Il Comune di Conversano (Bari) e Arthemisia presentano la prima grande mostra di Antonio Ligabue in Puglia

Allestimento mostra di Ligabue a Conversano

APRE LA MOSTRA

“Antonio Ligabue”

25 marzo – 8 ottobre 2023
Polo Museale Castello Conversano

Dal 25 marzo nelle sale del Castello aragonese saranno ospitate oltre 60 opere di uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento

Le tigri, i leoni, i galli, gli autoritratti e tutto lo spettacolare mondo di Antonio Ligabue riempiranno di magia le splendide sale del Castello di Conversanodal 25 marzo all’8 ottobre 2023, in quella che si prefigura essere una delle più belle mostre mai realizzate sull’artista.
Non si può parlare dell’arte di Ligabue senza conoscerne la vita, né si possono capire le sue opere se non si entra nel mondo di quel piccolo uomo sfortunato e folle, pieno di talento e poesia.

Nato a Zurigo nel 1889 da madre di origine bellunese e da padre ignoto, viene dato subito in adozione ad una famiglia svizzera. Già dall’adolescenza manifesta alcuni problemi psichiatrici che lo portano, nel 1913, a un primo internamento presso un collegio per ragazzi affetti da disabilità.
Nel 1917 viene ricoverato in una clinica psichiatrica, dopo un’aggressione nei confronti della madre affidataria Elise Hanselmann che, dopo varie vicissitudini, deciderà di denunciarlo ottenendo l’espulsione di Antonio dalla Svizzera il 15 maggio del 1919 e il suo invio a Gualtieri, il comune d’origine del patrigno (il marito della madre naturale, che odierà sempre).
Ligabue non parlava l’italiano, era incline alla collera e incompreso dai suoi contemporanei, veniva soprannominato “el Matt” dagli abitanti di Gualtieri che ne rifiutavano i dipinti e il valore artistico, costringendolo a prediligere la via dell’alienazione e della solitudine.
Dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio in cui vive solamente dei pochi sussidi pubblici e si rifugia nell’arte per esprimere il suo disagio esistenziale, a cavallo tra il 1928 e il 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (importante artista della Scuola Romana) che ne comprende il talento artistico e gli insegna ad utilizzare i colori.
Con singolare slancio espressionista e con una purezza di visione tipica dello stupore di chi va scoprendo – come nell’infanzia – i segreti del mondo, Ligabue si dedica alla rappresentazione della lotta per la sopravvivenza degli animali della foresta; si autoritrae in centinaia di opere cogliendo il tormento e l’amarezza che lo hanno segnato, anche per l’ostilità e l’incomprensione che lo circondavano; solo talvolta pare trovare un po’ di serenità nella rappresentazione del lavoro nei campi e degli animali che tanto amava e sentiva fratelli.
Nel 1937 viene nuovamente ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia per autolesionismo e per “psicosi maniaco-depressiva” nel marzo del 1940.
È il 1948 quando comincia a esporre le sue opere in piccole mostre e ottenendo, sotto la guida di Mazzacurati, qualche riconoscimento e a guadagnare i primi soldi.
Ma il successo è breve: dopo essersi permesso solo qualche lusso, nel 1962 viene sopraggiunto da una paresi e ricoverato all’ospedale di Guastalla dove continua a dipingere e dove termina la sua vita il 27 maggio del 1965.

Tra i pittori più amati del Novecento, Antonio Ligabue è considerato il pittore naïf per antonomasia, l’artista visionario, autodidatta e sfortunato che è riuscito a entrare nell’animo del grande pubblico.
È stato capace di parlare con immediatezza e genuinità a tutti, a chi ha gli strumenti per capirne il valore storico-artistico, così come a chi semplicemente gode della bellezza assoluta delle sue opere.
Una storia umana e artistica straordinaria e unica, che negli anni ha appassionato migliaia di persone, tanto da essere diventato addirittura protagonista di film e sceneggiati televisivi, sin dagli anni ’70
Memorabile lo sceneggiato RAI di Salvatore Nocita del 1977 con Flavio Bucci, così come il recente film “Volevo nascondermi” del 2020 di Giorgio Diritti con la magistrale interpretazione di Elio Germano.

Allestimento mostra di Ligabue a Conversano

Tutto questo è raccontato perfettamente nella grande mostra di Conversano.
Attraverso oltre 60 opere, la mostra propone il racconto della vita e dell’opera di Ligabue, l’uomo che fece della sua arte il riscatto della sua stessa esistenza.
La mostra permette di approfondire i nuclei tematici dell’artista, pochi soggetti sempre ripetuti da cui emergono con forza la sua straordinaria sensibilità e la dolcezza della sua anima fragile. Sofferenza e talento che trovano nella creatività il mezzo per riempire il vuoto dell’abbandono e superare il disagio dell’emarginazione e della malattia mentale.
Seguendo una ripartizione cronologica, sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista a partire dal primo periodo (1927-1939), quando i colori sono ancora molto tenui e diluiti, i temi sono legati alla vita agreste e le scene con animali feroci in atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; pochissimi gli autoritratti.
Il secondo periodo (1939-1952) è segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da una rifinitura analitica di tutta la rappresentazione.
Il terzo periodo (1952-1962) è la fase più prolifica in cui il segno diventa vigoroso e continuo, al punto da stagliare nettamente l’immagine rispetto al resto della scena. È densa in quest’ultimo periodo la produzione di autoritratti, diversificati a seconda degli stati d’animo.

Tra i capolavori esposti vi sono Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Autoritratto con sciarpa rossa (1952- 1962) e Ritratto di Marino (1939- 1952), accanto a sculture in bronzo come Gufo con preda (1957-1958).
In mostra anche una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni quali Iena (1952-1962)e Cavallo con asino (1952-1962), e una sezione sulla sua incredibile vicenda umana.
Ad arricchire ulteriormente l’esposizione, la presenza di documenti sulla vita dell’artista, la proiezione del film documentario di Raffaele Andreassi del 1961 e diverse foto risalenti agli anni Cinquanta.

Promossa e sostenuta dal Comune di Conversano Città d’Arte e Museco – Musei in Conversano, con il contributo della Regione Puglia, con il patrocinio del Ministero della cultura, della Città Metropolitana di Bari, di Pugliapromozione e del Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue, la mostra Antonio Ligabue è curata da Francesco Negri e Francesca Villanti ed è prodotta e organizzata da Arthemisia.
La mostra vede come sponsor BCC Conversano e Master Italy.

Il catalogo è edito da Skira.



Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso | sam@arthemisia.it
press@arthemisia.it | T. +39 06 69380306 | T. +39 06 87153272 – int. 332

Quando il Polesine era un crocevia culturale, “buen retiro” e luogo privilegiato per le attività artistiche

Leone Minassian: Angolo di Trecenta. Vista dal Palazzone Spalletti, 1939 olio su cartone. Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Crediti fotografici: Fabio Zonta

La mostra su Milani al Roncale
occasione per indagare il ‘900 artistico polesano.

VIRGILIO MILANI
e l’Arte del ‘900 in Polesine

Rovigo, Palazzo Roncale
25 marzo – 25 giugno 2023

Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, da un’idea di Sergio Campagnolo. A cura di Alessia Vedova.

C’è stato un tempo in cui il Polesine fu crocevia culturale e meta di artisti non polesani che si trasferirono in queste terre scegliendole come buen retiro e luogo privilegiato per la loro attività artistica.
Lo racconterà “Virgilio Milani e il ‘900 in Polesine”, la mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, curata da Alessia Vedova, che sarà al Roncale dal 25 marzo al 25 giugno. 

Lucio Scardino, studioso ferrarese, specializzato – tra i diversi ambiti di interesse –  nella storia dell’arte della prima metà del Novecento, al di qua e al di là del Po, tra Emilia e Veneto, è l’autore di questa indagine.

