Biblioteca Regionale di Messina – “L’ombra del Re Sole in Sicilia” di Pippo Lo Cascio

Appuntamento a Messina venerdì 28 marzo 2025 alle ore 17.00, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale “Giacomo Longo” per  la presentazione del volume “L’ombra del Re Sole in Sicilia. La guerra civile 1674-1678” di Pippo Lo Cascio, pubblicato nel 2024 da “I Buoni cugini editori ” ed inserito nella collana “Risorgimentalia”.

Biblioteca Regionale di Messina – “L’ombra del Re Sole in Sicilia. La guerra civile di Messina 1674-1678”- Presentazione del volume di Pippo Lo Cascio, venerdì 28 marzo 2025, ore 17.

Dopo i Saluti Istituzionali e l’Introduzione ai Lavori dell’ Avv. Tommasa Siragusa, Direttrice della  Biblioteca Regionale di Messina, interverranno il Dott. Alfonso Lo Cascio, Presidente Regionale di BCsicilia. Relazionerà il Prof. Federico Martino, Giurista, già Docente di Storia del Diritto italiano alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina. I lavori saranno moderati dalla Prof.ssa Sabrina Patania, Presidente BCsicilia Sez di Messina. Il Cantastorie Fulvio Cama si esibirà in un canto /cunto  sulla guerra di  Messina del 1674-78, opera composta per l’occasione. Saranno presenti l’Autore e gli Editori Anna Squadrito e Ivo Tiberio Ginevra.

Si analizzerà la “rivolta antispagnola” di Messina 1674-1678, alla luce di quello che è considerato tra i migliori testi di storia 2024, premiato con il Fiorino d’oro per la saggistica al “Premio Firenze”.

L’Autore  ci condurrà alla  scoperta della trascrizione del manoscritto di Don Francesco Lo Cascio, Cappellano palermitano del Monastero detto di Saladino, dove sono annotati gli avvenimenti di Messina nei primi anni della seconda metà del Seicento nell’arco temporale 1674-1678 quando la Città fu al centro di una sommossa volta a scrollarsi di dosso la dominazione spagnola.



Post dell’evento saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’iniziativa in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere durante l‘evento.

Nei giorni a seguire sarà disponibile il video.

Per INFO:
Ufficio Relazioni con il Pubblico tel. 090674564 urpbibliome@regione.sicilia.it.


Il Padiglione del Giappone presenta “IN-BETWEEN”, mostra a cura di Jun Aoki

La Japan Foundation annuncia la mostra del Padiglione del Giappone alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, che si terrà a Venezia dal 10 maggio al 23 novembre 2025. “IN-BETWEEN”, questo il titolo della mostra che sarà curata dall’architetto Jun Aoki, segue in pieno il tema proposto dal curatore di questa edizione della Biennale Architettura 2025, Carlo Ratti: “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”.

PADIGLIONE DEL GIAPPONE
Alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia
 
“IN-BETWEEN”
A cura di Jun Aoki

Il curatore della mostra del Padiglione del Giappone Jun Aoki ci propone una riflessione sui progressi esponenziali della tecnologia digitale, il mondo intero – spiega l’architetto – è preso dal timore che, in un futuro molto prossimo, l’IA generativa possa modificare completamente le sfaccettature della nostra società, del nostro ambiente e persino delle nostre menti. In particolare, si potrebbe sembrare che con la proliferazione dei social media e di altre tecnologie digitali, il Giappone si stia dirigendo verso una società politically correct, universale e mediocre, definita solo dalla mancanza di errori o difetti. È vero che l’IA generativa fornisce la risposta con il minor errore derivante dalla sintesi dei dati esistenti e che noi tendiamo a percepirla come la risposta “corretta”. Tuttavia, se continuiamo su questa strada, ci aspetta una società in cui l’uomo si rimette all’IA generativa e non è più l’uomo il soggetto.

Da qui l’invito a ripensare alla nostra percezione della dicotomia soggetto-oggetto e di aggiornare la nostra intelligenza. Ciò che si propone è l’idea di “spazio intermedio”. In Giappone, infatti, il concetto di “ma”, che significa “spazio-tempo intermedio”, ha una lunga storia. “ma” in origine non stava solo a significare “intervallo” o “spazio” in senso letterale, ma indicava la tensione che si crea dallo scambio (dialogo) tra due oggetti e l’idea che questa tensione si comporti come un soggetto immaginario. Secondo questa concezione, il soggetto non si trova né in noi esseri umani né nel mondo esterno, bensì in un mondo che non è né uno né l’altro, in una terza dimensione: lo spazio intermedio.

Lo spazio intermedio è la situazione di scambio (dialogo) indistinto tra umani e non umani, tra naturale e artificiale e immergersi in esso rappresenta una nuova forma di intelligenza.

Nell’intento di esplorarla, verrà preso in considerazione l’edificio stesso del Padiglione del Giappone. Questo tentativo mira a creare una situazione di scambio (dialogo) reale e immaginario tra gli elementi che compongono il Padiglione del Giappone: l’Apertura, le Colonne Murarie, i Muri Esterni, la Terrazza in Mattoni, la Pensilina, il Percorso ad anello in pendenza e l’Albero di Tasso – e gli esseri umani, a partire dal team curatoriale e le due coppie di artisti, in cui si immaginerà un futuro leggermente diverso per il Padiglione.


“IN-BETWEEN”
10 maggio al 23 novembre 2025
 
CREDITS
Commissario: The Japan Foundation
Curatore: Jun Aoki (architetto e direttore di AS Co., Ltd.)
Espositori: Tamayo IemuraAsako Fujikura + Takahiro Ohmura, SUNAKI (Toshikatsu Kiuchi e Taichi Sunayama)
Sede: Giardini della Biennale di Venezia

Ufficio stampa
Studio ESSECI
Cartella stampa e foto: www.studioesseci.net
Ref. Roberta Barbaro – E-mail: roberta@studioesseci.net
+ 39 (0)49663499

Messina: una lapide per Giacomo Matteotti

A distanza di 101 anni dal suo abbietto assassinio per mano fascista, la città e i lavoratori di Messina ricordano Giacomo Matteotti, simbolo di libertà e giustizia sociale. Lo fanno con una lapide che sarà scoperta sabato 29 marzo, alle ore 10, nella villetta che in città porta il suo nome, al rione Annunziata. L’iniziativa è stata presa dall’Anpi, dalla Cgil e dalla Uil di Messina, che invitano tutta la cittadinanza a partecipare alla cerimonia.

Giacomo Matteotti:
la città e i lavoratori di Messina gli dedicano una lapide

Con il coordinamento del giornalista Marcello Mento, prenderanno la parola Roberto Morassut, vicepresidente della Fondazione Matteotti, Santo Biondo, segretario nazionale Uil, Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia, e Ciro Raia, coordinatore Anpi Campania.

Intermezzi musicali saranno eseguiti dal Corpo bandistico “Santa Cecilia” di Villafranca Tirrena, diretto dal maestro Emanuele Celona.

Giacomo Matteotti, figura centrale della politica italiana del Novecento, rappresenta un simbolo indelebile della lotta per la democrazia, per la giustizia sociale e per la pace.

La sua memoria, celebrata attraverso circa tremila intitolazioni nella toponomastica italiana, è spesso associata al tragico martirio per mano dello squadrismo fascista.

