina e pomeriggio, e saranno articolate in visite guidate gratuite condotte da guide professioniste abilitate, della durata indicativa di un’ora e mezza e per gruppi di circa 20 persone.

Partenza dei gruppi davanti all’ingresso centrale di Palazzo Municipale, sotto i portici di Piazza della Libertà, secondo i seguenti orari:

sabato 3 maggio. pomeriggio: ore 15,30 e 17,30;
domenica 4 maggio, mattina: ore 9,30 e 11,30;
domenica 4 maggio, pomeriggio: ore 15,30 e 17,30.

Non sono previste prenotazioni; il pubblico sarà ammesso per ogni turno fino ad esaurimento dei posti; orari e percorsi dei tour guidati sono organizzati in modo da consentire, per chi lo volesse, di visitare a turno tutti i palazzi proposti.

“Palazzi nella Storia”, dice Giorgio Abonante, Sindaco di Alessandria, “punta alla valorizzazione e alla “scoperta” di un patrimonio storico-architettonico straordinario, poco conosciuto o difficilmente visibile da chi frequenta alcuni palazzi per lavoro o per servizi, o semplicemente ci passa davanti tra un impegno e l’altro della vita quotidiana. Con questo evento vogliamo comunicare l’attrattività e unicità di Alessandria come città d’arte, la qualità della vita che la nostra città può offrire, valorizzare una parte dell’identità urbana che testimonia la nostra storia e può costituire, nel presente e nel futuro, un’opportunità di sviluppo economico e di creazione di posti di lavoro nel settore turistico“.


Melina Cavallaro 
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  

Pier Tancredi De-Coll’ Opere 2022 allo Spazio dell’Angelo a Matera

Il prossimo 3 maggio 2025 alle ore 18.00, presso lo Spazio dell’Angelo a Matera (via Sant’Angelo 68, nel cuore del Sasso Caveoso), si inaugura la mostra personale di Pier Tancredi De-Coll’, “Opere 2022/2025”. L’esposizione sarà visitabile fino al 3 giugno, tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00, con ingresso libero.

Pier Tancredi De-Coll’
Opere 2022/2025
Mostra personale | Spazio dell’Angelo, Matera
3 maggio – 3 giugno 2025
Inaugurazione sabato 3 maggio, ore 18.00

La mostra, organizzata con il patrocinio del Comune di Matera e con il sostegno di Caruso Servizi Assicurativi S.r.l., propone una selezione di opere recenti dell’artista torinese: un percorso pittorico che coniuga forza cromatica, profondità spaziale e un’intensa componente emotiva. Alla serata inaugurale interverranno, oltre all’artista, Attilio Caruso e Nicola Filazzola, autore del testo critico che accompagna la mostra.

Le opere in mostra – tra cui Joyfull timeAtlaantideo figures, Colloqui misteriosi – rivelano l’inconfondibile cifra stilistica di De-Coll’, in bilico tra espressionismo e visione barocca, dove l’equilibrio tra sogno e concretezza genera una narrazione pittorica di forte impatto. Le sue figure, gli interni, le nature morte non sono semplici soggetti ma elementi strutturali che dialogano con lo spazio in cui si collocano, in una composizione che richiama la grande tradizione italiana da Giotto a Morandi.

Come osserva Nicola Filazzola nel testo critico, “Pier Tancredi unisce magia e realtà, catarsi e allegria… la sua è una pittura che rimanda al Barocco, figlia di un’arte che affonda nella percezione acuta del reale le radici della sua immaginazione”.

Pier Tancredi De-Coll’, nato a Torino nel 1959, è un artista di formazione espressionista con un’attività che spazia dal disegno alla pittura, passando per l’illustrazione e la grafica editoriale. Dopo gli esordi come vignettista per i quotidiani Stampa Sera e La Stampa (oltre 1.000 pubblicazioni tra il 1982 e il 1995), si è dedicato allo studio della pittura presso lo studio del maestro Serafino Geninetti.

Nel 1986 ha collaborato con lo scrittore Federico Audisio di Somma alla pubblicazione del libro Femmes, Donne Elettriche, illustrato da De-Coll’ e introdotto da Gianni Versace. Il percorso artistico di quegli anni è stato oggetto del volume Pura Pittura (Gli Ori, 2017), curato dalla Presidente dell’Accademia Albertina Paola Gribaudo.

Nel 2018 la Città di Arezzo gli ha dedicato un’importante mostra antologica presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, a cura di Liletta Fornasari. Le sue opere sono state selezionate per prestigiosi premi tra cui il Premio Sulmona, dove nel 2022 ha ricevuto una Menzione d’Onore dalla giuria presieduta da Vittorio Sgarbi.

Attualmente è membro della Consulta dell’Accademia Italiana D’Arte e Letteratura, e un suo lavoro è esposto permanentemente al Vittoriale degli Italiani nell’ambito della mostra D’Annunzio e la Cina. Partecipa alla corrente romana dell’Effettismo, fondata da Francesca Romana Fragale, e collabora con numerose gallerie in Italia.


Informazioni utili
Dove: Spazio dell’Angelo, Via Sant’Angelo 68 – Matera (Sasso Caveoso)
Aperta al pubblico dal 3 maggio al 3 giugno 2025
Orari di apertura: tutti i giorni, 10.00–13.00 | 16.00–19.00
Inaugurazione: Sabato 3 maggio, ore 18.00
Interventi: Pier Tancredi De-Coll’, Attilio Caruso, Nicola Filazzola
 
Per contatti e ulteriori informazioni:
Sissi Ruggi
Addetto stampa
e-mail ufficiostampa@sissiruggi.com

Maggio in Jazz nel cuore di Terre dei Borghi

Arquà Petrarca (PD) – Domenica 4 maggio 2025 – Le colline euganee si tingono di note e sapori con l’appuntamento speciale Maggio in Jazz, ospitato da VITICULTURE nel cuore di Terre dei Borghi, in via Pajone, a partire dalle ore 12.00.

VITICULTURE
Maggio in Jazz – Terre dei Borghi: una giornata tra musica, cicchetti e buon vino

Protagonista della giornata sarà il trio jazz formato da Antonio Cavicchi alla chitarra, Marc Abrams al contrabbasso e Riccardo Biancoli alla batteria, che accompagnerà il pubblico con raffinate sonorità tra classici del repertorio e composizioni originali. Un concerto immerso nella natura, pensato per chi ama la musica di qualità e la convivialità all’aria aperta.

