Il Cairo inaugura il più grande complesso museale al mondo dedicato a una singola civiltà

Il Grand Egyptian Museum di Giza, inaugurato ufficialmente il 1° novembre 2025, è il più grande museo al mondo dedicato a una sola civiltà. Con oltre 100.000 reperti, tra cui l’intera collezione di Tutankhamon, unisce archeologia, architettura e tecnologia in un progetto monumentale che rilancia il ruolo culturale e diplomatico dell’Egitto nel Mediterraneo, con la partecipazione attiva anche dell’Italia.

Il Cairo inaugura il Grand Egyptian Museum, il più grande complesso museale al mondo dedicato a una singola civiltà.

A due chilometri dalle Piramidi di Giza, un’architettura avveniristica custodisce oltre 100.000 reperti dell’antico Egitto, compreso l’intero corredo di Tutankhamon. Tra le delegazioni presenti, anche l’Italia, rappresentata dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli, a testimoniare una lunga tradizione di cooperazione culturale tra i due Paesi.

Un museo per una civiltà universale

L’idea del Grand Egyptian Museum (GEM) nasce negli anni Novanta, quando l’Egyptian Museum del Cairo, inaugurato nel 1902, mostrava tutti i limiti di un’istituzione novecentesca: spazi saturi, carenza di standard conservativi, incapacità di esporre una collezione che cresceva senza sosta.
Il governo egiziano decise allora di realizzare un nuovo museo, alle porte della capitale, in grado di rappresentare il patrimonio nazionale con criteri museografici del XXI secolo. Il sito prescelto, lungo la via che conduce ad Alessandria, dialoga visivamente con la piana di Giza e le sue piramidi, fondendo l’antico e il contemporaneo in un unico sguardo.

Nel 2003, un concorso internazionale di architettura – con 83 Paesi partecipanti – premiò il progetto dello studio irlandese Heneghan Peng Architects. La loro proposta, un complesso triangolare in pietra calcarea e vetro, reinterpreta in chiave moderna le geometrie delle piramidi vicine, integrandole in un disegno urbanistico che sembra estendersi nel deserto.

Architettura, tecnologia e memoria

Con 500.000 metri quadrati complessivi, il GEM è un vero quartiere culturale: un museo, ma anche centro di restauro, di ricerca, auditorium, spazi educativi e giardini tematici.
L’ingresso principale introduce in una grandiosa atrium hall illuminata da luce naturale, dove svetta la statua monumentale di Ramses II, alta undici metri e pesante 83 tonnellate, trasferita nel 2006 dal centro del Cairo. Da qui si apre la Grand Staircase, un’imponente scalinata che accompagna il visitatore lungo un percorso cronologico di 12 gallerie, dalla preistoria alla dominazione greco-romana.

Le collezioni includono oltre 100.000 reperti, molti dei quali mai esposti prima. Il fulcro è la sezione dedicata a Tutankhamon, che per la prima volta riunisce integralmente i 5.394 oggetti rinvenuti nella tomba scoperta da Howard Carter nel 1922. L’esposizione sfrutta sistemi di illuminazione controllata, supporti invisibili e tecnologie digitali per restituire la dimensione originaria dei reperti, dai carri dorati ai sandali in papiro.

Il museo ospita anche il Khufu Boat Museum, dedicato alle imbarcazioni solari del faraone Cheope, e un centro di conservazione considerato tra i più avanzati al mondo. L’intero complesso è stato progettato per accogliere fino a 15.000 visitatori al giorno, pari a oltre cinque milioni l’anno.

Un progetto lungo vent’anni

La costruzione del GEM ha richiesto due decenni di lavori, rallentati da crisi economiche, instabilità politica e dalla pandemia. Il costo complessivo ha superato 1 miliardo di dollari, sostenuto in gran parte dallo Stato egiziano con il supporto di partner internazionali, tra cui il Giappone (attraverso la JICA).
Dopo alcune aperture parziali nel 2024, il 1° novembre 2025 si è tenuta l’inaugurazione ufficiale, evento simbolico per il Paese e per la comunità internazionale.

L’obiettivo dichiarato è duplice: creare un polo culturale di riferimento globale e rilanciare l’immagine turistica dell’Egitto come destinazione sicura e moderna. La posizione, a pochi minuti dalle Piramidi, consente al visitatore un’esperienza integrata: dal museo all’altopiano di Giza, in un continuum di storia e paesaggio.


La presenza italiana e la cooperazione mediterranea

L’Italia ha avuto un ruolo di rilievo nella nascita del GEM, fornendo consulenza sulla gestione, sull’accessibilità e sull’interpretazione dei reperti. In particolare, il Museo Egizio di Torino ha collaborato sul piano scientifico e museologico, consolidando una tradizione di scambi culturali che risale all’Ottocento.

All’inaugurazione, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha rappresentato il Governo italiano, sottolineando il valore strategico di un dialogo euro-mediterraneo fondato sulla cultura e sulla conoscenza.
Di seguito, il comunicato ufficiale diffuso dal Ministero della Cultura.


Comunicato ufficiale del MiC (1° novembre 2025)

“È una gioia e un onore rappresentare il governo italiano all’inaugurazione del Grand Egyptian Museum.
Uno scrigno che esalta la magnificenza della civiltà egizia e il suo fascino senza tempo.
Siamo lieti che questo straordinario patrimonio culturale, orgoglio dell’Egitto, abbia una nuova, monumentale casa.
Investire nella cultura è essenziale per promuovere pace, stabilità e sviluppo nel Mediterraneo.
Italia ed Egitto vantano rapporti millenari e una cooperazione culturale esemplare, che apporta benefici a entrambe le Nazioni e rappresenta un modello di riferimento per il dialogo euro-mediterraneo.”

Con una superficie di 500.000 mq e una collezione di oltre 100.000 reperti, il museo offre un percorso immersivo tra storia, tecnologia e architettura contemporanea.
Il contributo italiano si è concentrato su aspetti gestionali e di accessibilità, grazie alla collaborazione scientifica del Museo Egizio di Torino.

La visita del Ministro Giuli si inserisce in un quadro di rapporti culturali sempre più intensi tra Italia ed Egitto, già confermati dalla mostra “Tesori dei Faraoni” inaugurata il 23 ottobre 2025 alle Scuderie del Quirinale.

Le consolidate relazioni tra i due Paesi rappresentano un successo della diplomazia culturale nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa, testimonianza della consapevolezza italiana verso la matrice mediterranea e africana della propria identità culturale.

(Ufficio Stampa e Comunicazione MiC, Roma, 1 novembre 2025)


Una nuova capitale della memoria

Il Grand Egyptian Museum è destinato a cambiare la geografia culturale mondiale. È al tempo stesso archivio e spettacolo, ricerca e racconto.
Il suo linguaggio architettonico — severo, luminoso, costruito sul dialogo tra pietra e luce — si rivolge a un pubblico planetario, ma parla la lingua universale del tempo.
Con l’apertura del GEM, l’Egitto consegna al XXI secolo non solo i tesori dei faraoni, ma anche una visione di futuro in cui la conoscenza diventa forma di diplomazia.


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