Tuttavia, la sua vita e il suo impegno politico vanno ben oltre quel drammatico evento, offrendo un esempio di dedizione totale alla giustizia sociale, alla difesa delle istituzioni democratiche e delle classi lavoratrici.

Pacifista convinto e antimilitarista irriducibile, i suoi ideali socialisti lo portarono a subire un vero e proprio confino militare a Messina, dove visse dal 1916 al 1919, durante la prima guerra mondiale. Il suo “esilio” messinese è stato ricordato già da Enzo Caruso, attuale assessore alla Cultura, dall’Istituto storico “Salvemini”, dal Movimento Cambiamo Messina dal Basso. Quella permanenza obbligata sulle rive dello Stretto e i rapporti che intrecciò con la città portarono nel 1944 il sindaco demosociale Lauricella e la giunta, di cui faceva parte Umberto Fiore rifondatore della Camera del lavoro, a intitolargli il rione dell’Annunziata che da allora per i messinesi rimase il “Villaggio Matteotti”.

Matteotti fu un politico appassionato, un socialista rigoroso e un intellettuale raffinato.

Tre volte deputato al Parlamento italiano, il suo impegno non si limitava alle istituzioni: fu promotore dell’associazionismo delle autonomie, sostenitore del movimento cooperativo e dirigente sindacale.

Il centenario della sua scomparsa ha offerto l’occasione non solo di ricordare il suo tragico sacrificio, ma anche di riscoprire la sua vita dedicata alla libertà e alla dignità umana. Il suo esempio continua a ispirare le nuove generazioni nella difesa dei diritti democratici e nella lotta contro ogni forma di oppressione.


Anpi, Cgil e Uil Messina
Comunicato stampa – 25 marzo 2025

Matteo Mingoli, poesia-perfomance

Giovedì 27 marzo, dalle ore 21.30, al Jelly Roll andrà in scena, solo corpo e voce, il poeta Matteo Mingoli. La serata, dal titolo “Sulla vita di mare in terra ferra“, sarà “un viaggio passo a passo nel vizio, nel furore, nella notte, alla ricerca strenua di una sopravvivenza ai giorni di risacca e all’onde anomale dell’esistenza“.

Solo corpo e voce
Matteo Mingoli
Sulla vita di mare in terra ferma
 
Giovedì 27 marzo 2025, ore 21.30
Jelly Roll, via Ettore Giovenale 30 – Pigneto (Roma)

Matteo Mingoli è poeta ostinato, tra i fondatori di ASMA di Poesia di Roma. Ha pubblicato le raccolte 𝘉𝘢𝘨𝘢𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦𝘴 (ANIMA Grande Edizioni, 2013) e 𝘐 𝘱𝘰𝘦𝘵𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘧𝘰𝘳𝘮𝘪 (Casa Utòpia – Edizioni Haiku, 2017). Nel 2018 pubblica online la plaquette 𝘐𝘰, 𝘚𝘪𝘭𝘷𝘪𝘢 𝘦 𝘭𝘢 𝘕𝘰𝘵𝘵𝘦 (Yawp! Giornale di lettere e filosofie) e comincia la sua florida collaborazione con la trasmissione radio La Carota Blu, interpretando dapprima il personaggio di Pimento Mingus con le sue Lugubrazioni e poi realizzando con Daniele Carta e Marco Andrea Lippa i cut-up sonori di Ɠ𝘦𝘻𝘺𝘱𝘰𝘱𝘱𝘦𝘳, 𝘋ž𝘪𝘯𝘯 𝘋𝘦𝘍𝘦𝘯𝘯𝘦𝘤 𝘍𝘰𝘹 e 𝘐𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘧𝘭æ𝘸𝘦𝘳𝘴í𝘱𝘩𝘰𝘯𝘰𝘱𝘩𝘰𝘳ø𝘦. Nel 2020 ha contribuito alla sonorizzazione della mostra itinerante di Carlos Atoche 𝘒𝘩𝘈𝘳𝘵À𝘈 / 𝘗𝘭𝘢𝘯𝘦𝘵𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘐𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘳𝘪𝘰. Dal 2022 ha collaborato alla realizzazione di alcune installazioni multimediali con il collettivo Half/Humans e una serie di performance di improvvisazione orale/musicale con il collettivo NED (Nostra Etichetta Discografica) diretto da Marco Olivieri.


Da Simona Pandolfi <pandolfisimona.sp@gmail.com> 

CHE GUEVARA tú y todos

Presso il Museo Civico Archeologico di Bologna si è svolta la conferenza stampa della mostra CHE GUEVARA tú y todos, un viaggio intimo, autentico nella vita di Ernesto Guevara de la Serna (Rosario, 1928 – La Higuera, 1967), universalmente conosciuto come Che Guevara.

Durante la conferenza sono intervenuti l’Ambasciatrice di Cuba in Italia S.E. Signora Mirta Granda Averhoff, la Vicesindaca del Comune di Bologna Emily Marion Clancy, la Direttrice del Museo Civico Archeologico | Settore Musei Civici Bologna Paola Giovetti, la Coordinatrice progetti speciali del Centro de Estudios Che Guevara a L’Avana Aleida Guevara e il Curatore della mostra Daniele Zambelli.

Uno degli elementi distintivi della mostra è stata la stretta collaborazione con il Centro de Estudios Che Guevara a L’Avana e il prezioso supporto di Aleida March, moglie di Che Guevara e del figlio Camilo Guevara, scomparso nel 2022.

CHE GUEVARA tú y todos

Un viaggio immersivo nella vita di una delle icone più leggendarie della storia moderna
 
Centinaia di pensieri, diari, lettere, fotografie, video e audio ci rivelano intimamente una delle personalità che più profondamente hanno segnato un’epoca

Dal 27 marzo al 30 giugno 2025
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna

Il Sindaco di Bologna Matteo Lepore ha dichiarato: “Siamo lieti di ospitare ‘Che Guevara tú y todos’, una mostra molto attesa perché capace di raccontare quello che c’è dietro l’icona del rivoluzionario che ha combattuto a costo della propria vita le ingiustizie nel Sud del mondo e che ha rappresentato la speranza per tante persone in ogni luogo. Questa esposizione, frutto di un importante lavoro di ricerca e ricostruzione storica, mostra le pieghe della storia privata di Ernesto Guevara, il tempo dove ha radicato le convinzioni ideali profonde, ma anche il dolore della rinuncia agli affetti più cari. Un ritratto accurato anche nelle incongruenze, che restituisce pienezza e dimensioni di un uomo sicuramente straordinario, ma allo stesso tempo fragile e figlio del proprio tempo. I visitatori potranno immergersi in questa mostra respirando le stesse domande, gli stessi dubbi, la stessa urgenza di restituire dignità a chi è stato schiacciato dal potere e dimenticato. Ringrazio gli ideatori ed organizzatori della mostra, il nostro Settore Musei e il Museo Civico Archeologico.”

Il Curatore della mostra, Direttore creativo di Simmetrico e Presidente di Alma Daniele Zambelli dopo aver salutato e ringraziato i partecipanti alla conferenza stampa ha presentato la mostra, raccontandone i contenuti e i valori.

