Walt Disney è una delle figure
chiave nella cinematografia del XX
secolo, e non solo. La sua
“specializzazione” in film
d’animazione per bambini si
collega al mondo della favolistica
precedente, che ha visto
importanti nomi legati al genere.
Disney, in pratica, ha definito
una grande realtà immaginifica,
che ha ispirato ed ispira
direttamente la fantasia della
nuova società contemporanea. Nella
sua vita ha ottenuto, grazie ai
suoi film, il record di nomination
all'Oscar (59 in totale),
vincendone 22, più altri 4
ricevuti alla carriera. È, a tutti
gli effetti, il padre dei film
d'animazione.
Gli inizi Come in
una delle sue fiabe, la famiglia
di Walt Disney ha origini antiche.
Il lontano progenitore è un certo
Hugues Suhart D'Isigny (nome in
seguito
anglicizzato in
Disney). Isigny è il
paese francese d’origine, dove la
famiglia Suhart si era stabilita
nel 1066, dopo l’invasione
dell’Inghilterra. Secoli dopo,
precisamente nel 1834,
alcuni discendenti lasciano
Liverpool per spostarsi negli
Stati Uniti. Ed è qui, a Chicago,
che nasce Walt nel 1901, da Flora
Call e Elias Disney che avranno
cinque figli. Per esteso, viene
battezzato Walter Elias Disney
Junior e deve il nome Walter
(abbreviato poi in Walt) a un
amico di famiglia, il reverendo
Walter Parr, che celebrò la
funzione religiosa. Nel 1906, il
padre compra per 3.000 dollari una
fattoria di 200
ettari a Marceline,
in Missouri, dove trasferisce la
famiglia. Qui Walt frequenta la
scuola elementare.
Quando, nel 1909, il padre si
ammala, i Disney, il primo anno,
abitano in una casa d’affitto, per
poi traslocare a Kansas City. Qui
si ricongiungono con Herbert e
Raymond, fratelli maggiori di
Walt. Il ragazzo inizia a darsi da
fare per aiutare la famiglia.
Inizia con il distribuire
giornali, ma, contemporaneamente,
studia alla scuola secondaria di
Benton, dove si diploma nel 1917.
Infaticabile, nello stesso periodo
è iscritto, insieme alla sorella,
ad un corso dell'Istituto
Artistico di Chicago.
Tra il 1911 e il 1917, grazie allo
zio Michael Martin, ingegnere
ferroviario, vende giornali,
dolciumi e bibite sui treni della
Missouri Pacific Railroad. Questo
lavoro gli permette di viaggiare
molto. Iscrittosi al liceo
McKinley, si dà da fare con The
Voices, il giornalino
scolastico, occupandosi
delle illustrazioni. Walt,
tuttavia, è inquieto. Falsificati
i suoi documenti di minorenne,
parte come autista di
autoambulanze per la guerra che si
sta svolgendo in Europa. Rimarrà
in Francia fino al 1919, quando,
congedatosi, tornerà a Kansas City
dal fratello Roy.
Dopo la
guerra, ormai maturo, si guarda
intorno alla ricerca di un lavoro.
Desideroso di entrare nel mondo
del cinema (attività allora
d'avanguardia), aspira a far parte
dello staff, addirittura, di
Charlie Chaplin. Non vi riesce, ma
comincia a lavorare, per 50
dollari al mese, al
Newman Theatre, occupandosi del
programma settimanale. Qui
incontra Ubbe Ert Iwerks, suo
coetaneo, artista animatore. Con
lui, da buon americano, apre una
società: la Iwerks-Disney
Commercial Artists. Ridotti quasi
sul lastrico, si salvano grazie
alla Kansas City Film Ad Company,
che commissiona loro brevi filmati
pubblicitari a diffusione locale.
Non è molto, ma può essere un buon
inizio.
La società è
ubicata in un garage. Qui Walt
sperimenta animazioni più avanzate
rispetto a quelle pubblicitarie
richieste. Produce i Newman
Laugh-O-Grams,
filmati d’opinione per la
Newman Theater Company, con un
buon successo, e,
contemporaneamente, dei brevi
cortometraggi d’animazione basati
su fiabe per bambini. Crea poi una
nuova società, la Laugh-O-Grams
Inc., alla quale partecipano Ubbe
Iwerks, Hugh Harman, Rudolph Ising,
Carmen Maxwell e Friz Freleng.
