Ve li ricordate i libri “mille lire”? Era la cultura a
portata della gente. Un bene. Il male era la stampa tirata con i piedi, una
carta scadente, una grafica sbrindellata. La forma non rispecchiava il
contenuto, che era spesso quello di un classico. Così qualcuno sollevò la
questione: un libro deve possedere la sua dignità. E’ questa rispettabilità
che vorremmo dare ai libri da noi selezionati e pubblicati. Un e-book (che
poi è possibile avere anche a stampa) non è una lunga colonna di testo in
word, che si può scaricare gratuitamente da molti siti internet, per
rimanere poi dimenticato nel nostro computer. Attraverso la riedizione di un
libro, vorremmo farne riemergere la memoria fragorosa: quella che aveva
suscitato alla sua prima apparizione. Vorremmo rimetterne in circolo le
idee, in un mondo che vive alla giornata, perché ha dimenticato che è la
nostra esperienza che ci fa trovare il coraggio per spiccare il salto verso
il futuro.
Allora, se qualcuno domandasse perché ristampiamo cose
vecchie e pubblichiamo un libro nuovo come “Domina nocturna” che sempre di
cose vecchie parla, noi potremmo pure ribattere sorridendo: domandatelo al
mago Tre-Pi, personaggio delle fiabe di Capuana. Lui le storie vecchie se
le tiene in magazzino, imbalsamate. Il magazzino polveroso si potrebbe
paragonare ad una biblioteca. Ci trovate i libri del mondo, collocati negli
scaffali fatti a posta, classificati e numerati. Il problema è che le
biblioteche, comprese quelle su internet, sono vuote di lettori capaci di
leggerle. Le edicole sono invece piene di libri da comprare a pochi euro,
belli ed allettanti, ma servono per riempire librerie d’arredamento,
costruite per far mostra di una cultura che desideriamo possedere, ma che
non è ancora divenuta nostra.
I libri così rimangono mummificati, mentre
cercherebbero persone sensibili per tornare a nuova vita. Ogni libro, in
realtà, contiene il viaggio liberatorio dell’autore che racconta la propria
passione. Interesse di Experiences è portare alla conoscenza corretta di un
mondo legato alla realtà “quotidiana”, dove i prodotti della cultura (i
libri e ciò che narrano) non sono opere eccezionali isolate dal contesto.
Siamo in sintonia con quanti non ne possono più di libri sacrali, che
promettono la salvezza dal peccato dell’ignoranza. L’ignoranza, semmai, sta
nel considerare imbalsamato il passato, senza volerlo esplorare nella sua
vera essenza. Considerare gli autori come busti marmorei erti sul
piedistallo di un corridoio scolastico. Da venerare, perché irraggiungibili.
Un esempio del contrario? Il citatissimo Artusi. Anche
lui, come tanti autori d’oggi ha dovuto ingoiare bocconi amari (che per un
gastronomo è tutto dire). Ascoltiamolo: «Qui è bene a sapersi che gli
editori generalmente non si curano più che tanto se un libro è buono o
cattivo, utile o dannoso; per essi basta, onde poterlo smerciar facilmente,
che porti in fronte un nome celebre o conosciutissimo, perché questo serva a
dargli la spinta e sotto le ali del suo patrocinio possa far grandi voli».
Bene, impariamo ad ascoltare i libri, tra le loro righe nascondono sorprese.
Parliamone insieme e facciamo scaturire nuovi libri. E se è vero che oggi
esistono più scrittori che lettori, è solo perché nessuno vuole più rimanere
in silenzio. Scrittori di tutto il mondo unitevi. Experiences è qui per
darvi voce. |
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