“La mostra CHE GUEVARA tú y todos si propone di superare l’immagine stereotipata dell’eroe rivoluzionario chiuso nella sua rigidezza per rivelare l’uomo. Attraverso documenti inediti, diari, lettere e registrazioni, emerge un Che intimo, fragile e determinato, combattuto tra ideali e affetti. La tenerezza e la passione, il dolore e la malinconia che traspaiono dai suoi scritti più personali ribaltano l’immagine del combattente imperturbabile. La mostra permette di scoprire Guevara non solo come rivoluzionario e guerrigliero ma anche come padre, amico, marito innamorato e figlio devoto. Le sue parole, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà, rivelano un uomo guidato da un forte senso di giustizia sociale ma attraversato da dubbi, contraddizioni e amare riflessioni.

Siamo riconoscenti alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO che ha concesso il suo patrocinio alla mostra Che Guevara tú y todos di Bologna, in considerazione del valore culturale dell’iniziativa. Tutta la documentazione della mostra proviene infatti dall’archivio del Centro de Estudios Che Guevara, riconosciuto patrimonio di interesse “Memoria del Mondo” dall’UNESCO.

Un ringraziamento e un affettuoso pensiero a Camilo Guevara, che non è più con noi. La sua generosa disponibilità nell’accesso all’archivio del Centro de Estudios Che Guevara e il suo impegno e la sua sensibilità nella divulgazione della figura del padre ci hanno fatto da guida nello sviluppo del progetto.

Desidero dedicare questa mostra alla sua memoria.”

Così aveva scritto Camilo Guevara March, nel 2017, in occasione della prima edizione della mostra a Milano:

Il nostro lavoro, più di altri, è interessante perché traccia in maniera trasparente il racconto di una vita iniziata nel modo più comune e poi divenuta simbolo di un principio d’essere assolutamente singolare. Questo percorso, in ogni sua tappa, spesso ci viene mostrato dallo stesso Ernesto o Che, che ci prende per mano e ci conduce nella sua intimità, nel suo pensiero più profondo, nell’epopea più gloriosa, consentendoci di trascendere il tempo e di accompagnare il nostro anfitrione nel museo della sua vita, che ancora ispira il cuore di molti.

È essenziale che il pubblico possa conoscere la vita di un uomo che è immortale, perché è qualcuno che ha ancora molto da insegnare. Se mio padre vive ancora nell’immaginario collettivo è perché, oggi come allora, le persone hanno bisogno di sostegno per continuare a lottare.”

CHE GUEVARA tú y todos offre ai visitatori un percorso interattivo, costellato di supporti digitali e multimediali di ultima generazione, che mettono in luce i tre livelli in cui è strutturata la mostra:

Il primo livello, dimensione storica, descrive il contesto geo-politico in cui agiva Guevara.

Il secondo livello, dimensione biografica, documenta la formazione del giovane Ernesto negli anni precedenti la rivoluzione cubana e, dal 1959, la sua attività di uomo pubblico a Cuba e nello scenario internazionale.

Il terzo livello, dimensione intima, si sviluppa attraverso frammenti degli scritti più personali di Guevara: dai diari e dalle lettere alla famiglia e agli amici, fino alle inedite registrazioni di poesie.

Vengono presentati oltre 2.000 documenti, molti dei quali inediti: lettere, appunti, diari, fotografie scattate dallo stesso Guevara, immagini ufficiali e private, scritti autografi e filmati d’epoca, provenienti dall’archivio del Centro de Estudios Che Guevara a L’Avana.

Il pubblico viene introdotto alla mostra da pannelli che raccontano la storia di Cuba dal 1492 al 1952, anno dell’inizio della dittatura di Fulgencio Batista. Quattro Album interattivi sfogliabili, raccontano, in ordine cronologico, le tappe significative della vita del giovane Ernesto prima di diventare il Che, attraverso materiali originali e inediti. La bicicletta, originale, usata da Ernesto per il suo primo viaggio in Argentina e il modello d’epoca della storica motocicletta Norton battezzata “Poderosa II“, con la quale Guevara e l’amico Alberto Granado attraversarono l’America Latina, completano il racconto di questo periodo.

Gli Album ripercorrono rispettivamente gli anni che vanno dal 1928 al 1949 ed esplorano i primi anni di vita di Ernesto. Altri due Album, raccontano gli anni fino al 1956 e documentano i viaggi in America Latina, intrapresi nel corso della sua giovinezza, che gli rivelano le diseguaglianze sociali, la povertà, le malattie, le ingiustizie sociali, lo sfruttamento sul lavoro e la mancanza di libertà del continente America. Temi che diventeranno fondamentali nella sua presa di coscienza sociale e nella costruzione del suo pensiero politico, fino ad abbracciare – a seguito dell’incontro con Fidel Castro in Messico– gli ideali della rivoluzione cubana.

In una lettera alla madre annuncia: “Qualche tempo fa, […] un giovane leader cubano mi ha invitato a entrare nel suo movimento, un movimento che era di liberazione armata nella sua terra, e io, naturalmente, ho accettato. […] Il mio futuro è legato alla rivoluzione cubana. O vinco con loro o muoio.” (Ernesto Guevara, lettera ai genitori – 6 luglio 1956)

Superata questa prima parte del percorso, il visitatore viene invitato a superare una “linea gialla” che rappresenta simbolicamente il passaggio forte della presa di coscienza di Guevara.

Superando la linea gialla il visitatore attraversa una parete a fasce mobili, su cui sono proiettate immagini patinate e glamour degli anni ’50.

All’avvicinarsi del visitatore le immagini glamour si dissolvono, rivelando povertà, denutrizione, malattie, le ingiustizie sociali e i mali che affliggevano l’America Latina.

La narrazione prosegue con una installazione che evidenzia gli anni durissimi della guerriglia contro

la dittatura di Batista. Il Che combatte, organizza scuole rurali, istruisce i contadini e cura i feriti, anche quelli dei nemici, in condizioni di vita disumane, tra marce forzate e attacchi d’asma,

Ogni periodo viene contestualizzato dal racconto cronologico dei principali eventi a livello mondiale, in moda da percepire il loro riverbero sulla società cubana e sulla vita di Guevara.

Avanzando, il percorso si snoda attraverso una sequenza di immagini storiche, filmati e registrazioni di discorsi del Che, che vanno dal 1959, anno della Anno della Liberazione di Cuba fino al 1967, anno della sua ultima missione in Bolivia. Sono anche gli anni degli incarichi istituzionali attraverso i quali Guevara contribuì a modellare il socialismo cubano, amministrando e riorganizzando la società dell’isola. 

Il visitatore ha la possibilità di scoprire foto, molti degli scatti sono di Guevara stesso, documenti ufficiali, audio, filmati, racconti, cartoline, lettere e poesie.

Il racconto della missione in Congo, propone un focus sulle motivazioni che spingono Guevara ad aderire all’Internazionalismo, scegliendo di portare la lotta fuori dall’America Latina.

Nella lettera d’addio a Fidel Castro ribadisce il suo obiettivo di combattere in prima persona contro l’imperialismo: “Altre sierras nel mondo reclamano il contributo delle mie modeste forze. io posso fare quello che a te è negato per le responsabilità che hai alla testa di Cuba, ed è arrivata l’ora di separarci.

Anche le lettere alla moglie, ai figli e ai genitori danno voce ai suoi sentimenti e al suo desiderio di continuare a battersi in prima persona. Una lettera alla moglie dal Congo, dell’ottobre 1965, rivela però la consapevolezza di aver perduto qualcosa di inestimabile: “[…] Così è stato, per gran parte della mia vita; sacrificare gli affetti per ideali più alti; e pensare che la gente crede di avere a che fare con un robot senz’anima!

