
Con la sua mano inaudita e la plastica eleganza del tratto, la pittrice polacca Tamara de Lempicka (1894-1980) incarna l’apice dello stile Art Deco tra le due guerre, offrendo ritratti di élite e nudi dallo splendore lucido e sofisticato che tuttora lascia il segno.
Il suo percorso, dalla Varsavia zarista al fulgore parigino sino all’esilio in America e in Messico, rivela non solo una pittrice abilissima ma una figura che seppe forgiare la propria immagine e il proprio mito.

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Le origini e la formazione
Tamara Rozalia Gurwik-Górska (il nome esatto è oggetto di revisione) nacque il 16 giugno 1894 a Varsavia — allora parte del Regno di Polonia sotto influenza russa.
Figlia di una famiglia di condizione agiata, fu educata in un contesto cosmopolita, viaggiando anche per l’Italia e apprendendo l’arte fin dalla giovinezza.
La Rivoluzione russa del 1917 travolse il privilegio della sua famiglia: il marito, l’avvocato polacco Tadeusz Łempicki, venne incarcerato e la coppia dovette fuggire.
A Parigi, Tamara si qualificò all’arte frequentando l’Académie de la Grande Chaumière e studiando con maestri come André Lhote, che contribuirono a definire la sua estetica figurativa ben radicata eppure preziosamente moderna.
Lo stile e l’affermazione professionale
Nel clima effervescente di Parigi degli anni 20, Tamara de Lempicka sviluppò uno stile del tutto personale: fusione di classicismo (in particolare l’eco di Jean‑Auguste‑Dominique Ingres), accenti cubisti “morbidi” e l’estetica sofisticata dell’Art Deco.
Come nota una guida della casa d’aste: «Un’introduzione all’artista che catturò l’alta società dell’epoca con uno stile Art Deco che trasudava “icy chic” e sensualità elegante».
Tra le sue opere più emblematiche si annovera l’Autoportrait (Tamara in a Green Bugatti) del 1929, dove l’artista si raffigura al volante di una Bugatti verde: simbolo di auto-affermazione, lusso e modernità femminile.
La composizione di ritratti di aristocratici, celebrità e della propria cerchia – con una resa lucida, levigata, quasi plastica – le valse fama immediata e incarichi prestigiosi.
Temi ricorrenti e simbolismo
Nel lavoro di de Lempicka emergono alcuni filoni costanti:
- Ritratti di potere e di lusso: figure ritratte con posati quasi scultorei, ambientazioni minimali ma di grande effetto, abiti e oggetti simbolici di status.
- Nudi e seduzione: la pittrice affronta il corpo con nettezza formale e lucentezza, come nel celebre The Dream (1927).
- Fusione stilistica: la sua tecnica recupera la resa levigata della tradizione rinascimentale, la geometria del cubismo e l’eleganza della moda anni 20. Un critico annota che «tra cento dipinti si riconoscerebbe sempre il suo».
- Identità e modernità femminile: L’autoritratto in Bugatti è emblematico della sua volontà di costituirsi come soggetto autonomo, non mero oggetto del dipinto.
Il declino e la riscoperta
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, de Lempicka lasciò l’Europa per gli Stati Uniti: l’Art Deco era ormai percepita come superata rispetto ai nuovi linguaggi dell’arte d’avanguardia.
Negli anni 50-60 si dedicò anche a sperimentazioni astratte, che però non ottennero l’impatto delle sue opere classiche.
Fu solo alla fine degli anni 60, con la rivalutazione del gusto per l’Art Deco, che la sua produzione tornò al centro dell’attenzione critica. Una retrospettiva del 1972 a Parigi segnò la ripartenza del suo mercato.
L’eredità e il mercato dell’arte
Oggi Tamara de Lempicka è considerata non solo una raffinata pittrice di ritratto, ma un simbolo dell’eleganza tra le guerre. Il suo lavoro appare in collezioni importanti, comparendo nella cultura pop (ad esempio nei video di Madonna) e nei cataloghi delle principali case d’aste.
Il mercato conferma questa rilevanza: un suo dipinto, Portrait of Marjorie Ferry (1932), ha stabilito record all’asta nel 2020.
Tamara de Lempicka resta figura chiave per comprendere l’instantanea estetica degli anni 20-30: una pittrice che seppe abitare con naturalezza il mondo dell’alta società e trasformarlo in arte, mantenendo però nelle sue opere la tensione tra lusso apparente e disciplina formale.
Nel profilo di modernità che essa dipinge – donna, artista, imprenditrice della propria immagine – si riflette anche la complessità del periodo tra le guerre: un’epoca di rottura, di glamour ma anche di inquietudine.
In un panorama storico-artistico dominato da grandi rivoluzioni visive, la sua proposta resta singolare: non un annuncio di rottura radicale, ma una raffinata trasformazione di stile e contenuto, che oggi risuona come un modello di eleganza autonoma e consapevole.
Galleria delle opere principali di Tamara de Lempicka
1. Autoportrait (Tamara in a Green Bugatti), 1929

