Nonostante sia poco conosciuto,
gli esperti lo ritengono uno degli
studiosi più importanti del XX
secolo. Bronisław Malinowski si
distinse come pioniere e
innovatore nella ricerca
etnografica.
Egli nacque
nella Polonia del 1884, a
Cracovia. Era figlio di un
insegnante, il padre, e di uma
proprietaria terriera, la madre.
Quindi, nacque in una famiglia
benestante. Ciò permise a
Malinowski lunghi e approfonditi
studi. In primis, il dottorato
all'Università Jagellonica (1908),
e poi, successivamente,
l'Università di Lipsia. In
questa città frequentò le lezioni
di Wilhelm Wundt, che lo
affascinarono per le sue teorie
sulla psicologia popolare. Egli
elesse l’antropologia come suo
mondo. Tanto che, partì per
Londra, nel 1910, per approfondire
proprio questo tema alla London
School of Economics and Political
Science. Nel 1914, lo scoppio
della prima guerra mondiale lo
colse in Papua Nuova Guinea, dove
stava effettuando ricerche a
Maliu. Si era appena recato in
Australia per un convegno, quando
fu fermato. Inizialmente venne
internato come austro-ungarico
(l’Australia era una colonia
inglese), ma poi gli permisero di
raggiungere le isole Trobriand, in
Melanesia, dove passò due anni. E’
qui che effettuò lo studio
etnografico più importante della
sua vita, quello sulla cultura
indigena locale. In questi anni
Malinowski nel suo studio
etnografico non spaziò su tutta la
cultura delle isole, ma mantenne
la sua attenzione sulla cerimonia
del kula, una tradizione esclusiva
dell’arcipelago, utilizzata
successivamente per studi, teorie
e approfondimenti.
Finita
la guerra, nel 1922 Malinowski,
non solo prese il dottorato in
antropologia, alla London School
of Economics (dove peraltro iniziò
ad insegnare), ma pubblicò anche
il testo Argonauti del pacifico
occidentale, che gli valse
notorietà e grande approvazione.
Grazie al suo intenso lavoro la
stessa scuola londinese divenne un
centro di studi antropologici ai
massimi livelli in tutto il mondo.
All’inizio della seconda
guerra mondiale, Malinowski, la
moglie inglese Elsie Rosalie
Masson e le due figlie, si
trasferirono negli Stati Uniti.
Qui insegnò all'Università di
Yale. Morì qualche anno dopo, nel
1942.
Le innovazioni
introdotte da Malinowski nel campo
dell’etnografia, il metodo e
l'approccio pratico, hanno un
grande significato tuttora. Fu uno
dei maggiori studiosi del
funzionalismo britannico,
unitamente ad Alfred
Radcliffe-Brown, Questo movimento
si distingue per l’attenzione che
dà ai fattori interni ad un gruppo
sociale che ne mantengono
quell’equilibrio che contribuisce
al suo funzionamento. Nella
visione di Radcliffe-Brown,
l’organismo sociale è concepito
come un’entità vivente (secondo le
precedenti teorie di Emile
Durkheim), che caratterizza
l’antropologia sociale. Tuttavia,
lo stesso Malinowski, che ne fa
parte, si distingue in quanto egli
pone al centro della ricerca più
l’individuo che il gruppo sociale
di cui fa parte.
Forse il
libro più importante di
Malinowski, nonostante tutti
quelli pubblicati in vita, è il
libro postumo Una teoria
scientifica della cultura
(1944), scritto sulla base delle
proprie esperienze fatte nelle
Trobriand. In questo testo, egli,
superando l'interpretazione
tyloriana, della cultura come
elemento complesso, concepisce la
cultura come un “tutto integrato”,
a cui si rapportano e
contribuiscono tutti gli individui
che fanno parte del gruppo
sociale. Ponendo al centro i
bisogni umani universali,
definisce la cultura come
l’insieme delle risposte che ogni
società dà a questi. Poiché non
tutti i bisogni sono della stessa
importanza, egli ne traccia di tre
tipi. Al primo livello vi sono i
più essenziali e universali
(mangiare, dormire, riprodursi,
ecc.), a cui ogni cultura dà una
propria risposta. Da questa deriva
il secondo livello dei bisogni.
Tra questi l'organizzazione
politica e quella economica,
definite in funzione del
mantenimento della propria
coesione interna. Il terzo livello
ha un carattere culturale,
comprendendo tutte le tradizioni,
le credenze o la lingua.
Basandosi sui bisogni umani, già
definiti per importanza, egli
riesce ad individuare la singola
parte e metterla in rapporto ad un
quadro più ampio, quindi più
complesso. La parte, quindi, sotto
esame, può essere spiegata e
inquadrata in un insieme più
coerente e generale... Nel
1922, nel saggio Argonauti del
Pacifico Occidentale,
Malinowski diede origine ad un
dibattito tra studiosi sul metodo
da adottare nelle ricerche
etnografiche. Fino ad allora nelle
ricerche sul campo si era adottata
una semplice intervista. Egli
invece propose l’immersione
dell’analista nella realtà
quotidiana dell’informatore in
rapporto con gli altri individui e
del gruppo sociale di
appartenenza. Tutto questo per
comprendere dall’interno la realtà
e la visione del mondo del gruppo
etnico. Questo tanto da superare
la semplice descrizione in
funzione di una vera analisi.
Il punto di vista di Malinowski è,
a tutt’oggi, alla base del metodo
d'indagine etnografico.
Malinowski entrò in polemica anche
con la visione freudiana del
complesso di Edipo. Nel testo, del
1929, La vita sessuale dei
selvaggi nella Melanesia
nord-occidentale, egli
sostenne e dimostrò il diverso
approccio alla tematica di Freud,
per quanto riguardava il gruppo
analizzato nelle isole
Trobriand
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