A conclusione della timeline, il pubblico può sfogliare direttamente, pagina per pagina, il diario del Che in Bolivia fino all’ultimo giorno: “7 ottobre 1967Si compiono oggi 11 mesi dall’inaugurazione della guerriglia, senza complicazioni, bucolicamente […] L’esercito ha dato una strana notizia circa la presenza di 250 uomini a Serrano per impedire la fuga dei circondati, che dicono essere 37, precisando che saremmo nascosti in una zona compresa tra i fiumi Acero e Oro. La notizia sembra essere un diversivo.”  L’8 ottobre il Che è catturato e il 9 ucciso.

Il percorso della mostra è intervallato da 3 installazioni audiovisive che ripercorrono il racconto intimo e personale, dettato dalle parole dei diari, dalle riflessioni e dalle emozioni del Che.

3 tavoli interattivi consentono approfondimenti e la consultazione integrale dei numerosi documenti.

A coronare la mostra, un’installazione multidimensionale, opera dell’artista americano Michael Murphy, pioniere della Perceptual Art, intitolata Che, portrait of Ernesto Che Guevara, dove un sorprendente effetto ottico trasforma il volto iconografico del Che nella sua firma.

Lo studio, l’ideazione e lo sviluppo della mostra hanno coinvolto per 2 anni il team di Simmetrico Cultura, un gruppo di lavoro di 10 persone, tra autori, curatori, cattedratici e archivisti.

Durante i 3 mesi di studio a Cuba, presso l’archivio del Centro de Estudios Che Guevara sono stati visionati oltre 2.000 documenti, circa 100 ore di documentari, cinegiornali dell’epoca, spezzoni e girati d’archivio, sono state ascoltate e analizzate oltre 14 ore di registrazioni di discorsi ufficiali.

La base bibliografica della mostra si compone di oltre 40 titoli tra editoria europea e cubana a cui si sommano le oltre 100 pubblicazioni tra tesi di laurea, saggi e articoli della stampa internazionale.

L’attuazione e la costruzione della mostra hanno coinvolto per sei mesi oltre 20 professionisti tra architetti, art director, sound designer, progettisti delle luci e degli apparati di proiezione, team dedicati alle animazioni grafiche e video, montatori, grafici.

La mostra è patrocinata da:
Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO
Ambasciata di Cuba in Italia
Regione Emilia-Romagna
Comune di Bologna
Hanno collaborato:
Settore Musei Civici Bologna
Museo Civico Archeologico Bologna
La mostra è prodotta da:
Simmetrico Cultura con Alma e il Centro de Estudios Che Guevara.
La mostra, ideata e realizzata da Simmetrico Cultura, è curata da Daniele Zambelli, Flavio Andreini, Camilo Guevara e María del Carmen Ariet García.
La colonna sonora originale della mostra è stata composta da Andrea Guerra.
La ricerca storica è stata coordinata dal Prof. Luigi Bruti Liberati, con il sostegno dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università di Storia dell’Havana, che hanno garantito autorevolezza al processo narrativo insieme al Centro de Estudios Che Guevara.
Il catalogo, ricco di foto e documenti, è stato realizzato da Edizioni Pendragon. A cura di Daniele Zambelli, María del Carmen Ariet García, Flavio Andreini, Paola Romano

INFORMAZIONI UTILI

TITOLO: CHE GUEVARA tú y todos
OPENING: 27 marzo 2025
PERIODO: Dal 27 marzo al 30 giugno 2025
DOVE: Museo Civico Archeologico – Via dell’Archiginnasio 2, Bologna
ORARI: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 10.00 – 18.00 
sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 – 19.00
(martedì giorno di chiusura)
SITO WEB: www.mostracheguevara.com
  
BIGLIETTI:
Interi: € 13,00
Ridotto studenti universitari e over 65: € 11,00
Ridotto speciali / Convenzioni: € 10,00
Ridotto per gruppi scolastici e fino a 18 anni: € 7,00
Gratis: fino a 10 anni
 
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Firenze: A Villa Bardini apre “Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti”

È il romanzo di una intensa vita a due quello che si dipana in Villa Bardini di fronte al visitatore che si immerge nelle 12 sezioni della emozionante mostra “Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti”, dal 27 marzo al 20 luglio a Villa Bardini a Firenze, a cura di Cristina Acidini e Claudio Paolini, mostra promossa da Fondazione CR Firenze, in collaborazione con Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.

CARAVAGGIO E IL NOVECENTO
ROBERTO LONGHI, ANNA BANTI
Firenze, Villa Bardini
27 marzo – 20 luglio 2025

Mostra promossa dalla Fondazione CR Firenze, in collaborazione con Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, a cura di Cristina Acidini e Claudio Paolini.

Un racconto di straordinaria quotidianità intessuto di interessi condivisi, alimentato dalle frequentazioni dei maggiori artisti e intellettuali del ‘900 italiano e da scoperte, emozioni, passioni. Protagonisti Roberto Longhi e Anna Banti e con loro un cenacolo di uomini e donne che raggiungevano lui perché accumunati dall’interesse per l’arte, e per quello verso la letteratura, lei. Fondendosi, amalgamandosi, catalizzando ulteriori livelli e motivi di attrazione anche per intellettuali al di fuori dei due ambiti.

Partendo ciascuno dal suo, lei e lui riuscirono nell’impresa di trasformare un secolo negletto alla storia dell’arte, com’era il Seicento, in un momento magico per creatività e intensità. Lei riscoprendo la vicenda di Artemisia, lui mettendo in scena Caravaggio.

Entrambi sapevano interloquire con i loro pari, ma avevano anche l’arte, e la volontà, di coinvolgere, interessare, appassionare i più giovani e il pubblico più ampio, ricorrendo anche a mezzi non consueti come il cinema. Tutto questo è raccontato, con rigore e con giusta leggerezza, in una mostra fortemente esperienziale, dove si possono ammirare capolavori come “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio, gli “Apostoli” di Jusepe de Ribera o l’emozionante sequenza di dieci Morandi intimi, creati dall’artista bolognese, regalati in occasioni diverse a Roberto Longhi e alla fortunata padrona di casa. La mostra, oltre a essi riunisce 40 dipinti, tra disegni e acquarelli, nuclei rilevanti di fotografie originali e di documenti d’archivio che testimoniano la frequentazione della coppia con Ungaretti, Bassani, Pratolini, Gadda, Pea, Bigongiari, Pasolini, tra i molti amici letterati e scrittori, o con de Pisis, Socrate, Guttuso, Mafai, oltre al già citato Morandi, tra i tanti artisti.

“Questa mostra – afferma Bernabò Bocca, Presidente di Fondazione CR Firenze – giunge a coronamento del pluriennale sostegno di Fondazione CR Firenze alle attività scientifiche e di ricerca della Fondazione Longhi. Sono numerose le borse di studio da noi sostenute e destinate a giovani studiosi di tutto il mondo e non meno rilevanti sono stati, negli anni, i contributi erogati a favore di interventi di conservazione e di restauro. Oggi, con questa esposizione, si intende ricordare la centralità che Roberto Longhi e Anna Banti hanno avuto nella prima metà del Novecento, contribuendo a fare di Firenze un polo attrattivo per eminenti personalità del mondo della cultura e dell’arte”.

