Raccolta fondi da destinare al sostegno di Emergency nell’area di al-Qarara a Gaza

L’iniziativa “Artisti solidali con Gaza”, di un gruppo di Artisti messinesi per Gaza nasce dalla volontà di non rimanere indifferenti davanti all’enormità della tragedia palestinese. Grazie alla iniziativa dell’Anpie di Emergency, alla preziosa adesione di 73 artisti messinesie all’ospitalità dello spazio Galleria SPAZIOQUATTRO (via Ghibellina 120 – Messina), venerdì 27 giugno alle ore18,30si terrà la serata inaugurale di una mostra di opere donate da artisti localicon l’intervento di Hana Barqawi, architetta palestinese adesso operante a Messina.

ARTISTI ADERENTI
Antonio Amato
Mario Ampelli
Gianfranco Anastasio
Maria Celeste Arena
Piero Basilicò
Maria Berenato
Bruno Bonaiuto
Lelio Bonaccorso
Antonello Bonanno Conti
Nunzio Bonina
Francesca Borgia
Nino Bruneo
Nino Cannistraci
Maria Caruso
Dora Casuscelli
Enzo Celi
Clizia Centorrino
Carmelo Chillè
Giuseppe Crupi
Enzo Currò
Ilia Currò
Magda De Benedetto
Michela De Domenico
Piero De Francesco
Fortunato Del Dotto
Concetta De Pasquale
Nunzio Di Dio
Massimo Di Prima
Giovanni Fiamingo
Giuseppe Fulco
Pippo Galipò
Giuseppe Geraci
Antonio Giocondo
Francesca Interdonato
Mimmo Irrera
Alba La Mantia
Giacomo Lattena
Sam Levi
Sabrina Lo Piano
Katia Lupò
Rocco Luvarà
Tanino Mammano
Pietro Mantilla
Laura Marchese
Pasquale Marino
Laura Martines
Josè Martino
Francesco Mento
Sandro Messina
Sebastiano Miduri
Lucy Moon
Salvatore Mulfari
Nemo
Sebastiano Occhino
Riccardo Orlando
Mimmo Oteri
Giovanni Pagliaro
Agata Perricone
Giuseppe Pittaccio
Puccio
Carmelo Pugliatti
Maria Rando
Nino Rigano
Rosa Rigano
Gigi Sansone
Ugo Sansone
Alfredo Santoro
Angelo Savasta
Enzo Savasta
Demetrio Scopelliti
Piero Serboli
Sara Teresano
Togo

La mostra è finalizzata a una raccolta di fondi da destinare al sostegno della clinica che Emergency ha costruito e gestisce nell’area di al-Qarara nella Striscia di Gaza. Nella struttura si offre primo soccorso, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere, assistenza di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio. La clinica dispone di una sala d’attesa esterna, un triage, un pronto soccorso con sala di osservazione, una sala per le medicazioni, quattro ambulatori medici, un ambulatorio ginecologico, una stanza per le vaccinazioni, un dispensario per le medicine, uffici per medici e logistica, una sala mensa e un magazzino.

La mostra si concluderà domenica 29 alle ore 13.

La Palestina rappresenta uno dei maggiori paradossi e violazioni dei diritti umani della nostra contemporaneità: una terra e un popolo che vivono uno stato di occupazione militare e di apartheid da decenni e che da ottobre 2023 ha subito un’escalation di violenza spaventosa. Il popolo palestinese viene attaccato da Israele con lo sterminio di oltre 50 mila persone nella Striscia di Gaza e l’annientamento di interi villaggi in Cisgiordania. E ancora sul piano politico, con il mancato riconoscimento della propria autonomia e autodeterminazione; sul piano sociale, con l’esasperante etichetta di “terrorista” che viene continuamente impressa ad ogni palestinese dai media e dagli esponenti politici; su quello culturale, con la distruzione delle strutture scolastiche e universitarie e la sistematica cancellazione della storia e della cultura palestinesi dalla memoria e dalla coscienza collettiva globali.

Di fronte all’oppressione e all’ingiustizia non possiamo rimanere indifferenti, è nostro dovere tutelare il significato della parola umanità e mobilitarci per contrastare il genocidio che sta avvenendo sostenendo e supportando la popolazione di Gaza.

L’asta Artisti solidali con Gaza” ha questo preciso significato: impegnarsi attivamente per portare un aiuto concreto alla popolazione palestinese in questo momento di grande crisi e di emergenza umanitaria.


Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia
Comitato provinciale di Messina
comunicato stampa – 25 giugno 2025
Da Salvatore Drago <redazione.soldo@gmail.com> 

Lucio Forte – Recent Works 2

Giovedì 26 giugno si inaugura a Milano in via Corelli, una nuova mostra personale del pittore Lucio Forte.
Sono visibili gli ultimi lavori realizzati dall’artista, circa venti opere, tra oli, acquerelli, disegni a china e tecniche miste.
Le opere rappresentano paesaggi urbani, soggetti storici, quotidiani, fantascientifici, animali e fumetti.
Sono in esposizione oltre alle opere recenti, anche una trentina di dipinti realizzati negli anni precedenti.
Questi lavori rappresentano soggetti e tecniche analoghe a quelli recenti con viste di Manhattan, visioni fantascientifiche, castelli, paesaggi e nature morte.