Scardino ricorda come Virgilio Milani, nel 1911, abbia partecipato a una mostra collettiva ai Concordi, ottenendo una medaglia d’oro per una testa di bimba. Ed è proprio in quegli anni, afferma lo studioso, che si inizia a registrare la curiosa tendenza, da parte di alcuni artisti, a scegliere Rovigo come propria residenza. A proposito di questo, Scardino cita il toscano Tito Corbella e il ferrarese Guglielmo Mantovani, entrambi presenti in quella mostra con loro opere, entrambi residenti a  Rovigo. Poi il toscano si traferirà a Roma, dove divenne uno dei più famosi cartellonisti per il cinema mentre il ferrarese fu, ad appena 23 anni, tra le prime vittime della Grande Guerra.

Artisti che arrivano ed altri, rodigini, che vanno.

Così Spartaco Greggio, che dopo le prove in Polesine raggiunge Milano dove si confermerà illustratore e cartellonista di vaglia. O Mario Cavaglieri, che si traferirà stabilmente in Francia.

Nel 1911, da Treviso giunge a Rovigo Gino Pinelli e qui si afferma come vedutista ed eccellente grafico.

Scardino ripercorre anche la mostra ai Concordi del 1917, anno in cui Milani esordì come scultore “pubblico” con il monumento a Cesare Battisti collocato sulla facciata della Gran Guardia. In quella edizione, Pinelli venne premiato con la medaglia d’argento “presentando – ricorda Scardino – paesaggi ancora ottocenteschi, nel gusto del suo maestro Guglielmo Ciardi, giungendo a punte sapide e pittoresche in una scena di genere denominata I promessi sposi: un pastello che non illustrava Manzoni,  bensì un gallo e una gallina posti entro una cesta, in attesa dell’accoppiamento”.

Nel 1923, alla collettiva ai Concordi si fanno apprezzare due paesaggisti originari della provincia, ovvero Ugo Boccato di Adria (1890-1982) e Luigi Cobianco (1893-1967), nativo di Villanova Marchesana. Il primo divenne anzi uno dei migliori pittori del Novecento polesano. Uno dei pochi  ad esporre in mostre nazionali, dalla Quadriennale romana del 1939 al Premio Cremona del 1941, per giungere alla Biennale di Venezia nel 1948.

Cobianco, allievo di Ettore Tito, all’ambiente veneziano restò sempre legato, tanto che finì per insegnarvi pittura al Liceo Artistico e all’Accademia, con soggiorni a Mestre, dove morì.

Alla stessa mostra del 1923 si distinsero inoltre lo scultore e pittore Gino Colognesi (1899-1972) e il pittore Edoardo Chendi (1906-1993), un talento in erba, poiché allora aveva soltanto quattordici anni. Le sculture in gesso di Colognesi, scrive Scardino: “furono giudicate dal Palmieri fra le migliori opere esposte, ma l’artista – anima inquieta ed errabonda – preferì trasferirsi all’estero (Francia prima, Brasile poi), riannodando i rapporti con Rovigo soltanto negli anni Trenta, allorché eseguirà i bassorilievi allegorici per il Salone dell’Economia Corporativa (poi Camera di Commercio) rappresentandovi la mietitura, l’aratura, il commercio del pesce, la fucina, l’industria, in modo invero alquanto farraginoso e retorico se rapportato alla sintesi plastica rivelata da Milani nei monumenti della fase più  novecentista, quello all’esploratore Miani ad esempio o nella mirabile, grandiosa Contadina seduta”. Opera che sarà nella mostra al Roncale. (Clicca QUI per scaricare l’immagine dell’opera)

Sempre in tema di “foresti” venuti ad abitare in Polesine, sono da segnalare Pio Pullini, pittore e illustratore marchigiano, il mantovano Baldissera, il veronese Donati, Chiacigh, quest’ultimo di origine caucasica, Casimiro Iodi, modenese, oltre al più celebre Leone Minassian, armeno.


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Roma, Piazza del Popolo – Dal Buio alla Luce: una Performance corale di 50 artisti contro la violenza sulle donne

Sabato 25 marzo 2023
Una giornata contro la violenza sulle donne

Performance corale di 50 artisti
Dal buio alla luce

A cura di Lucilla Catania, Licia Galizia, Veronica Montanino, Daniela Perego

Una giornata di riflessioni, di sensibilizzazione e di azioni concrete
contro la violenza sulle donne

25 marzo 2023 dalle ore 14.00
Piazza del Popolo – Roma

Sabato 25 marzo 2023 una performance corale di 50 artisti a Piazza del Popolo darà vita ad una giornata di riflessione, di sensibilizzazione e di azioni concrete contro la violenza sulle donne. L’arte, infatti, è capace di offrire un prezioso contributo coinvolgendo un pubblico ampio e diversificato, facendosi così strumento attivo di denuncia. 

Dalle ore 14.00 Piazza del Popolo sarà animata dalla presenza silenziosa e prorompente di cinquanta artisti, attivi nel mondo dell’arte romano e non solo, nella Performance corale Dal buio alla luce: ognuno terrà in mano un pannello con l’immagine di una propria opera, come contributo in chiave morale, civile e poetica alla creazione di una coscienza profonda del NO alla violenza sulle donne. Sarà, dunque, una durational performance che si protrarrà per oltre quattro ore: non un intervento istantaneo e improvvisato ma testimonianza di una consapevolezza profondamente radicata nella vita di ognuno. 

Il progetto prende il nome dal recente Convegno Nazionale Dal buio alla luce organizzato il 24 e 25 settembre 2022, presso il Castello Savelli di Palombara Sabina, dall’Associazione Nazionale Centrailsogno – Centro Antiviolenza di Palombara Sabina, nel quale è stato dato ampio spazio al segno creativo, espressione di luce e speranza, elementi fondamentali per superare, metabolizzare e persino ribaltare il senso dei traumi. Infatti, la mission dell’associazione, presieduta da Teresa Zampino e con il prezioso contributo dell’avvocato Laura Passacantilli, delle psicologhe Michela Argo Simona Orsini e dell’operatrice d’ascolto Federica Massimi, è il contrasto alla violenza di genere mediante la presenza sul territorio di un’equipe competente e specializzata, che si compone di psicologhe, legali, assistenti sociali ed operatori per l’accoglienza e l’ascolto, e attraverso azioni di sensibilizzazione quali incontri con la cittadinanza, spettacoli teatrali, presentazione di libri, convegni a tema, giornate nelle piazze e progetti on line, con lo scopo di avvicinare un pubblico più vario e molteplice possibile. 

Le curatrici della performance, Lucilla Catania, Licia Galizia, Veronica Montanino, Daniela Peregoinvitate a partecipare al convegno e a contribuire ad esso mediante la presentazione di un’immagine inedita riportata in manifesti e locandine esposte durante la manifestazione, hanno poi sentito l’esigenza di proseguire questa iniziativa a Roma, coinvolgendo tanti artisti, sensibili al tema della violenza contro le donne, di ogni età e origine. 

Ognuno dei cinquanta artisti si trasformerà, dunque, per un intero pomeriggio in un presidio visivo in una delle piazza più importanti della Città Eterna: Ak2deru, Alessio Ancillai, Paolo Angelosanto, Paolo Assenza, Ali Assaf, Bankeri, Luigi Battisti, Pino Boresta, Tommaso Cascella, Gea Casolaro, Lucilla Catania, Giulia Del Papa, Lea Contestabile, EPVS, Stefania Fabrizi, Laura VdB Facchini, Emanuela Fiorelli, Ines Fontenla, Licia Galizia, Paolo Garau, Donatella Giagnacovo, Luca Grechi, Francesco Impellizzeri, Barbara Lalle, Rita Mandolini, Roberta Maola, Daniela Monaci, Veronica Montanino, Elly Nagaoka, Elena Nonnis, Lulù Nuti, Luca Padroni, Claudio Palmieri, Claudia Peill, Daniela Perego, Luana Perilli, Roberto Pietrosanti, Gioacchino Pontrelli, Claudia Quintieri, Renzogallo, Massimo Ruiu, Guendalina Salini, Giuseppe Salvatori, Sandro Sanna, Silvia Scaringella, Gaia Scaramella, Silvia Stucky, Alberto Timossi, Janine Von Thungen e Alberto Guerri, Francesca Tulli. 