“Questa è una mostra sorprendente – afferma Cristina Acidini, Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi -. Ai visitatori di Villa Bardini vien presentata una coppia di personaggi eccezionali: Longhi e Banti, che dalle colline dell’Oltrarno hanno influenzato e in qualche misura diretto la vita artistica e culturale del Novecento italiano”.

Le sue dodici sezioni della mostra ripercorrono le fitte relazioni che la coppia ha avuto con importanti artisti e personaggi del Novecento. Una prima sezione introduce la coppia con dipinti e fotografie. La mostra prosegue con una sezione dedicata a Roberto Longhi il collezionista dove è esposta l’opera di Caravaggio e vari dipinti caravaggeschi. Ancora sezioni dedicate a Longhi e il Cinema, Longhi e la sua attività di docente. Altra sezione racconta Anna Banti come storica dell’arte, scrittrice e traduttrice, accompagnata da una selezione dei moltissimi disegni che lo stesso Roberto Longhi le ha dedicato e da una serie di fotografie che la ritraggono negli ambienti della villa Il Tasso. Un’altra è interamente dedicata al rapporto con Giorgio Morandi. Nati entrambi nel 1890, Morandi e Longhi avevano stretto amicizia a Bologna, dove l’uno ha passato buona parte della vita nella sua casa studio e l’altro insegnato dal 1934. Longhi riconobbe subito il talento di Morandi, definendolo “uno dei migliori pittori viventi d’Italia” durante il suo discorso inaugurale come professore di Storia dell’Arte all’Università di Bologna. Di questo sodalizio recano testimonianza i molti dipinti dell’artista tutt’ora conservati a villa Il Tasso. La mostra infine racconta dei rapporti tenuti dai Longhi durante i periodi estivi attraverso le opere d’arte che li hanno segnati, come ad esempio i dipinti di Carrà presenti nella collezione dedicati al mare o i ritratti di famiglia realizzati da Leonetta Cecchi Pieraccini. Il percorso prevede anche una Silent Room dove riposare gli occhi e la mente travolti dalle suggestioni e dagli stimoli offerti nelle 12 sale in cui si dipana il percorso espositivo.

“Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti”, dal 27 marzo al 20 luglio, riaccende in queste antiche stanze colme di capolavori, la vita, l’energia, la fucina intellettuale di quando questo era uno dei luoghi imprescindibili per chi, vivendo senza paraocchi, creava l’originale grandezza del nostro Secolo Breve. La mostra “Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti” è il frutto della collaborazione tra la Fondazione CR Firenze e la Fondazione Roberto Longhi. Le due istituzioni intendono così celebrare il ruolo centrale di Longhi e Banti nella cultura del Novecento e la fitta rete di rapporti tra le maggiori personalità della cultura italiana del Novecento.

L’esposizione, ospitata a Villa Bardini, offre una narrazione unica che unisce opere d’arte, documenti d’archivio e contributi multimediali, valorizzando il patrimonio della Fondazione Roberto Longhi.

Orari

Da martedì a domenica ore 10-19.30, lunedì chiuso

Biglietti

Intero 10 euro; Ridotto 5 euro per: Gruppi superiori a 10 persone, giovani UE dai 18 ai 24 anni, soci Touring Club Italiano, FAI, soci Unicoop, possessori del biglietto intero dei Giardini Boboli-Bardini. Gratuito per: Ragazzi fino a 17 anni, diversamente abili e loro accompagnatori, giornalisti, guide turistiche, possessori Firenze Card; classi scolastiche incluso due insegnanti con prenotazione al call center 055 2989816 di Firenze Musei.


UFFICIO STAMPA
FONDAZIONE CR FIRENZE
Federica Sanna
+ 39 0555384501
+ 39 3371158024
federica.sanna@fcrf.it
 
In collaborazione con
Studio ESSECI
Sergio Campagnolo rif. Roberta Barbaro  
+ 39 049 663499
 roberta@studioesseci.net
 
PROMOZIONE
CSC SIGMA
Susanna Holm
susannaholm@cscsigma.it

Venezia: Il percorso di Schultz, pittore, illustratore, grafico e scenografo

Un intervento di valorizzazione e un particolare omaggio a Venezia: quella degli anni Cinquanta e Sessanta, un momento fervido e complesso del panorama culturale, ricco di contraddizioni e suggestioni uniche per i nuovi protagonisti della scena artistica del tempo, in un termine di confronto di grande attualità capace di parlare, ancora oggi, ai giovani autori contemporanei.

RAOUL SCHULTZ 
Opere 1953-1970
22 marzo – 8 giugno 2025 
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna 
Sale Dom Pérignon, II piano 
A cura di Stefano Cecchetto, Elisabetta Barisoni

La restituzione del lavoro di uno degli artisti più innovativi di questa stagione inaugura il programma espositivo della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro: Raoul Schultz (Lero, Egeo 1931 – Venezia, 1971) è al centro di una significativa e, inevitabilmente, sintetica antologia della sua produzione, dal 1953 al 1970, con oltre cinquanta lavori provenienti sia patrimonio della Galleria veneziana, come “Nuove strutture 1665”, che da collezioni private.

Un percorso che inizia con le partecipazioni alle Collettive di Fondazione Bevilacqua La Masa con opere figurative dedicate alla rappresentazione delle architetture veneziane, fino alle esperienze più mature delle Prospettive curve e delle Nuove strutture nei primi anni Sessanta. In questo periodo si colloca la profonda amicizia tra Schultz e Tancredi e la loro condivisione dello studio a Palazzo Carminati; momento, per entrambi, di felice scoperta di un proprio segno originale.

Pittore, illustratore, grafico e scenografo, il percorso di Schultz non è mai lineare ma articolato e impervio: torna spesso al disegno, alle note, alle cancellature, alle opere concettuali di grande attualità come le Lettere anonime, i Progetti Leonardeschi e le Toponomastiche. Il Surrealismo corre lungo tutta l’opera, a cui si aggiungono l’improvvisazione dadaista e dell’arte comportamentale, fino alla decostruzione del linguaggio. Forte di una naturale interdisciplinarità passa, senza soluzione di continuità, dal fumetto al cinema, i nuovi media del tempo, fino agli assemblage e al recupero del collage, tecnica emersa nell’ambito della rivoluzione concettuale cubista, divenuta ben presto dirompente protagonista di numerose istanze artistiche delle Avanguardie.

Nelle contaminazioni con la letteratura, l’illustrazione e la già citata passione per il cinema fioriscono amicizie e frequentazioni importanti; con lo sceneggiatore e montatore Kim Arcalli, gli scrittori Alberto Ongaro e Goffredo Parise, frequenta Hugo Pratt e il regista Tinto Brass per il quale nel 1963 realizza le scenografie del film Chi lavora è perduto.

Per Elisabetta Barisoni, dirigente Area MuseiCa’ Pesaro e Museo Fortuny «La mostra si inserisce nella volontà programmatica della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia di valorizzare e riscoprire opere ed autori delle proprie collezioni civiche e, attraverso questi, suggerire la ricostruzione di momenti meno noti della storia dell’arte italiana. Secondo questa linea programmatica, appare oggi necessaria un’esposizione dedicata ad un autore come Raoul Schultz, per lungo tempo scomparso dai radar delle grandi mostre nazionali e tuttavia da comprendere tra gli innovatori delle arti in laguna nel periodo che va dagli anni Cinquanta ai Sessanta. Numerosi sono i collegamenti che l’articolata ancorché originalissima produzione di Schultz suggerisce, a partire dall’opera che per prima è entrata nelle raccolte di Ca’ Pesaro, Nuove strutture 1665, 1965 acquisita alla 53ma Esposizione Collettiva Bevilacqua La Masa nel 1965. Quello che emerge dall’esposizione è il ritratto di un artista che rappresentò il corso di una generazione appena successiva a quella di mezzo».