Il trio composto da musicisti di grande esperienza, è da molti anni attivo sulla scena jazz italiana e internazionale. La lista delle loro collaborazioni, live e in studio, è lunghissima e comprende fra gli altri nomi quali Dizzy Gillespie, Gil Evans, Mal Waldron, Lee Konitz, Kenny Clarke, Chet Baker, Benny Golson e tutti i più importanti esponenti del jazz italiano. Sono inoltre tutti attivi come docenti nei Conservatori italiani. Da alcuni anni, hanno trovato nella formula del trio la formazione ideale per esprimere un jazz saldamente ancorato alla tradizione ma in cui possano confluire tutte le loro molteplici esperienze.

Il concerto prenderà il via alle ore 12.00, con una prima parte di circa 50 minuti. Dopo una breve pausa conviviale, ci sarà un successivo set di altri 50 minuti, e alla conclusione, i musicisti torneranno a suonare, aprendo il palco anche a eventuali ospiti e amici musicisti che vorranno unirsi, dando vita a un dialogo musicale aperto e spontaneo, nel vero spirito del jazz.

L’evento si arricchisce con la vendita di cicchetti e calici di vino, a cura di produttori locali, per un’esperienza che unisce cultura, enogastronomia e territorio in un’atmosfera rilassata e accogliente.

Maggio in Jazz è organizzato da VITICULTURE con l’intento di valorizzare la musica dal vivo in luoghi di pregio, offrendo al pubblico un’occasione unica di incontro e bellezza.


Dove:
VITICULTURE – Terre dei Borghi, Arquà Petrarca (PD) Contributo di 15 euro. Biglietto acquistabile sul luogo (include un cicchetto e un calice di vino).
È preferibile la prenotazione – info: terredeiborghi@gmail.com

Ufficio stampa
Studio Pierrepi
Alessandra Canella 
www.studiopierrepi.it

Un allestimento capace di valorizzare le doti speciali e virtuosistiche degli artigiani veneziani

Raccontare il Correr di Carlo Scarpa 1953-1960 è un’occasione di studio, documentazione e censimento dei materiali originali scarpiani, ma anche di necessaria riflessione critica, in vista dei prossimi interventi di riallestimento al primo piano e di manutenzione della Quadreria al secondo piano. 

L’obiettivo è il recupero filologico — mediante restauro o manutenzione — di quanto conservato: al primo piano, alcune sale modificate nel tempo, con il ripristino di vari elementi museografici originali; al secondo piano, l’intero apparato allestitivo, fortunatamente pressoché integro.

Il Correr di Carlo Scarpa.
1953 /1960
Venezia, Museo Correr, 2° Piano, Sala Quattro Porte
dal 1° maggio al 19 ottobre 2025

La mostra propone una restituzione efficace dell’architettura e degli arredi scarpiani del Correr, attraverso fotografie d’epoca dell’Archivio Fotografico MUVE ed esemplari originali del raffinato design firmato Scarpa per il museo: vetrine e teche, il celebre cavalletto, supporti, snodi e incastri. Un insieme che testimonia la straordinaria capacità di Scarpa di fondere forma e funzione, secondo una cifra stilistica inconfondibile, e realizzazioni dal forte contenuto artigianale.

Autentiche opere d’arte in cui le caratteristiche strutturali e le qualità estetiche dei materiali vengono esaltate da un disegno creativo di rara sensibilità: un design capace di valorizzare al massimo le doti speciali e virtuosistiche degli artigiani esecutori, eredi di una secolare tradizione — in questo caso tutta veneziana — giunta intatta fino oltre la metà del Novecento.

Nel secondo dopoguerra, i due interventi di Carlo Scarpa al Museo Correr — nel 1952–53 per le sale di Storia veneziana al primo pianonel 1959–60 per la Quadreria al secondo piano — si affermarono come modelli esemplari della linea italiana nella museografia, elegante e innovativa, ispirata al razionalismo internazionale. Un indirizzo, condiviso da importanti architetti italiani con personalità differenti, ma accomunati da due presupposti fondamentali: la profonda attenzione al contesto architettonico-ambientale del museo ospitante e una colta, sensibile interpretazione del messaggio e dell’atmosfera propri di ogni singola opera.

Questo metodo prevedeva un posizionamento dell’opera meditato e accurato, tale da generare “risonanze” significative — talvolta sorprendenti o persino rivelatrici — nelle nuove interazioni tra opere e spazio. Uno spazio che Scarpa riconfigurava con coraggio, in un dialogo creativo e dialettico con la memoria nobile dell’edificio, nato per usi diversi e ora trasformato in museo.

I due interventi si collocano nei diversi piani delle Procuratie Nuove, il nobile edificio rinascimentale che domina il lato sud di Piazza San Marco. Originariamente uffici e prestigiose residenze dei procuratori di San Marco, nel XIX secolo venne trasformato in Palazzo Reale napoleonico, asburgico e poi sabaudo, con interni segnati da un elegante gusto neoclassico — a partire dall’Ala Napoleonica, con lo Scalone e il Salone da ballo.

Il riallestimento del 1953 segnò la riapertura del museo dopo la lunga interruzione bellica. Le sale del primo piano, semplicemente ripulite nelle pareti bianche e nei solenni soffitti lignei, furono reinterpretate da Scarpa con pochi ma incisivi elementi museografici originali: teche che esponevano le toghe dei senatori e procuratori accanto ai ritratti a figura intera degli stessi patrizi veneziani; pannelli per i vivaci scudi ottomani delle guerre di Morea, disposti in file alte accanto al busto del vittorioso Francesco Morosini. Particolarmente riuscite anche soluzioni come le appensioni di antichi stendardi su fondi in tessuto grezzo o i sostegni per i monumentali fanali da galera — tra cui quello triplice della capitana di Morosini — realizzati con raffinata complessità e proporzionati con giustezza agli oggetti storici esposti.

Nel 1959–60 Scarpa fu incaricato dell’allestimento della Quadreria al secondo piano, che custodisce importanti capolavori della pittura veneziana e italiana del Rinascimento. In ambienti ormai privi di configurazioni significative precedenti (a eccezione della sala centrale, lasciata nella sua essenzialità), l’intervento fu radicale. Le superfici delle sale, trattate con calce rasata, esaltavano il ruolo della luce: quella naturale, diffusa dai balconi su Piazza San Marco o filtrata da moderne veneziane industriali nelle finestre interne, guidava la disposizione di dipinti e sculture.

