Notizie storico-critiche.
Per alcuni studiosi, è uno dei monumenti più
interessanti ed importanti dell’ epoca sveva in Sicilia, probabilmente
l’unico esempio di gotico puro in questa regione; altri sostengono il
contrario. Franco Chillemi riporta: “L’ignoto progettista attinge
sicuramente a modelli cistercensi, ma non trascura l’esperienza locale:
evidente risulta il ricordo dell’architettura romanica, anche con accezione
locale, nella massa bloccata e chiusa dell’edificio animata dal corpo
turriforme delle absidi, come anche nei pilastri che dividono le navate e
negli archi a ferro di cavallo di tipologia normanna”
Annessa all’ Ospizio di S. Giovanni di Gerusalemme, fu
edificata per assicurare un luogo di sosta e rifornimento nel porto di
Messina ai Cavalieri Teutonici impegnati nelle crociate in Terrasanta. La
sua fondazione risale, secondo alcuni, al 1190, in coincidenza delle soste
dei crociati di Filippo Augusto di Francia e Riccardo Cuor di Leone, secondo
altri al 1220, per volere di Federico II di Svevia durante la crociata d lui
organizzata. dettagli stilistici sembrano però, per il Bottari,
avallare la seconda ipotesi.
Il monumento restò ai Cavalieri teutonici fino al 1485,
alla magione di Palermo fino al 1605, alla Pia Casa di Sant’ Angelo dei
Rossi fino al 1808. Il terremoto del 1783 causa il crollo della facciata
principale e parte della sezione anteriore assieme alle volte. Verrà quindi
adibito a magazzino e sopravvivrà al sisma del 1908, fino ai successivi
interventi di restauro. Più distruttivo dell’ ultimo evento tellurico fu il
successivo piano regolatore che produsse il tagliuzzamento del perimetro
della chiesa e l’amputazione dei resti dell’Ospizio che venne infine
eliminato.
Descrizione dell’impianto e delle decorazioni.
Il monumento sorge su un impianto basilicale diviso in
tre navate da pilastri a fascio su cui scaricano arcate ogivali; le navate
si concludono con tre absidi semicircolari. La struttura originaria era
completata da un ‘altra campata e due pilastri. Essi permettevano, assieme
ad altre strutture portanti crollate, il sostegno delle crociere costolonate,
anch’esse andate perse.
Il disegno snello dei pilastri, l’ armonia e
l’organicità delle parti nel loro insieme, lo stile sono elementi
inequivocabili dell’ origine nordica degli architetti autori della chiesa.
Forse solo le arcate laterali, diverse dalla navata centrale, potrebbero
tradire origini locali, ma è più probabile che siano rimaneggiamenti
effettuati nella seconda metà del ‘400.
I restauri, quasi terminati (mancano la pavimentazione
e il trattamento delle pietre), hanno restituito alla chiesa parte del suo
aspetto originario, attraverso l’integrazione delle parti murarie assenti ed
alla posa del tetto. La facciata principale è sostituita da una copertura di
pannelli trasparenti in vetro con intersezioni metalliche di sostegno.
L’esterno, con muri in conci di calcare estratti dalle
cave di Gesso, presenta poche finestre. All’interno, particolare interesse
destano i disegni scultorei dei capitelli e dei due portali laterale e
centrale. Di questo restano pochi frammenti conservati all’interno del museo
regionale di Messina. Quello laterale è stato ricomposto di recente. Di
difficile lettura, perché ormai consunti, sono le scene rappresentate dalle
sculture dei preziosi capitelli: mostro tricipite; leone che ammazza
agnello; cespi di foglie di acanto; testine umane.
|