INFORMAZIONI UTILI

Ca’ Pesaro –  Galleria Internazionale d’Arte Moderna 
Santa Croce 2076, 30135 Venezia

Dal 01 novembre al 31 marzo: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00)
Dal 01 aprile al 31 ottobre: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00) 
Chiuso il lunedì

capesaro.visitmuve.it

CONTATTI PER LA STAMPA
Fondazione Musei Civici di Venezia

Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it

Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro roberta@studioesseci.net
Simone Raddi simone@studioesseci.net

TEFAF Maastricht 2025 si è conclusa con un trionfo di vendite

I collezionisti sfidano l’incertezza globale per acquistare l’eccezionale e lo straordinario alla principale fiera mondiale di arte, antiquariato e design.

TEFAF Maastricht 2025
38ma edizione
Paesi Bassi, Maastricht Exhibition & Conference Centre (MECC)
15 – 20 marzo 2025

TEFAF Maastricht 2025 ha concluso con successo la sua 38.ma edizione, registrando forti vendite in tutte le categorie collezionistiche e riaffermando il suo status di fiera più importante al mondo per l’arte, l’antiquariato e il design. Oltre 50.000 visitatori, tra cui collezionisti internazionali, Istituzioni ed esperti, si sono dati appuntamento a Maastricht per acquistare le opere più belle che abbracciano oltre 7.000 anni di storia dell’arte.

Consolidando la sua reputazione di principale appuntamento annuale della comunità museale mondiale, TEFAF ha invitato quasi 500 istituzioni a scrutare i corridoi alla ricerca di potenziali acquisizioni, molte delle quali accompagnate da mecenati e collezionisti. Tra i partecipanti, i rappresentanti di prestigiose istituzioni tra cui: The Art Institute of Chicago; Château de Chantilly; Cleveland Museum of Art; Fine Art Museums of San Francisco; Hong Kong Palace Museum; Louvre; Louvre Abu Dhabi; Metropolitan Museum of Art, Minneapolis Institute of Arts; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Museum of Fine Arts, Boston; Museum of Modern Art, Parigi; New Museum, New York; Musée d’Orsay; National Gallery, Londra; National Gallery of Canada; Palais de Tokyo, Parigi; Suermondt Ludwig Museum; Rijksmuseum; Toledo Museum of Art; Van Gogh Museum e Zayed National Museum, e molti altri.

TEMI E TENDENZE

Centenario dell’Art Déco

In occasione dell’anniversario della storica mostra “arts décoratifs” di Parigi, l’Art Déco è stata celebrata attraverso presentazioni coinvolgenti di gallerie come la Galerie MarcelpoilMorentz e la Galerie Marcilhac, che hanno ricreato ambienti che catturano lo spirito del movimento.

Nuove scoperte

La fiera di quest’anno ha presentato numerose riscoperte di rilievo, tra cui un’opera giovanile di Gustav Klimt, inedita dal 1928, presentata da W&K – Wienerroither & KohlbacherTrinity Fine Art ha presentato un capolavoro di Tiziano: Madonna con Bambino e Santa Maria Maddalena, recentemente riscoperto e riportato all’attenzione del pubblico dopo oltre 200 anni. Patrick Bourne & Co, alla sua prima volta a TEFAF, ha presentato un ritratto di Sarah Bernhardt di Bastien-Lepage, regalato dall’artista all’attrice e da allora esposto in pubblico solo una volta. Rimasto nascosto per oltre un secolo, Le Tondeur de Chiens di Jan Stobbaert, presso lo stand di Thomas Deprez Fine Art, è un’opera fondamentale per lo sviluppo dell’impressionismo belga. 

Le Artiste

L’interesse per le artiste continua a crescere con oltre 500 opere presentate in fiera. Tra le opere più importanti, quelle di Dame Elizabeth Frink (MacConnal Mason), Louise Bourgeois (Galerie Zlotowski), Marie Bracquemond (Galerie Pauline Pavec), Mary Beale (Weiss Gallery), Rosalba Carriera (Matteo Salamon Rob Smeets Gallery), Lavinia Fontana (Fondantico di Tiziana Sassoli) ed Emily Kam Kngwarreye (D’Lan Contemporary) hanno attirato l’attenzione o trovato nuove case.  

Alta Gioielleria

La squisita maestria artigianale è stata messa in mostra nell’alta gioielleria: gli espositori Margot McKinneyBuccellatiSanti Feng J si sono uniti a nomi rinomati come Van Cleef & ArpelsAnna Hu Hemmerle, presentando collezioni abbaglianti di gemme rare e design eccezionale.

Ripensare la filantropia: Il trasferimento di ricchezza

Nella sua seconda edizione, il Summit TEFAF ha esplorato nuovi modelli filantropici, evidenziando il trasferimento di ricchezza stimato in 60.000 miliardi di dollari dalla generazione dei baby boomer nei prossimi 25 anni, di cui un terzo dovrebbe andare a beneficio del settore culturale. Le discussioni si sono concentrate sulle strategie per attirare i donatori più giovani e migliorare l’impatto sociale.

SUCCESSO DEGLI ESPOSITORI E GRANDI VENDITE

Gli espositori hanno registrato vendite in tutte le categorie, con acquisizioni da parte di collezionisti istituzionali e privati. Tra le transazioni più significative: 

Painting

Rau (USA) ha venduto a un collezionista privato Natura morta con due sacchi e una bottiglia di Vincent van Gogh, il cui prezzo richiesto era di 4,75 milioni di dollari.

Galeria Caylus (Spagna) ha venduto una Natura morta con cesto di mele e bicchiere di vino di Pedro de Camprobin y Passano del XVII secolo a una collezione privata europea per circa 120.000 euro. Un’altra vendita di Nobili giocatori di tennis in elegante compagnia di Jacob Grimmer è stata aggiudicata a un collezionista privato belga con un prezzo richiesto di 250.000 euro.

Stoppenbach & Delestre (Regno Unito) ha annunciato la vendita di un’opera di Emile Bernard a un collezionista statunitense e una serie di vendite a diverse collezioni private europee.

Charles Beddington (Regno Unito) ha venduto Venezia: Il Molo del Bacino di San Marco nel giorno dell’Ascensione, attribuito a Bernardo Canal, a un collezionista privato statunitense per una cifra a sei zeri.

Tra le numerose vendite, Colnaghi (UK) ha venduto la Natura morta di fichi con nocciole del XVII secolo dell’artista Giovanna Garzoni e un busto marmoreo di Marco Aurelio attribuito a Giovanni Battista della Porta.

Bottegantica (Italia) ha presentato tre diversi movimenti artistici italiani: Belle Époque, Divisionismo e Futurismo. Tra le vendite, due opere dell’artista del XIX secolo Giovanni Segantini sono state sono state fatte ad altrettante collezioni private europee.

Modern & contemporary 

Connaught Brown (Regno Unito) ha venduto La spiaggia e le ville di Gustave Caillbotte al Museo Nazionale di Svezia, che diventerà così la prima opera dell’artista ad entrare in una collezione scandinava.

