Siamo quelli del 7 aprile

Forum Macroregione Meridionale Centro Occidentale – Università degli Studi di Messina Aula Magna – 7 aprile 2018

 

Chi ha bisogno del Mediterraneo?

 

Si è svolto nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina il Forum sul tema “La Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale”. Con il Patrocinio dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’Università di Messina, in collaborazione con il Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano (CAFI), con il Gruppo MMCO, con numerose Associazioni, Club Service e organizzazioni di varie regioni d’Italia si è svolto sabato 7 aprile 2018 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina il FORUM su “La Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale” (MMCO). Dopo i saluti delle autorità, sono intervenuti il Presidente dell’A.I.C.C.R.E Puglia Giuseppe Valerio, il Presidente del Rotary Club Messina Alfonso Polto, il Presidente Domenico Magliarditi del Kiwanis Club Milazzo, Sergio di Giacomo a nome dell’Associazione Culturale Antonello da Messina, la Prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo Presidente dell’Accademia Euromediterranea delle Arti, il Segretario del Movimento Federalista Europeo – Sezione di Lecce, il Prof. Domenico Venuti Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale del Fante – Riconosciuta dal Ministero Difesa.
Patrizia Causarano ha ricordato come l’istituto della macroregione sia uno strumento della Comunità Europea, nato con lo scopo di favorire la partecipazione al processo decisionale non solo degli Stati ma anche delle Regioni, degli Enti Locali e della società civile in aree circoscritte dello spazio europeo.
Nel 2009 venne istituita la prima macroregione, denominata del Mar Baltico (EUSBSR), poi, nel 2010 la macroregione del Danubio (EUSDR), nel 2014 l’Adriatico-Ionica (EUSAIR), infine, nel 2015 la macroregione Alpina (EUSALP). La strategia UE per la Macroregione del Mar Baltico (EUSBSR) coinvolge otto Stati membri (Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania e Polonia), riuniti dalla comune necessità di affrontare sfide specifiche attinenti alla macroregione, con particolare attenzione per la situazione ambientale del Mar Baltico. La strategia, aperta alla cooperazione con i Paesi vicini Russia e Norvegia, non appartenenti all’Unione Europea ha tre obiettivi principali: salvaguardare il mare, potenziare le infrastrutture per migliorare i collegamenti all’interno della macroregione e accrescere il benessere dei cittadini, anche combattendo la criminalità. La strategia UE per la Macroregione del Danubio (EUSDR) coinvolge nove Stati membri dell’UE (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Bulgaria, Romania e Croazia) e cinque Paesi extra UE (Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Ucraina e Moldavia) ed ha quattro ambiti prioritari: promuovere i collegamenti nella regione del Danubio; proteggere l’ambiente; creare prosperità e rafforzare la regione anche dal punto di vista della sicurezza.
La strategia UE per la Macroregione Adriatica e Ionica (EUSAIR) coinvolge 8 paesi di cui 4 stati membri UE (Italia, Slovenia, Croazia, Grecia) e 4 stati non membri (Montenegro, Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia). Le regioni italiane coinvolte sono tutte quelle bagnate dall’Adriatico e dallo Jonio, ed inoltre comprendono la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e l’Umbria. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere una crescita sostenibile in termini economici e sociali della macroregione, supportando al contempo il processo di integrazione dei paesi balcanici dell’area. La strategia riguarda principalmente le opportunità dell’economia marittima: i trasporti mare – terra, la protezione dell’ambiente marino, il turismo sostenibile e la connettività nel campo dei trasporti e dell’energia.
La strategia UE per la Macroregione alpina (EUSALP) coinvolge cinque paesi membri UE (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e due non appartenenti alla UE (Liechtenstein e Svizzera) per un totale di 48 regioni. La strategia comune interessa tre settori politici tematici orientati all’azione e un’area trasversale. Il primo è quello della crescita economica e dell’innovazione mediante attività di ricerca su prodotti e servizi specifici della regione alpina, poi la connettività e la mobilità, con il miglioramento della rete stradale e ferroviaria e l’espansione dell’accesso a Internet via satellite nelle aree remote. Seguono interventi nel campo dell’ambiente e dell’energia con la messa in comune delle risorse per salvaguardare l’ambiente e promuovere l’efficienza energetica nella regione. L’area strategica trasversale riguarda la governance, compresa la capacità istituzionale per migliorare la cooperazione e il coordinamento dell’azione. Sull’esperienza delle quattro macroregioni esistenti è nata l’idea di istituire la MMCO.

