A livello di autori, letterari come di teatro, in
Spagna abbiamo nel Cinquecento il "secolo d'oro" con Miguel de
Cervantes Saavedra, in primis, epico e picaresco,
Lope de Vega, che
alcuni ritengono del livello di Shakespeare,
Tirso de Molina, e
Petro Calderon de la Barca, grande autore di " autos
sacramentales".
Tirso de Molina, pseudonimo di
Gabriele Téllez (Madrid, 1579 – Almazán, 12 marzo 1648)
deve la sua fama soprattutto all’opera drammatica
El Burlador de Sevilla y
convidado de piedra, in cui si narrano le alterne
vicende del protagonista Don Giovanni. Il suo
personaggio ha avuto una grande fortuna ed è stato
d’ispirazione a molti autori (di opere teatrali, in prosa e in
musica), basti ricordare il Don Giovanni di Mozart (ma anche Moliere, Byron, Metastasio, Goldoni ed
altri).
Tirso de Molina ha composto anche le due opere: I villini
di Toledo (nel 1621), un insieme di racconti brevi, e
Dilettare con giovamento
(nel 1635).
Con un debutto a soli tredici anni,
Lope Félix de Vega y Carpio (Madrid, 25 novembre 1562 –
Madrid, 27 agosto 1635) fu prolifico autore di drammi teatrali: il ricercatore Rennert y
Castro conta 723 opere, di queste 78 di attribuzione inesatta
o incerta, e 219 andate perdute. Addirittura Juan Pérez de
Montalbán, suo allievo e biografo, ne calcola 1800. Con
sicurezza si hanno: più di 3000 sonetti, 3 romanzi, 4
racconti, 9 epopee, 3 poemi didattici, e diverse centinaia di
commedie. Si occupò, in pratica, di ogni genere letterario,
escluso il romanzo picaresco. Cervantes lo qualificò
Monstruo de Naturaleza, Prodigio della natura, per
la sua capacità compositiva. Visse, spericolatamente, lo
spirito di un tempo che ha visto in Spagna operare autori
geniali del calibro di Gongora, di Tirso de Molina e di
Velasquez. Egli non fu da meno. Attraverso dialoghi di grande
verita' e di grande vivacita', seppe fondere il comico al
malinconico, la vita e la sfera affettiva della famiglia alle
meditazioni piu' elevate, la generosità e la grandezza alla
meschineria e alle miserie degli uomini. Immaginifico e e
di grande forza creativa,
Lope de Vega ebbe capacità drammatica, evidente senso scenico e
capacità nello sviluppo dell'azione. Come dicevamo, insieme a
Shakespeare si puo' ritenere l’ideatore del dramma moderno.
Pedro Calderón de la Barca (Madrid, 17 gennaio 1600
– Madrid, 25 maggio 1681) in un certame letterario del 1620,
in onore di Sant'Isidro,
conobbe il suo organizzatore, il grande scrittore Lope de
Vega. Dopo quell’incontro, nel 1623, egli compose il suo primo
pezzo teatrale: Amor, honor y poder.
Nella sua vita si
interessò soprattutto di "autos sacramentales",
un genere drammatico in cui divenne specialista (proprio della
cultura barocca spagnola). Il
contenuto teologico, fondamentale,
si univa nelle messinscene con capacità poetiche e
drammatiche. Iniziò nel 1634, e dopo essere stato ordinato
sacerdote (1651), gli “autos” divennero il suo tipo esclusivo
di composizione insieme alle commedie di carattere religioso o
mitologico. In essi
Calderón de la Barca diede prova della sua profonda conoscenza
teologica, in particolare di San Tommaso e dei gesuiti
neoscolastici. La sua
opera principale, per cui è famoso tuttora, è
La vida es sueño (La vita è sogno) del 1635. Scrisse
più di centodieci pezzi teatrali e pubblicò quattro Partes
dal 1636 al 1674.
|
|