- Tecnica: olio su tela, 35 × 27 cm circa
- Collocazione: collezione privata (originariamente commissionato per la copertina di Die Dame)
- Descrizione: l’artista si ritrae al volante di una Bugatti verde, con casco e guanti di pelle, lo sguardo fiero e indipendente.
- Significato: manifesto di emancipazione e potere femminile, l’immagine incarna l’ideale di donna moderna, elegante e padrona del proprio destino.
2. La jeune fille en vert (Giovane donna in verde), 1927

- Tecnica: olio su tela, 116 × 81 cm
- Collezione: Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou, Parigi
- Descrizione: una figura femminile sinuosa e geometrica, costruita su piani e curve plastiche.
- Significato: il verde intenso, colore della modernità e della speranza, sottolinea la tensione tra freddezza e sensualità, cifra costante dell’autrice.
3. La dormeuse (La dormiente), 1930

- Tecnica: olio su tela, 65 × 92 cm
- Collezione: Museo d’Arte Moderna di Lussemburgo
- Descrizione: un nudo femminile disteso su lenzuola color crema, dipinto con la lucentezza di una scultura in marmo.
- Significato: la sensualità è trattenuta dalla compostezza classica; il corpo, levigato e pieno, sembra più costruito che vissuto, tra mito e modernità.
4. Portrait of Ira P. (Ritratto di Ira Perrot), 1930

- Tecnica: olio su tela, 92 × 73 cm
- Collezione: collezione privata
- Descrizione: un ritratto di elegante tensione formale, la figura è avvolta in un mantello, lo sguardo diretto verso lo spettatore.
- Significato: testimonia la sua capacità di fondere l’eleganza borghese e il rigore plastico tipico dell’Art Deco.
5. The Dream (Il sogno), 1927

- Tecnica: olio su tela, 97 × 130 cm
- Collezione: Tamara de Lempicka Museum (Polonia)
- Descrizione: una giovane nuda, adagiata in un abbandono sensuale, gli occhi chiusi, immersa in un’atmosfera di quiete.
- Significato: il sogno come rifugio interiore e al tempo stesso come oggetto di desiderio: la pittura diventa superficie lucida del subconscio borghese.
6. Portrait of Marjorie Ferry, 1932

- Tecnica: olio su tela, 100 × 65 cm
- Collezione: privata; battuto all’asta da Christie’s (2020) per oltre 16 milioni di dollari
- Descrizione: la modella è colta di tre quarti, la pelle diafana, le labbra vermiglie, l’abito perlaceo.
- Significato: emblema della fase matura dell’artista: precisione glaciale, erotismo controllato, lusso come linguaggio visivo.
7. Andromède, 1929

- Tecnica: olio su tela, 130 × 95 cm
- Collezione: Musée des Beaux-Arts de Nantes
- Descrizione: il mito classico riletto in chiave laica e contemporanea: una figura nuda, imprigionata in forme metalliche che ricordano la meccanica industriale.
- Significato: il mito greco diventa metafora dell’alienazione moderna, imprigionata tra sensualità e costrizione sociale.
8. La Musicienne, 1929
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- Tecnica: olio su tela, 115 × 80 cm
- Collezione: Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris
- Descrizione: una donna che suona la chitarra, colta in torsione, con abiti e colori che evocano la vitalità della Parigi degli anni 20.
- Significato: l’arte come libertà e celebrazione estetica, l’immagine della musica come ritmo del tempo moderno.
9. Nude with Dove (Nudo con colomba), 1931

- Tecnica: olio su tela, 120 × 80 cm
- Collezione: privata
- Descrizione: una donna nuda abbraccia una colomba bianca, il volto assorto.
- Significato: tensione tra purezza e desiderio, allegoria della pace e della sensualità conciliata.
10. Portrait de Suzy Solidor, 1933

- Tecnica: olio su tela, 92 × 65 cm
- Collezione: Musée du Château de Cagnes-sur-Mer
- Descrizione: la cantante e musa Suzy Solidor posa in atteggiamento regale e audace, icona di una femminilità libera e provocatoria.
- Significato: de Lempicka trasforma le sue modelle in archetipi di potere e consapevolezza: l’erotismo non più come concessione, ma come conquista.
Appendice: opere eclettiche e tardive
- Adam et Ève (1932): esplorazione del dualismo sessuale, con figure monumentali e compatte.
- Abstract Composition (1950 ca.): esperimento non figurativo, testimonianza della sua volontà di aggiornarsi ai linguaggi contemporanei.
- Still Life with Calla Lilies (1941): esempio della fase americana, dove la sensualità cede il passo alla malinconia.
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