INFO

Performance corale
Dal buio alla luce
A cura di Lucilla Catania, Licia Galizia, Veronica Montanino, Daniela Perego

Dalle ore 13.00
Piazza del Popolo – Roma 

Ufficio stampa
Roberta Melasecca
roberta.melasecca@gmail.com – tel. 349.4945612
www.melaseccapressoffice.itwww.interno14next.it

Bologna: La musica che gira intorno – Una nuova rassegna con i migliori musicteller al Museo internazionale e biblioteca della musica

Ciammarughi, Non tocchiamo questo tasto

La musica che gira intorno
Esperienze d’ascolto, storie di musicisti e mondi musicali

24 marzo – 10 giugno 2023

Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34, Bologna

www.museibologna.it/musica

Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna promuove una nuova rassegna dal titolo La musica che gira intorno. Esperienze d’ascolto, storie di musicisti e mondi musicali ideata per dare spazio ai migliori musicteller (© Federico Sacchi) attualmente in circolazione.
Ma chi è in realtà un narratore musicale?
E cosa fa di diverso da un normale conferenziere?
Per una classica “lezione musicale” sappiamo che bastano un microfono, uno schermo, due casse (possibilmente non ronzanti) e la conoscenza di un tema musicale.
Ma per trascorrere insieme un’ora e mezza ascoltando e parlando di musica in maniera coinvolgente e appassionante, bisogna essere in grado di accompagnare il pubblico in una dimensione diversa, dove competenza, divulgazione e selezione degli ascolti si fondono nella condivisione di un racconto e di un punto di vista particolare, “alto” e “altro” ma accessibile a tutti (anche a chi non ha un background musicale).
E questa è una vera e propria arte che in pochi – sia tra i musicisti che tra gli studiosi – conoscono e padroneggiano.

La rassegna prende il via venerdì 24 marzo con la prima delle quattro narrazioni alla scoperta del jazz curate da Stefano Zenni, docente di Storia del jazz e direttore artistico di Torino Jazz Festival.
Il venerdì successivo, 31 marzo, l’appuntamento è con Federico Sacchi, che si può considerare il vero e proprio inventore di questo genere. La vita e le parole di Martin Luther King saranno intrecciate con i brani e i dischi degli artisti che sono stati ispirati dal suo messaggio rivoluzionario.

Sala Musica

Si prosegue con Legature, con cui prende il via la partnership con la Sala della Musica, il percorso espositivo permanente (ospitato negli spazi al secondo piano di Salaborsa) dedicato alla storia della popular music di Bologna dagli anni Quaranta a oggi.
Il racconto di Piero Mioli è incentrato invece sul genio di Maria Callas, la “divina” più “diabolica” della storia dell’opera a 100 anni dalla nascita, mentre Carlo Centemeri farà riscoprire l’esperienza entusiasmante dell’ascolto collettivo della musica su vinile.
Il mese di maggio sarà il momento di Copioni, il mini-ciclo ideato e condotto dal giornalista Francesco Locane su omaggi, citazioni e vere e proprie ruberie nel mondo della musica, e a seguire il focus dedicato ai nuovi sguardi su folklore e musica popolare, che vedrà protagonisti Nico Staiti e la storia della ricostruzione dei due clarinetti Buttafuoco della nostra collezione, e l’incredibile indagine performativa sulle usanze sonore nella cultura rurale romagnola da parte del sound researcher e percussionista Enrico Malatesta.
La rassegna si conclude a giugno con la presentazione del volume di Luca Ciammarughi, che indaga il rapporto tra musica classica e mondo queer e con l’esperimento “oltre i perimetri” dei generi e degli stili musicali di Particolari Universali.
Insomma, 18 appuntamenti per un modo nuovo, immersivo, accessibile, spettacolare, coinvolgente di narrare e vivere la musica (o meglio – tutte – le musiche).
L’ingresso a tutti gli appuntamenti è gratuito fino a esaurimento posti disponibili.

Jazz Africa

Programma

Venerdì 24 marzo ore 18.00
Tra classica e jazz
La Rhapsody in Blue di George Gershwin
narrazione musicale con Stefano Zenni
Era il 12 febbraio 1924 quando la Rhapsody in Blue venne presentata a New York.
Da quel momento il capolavoro di Gershwin ha conquistato un pubblico sempre più vasto, imponendosi come una delle opere più popolari, influenti e imitate della musica contemporanea. Partendo dalla genesi dell’opera, viaggeremo nota per nota tra i ritmi, le melodie e le forme per ricomporre quell’affresco immortale che fonde la frenesia urbana con la malinconia blues.

Venerdì 31 marzo ore 18.00
Inspired by The King
La colonna sonora del sogno di Martin Luther King

esperienza d’ascolto con Federico Sacchi
in collaborazione con Fondazione Entroterre e Circolo dei Lettori di Torino
La vita e le parole di Martin Luther King Jr.  sono state fonte di ispirazione per generazioni di musicisti. Ovviamente tutte le forme di Black Music sono rappresentate: dal gospel al blues, dal soul al funk, passando per il Jazz, il Reggae e l’Hip-Hop. Ci sono brani di folk, pop, country, beat, rock e easy listening. Sulla figura di King hanno scritto sinfonie, musical e suite orchestrali, addirittura canzoni di Dance, Techno, Punk ed Heavy Metal.
Brani più o meno noti che negli anni hanno contribuito a rendere il Dr. King un’icona pop, facendolo conoscere alle nuove generazioni e moltiplicando così in modo esponenziale la portata del suo messaggio. Perché la strada da percorrere per realizzare completamente quel sogno è ancora molto lunga…

Sabato 1 aprile ore 15.00 – Sala della musica (Sala Borsa, II piano)
Legature | It-a-ca
La letteratura nelle canzoni bolognesi
narrazione musicale con Riccardo Negrelli
I testi musicali sono una delle forme espressive della poesia, ormai universalmente riconosciuti nella loro profondità introspettiva, che esplora ogni ambito della condizione umana. Ma quali libri hanno suggerito canzoni e quali versi hanno guidato l’ispirazione musicale degli autori bolognesi? Omero, Ungaretti, Pasolini, Roversi sono solo alcuni riferimenti di cui parlerà Riccardo Negrelli nel primo incontro alla Sala della Musica, in un orizzonte dolce e burrascoso, istintivo e consapevole e potenzialmente infinito.

Sabato 1 aprile ore 17.30
Divina o Diabolica?
Maria Callas nel centenario della nascita
narrazione musicale con Piero Mioli
Greca nata a New York ma italiana di musicalità, Maria Anna Cecilia Sofia Kalogheropoulou – in arte Maria Callas – col suo canto ha segnato un’epoca: per una (scarsa) ventina d’anni ha eseguito tutti i repertori possibili, da Gluck a Wagner, dal soprano leggero al drammatico, dal Romanticismo di Bellini al Verismo di Giordano.
E come mai, a 100 anni dalla nascita, l’arte di Maria Callas gode ancora di una vastissima e crescente fortuna? Attraverso la vita, il repertorio, la colleganza (maschile e femminile), le registrazioni e la sua eredità andremo alla ricerca dell’essenzialità di Maria. Quella per cui è stata definita “divina” una cantante d’opera specialista di personaggi come la Medea di Euripide/Cherubini/Pasolini, ma anche Norma, Lucia, Violetta, Gioconda, Tosca, fino alla sua incredibile Sonnambula: svantaggiata da un colore di voce inadatto, è diventata e rimasta la migliore. Questi i pilastri della folgorante carriera, amata e odiata, così come quasi tutti i suoi personaggi: drammaticissimi, quasi borderline, “diabolici” appunto.

Mercoledì 5 aprile ore 18.00
Quel certo swing
Come e perché il jazz ci fa danzare e dondolare
narrazione musicale con Stefano Zenni
Il jazz fa ballare, battere i piedi, oscillare i corpi. I musicisti esprimono un peculiare modo di stare sul tempo e trattare il ritmo, e quando il ritmo funziona, siamo eccitati, rilassati e proviamo un piacere speciale.
Ma lo swing solleva molte domande: come funziona esattamente? Ha origine in altre culture e musiche? Ne esiste un solo tipo? E come si fraseggia il jazz?
Per fortuna Stefano Zenni ha le risposte a queste e molte altre domande, per cui mettetevi comodi per un viaggio rilassato tra stili musicali, antropologia e neuroscienze.