Da sinistra, Sergio Bertolami, Patrizia Causarano, Giovanni Saccà, Cosimo Inferrera hanno presentato l’idea progetto per la costituzione della MMCO.

Il Prof. Cosimo Inferrera, emerito dell’Accademia, già patologo universitario, da qualche anno dedito allo studio dei problemi del territorio meridionale ha sottolineato come dalla istituzione della MMCO debba finalmente emergere <il focus> della futura politica interna ed estera nazionale. Da quasi XX secoli Strabone, geografo storico e Paolo D’Agostino Orsini di Camerota scrivono le stesse cose. E Franco Cardini al Parlamento Europeo afferma, a conclusione della Sua lectio magistralis, che l’Italia ha bisogno del Mediterraneo, che il Mediterraneo ha bisogno dell’Italia, che l’Europa ha bisogno di entrambi. Però tutto questo non si vede in modo organico, equo. Il primo punto da affrontare consiste, dunque, nell’attuare gli interventi necessari a mettere il Sud al passo della velocità di sviluppo dell’intero Paese per le infrastrutture e i servizi; il secondo punto è assegnargli una missione storica, strategica, all’interno del disegno complessivo della nuova Italia e del nuovo modello di Europa, che attraverso MMCO vogliamo.
L’ing. Giovanni Saccà, responsabile Settori Studi e Trasporti Ferroviari C.A.F.I., ha evidenziato l’importanza dei corridoi europei della rete TEN-T e dei corridoi del nord Africa della rete TMN-T in corso di realizzazione e del loro futuro legame. I paesi del Maghreb si stanno industrializzando, migliorando le infrastrutture e le comunicazioni nel rispetto degli standard internazionali, allo stesso modo di quanto avviene in Europa. La simbiosi nella regione mediterranea è sempre stata forte e gli investitori cercano opportunità in aree ricche di idee, di energia e di sottooccupazione. È necessario cogliere tali opportunità, eliminando gli ostacoli che rallentano lo sviluppo socioeconomico dei paesi rivieraschi del Mediterraneo Centro Occidentale. Tra gli obiettivi della MMCO ci sono una maggiore integrazione culturale, la tutela ambientale, la ricerca scientifica, l’innovazione, i sistemi energetici, la connettività territoriale, la mobilità urbana sostenibile, la lotta alla criminalità interna ed esterna.
L’arch. Sergio Bertolami ” ha realizzato la rivista “Esperienze Mediterranee”, presentata durante il FORUM quale organo ufficiale del qualificato Gruppo di studio e di ricerca che promuove la costituzione della MMCO. Di efficace impatto visivo e gradevole consultazione può essere scaricata gratuitamente tramite PC, tablet e smartphone, utilizzando l’indirizzo https://www.experiences.it/; la rivista può essere diffusa liberamente. Sul primo numero sono stati pubblicati 16 articoli di esperti che illustrano vari aspetti relativi all’iniziativa. Sul secondo numero saranno pubblicati gli atti del Forum sulla MMCO del 7 aprile, tenutosi presso l’Università degli Studi di Messina.
Il vice presidente della Regione Sicilia, On. Prof. Gaetano Armao ha quindi sottolineato la grande importanza del progetto macroregionale non solo per l’Isola, ma per il meridione d’Italia, e più in generale per tutta l’area del Mediterraneo Centro Occidentale. Richiamandosi alla “Dichiarazione di Palermo”, sottoscritta il 15 maggio 2010 da 50 istituzioni e da 20 paesi, Egli ha concordato sulla necessità di correggere la globalizzazione attraverso la messa in opera di modelli alternativi, partendo dal rilancio del partenariato euro-mediterraneo e puntando sulla tutela e valorizzazione della persona, dei territori e dell’economia reale.

Da sinistra, Stefano Agosta, Andrea Cozzolino, Andrea Piraino, Michela Giuffrida, Giovanni Ardizzone, sono stati i relatori di riferimento della mattinata.