PRINCIPALI OPERE ESPOSTE

1 Manhattan aerial 5, olio su tela, 100 x150 cm
2 Porpora street (detail), mista su tela, 60 x 60 cm
3 The Party Band, mista su carta, 24 x 33 cm
4 Venere, Botticelli, mista su cartone, 30 x 30 cm
5 Gatto Michael, china su carta 18 x 24 cm
6 Michael house 3, china su carta, 17 x 24 cm
7 Flyer

Opening giovedì 26 giugno ore 19 – 22, presso Orygma, Via Corelli 34, Milano.
La mostra è visitabile fino al 14 luglio su appuntamento.
info@lucioforte.com – tel. 3477686415

Da Arch.LucioLarsForte <jhonnylars@yahoo.it> 

Oggi più che mai, l’umanità grida e invoca la pace

Francesco Guadagnuolo, nella sua ultima creazione, rovescia la solennità del ritratto papale in un reportage distopico del nostro tempo di guerra. Papa Leone XIV all’Angelus (di Domenica 22 giugno 2025) appare al centro dell’opera, avvolto in una veste bianca-dorata ma con lo sguardo intenso, un pontefice insieme autorevole e sensibile. Solo poche ore prima, il mondo tremava davanti a un’escalation militare, con l’ipotesi inquietante di un conflitto atomico tra Iran e Israele. Il Pontefice nella sua preghiera ha detto: «Oggi più che mai, l’umanità grida e invoca la pace. È un grido che chiede responsabilità e ragione, e non dev’essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto. Ogni membro della comunità internazionale ha una responsabilità morale: fermare la tragedia della guerra, prima che essa diventi una voragine irreparabile. Non esistono conflitti “lontani” quando la dignità umana è in gioco. La guerra non risolve i problemi, anzi li amplifica e produce ferite profonde nella storia dei popoli, che impiegano generazioni per rimarginarsi. Nessuna vittoria armata potrà compensare il dolore delle madri, la paura dei bambini, il futuro rubato. Che la diplomazia faccia tacere le armi! Che le Nazioni traccino il loro futuro con opere di pace, non con la violenza e conflitti sanguinosi!».

A sinistra dell’opera di Guadagnuolo, un missile squarcia l’azzurro irreale del cielo; l’ombra evanescente di un B-2 americano si staglia come un ambiguo “poliziotto del pianeta”. A destra, le rovine di una città mediorientale emergono tra colonne sventrate e nubi di fumo, emblemi del dolore collettivo. Al centro di questi poli, uno schermo televisivo proietta la “guerra di missili”: il suo terzo occhio smaschera la sottilissima linea fra verità e propaganda.

L’artista, che conosce il Medio Oriente, per esserci stato, definisce questa composizione come un «trittico espanso in cui “ogni scatto temporale” convive nello stesso spazio, generando una tensione drammatica in cui sacro e profano, oracolo e cronaca s’intrecciano. Sul piano cromatico, il blu profondo evoca un cielo ideale e utopico costantemente minacciato, mentre l’uso materico di neri intensi – densi e quasi tattili – richiama la “morte che fuma” dei teatri di guerra. Lampi di giallo oro s’insinuano tra le macerie come aureole Bizantine, piccole promesse di speranza capaci di squarciare l’abisso.

«Ho concepito quest’opera come un rito collettivo contro l’angoscia globale», spiega l’artista. Per interrompere il flusso inarrestabile delle agenzie, ha creato uno spazio performativo dove pittura, collage e video si contaminano, trasformando l’ansia in un’esperienza sensoriale condivisa. Il supporto imbevuto di olio nero evoca il catrame delle rovine, i titoli delle agenzie pulsano come cuori tecnologici, mentre grafite e inchiostri tracciano la confusione degli scontri.

Di fronte all’opera, lo spettatore non è un semplice osservatore: diventa testimone e attore. Può lasciare un segno – un frammento di tessuto, una parola incisa, una piccola fiamma accesa – e tradurre così il gesto individuale in speranza collettiva. Alla fine, il giallo dorato sfuma in un silenzio avvolgente, come se anche gli ultimi missili nella mente di ciascuno smettessero di piovere.

In un mondo spaccato in schieramenti opposti, l’esperienza sensoriale di Guadagnuolo trasforma il dolore altrui in responsabilità personale. Il vero successo dell’opera non si misura in “like” o vendite, ma nelle testimonianze che emergono dalla lettura dell’opera: campagne di sensibilizzazione, petizioni, diari collettivi di dubbi e proposte. Se l’arte riesce ancora a essere catalizzatore sociale, quest’opera Transrealista ne è la prova: costruisce reti di solidarietà, alimenta il dibattito e mantiene viva la consapevolezza.