Mercoledì 19 aprile ore 18.00
Dischi volanti
Un secolo in vinile
esperienza d’ascolto con Carlo Centemeri
Carlo Centemeri smetterà per qualche giorno i suoi panni di “voce della musica classica” di Radio Marconi e, nel primo dei suoi due appuntamenti, ci porterà in giro per il Novecento tramite una serie di ascolti paralleli condotti rigorosamente da dischi in vinile: da Britten a Bob Dylan, da Schoenberg agli Inti Illimani, dai Dead Kennedys a Šostakovič per ripensare i momenti più salienti degli ultimi cento anni e nel contempo rivivere l’esperienza entusiasmante nell’ascolto collettivo della musica su vinile.

Sabato 22 aprile ore 15.00 – Sala della musica (Sala Borsa, II piano)
Legature Il timbro
La nuova dimensione d’ascolto del ‘900
narrazione musicale con Riccardo Negrelli
Ha rivoluzionato il concetto di arrangiamento, contribuito a scavare il solco tra punk e new wave, fatto evolvere l’orchestrazione nell’immaginario etereo di un synth.
Ma il timbro è l’oggetto musicale più difficile da definire: plasmando il suono oltre l’altezza e la durata, permette ad una nota, melodia o accordo di offrire sfumature sempre nuove, determinanti per il messaggio, lo stile e l’interpretazione musicale.
E per questo è il parametro musicale che forse più ha contribuito all’evoluzione musicale del ‘900.

Venerdì 28 aprile ore 18.00
Dischi da museo
Alla scoperta della collezione discografica del Museo della Musica
esperienza d’ascolto con Carlo Centemeri
Il Museo della Musica ha una ricca ma misconosciuta collezione discografica. In attesa di terminarne l’inventariazione, abbiamo messo le oltre 7.500 lacche e vinili a disposizione di Carlo Centemeri, che ci guiderà all’ascolto delle incisioni originali di Stravinskij e Honegger che dirigono se stessi, di Chopin suonato da Cortot, del Parsifal di Furtwängler e ancora Toscanini con la New York Philarmonic Orchestra, il “giovanetto” (sic!) Yehudi Mehunin e Rachmaninov dal vivo, fino agli inediti master respighiani (con dedica alla moglie Elsa).

Venerdì 5 maggio ore 18.00
Il jazz e la guerra
L’incredibile storia dei V- Disc
narrazione musicale con Stefano Zenni
La seconda guerra mondiale ha segnato una profonda trasformazione del nostro tempo, e il jazz non ne è stato immune. Tutta una serie di forze storiche e sociali hanno plasmato i contenuti della musica: dagli scioperi discografici al razionamento di materie prime, dal reclutamento dei soldati/musicisti alla propaganda.
La storia dei V-Disc, che ha interessato soprattutto l’Europa, ne è la sintesi più affascinante e sorprendente e permette di ascoltare splendida musica in tempo di guerra.

Sabato 6 maggio ore 15.00 –Sala della musica (Sala Borsa, II piano)
Legature | La radio a Bologna
Breve storia delle radio libere
narrazione musicale con Riccardo Negrelli
Non tutti sanno che la radio libera ha emesso le prime frequenze in Italia il 23 novembre 1974, diffuse da una roulotte piazzata sul Colle dell’Osservanza.
Ma quasi subito la prima provocazione si trasforma in un laboratorio comunicativo fatto di microfoni, giradischi e mixer che dissolvono i confini, creano confronti, sperimentazioni e sogni. Tra i suoi protagonisti dietro le quinte ci sono tantissimi artisti, con storie inedite, a volte rocambolesche, ma assolutamente da riscoprire, per costruire una storia ampia ed eterogenea degli “intrecci di onde” degli anni 70.

Venerdì 19 maggio ore 18.00
Legature | Buttafuoco (?)
Come si “ricostruisce” la musica
esperienza d’ascolto con Nico Staiti
live Rosario Altadonna e Giuseppe Roberto (flauti pastorali e zampogne)
in collaborazione con La Soffitta
I nostri due doppi clarinetti (sinora denominati Buttafuoco e mai esposti) sono strumenti di difficile datazione apparentati ad altri strumenti bicalami attestati nelle tradizioni pastorali italiane.
Da poco ricostruiti dal costruttore di zampogne messinese Rosario Altadonna, saranno illustrati dall’etnomusicologo Nico Staiti e le loro sonorità verranno sperimentate dal vivo da parte dello stesso Altadonna e di Giuseppe Roberto, che eseguiranno anche repertori tradizionali per sordellina, zampogna a paro e doppi flauti.

Sabato 20 maggio ore 15.00 – Sala della musica (Sala Borsa, II piano)
Legature | Dal Museo alla Sala della Musica
narrazione musicale con Riccardo Negrelli
Quali sono le connessioni tra due riferimenti così importanti per la narrazione della musica in città? Quale continuità lega la popular music al proprio passato?
Una suggestiva passeggiata a partire dalla Sala della Musica in Sala Borsa fino al museo in strada Maggiore per indagare se è possibile tracciare un filo di continuità e dialogo attraverso il tempo tra due luoghi che raccontano diverse sfumature della storia musicale in città.

Sabato 20 maggio ore 17.30
Copioni #1
Omaggi, citazioni e vere e proprie ruberie nel mondo della musica “classica”
narrazione musicale con Francesco Locane
La storia della musica è colma di ricorrenze, assonanze e talvolta copiature vere e proprie. Più che indignarci nel cogliere i compositori con le mani nel sacco, cercheremo di considerare la musica come un flusso senza soluzioni di continuità tra periodi e stili anche lontanissimi tra loro. Nel primo appuntamento, grazie ad ascolti e proiezioni, passeremo dalla musica antica al ‘900, dalla sinfonia all’opera lirica, scoprendo alcuni lati poco noti di pagine più o meno famose di giganti come Mozart, Beethoven e Puccini.

Venerdì 26 maggio ore 18.00
E Sôna
Folklore, memoria e musica contemporanea
esperienza d’ascolto con Enrico Malatesta
in collaborazione con MET – Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna
E Sôna (“lui suona” in dialetto romagnolo) è il nuovo progetto performativo del percussionista e sound researcher Enrico Malatesta, che – utilizzando i linguaggi delle performing arts e della sperimentazione – cerca di restituire vitalità alla memoria popolare e al potenziale delle usanze sonore nel contesto contemporaneo.
La ricerca è basata sulla “Cavéja dagli anëll”, strumento/arnese sonoro a scuotimento, dotato di anelli di metallo intonati, utilizzato nel lavoro agricolo e in pratiche polifunzionali rituali, e sul brontide (in inglese skyquake), fenomeno acustico inspiegato, simile al rumore di una frana o di un’esplosione in cielo, di cui si è persa memoria.

Sabato 27 maggio ore 17.30
Copioni #2
Omaggi, citazioni e vere e proprie ruberie tra classica e pop
narrazione musicale con Francesco Locane
In questo secondo appuntamento il giornalista Francesco Locane si sposta sui rapporti tra musica colta e popolare, trovando nuovi collegamenti tra personaggi e lavori apparentemente distanti tra loro, passando dalla lirica al singolo da classifica.
Attraverso una selezione di brani e di immagini, tra ricorrenze, assonanze e talvolta copiature vere e proprie, si scoprirà il fil rouge che lega personaggi quali Muzio Clementi e Ivan Graziani, Giuseppe Verdi e Keith Emerson, Sting e Sergej Prokof’ev.

Mercoledì 31 maggio ore 18.00
Niger Mambo
Le molte Afriche del jazz
narrazione musicale con Stefano Zenni
Gli sguardi del jazz sull’Africa sono molteplici, e la presenza del jazz in Africa è un realtà complessa e multiforme. Dal continente immaginato a quello reale, dalle influenze transatlantiche in entrambi i sensi alle storie di esilio, dalle sperimentazioni alla tradizione, esistono molte Afriche legate al jazz.
L’ultima narrazione musicale di Stefano Zenni è un vero e proprio viaggio tra le due sponde dell’oceano che ci farà scoprire la varietà e la bellezza di queste musiche.