Ottiene un ottimo successo nella
regione di Kansas City, ma questo
non basta. Nel 1923, poiché i
costi sono maggiori dei guadagni,
Walt è costretto a dichiarare
fallimento. Non prima d'aver
realizzato il cartone animato
Alice's Wonderland. E’ in
questo momento che il fratello di
Walt, Roy Oliver, lo invita a
trasferirsi in Califormia, a
Hollywood. Dopo aver racimolato i
soldi del biglietto ferroviario,
Walt parte verso l’ignoto,
portando con sé solo l’ultimo
filmato: Alice's Wonderland.
Qui, insieme al fratello Roy, fonda la
Disney Brothers Studio, con sede
sempre in un garage: quello dello
zio Robert. Questa volta l’inizio
è promettente. Sono infatti
contattati da Winkler e Mintz,
operanti a New York, che
distribuivano i diritti della
serie per bambini Felix the
Cat. I due gli commissionano
dodici film misti, parte
d’animazione e parte dal vivo, che
prendono spunto dal cortometraggio
su Alice. Dal Kansas lo
raggiungono Virginia Davis, già
attrice di Alice's Wonderland,
e Ub Iwerks. Nel 1926 il nome
Disney Brothers Studio si modifica
in Walt Disney Studio, per poi
divenire, nel 1928, Walt Disney
Productions. Nel 1925, Walt sposa
Lillian Bounds, sua collaboratrice
agli Studios. Diverse sono le
attrici che recitano nel ruolo di
Alice nelle Alice Comedies,
ma, nel 1927, quando la serie è
completata, i cortometraggi sono
realizzati più con animazioni che
dal vivo. Il successo riscosso si
mostra promettente di futuri
sviluppi.
La svolta
Nel 1927, Charles
Mintz, sposando Margaret Winkler,
prende il controllo della società
della moglie e commissiona a
Disney una nuova serie su
Oswald the Lucky Rabbit (Oswald
il coniglio fortunato),
distribuita da Universal Pictures.
Il coniglio Oswald diviene ben
presto un personaggio molto
popolare. Gli studi della Disney
sono potenziati con l’arrivo di
nuovi animatori, alcuni dei quali
della vecchia cerchia degli amici
di Kansas City.
Il successo
che Walt ottiene, tuttavia, è tale
che gli appetiti economici salgono
alle stelle. Convocato Disney a
New York, Mintz gli comunica che
gli avrebbe diminuito la sua quota
per ridurre i costi di produzione.
Lo informa che il marchio
commerciale del coniglio Oswald è
proprietà della Universal e non
della Disney. Conclude dicendogli,
chiaramente, che ad un suo rifiuto
lo avrebbe esonerato e creato un
proprio studio d’animazione.
Walt Disney con coraggio non accetta,
trovandosi così senza il “coniglio
fortunato” e senza più commesse.
L'evento lo segnerà per il resto
della vita, ponendogli in primo
piano il problema dei diritti
d’autore e commerciali. Ora non
può che cercare in se stesso un
nuovo personaggio d’animazione
capace di riscuotere il medesimo
successo del coniglio Oswald.
Parallelamente si svolge il
cammino di Charles Mintz e del suo
personaggio di punta. La maggior
parte dei collaboratori lascia
Disney per la Universal, dove una
sezione interna (diretta da Walter
Lantz) porta avanti le storie del
coniglio. Ad esso viene affiancato
un altro eroe d'animazione: Krazy
Kat, denominato in seguito Screen
Gems. Mintz verrà ripagato della
sua stessa moneta. Infatti gli
animatori Harman, Ising, Maxwell e
Freleng lasciano la Universal per
mettersi in proprio fondando una
differente società, quella che
diverrà la Harman-Ising Studio.
Realizzano un loro coniglio
(simile ad Oswald) chiamato
Bosko e lo vendono alla
concorrente Warner Bros, con la
quale inizieranno la serie Looney
Tunes.
L’ideazione di
Topolino è ormai entrata nella
leggenda. Si racconta che Walt
Disney, durante un viaggio in
treno da New York a Los Angeles,
schizzò su un taccuino un
personaggio simile a Oswald il
coniglio, ma non ne rimase
soddisfatto. Giunto a casa
modificò il pupazzo, togliendogli
le orecchie a penzoloni e
aggiungendo una piccola coda, cioè
trasformandolo in un topo. Con il
nome di Topolino, appunto verrà
chiamato in Italia. In America,
invece, venne battezzato,
inizialmente, come Mortimer Mouse,
nome che fu poi cambiato dalla
moglie Lillian nel grazioso Mickey
Mouse. Era nato il
personaggio più famoso della
Storia. Altri commentatori
forniscono una versione diversa
dei fatti e riportano che a
disegnare il personaggio fu Ub
Iwerks, mentre Walt Disney ne
inventò semplicemente il
carattere.
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