In ricordo di Daniele Bertolami (1956-2017)
La mia arte, se così la si può chiamare, si cristallizzò. Divenne di moda. Si diffuse nelle fabbriche e nelle botteghe con il nome di stile “Mucha”
Alfons Maria Mucha
Alfons Maria Mucha (1860-1939) ha iniziato la sua carriera artistica come autodidatta. Seguì vari studi durante gli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento, mentre si guadagnava da come illustratore. Nel 1879 iniziò a frequentare una scuola di decorazione scenica a Vienna e contemporaneamente frequentò un corso di disegno. I suoi studi furono sostenuti dal conte Karl Khuen-Belasi. Ha poi lavorato con la ditta Kautsky-Brioschi-Burghardt e fra i suoi lavori spicca l’intervento al Ringtheater. Quando il teatro fu annientato da un terribile incendio nel 1881, perse la sua fonte di reddito e tornò in Moravia. 1885-1887 seguì gli studi presso l’Akademie der Bildenden Künste di Monaco.
Intorno al 1890 conosce Paul Gauguin e inizia anche una collaborazione con l’editore francese Armand Colin. Nei successivi dieci anni ha lavorato con grande successo come cartellonista, anche per la cantante Sarah Bernhardt, come interior designer e designer di vetri e abiti. Mucha sperimentò il nuovo continente americano trasferendosi dal 1906 al 1911 negli Stati Uniti. Ma, infine, preferì stabilirsi a Praga. Nell’ultima parte della sua vita, Mucha ha lavorato principalmente con motivi della mitologia slava.
L’arte di Mucha è caratterizzata da effetti di linea che, come quelli di Carl Larsson, enfatizzano la natura bidimensionale dell’immagine. Mucha li combina con l’eleganza e la simmetria spesso associate ai secessionisti viennesi. Rispetto a molti altri artisti Art Nouveau, l’arte di Mucha è sofisticata, leggera e seducente. Mancano le sfumature erotiche e oscure che sono altrimenti comuni nell’Art Nouveau.
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