Iconico il celebre “cavalletto” di Scarpa, su cui vennero valorizzate diverse opere, poste perpendicolarmente rispetto alla luce che entra dai balconi. Furono inoltre progettate piccole sale dedicate: il cubicolo per la Pietà di Cosmè Tura; quello per le iconiche Due dame veneziane di Carpaccio; o ancora la saletta rivestita in travertino per il Cristo morto sostenuto dagli angeli di Antonello da Messina, dove la luce riverbera calda, dorata, in armonia con quella interna al dipinto, esposto su un supporto inclinato per accogliere al meglio l’illuminazione. 

INFORMAZIONI UTILI
Aperto tutti i giorni
Dal 01 aprile al 31 ottobre: 10.00 – 18.00
(ultimo ingresso ore 17.00) 
Dal 01 novembre al 31 marzo: 10.00 – 17.00
(ultimo ingresso ore 16.00)
 
SPECIALI APERTURE SERALI 
Dal 01 maggio al 30 settembre 2025, ogni venerdì e sabato apertura fino alle 23.00 (ultimo ingresso ore 22.00)
Visita il Museo Correr
 

Museo Correr
San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211 
correr.visitmuve.it
 
Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it
tel. +39 041 2405225
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

Giunge al termine la 45° edizione di ARTEVENTO CERVIA: Il programma del 2, 3, 4 maggio



Artevento si prepara a chiudere in grande stile questa trionfante 45° edizione. Fino a domenica 4 maggio, il Festival Internazionale dell’Aquilone continuerà a coinvolgere grandi e piccini con mostre, laboratori, l’ultimo volo notturno, voli collettivi diurni ed esibizioni di volo acrobatico, incontri speciali, musica dal vivo, teatro danza e attività per tutta la famiglia, alla presenza di oltre 200 ospiti provenienti da 50 Paesi e 5 continenti, al fine di celebrare le ricorrenze degli 80 anni dalla Liberazione, i 40 anni dal brano “Cervia’s Kite” di Lucio Dalla, i 10 anni dalla scomparsa di Moira Orfei e gli 800 anni dal Cantico delle Creature di San Francesco.

L’ultimo weekend del Festival Internazionale dell’Aquilone prevede l’incontro con la wind artist internazionale Ruth Whiting che presenterà il libro “Lonely Bird”, le performance e le premiazioni del Campionato Italiano di Volo Acrobatico Cervia’s Cup, gli spettacoli del kite designer UK Carl Robertshaw insieme all’artista eolico tedesco Frank Schwiemann e il volo notturno offerto dalla Notte dei Miracoli.

Il programma completo di ARTEVENTO CERVIA è consultabile sul sito della manifestazione: https://artevento.com/



CONTATTI

SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cervia_kite_festival/
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCCQv-5MAJEy-2DTIF57-6Fw/featured

UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Una occasione per coinvolgere attivamente lo spettatore nel dialogo tra arte e società

INFERNO | ESISTE UNA VIA D’USCITA?
 
Una mostra d’arte contemporanea immersiva
che esplora l’inferno che esiste attorno a noi

Dal 22 febbraio al 18 maggio 2025

Museo d’Arte Trasformativa – Centro Commerciale Verona UNO, San Giovanni Lupatoto (VR)

la mostra INFERNO | Esiste una via d’uscita?, salvo proroghe, supera la metà del periodo espositivo previsto. Le recensioni sono quasi 50, riportate nella Press Release, disponibile online, dove ora si può accedere anche ai commenti dei visitatori, di cui citiamo alcuni stralci, scelti fra i più recenti (visibili in originale al MAT | Museo d’Arte Trasformativa, sul libro dei commenti):

Suggestiva, il livello visivo molto d’impatto e anche l’acustica emozionante. La consiglio a tutti. Le parole del racconto di Eldrik… molto emozionante. Grazie“, maestra Maria Paola e family, 19/04/25

Grazie per questa bella esperienza in un contesto insolito, che offre ottimi spunti di riflessione. Godibile anche dai bambini (5 e 10 anni)“, Laura, Luca, Emanuele e Daniele, 18/04/25

La mostra in generale, ma soprattutto alcune installazioni, fanno molto riflettere e ti smuovono molte emozioni!

Mostra adatta a tutti anche ai bambini: nostro figlio di 9 anni ha apprezzato molto e la sua storia narrante lo ha aiutato a capire meglio.“, Anonima, 21/04/25

Una mostra sorprendente che affascina e stupisce, stanza dopo stanza, lanciando dei messaggi profondi che si insinuano nella coscienza. Mi ha sorpreso profondamente.“, Anonimo, 27/04/25

… e questa barca dove va?

Speriamo verso un mondo migliore, dove ognuno di noi possa fare la differenza.

La mostra, così come è stata concepita ne ha già fatta una. COMPLIMENTI!“, Sy, 27/04/25

Una mostra immersiva in senso letterario, unica attiva nel Triveneto con questa modalità così coinvolgente, un’opportunità per tutti coloro che il prossimo ponte e i giorni successivi li passeranno a Verona.

In mostra c’è anche il visore (MetaQuest) per originali esperienze immersive in 3D e il libro, completo di tutti i contenuti multimediali.


Paolo Mozzo
Presidente MAT | Museo d’Arte Trasformativa
paolo.mozzo@artantide.com

Un’esperienza di ascolti in continuo movimento tra stili, culture e generazioni di interpreti

Dal Sud Africa a Napoli, dalla Francia a Chicago, dalla Gran Bretagna a New York, dall’Italia alle rotte della musica nomade: Ravenna Jazz 2025 sarà un’esperienza di ascolti in continuo movimento tra stili, culture e generazioni di interpreti. Grandi nomi ma anche grandi numeri (delle imponenti produzioni orchestrali) caratterizzano i concerti della 52a edizione del festival, che si terrà dal 2 al 12 maggio.