Sabato 3 giugno ore 17.30

Non tocchiamo questo tasto
Musica classica e mondo queer
narrazione musicale con Luca Ciammarughi (pianoforte)
in collaborazione con Various Voices 2023
“Perché dovrebbero interessarmi i gusti sessuali di un compositore?”
Ecco quale potrebbe essere la prima reazione di fronte a uno studio che affronta il tema LGBTQ dal punto di vista della musica classica.
Questo libro sfida decenni di divulgazione eteronormativa, getta una luce sugli aspetti censurati o edulcorati di compositori e compositrici, che oggi potremmo annoverare nell’ambito queer, secondo l’ipotesi critica che conoscerli più a fondo sia indispensabile per comprendere meglio la loro arte.
Dalle antiche tracce del periodo barocco al ‘900 “liberato” di John Cage e Leonard Bernstein, passando per le tempeste romantiche e i turbamenti fin de siècle: una appassionante galleria di personaggi, squarci di vita e atmosfere che, senza cedere al gossip, offrono al lettore prospettive inedite sulla storia culturale dell’Occidente e, al musicofilo, strumenti nuovi per un’esperienza di ascolto più consapevole.

Sabato 10 giugno ore 17.30
Legature Particolari universali
Musica oltre i perimetri
esperienza d’ascolto con Riccardo Negrelli
live Valentina Mattarozzi (voce) Fabio Galliani (ocarina e flauti globulari) Gabriele Scopa (batteria)
La musica è un linguaggio universale oppure è specchio del tempo, delle culture, dei territori e delle contraddizioni umane, sfuggendo a qualsiasi definizione assoluta?
A cercare un’impossibile risposta ad un quesito tanto ancestrale quanto abusato, la narrazione condotta da Riccardo Negrelli, in cui i musicisti coinvolti, lontanissimi tra loro per estrazione, età, disciplina ed impegno artistico, daranno corpo ad un’esperienza d’ascolto unica: un labirinto performativo in cui esplorare le possibilità di contaminazione stilistica, linguistica, espressiva e produttiva tra blues, avanguardia e contemporanea.


Ingresso
gratuito fino a esaurimento posti disponibili

Prenotazioni
È possibile prenotare l’ingresso gratuito:
– presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
– on line su 
www.museibologna.it/musica.
Le prenotazioni sono valide fino all’orario di inizio dell’evento, gli ingressi non ritirati verranno messi nuovamente a disposizione del pubblico

Nel caso in cui non sia possibile partecipare, si richiede cortesemente di annullare la prenotazione:
– direttamente online su 
eventbrite.it
– scrivendo a prenotazionimuseomusica@comune.bologna.it
– telefonando al numero 051 2757711 nei giorni e orari di apertura.

Informazioni
Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/musica
Facebook: Museo internazionale e biblioteca della musica
YouTube: MuseoMusicaBologna

Orari di apertura
martedì, mercoledì, giovedì h 11.00-13.30 / 14.30-18.30
venerdì h 10.00-13.30 / 14.30-19.00
sabato, domenica, festivi h 10.00-19.00
lunedì chiuso

Settore Musei Civici Bologna
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Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
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Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
elisamaria.cerra@comune.bologna.it
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Ultimi giorni per partecipare all’Open Call della IV edizione di ReA! Art Fair: la scadenza è il 6 aprile

Fino al 6 aprile è possibile iscriversi alla Open Call dedicata agli artisti emergenti che vogliono partecipare all’edizione annuale di ReA! Art Fair. Giunta alla quarta edizione, la fiera si terrà nell’Ottobre 2023 presso gli spazi di Fabbrica del Vapore e ospiterà le opere dei 100 artisti selezionati dal team curatoriale.

La fiera offre un’opportunità straordinaria ai giovani talenti mettendo a disposizione uno spazio in cui esporre le proprie opere, incontrare collezionisti e gallerie, farsi conoscere da un pubblico ampio e offre loro una reale opportunità di vendita.


È possibile presentare la propria candidatura fino al 6 Aprile 2023

Modalità di partecipazione

Il bando è aperto a tutti gli artisti visivi italiani e internazionali, attraverso la compilazione della domanda sul sito web https://www.reafair.com/open-call. Il candidato potrà presentare un progetto artistico già realizzato o in progress da esibire all’interno della fiera.

Le informazioni necessarie per la domanda comprendono:

  1. Descrizione del progetto artistico e Artist Statement,
  2. Portfolio aggiornato,
  3. Bio o CV/Resume dell’artista. 

Le iscrizioni al bando si dividono in due momenti. Dal 20 Gennaio al 20 Febbraio, grazie alla modalità “Early Bird”, è possibile inviare la propria candidatura con una quota di iscrizione di 40,00€. A partire dal 21 Febbraio fino alla chiusura del bando la quota è di 55,00€.

L’esposizione non prevede vincoli tematici e comprende le seguenti categorie: Pittura, Disegno, Fotografia, Video, Performance, Scultura, Mixed Media, Digital Art, Street Art e, anche per quest’anno, NFT. 

La selezione degli artisti verrà effettuata dal comitato curatoriale dopo la raccolta di tutte le candidature. I 100 artisti selezionati saranno annunciati sui social e tramite newsletter il 1° Maggio.

Gli artisti selezionati potranno vedere le proprie opere presentate in un progetto curatoriale di respiro internazionale, creato con la massima attenzione. Non è previsto alcun costo aggiuntivo per i giorni di esposizione e i proventi delle vendite andranno direttamente a sostegno del loro lavoro artistico.

Essi avranno anche la possibilità di concorrere per l’assegnazione di alcuni prestigiosi premi. 10 artisti saranno selezionati per il “ReA! Art Prize”, che permetterà loro di essere inclusi in una mostra collettiva a Milano organizzata da ReA Arte. In più, due artisti avranno la possibilità di svolgere una residenza d’artista in Italia. Infine, sarà assegnato un premio in denaro del valore di 1.500€ a un artista selezionato da una giuria esterna per conto del progetto Artsted

I numeri di ReA Art Fair sono in continua crescita. La scorsa edizione ha totalizzato un numero di oltre 5.000 visitatori, suddivisi tra grande pubblico e collezionisti, raggiungendo un picco di affluenza di oltre 2.000 persone nella giornata conclusiva. Più del 20% degli artisti partecipanti alla fiera ha venduto le proprie opere durante i giorni di apertura al pubblico.

“La mia esperienza con ReA è stata eccellente. La fiera  è ben organizzata, così come il programma e tutto il processo. ReA! Art Fair non è solo per i collezionisti, ma anche per il grande pubblico. Ecco perché la gente può facilmente godere l’arte senza pressione. Non è una fiera amatoriale, ci si preoccupa contemporaneamente di artisti e opere d’arte.” (Lili Lee, artista selezionata per l’edizione 2022)

“Lavorare con ReA! Art Fair è stata un’esperienza fantastica. Il loro evento ben organizzato è un’esperienza indimenticabile sia per gli artisti che per il pubblico. ReA offre un’eccellente alternativa alle fiere d’arte ben note e consolidate presentando un’affascinante selezione di artisti indipendenti. L’esposizione che ho ottenuto ha ancora un effetto positivo sulla mia carriera, quindi consiglierei ReA! Art Fair a tutti gli artisti emergenti, non perdete l’opportunità!” (Ekaterina Adelskaya, artista selezionata per l’edizione 2022)

“Tutto era ben organizzato dall’inizio alla fine, e tutti gli aspetti della mostra sono stati trattati professionalmente. Quando sono arrivata alla Fiera di Milano, sono rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere quante persone stavano visitando la mostra. C’era un’atmosfera molto positiva, i lavori sono stati accuratamente selezionati e curati, ed ero entusiasta di vedere il mio lavoro essere parte di questo.” (Despina Petridou, artista selezionata per l’edizione 2022)


Scheda tecnica

Titolo: Open Call ReA! Art Fair 2023
Ideata e diretta da Associazione ReA Arte
Durata bando: 20 Febbraio – 6 Aprile 2023
Annuncio artisti: 1° Maggio 2023  
Application fee: 40,00 € (early bird 20 Gennaio – 20 Febbraio) – 55,00 € (21 Febbraio – 6 Aprile)

Info al pubblico: info@reafair.comwww.reafair.com
Facebook | Instagram | LinkedIn: @rea.fair 

REA! TEAM
REA ARTE, Associazione Culturale No Profit

Venezia, Palazzo Ducale: Apertura della Quadreria – Intervento di valorizzazione

GianBattista Tiepolo, Venezia e Nettuno copia

Apertura della Quadreria 
Intervento di valorizzazione

Venezia, Palazzo Ducale
Da sabato 25 marzo 2023

In collaborazione con la Venice International Foundation

Il 25 marzo riapre la Quadreria del Palazzo Ducale. L’intervento è stato condotto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con la collaborazione e il supporto di Venice International Foundation.