Nel corso del primo panel su “Le Strategie per Il Mediterraneo” sono state richiamate più volte la “Relazione sull’evoluzione delle strategie macroregionali dell’UE: pratiche attuali e prospettive future, in particolare nel Mediterraneo”, discussa dal Parlamento Europeo durante la seduta 27/06/2012 (A7-0219/2012) e approvata il 3 luglio 2012, e non ultima la Risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2018 sull’attuazione delle strategie macroregionali dell’UE (2017/2040 (INI)).
Da qui tutti i relatori hanno concordato che i tempi siano maturi per la costituzione della “Macroregione Mediterranea Centro Occidentale”. L’eurodeputato Michela Giuffrida della Commissione Sviluppo Regionale del Parlamento Europeo, relatrice del rapporto sulla Macroregione Adriatica–Ionica, e l’eurodeputato Andrea Cozzolino, vice-Presidente della Commissione per lo Sviluppo Regionale del Parlamento Europeo hanno lodato l’iniziativa e si sono impegnati a promuovere un nuovo Forum internazionale a Napoli, in altre Città Metropolitane del Sud e infine a Bruxelles dove dovrebbero intervenire i rappresentanti di tutte le Regioni interessate, che in tale occasione potrebbero sottoscrivere appositi impegni da inoltrare ai rispettivi governi, all’Unione Europea e all’Unione del Mediterraneo.
La Strategie per il Mediterraneo, sotto l’abile, lucida guida del moderatore Andrea Piraino, Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Palermo sono state illustrate da Giovanni Ardizzone, già presidente ARS, il quale ha sottolineato il possibile ruolo chiave svolto dalle Città Metropolitane nella edificazione della MMCO, in cui grazie all’interazione costruttiva, pensata e condotta a buon fine con Catania la Città di Messina è riuscita ad inserirsi fra le Città Metropolitane. A chiusura Stefano Agosta, professore della Scuola costituzionalista messinese ha illustrato la crescente importanza che una struttura di multilevelgovernance può per il futuro rivestire in vista di un rilancio dello sviluppo socio-economico del meridione d’Italia e dei paesi che si affacciano sul bacino Mediterraneo centro-occidentale. Pensata per superare le barriere territoriali tra Regioni, tale strategia promette di garantire, infatti, una maggiore partecipazione di Autorità regionali e locali e della cittadinanza alle politiche di cooperazione europee ed euro mediterranee nei più svariati campi (dalla cultura, l’ambiente, la ricerca scientifica e l’innovazione all’energia, la connettività territoriale e la mobilità urbana sostenibile).
Maurizio Ballistreri, già deputato al Parlamento siciliano, professore giuslavorista dell’Università di Messina, discussant della Sessione ha concluso. “Tra le ipotesi per rilanciare il Mezzogiorno è molto suggestiva, ma anche fondata, quella relativa alla realizzazione di una Macroregione Mediterranea Centro-Occidentale. Un’ipotesi che consentirebbe al Sud complessivamente di aumentare la propria consistenza sia demografica che economica, conferendogli, finalmente, soggettività politica. In questa prospettiva, una Macroregione del Sud d’Italia integrata con le aree territoriali del Maghreb e dell’Europa latina, potrebbe costituire il punto di incontro delle nuove rotte della globalizzazione, segnate dall’ormai prepotente ruolo della Cina, ma anche dall’emergere di alcune potenze africane, che hanno già ridefinito l’asse geopolitico ed economico verso il Sud del globo. Un nuovo quadro internazionale che potrebbe dare un ruolo significativo alla Sicilia e alla Calabria, in una logica di interazione con il Sud d’Europa (segnatamente con parte della Spagna) e di partnership con il Nord d’Africa, per intercettare merci e capitali che provengono dalle aree di nuovo sviluppo del mondo, in una logica di nuova centralità del Mediterraneo. La Macroregione Mediterranea Centro Occidentale potrebbe costituire lo strumento per rimuovere la condizione che il nostro Meridione storicamente ha subito di <deserto vascolare>, a patto che si ponga un’adeguata strategia infrastrutturale che renda il Mezzogiorno attrattivo e competitivo”. I temi sono stati ripresi e ampiamente discussi nel corso del dibattito che ne è seguito. A nome della Fondazione Nuovo Mezzogiorno è intervenuto il vicepresidente On. Francesco Barbalace, nonché l’Avv. Pippo Trischitta quale candidato a sindaco di Messina.
La proposta operativa di costituzione della MMCO è stata illustrata da Rocco Giordano Editore, Economista dei Trasporti, che ha proposto, tra l’altro, di portare l’iniziativa all’attenzione della Conferenza Stato Regione – Regioni del Mezzogiorno – ANCI. Il testo integrale di tale proposta sarà pubblicato sia sulla rivista.
Il pomeriggio di lavori si è aperto con il contributo di idee del Prof. Paolo Pantani, in qualità di Presidente emerito di ABC (Acli Beni Culturali della città metropolitana di Napoli), che ha fatto riferimento all’intervento del Prof. Inferrera sui centri di spesa che strangolano l’intera economia nazionale. È giusto rivendicare – ha continuato Pantani – il ruolo centrale del Mediterraneo sullo scacchiere europeo, sia per quanto riguarda i traffici economici e sia per i flussi demografici inarrestabili. L’occasione di parlare di questi argomenti potrebbe essere la presentazione a Napoli del libro-documento inedito sulla MMCO del costituzionalista Andrea Piraino. Sarà un modo per far conoscere questa attuale prospettiva per la costituzione di una macro-area nei territori che sono alla base delle culture, delle civiltà e delle religioni monoteiste. Apprezato l’intervento del Dott. Giovanni Raimondo Presidente del Kiwanis Messina.