Simbolo di questo ecumenismo geografico è il francese Richard Galliano, star del jazz musette che riunisce nella stessa frase musicale cultura europea e argentina. Gli faranno eco il prodigioso revival del jazz gitano della svizzera-newyorkese Tatiana Eva-Marie, le sfumature moderniste dell’astro nascente Léon Phal, i colossi del drumming jazzistico Mark Guiliana e Famoudou Don Moye, la scorribanda boogaloo di Mauro Ottolini, le voci dalle più diverse inclinazioni di Karima, Hugh Coltman, Joe Barbieri e dei Baraonna (ospiti dell’Italian Jazz Orchestra).

Ravenna Jazz ospita anche il gran finale dell’iniziativa didattica “Pazzi di Jazz”: una produzione corale-orchestrale di dimensioni XXL, con un vasto organico di baby musicisti affidato alle esperte cure di Mauro Ottolini, Mauro Negri, Alien Dee e Tommaso Vittorini.

Il workshop di “Mister Jazz”, che come da tradizione si integra col programma dei concerti, vedrà la partecipazione di Karima. Il seminario, aperto a tutti gli strumentisti, si terrà al Centro Mousikè (7 maggio).

Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network ETS in collaborazione con l’Amministrazione comunale, in convenzione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e con il patrocinio di ANCI Emilia-Romagna.

Concerti principali: traduzioni jazzistiche della cultura pop

Sin dalle sue origini il jazz si è nutrito di musiche ‘altre’, adottandone i contenuti musicali e applicando loro sostanziali mutazioni ritmiche e implementazioni armoniche. Il trittico di concerti principali di Ravenna Jazz 2025 che si terrà al Teatro Alighieri è perfettamente rappresentativo di questa capacità inglobante della musica afroamericana, che ne fa probabilmente il genere musicale a oggi più ‘inclusivo’.

La prima alzata di sipario all’Alighieri rivelerà la presenza del fisarmonicista francese Richard Galliano (9 maggio). Capace di mettere d’accordo le più alte istanze artistiche e il successo popolare, Galliano sarà alla guida del New York Tango Trio, gruppo col quale esibisce una volta di più il suo profondo legame con la musica di AstorPiazzolla, dimostrandosi però anche capace di affrancarsi da essa facendo emergere la propria individualità creativa.

L’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti è ormai di casa al festival ravennate, con produzioni originali dai programmi di volta in volta diversi, così come i solisti ospiti. Quest’anno, l’11 maggio, il trattamento orchestrale jazz-sinfonico sarà applicato alle musiche dei Beach Boys, band tra le più influenti nella storia della musica moderna, capace di influenzare e ispirare la scena musicale internazionale. “Good Vibrations” è un’antologia di brani celeberrimi per la loro solarità ma anche assai sperimentali nell’ambito del pop. Le parti canore, con le armonizzazioni altamente caratterizzanti dei Beach Boys, saranno affidate ai Baraonna, un quartetto vocale che ha fatto delle contaminazioni musicali il suo tratto distintivo.

Anche “Pazzi di Jazz” è una produzione originale che di anno in anno si rinnova nei contenuti musicali, conservando i tratti di una mastodontica realizzazione orchestrale e corale, con una moltitudine di giovanissimi esecutori affidati alle cure di affermati musicisti come il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, il trombonista Mauro Ottolini, il sassofonista Mauro Negri e il beatboxer Alien Dee.Fulcro musicale di questa nuova edizione del progetto “Pazzi di Jazz” (in scena il 12 maggio) sarà il repertorio della cantante sudafricana Miriam Makeba, intramontabile icona della musica jazz-world.

Live ad alta gradazione: Ravenna 52° Jazz Club

Ravenna 52° Jazz Club” è la sezione del festival con le proposte musicali più curiose, innovative, capaci di portare le orecchie lontano dalle strade sonore più battute, senza rinunciare a nomi di culto. Una programmazione ospitata negli spazi accoglienti dei club e dei piccoli teatri di Ravenna e circondario.

Ravenna Jazz ha fatto del Teatro Socjale di Piangipane il tempio delle voci: e i tre concerti che ospiterà quest’anno confermano questa sua speciale prerogativa.

La vocalist svizzera Tatiana Eva-Marie si esibirà il 4 maggio con la sua Avalon Jazz Band, formazione che ha creato dopo essersi trasferita a New York, esportando così dall’altra parte dell’Atlantico una delle espressioni più tipicamente europee del jazz, il manouche. Il jazz gitano, col suo mix di chanson francese, swing, folk e una spolverata di espressività balcanica, è musica ampiamente dominata dalle chitarre: per poter dire la sua come cantante Tatiana Eva-Marie ha scritto, quando necessario, i propri testi, oltre che gli arrangiamenti, rendendo assai peculiare il gipsy jazz attraverso le sue personali storie.

Il 6 maggio Karima, artista raffinata e versatile nota al grande pubblico grazie alle sue partecipazioni televisive, presenta il suo nuovo progetto “Soulville”, un avvincente percorso tra gospel, soul e jazz. Il repertorio esplora molte sfaccettature della musica americana del Novecento, toccando anche gli spiritual, il repertorio di Broadway e i grandi compositori della canzone statunitense.

L’8 maggio riflettori puntati su Hugh Coltman, cantante inglese ma parigino d’adozione. Artista dalla voce unica, potente e roca, Coltman ha saputo reinventarsi numerose volte: prima rocker poi cantautore folk-rock quindi crooner jazz. Un tragitto lungo il quale ha dribblato non poche convenzioni e infranto tabù stilistici. Le sue esplorazioni del repertorio swing hanno la rara capacità di rivelare dettagli celati e possibilità interpretative inedite ma sempre storicamente attendibili.

Anche il Cisim di Lido Adriano ha una sua tradizione estetica all’interno del cartellone di Ravenna Jazz: artisti o programmi futuristici, il gusto dell’alternativo, l’avanguardia storica o contemporanea. Espressioni che si ritroveranno nelle tre serate ospitate dal Cisim in questa edizione.

Se ne avrà un pregnante esempio il 3 maggio con il giovane sassofonista francese Léon Phal, il cui progetto “Stress Killer” miscela spirito jazz e febbre da ballo, affondando le proprie radici nell’hard-bop mentre esplora le musiche del proprio tempo (club culture, hip-hop, nu-soul, drum’n’bass, afrobeat).

E ancora il 5 maggio con lo statunitense Mark Guiliana, batterista di culto senza confini, dal jazz al rock, impegnato in un mirabolante show in solo, che lo vedrà immerso tra batterie, tastiere e percussioni che farà magicamente ‘cantare’ anche con l’ausilio dell’elettronica.

