Se il dramma romantico impera in Europa nel secolo XIX,
abbiamo svariate tendenze nelle diverse nazioni. Se in
Germania abbiamo Lessing e Schiller, con un teatro che fonde
tendenze neoclassiche, mitologiche e romantiche, la
Rivoluzione Francese, che smantella il senso religioso come
legame della collettività, in Francia si sviluppa il dramma
borghese (con Victor Hugo e il suo " Cromwell", Alexandre
Dumas con " Henri III et sa cour" e Alfred de Musset con "Lorenzaccio").
Il teatro assume la sua forma mondana e commerciale. In
Inghilterra operano Byron e Shelley.
L’opera di
Victor-Marie Hugo (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22
maggio 1885) in Francia segna le svolte letterarie: la
pubblicazione del dramma storico Cromwell, nel 1827, è
ritenuto il manifesto delle nuove teorie romantiche e il
dramma Hernani, del 1830, indica l'inizio del
Romanticismo in Francia. Se la prima rappresentazione dell’Hernani
fu interrotta da
scontri nella sala e diede inizio, con le sue innovazioni,
alla querelle tra antichi e moderni (chiamata la
bataille d'Hernani), l’opera verrà ripresa in seguito
da Giuseppe Verdi che ne darà una trasposizione lirica (Ernani,
1844). Innovatore e sovvertitore di regole, Hugo, già alla
pubblicazione del Cromwell,
polemizza sulle regole del teatro classico. In primis sulle
tre unità Aristoteliche e l'obbligo di
bienséance, cioè
del divieto d’uso di parole ritenute volgari o usuali,
proprie del vocabolario degli umili. Le diverse
contaminazioni, già presenti nel Cromwell,
il tragico e il
comico, il sublime e il grottesco, il raffinato e il popolare,
fanno dei suoi pezzi teatrali una composizione complessa e
difficile da mettere in scena. Gli attori sono riluttanti ad
eseguire le nuove forme teatrali da Hugo concepite, il
pubblico, soprattutto, fatica a seguire le innovazioni, tutto
questo è alla base della fortuna alterna che avrà il suo
teatro (Lucrezia Borgia, nel 1833, ad esempio, sarà un
successo; Il re si diverte, nel 1832, un fiasco). Hugo
insieme ad Alexandre Dumas, per superare le difficoltà della
messa in scena, decideranno di costruire uno spazio teatrale
apposito, il Théâtre de la Renaissance, dove viene
rappresentato il Ruy Blas nel 1838. Purtroppo, nel
1843, l’ennesimo insuccesso (del I Burgravi)
portano Hugo ad abbandonare il teatro, per rivolgersi ad altre
forme di composizione letteraria. Vi tornerà, a partire dal
1866, con la stesura di diverse pièces teatrali raccolte ne
Il teatro in libertà, pubblicato nel 1886. Nel 1841
Hugo viene accettato all'Académie française, dove occuperà il
seggio numero 14. Nel 1851 il colpo di stato di Napoleone
III che conquista il potere in Francia, lo portano a prendere
la decisione di “esiliarsi”, rigettando l'amnistia proclamata
dall'imperatore (“Dovesse
rimanerne uno solo, io sarò quel solo”).
Il 5 settembre
1870, con la caduta dell’imperatore e l'istituzione della
Terza Repubblica francese, Victor Hugo torna in patria,
accolto come il ritorno del "Padre della patria in esilio".
Con questi anni di esilio volontario (vent’anni),
Hugo conquista l’ammirazione illimitata dell’intera
Francia, a scapito dei suoi (pochi) critici. All’amicizia
profonda con Alexandre Dumas, si aggiunge la stima di autori
come Alphonse de Lamartine, Honoré de Balzac e Gérard de
Nerval. Altri grandi francesi non mancheranno di apprezzarlo
artisticamente e politicamente (Charles Baudelaire, Émile
Zola), altri, incondizionatamente lo ammirano artisticamente,
non così politicamente (Gustave Flaubert e Verlaine). La
sua tomba non poteva che trovarsi nel
Pantheon di
Parigi, posta accanto a
quelle di
Alexandre Dumas padre
ed Émile Zola, i tre grandi
scrittori francesi dell’Ottocento.