Da osservatorioartecont@libero.it

Messina: “FLAGS – siamo semi” di Roberta Guarnera, mostra a cura di Mariateresa Zagone

Domenica 6 luglio, alle ore 19,00 presso Tenuta Rasocolmo, prenderà il via la sesta stagione che la lungimiranza della Tenuta dedica alle arti visive contemporanee con l’inaugurazione dell’installazione multipla FLAGS (siamo semi) dell’artista messinese Roberta Guarnera curata della critica Mariateresa Zagone, con il patrocinio del Comune di Messina. 

Un’installazione necessaria, questa di Guarnera, ancor più in un tempo in cui l’orrore viene proposto come normalità. Con FLAGS (siamo semi), infatti, arte e ricerca si incontrano su uno dei temi più urgenti del contemporaneo piegando le opere e il linguaggio ad ascoltare l’oggi.

L’opera multipla – tre cianotipie e tre fotografie – è immaginata come un insieme di bandiere che assecondano il vento, visibili anche a distanza, che raccontano, senza narrazione, di persone in movimento, di confini geografici che si ridefiniscono e che si annullano offrendo nuove prospettive e relazioni in un parallelismo con le piante ed i semi.

La fotografa messinese tocca così le corde di un lirismo intenso pronto ad interrogarci, che esula dalla descrittività e che apre possibilità, amplia l’accesso alle svariate forme del sensibile e permette un dialogo innovativo nella dinamica forma/contenuto. 

FLAGS (siamo semi) unisce in un concept potente l’idea della migrazione come fondamento di ogni specie per la sopravvivenza alla necessità di riannodare i fili che legano l’uomo alla natura come fonte di nutrimento.

L’installazione è temporanea e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 17,00 alle ore 21,00 fino a sabato 6 settembre previo comunicazione telefonica al 393 3343760

Spetta a lei inaugurare il ciclo di appuntamenti messinesi con l’arte contemporanea che, nei prossimi mesi estivi, coinvolgerà, come da prassi, altri artisti siciliani.


Da Mariateresa Zagone <mtzagone@gmail.com>

Un viaggio tra le immagini più iconiche della fotografia del Novecento

Dal prossimo 28 giugno, Palazzo Bonaparte a Roma apre le porte a un viaggio tra le immagini più iconiche della fotografia del Novecento: arriva a Roma “Elliott Erwitt. Icons”, la grande mostra dedicata al maestro dell’ironia e dell’empatia visiva.

Con oltre 80 celebri scatti, l’esposizione racconta l’universo di uno dei maestri più importanti della fotografia contemporanea, il fotografo che ha trasformato la vita quotidiana in poesia visiva, capace di farci sorridere, riflettere, emozionare.

Con uno stile inconfondibile – irriverente, poetico, profondamente umano – Erwitt ha saputo catturare la leggerezza della gioia di vivere, diventando lo sguardo più ironico e toccante della commedia umana.

“ELLIOTT ERWITT. Icons”

28 giugno – 21 settembre 2025
Palazzo Bonaparte, Roma

Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, Palazzo Bonaparte accoglie lo sguardo più ironico e disarmante della fotografia del NovecentoELLIOTT ERWITT.
Un’esposizione che è molto più di una mostra: è un invito a osservare il mondo con leggerezza, empatia e meraviglia.

Un evento imperdibile, che racconta – attraverso oltre 80 scatti iconici – la lunga e brillante carriera di un artista capace di cogliere l’anima del Novecento e di trasformare attimi ordinari in immagini indimenticabili, con uno sguardo profondamente umano ma sempre sorprendente.

In mostra a Roma icone di un’epoca, di un modo di guardare il mondo con leggerezza e intelligenza. “Icons” perché ogni scatto di Erwitt è diventato un simbolo, della sua poetica e della nostra stessa memoria collettiva.

Erwitt non è solo un fotografo: è il cantore della commedia umana, l’infallibile testimone delle piccole e grandi assurdità della vita, che sa raccontare con un’ironia disarmante, una poesia sottile e una grazia senza tempo. Le sue immagini – celebri, indimenticabili, spesso folgoranti – riescono a essere al tempo stesso leggere e profonde, intime e universali. Sono scatti che fanno sorridere, riflettere, emozionare.

La mostra Elliott Erwitt. Icons – curata da Biba Giacchetti, una delle massime conoscitrici di Erwitt a livello internazionale, con l’assistenza tecnica di Gabriele Accornero – è prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con Orion57 e BridgeconsultingproMain partner della mostra la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale con Fondazione Cultura e Arte e Poema.
La mostra vede come special partnerRicolamobility partnerFrecciarossa Treno Ufficiale e sponsor tecnicoFerrari Trento.