Da sinistra, Francesco Attaguile, Giuseppe Campione, Annika Patregnani, Giuseppe Abbati, hanno animato la tavola rotonda del pomeriggio.

 

Durante la notevole tavola rotonda pomeridiana si è discusso sul ruolo dal <nuovo orizzonte Sud> Adriatico-Ionio -Tirreno dalla costituenda MMCO sotto la guida magistrale di Giuseppe Campione, già ordinario di Geografa politica dell’Università di Messina, Accademico onorario dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, già Presidente Regione Sicilia. “Siamo stati l’America dell’antichità” – diceva Lampedusa – e noi saremo il cuore della ritrovata mediterraneità. Così il Maestro all’attento uditorio, in estrema sintesi sul nocciolo della MMCO. E aggiunge: “Il Mediterraneo, intorno alla stupenda meravigliosa architettura che viene per noi da millenni, quella dello Stretto intangibile, non potrà mai diventare una servitù di passaggio!”.
Prendendo la parola Giuseppe Abbati, segretario generale di AICCRE Puglia, già Consigliere regionale della Puglia e Assessore al Comune di Bari ha ricordato come le Macroregioni nascano per volontà dell’UE per affrontare in maniera efficace sfide e criticità dei Paesi coinvolti nell’Area. Alcune Macroregioni sono state già costituite, quella del Mar Baltico, per esempio, che raggruppa otto stati membri, riuniti da alcune necessità comuni, tipo la salvaguardia del mare, il potenziamento delle infrastrutture per migliorare i collegamenti tra questi paesi Di Macroregione del Mediterraneo si parla da anni, ma questa non è stata creata, nonostante ci sia una risoluzione del 2012 del PE che motiva questa proposta e spiega il motivo per cui bisogna farla. “In sostanza significa, aggiunge il Segretario Abbati, che gli stati, le regioni lavorano insieme e scelgono le priorità per progetti comuni”. Questa della Macroregione Mediterranea Centro Occidentale è la sfida decisiva per convincere soprattutto il Parlamento italiano e quindi spingere l’UE ad andare avanti fino alla sua costituzione, perché l’operazione serve il Sud, soprattutto sposta il baricentro europeo verso il Mezzogiorno e quindi riduce il divario esistente tra nord e sud”.
Annika Patregnani, Architetto Presidente Biennale Habitat «Mediterraneo Patrimonio dell’Umanità» propone a “Quelli del 7 Aprile”, promotori della MMCO, la sottoscrizione di un Patto per il Mediterraneo, quale documento di pensiero politico e programmatico, di condivisione e implementazione di contenuti e valori per una rinascita dell’area mediterranea, dove i temi delle identità, delle culture, dei linguaggi, delle innovazioni, dei patrimoni ambientali e storici, tutti possano trovare espressione in progetti lungimiranti e in una convergenza di obiettivi e di azioni rivolti al futuro in versione sostenibile, unica via reale di crescita per mantenere equilibri di Pace e di benessere diffuso. A tal fine è necessario e urgente in questa fase di riassetto di posizioni e di rinnovato pensiero politico cercare un equilibrio tra le istanze d’identità e le dinamiche globali; e dunque creare un vero e proprio <Polo Geopolitico per il Mediterraneo> che accolga questa sfida. Per tale scopo la Biennale Habitat suggerisce di costituire un <Consiglio di Cooperazione Mediterraneo> che a partire dal Forum di Messina possa raccogliere e veicolare le migliori energie e le migliori intelligenze, in aperta sintonia con i principi di condivisione culturale, base di