Famoudou Don Moye, per oltre 50 anni propulsore ritmico dell’Art Ensemble of Chicago, nel suo drumming asciutto e insieme esplosivo e giocoso combina stilemi africani e caraibici con in più lo spirito dell’avanguardia. Il 7 maggio il suo Odyssey & Legacy Trio proporrà un repertorio dedicato in particolare, ma non solo, a Lester Bowie: un fuoco incrociato tra gli strumenti, un incalzare ritmico estroverso in onore dell’ex compagno di storiche imprese musicali. C’è poi il Mama’s Club, che ospiterà due serate, a partire da quella inaugurale del festival (2 maggio) con il trio del cantante-chitarrista Joe Barbieri: pupillo di Pino Daniele e come lui capace di flirtare con la world music, il jazz e la più nobile tradizione cantautorale, Barbieri si abbandonerà a un viaggio appassionato e personale nell’intramontabile repertorio della canzone classica napoletana. Il 10 arrivano poi gli Alligator Bogaloo del trombonista Mauro Ottolini, con la presenza solistica del sassofonista ravennate Alessandro Scala: un quintetto che esplora il boogaloo, fusione di hard-bop, soul jazz, R&B e ritmi afrolatini che raggiunse la massima popolarità a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta.

PROGRAMMA
 
Venerdì 2 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
JOE BARBIERI “VULÍO”
Joe Barbieri – chitarra classica, voce;
Nico Di Battista – DB guitar; Oscar Montalbano – chitarra manouche

Sabato 3 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
LÈON PHAL QUINTET
“Stress Killer”
Lèon Phal – sax tenore; Guillaume Couloumy – tromba;
Zazimut Roig – pianoforte, tastiere; Rémi Bouyssière – contrabbasso;
Baptiste Dolt – batteria

Domenica 4 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
TATIANA EVA-MARIE & AVALON JAZZ BAND
“Djangology”
Tatiana Eva-Marie – voce; Dennis Pol – chitarra;
Daniel Garlitsky – violino; Wallace Stelzer – contrabbasso

Lunedì 5 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
MARK GUILIANA SOLO SHOW
Mark Guiliana – batteria, percussioni, tastiere, elettronica
 
Martedì 6 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
KARIMA SOULVILLE
Karima – voce; Diego Borotti – sax, clarinetto;
Alberto Marsico – organo Hammond; Alessandro Minetto – batteria
 
Mercoledì 7 maggio
Ravenna, Centro Mousiké, ore 10-13, 14:30-16:30
“Ravenna Jazz”
“Mister Jazz”
WORKSHOP di canto
con KARIMA
“Consapevolmente Canto”
aperto a tutti gli strumenti
Jazz is Here to Stay
 
Mercoledì 7 maggio
Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
FAMOUDOU DON MOYE
ODYSSEY & LEGACY TRIO
Famoudou Don Moye – batteria, percussioni;
Christophe Leloil – tromba; Simon Sieger – pianoforte, organo, trombone

Giovedì 8 maggio
Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
HUGH COLTMAN QUARTET
Hugh Coltman – voce, chitarra; Matthis Pascaud – chitarra;
Laurent Vernerey – contrabbasso; Raphaël Chassin – batteria, percussioni
 
Venerdì 9 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
RICHARD GALLIANO NEW YORK TANGO TRIO
Richard Galliano – fisarmonica, accordina;
Adrien Moignard – chitarra; Diego Imbert – contrabbasso
 
Sabato 10 maggio
Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30
“Ravenna 52° Jazz Club”
MAURO OTTOLINI
& ALLIGATOR BOGALOO
Mauro Ottolini – trombone; Alessandro Scala – sax tenore; 
Luca Marianini – tromba; Emiliano Pintori – organo Hammond; Fabio Nobile – batteria
 
Domenica 11 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
 “GOOD VIBRATIONS”
Omaggio ai Beach Boys
ITALIAN JAZZ ORCHESTRA
+ special guest gruppo vocale BARAONNA
Direttore FABIO PETRETTI
ITALIAN JAZZ ORCHESTRA: Mirco Rubegni – tromba; Giuseppe Zanca – tromba,
arrangiamenti; Massimo Morganti – trombone, arrangiamenti; Nicola Cecchetto – sax alto, flauto;
Marco Postacchini – sax baritono, clarinetto basso, arrangiamenti; Thomas Lasca – chitarra;
Max Rocchetta – pianoforte, tastiere, arrangiamenti; Paolo Ghetti – contrabbasso, basso elettrico;
Stefano Paolini – batteria, percussioni.
ARCHI. Violini: Cesare Carretta, Aldo Capicchioni.
Viola: Michela Zanotti. Violoncello: Anselmo Pelliccioni.
+ special guest gruppo vocale BARAONNA:
Dario Daneluz, Eleonora Tosto, Daphne Nisi, Vito Caporale.
Fabio Petretti – direzione, arrangiamenti
Beach Boys video collage: immagini, frammenti di film, concerti, special TV, interviste
produzione originale

Lunedì 12 maggio
Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00
“Pazzi di Jazz” Young Project
ORCHESTRA DEI GIOVANI & DON MINZONI,
CORO SWING KIDS & TEEN VOICES
diretti da TOMMASO VITTORINI
special guests
MAURO NEGRI – sax alto e clarinetto, MAURO OTTOLINI – trombone
& ALIEN DEE – beatbox
“Mama Africa”
Omaggio a Miriam Makeba
Serata finale del progetto “Pazzi di Jazz” dedicata a Carlo Bubani
produzione originale – ingresso libero

Informazioni
Jazz Network, tel. 0544 405666,
e-mail: info@jazznetwork.it,
website: www.ravennajazz.itwww.crossroads-it.orgwww.erjn.itwww.jazznetwork.it
 
Ufficio Stampa
Daniele Cecchini
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Direzione Artistica
Sandra Costantini

A Portopiccolo Sistiana (Trieste) arte contemporanea sull’eco di Svevo



Sabato 3 maggio alle ore 18.00, all’Art Gallery di Portopiccolo Sistiana (Ts) si inaugurerà la mostra “… Non è niente morire” di Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz e Fabiola Faidiga, a cura di Massimo Premuda, nell’ambito del progetto “Corpo in trasformazione” promosso dal Gruppo78 International Contemporary Art – Trieste e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’associazione culturale Casa C.A.V.E. e Casa dell’Arte di Trieste.