Galerie Ludorff (Germania) ha venduto Colomierstraße in Wannsee di Max Liebermann a un museo statunitense con un prezzo richiesto di 850.000 euro, oltre a un’opera di Keith Haring venduta a un collezionista privato statunitense con un prezzo richiesto di 450.000 euro.

Hidde van Seggelen (Germania) ha venduto a un importante collezionista europeo un’opera storica di Joseph Beuys, datata 1979 e successivamente rinominata da Beuys nel 1984. Il Museum Voorlinden ha acquistato un’opera di Klaas Kloosterboer, mentre pezzi di Jan van de Pavert, Damian Taylor, Robert Holyhead e Andy Holden sono destinati a collezioni in Svizzera, Irlanda, Francia e Repubblica Ceca.

A Lighthouse Called Kanata (Giappone) ha venduto 28 opere tra cui Myomu (Key to a Dream) di Kan Yasuda a un collezionista di Hong Kong con un prezzo richiesto di 150.000 euro; Seed di Satoru Ozaki è stato venduto a un collezionista privato spagnolo con un prezzo richiesto di 150.000 euro. Altre opere vendute includono pezzi di Niyoko Ikuta, Massaaki Yonemoto, Chico Takei e Kentaro Sato per un valore compreso tra 70.000 e 120.000 euro, acquistati da collezionisti dei Paesi Bassi, della Svizzera e di Tokyo.

Beck & Eggeling (Germania) ha effettuato vendite multiple di opere di Pablo Picasso, Heinz Mack, Edouardo Chillida e George Rickey a collezionisti privati europei.

La Borzo Gallery (Paesi Bassi) ha venduto opere di icone olandesi  del XX secolo, tra cui alcuni lavori di Ben Akkerman, Carel Visser e Jan Schoonhoven a un importante collezionista svizzero, a un’istituzione olandese e a una collezione di New York. 

Antiques

Artur Ramon Art (Spagna) ha venduto uno dei più bei arazzi mai visti a TEFAF nei primi minuti di apertura della fiera. Il prezzo richiesto era di 800.000 euro ed è stato acquistato da un’istituzione olandese. Inoltre, la galleria ha venduto una Predella per 200.000 euro e due Albarallos di Manises, ciascuno per circa 40.000 euro.

Daniel Crouch (Regno Unito) ha venduto in tutti i giorni della fiera libri, mappe e globi tascabili. Tra le vendite più significative figurano una carta murale di Leida e una carta di Rotterdam durante il Secolo d’oro olandese.

Adrian Sassoon (Regno Unito) ha venduto un vaso monumentale, Blue: Midnight Lantern 2023 di Felicity Aylieff, alto 2,45 m e pesante 630 kg. Il prezzo richiesto era di 110.000 euro e si pensa che sia il più grande pezzo di porcellana mai venduto alla fiera.

Flore (Belgio) ha presentato una suggestiva grotta ricoperta di muschio con una rara collezione di ceramiche rinascimentali francesi dei seguaci di Bernard Palissy, con prezzi di vendita compresi tra 20.000 e 30.000 euro. Due importanti musei statunitensi hanno acquistato quattro pezzi e altri sei sono stati venduti a collezionisti privati europei e statunitensi, mentre sono in corso trattative con diverse istituzioni.

Walter Padovani (Italia) ha venduto per circa 20.000 euro La Sibilla Cumana e La Salomé di Bianca Boni, pubblicata nella Insider’s Collecting Guide di TEFAF e venduta a un nuovo collezionista.

Koopman Rare Art (Regno Unito) ha venduto un set di 12 magnifici piatti in argento dorato commissionati dagli orafi fiorentini Fratelli Scheggi per Palazzo Borghese e acquistati da un discendente della famiglia Borghese. 

Alessandra Di Castro (Italia) ha venduto a un collezionista privato una Testa d’angelo in porcellana biscuit da Alessandro Algardi di Giovanni Volpato.

Aronson Antiquairs (Paesi Bassi) ha riferito di una fiera eccezionale. Tra i pezzi venduti, due opere destinate a collezionisti privati europei, tra cui una guarnitura, e tre sculture di nature morte floreali di Anna Volkova, una delle quali destinata alla Cina.

Tóth Ikonen (Paesi Bassi) ha venduto a un primo acquirente un’icona del 17° secolo, San Nicola di Mozhaisk, presente nella Insider’s Collecting Guide.

Kunstkammer Georg Laue (Germania) ha venduto un rarissimo bicchiere da trucco erotico del XVII secolo proveniente da Norimberga a un museo privato del Portogallo.

Design

Sarah Myerscough Gallery (Regno Unito) ha venduto Sheets Desk di Christopher Kurtz a un collezionista privato britannico.

Galeria Maria Wettergren (Parigi) ha esposto nella sezione Focus della fiera, dove gli stand presentano opere di un singolo artista. La galleria ha venduto la maggior parte dei pezzi dell’artista norvegese Gjertrud Hals a collezionisti provenienti da Cina, Stati Uniti, Paesi Bassi e Francia.

Caterina Tognon (Italia) ha venduto Primavera, una composizione iperrealistica in vetro di Lilla Tabasso, destinata a un’importante collezione di arte contemporanea.

Works on Paper

Al termine della fiera, W&K – Wienerroither & Kohlbacker (Austria) era in trattativa con due collezionisti privati e due musei, tutti in lizza per l’acquisto del capolavoro ritrovato Ritratto del principe William Nii Nortey Dowuona di Gustav Klimt, il cui prezzo richiesto era di 15 milioni di euro.

Colnaghi Elliot Master Drawings (Regno Unito) ha realizzato 13 vendite, tra cui due a istituzioni europee con prezzi fino a 350.000 euro.

Stéphane Clavreuil Rare Books (Parigi) ha venduto una biblioteca di viaggio in miniatura composta da 19 libri pubblicati tra il 1582 e il 1606, conservati nella loro custodia da viaggio contemporanea, acquistata da un collezionista privato con un prezzo richiesto di 100.000 euro.

Stephen Ongpin Fine Art (Regno Unito) ha venduto un’opera a pastello di grandi dimensioni dell’artista italo-britannica Lavinia Harrington, un debutto al TEFAF per una giovane artista che si è recentemente laureata alla Slade School of Fine Art. L’opera è stata acquistata da un cliente privato asiatico.

James Butterwick (Regno Unito) ha presentato uno stand di opere di artisti ucraini, vendendo sei pezzi di Yakov Chernikhov a un interior designer di Lisbona. Un’altra opera di Oleksandr Bohomazov è stata acquistata da un collezionista privato britannico.

Agnews Works on Paper (Belgio) sono state vendute ogni giorno della fiera, per un totale di circa 20 pezzi tra cui l’opera di Rodin, The Sun Goes Down, acquistata da un collezionista privato.

Kunsthandlung Helmut H. Rumbler (Germania) ha venduto I tre alberi, un’acquaforte e un’incisione di Rembrandt Harmenszoon van Rijn del XVII secolo a un collezionista privato.

Arte antica e africana

Serge Schoffel – Art Premier (Belgio) ha venduto a un collezionista privato un corno reale Olifant del 19° secolo, Regno di Bamum, Camerun, con un prezzo richiesto a sei cifre.

Charles Ede (Regno Unito) ha esposto una selezione di opere d’arte fine e antica, vendendo 20 opere con prezzi fino a 300.000 euro. Tra i clienti c’erano due istituzioni internazionali e acquirenti europei.