ogni crescita di civiltà e di comunità. Il Consiglio di Cooperazione Mediterraneo potrebbe avere i seguenti ruoli: cabina di regia per il coordinamento delle fasi di sviluppo della MMCO (ampliamento inclusivo dei partner pubblici e privati selezionando gli attori sociali e i portatori di interesse economico, implementazione della partecipazione pubblica ai processi decisionali); incubatore multi-tematico per un efficace supporto alle progettualità che nascono dalla sinergia tra società civile, scientifica, culturale e le istituzioni locali e regionali aderenti all’iniziativa macro-regionale.
Francesco Attaguile ha messo mano ai suoi lusinghieri trascorsi. Dopo aver lasciato la direzione generale dei rapporti europei e internazionali presso la Regione Sicilia – tenuta a Bruxelles per un quindicennio (portando a casa molti miliardi di euro, purtroppo non tutti ben spesi dalla Regione) – ha fondato con più di un centinaio di soggetti, non solo siciliani e tutti operatori dell’internazionalizzazione, “HUB Sicilia Internazionale” per accelerare l’unico processo che consenta alla Sicilia e alle altre regioni meridionali di riposizionarsi nel mutato contesto mondiale. Per questo ha avviato con il Governo maltese la costituzione di un G.E.C.T. (Gruppo europeo di cooperazione territoriale), istituto di diritto pubblico volto a favorire la realizzazione delle grandi infrastrutture logistiche (compreso il ponte sullo Stretto di Messina), facenti parte del Corridoio n. 5 della Rete europea dei trasporti TEN T, riconquistato dopo un serrato negoziato con l’UE, condotto a Bruxelles nel 2011, purtroppo rimasto sulla carta. Ha ricordato ancora l’altro GECT Archimed, che associa le isole del Mediterraneo per attuare la Macroregione Mediterranea, ponte avanzato verso i popoli e le culture, le economie e gli scambi del nuovo scenario globale.
Il secondo panel di lavori è stato concluso dal prof. Bruno S. Sergi dell’Università degli Studi di Messina e della Harvard University. Dopo aver commentato i passaggi più rilevanti tratti dagli interventi del moderatore della sessione di lavori, prof. Campione, e dei tre relatori, il prof. Sergi ha discusso il tema delle politiche regionali europee e, non di meno, affrontato quello delle nuove macroregioni europee. Pur in presenza di una valida e innovativa opportunità di crescita all’interno della recente e ambiziosa politica di coesione dell’UE, le nuove strategie richiedono sforzi di precisa elaborazione progettuale e puntuale implementazione quale necessario passaggio per garantire chiari risultati di breve, medio e lungo termine. Le conclusioni sono state tratte con il ben noto acume e la solita verve creativa da Geri Villaroel, Giornalista, Romanziere, illuminato, instancabile Direttore della rivista periodica mensile “Moleskine”, che da anni svolge insostituibile ruolo di conoscenza e divulgazione, di suggestioni e ricordi, di opinioni e immagini, luoghi e personaggi di Messina e del suo circondario, traendone spunti di rilevante interesse con articoli di notevoli contenuti socio-culturali per una rinnovata visione dell’Area dello Stretto di ieri, di oggi, di domani. Per questi meriti l’Associazione Culturale Antonello gli ha dato un significativo riconoscimento. Alla fine, tutti i presenti hanno riconosciuto con un caloroso applauso a <Quelli del 7 aprile> che instancabilmente si sono prodigati per la riuscita dell’evento.