Negli
ultimi decenni anche il cinema si
è messo a fare illusionismo. E’ il
caso degli effetti speciali e
delle elaborazioni al computer.
Ogni immagine proietta una realtà
sorprendentemente magica. Ora che
ne siamo abituati, “crediamo” a
quello che vediamo senza tanto
farci caso.
Gli
effetti speciali, così vengono
chiamati (il termine venne coniato
nel 1926), comprendono tutti i
trucchi applicati nel cinema, la
cui realizzazione sarebbe
altrimenti, troppo costosa,
pericolosa o impossibile. Un mago
degli effetti speciali, Eustace
Lycett (vincitore di due Oskar per
la loro realizzazione) li definì
“un'illusione di realtà”.
Generalmente vengono individuati
come trucchi ottici, ma
comprendono molto di più. Esistono
infatti effetti ottici, meccanici
e digitali (detti anche visivi),
oltre che sonori.
Tra gli
effetti ottici vi sono, ad
esempio, i finti fondali, creati
posizionando dopo la ripresa una
fotografia panoramica alle spalle
degli attori. Gli effetti
meccanici, di grande uso e
diffusione, anticipano quelli
digitali e comprendono
numerosissimi trucchi. Partendo
dalle finte scenografie e passando
per il trucco degli attori (mostri
apparenti o invecchiati
manualmente), si passa per gli
effetti atmosferici (la pioggia,
la nebbia,
il vento, la neve, le
nuvole scure o chiare, ma anche
l’effetto notte, o il buio
stesso), fino ad arrivare agli
effetti cruenti, come le
esplosioni, le sparatorie, gli
incendi e tutti gli altri effetti
pirotecnici. Anche l’uso di
stuntman o manichini rientra negli
effetti speciali. Da annoverare
tra i meccanici anche l’uso di
miniature, che divengono grandi
come dinosauri. Dagli anni
novanta, con lo sviluppo della
tecnologia informatica, sono
apparsi i primi trucchi digitali.
Questi originano dal cinema
d’animazione e quindi sono
elaborazioni al computer. Di costo
inferiore, di enormi possibilità e
con una sicurezzza maggiore di
produzione, gli effetti visivi
stanno sostituendo le vecchie
tecniche del passato. L’ uso
degli effetti speciali si è
allargato, col passare del tempo,
dal cinema alla televisione, al
teatro e altre forme di
spettacolo.
La loro genesi
è molto antica. Se il primo
trucco fotografico fu effettuato
nel 1856, da Oscar Rejlander, il
primo trucco cinematografico fu
realizzato dal regista
Alfred Clark, in un suo film, del
1895. Egli girò La prima
decapitazione, con la sostituzione
dell’attrice con un manichino. La
scena fu realizzata con un
semplice ferma immagine.
Tuttavia, tutti i critici indicano
come pioniere e maestro degli
effetti speciali, Georges Méliès,
regista e illusionista francese
dei primi del Novecento. Inventò
numerosi trucchi, presenti nei
suoi circa 500 cortometraggi. La
sua fervida fantasia trasformò il
cinema, come luogo e tecnica dove
l’apparenza diveniva realtà.
Harry Potter
Magia ed effetti speciali si
fondono nella fortunata serie
cinematografica di Harry Potter.
Il piccolo mago affronta sul
grande schermo avventure
mirabolanti, fantastiche e molto
coinvolgenti. Strabilianti
soprattutto per i bambini. Ed
è per i bambini che la scrittrice
inglese J. K. Rowling compose,
nel 1997, il suo primo libro,
Harry Potter e la
pietra filosofale.
Il testo ebbe inaspettatamente un
enorme successo, prima in
Inghilterra per poi propagarsi nel
mondo intero. Nel 1998, vinse il
Premio Cento, dedicato alla
letteratura per ragazzi. Nello
stesso anno, la Warner Bros
acquistò, intelligentemente, i
diritti cinematografici del libro,
Nel 2001, il primo film di Harry
Potter uscì nelle sale
cinematografiche, raccogliendo un
grande consenso mondiale. Fu tra i
maggiori successi della storia di
Hollywood. J. K. Rowling ha
composto, tra il 1997 ed il 2007,
7 volumi su Harry Potter e la sua
saga. Se mai ce ne fosse stato
bisogno, il cinema ha ampliato
enormemente il suo successo di
pubblico.
La serie di
libri, in dieci anni, ha venduto
circa 450 milioni di copie. Il
contenuto, la magia legata ad un
ragazzo, e gli strabilianti
effetti speciali si sono rivelati
un mix dal forte impatto popolare,
tanto da divenire subito un
fenomeno culturale e di costume.
Sarà stata una magia?
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