Per
come la si voglia vedere, la magia
ha accompagnato sempre tutte le
civiltà umane, sin dai primordi.
Molti studiosi, ad esempio,
interpretano i graffiti, ritrovati
nelle caverne francesi, risalenti
al paleolitico, come forma di
magia primordiale., Le
rappresentazioni di scene di
caccia, avrebbero avuto funzione
propiziatoria per una caccia
fortunata. I disegni sarebbero
perciò una forma di occultismo o
stregoneria, o quantomeno di
superstizione.
Gli Egizi
La civiltà egizia, come è
noto, si basava fortemente
sull’uso della magia, gestita in
forma esoterica dalla classe dei
sacerdoti. Essi amministravano il
gran numero degli dei (anche
alcuni animali erano sacri),
l’imbalsamazione per le classi
nobili e la vita eterna del
faraone. Nel famoso libro dei
morti, vi erano codificati
tutti gli incantesimi necessari
per l’ingresso nell’oltretomba.
Parti di questo vennero riportati
su papiri, ma erano anche presenti
sui muri delle tombe e sul
sarcofago. Inoltre, con la
“apertura della bocca” di
statuette d’argilla (con una
specifica cerimonia) essi,
rendendole “vive”, creavano un
rapporto con il defunto.
Le
pratiche magiche, pur in gran
parte segrete, si accompagnavano
anche all’astrologia, la geometria
e la zoologia sacra, la
negromanzia e l’alchimia. In
sostanza gli egizi ritenevano il
mondo fisico come espressione
spirituale e quindi vivo. Spirito
e materia convivevano e si
relazionavano l’un l’altro.
Abbiamo una buona conoscenza di
tutte queste pratiche occulte
grazie al ritrovamento di rotoli
di papiro, scritti anche in più
lingue, come il greco, il copto ed
il demotico.
Nella
Mesopotamia grandissima importanza
era data all’astrologia, che si
riteneva influisse direttamente
con i fenomeni naturali e la vita
delle persone stesse.
Ciononostante, rilevante era il
legame con gli spiriti e i demoni.
Per richiamarli si usavano formule
magiche, un cerchio per proteggere
il sacerdote, l’utilizzo di
amuleti e bacchette rituali.
Tutte le civiltà della regione (la
cultura sumera, accadica e caldea
e tutta l’area persiana)
possedevano prescrizioni
cerimoniali basate su regole
magiche.
Grecia e
Roma Come quasi
tutta la cultura occidentale,
anche la magia proviene
dall’antica Grecia. Il termine
(mago) venne coniato da Erodoto
per denominare pratiche arcaiche e
pratiche di derivazione persiana.
Queste in periodo ellenistico si
fusero con astrologia, alchimia,
rituali magici ed esoterici. La
cultura che ne derivò fu alla base
del medioevo europeo ed
oltre. Durante il periodo
romano le pratiche magiche e
occulte erano parte della cultura
sia aristocratica che popolare.
Tanto che rientravano nel Diritto
giuridico, condanne per l’uso
fraudolento della magia. La stessa
letteratura romana è piena di
racconti ed invenzioni magiche,
tanto era d’uso comune.
Nel
medioevo
Con la nascita della religione
cristiana, la vita per la magia,
durante il primo medioevo, si fece
difficile. Molti gli autori che la
criticarono aspramente, quali
Sant'Agostino e Tommaso d'Aquino.
Tuttavia, nello stesso periodo in
nord Europa, vennero create figure
di semidei come Thor e Odino, dai
poteri soprannaturali. La
diffusione a livello popolare
della magia rimase comunque
notevole. Molti furono i trattati
a favore dei rituali esoterici,
comparsi come traduzioni di
importanti testi arabi. In periodo
umanista con il recupero anche di
libri greci e latini, l’editoria
sul tema divenne copiosa. Gli
umanisti traduttori resuscitarono
opere sostanziose, come i
quattordici libri denominati
Corpus Hermeticum. Nel
successivo Rinascimento (XVI
secolo) e nel secolo seguente,
convissero tra loro magia e
scienza, senza quasi soluzione di
continuità. La magia si impose e
crebbe per importanza. Cornelio
Agrippa von Nettesheim n |