ALL’ART GALLERY DI PORTOPICCOLO SISTIANA
IL GRUPPO78- International Contemporary Art Trieste
nell’ambito della Rassegna “CORPO IN TRASFORMAZIONE”
presenta
 
“…NON È NIENTE MORIRE”
L’ECO DI SVEVO NELLA VISIONE DI DUE ARTISTE CONTEMPORANEE
  
SABATO 3 MAGGIO 2025 ALLE 18.00
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA
DI FABIOLA FAIDIGA E CECILIA DONAGGIO LUZZATO FEGIZ

La mostra presenta un inedito dialogo visivo tra le due artiste che affrontano i grandi temi dell’esistenza attraverso metafore naturali e potenti come il mare e il cielo. Il titolo dell’esposizione trae ispirazione dalle ultime parole di Italo Svevo – “…no xe niente morir” – una dichiarazione che, con sottile ironia, ci invita a riflettere più sulla complessità della vita che sulla paura della morte.  

Una visione poetica del passaggio tra la dimensione terrena e quella eterna, in un percorso emotivo che mescola memoria, trasformazione e abbandono consapevole e un invito a superare le barriere della materia e a riconoscere l’infinita trasformazione che governa il nostro esistere, in un dialogo emozionante tra cielo e mare, tra visibile e invisibile.

Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz, artista visiva e multimedia designer formatasi tra l’Accademia di Belle Arti di Roma e la UCLA di Los Angeles, propone in questa mostra “La Derniére Vague”, e si concentra con pitture ad olio, grafiche e installazioni sul mare e le sue onde, un luogo preciso ma imprendibile, figlio di continui mutamenti e trasformazioni dovuti alle correnti e ai venti, il mare in tutte le sue declinazioni possibili è il tema principe della sua ricerca degli ultimi decenni. Fra pittura animata, un’infinita striscia grafica e fotogrammi rubati dal passato, l’artista ci fa entrare in un cortocircuito in cui spazio e tempo si annullano in un eterno presente che riassume e condensa in un batter di ciglia la nostra esperienza terrena.

Fabiola Faidiga, artista triestina dalla ricerca multidisciplinare, attiva tra installazione, performance, collage e strumenti fotografici, presenta un viaggio nell’Altro Regno, in cui vivi e morti convivono in una trascendenza visiva. I suoi pannelli fotografici di grandi dimensioni scrive il curatore Massimo Premuda, “raffigurano cieli tersi o disegnati dal continuo transito delle nuvole, sono accompagnati da una particolare scala cromatica che non decodifica le tinte dell’immagine ma ci invita a cercare l’invisibile nell’etere, colori e segni specifici che denunciano la presenza delle anime che dimorano nell’intimo dell’artista”.

Entrambe le artiste vantano esperienze internazionali: Donaggio Luzzatto-Fegiz ha esposto in Italia, Europa, negli Stati Uniti e in Messico, approfondendo il rapporto tra arte, scienza e tecnologia; Faidiga ha presentato i suoi progetti multimediali anche in Europa e Messico, collaborando con il Gruppo78 e fondando l’associazione culturale CASA C.A.V.E. (Contemporary Art Visogliano Europe), promotrice della rassegna “L’Energia dei Luoghi – Festival del Vento e della pietra” , che unisce arte, scienza e territorio.

La mostra sarà visitabile fino all’8 giugno 2025 ogni weekend con i seguenti orari: sabato dalle 16.00 alle 19.30 e domenica dalle 10 alle 13 e delle 16.00 alle 19.30 o su appuntamento scrivendo a portopiccoloartgallery@gmail.com.


Ufficio stampa
Pamela Calligaris
pamelacalligaris@yunica.it

Immagini da scoprire insieme ai loro originali artefici, fra questi El Greco

Un filo dorato lega le vicende storiche, artistiche, gli equilibri diplomatici e la devozione nel Mediterraneo lungo la rotta tra Venezia e Creta, la Candia dal XIII secolo, perla dello Stato da Mar della Serenissima.

L’oro dipinto,che fa risplendere di luce spirituale le icone, è il protagonista della mostra a Palazzo Ducale curata dalla Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici Chiara Squarcina, dal responsabile del Museo Correr Andrea Bellieni e dal Direttore Generale Museo Bizantino e Cristiano di Atene Katerina Dellaporta; esso fa da sfondo ad una lunga storia di intense relazioni pittoriche tra due isole.

L’ORO DIPINTO.
El Greco e la pittura tra Creta e Venezia

Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
30 aprile – 29 settembre 2025 

a cura di Chiara Squarcina, Katerina Dellaporta, Andrea Bellieni

Dopo la Caduta di Costantinopoli (1453) Candia diventa il più importante polo artistico per l’antica tradizione bizantina, alla quale si richiamano fedelmente oltre cento botteghe di “madoneri”, soprattutto autori di immagini devozionali popolari. Parallelamente Venezia – come una nuova Bisanzio – vede l’arrivo di un numero sempre maggiore di opere e di artisti dall’isola dell’Egeo: “pittori iconografi” in viaggio o immigrati tra Creta, le isole dello Ionio e la capitale. Il risultato fu l’incontro e l’originale sintesi tra la nativa impronta aulica bizantina – già una delle anime essenziali della stessa tradizione veneziana – e il linguaggio figurativo occidentale, prima tardogotico, poi rinascimentale, umano-centrico, naturalistico e vivace.

Una relazione fortunata si intreccia senza mai esaurirsi, dall’aureo rinascimento veneto fra Quattro e Cinquecento, fino alle soglie dell’Ottocento, con momenti di sempre originale simbiosi. L’esposizione vuole rappresentare un’occasione, preziosa e finora rara in Italia, di rilettura e approfondimento su un fenomeno culturale che fu rilevantissimo e ancora poco indagato.

Le sette sezioni della mostra scandiscono e illustrano cronologicamente tale singolare percorso pittorico: dalle origini nel secolo XV, coi primi maestri che progressivamente guardano all’occidente gotico – tra questi Angelos, Akotantos e Andreas Ritzos – per passare col maturo Quattrocento a significative vicinanze coi modelli del grande rinascimento veneziano – in primis quelli dei Bellini e dei Vivarini – in pittori come Ioannis Permeniatis.