Insieme a Victor
Hugo, suo amico, Alexandre Dumas padre (Villers-Cotterêts,
24 luglio 1802 – Puys, località di Dieppe, 5 dicembre 1870)
rappresenta il romanzo storico e il teatro romantico francese.
Ebbe un figlio, Alexandre Dumas, anche lui scrittore. Nonostante Dumas padre, in questo
momento, è famoso, soprattutto, per i suoi romanzi (ad
esempio, il Ciclo dei moschettieri in tre parti), gli
inizi e i primi successi li ebbe come drammaturgo. Nel 1829,
un anno prima della messa in scena de l’Hernani
di Victor Hugo, fu rappresentato il suo dramma storico
Enrico III e la sua corte. Recitato all’autorevole
Comédie-Française da attori famosi e di alto livello (ad
esempio Mademoiselle Mars) ebbe ben 50 repliche, un’enormità
per i tempi. Sull’onda del successo, nel 1831, andò in scena
il suo Antony,
ritenuto
il primo dramma non storico romantico (il protagonista
era un personaggio byroniano contemporaneo). A questo fanno
seguito La Torre di Nesle (1832), melodramma storico; e
in particolare Kean (1836), ispirato alla vita del
popolare attore inglese Edmund Kean, molto recitato in seguito
da artisti di spicco (ne diede un’interpretazione
straordinaria Vittorio Gassman). Pur criticato sotto il
profilo dello stile, i suoi personaggi fanno ancora parte
della nostra cultura personale. Infatti I tre moschettieri
o il Conte di
Montecristo, hanno ispirato riduzioni cinematografiche e
televisive in tale numero da divenire figure popolarissime
presso il grande pubblico. Anche il genere nel quale era
maestro, il romanzo d'appendice, cioè la pubblicazione a
puntate sui giornali (il famoso "feuilleton") è divenuto il
genere più contemporaneo e moderno che ci sia (le moderne
fictions e le "soap opere"). Nel 2002 le sue spoglie sono
state trasferite al Panthéon di Parigi.
Alfred Louis
Charles de Musset (Parigi, 11 dicembre 1810 – Parigi, 2
maggio 1857) grande esponente del romanticismo francese che
sfumava verso il decadentismo, scrisse versi e raffinate
pièces teatrali. Nel 1832 esce per la prima volta lo
Spectacle dans un fauteuil, che si compone di un dramma (La
coupe et les lèvres), una commedia (À quoi rêvent les
jeunes filles?) e un racconto orientale (Namouna).
Già in queste opere Musset esprime la dolorosa tensione tra
dissolutezza e purezza, dramma che caratterizzerà anche le sue
opere seguenti (anche in Rolla, poema del 1833). La
sua appassionata storia d’amore (dal 1833 al 1834) con la
scrittrice francese George Sand ed il viaggio con lei in
Italia, lo ispireranno sia per il canovaccio de Lorenzaccio,
dramma romantico del 1834, sia per la stesura del suo unico
libro Confessioni di un figlio
del secolo.
(la sua storia d’amore ha ispirato la realizzazione del film
I figli del secolo
(Les Enfants du Siècle) scritto e diretto da Diane
Kurys nel 1999).
Al suo ritorno a
Parigi dà alle scene diverse commedie: Le Chandelier,(Il
candelaio, Non si scherza con
l'amore, Il ne faut jurer de rien ,
perdurate nel repertorio del Théâtre-Français. Nel 1837, de
Musset completa di scrivere la sua opera maggiore: il dramma
lirico Les Nuits (Nuits de mai, d'août, d'octobre,
de décembre), dove dolore, amore e ispirazione trovano
posto e contrasto drammatico. Dal 1835 al 1841, nel suo
periodo più fecondo compone Lettre à Lamartine del
1836, Souvenir del 1841, e le commedie Barberine,
Le Chandelier, Il ne faut Jurer de rien.
Riceverà la Legione d'onore il 24 aprile 1845 insieme a Honoré
de Balzac, e, nel 1852, sarà eletto all'Académie française.
A causa del suo alcolismo, morirà nel 1857 quasi dimenticato
da tutti. La sua tomba si trova nel
cimitero Père Lachaise, a Parigi
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