Informazioni e prenotazioni
T +39 06 87 15 111 www.arthemisia.it
www.mostrepalazzobonaparte.it
info@arthemisia.it

Hashtag ufficiale
#ErwittBonaparte

Biglietti
Open € 17,00 Intero € 15,00 Ridotto € 14,00

Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso
sam@arthemisia.it | press@arthemisia.it | T +39 06 69380306

Relazioni esterne e ufficio stampa Arthemisia
Camilla Talfani | ct@arthemisia.it
Da UFFICIO STAMPA ARTHEMISIA <press@arthemisia.it> 

Circulation(s) / Call for applications / 2026 Edition

Circulation(s) / Call for applications / 2026 Edition

BANDO DI PARTECIPAZIONE · EDIZIONE 2026 aperto dal 6 giugno al 15 luglio 2025. Da 15 anni, il festival Circulation(s) promuove una visione moderna e inclusiva della fotografia. Ogni anno, il festival riunisce il grande pubblico, artisti e professionisti attorno a un programma poliedrico, avventuroso e innovativo che mette in discussione i confini tra fotografia e arte contemporanea. È l’evento imperdibile per la fotografia di domani. La 16a edizione del festival Circulation(s) si terrà al CENTQUATRE-PARIS, un centro culturale nella zona est di Parigi, dal 21 marzo al 17 maggio 2026 e proseguirà con tour ed eventi fuori sede in Francia e in Europa.

CONDIZIONI GENERALI DI PARTECIPAZIONE • Il bando è aperto a tutti i fotografi di nazionalità europea e/o residenti in Europa • Il bando è aperto a tutti i fotografi all’inizio della loro carriera, senza limiti di età, che non abbiano mai realizzato una grande mostra in Francia • Non c’è un tema definito • Tutti i candidati sono invitati a presentare progetti fotografici che mescolano formati o coinvolgono altri media come video, installazione o suono • Sono accettati progetti di gruppo • L’uso dell’intelligenza artificiale per produrre tutte o parte delle immagini della serie presentata deve essere esplicitamente menzionato nella domanda (almeno nel testo di presentazione della serie) → Registrazione online sul nostro sito web: https://www.festival-circulations.com/evenement/call-for-applications-2026/

QUOTE DI PARTECIPAZIONE EARLY BIRD. Dal 6 al 30 giugno (incluso): gratuito COMPLETO. Dal 1° al 15 luglio (inclusi): € 20

CALENDARIO → Bando di concorso: da venerdì 6 giugno a martedì 15 luglio 2025 (inclusi) → Preselezione delle candidature da parte del collettivo Fetart: agosto – settembre 2025 → Annuncio dei vincitori: metà ottobre 2025.


CALL FOR APPLICATIONS · EDITION 2026open from June 6 to July 15, 2025 For the past 15 years, Circulation(s) festival promote a modern and inclusive vision of photography.Every year, the festival brings together the general public, artists and professionals around a multi-faceted, adventurous and innovative program that questions the boundaries between photography and contemporary art. It’s the must-attend event for tomorrow’s photography. The 16th edition of the Circulation(s) festival will take place at CENTQUATRE-PARIS, a cultural venue in eastern Paris, from March 21 to May 17 2026, and will continue in the form of tours and off-site events in France and Europe.

GENERAL CONDITIONS OF PARTICIPATION • The call for entries is open to all photographers of European nationality and/or resident in Europe• The call for entries is open to all photographers at the start of their careers, with no age limit, who have never had a major exhibition in France• There is no set theme• All applicants are welcome to submit photographic projects that mix formats or involve other media such as video, installation or sound• Group projects are accepted• The use of artificial intelligence to produce all or part of the images in the series presented must be explicitly mentioned in the application (at least in the text presenting the series) → Online registration on our website :https://www.festival-circulations.com/evenement/call-for-applications-2026/

APPLY FEES EARLY BIRD . From June 6 to 30 (include): freeFULL . From July 1st to 15th (include): € 20

CALENDAR → Call for applications: from Friday June 6 to Tuesday 15 July 2025 (include)→ Pre-selection of applications by the Fetart collective: August – September 2025→ Winners announcement: mid-October 2025.


festival-circulations.com 
press release
 
press contact: Nathalie Dran
nathaliepresse.dran@gmail.com
Da ND <nathalie.dran@wanadoo.fr> 

Castello di Rivoli: Premio Collective – 2° edizione

Adji Dieye (Milano, 1991) è la vincitrice della seconda edizione del Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Grazie all’acquisto effettuato dai Soci di Collective, l’opera Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, entra a far parte della Collezione permanente del Museo, in qualità di donazione.
 
Andro Eradze (Georgia, 1993) e Agnes Questionmark (Roma, 1995) sono gli altri due finalisti e finaliste della seconda edizione del Premio. La prima edizione del Premio, tenutasi nel 2023, era stata vinta da Alice Visentin (Ciriè, Torino, 1993).

Adji Dieye
vince la seconda edizione del Premio d’arte internazionale Collective
per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
ed entra nelle Collezioni del Museo

Promosso da Collective, Associazione italiana di collezionisti d’arte contemporanea costituita nel 2019, il Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli ha come obiettivo l’acquisizione e donazione al Museo di un’opera realizzata da una o un artista di età inferiore ai 35 anni. Corrispondente a 20.000 euro, il Premio ha cadenza biennale.

