Al di là
della piacevolezza di leggere la
leggenda riportata dalla Serao,
balzano agli occhi subito alcuni
punti di riflessione. Il racconto
è ambientato nella Napoli del
1220, imperante il re svevo
Federico II. Ora, se il racconto
parla dell’ideazione della salsa
di pomodoro, è evidente
l’impossibilità di questo, in
quanto il pomodoro era un tipo di
pianta esclusiva delle Americhe.
Il pomodoro, quindi, raggiunse
l’Europa solo dopo la scoperta di
Cristoforo Colombo, avvenuta nel
1492. Matilde Serao commette
questo marchiano errore? Forse.
Sta di
fatto, però, che ella
riporta la leggenda popolare che
ha sentito nei vicoli napoletani.
Il popolo di allora era totalmente
analfabeta. Volete che questi
conoscessero la verità storica? Ma
la gente comune non aveva delle
conoscenze specifiche. Ecco allora
il mito, la leggenda ed il
mistero, per aiutare a risolvere
l’ennesimo interrogativo
culturale. Anche ai tempi della
Serao, quindi, le leggende
aiutavano la conoscenza popolare.
Poco importa la verità dei fatti,
perché il mondo popolare di allora
era fatto di favole e leggende,
magia e superstizione, modi di
dire e proverbi, e della
cosiddetta sapienza popolare (e
cioè, le proprie esperienze). Il
tutto tramandato oralmente.
Siamo noi,
perciò, ad avere errori di
prospettiva del passato. In
Italia, l’alfabetizzazione
sostanzialmente si è iniziata a
metà del secolo scorso. Prima di
allora, esistevano le leggende,
come questa della Serao, e come le
altre della serie che vi stiamo
riproponendo.
|
|