Our European heritage – La nostra eredità europea
Ragazza: Quando sono nata, ero come una pagina bianca. Il lavoro artistico delle generazioni passate ha plasmato la mia vita e mi ha insegnato tutto. Ha accompagnato ogni mossa che ho fatto. Il patrimonio europeo è un insieme di conoscenza, esperienza, genio creativo. È capace di stuzzicare la mia curiosità. L’innovazione guida il mio presente: dal mio passato al mio futuro. Quello in cui credo, cosa decido, cosa faccio, ciò che apprezzo oggi, sarà il passato per le generazioni future. Io sono il passato, io sono il futuro, io sono europea.
FONTE: EU Science & Innovation Innovation and Cultural Heritage
Orhan Pamuk On The Museum Of The Person – Orhan Pamuk sul Museo della Persona
Giornalista: Pamuk ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2006, ha in seguito pubblicato il “Museo dell’innocenza”. (Rivolgendosi allo scrittore) Può parlare con noi riguardo all’idea di un museo delle persone e non del potere?
Pamuk: Io amo i piccoli musei, dove l’individualità di una singola persona è in grado di dare un senso ad una intera collezione. Penso che i curatori dei musei dovrebbero comportarsi come dei romanzieri, i quali esplorano l’individualità delle persone rispetto alla Storia degli Stati e delle Nazioni. Musei come il Louvre, il Metropolitan, il British, rappresentano un’intera Nazione. Penso, invece, che dobbiamo avere piccoli musei, i quali evidenzieranno l’individualità delle persone piuttosto che lo Stato dei grandi poteri. Soprattutto in Asia, in Cina, e anche nei paesi in via di sviluppo, molti finanziamenti dei governi vanno alle grandi istituzioni per la realizzazione di grandi musei, che schiacciano le città, che schiacciano l’individualità delle singole persone.
Sostengo
al contrario che i finanziamenti europei e non
europei dovrebbero andare ai piccoli musei dove l’individualità delle persone, dei
normali cittadini, potrebbe essere esplorata ed esposta come nel Museo
dell’innocenza. Questo è un vero e proprio Museo, che ho inizialmente pubblicato
nel 2008 sotto forma di romanzo, sull’amore di un uomo della classe superiore
che si infatua per la per una cugina dimenticata, appartenente al
ramo povero della propria famiglia.
La storia racconta cosa succede, a noi stessi, quando ci innamoriamo di un nostro
eroe. Kemal inizia a raccogliere tutto ciò che la sua amata ha toccato, tutto
ciò che è legato alla tua storia d’amore. Nel romanzo si spiega il motivo per
cui il protagonista sta allestendo un museo.
È un romanzo che il Museo reale ha espresso con la stessa storia, ma con approcci diversi, per cercare di capire come mettere in evidenza la gelosia, le conversazioni semplicemente immaginate, la rabbia… Lo facciamo nello stesso modo in tutto il mondo, in diverse culture lontano fra loro. Il museo racconta questa vicenda attraverso gli oggetti. È la cronaca della vita della gente di Istanbul tra il 1950 e il 2000. È come se raccontasse la tua vita, la tua individualità, il modo in cui usavi quei telefoni, come hai acquistato i biglietti per il cinema… Tutto questo è importante quanto la Storia della Nazione, quanto il grande Stato. Questo è come ascoltare la propria musica, quella che intende anche la persona comune, interessata però agli oggetti esposti nei musei. Un museo dovrebbe insegnare al popolo della Nazione, al governo, ai politici dello Stato, come rispettare i diritti delle persone. Ecco cosa si può fare quando puoi mettere in evidenza l’individualità delle persone, le loro piccole storie, nei piccoli musei.
FONTE: The WorldPost
Il romanziere turco vincitore del premio Nobel, Orhan Pamuk, parla del museo dell’Innocenza, nella trasmissione del The World Post, One On One, che dà voce a figure di spicco che trattano di pressanti questioni globali.