Adji Dieye è stata selezionata da una commissione composta dal Direttore del Castello Francesco Manacorda, dalla Vice Direttrice e Capo Curatrice Marcella Beccaria e dalla Curatrice Marianna Vecellio, a partire da un’ampia rosa di lavori realizzati da artiste e artisti provenienti dall’Italia e internazionali proposti dai Soci di Collective.

La pratica di Adji Dieye si sviluppa nell’intersezione tra immagine, spazi urbani e memoria culturale. Attraverso l’uso di materiali d’archivio, o relativi alla pubblicità e all’architettura, l’artista indaga come si formano e trasformano le epistemologie nazionali, interrogando le strutture visive e ideologiche che modellano l’identità collettiva e il senso di appartenenza a essa.

L’opera vincitrice, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, è composta da una struttura in ferro su cui è montato un lungo foglio di seta stampato con frammenti di immagini provenienti dall’Archivio Iconografico Nazionale del Senegal e dall’archivio personale dell’artista. L’opera riflette sui gesti che hanno attraversato e sovvertito gli spazi istituzionali coloniali, attraverso un’alternanza visiva di dettagli corporei e architettonici. In questo lavoro, Dieye invita a interrogarsi sul concetto di archivio come luogo di autorità simbolica, selezione e rimozione, più che di pura conservazione.

Il premio ad Adji Dieye” dichiarano Marcella Beccaria e Marianna Vecellio “riconosce la capacità di questa giovane artista di guardare con occhio critico ai modi in cui l’eredità del passato e la costruzione della memoria influenzano la comprensione del complesso presente nel quale viviamo“.

La passione e l’impegno del gruppo di collezionisti Collective è encomiabile, il Museo vive del supporto di persone di questo calibro con cui sono stato onorato di collaborare“, aggiunge il Direttore Francesco Manacorda, “e ringrazio la Vice Direttrice Marcella Beccaria per aver tessuto con cura le relazioni con Collective e la Curatrice Marianna Vecellio. Il loro coinvolgimento attivo nella selezione che ci ha permesso di raggiungere un ottimo risultato“.

L’opera vincitrice del Premio Collective, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, di Adji Dieye sarà visibile al pubblico dal 25 settembre 2025 al Castello di Rivoli, in concomitanza con Inserzioni, un nuovo programma a cura di Francesco Manacorda incentrato su nuove commissioni per il Museo. 

Adji Dieye (Milano, 1991) è un’artista visiva che vive e lavora tra Dakar, Milano e Zurigo.
Adji ha conseguito una laurea in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e un MFA presso l’Università delle Arti di Zurigo (ZHdK). Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale, in mostre recenti tra cui Our Rivers Share a Mouth, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2024), Aphasia, Fotomuseum Winterthur (2023), Cultura Persa e Imparata a Memoria, ar/ge Kunst (Bolzano, 2022), Culture Lost and Learned by Heart, C/O Berlin (2021), “…of bread, wine, cars, security and peace, Kunsthalle Wien (2020), A Matter of Time al Cultural Summit (Abu Dhabi, 2024) e The Norval Sovereign African Art Prize, Norval Foundation (Città del Capo, 2024).
Ha partecipato a più biennali internazionali: 24esima Biennale Arte Paiz (Guatemala, 2025), 16esima Biennale di Lione (2022), 14esima di Dak’Art Biennale – I NDAFFA (2022), 13esima Biennale di Bamako – Rencontres de Bamako (2022), Mediterranea Biennale – Schools of Water (San Marino, 2021).
Nel 2025 Adji ha ricevuto il Premio New York XX edizione. Ha ricevuto il Ducato Prize – Contemporary Award, 2023, il Photographic Encounters al Fotomuseum Winterthur, 2023, il C/O Berlin Talent Award, 2021. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private come la Vontobel Collection (Zurigo), Musée des civilisations noires (Dakar), C/O Berlin, Muzeum Sztuki Nowozesnej (Varsavia) e Fotomuseum Winterthur (Winterthur).


Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | tel. 011.9565209
 
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Farini, 71 | 20159 Milano | www.paolamanfredi.com
Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | T. +39 340 9182004
Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | T. +39 342 0515787


Da Press Office <press@castellodirivoli.org>

L’evento omaggia l’architetto Oscar Niemeyer

L’Istituto Bienal Amazônia e la Galleria Saphira & Ventura sono lieti di annunciare la seconda edizione del progetto culturale “Side by Side: Innovation in Focus”, che si svolgerà dal 21 giugno al 15 luglio 2025, durante la Biennale di Architettura di Venezia. L’evento, omaggia l’architetto Oscar Niemeyer e pone al centro dell’attenzione il ruolo essenziale di arte e architettura come strumenti di comunicazione sociale e educazione ambientale, riunendo architetti e artisti di fama internazionale. 