L’attuale riallestimento, che coinvolge la Sala della Quarantia Criminale, la Sala dei Cuoi e quella del Magistrato alle Leggi, si rifà ad una tradizione che risale ai primi decenni del ‘600, quando all’interno del Palazzo si vollero esposte, accanto ai dipinti “istituzionali, opere da “cavalletto” provenienti da illustri collezioni private. Fu il caso dei dipinti legati al Ducale dal cardinal Domenico Grimani. Opere, quelle, di origine fiamminga, estranee quindi alla tradizione pittorica veneziana, ma presto diventate presenze fisse negli ambienti del Palazzo.

“In omaggio a quella secolare tradizione, si è deciso di dedicare – afferma Chiara Squarcina Responsabile della sede museale – la Sala dei Cuoi all’esposizione di opere fiamminghe, tra le quali l’unica superstite di quelle offerte alla pubblica fruizione in Palazzo a partire dal 1615: quell’Inferno già attribuito al Civetta (Henry Met de Bles) e oggi più opportunamente ricondotto ad anonimo seguace di Bosch o il Cristo deriso di Quentin Metsys. Esempi delle relazioni culturali della Serenissima con il resto d’Europa.”
Nelle altre sale ad essere esposti sono capolavori di Bellini, Tiziano e Tiepolo, maestri sommi dell’arte veneziana, quali Venezia riceve da Nettuno i doni del mare di Giambattista Tiepolo, la Pietà di Giovanni Bellini e la Madonna con Bambino e due angeli di Tiziano, nonché il Leone marciano andante di Carpaccio, che sarà possibile ammirare all’interno di questi spazi dopo la conclusione della mostra antologica di Palazzo Ducale. Capolavori superstiti di un ben più ricco patrimonio, oggi in parte disperso o passato a istituzioni statali.
Accanto alle magnifiche opere superstiti, la Quadreria accoglie un nucleo di pregevoli tele e tavole concesse in deposito a lungo termine da una collezione privata. Tra i dipinti, Ritratto di dama con figlia (Doppio ritratto, già collezione Barbarigo) di Tiziano, L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina di Alessandria, di Jacopo Tintoretto (un tempo nella chiesetta di San Geminiano in piazza San Marco e più recentemente in collezione David Bowie) e la Maria Maddalena in estasi di Artemisia Gentileschi, oltre ad opere di Giovanni Cariani, Anthony van Dyck e Maerten de Vos.

Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, ricorda come l’Amministrazione Comunale e la Fondazione MUVE siano impegnati anche in interventi forse meno evidenti, ma altrettanto fondamentali. Come la complessa campagna di riqualificazione funzionale di Palazzo Ducale, finanziata dal Comune, che comporta monitoraggio e interventi sugli apparati decorativi (soffitti e pareti). “I lavori, già in corso – commenta il Sindaco – consentiranno di disporre di una banca dati ragionata sullo stato di conservazione delle superfici ispezionate che potrà funzionare come elemento di ingresso per la progettazione e programmazione degli interventi di restauro. Bassorilievi, pietre d’istria, marmi provenienti dalle più diverse cave in relazione al loro colore, fregi che impreziosiscono quello straordinario scrigno di arte, storia e mito che è il Palazzo dei Dogi, antica sede del potere della Serenissima che abbiamo il dovere di conservare in tutta la sua magneficienza.”

Accanto agli importantissimi interventi strutturali, Comune e Fondazione sono all’opera per rendere ancora più imperdibile la visita al Ducale. Mariacristina Gribaudi, Presidente di Fondazione MUVE, nel ringraziare la Venice International Foundation come esempio di mecenatismo culturale di cui i Musei Civici di Venezia beneficiano, ricorda l’imperdibile mostra su Carpaccio e annuncia l’apertura – tra poche settimane – di un nuovo Itinerario Segreto, alla scoperta di luoghi in origine inaccessibili al pubblico. La Presidente anticipa anche che, “dopo Artemisia Gentileschi, la Sala della Quarantia Civil Vecchia accoglierà nel corso dell’anno nuovi Ospiti a Palazzo: opere, provenienti dalle ricche collezioni d’arte della Fondazione Musei Civici di Venezia e non sempre fruibili da parte del pubblico, a cui si alterneranno altre, altrettanto importanti, provenienti da prestigiose collezioni private”.

“Venice International Foundation e la Fondazione Musei Civici di Venezia”, ha affermato il Presidente di VIF, l’architetto Luca Bombassei, “sono da tempo legate da un vincolo di visione e prospettive, teso alla protezione di un immenso patrimonio artistico e culturale che appartiene a tutti noi. Grazie al contributo dei nostri associati, VIF ha deciso di sostenere una così importante operazione di restauro perché pensiamo che l’evoluzione sia una delle caratteristiche peculiari di Venezia, una città capace di trasformarsi continuamente mantenendo la propria identità. In questo caso significa tornare ad ammirare magnifici capolavori che acquisteranno nuova vita grazie all’allestimento del Maestro Pier Luigi Pizzi e al prodigioso equilibrio fra mano, mente e materia degli artigiani veneziani e dei maestri restauratori che hanno lavorato per VIF nella Quadreria. Il risultato è straordinario perché si è fondato sul valore umano, quel motore immateriale che permette di fissare obiettivi e poi raggiungerli, reagire alle difficoltà, innovare nella tecnica e nei metodi. Ho sempre pensato che l’arte sia come una macchina del tempo che apre una porta sui momenti cruciali della storia, aiutando le nuove generazioni a comprendere il presente. Con la riapertura della Quadreria, Venice Foundation e tutti i suoi soci permettono di far ricominciare questo viaggio meraviglioso”.


Palazzo Ducale
San Marco 1
30124 Venezia
Tel. +39 041 2715911
palazzoducale.visitmuve.it

Contatti per la stampa
 
Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net

ARTEVENTO CERVIA: il più longevo festival internazionale dedicato all’aquilone come forma d’arte torna a Cervia

43esima edizione di ARTEVENTO CERVIA

Il più longevo festival internazionale del mondo dedicato all’aquilone come forma d’arte ed emblema ecologista torna a Cervia dal 21 aprile al 1° maggio 2023

Sarà un’edizione record: 50 delegazioni provenienti dai 5 continenti e oltre 250 artisti invitati

ARTEVENTO CERVIA è il primo evento che inserisce l’aquilone nel contesto di una più ampia contaminazione fra arti visive e performative, tra arte contemporanea, teatro, danza, circo contemporaneo,
teatro di figura e puppetry

Dal 21 Aprile al 1° Maggio 2023, sulla Spiaggia di Pinarella di Cervia, 250 designer e piloti selezionati fra i più significativi interpreti di una tradizione millenaria in costante dialogo con l’ambiente, si uniscono a oltre 2000 appassionati per la 43esima edizione di ARTEVENTO CERVIA, l’originale festival dedicato agli aquiloni e all’ambiente, divenuto appuntamento di culto tanto per i promotori dell’arte eolica che per gli amanti del turismo green e della creatività sostenibile. La più completa rassegna di aquiloni d’arte, etnici, storici, giganti, sportivi, acrobatici e combattenti in volo simultaneo nelle aree dedicate, per tuffarsi nella magia di una pratica nata oltre 2500 anni fa.