L’evoluzione prosegue nel Cinquecento con felici ibridazioni fra tradizione bizantina e libere ispirazioni occidentali, mediate soprattutto dalle immagini a stampa, con prolifici e rinomati maestri come Georgios Klontzas e Michael Damaskinos; quest’ultimo importante per il lungo periodo di attività trascorso a Venezia tra gli anni ’70 e ’80 del Cinquecento.

Al centro dell’avvincente racconto di storia e di pittura si colloca il più celebre e stravagante rappresentante della ”scuola”: Dominikos Theotokopoulos, El Greco (1541-1614). Nella natia Creta muove i primi passi nell’educazione alla tradizione postbizantina per giungere a Venezia, il viaggio imprescindibile per gli autori dell’epoca, intorno al 1567. L’incontro qui è con e con l’arte sorprendente del maturo Tiziano, di Bassano, di Tintoretto. Una tappa cruciale, prima del passaggio per Roma e poi in Spagna, dove si impone come il geniale El Greco. A testimonianza di questi emblematici passaggi, la mostra ospita la Fuga in Egitto (1570 circa), eccezionale prestito dal Museo del Prado di Madrid, a confronto ad opere della maturità fino al periodo spagnolo con il San Pietro (1600-1607) dalla National Gallery – Alexandros Soutsos Museum di Atene.

Inevitabile l’affondo sul periodo delle Guerre di Morea: la città di Candia – attuale Heraklion – assediata dagli ottomani e strenuamente difesa dai veneziani cade nel 1669 con la resa trattata dal capitano generale Francesco Morosini. L’attività dei pittori iconografi e delle loro botteghe si dovette forzatamente trasferire nelle altre isole venete, come Corfù e Zante; è qui che riprendono a lavorare e inviare opere Theodoros Poulakis, Elias Moskos, Lambardos, Prete Victor e altri. Alcuni scelsero di trasferirsi nella stessa Venezia, come Emmanuel Tzanes.

Fedele alla vocazione inclusiva della Serenissima, una vivace comunità greca aveva potuto formarsi e prosperare, fino ad oggi, perfettamente integrata all’interno del tessuto economico e civile della città, portatrice feconda della propria spiccata identità culturale e religiosa, con polo essenziale nella sua Scuola e adiacente Chiesa di San Giorgio dei Greci. Una radice ellenica che, in tal modo e in virtù di quegli antichi legami, è veramente una componente effettiva e riconoscibile dell’animus più vero di Venezia. Questo lo squarcio aperto significativamente dalla settima e ultima sezione della mostra.

Nelle ultime due sale arte e scienza prendono vita grazie all’intelligenza artificiale: il visitatore diventa protagonista con i due progetti ideati da camerAnebbia, studio fondato nel 2014 tra Milano e Venezia, specializzato nella creazione di video installazioni interattive per mostre e percorsi espositivi nell’ambito dell’arte e della comunicazione scientifica.

Per la mostra il collettivo ha ideato l’installazione Imago Physis che trae origine dalle analisi su una specifica icona, realizzate in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – CHNet Cultural Heritage Network: indagini non invasive, che permettono l’esplorazione dell’opera sia della parte scientifica, attraverso fotogrammetrie e rilievi digital per studiarla fin nel profondo, con incursioni “virtuali” nel suo contesto artistico. È così possibile scoprire numerosi documenti e il patrimonio storico artistico dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, visitare la Chiesa Ortodossa di San Giorgio ai Greci osservandola sin nei minimi dettagli.

Nella seconda e ultima sala trova spazio l’installazione interattiva basata su una rete neurale: un sistema creato con l’intelligenza artificiale che ha scansionato e immagazzinato le icone in mostra, i quadri e le immagini per creare una rete in grado di reinterpretare tutta l’iconografia attraverso il solo tocco della mano sul touch screen.

Così il visitatore, dopo aver ammirato con lo sguardo le opere, diventa per un momento pittore avendo la straordinaria occasione di riprodurre con un piccolo gesto la propria opera d’arte.  Si può scegliere tra tre iconografie: le figure, l’angelo e il San Giorgio, opzionando poi le dimensioni delle immagini e la loro permanenza. Gli elementi delle icone si concatenano e le forme prendono corpo istantaneamente sia sul touch screen che nella proiezione a parete, per pochi effimeri secondi, dando vita a un susseguirsi di immagini in movimento.

È la prima volta che questa installazione viene proposta al pubblico, un primato per Venezia che consente di unire due mondi finora distanti, quello delle icone dorate e dai colori vividi con quello dell’intelligenza artificiale che diventa, a sua volta, strumento di interpretazione che dà la possibilità al pubblico di diventare protagonista della mostra.

Per Mariacristina Gribaudi, Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia Con questa esposizione vogliamo offrire al pubblico un viaggio emozionante tra Oriente e Occidente, in cui arte e storia si intrecciano in una trama dorata che affonda le radici nella nostra identità veneziana. Venezia è sempre stata un ponte tra civiltà, un luogo dove si incontrano culture e linguaggi diversi: questa mostra ne è l’espressione più alta. È anche un invito a riscoprire il ruolo centrale della città lagunare nella storia dell’arte mediterranea, a riscoprire un’amicizia sincera e lungimirante tra Italia e Grecia.

Attraverso un racconto affascinante, con oltre 150 opere di cui 30 opere provenienti dalla Grecia e due straordinari El Greco dalla restituiamo al visitatore l’intensità di un dialogo culturale e spirituale che ha plasmato un patrimonio pittorico unico e sorprendente. La mostra permette di osservare da vicino l’evoluzione stilistica di autori che hanno saputo interpretare due mondi, quello bizantino e quello occidentale, fondendoli in una sintesi di rara bellezza e modernità dichiara Chiara Squarcina, Direttrice Scientifica della Fondazione Musei Civici di Venezia e curatrice della mostra, ricordando l’impegno della Fondazione nella realizzazione di questa importante esposizione.