“Side by Side: Innovation in Focus”,
architettura, arte e sostenibilità si incontrano a Venezia

L’inaugurazione ufficiale si terrà sabato 21 giugno al Kunst Depot Campiello Widmann, con un convegno dalle 18:00 alle 21:00, dedicato a un dialogo aperto sulle sfide e le soluzioni per un futuro sostenibile. Oltre a offrire riflessioni e spunti teorici, il progetto esplora anche la dimensione pratica dell’architettura contemporanea, mostrando come l’innovazione possa – e debba – convivere con la responsabilità ambientale. L’iniziativa, infatti, sarà una vetrina per opere e progetti innovativi nei campi dell’architettura e del design sostenibile.

Curato da Alcinda Saphira e coordinato dall’economista Louis Ventura, PhD, l’evento non si limiterà all’esposizione artistica, ma includerà anche seminari tematici e incontri interdisciplinari. Il programma riunisce un’ampia gamma di voci – architetti, artisti, designer, accademici, ambientalisti e diplomatici – per costruire un dialogo inclusivo e rappresentativo, in grado di dare spazio a prospettive spesso trascurate.

Questa edizione vede la partecipazione di architetti di rilievo internazionale come Benedito Abbud (SP), Seferin Arquitetura da Saúde (Brasile), Patrícia O’Reilly (SP) ed Ester Carro (SP). Oltre a loro, parteciperanno all’evento anche artisti emergenti e affermati, tra cui Bari Bing (USA), Ju Barros (Brasile), Maycon Nunes (Brasile), Ana Olivier & Ricardo Stumn (Brasile), Barbara Tyler (USA), Saori Kurioka (Giappone/USA), Maria T Ason (USA),  Mathilda (Argentina), Ali CXC (Turchia), Dominika Koczot & Greg Hajdarowicz (Lisbona), Renata Ferraz (Brasile), Nashimia, Rose Maiorana (Brasile), Pedro Gui (Brasile) e Liz Carvalho (USA), oltre a Júlia Isabel (Croazia).

Sostenuto da FGV – Europe, ODS Amazônia e New York Contemporary Art Society, il progetto si inserisce in un programma itinerante che culminerà alla COP30 di Belém do Pará, sede dell’Instituto Bienal Amazônia, diretto da Alcinda Saphira e co-fondato dall’architetto Milene Coutinho, responsabile della direzione artistica.

Venezia, con la sua storia artistica e architettonica senza pari, sarà lo scenario perfetto per accogliere questo evento internazionale, capace di coinvolgere la comunità locale e stimolare un dialogo globale. Unitevi a noi in questo viaggio tra innovazione e consapevolezza, dove arte e architettura si intrecciano per promuovere un mondo più equo e sostenibile.


INFORMAZIONI
Data: 21 giugno – 15 luglio 2025 (diviso in 2 fasi: 21-30 giugno e 3-15 luglio)
Indirizzo: Kunst Depot Campiello Widmann, Rio Terà dei Biri, 5415, Venezia
Curatore: Alcinda Saphira
Coordinatore: Louis Ventura, PhD
Addetto stampa: Paula Ramagem
Organizzazione: Instituto Bienal Amazônia e Saphira & Ventura
Supporto: Bienal Somos Todos Amazônia, FGV Europe, Camera di commercio Brasile-USA, NYICAS, IDEA Paris, Instituto DS Amazônia e e-DAU

info@artSVgallery.com
www.InstitutoBienalAmazonia.org | www.SaphiraVentura.com

Ufficio stampa Venezia: Davide Federici
info@davidefederici.it | https://www.davidefederici.it/
Da Davide Federici – Ufficio stampa <info@davidefederici.it> 

Antonello Viola. L’oro della laguna Venezia, Ca’ Pesaro

Un arcipelago intimo e personale prende forma nelle sale Dom Pérignon di Ca’ Pesaro, tra astrazione lirica, indagine pittorica e tensione spirituale. 
Nelle opere di Antonello Viola il segno dorato di una Venezia mutevole, stratificata e in costante trasformazione.

Antonello Viola
L’oro della laguna
Venezia, Ca’ Pesaro
Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Dom Pèrignon
20 giugno – 28 settembre 2025

A cura di Elisabetta Barisoni

Nella personale veneziana di Antonello Viola le opere su vetro ispirate a terre insulari e all’intera laguna veneziana –  come arcipelago diffuso – compongono una geografia astratta e interioreIl progetto espositivo, pensato appositamente per le sale al secondo piano del museo, vede allestita una speciale selezione di dipinti ad olio su vetro e su carta giapponese realizzati dall’artista negli ultimi quattro anni, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta.