Nell’incantevole location alle porte meridionali del Parco del Delta del Po, fra salina, pineta e mare, dal 1981 ha luogo il primo evento al mondo dedicato all’aquilone come forma d’arte: è proprio a Cervia, infatti, che gli “artisti del vento”, voci nuove di un linguaggio poetico all’avanguardia, eppure radicato nella storia dell’umanità, hanno trovato nel corso di oltre quattro decenni la propria patria elettiva, sperimentando l’efficacia di questo originale medium artistico.

Artisti internazionali che hanno fatto la storia dell’arte del calibro di Jackie Matisse, Yayoi Kusama, Tal Streeter, Mimmo Paladino, Robert Rauschenberg, Curt Asker, Niki de Saint Phalle, Emilio Vedova, Karl Otto Götz, Jean Tinguely, Tom Wesselmann, Kazuo Shiraga (il cui aquilone è stato venduto dalla casa d’aste Nagel di Berlino lo scorso febbraio alla cifra record di € 1,140,000) e molti altri hanno utilizzato l’aquilone come mezzo d’espressione artistica, creando delle vere e proprie opere d’arte. Jackie Matisse, nipote di Henri Matisse, ad esempio, era una vera e propria appassionata di arte eolica: un giorno vide un aquilone che volava sopra i tetti di Harlem a New York – una “linea tracciata nel cielo” – e si fissò “sull’idea di creare aquiloni…usando il cielo come tela”. Nel 1995 ha firmato il Manifesto Art Volant e nel corso della sua vita ha realizzato molteplici opere di “flying art” con i suoi aquiloni dai colori vivaci utilizzati per performance destinate a valorizzare la forza effimera del “caso” nell’atto artistico che dialoga con l’ambiente naturale.

Ed è proprio attraverso l’aquilone, come paradigma di un nuovo linguaggio della creatività artistica, cheil festival ARTEVENTO CERVIA festeggia per la 43esima edizione consecutiva il motivo che ne ha fatto la meta di un pellegrinaggio irrinunciabile, ovvero il fatto di rappresentare la culla di una corrente artistica specifica che ha trovato sulla spiaggia di Cervia il proprio “luogo dell’anima”. Saranno 11 giorni ricchi di eventi unici, adatti a un pubblico eterogeneo e a spettatori di ogni età e abilità; in programma display di aquiloni artistici, etnici, storici e giganti, esibizioni di volo acrobatico a ritmo di musica, performance multidisciplinari di teatro-danza e circo contemporaneo, mostre, laboratori didattici, esibizioni notturne, Cerimonia delle Bandiere, Premio Speciale per Meriti di Volo, Notte dei Miracoli, campionato di volo acrobatico STACK Italia, installazioni, air sculptures, mercatino, area food e molto altro.

ARTEVENTO CERVIA, LO STORICO “FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE”: UN FESTIVAL DELLE CULTURE

In nome di una poetica della meraviglia tra arti e culture, lo storico festival che ha fatto di Cervia non semplicemente una capitale dell’aquilone ma la patria mondiale dell’arte del vento, torna a celebrare la forza simbolica dell’arcobaleno con un’edizione record: 50 saranno le delegazioni provenienti da 5 continenti per promuovere pace, inclusione e sostenibilità ambientale, con 11 giorni di spettacolo imperdibile. ARTEVENTO CERVIA per il 2023 accoglierà come Ospiti d’Onore i giovani ambasciatori della cultura maori nel mondo del gruppo Kaimatariki Trust & Te Kura O Hirangi, in arrivo a Cervia dalla Città di Turangi. Accolta in Italia con il patrocinio della New Zealand Embassy in Rome, la delegazione maori composta da 27 performer sarà protagonista, sulla spiaggia di Pinarella, di uno spettacolo straordinario, che comprende, insieme alla presentazione dell’aquilone aborigeno antropomorfo, anche esibizioni di kapa haka (esibizione di diverse canzoni e danze Maori) e canti waiata sul palco centrale del Villaggio del Festival e l’incontro con il pubblico presso la Tenda Maori, situata al centro della Fiera del Vento.

ARTEVENTO CERVIA E L’OMAGGIO A “IMMAGINI PER IL CIELO” CON MIMMO PALADINO E IL MAESTRO MASAAKI SATO

Tema conduttore della 43esima edizione di ARTEVENTO CERVIA sarà l’omaggio alla collezione “Immagini per il cielo (realizzata nel 1989 da Paul Eubel sotto l’egida del Goethe-Institut di Osaka) con la presentazione del restauro dell’aquilone di Mimmo Paladino commissionato dallo stesso artista alla dott.ssa Nella Poggi Parigi, fra le maggiori esperte nella conservazione e nel restauro di opere d’arte su carta. Consulente della Dott.ssa Poggi, in qualità di studiosa di storia e culture dell’aquilone, Caterina Capelli art director di ARTEVENTO CERVIA, ha seguito l’intero iter dell’operazione di restauro a partire dalla sua presentazione, avvenuta nella prestigiosa sede dei Musei Vaticani, nel corso di una conferenza che ha posto l’accento anche sul ruolo del festival di Cervia come principale osservatorio internazionale sull’arte eolica. Sull’aquilone costruito dai maestri giapponesi Kazuo Tamura e Shoei Ogasawara, l’artista campano Mimmo Paladino scelse di rappresentare un uomo vitruviano con orecchie d’asino circondato da presenze simboliche e pennellate d’oro, aggiungendo alla valenza poetica del supporto la forza di una rappresentazione metaforica essenziale e potente al tempo stesso.

Sempre ad omaggiare “Immagini per il cielo” sarà la presenza del Maestro del Vento Masaaki Sato.  Proprio a quest’ultimo, protagonista della mostra collaterale della 43°edizione con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura, ARTEVENTO CERVIA assegna il Premio Speciale per Meriti di Volo 2023, consegnato negli anni a personalità promotrici della sostenibilità ambientale e sociale come, fra gli altri, Lucio Dalla, Tonino Guerra, Franco Arminio e Gherardo Colombo. Il Maestro Sato, con il contributo dell’aquilone cicala realizzato per l’artista viennese Hundertwasser, figurò fra i Maestri depositari dell’antica arte dell’aquilone giapponese coinvolti in “Immagini per il cielo”, del quale è ad oggi, a tutti gli effetti, uno degli ultimi preziosi testimoni. ARTEVENTO CERVIA vuole rendere così omaggio allo storico progetto di Eubel che valorizzò l’idea che sta alla base del festival, quella di fare proprio dell’aquilone, bene culturale dalla storia millenaria e simbolo di pace e sostenibilità ambientale, il trait d’union perfetto per collegare Oriente e Occidente, passato e futuro, tradizione e innovazione, sapere delle mani e patrimonio culturale immateriale, attraverso l’arte che dà forma e colore al primigenio desiderio di volare, celebrando le meraviglie della creatività fra sogni e bisogni dell’uomo, e soprattutto facendoci sentire uniti nelle nostre diversità, perché in volo tutti nello stesso cielo.

ARTEVENTO CERVIA: UN FORMAT DI SUCCESSO

ARTEVENTO CERVIA negli anni ha confermato il suo successo grazie ad un format ricco ed unico nel suo genere. Anche per il 2023 ARTEVENTO CERVIA presenterà diverse sezioni ed eventi a tema:

PROTAGONISTI: fra i Maestri del Vento ospiti della 43esima edizione: Michel Gressier (Francia), tra le personalità che hanno redatto insieme a Jackie Matisse il Manifesto dell’Arte Eolica; Kadek Armika (Bali), vincitore del primo premio per la miglior opera originale al Festival du Cerf Volant di Dieppe 2022; Makoto Ohye (Giappone); Robert Trepanier (Canada), fa parte della directory del Ministero dell’Istruzione del Quebec per la sua attività didattica e collabora attivamente con il Cirque du Soleil e con la compagnia Theatre Ciel Ouvert; George Peters (USA), ha realizzato più di 80 interventi nazionali e internazionali commissionati da istituzioni private, pubbliche ed aziendali e ha curato l’immagine della campagna di Barack Obama per lo Stato del Colorado; Carl Robertshaw (UK), ha realizzato scenografie visionarie per il Superbowl, la Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici Londra 2012, artisti del calibro di Bjork, Anthony and the Johnsons, Peter Gabriel, Nora Jones, Katy Perry e Alicia Keys e fuso mondo degli aquiloni e puppetry nella performance The Hatchling presentata a Queen Elizabeth in occasione del Platinum Jubileum; Claudio Capelli (Italia), l’ideatore del festival e fondatore di ARTEVENTO, il primo a immaginare una contaminazione fra arti visive e performative modulata dall’energia del vento sotto forma di appuntamento internazionale.