Grazie a tutti voi per questa mostra e per l’impegno profuso per la sua realizzazione, l’esito è veramente impressionante. Abbiamo bisogno di sempre più diplomazia culturale in questi tempi turbolenti. Gli scambi tra Grecia e Italia hanno radici antiche e nella loro costanza sono sempre fruttuosi in particolare nel settore della cultura. Per 27 secoli abbiamo scambiato reciprocamente elementi in ogni ambito economico, culturale e umano, e questa mostra è solo un pezzo evidente di un tragitto storico e così importante per i nostri due Paesi interviene Eleni Sourani, Ambasciatrice di Grecia in Italia

Vasileios Koukousàs Presidente Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Post bizantini ha ricordato come Il rapporto tra Grecia e Italia è da sempre speciale, l’ellenismo è legato a doppio filo con Venezia grazie proprio a tutti gli scambi avvenuti nei secoli e per l’ospitalità che Venezia ha offerto ai Greci che qui hanno trovato una nuova casa dando vita alla più antica comunità greco-ortodossa. Le relazioni e il collegamento tra questi due mondi sono continui, sia dal punto di vista economico che culturale, a Venezia i greci nel tentativo di preservare la loro fede e la loro cultura hanno creato un ponte tra arte bizantina e quella veneziana in un connubio di influenze preziose e reciproche. Il risultato è che molti artisti giunsero proprio a Venezia per creare opere e icone straordinarie per abbellire case e chiese. Abbiamo accolto con entusiasmo l’opportunità di collaborare alla realizzazione di questa mostra che raccoglie opere da musei da tutto il mondo e attraverso le immagini rappresenta al meglio lo speciale rapporto tra l’arte cretese e Venezia, sono certo che questa mostra sarà una pietra miliare nella vita culturale della città e sarà di certo un successo

Intervenendo in conferenza stampa Olympia Vikatou Direttrice Generale delle Antichità e dell’Eredità Culturale, Ministero della Cultura Greco,  ha portato i saluti del Ministro Lina Mendoni che pur non potendo prendere parte alla presentazione odierna, ha mandato i suoi saluti calorosi ai partecipanti e i ringraziamenti ai collaboratori. La mostra offre una rara opportunità per ammirare icone e dipinti bizantini provenienti dai musei più belli del mondo che hanno offerto il loro contributo unico e prezioso per la realizzazione di questa esposizione. Si tratta di opere che, unite a inedite inedite documentazioni di archivio, hanno offerto nuove prospettive nella comprensione culturale dell’epoca che questa mostra mette in risalto. In parallelo passeggiando per le sale si evidenziano le interazioni tra il mondo greco e quello occidentale e si valorizza la corrente artistica cretese che è diventata un centro di produzione dove le tecniche bizantine si uniscono agli elementi del rinascimento italiano, ed in particolare Candia diventa un centro di produzione di opere richiestissime in tutta Europa” ha dichiarato la professoressa Vikatou L’esposizione costituisce una prova dell’apertura dinamica della cultura greca e la vicinanza culturale delle genti del Mediterraneo che non è solo un luogo geografico ma uno spazio di osmosi di culture e scambio continuo tra civiltà, ha concluso infine auspicando che questo sia solo il primo esempio di collaborazione.

Nel suo intervento Bruno Bernardi, Console Onorario di Grecia a Venezia, ha dichiarato che con grande soddisfazione che saluto l’apertura della mostra L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia, un progetto nato da un lungo e rigoroso lavoro di ricerca, che oggi trova compimento in un’esposizione di straordinario valore artistico e storico. Questa mostra non è solo una celebrazione del patrimonio pittorico bizantino e post-bizantino, ma è anche la testimonianza viva del profondo legame culturale che unisce la Grecia e Venezia. Un legame che affonda le sue radici nei secoli e che questa iniziativa intende non solo ricordare, ma anche rilanciare con uno sguardo rivolto al futuro. Sarà un’occasione preziosa per studiosi, appassionati e cittadini di avvicinarsi a un capitolo affascinante della storia dell’arte, esplorando i temi dell’influenza reciproca tra Oriente e Occidente, del dialogo tra le culture, della continuità della tradizione iconografica. Ringrazio il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, la Fondazione Musei Civici di Venezia e tutti coloro che hanno reso possibile questa impresa. L’oro dipinto è molto più di una mostra: è un ponte tra due mondi che hanno saputo parlarsi attraverso l’arte.

Prosegue Andrea Bellieni, curatore della mostra e responsabile del Museo Correr sottolineando che questa esposizione racconta una storia di lunga durata e di straordinaria intensità culturale, che unisce l’antica Candia e Venezia in un rapporto costante di scambi e influenze. Per secoli, la città lagunare è stata meta imprescindibile per gli artisti provenienti dal mondo greco: qui incontravano le grandi botteghe del Gotico veneziano, come Vivarini, la famiglia Bellini poi fino ai maestri del pieno Rinascimento come Bassano, Tintoretto, Tiziano. Sono stati incontri folgoranti, capaci di trasformare la forma, il linguaggio e la visione stessa di artisti destinati alla grandezza, come Dominikos Theotokopoulos, il futuro El Greco. Questo percorso mostra come il Mediterraneo orientale e la Serenissima siano stati un unico spazio artistico, vivo e fecondo

Il rapporto privilegiato tra Venezia e l’Oriente, che trova la sua perfetta e celebre definizione di “quasi alterum Byzantium” di Bessarione, è oggi più che mai vivo, in una mostra che, nell’intento curatoriale, vuole portare il mondo misterioso delle icone ad un vasto pubblico, raccontando questa importante componente spirituale per la Grecia. Un patrimonio comune che si compone di opere di grandi artisti che rappresentano la rinascita della scuola paleologa della scuola cretese. L’impressione che abbiamo voluto trasmettere non è di una mostra “religiosa”, nonostante le icone siano un simbolo potente di devozione, ma portare un messaggio trasversale, interculturale e di grande valenza storico artistica, parlando agli specialisti e a tutti concludeKaterina Dellaporta Direttore Generale Museo Bizantino e Cristiano di Atene

L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia rappresenta l’impegno di cooperazione internazionale tra Fondazione Musei Civici di Venezia, Repubblica di Grecia e altri importanti Musei e collezioni – anche private – di Grecia, Italia ed Europa. Essenziale è stato l’apporto del Ministero della Cultura della Repubblica di Grecia, assieme ad istituti come il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, maggiore prestatore di opere, la National Gallery di Atene e l’Istituto Ellenico di studi Bizantini e Postbizantini di Venezia. Speciale contributo è giunto dalla Città di Heraklion e dall’Arcidiocesi di Creta.


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