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C

Piazza del Teatro alla Scala di Milano

Foto da Wikimedia Commons

     
 
PRIMO PIANO

Il ruolo dell'agorà

 

S

Tecnicamente per piazza si intende uno slargo all’interno del centro abitativo, dove portano le strade più importanti del paese. In genere su di essa si affacciano edifici o chiese di grande rilevanza. Ad esempio edifici pubblici, la Matrice od edifici privati di grandi famiglie. Generalmente esprimeva il governo ed il potere della città o quello religioso.  Secoli fa, in esso si svolgeva il mercato settimanale, frequentato dai venditori ambulanti. Oggi, a volte, è ridotta a parcheggio.

In tempi antichi la città prevaleva sul territorio. Ad essa si legava, infatti, il potere politico e religioso, e, sempre in essa, si svolgevano gli scambi commerciali, o attraverso mercati o porti. La piazza, svolgeva gran parte di queste attività, in quanto i cittadini erano espressione del potere politico e amministrativo e questo era simboleggiato dalle piazze interne alla cittadina. In essa era pratica svolgere le riunioni dei cittadini.

Vitruvio ci riporta come nel mondo latino, l’urbanistica e le differenti tipologie edilizie assursero ad immagine del concetto rappresentativo della loro dominazione. Alcune delle scelte architettoniche fatte a Roma, furono esportate in tutto l’impero. Così, edifici quali le terme, l’anfiteatro, i nuovi teatri, la basilica e il tempio corinzio, furono esportate un po’ ovunque, ad imposizione della propria cultura e stile di vita. In particolare, il foro romano era la summa di tutto. Non mancavano i porticati e le architetture maestose e celebrative della comunità del posto. Il concetto fu mutuato in grandiosità dall’agorà dell’epoca greca. La cultura degli elleni fu, infatti, inglobata da quella romana.

N
ell’Antica Grecia
Attualmente si chiama piazza, mentre al tempo degli antichi greci era denominata “agorà”, cioè la piazza principale della polis. Era lo spazio pubblico per eccellenza, dove ci si riuniva ed incontrava, tant’è che il termine agorà può essere tradotto come “raccogliere” o “radunare”.
Probabilmente, le agorà nacquero in periodo minoico. Vi si svolgevano i riti e le processioni religiose. Infatti su alcune di esse prospettavano templi o santuari. In ogni caso, ad essa, sempre in  periodo arcaico, erano collegati cerimonie, feste e giochi, ma anche le prime forme di teatro.
Ciononostante, la presenza dell’agorà avviene principalmente nei centri dell’antica Grecia. Contemporaneamente, non è così nelle polis del vicino Oriente o in quelle a cultura micenea. Possiamo, quindi, considerarla un’invenzione urbanistica greca. Essa nacque, probabilmente, nell’età di Pericle (verso il V secolo a.C.), con le ristrutturazioni urbanistiche. A seconda il periodo storico si configurarono in tre modi: vicino al porto per le città mercantili; vicino alla porta principale della città, per gli scambi economici, anche con il territorio, o verso il centro dell’abitato, con la presenza di palazzi pubblici e templi sacri, il tutto come espressione della guida democratica dei cittadini. Spesso l’agorà era collegata ad assi viari principali o delimitata da portici, a volte, anche su più piani. A volte erano anche formate da diversi terrazzamenti aperti sul paesaggio. In seguito, in periodo ellenistico, la tipologia iniziò a diffondersi nelle polis del mediterraneo. In quest’epoca avviene una risistemazione degli elementi collegati alla piazza, in maniera più ordinata, ma mai monumentale o simmetrica, come capitò in epoca romana.

Per riassumere tutte le funzioni dell’agorà: era il centro economico e commerciale (con la presenza del mercato); il centro religioso, con templi dedicati al protettore cittadino e delle principali divinità; centro amministrativo, con gli edifici pubblici, gli uffici ed i teatri; infine, era il simbolo della democrazia, in quanto in essa si svolgevano le assemblee dei cittadini, per discutere e prendere decisioni politiche, amministrative e nuove leggi.

 
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