OSPITI D’ONORE: il team MaoriKaimatariki Trust & Te Kura O Hirangi dalla Nuova Zelanda. L’aquilone come occasione di un incontro prezioso fra culture per celebrare la pace e conoscere i paesi ospiti non solo attraverso la tradizione dell’arte del vento ma anche attraverso esibizioni di teatro danza, discipline performative e folklore.

GIARDINI DEL VENTO: la più grande mostra all’aria aperta di air sculpures e installazioni eoliche dal mondo per celebrare l’arte ambientale e promuovere l’eolico come inesauribile fonte di energia rinnovabile.

MOSTRE E LABORATORI: l’attività divulgativa e didattica del Museo dell’Aquilone per conoscere una delle invenzioni umane più affascinanti e versatili, oggetto di ricerca antropologica, storica e scientifica ed emblema di un rapporto sacro tra uomo e ambiente.

PROGRAMMA MEMORABILE: “La Notte dei Miracoli” (originale spettacolo immersivo divenuto emblema dello spirito del festival: performance collettiva di arte eolica, musica e luci in riva al mare), il “Premio Speciale per Meriti di Volo”, la “Cerimonia delle Bandiere”, la Kite Parade, le dimostrazioni di Kite Aerial Photography, i balletti acrobatici a tempo di musica, le gare di aquilonismo sportivo STACK e l’originale proposta di danza, puppetry, teatro e circo contemporaneo per costruire una poetica della meraviglia attraverso la contaminazione delle arti. In programma, esibizioni di kapa haka e canti waiata a cura del Team Maori Kaimatariki Trust & Te Kura O Hirangi, performance di teatro-danza balinese e spettacoli del Circo Madera (teatro-circo contemporaneo, senza animali).

VILLAGGIO DEL FESTIVAL: “Fiera del Vento” e “Gran Circus Bazar”, mercatino degli aquiloni e dell’artigianato, chapiteu circo contemporaneo.

ARTEVENTO E LA KITE AERIAL PHOTOGRAPHY

Rassegna unica di artisti del vento, ARTEVENTO CERVIA rappresenta proprio per questo motivo un imperdibile appuntamento per i più straordinari interpreti della KAP, ossia della pratica consistente nel realizzare fotografie aeree utilizzando un apparecchio portato in quota proprio da un aquilone come chiarisce il significato dell’acronimo KAP: Kite Aerial Photography.

Praticata da 136 anni oltre che come medium artistico soprattutto nel campo dell’archeologia, della geologia e della zoologia, la KAP è rappresentata ad ARTEVENTO CERVIA dai suoi Maestri indiscussi e da un nutrito gruppo di appassionati decisi a preferire il volo ecologico dell’aquilone alla più impattante soluzione del drone per ragioni di sostenibilità oltre che di poetica artistica.

Realizzati durante il festival, i reportage ambientati nelle location più identitarie del territorio diventano a loro volta occasione di approfondimenti, come nel caso della mostra collaterale dedicata al Maestro indiscusso della fotografia aerea Wolfgang Bieck (Germania), ambientata nel contesto del suggestivo comparto di archeologia industriale dei Magazzini del Sale, nel centro storico della città di Cervia.

ARTEVENTO CERVIA IN VOLO PER LA PACE E A SOSTEGNO DELL’AMBIENTE

Inneggiando al motto “we are the rainbow”, il festival dedicato all’arte eolica sceglie tutti i colori dell’arcobaleno come propria bandiera per celebrare pluralismo, dialogo e inclusione come strumenti di pace, individuando al tempo stesso, in quel colorato ponte tra la terra e il cielo, l’emblema di un rapporto sacro tra uomo e ambiente, prodromo perfetto dello spirito ambientalista che fa di questo appuntamento di primavera la grande festa della sostenibilità.

In un clima stimolante improntato al benessere psicofisico, attraverso la meraviglia ingenerata dal suo spettacolo e la ricca programmazione, da oltre 40 anni ARTEVENTO CERVIA dà impulso a un modello di interdisciplinarità e multiculturalismo ispirato alla sostenibilità ambientale e alla responsabilità sociale, favorendo l’attivazione di buone pratiche collettive inclusive e consapevoli e promuovendo alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Proprio sul file rouge della sostenibilità, il festival dedicherà alcuni approfondimenti artistici e divulgativi all’ape, insetto impollinatore emblema della rinascita e del rinnovarsi della natura. ARTEVENTO celebra così il valore formativo dell’esperienza del gioco e l’efficacia dell’apprendimento attivo attraverso i Laboratori Didattici del Museo dell’Aquilone, scegliendo proprio l’ape come simbolo del percorso di formazione dedicato ai più piccoli: una vera e propria scuola di aquiloni.

ARTEVENTO CERVIA Festival Internazionale dell’Aquilone è realizzato da ARTEVENTO con il patrocinio e la collaborazione di Regione Emilia Romagna, Comune di Cervia, New Zealand Embassy, Istituto Giapponese di Cultura, APT Servizi, Consorzio Aquiloni, BPER Banca, Cooperativa Bagnini Spiagge Cervia.

Il programma completo di ARTEVENTO CERVIA è consultabile a partire dal 1° Marzo – sul sito della manifestazione: https://artevento.com/

INFORMAZIONI UTILI
43°ARTEVENTO CERVIA FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’AQUILONE
DOVE: Cervia, Spiaggia di Pinarella e location collaterali
QUANDO: dal 21 aprile al 1° maggio 2023
 
CONTATTI
SITO: https://artevento.com/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/festivalaquilonecervia/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/artevento_cerviakitefestival/
YOTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCCQv-5MAJEy-2DTIF57-6Fw/featured
 
UFFICIO STAMPA
CULTURALIA DI NORMA WALTMANN

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Stella Casiraghi – STREHLER INTERPRETA LE DONNE. Volti e voci femminili del teatro di Giorgio Strehler, edito da Skira

STREHLER INTERPRETA LE DONNE
Volti e voci femminili del teatro di Giorgio Strehler 

di Stella Casiraghi

Venerdì 24 marzo alle ore 17.30 presso il Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro Grassi di Milano, Via Rovello 2

Saluti di Claudio Longhi, Direttore del Piccolo Teatro

Con l’autrice intervengono

Martina Corgnati e Ottavia Piccolo con la partecipazione di Giulia Lazzarini

Modera Giuseppina Manin

Strehler e Valentina Cortese, Prove Il Giardino dei ciliegi, 1974 © Luigi Ciminaghi
Strehler e Ottavia Piccolo, Prove Re Lear di Shakespeare, 1972 © Luigi Ciminaghi

Esistono molti modi per raccontare la vita di un grande del teatro come Giorgio Strehler. Stella Casiraghi ne sceglie uno molto particolare: la forza delle donne che hanno lavorato e condiviso il palcoscenico con lui.

Il volume  è una dedica speciale alla generosità di Strehler testimoniata dalle sue interpreti, amate e rispettate per i propri talenti. Evidente è la peculiarità della figura femminile nel suo teatro trasmessa storicamente e artisticamente. Un numero considerevole di attrici segna il carattere segreto del regista legando generazioni diverse, donne del proprio tempo ancorché spettatrici multipolari del teatro del secondo Novecento.

Ogni interprete, con moduli espressivi diversi, fissa visivamente l’avventura umana di Strehler e cattura attimi di bellezza e consapevolezza da condividere con la platea.

Foto di scena e di prova scoprono pagine importanti di storia civile e teatrale italiana al femminile, accompagnate da aneddoti curiosi, memorabili ricordi, appunti di regia e cronache bizzarre delle prime teatrali del dopoguerra.

Strehler e Giulia Lazzarini, Prove di Elvira di Jouvet, 1986 © Luigi Ciminaghi

PER IL PUBBLICO: Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su Piccoloteatro.org




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