David Aaron (Regno Unito) ha venduto l‘Ushabti di Amun-meku a un collezionista privato statunitense per una somma a sei cifre.

*nota per i redattori – le vendite precedenti sono descritte nel comunicato stampa del 17 marzo qui

Premio TEFAF Showcase 2025, presentato da J.P. Morgan

Uno dei momenti salienti della fiera è stato il TEFAF Showcase Prize, assegnato alla Galerie Raphael Durazzo di Parigi, che ha presentato in modo eccezionale opere grafiche di Hilla Rebay, una figura pionieristica dell’arte astratta la cui influenza sulla scena artistica americana è ora riconosciuta.

TESTIMONIANZE

Bertrand Gautier di Talabardon & Gautier ha commentato“È stata una settimana meravigliosa e di successo. Abbiamo venduto pezzi ogni giorno della fiera, stretto contatti con nuovi collezionisti privati e ricevuto prenotazioni da importanti musei in Europa e negli Stati Uniti”.

Margot McKinney, espositrice per la prima volta, ha commentato: “Partecipare al TEFAF è stata un’opportunità incredibile per entrare in contatto con un gruppo eterogeneo di visitatori altamente qualificati. La reputazione di eccellenza della fiera è impareggiabile. Ho venduto importanti pezzi in pietra preziosa e ho ricevuto un serio interesse per diversi miei capolavori”.

Manon van den Beuken, direttrice di TEFAF Maastricht, ha sottolineato che: “TEFAF Maastricht è più di una fiera d’arte: è un punto d’incontro globale in cui si intersecano storia dell’arte, commercio e ricerca. I risultati di quest’anno riaffermano il nostro impegno a promuovere l’eccellenza e ad ampliare il dialogo culturale tra collezionisti, istituzioni e gallerie di tutto il mondo.”

La prossima edizione del TEFAF si aprirà a New York dal 9 al 13 maggio 2025 (8 maggio su invito).  TEFAF Maastricht tornerà nel 2026 dal 14 al 19 marzo (12 e 13 marzo su invito).

www.tefaf.com


SU TEFAF  

TEFAF è una fondazione senza scopo di lucro che promuove la competenza, l’eccellenza e la diversità nella comunità artistica globale. Lo dimostrano gli espositori selezionati per le sue due fiere, che si tengono ogni anno a Maastricht e a New York. TEFAF è una guida esperta per collezionisti privati e istituzionali, che ispira gli amanti dell’arte e gli acquirenti di tutto il mondo.

INFORMAZIONI SU TEFAF MAASTRICHT  

TEFAF Maastricht è ampiamente considerata la più importante fiera al mondo per le belle arti, l’antiquariato e il design, che copre 7.000 anni di storia dell’arte, dall’antico al contemporaneo. Con oltre 270 prestigiosi mercanti provenienti da 22 paesi, TEFAF Maastricht è una vetrina per le migliori opere d’arte attualmente sul mercato. Accanto alle tradizionali aree dei dipinti Old Master, dell’antiquariato e delle antichità classiche, che coprono circa la metà della fiera, si possono trovare anche arte moderna e contemporanea, fotografia, gioielli, design del XX secolo e opere su carta.  


CONTATTI STAMPA  
 
GLOBALE                                                                      
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Roma: Federica Bartoli, mostra personale allo Hyunnart Studio

Venerdì 28 marzo 2025, dalle ore 18.00, Hyunnart Studio presenta la personale di Federica Bartoli, dal titolo “Clorofilla e Salicornia”, con un testo critico di Valeria De Siero. In mostra una selezione di opere su carta realizzate con tecnica mista e sculture in terracotta smaltata e legno, che denotano nell’artista un’oscillazione tra astrazione e concretezza.

Hyunnart Studio
 
Federica Bartoli
Clorofilla e Salicornia
testo di Valeria De Siero
 
Dal 28 marzo al 10 maggio 2025
Inaugurazione venerdì 28 marzo 2025, ore 18.00
 
Hyunnart Studio, viale Manzoni 85-87, Roma 00185

La ricerca di Federica Bartoli è caratterizzata da un’interpretazione della realtà talvolta nitida, talvolta appena accennata, sempre filtrata dalla memoria, delle esperienze e dai ricordi.

Nelle sue opere la Natura è la vera protagonista, anche se non immediatamente riconoscibile. “Le opere pittoriche suggeriscono atmosfere, senza appigliarsi ad elementi tangibili, configurandosi come astratte, frutto di sensazioni e reminiscenze. Eppure il fruitore, intuisce nel lavoro meticoloso, calibrato, protratto dell’artista la presenza, rasserenante, di paesaggi e ambienti che appaiono aperti, malgrado la determinazione del telaio o più semplicemente della carta”.

In mostra troviamo l’installazione “La memoria dell’acqua” (2024/2025), un mosaico di pitture su carta da lucido che va a creare una parete di forme dall’aspetto organico, conferendo all’insieme una certa materialità, che potremmo definire segnica.

Nel percorso espositivo le opere più apertamente figurative sono le sculture, che rimangono sospese nello spazio, evocando l’immaginario di un bosco in apparenza animato.

Infine, in “Sassi, reperti, composti” (2025), l’artista presenta una composizione frutto dell’intervento umano sull’insieme degli elementi naturali.


Hyunnart Studio
 viale Manzoni 85-87, Roma 00185
orario settimanale: dal martedì al venerdì 16.00/18.30
per appuntamento: pdicapua57@gmail.com

Da Simona Pandolfi <pandolfisimona.sp@gmail.com> 

Ritorno dei tour serali di Cavana Stories

Primo appuntamento nel 2025 con i tour di Cavana Stories, promosso da Cizerouno in collaborazione con l’Associazione Guide Turistiche del Friuli Venezia Giulia nell’ambito della rassegna Cavana Stories e realizzato grazie al finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato Attività: alla scoperta di quella che fu la “night town” per James Joyce e poi la Trieste “Out of Bounds” per le truppe del Governo Militare Alleato.

Ritornano i tour serali di Cavana Stories: mercoledì 26 marzo.

ll percorso notturno nei vicoli e nelle strade di Cavana  sarà l’occasione per riscoprire – grazie anche al recente progetto Out of Bounds promosso da Varcare la frontiera – la topografia di quella che era una delle zone più “calde” e proibite per i soldati del Governo Militare Alleato di stanza a Trieste fino al 1954.

Scopriremo così, guidati da Francesca Pitacco, un altro dei mille volti che il quartiere di Cavana ha avuto negli anni. Da sede di consolati a rifugio per pescatori, e poi con il suo dedalo di osterie, fonte di ispirazione per artisti e scrittori uno fra tutti James Joyce, a cui sono dedicate le luci d’artista del progetto Doublin’, e che 120 anni fa giungeva a Trieste accompagnato da Nora Barnacle.

Dettagli del tour:

• mercoledì 26 marzo 2025 ore 21• costo: 10 € (pagamento in loco)
• ritrovo: davanti alla Farmacia “Al Redentore” in piazza Cavana
• prenotazione obbligatoria inviando una mail a:
info@cizerouno.it

Il tour è promosso da Cizerouno in collaborazione con l’Associazione Guide Turistiche del Friuli Venezia Giulia nell’ambito della rassegna Cavana Stories e realizzato grazie al finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato Attività Produttive e Turismo.

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