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Piazza San Marco Venezia

Foto da Wikimedia Commons

     
 
PRIMO PIANO

Lo spazio pubblico

 

Nelle comunità urbane coesistono lo spazio pubblico e quello privato. Mentre il privato appartiene al singolo o alla famiglia, quello pubblico appartiene a tutti. Vi si può passare, sostare e comunicare. I luoghi pubblici possono essere: strade, piazze, stazioni e parchi (in questo caso si parla di verde pubblico). Mentre gli edifici pubblici possono essere: biblioteche, municipi, edifici amministrativi o simili.
Attualmente, si sono creati anche spazi ibridi, tra pubblici e privati. E’ il caso degli edifici di proprietà pubblica, che non sempre sono aperti a tutti. L’uso può essere limitato (come una caserma) o in spazi ben definiti, come nel demanio marittimo (a protezione delle coste, o degli argini fluviali). All’opposto, esistono spazi privati ma ad uso pubblico. Come è il caso dei luoghi di culto, i centri commerciali, i parchi tematici.
In ogni caso, spazio pubblico non vuol dire maleducazione o comportamenti non consoni all’edificio in cui ci si trova. Esistono, infatti, leggi e regolamenti a cui allinearsi.

Breve storia della città
Parlare degli spazi pubblici è anche parlare dell’evoluzione storica delle città. Si inizia con l’agorà nell’Antica Grecia, per poi passare al Foro romano. Nel medioevo ci si riferisce alle piazze, luoghi commerciali ed identità comunale, come ad esempio, Piazza del Campo a Siena. Seguentemente, nel Seicento, lo spazio pubblico diviene oggetto di progettazione, come a Roma con il barocco di Bernini (Piazza del Popolo a Roma). A Parigi il barone Haussmann inventa i boulevard, nell’Ottocento. Successivamente, la città di New York si struttura urbanisticamente intorno al Central Park.
Ciononostante, dall’Ottocento, gli spazi pubblici sono andati modificandosi a causa di una rivoluzione silenziosa. Il motivo? La mobilità. Nuovi mezzi di trasporto, come la ferrovia, il tram e l’automobile, hanno richiesto un adattamento ed ampliamento dello spazio pubblico. A questo si sono aggiunte le innovazioni nel campo della tecnologia edilizia, che ha permesso, con gli ascensori, un aumento del peso della residenza (basti pensare ad un grattacielo). Ciò ha comportato una perdita di significanza e simbologia dello stesso, con una distribuzione diversa degli stessi edifici pubblici. Lo stretto rapporto che vi era tra edilizia e la necessità di incontro e relazione, che vi era nell’urbanistica precedente, è stata scardinata dalla pratica dello zoning, che tende, al contrario, a distinguere e separare le attività urbane. Ciò è stato richiesto da un lato da necessità igieniche e dall’altro dalla mobilità, cresciuta esponenzialmente. Ultimo elemento disgregatore è l’enorme aumento dell’inurbamento.
Da tessuti urbani integrati e polifunzionali si è passati alla frammentazione urbanistica, con la creazione di zone industriali, centri commerciali, spazi a parcheggio e quartieri dormitorio. Anche gli spazi privati hanno segnato un aumento. Insomma, un impoverimento della qualità della vita, non solo a livello “simbolico”.

Ampio è il dibattito avviatosi a livello urbanistico, con la creazione di nuove tendenze, come la New Urbanism, che propone il ritorno a forme abitative del passato, a volte anche architettoniche. Il concetto comunque alla base del dibattito è il recupero di ina socialità identificativa della cittadinanza. Tra le richieste anche quelle di amministratori comunali e associazioni di cittadini. Per ora, alcune città europee stanno tentando di reagire all’invadenza delle automobili. Ci si è missi limitando la percorribilità di alcune strade o piazze. Questo con la creazione di zone pedonali e ciclabili, il divieto di accesso al centro storico e la ristrutturazione di spazi pubblici di quartieri “decaduti” materialmente e funzionalmente. Molto si sta facendo, contemporaneamente, nella riqualificazione ed ampliamento di parchi ed aree verdi. Ne ha guadagnato, senz’altro,  la salubrità dell’aria da respirare, ma anche la qualità della vita dei cittadini ed i turisti.
La maggiore partecipazione dei privati alla cosa pubblica, sta portando ad una nuova forma di progettazione urbanistica partecipata.

 
 
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