Nel confronto con la città di Venezia, Viola accoglie e continua il vibrante rapporto tra luce, cielo e acqua che caratterizza questa città. L’andirivieni di fluidi scandisce inevitabilmente il tempo e la vita. Proprio questo fluire è ciò che l’artista ha cercato nelle sue opere per Ca’ Pesaro:  in ogni vetro la pittura assume una dimensione tridimensionale, grazie a lastre disposte su più livelli e dipinte su entrambi i lati. Una superficie fragile e trasparente su cui il tempo si deposita in forma di velature, cancellature e stratificazioni, riflettendo i mutamenti della luce sull’acqua e suggerendo paesaggi mobili, dai confini incerti.

Accanto ai lavori su vetro, la mostra presenta opere su carta giapponese, nate anch’esse da una pratica lenta e meditativa. Antonello Viola lavora per sovrapposizione e sottrazione, costruendo per strati e poi riducendo all’essenziale. Ne scaturisce una pittura che non descrive, ma suggerisce; che non rappresenta, ma evoca. Le superfici diventano luoghi sospesi e silenziosi, capaci di trattenere e restituire luce, tempo e memoria. Una pratica non oggettiva e spirituale; più che di astrazione, si dovrebbe parlare di “non oggettività”, chiamando in causa Malevič e la sua “trasfigurazione nello zero della forma”. Pigmenti, foglia d’oro, trasparenze e cancellature si intrecciano come tracce in trasformazione, generando immagini interiori, mutevoli, aperte all’interpretazione.

Le tonalità di carne e di terre che emergono in queste carte evocano incarnati e fondamenta, intese non come luoghi di separazione, ma come materia di transito e permeazione tra il fluido marino e il corpo della città. Le fondamenta – elemento architettonico e urbanistico che argina e ridefinisce la dimensione liquida di Venezia – sono richiamate da linee essenziali che affiorano e si immergono tra le velature pittoriche, come strutture sommerse trattenute dalla memoria del colore.

Tra le incursioni nella mostra veneziana, Viola riprende il dialogo con la pittura simbolista di Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860–1932) già avviato in occasione della mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. A Ca’ Pesaro il confronto è con le sale adiacenti che accolgono il ciclo monumentale de Il poema della vita umana.

Benché distanti per epoca e linguaggio, in questo grado di separazione Viola e Sartorio condividono una visione dell’arte come esperienza spirituale, contemplativa e la pittura come uno strumento che guarda oltre il visibile, trasformando la materia in veicolo di trascendenza.

Così la mostra L’oro della laguna è al tempo stesso un omaggio alla città e una riflessione sul tempo, sulla pittura e sulla spiritualità. Come le fondamenta veneziane, anche l’opera di Viola è continuamente ridefinita dalla marea della percezione. Influenzato dall’astrattismo costruttivista e allievo di Enzo Brunori, Viola ha fatto della stratificazione e della sottrazione il proprio metodo distintivo. 

L’oro della laguna si configura così come un ritratto intimo della città: poroso, stratificato, luminoso, in perenne trasformazione. Un arcipelago immaginario prende forma nei riflessi di Venezia, tra terre affioranti e profondità sommerse, tra isole della laguna e non, tra luce e memoria, tra storia e visione.

La mostra è realizzata con il supporto e la collaborazione di  Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano – Venezia.


Ca’ Pesaro
Galleria Internazionale
d’Arte Moderna
Santa Croce 2076
30135  Venezia
Tel. +39 041 721127
 
Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it
tel. +39 041 2405225
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net
Da Studio ESSECI <segreteria@studioesseci.net>

Al MAN di Nuoro e alla Galleria comunale d’arte di Cagliari, come i fotografi vedono la Sardegna

Il MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro e la Galleria comunale d’arte di Cagliari, sono lieti di presentare Isole minori. Isole minori. Note sul fotografico dal 1990 ad oggi, grande mostra fotografica che riunisce sedici progetti di autori e autrici internazionali sul tema della rappresentazione dell’isola dall’inizio del nuovo secolo ad oggi.

ISOLE MINORI
Note sul fotografico dal 1990 ad oggi

MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro
Galleria comunale d’arte di Cagliari

27 giugno – 16 novembre 2025

A cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola
Coordinamento di Elisabetta Masala

Con inaugurazione prevista per il 26 giugno a Cagliari e il 27 giugno a Nuoro, il progetto espositivo orienta la sua riflessione non solo alla dimensione geografica, ma anche alla dimensione culturale e sociale dell’idea di isolanità. Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, la mostra presenta le opere fotografiche di Jacopo Benassi, Paola De Pietri, Charles Freger, Ralph Gibson, Mimmo Jodice, Salvatore Ligios, Bernard Plossu, Marinella Senatore, Giovanna Silva, Massimo Vitali, Lorenzo Vitturi, Vanessa Winship e George Georgeou (a Nuoro); Arianna Arcara, Francois Xavier Gbré, Luca Spano, Karla Hiraldo Voleau (a Cagliari).

Fotografata in passato da grandi autori come August Sander, Henri Cartier-Bresson, Lisetta Carmi e tanti altri, nella maggior parte dei casi la Sardegna è stata interpretata e trasmessa secondo una lettura reportagistica del territorio e delle comunità che abitavano le sue aree interne. Tali testimonianze hanno alimentato un immaginario sociale polarizzato tra stato centrale e periferia, che ha prodotto rappresentazioni, miti e ideologie che, nel corso del tempo, hanno condizionato sia il modo di vedersi degli isolani, sia la percezione del contesto da parte di chi alla Sardegna guardava. La percezione stereotipata di luogo al di fuori del tempo, una sorta di Eden, si alternava alla visione incrinata dalla presenza – non meno esotica – dei banditi protagonisti della cronaca nera, della periferia lontana e di altri riferimenti inerenti il tema del sottosviluppo.

La mostra mette in rilievo come tale rappresentazione si sia modificata nel corso degli ultimi 25 anni, con un ampliamento dell’indagine visiva a nuove modalità di azione e relazione con territorio e comunità. Le rappresentazioni simboliche e ideologiche dello spazio insulare che ne emergono offrono uno spaccato di tematiche differenti, che vanno dalla storia delle culture alla trasformazione della società contemporanea, lasciando intravedere in trasparenza elementi di persistente subalternità. Guardando le coste ed il mare, nonché l’interno dei contesti urbani più estesi, artisti e artiste restituiscono un vocabolario visivo della Sardegna che ne consente una contestualizzazione culturale nell’area mediterranea allargata prima ancora che in quella italiana.

Apre la mostra un prologo-omaggio a quattro grandi autori attivi da molti anni, che hanno dedicato all’isola alcune fotografie significative sia all’interno del loro percorso che nella rilettura del paesaggio sardo: la metafisica marina legata alla cultura mediterranea di Mimmo Jodice ripresa a Punta Pedrosa (1998) e a Molara (1999), i vagabondaggi poetici di Bernard Plossu tra Carloforte e La Maddalena (2002), l’ironica rivisitazione del tema del nudo di Ralph Gibson (1986) e la spettacolare documentazione della presenza turistica in spiagge come il Poetto (1995)  di Massimo Vitali introducono lo spettatore nella mostra e nel nuovo secolo.

Divisi in stanze monografiche, gli autori presenti al MAN di Nuoro leggono la contemporaneità nella persistenza del ruolo della maschera nel racconto di antiche tradizioni e rituali, rivisitate da Salvatore Ligios per mettere in discussione la coscienza identitaria e la perdita degli elementi culturali locali (2007) oppure da Charles Fréger (2010-2011); oppure ancora nell’attesa eterna (e spesso invana) di una rinascita sociale, culturale ed economica come per l’evento di inaugurazione delle architetture per il mancato summit della Maddalena (Giovanna Silva, 2009); o nel rapporto tra passato e presente nel Monumento a Garibaldi e nelle fortificazioni di granito nell’isola di Caprera (Paola De Pietri, 2022). Pratiche di interazione e partecipazione tra arte e comunità si manifestano nel racconto delle diverse idee di cittadinanza nelle opere di Marinella Senatore (2013) e Vanessa Winship e George Georgeou (2014). Jacopo Benassi (2021) e Lorenzo Vitturi (2022) agiscono rispettivamente a Donori e in Valle della Luna, per affrontare concettualmente l’idea di isolamento.

Nella sede di Cagliari sono presenti quattro autori accomunati dal rapporto tra fotografia e letteratura, a fornire un’ulteriore interpretazione e formalizzazione di tematiche come quella dei rapporti interpersonali sui quali si concentrano, a partire dalla lettura dei racconti di Sergio Atzeni, il lavoro inedito di  Arianna Arcara (2025) e quello di Karla Hiraldo Voleau che cerca di rileggere la Generazione Z attraverso il lascito pasoliniano di Comizi d’amore (2023), mentre le costruzioni di mondi tra immaginazione e documentazione di Luca Spano (2020-2021) guardano all’esperienza letteraria di DH Lawrence. Il tema del viaggio e della nuova lettura del territorio è riscontrabile nei lavori di Francois Xavier Gbré dove viene mostrata la nuova configurazione sociale ed economica successiva al fenomeno delle migrazioni, con tutte le conseguenze che esso comporta.

La mostra presenta opere di straordinaria qualità visiva e propone visioni nuove di luoghi noti, attraverso le quali si possono aprire riflessioni di diversa natura intorno ai tanti temi sollevati dalle opere esposte. La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue edito da Interlinea, contenente un dialogo fra i due curatori, la riproduzione delle opere esposte e le schede biografiche e critiche degli autori e delle autrici incluse nel progetto espositivo.


Galleria Comunale d’Arte di Cagliari
Largo Giuseppe Dessì | Viale San Vincenzo 2 – 09123
Tel. +39.070.6776454
Orario: 10:00 – 20:00
(Lunedì chiuso)
museicivici@comune.cagliari.it
 
MAN_Museo d’arte provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro
Tel. +39.0784.252110
Orario: 10:00 – 20:00
(Lunedì chiuso)
info@museoman.it
 
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